Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

C'era una volta un bambino: L'adulto vittima di abuso sessuale nell'infanzia
Una lettura facile per meglio comprendere cosa accade all’adulto che è stato vittima di abuso sessuale nell’infanzia.

Quando si parla di “abuso sessuale infantile” ognuno di noi ha in mente una definizione precisa, dettata il più delle volte da esperienze indirette. Purtroppo in alcuni casi l’abuso sessuale entra direttamente nella vita di un individuo, impattando violentemente sul suo normale corso, lasciando dietro di sé delle ferite psicologiche che variano per gravità a seconda del tipo di abuso subito, l’età e la capacità di autocura di cui ogni mente umana dispone.

Partiamo da una definizione generale: intendiamo per abuso sessuale infantile qualsiasi attività che implica il coinvolgimento in attività sessuali di un minore da parte di un adulto.

Da notare bene, quando ci riferiamo ad attività sessuale, non parliamo necessariamente di un rapporto fisico diretto, ma di tutto ciò che ha a che vedere con la sfera della sessualità, se una delle due parti rifiuta o non è nella posizione di comprendere (o comprendere con un senso di maturità piena in caso di adolescenti) ciò che sta accadendo. Ad esempio, oltre alla violenza sessuale che implica una penetrazione, la costrizione al toccare o baciare; la visione non desiderata di nudità o atti sessuali del singolo adulto, di una coppia o più individui; riferimenti sessuali e argomentazioni oscene.

L’abuso sessuale infantile ha solitamente e comprensibilmente un elevato livello di gravità e rischio per la salute mentale di un individuo e la sua crescita. Una persona che è stata abusata in età infantile porta nel decorso evolutivo della sua mente le tracce di un evento traumatico che solitamente ne devia il normale sviluppo.

Possiamo dire in linea generale che il livello di gravità segue tre dimensioni fondamentali:

  • il tipo di abuso subito e la sua durata – ovvero, se si è trattato di veri e propri rapporti fisici, toccamenti o esposizioni visive o racconti e provocazioni e quanto a lungo;
  • l’età e le risorse individuali del bambino – ovvero, in quale fase dello sviluppo il trauma lascerà traccia e di quali risorse dispone;
  • l’identità dell’abusatore – più la parentela è prossima alla vittima, peggiori saranno le conseguenze del trauma subito.

Per intenderci, potremmo dire che un abuso sessuale subito da parte di un genitore ad un bambino in età pre-puberale (8-11 anni circa) che si protrae nel tempo, con un coinvolgimento fisico totale, con ogni probabilità si rivelerà un’esperienza tra le più distruttive per la salute psichica.

Naturalmente essendo queste tre dimensioni molto variabili, fare previsioni nei singoli casi è molto complesso e, proprio per le capacità e risorse individuali, situazioni che potrebbero far pensare a conseguenze peggiori potrebbero rivelarsi meno gravi di altre da cui ci si aspetterebbe al contrario quadri meno compromessi.

A fronte di ciò ricordiamo che trattandosi di abuso sessuale infantile, stiamo facendo distinzioni all’interno di una situazione che presenta comunque, in qualsiasi forma avvenga, una potenzialità traumatica di livello elevatissimo, che si parli di un episodio con coinvolgimento minimo, ad uno massimo.

Le conseguenze psicologiche di un abuso sessuale possono toccare differenti aree: l’autostima, lo sviluppo della sessualità, le capacità relazionali.

Solitamente un bambino reagisce all’abuso innescando meccanismi di difesa basici, quali rimozione e dissociazione – la mente cerca in questo modo di sganciarsi dal ricordo traumatico insostenibile creando una barriera tra ciò che è accaduto e le implicazioni emotive o cancellando letteralmente l’episodio dalla memoria. E’ stato rilevato come il minore affronti una situazione molto simile a quella degli adulti che, dopo aver subito un trauma, sviluppano un disturbo post-traumatico da stress.
Il senso di colpa si riversa su di sé ed è tanto più intenso, quanto l’ambiente circostante ignora o copre l’episodio, e di contro, si sviluppa un profondo senso di sfiducia e paura nei confronti degli altri.

