Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

C'era una volta un bambino: L'adulto vittima di abuso sessuale nell'infanzia
Una lettura facile per meglio comprendere cosa accade all’adulto che è stato vittima di abuso sessuale nell’infanzia.

Quando si parla di “abuso sessuale infantile” ognuno di noi ha in mente una definizione precisa, dettata il più delle volte da esperienze indirette. Purtroppo in alcuni casi l’abuso sessuale entra direttamente nella vita di un individuo, impattando violentemente sul suo normale corso, lasciando dietro di sé delle ferite psicologiche che variano per gravità a seconda del tipo di abuso subito, l’età e la capacità di autocura di cui ogni mente umana dispone.

Partiamo da una definizione generale: intendiamo per abuso sessuale infantile qualsiasi attività che implica il coinvolgimento in attività sessuali di un minore da parte di un adulto.

Da notare bene, quando ci riferiamo ad attività sessuale, non parliamo necessariamente di un rapporto fisico diretto, ma di tutto ciò che ha a che vedere con la sfera della sessualità, se una delle due parti rifiuta o non è nella posizione di comprendere (o comprendere con un senso di maturità piena in caso di adolescenti) ciò che sta accadendo. Ad esempio, oltre alla violenza sessuale che implica una penetrazione, la costrizione al toccare o baciare; la visione non desiderata di nudità o atti sessuali del singolo adulto, di una coppia o più individui; riferimenti sessuali e argomentazioni oscene.

L’abuso sessuale infantile ha solitamente e comprensibilmente un elevato livello di gravità e rischio per la salute mentale di un individuo e la sua crescita. Una persona che è stata abusata in età infantile porta nel decorso evolutivo della sua mente le tracce di un evento traumatico che solitamente ne devia il normale sviluppo.

Possiamo dire in linea generale che il livello di gravità segue tre dimensioni fondamentali:

  • il tipo di abuso subito e la sua durata – ovvero, se si è trattato di veri e propri rapporti fisici, toccamenti o esposizioni visive o racconti e provocazioni e quanto a lungo;
  • l’età e le risorse individuali del bambino – ovvero, in quale fase dello sviluppo il trauma lascerà traccia e di quali risorse dispone;
  • l’identità dell’abusatore – più la parentela è prossima alla vittima, peggiori saranno le conseguenze del trauma subito.

Per intenderci, potremmo dire che un abuso sessuale subito da parte di un genitore ad un bambino in età pre-puberale (8-11 anni circa) che si protrae nel tempo, con un coinvolgimento fisico totale, con ogni probabilità si rivelerà un’esperienza tra le più distruttive per la salute psichica.

Naturalmente essendo queste tre dimensioni molto variabili, fare previsioni nei singoli casi è molto complesso e, proprio per le capacità e risorse individuali, situazioni che potrebbero far pensare a conseguenze peggiori potrebbero rivelarsi meno gravi di altre da cui ci si aspetterebbe al contrario quadri meno compromessi.

A fronte di ciò ricordiamo che trattandosi di abuso sessuale infantile, stiamo facendo distinzioni all’interno di una situazione che presenta comunque, in qualsiasi forma avvenga, una potenzialità traumatica di livello elevatissimo, che si parli di un episodio con coinvolgimento minimo, ad uno massimo.

Le conseguenze psicologiche di un abuso sessuale possono toccare differenti aree: l’autostima, lo sviluppo della sessualità, le capacità relazionali.

Solitamente un bambino reagisce all’abuso innescando meccanismi di difesa basici, quali rimozione e dissociazione – la mente cerca in questo modo di sganciarsi dal ricordo traumatico insostenibile creando una barriera tra ciò che è accaduto e le implicazioni emotive o cancellando letteralmente l’episodio dalla memoria. E’ stato rilevato come il minore affronti una situazione molto simile a quella degli adulti che, dopo aver subito un trauma, sviluppano un disturbo post-traumatico da stress.
Il senso di colpa si riversa su di sé ed è tanto più intenso, quanto l’ambiente circostante ignora o copre l’episodio, e di contro, si sviluppa un profondo senso di sfiducia e paura nei confronti degli altri.

Un adulto che è stato abusato deve scontrarsi con queste credenze sviluppate e consolidate dal bambino che era un tempo. Tenderà a seconda dei casi, ad essere altamente aggressivo, ad incolparsi ferocemente, avrà una bassa autostima, tenderà a deprimersi o ad oscillare molto tra stati emotivi. È prevedibile che abbia difficoltà a regolare gli impulsi e problematiche ad inquadrare e sviluppare una corretta identità sessuale ed una vita sessuale soddisfacente.