Un adulto che è stato abusato deve scontrarsi con queste credenze sviluppate e consolidate dal bambino che era un tempo. Tenderà a seconda dei casi, ad essere altamente aggressivo, ad incolparsi ferocemente, avrà una bassa autostima, tenderà a deprimersi o ad oscillare molto tra stati emotivi. È prevedibile che abbia difficoltà a regolare gli impulsi e problematiche ad inquadrare e sviluppare una corretta identità sessuale ed una vita sessuale soddisfacente.

Tra le patologie che possibilmente si sviluppano troviamo il disturbo borderline di personalità, la depressione, disturbi alimentari e dipendenze, proprio in conseguenza all’incapacità di regolarsi e al costante bisogno di “tenere il controllo” su una situazione che si percepisce in pericolo costante.

Ad oggi la psicoterapia è uno strumento di elezione per trattare e curare storie e conseguenze degli abusi. Ovviamente, parlando di età adulta, si dovranno affrontare gli effetti di schemi disfunzionali consolidati nel tempo. Si può dire che il trauma dell’abuso innesca una serie di meccanismi di difesa estremi della mente che portano purtroppo, seppure con lo scopo di proteggere la persona da un crollo, alla formazione di sistemi difettosi e patologie che probabilmente non sarebbero comparsi altrimenti.

In quest’ottica, abbiamo personalmente usato l’esperienza nata da un lavoro costante sul campo in questo ambito per sviluppare un metodo mirato, la cui filosofia di base è mantenere al centro la narrazione della persona, integrando tecniche e conoscenze in campo psicotraumatologico sempre più innovative: l’Emdr; la Psicoterapia Sensomotoria; la terapia dell’Esposizione Narrativa, ne sono alcuni esempi.

Tutto ciò all’interno del percorso di psicoterapia, per fornire a chi ne fa richiesta un’esperienza che garantisca una totale e complessa strategia di intervento il più possibile risolutiva, nel rispetto della natura articolata del trauma, la cui cura non può ridursi alla sola rimozione dei sintomi da esso generati (per saperne di più, vedi: Alicanto – Centro Cura del Trauma Psicologico).

Se volete approfondire il tema in modo dettagliato e avere risposte più complete potete acquistare il libro in versione cartacea oppure ebook (gratis con abbonamento KindleUnlimited) cliccando sul titolo: C’era una volta un bambino: L’adulto vittima di abuso sessuale nell’infanzia

NB. Vorrei estendere un ringraziamento particolare a tutti coloro che con coraggio stanno commentando l’articolo, facendo domande o semplicemente condividendo il dolore e il disagio delle loro esperienze di abuso vissute in età infantile.
[E’ possibile che parti dei commenti con contenuti marcatamente espliciti vengano tagliati per il contesto nel quale sono pubblicati.]

Vorrei altresì specificare che purtroppo NON E’ POSSIBILE FARE CONSULENZE VIA EMAIL O TELEFONICHE.

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1.079 commenti

  1. Buongiorno, mi chiamo Francesca e ho 31 anni dall’età di 6 anni ai 16 anni ho subito degli abusi da parte dello zio materno… ad oggi mi ritrovo ad avere ancora molte difficoltà di relazione con il mio corpo e anche problematiche, di natura intima come la Vulvodonia che non mi permette di avere una vita intima serena con mio marito. Inoltre fatico molto anche a relazionarmi con chi si occupa di ciò , mi trovo in difficoltà quando devo affrontare una visita ginecologia e ho paura ad affrontare questi problemi che mi ritrovo.
    Non ho mai sviluppato una mia intimità, ho molta paura , ogni minima carezza data ne l modo in cui non voglio io mi turba, un bacio rubato da mio marito mi fa stare male , anche il fatto di vivere un uomo per casa, in tutti i suoi aspetti mi incute paura e premetto che io amo mio marito … tendo a non considerare di avere quella parte del copro, di non avere un organo femminile , ho paura che esplorando quella parte di me mi possa risvegliare qualche brutta sensazione legata al mio passato a quello che mi è accaduto… inizio però a sentire l’esigenza di avvicinarmi a queste cose , ma provo anche molta paura e non so da che parte iniziare …Non so se lei come professionista mi può dare qualche consiglio in merito .Grazie Francesca

    1. Author

      Gentile Francesca,
      la paura è legittima in questo caso. Pensi solo che proprio la paura è un sistema di allarme che serve di solito a farci evitare dei pericoli. Purtroppo però, soprattutto dopo aver vissuto eventi critici, spesso si attiva quando non vi è più un elemento dannoso, ma qualcosa che lo “ricorda in parte”.
      La paura che prova adesso, seppure nasce per difesa, è diventata un blocco ad affrontare un’esperienza passata che non è più una minaccia oggi, ma che così facendo continua a percepire come tale. Se tiene a mente questo, può provare a superare il blocco che la paura le sta creando, poichè in realtà è al sicuro.

  2. Salve avevo 7 anni e ho subito molestie e quasi violenza da mio fratello durate 4 anni denunciare la cosa a mia madre non ha cambiato le cose oggi ho 51 anni ed de venuto fuori ,anche perché anche alla figlia aveva fatto la stessa cosa ,tutti i parenti non fanno altro che dire perché ora .Io sto male ricordo ogni singola cosa ,allontanata da tutti e accusata di aver rotto equilibri famigliare mi chiedo come si può arrivare a dire certe cose grazie

    1. Author

      Gentile Patrizia,
      purtroppo quando un abuso è “intrafamiliare”, la famiglia spesso tende ad assumere un atteggiamento di negazione del fatto che serve a proteggere il nucleo. Cercando di spiegarlo in parole semplici, si sceglie di colpevolizzare la vittima perchè, ad esempio, “un bambino dimentica più facilmente ed è incapace di comprendere l’accaduto, quindi le conseguenze saranno minime”, salvaguardando gli adulti e così salvando la famiglia (o la semplice facciata di essa). Tutto ciò purtroppo reca gravi conseguenze soprattutto al bambino che, invece di venire protetto, viene traumatizzato due volte – dall’abuso e dal rifiuto di protezione della famiglia.
      Affrontare un accadimento del genere avvenuto dentro le mura domestiche, significherebbe esporre tutti a una distruzione dei legami e alla esposizione pubblica di un fatto vergognoso. Ecco perchè si fa sovente “finta di non vedere” e non viene accettato chi, anche a distanza di tempo, tenta di ricordare a tutti che qualcosa di brutto in realtà è avvenuto.

  3. Buongiorno dottoressa,
    ho 33 anni e subito abusi sessuali da quando avevo 8 anni fino a quando ne ho avuti 13 e nessuno si è mai accorto di nulla. Sono stata adottata da molto piccola e la persona che mi ha fatto tanto male era mio fratello maggiore, anche lui adottato. Ho tenuto dentro tutto per tanto tempo, anche se ogni tanto mi tagliavo sulla braccia e piangevo spesso e volentieri, ne ho parlato solo verso i 18 anni e sono entrata in una depressione fortissima durata anni e anni. Poi quando avevo 26 anni mio fratello si è suicidato e anche li sono stata malissimo per un altro anno. Adesso mi rendo conto che ogni tanto ho delle ricadute bruttissime, come in questo periodo, piango e dico che nessuno mi ha mai amata ne capita. Anche dopo anni di terapia e medicine questi momenti tornano e non mi sento una buona madre e riverso i miei disagi su mio marito, magari esplodendo di colpo per qualche banalità. Guarirò mai del tutto? Mi sento davvero esausta…

    1. Author

      Gentile Jane,
      in questi casi prima di tutto mi piace rimandare alle persone che non si tratta certo di “guarire”, perchè lei non è malata, ma sofferente per via di una lacerazione creata da un’esperienza traumatica, che come tale può essere trattata e alleggerita. Il dolore che questo accadimento ha portato non può essere cancellato, ma possono essere corretti i significati dati ad esso e reindirizzate al meglio le emozioni provate.

  4. salve dottoressa, non so bene da dove iniziare…mio padre era violento e mia madre mancava in altri aspetti (non mi sosteneva ne aveva fiducia nelle mie capacità personali)…non ero serena, vivevo nel timore di essere abbandonata e spesso la notte non dormivo e alla fine chiedevo aiuto ai miei genitori così mi ritrovavo a dormire nel loro letto…e loro nella notte avevano rapporti come se io non fossi lì, io fingevo di dormire (non che fossero silenziosi) e quando loro si riaddormentavano mi concedevo di piangere in silenzio…oggi ho 30 anni e vivo lontano da loro già da anni ma ultimamente ho passato due mesi a casa loro (a seguito di un’operazione di mio padre ho chiesto un’aspettativa) e sono dovuta letteralmente scappare perché ho iniziato a soffrire di attacchi di panico stando in casa con loro…ora non so che fare, mi sembra che tutto sia tornato in superficie e non so se è giusto che io parli con loro per dirgli ciò che mi hanno fatto vivere…ho sempre evitato perché il passato non può essere cambiato e nn voglio ferire nessuno ma ora mi chiedo se tutto questo non mi divori internamente…crede che mi aiuterebbe parlarne con loro?