Tra le patologie che possibilmente si sviluppano troviamo il disturbo borderline di personalità, la depressione, disturbi alimentari e dipendenze, proprio in conseguenza all’incapacità di regolarsi e al costante bisogno di “tenere il controllo” su una situazione che si percepisce in pericolo costante.

Ad oggi la psicoterapia è uno strumento di elezione per trattare e curare storie e conseguenze degli abusi. Ovviamente, parlando di età adulta, si dovranno affrontare gli effetti di schemi disfunzionali consolidati nel tempo. Si può dire che il trauma dell’abuso innesca una serie di meccanismi di difesa estremi della mente che portano purtroppo, seppure con lo scopo di proteggere la persona da un crollo, alla formazione di sistemi difettosi e patologie che probabilmente non sarebbero comparsi altrimenti.

In quest’ottica, abbiamo personalmente usato l’esperienza nata da un lavoro costante sul campo in questo ambito per sviluppare un metodo mirato, la cui filosofia di base è mantenere al centro la narrazione della persona, integrando tecniche e conoscenze in campo psicotraumatologico sempre più innovative: l’Emdr; la Psicoterapia Sensomotoria; la terapia dell’Esposizione Narrativa, ne sono alcuni esempi.

Tutto ciò all’interno del percorso di psicoterapia, per fornire a chi ne fa richiesta un’esperienza che garantisca una totale e complessa strategia di intervento il più possibile risolutiva, nel rispetto della natura articolata del trauma, la cui cura non può ridursi alla sola rimozione dei sintomi da esso generati (per saperne di più, vedi: Alicanto – Centro Cura del Trauma Psicologico).

Se volete approfondire il tema in modo dettagliato e avere risposte più complete potete acquistare il libro in versione cartacea oppure ebook (gratis con abbonamento KindleUnlimited) cliccando sul titolo: C’era una volta un bambino: L’adulto vittima di abuso sessuale nell’infanzia

NB. Vorrei estendere un ringraziamento particolare a tutti coloro che con coraggio stanno commentando l’articolo, facendo domande o semplicemente condividendo il dolore e il disagio delle loro esperienze di abuso vissute in età infantile.
[E’ possibile che parti dei commenti con contenuti marcatamente espliciti vengano tagliati per il contesto nel quale sono pubblicati.]

Vorrei altresì specificare che purtroppo NON E’ POSSIBILE FARE CONSULENZE VIA EMAIL O TELEFONICHE.

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1.081 commenti

  1. Salve, io sono un ragazzo di 25 anni con una paralisi ad un braccio.

    Da piccolo vivevo in una casa fatiscente con mio padre, mia madre ed assieme agli zii ed agli cugini di 10 anni più grandi.

    Ricordo che molte volte i miei dovevano lasciarmi da solo poiché erano a lavoro ed io rimanevo con zii e cugini oppure in canonica dal prete.

    Verso l’età di 7 anni ho iniziato a mettermi la carta igienica nell’ano e passavo le giornate con la carta nel fondo schiena. Verso gli 8 anni ho iniziato a spogliami davanti alla mia cuginetta di 6 anni con cui giocavo al dottore ed alla dottoressa.

    Inoltre, avevo un’amichetta la quale ogni volta che veniva da me voleva che io le toccassi le parti intime.

    Ha 12 anni ho iniziato a depilarmi le gambe ed il sedere e tutt’oggi continuo a farlo.

    Purtroppo non ho moltissimi ricordi, ma continuo a domandarmi il perché facessi quelle cose.

    La domanda che mi pongo è: è possibile che io sia stato vittima di abusi?

    1. Author

      Gentile Marco,
      non è possibile rispondere a questa domanda senza conoscere la sua storia. Questi elementi sembrano suggerire che vi sia stato qualche disagio, ma il motivo potrebbe essere un abuso o anche qualcosa di totalmente differente. Le dico questo perchè non è possibile ricondurre dei sintomi ad una causa specifica in psicologia senza aver avuto il tempo di valutare il suo percorso di vita e le sue vicende. Le cause di questi comportamenti potrebbero essere molteplici e non è possibile individuarle a partire dal loro elenco.