    1. Author

      Gentile Michaela,
      non conoscendola non posso prevedere in che modo parlarne ai suoi genitori le gioverebbe, quello che posso dirle è che sembra stia esprimendo una necessità di liberarsi di un peso che la opprime e che ha avuto delle conseguenze importanti nella sua vita. Quindi rispetterei questa necessità e proverei a pensare quale sia il contesto e il modo più adeguato per lei di poter parlare ed elaborare l’accaduto per alleggerirsene.

  5. Salve a tutti, all età di 10/11 anni ho avuto un abuso da un uomo che non conoscevo, adescata per strada (a quell età uscivo da sola per andare a casa della mia amochetta) mi ha portato nella sua auto e da lì vi lascio immaginare. Sono passati 16 anni oramai ma ho notato che in intimità con il mio partner mi fa eccitare tutto ciò che provoca dolore. Porgo questa domanda perché mi sembra così assurdo eccitarsi ricevendo dolore, credete riguarda il mio passato?

    1. Author

      Gentile Giovanna,
      in linea generale è possibile che un passato di abuso traumatico possa portare a delle modifiche nel corso dello sviluppo che riguardano la vita sessuale di un adulto. Nel caso specifico, sarebbe necessario approfondire la sua storia per poter comprendere e rispondere alla sua domanda con precisione. Sarebbe inoltre importante valutare l’importanza di lavorare sull’accaduto in toto per capire se e come si sia inserito nel corso della sua vita.

  6. Salve dottoressa,
    Ho paura di aver ricevuto delle violenze da piccola di cui però, in caso dovesse essere così, non ricordo nulla. È come se una parte di me se lo sentisse. Come sintomo una eccessiva emotività si potrebbe ricollegare a ciò o senso di disgusto alle volte quando si parla di ambiti sessuali?
    La ringrazio in anticipo per un eventuale risposta.

    1. Author

      Gentile Chiara,
      purtroppo è difficile rispondere a questa domanda, non conoscendo lei e la sua storia. Sarebbe bene approfondire questi dubbi in una sede appropriata, poichè il tema dei traumi rimossi è molto delicato. Si parte sempre e comunque dalle sensazioni che si hanno in merito e che ci indicano che qualcosa la turba e le provoca dell’ansia, indipendentemente da quanto possa essere accaduto o meno nella sua vita.
      Mi baserei per ora su questo e quindi considererei di approfondire queste paure.

  7. Buonasera dottoressa, ho 44 anni e quando ne avevo 8 sono stata abusata da mio padre. E’ durata un anno senza che nessuno, in famiglia, se ne accorgesse. Un giorno l’ho detto. E’ venuto fuori che lui l’aveva già fatto a mia sorella più grande, che era stata mandata lontana da casa per questo motivo. Ho cominciato a difendermi da sola…evitando di rimanere da sola con lui. Qualche volta ci riuscivo, qualche volta no. La cultura è stata la mia salvezza, nel senso che a scuola studiavo ed ero brava. Sognavo il giorno in cui avrei lasciato quella casa per andarmene all’università. Mi sono laureata e ho fatto di tutto per inseguire il mio sogno lavorativo. Il lavoro e il successo sono diventati il mio chiodo fisso. Oggi ho anche una famiglia, ma uscendo stamattina per andare a fare quel lavoro che amo tanto mi sono accorta di essere la stessa bambina di 36 anni fa. Con la stessa tristezza nel cuore. Con la stessa rabbia nei confronti di mia madre che non ha fatto niente. E delle persone che ho intorno perché hanno avuto più di me. Con la stessa mancanza di autostima.
    Negli anni ho cercato di non pensare a tutto questo, ma spesso – inevitabilmente – tutto torna. Basta una canzone di quei primi anni ’80, basta il tema-denuncia di una quattordicenne che in questi giorni sta riempendo i giornali, basta il puzzle di mio figlio…a riportarmi indietro negli anni. Ricordo ogni parola, ogni gesto, oppure…non ricordo niente. Perché di alcuni episodi ho il sospetto di non ricordare niente. La cosa più grave è che qualunque cosa io faccia, dovunque io vada, non riesco a strapparmi questo dolore dal cuore.
    Ho provato ad andare in analisi, ma ogni volta mi è sembrato di non essere capita. Perchè forse solo chi ha toccato quel dolore può capirlo davvero…