  2. Buongiorno. Mio marito ha avuto problemi nell’infanzia di rapporto conflittuale con la mamma ed intorno ai 6 anni per un tempo che non ricorda – mesi, un anno o più- un ragazzino sui 14 anni ha abusato di lui anche completamente. Ci siamo raccontati tutto prima non solo di sposarci ma di “fidanzarci”, ad eccezione di tale particolare! Aveva fatto 7 anni di psicoterapia ad indirizzo analitico, ma mi ha detto che non ha mai raccontato proprio tutto. La sua reazione quando gli facevo notare la sua freddezza era il silenzio, oppure erano battute ironiche. Se però temeva di perdermi, allora per un certo periodo mi cercava frequentemente e non sembrava avere grossi problemi fisici. Poi di nuovo freddezza. Ora dopo 20 anni di matrimonio, lui ha 55 anni…non abbiamo più rapporti da 3 anni, non ha più alcuna eccitazione verso di me nemmeno assumendo il Cialis: gli manca il desiderio minimo per avere un erezione aiutato dal farmaco…
    Quanto può aver influito l’abuso sul nostro rapporto?

    1. Author

      Gentile Cristina,
      purtroppo mi è impossibile rispondere a questa domanda senza conoscere suo marito e la sua storia. Potrei dirle in linea generale che sarebbero corrette entrambe le ipotesi. Ovvero che potrebbe aver influito molto o per nulla. Questo perchè le conseguenze di un’esperienza di abuso possono essere individuate ed elencate in linea del tutto generale, ma non applicate caso per caso in modo automatico. Esse cambiano a seconda della persona e della sua intera storia.

  3. Gentile Dottoressa,
    mi sono imbattuto in questo articolo durante un periodo in cui continuo ad avere grossi dubbi. a differenza di chi già ricorda un abuso, io non ne ho la completa certezza. Tuttavia ho iniziato da qualche anno a stare, male. Ho iniziato ad avere problemi di autostima, grossissimi problemi di senso di colpa e un forte quasi estrema impossibilità di legare affetto e relazione ad una sana e non controllata esperienza sessuale. Alcune sedute di terapia hanno portato alla definizione di una personalità rigida con tutta una serie di definizioni del caso. Quello che mi ha colpito è la descrizione del “trauma” che queste personalità avrebbero subito, della scissione fra la parte emotiva e la parte più strettamente legata al sesso e all’erotismo. il problema è che ho un ricordo specifico del mio essere già sessualmente esplicito con uno bambino poco più giovane di me all’età di 5 anni. usare termini espliciti, comportamenti e atti sessuali che non capisco come potevo conoscere a quell’età e un costante riferimento alla scuola materna che entrambe frequentavamo (mi ricordo di menzionare delle figure o dei luoghi durante questi atti). come posso capire se questa cosa fosse solo un mio comportamento o derivasse da una deviazione mia?

    1. Author

      Gentilissimo,
      per chiarire i suoi dubbi, soprattutto quelli che riguardano la presenza o meno di un possibile trauma di questo tipo nella sua vita, è necessario un approfondimento terapeutico specifico. Le sue domande non possono trovare risposta solamente confrontando i sintomi con le possibili cause, poichè potrebbero – nella complessa storia di ogni individuo – essere ricondotte a molte cause differenti.

  4. Ho 41 anni ed all’ età di 11 anni ho subito il primo episodio di violenza da parte di un mio cugino più grande di me di un anno. Le violenze sono durate per 7 lunghi dannatissimi anni in cui sono stata continuamente usata peggio di un oggetto sempre a sua disposizione per soddisfare ogni suo desiderio … ho poi subito ancora altri abusi da altre persone tra cui un adulto di oltre 50 anni quando io ne avevo poco più di 20 … la mia vita è totalmente distrutta e compromessa … la mia infanzia prima degli abusi era già stata totalmente traumatica a causa di mancanza di amore, accettazione, accoglienza, stima e fiducia da parte di mia madre in particolare e della mia famiglia tutta. Continuamente bestemmiato da parte di mia madre il mio essere venuta al mondo ed il momento in cui mi avevano concepita. Sono stata chiusa in un mutismo quasi totale fin’oltre l’adolescenza, ed ancora adesso ho grandi difficoltà a comunicare verbalmente soprattutto con le persone per me importanti. Ho iniziato con la psicoterapia da che avevo 15 anni grazie all’intervento di una professoressa e tutt’ora la continuo ma adesso sono in un’ennesima fase di depressione acuta e se fino ad ora in qualche modo ho avuto il coraggio e la forza di sopportare il carico di tutte le vicende della mia vita adesso non ce la faccio più e non riesco a fare a meno che desiderare che la mia vita possa finire quanto prima. Una vita totalmente irrealizzata, vuota, priva di un senso, piena solo di sofferenze e malessere continuo. Non sono riuscita mai a completare gli studi, ad intraprendere una relazione affettiva, nel campo lavorativo 2 esperienze orribili e traumatiche, mi porto dentro un vuoto affettivo pazzesco… Avrei dovuto farla finita allora, quando ero poco più che quattordicenne e mi sono fermata dal buttarmi giù dal balcone di casa. Mi sarei risparmiata una vita dolorosa ed inutile.

    1. Author

      Gentile Melany,
      la sua storia mi colpisce e ricorda molte storie di persone che arrivano a chiedere aiuto al mio studio. Spesso sono prive di speranza e con percorsi terapeutici che non hanno aiutato.
      Forse, se non ha fatto quel “salto”, è perchè sopravvivere a tali esperienze rende l’istinto di sopravvivenza più forte e acuto. L’essere qui oggi può e deve essere un fattore decisivo, utile a restituire un significato corretto alla sua storia e dunque a poterla ricondurre a riappropriarsi della serenità meritata. Provi a cercare un supporto mirato sul trauma, sulla storia di abuso.

      1. Grazie per la sua risposta.
        Con lo psicoterapeuta che mi segue adesso e con cui è da 6 anni che abbiamo iniziato il percorso, abbiamo affrontato a lungo il trauma facendomi lui rileggere il tutto in modo corretto, facendomi comprendere di essere stata vittima, aiutandomi a superare tutti i miei dannati sensi di colpa e di complicità che mio cugino aveva inculcato in me, aiutandomi a non sentirmi più tutt’ora la sua schiava ed alle sue dipendenze (lo scorso anno sono riuscita per la prima volta a non fargli gli auguri per compleanno ed onomastico, sono riuscita a cancellarlo da Facebook, sono riuscita a non presentarmi ad ultimi ritrovamenti familiari a cui lui era presente), nonostante tutto questo però la mia vita continua ad essere dannatamente brutta, senza un senso, irrealizzata, vuota, piena solo di sofferenze e malessere continuo ed io sono stanca di vivere. Non voglio cambiare psicoterapeuta perché lui mi comprende tanto ed è fondamentale per me la sua presenza ed il suo supporto … sono io ad essere incapace di reagire in modo diverso ed a superare tutto il mio vissuto in modo diverso, non ce la faccio proprio più e per questo la mia vita è finita per sempre…

        1. Author

          Gentile Melany,
          mi rincresce se nel mio commento le sia parso io stessi suggerendo di cambiare terapeuta. Proprio perchè non ho elementi nè la conosco, riflettevo in linea generale sul suo sembrare sconsolata dai molti anni di terapia e mi riallacciavo a questo per illustrare come la mancanza di speranza possa essere un sentore comune a chi ha avuto un’esperienza simile alla sua.
          Mi fa piacere invece apprendere che il suo percorso stia andando per il giusto corso. Non credo sia incapace, visto che è riuscita nell’impresa più ardua. Le auguro di trovare una via d’uscita.

          1. Grazie … anche se mi sento davvero al limite … e mi sento di non farcela ogni giorno di più. Ti compromettono per sempre certe vicende. Saluti.