    1. Author

      Gentile Giulia,
      quello che racconta è un vissuto comune di chi ha purtroppo provato un’esperienza grave di abuso come la sua. Mi rincresce che le sue esperienze di terapia non le abbiano dato una chiave di lettura utile ad alleggerire un dolore che, certamente, è impossibile estirpare del tutto.
      Nessuno può essere in grado di cogliere il reale dolore dell’altro, semplicemente perchè fa parte di un vissuto personale – questo anche a parità di esperienze. La chiave non è trovare qualcuno che abbia provato quel dolore specifico, ma qualcuno che abbia la conoscenza e la competenza in materia per aiutarla a comprendere ed organizzare il suo.

  8. Salve, ho 38 anni, a 24 ho parlato ai miei delle molestie ricevute da mio cugino quando andavo all’asilo e da adolescente. Non mi hanno dato molto sostegno, hanno cercato di non vedere. Ma in alcuni casi invece mi hanno sostenuta. Se uno non ci passa, davvero non capisce quanto queste dinamiche siano complicate e quante siano la rabbia e la sofferenza che comportano. Faccio psicoterapia da 5/6 anni. A un certo punto ho sentito che volevo aiuto, dopo che, qualche anno prima avevo sofferto di attacchi d’ansia e stati che non so se definire di depressione. Da quando ho buttato tutto fuori, sono passata da far finta di niente a non voler più vedere mio cugino, per me è un affronto. Questo mi ha comportato dei problemi nella gestione delle occasioni di ritrovo familiare, ma più che vado avanti e più penso che io non ho fatto nulla di male e che mi merito di volere una vita in cui il mio aguzzino non sia MAI presente. La terapia mi ha aiutato tanto. Cercare di star meglio è un percorso complesso, e in solitaria, per quanto faccia molto bene avere persone al proprio fianco che ti sostengano. Ma anche oggi sceglierei mille volte di aprir bocca e affrontare la cosa, rispetto al tempo in cui tutto era nascosto e opaco dentro di me. Spero un giorno di riuscire a trovare pace e tutte le risposte, e spero che ognuno di voi le trovi. Vi abbraccio.

    1. Author

      Gentile Erica,
      grazie per la sua preziosa testimonianza. La rabbia verso il proprio abusante e il rifiuto della colpa sono fasi molto importanti in ogni percorso di elaborazione dell’abuso. Credo che il suo viaggio alla ricerca delle risposte che merita sia già ben avviato.
      Le auguro di potersi un giorno sentire soddisfatta dei risultati raggiunti e al sicuro da quanto accaduto in passato.

  9. Buongiorno dottoressa.. le scrivo.. a 5 anni ho subito abusi da parte del vicino di casa di 50 anni: ricordo tutto, persino le sue parole.. ho raccontato poco dopo il fatto ai miei genitori.. mio padre mi ha subito reagito proteggendomi. Mia madre mi ha punito dicendo che mentivo.
    Sono passati 33 anni.. ci penso spesso.. l’ho raccontato ai miei ex, agli amici.. ma come se fosse qualcosa di superato.. invece settimana scorsa è ritornato vivo e mentre correvo ho avuto un fortissimo senso di nausea sfociata in conati di vomito.
    Ammetto che in questi anni ho avuto relazioni in cui ho portato rabbia, disordini alimentari, disordine totale in casa e auto.. sbalzi d’umore e d’amore.. passavo da una relazione sessuale appagante a non volere più fare sesso.. la mia masturbazione avviene sempre senza avere un contatto diretto con le mie parti intime.. credo davvero di avere bisogno di aiuto…

    1. Author

      Gentile Nadia,
      credo che le sue preoccupazioni siano legittime. Noto che possiede un ottimo senso critico e di analisi e, dunque, poter raccogliere il coraggio di affrontare quanto accaduto nella sua infanzia potrebbe darle il sostegno necessario ad elaborarlo.
      Come lei stessa ha notato, ci sono state delle ripercussioni la cui origine con ogni probabilità è rintracciabile in questo episodio traumatico. Spero riesca a richiedere l’aiuto di cui necessita.

  10. Salve dottoressa avevo 9 anni quando ho subito più volte violenze da parte di mia cugina quindicenne. Fino a poco tempo fa pensavo che fossero cose “normali” che fa un adolescente , poi col passare del tempo, forse con la nascita di mio figlio, ho capito che non è normale toccare e baciare le parti intime di un bambino con l’intento di provare piacere. Ora ho metabolizzato la cosa da sola, ma vorrei chiederle: è possibile che io, pur essendo consapevole di ciò che è successo, abbia riportato danni a livello emotivo o psicologico? Cosa mi consiglia?
    avrei vergogna a raccontare ciò che è successo ad una psicologa in persona..
    Grazie mille ☺️

    1. Author

      Gentile Francesca,
      può rispondere prima di tutto lei a questa domanda. Si chieda come si sente, se ha degli sbalzi di umore che non comprende, dei disagi psicologici nelle relazioni con l’altro o dei sintomi legati a questi stessi disagi. Tutto questo anche se non li riesce a collegare direttamente con quanto vissuto da piccola. Se si percepisce invece serena, nonostante tutto, è una possibilità che abbia elaborato con le sue risorse l’accaduto.
      Se non si sente di parlarne a voce con un professionista, può provare ad esempio a confidarsi con una persona di cui si fida e capire cosa prova nel farlo.

      1. Ho una storia davvero molto simile a quella di Francesca, cambia solo l’età avevo 7 anni e la cugina 12 e viste alcune difficoltà di fiducia nelle relazioni e anche il fatto che nonostante sia convinta della mia eterosessualità è come se una parte di me sentisse un’attrazione verso il sesso con le donne, ma non l’amore.
        Quando tento di ricordare gli eventi non provo assolutamente nulla, ed è strano, solo vergogna nel raccontarlo, ma è come se vedessi l’accaduto da fuori per la maggior parte del tempo. sonona persona con molte relazioni sociali ma con una quantità di insicurezze grandissime e in parte ben mascherate.
        L’obesità che mi accompagna da quell’età e le mie insicurezze e le diffcioltà con le persone mi fanno pensare che qualcosa non sia assolto di quel ricordo
        mi chiedo se potrebbe essere un nodo cruciale su cui lavorare o meno.
        MI chiedo se sbaglio a pensarmi eterosessuale
        mi chiedo parecchie cose ma fatico ad approfondire quell’evento.

        1. Author

          Gentile Laila,
          posso dirle che la vergogna e il senso di distacco verso l’evento, è parte del processo traumatico che si attiva in queste situazioni di abuso.
          Sarebbe importante possa superare questo blocco e certamente lavorare su quanto accaduto potrebbe davvero giovarle.

          1. Grazie dottoressa,

            Un’altro elemento di me che non riesco molto a capire è l’attrazione per i lcorpo femminile, immagini mentali, eppure continuo a ritenermi eterosessuale, continuo a essere attratta dagli uomini e a voler costruire sentimentalmente con l’uomo anhe s eho sempre problemi di grossa fiducia nelle relazioni. penso sempre possano tradirmi, abbandonarmi e trovarmi inferiore a tutto quello che c’è intorno.
            con le donne costruisco bei rapporti di amicizia, ogni tanto ho delle pulsioni erotiche nei loro confronti mai realmente vissute ma non riesco a vederle sotto il punto di vista amoroso.
            mi chiedo se su questo possa aver influito questo evento. questa iniziazione alla sessuailtà da parte di una donna.
            sento una discordanza strana dentro di me

          2. Author

            Gentile Laila,
            non posso darle risposte adeguate in questo contesto, non conoscendola. Questi elementi e dubbi andrebbero approfonditi in una sede appropriata.
            Provi a chiedere aiuto e sostegno ad un professionista. Sicuramente ci sono degli aspetti che vale la pena affrontare con dovizia.

      2. Innanzitutto la ringrazio per la risposta, mi è stata d’aiuto perché ho riscontrato, e ancora oggi succede, vari problemi a relazionarmi con gli altri; uno di questi è la mancanza di fiducia nel prossimo. A parte tutti gli altri problemi a livello sessuale che ho, ma che fatico io stessa ad affrontare.
        La ringrazio!

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