  5. Buonasera, ho 16 anni, verso i 6/9 anni ho subito svariati abusi (non rapporti completi) da parte di 3 miei cugini dai 6 ai 15 anni più grandi, ricordo però pochissime scene di questi fatti che in realtà sono accaduti molte volte, per alcuni anni me ne ero anche dimenticata. Durante l’infanzia e nella prima adolescenza mi son sempre fatta mettere i piedi in testa, mi usavano, spesso mi mettevano le mani addosso e io ero convinta mi volessero bene. Sono attratta moltissimo già dall infanzia dal fatto di essere dominata durante il sesso, dall essere senza possibilità di scelta. Ho avuto un’anno di depressione diagnosticata durante il quale ho iniziato a non riuscire a gestire la rabbia, poi ho rischiato il coma etilico all età di 14 anni e gli amici di una vita mi hanno lasciata sola per strada la notte mentre piangevo gli gridavo aiuto senza essere in grado di camminare, l intero paese mi giudicava, mi sono sentita davvero uno schifo e ho tagliato i rappotti, ho iniziato a fumare canne e girare con gente nuova, ma non andavo a scuola e scappavo di casa, però ero felice e a me importava questo, poi a 15 anni un ragazzo di 19 penso mi abbia stuprata togliendomi la verginità (perché effettivamente io non mi sono difesa fisicamente e lui non ha usato la forza, però io avevo un panico che in viso mio non ho mai visto, e lo pregavo letteralmente di non farlo, dicevo di non volerlo e lui con inganni verbali l ha fatto ugualmente) ho avuto crisi più volte al giorno per più di 2 settimane, poi l ho rivisto è ignorando il mio timore siamo usciti ancora, mi sono resa conto di esserne attratta in modo assurdo.. anche tutt ora dopo più di un anno. dopo ciò ho avuto problemi con assistenti sociali e ho iniziato a fare uso di droghe.
    Ho estremamente bisogno di sapere se i problemi di depressione, aggressività, uso di sostanze e il gusto sessuale sono stati causati dagli abusi e dalla mancanza di autostima.. grazie

    1. Author

      Gentilissima,
      lei è molto giovane e sicuramente il suo disagio necessita un approfondimento in sede appropriata. Le suggerisco di chiedere aiuto, se ha un amico o un parente fidato (possibilmente adulto), che può indirizzarla ad ottenere tale supporto.
      Le sue esperienze traumatiche hanno probabilmente una parte importante nell’origine delle sue difficoltà, ma per comprendere bene e rispondere con precisione alla sua domanda è necessaria una conoscenza approfondita di lei e di tutta la sua storia. Spero possa riuscire a farsi aiutare come merita.

  6. gentile dottore, dai 13 ai 17/ 18 anni( non ricordo precisamente) ho subito abusi da un mio cugino, piu grande di me di 11 anni, ora che ne ho 36 capisco che erano abusi, ma all’epoca la vivevo come una relazione sentimentale. Vorrei gentilmente chiederle, facendole presente che almeno consciamente io non vivo nessun dolore, ripeto avendola percepita come una relazione credo di averla metabolizzata come una relazione finita, ma c’è un particolare io ad oggi non sono mai riuscita ad avere un rapporto sentimentale stabile, le chiedo se dovrei ricercare le cause proprio in questo aneddoto passato. grazie per la disponibilità

    1. Author

      Gentile Isia,
      non potendole dare alcuna risposta corretta, poichè in questa sede non ho gli elementi a disposizione per farlo, in linea del tutto generale sicuramente sarebbe utile approfondire il vissuto di questa sua esperienza. In tal senso sarebbe possibile indagare sul se e sul come eventualmente questa abbia inciso sulla sua capacità relazionale ed affettiva.

  7. Buongiorno,
    ho 35 anni e da un po’ di tempo a questa parte mi capita di sognare di avere degli incesti (prevalentemente con mia mamma) e a volte anche con le mie sorelle. Questi sogni mi turbano e mi rovinano le giornate, continuando a rimurginare su quello che posso aver subito da piccola. Io non ne ho ricordo effettivo, anche se ci sono stati degli episodi “dubbi”. Questo tipo di sogni, può dunque confermare quello che ho subito? O non è per forza collegato e sono solo delle mie paranoie?
    Grazie per una Sua risposta.
    Saluti.

    1. Author

      Gentile Ramona,
      certamente non è possibile basarsi su delle esperienze oniriche per stabilire o alimentare questi sospetti. Utile sarebbe invece soffermarsi a riflettere sul come mai vi siano questi dubbi e pensieri. La mente ci dà sempre dei segnali utili ed è importante saperli cogliere al meglio. Con questo intendo dire che sembra essere turbata e questo non va sottovalutato, ma non è detto che significhi che abbia subito degli abusi se fa dei sogni “a tema”.
      Lo leggerei come uno stato di preoccupazione che forse vale la pena approfondire.

  8. Come è possibile essere sicuri di avere subito un abuso sessuale da penetrazione infantile? O meglio: perché la mente ricorda le violenze fisiche (essere inseguiti per essere uccisi), quelle verbali (epiteti, insulti, svalutazioni maligne), quelle sessuali da tocco (palpaggio) e non la penetrazione?
    È questa la famosa dissociazione? Lo sconnettersi dell’ippocampo? Come può un soggetto credere di avere subito ciò (sulla base di contenuti parziali emersi in terapia, poi finita bruscamente a causa di quella che altri medici hanno definito un’ “analisi eccessiva”), visto che non ci sono memorie e tutti i famigliari negano? Possono gli indizi di tutta una vita essere abbastanza? È consigliabile riprendere un percorso terapeutico mirato o è meglio accettare che qualche giorno vi sia tempesta, dato che ho già fatto 10 anni di analisi e dopo ne ho passati 5 a cercare di riprendermi dal “troppo scavo della memoria che non c’è”?

    1. Author

      Gentilissimo,
      come si legge anche dagli altri commenti in merito alle memorie dissociate e rimosse a causa del trauma, ogni caso è a sé e necessita di una conoscenza e approfondimento specifico per poter dare una risposta. In linea generale, quando si parla di ricordi – che sono comunque negli abusi necessariamente filtrati dalla condizione traumatica nella quale sono stati registrati – il focus non è mai sul tentativo di recupero degli stessi (impresa poco utile, anche se si presenta sempre come la prima urgenza), ma sullo stato di squilibrio che essi hanno creato e creano ancora.
      Quando si è subito più di un abuso, i ricordi tendono a confondersi, ridursi od ampliarsi, si sfocano o appaiono più vividi; non sono mai l’esatta replica di quanto accaduto, ma piuttosto uno specchio di come sono stati vissuti e come tali devono essere trattati. Quello su cui mi soffermerei è il suo stato di allarme e angoscia, comunque legato ad una possibile mancata elaborazione del trauma dell’abuso, che andrebbe approfondito.

  9. buonasera, mi chiamo G. e all’età grossomodo di 10 anni fui abusato da un prete amico di famiglia…quando lo dissi a mia madre lei non volle credermi e ora che mia madre sta morendo la voglia di perdonarla mix all’odio che provo mi sta devastando, non sono mai riuscito ad avere una relazione duratura con una donna perchè dopo qualche mese mi sento soffocare all’idea di doverci convivere per tutta la vita e credo che di non potermi mai affidare a nessuna….la cosa mi sta facendo impazzire e mi devasta il senso di colpa che provo nel dovermi allontanare, vederle soffrire senza poter spiegare le ragioni… ora ho 32 anni e sono al limite, credo di non riuscire neanche piu a desiderare dei rapporti sessuali, voglio salvarmi, cosa devo fare?

    1. Author

      Gentile Gioshua,
      quello che posso dirle è sempre di rivolgersi ad un professionista. Mi sembra che ci siano molte cose da sistemare e anche la consapevolezza che sia necessario fare qualcosa. Questi ingredienti sono fondamentali per poter iniziare un percorso che la possa aiutare a superare l’accaduto e alleviarne le conseguenze.

  10. Salve, mi chiamo Luigi sono il fratello minore di un anno di un ragazzo di 38 anni che oggi ha confessato di essere stato violentato in diverse occasioni da più persone quando era al College all’età di 14 anni, da piccolo era il pupillo dei miei genitori poi ad un certo punto iniziò ad avere atteggiamenti diversi, iniziò a drogarsi e stato ricoverato in questi anni per ben tre volte “TSO” e poi psicofarmaci 3 psicoterapeuti,
    e circa 20 anni a rincorrerlo sia economicamente che fisicamente un vero e propio calvario che non auguro nemmeno al mio peggior nemico, io grazie allo sport e libri di psicologia ho affrontato questi eventi di mio fratello molto bene anche se non è stato per niente facile stargli accanto, ma vorrei arrivare al dunque, questa sua confessione mi fa pensare che sia la volta buona per una svolta in positivo però mi chiedo come è possibile che tre terapeuti non siano stati in grado di ipotizzare un possibile trauma del genere??? E poi una seconda domanda mi può consigliare qualche lettura per affrontare nel miglior dei modi questo evento, per essere più utile possibile a mio fratello come parente.
    Grazie

    1. Author

      Gentile Luigi,
      purtroppo in terapia possono certamente accadere delle negligenze da parte del professionista. Più spesso però se la persona non è pronta ad affrontare un problema, non è insolito che si conducano lavori in cui restano delle “macchie cieche” importanti, che compromettono quindi il giusto avanzamento del lavoro, perchè l’interessato cela l’accaduto. Dovrebbe poter intraprendere un percorso mirato e apertamente diretto su quel fronte traumatico.

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