Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

C'era una volta un bambino: L'adulto vittima di abuso sessuale nell'infanzia
Una lettura facile per meglio comprendere cosa accade all’adulto che è stato vittima di abuso sessuale nell’infanzia.

Quando si parla di “abuso sessuale infantile” ognuno di noi ha in mente una definizione precisa, dettata il più delle volte da esperienze indirette. Purtroppo in alcuni casi l’abuso sessuale entra direttamente nella vita di un individuo, impattando violentemente sul suo normale corso, lasciando dietro di sé delle ferite psicologiche che variano per gravità a seconda del tipo di abuso subito, l’età e la capacità di autocura di cui ogni mente umana dispone.

Partiamo da una definizione generale: intendiamo per abuso sessuale infantile qualsiasi attività che implica il coinvolgimento in attività sessuali di un minore da parte di un adulto.

Da notare bene, quando ci riferiamo ad attività sessuale, non parliamo necessariamente di un rapporto fisico diretto, ma di tutto ciò che ha a che vedere con la sfera della sessualità, se una delle due parti rifiuta o non è nella posizione di comprendere (o comprendere con un senso di maturità piena in caso di adolescenti) ciò che sta accadendo. Ad esempio, oltre alla violenza sessuale che implica una penetrazione, la costrizione al toccare o baciare; la visione non desiderata di nudità o atti sessuali del singolo adulto, di una coppia o più individui; riferimenti sessuali e argomentazioni oscene.

L’abuso sessuale infantile ha solitamente e comprensibilmente un elevato livello di gravità e rischio per la salute mentale di un individuo e la sua crescita. Una persona che è stata abusata in età infantile porta nel decorso evolutivo della sua mente le tracce di un evento traumatico che solitamente ne devia il normale sviluppo.

Possiamo dire in linea generale che il livello di gravità segue tre dimensioni fondamentali:

  • il tipo di abuso subito e la sua durata – ovvero, se si è trattato di veri e propri rapporti fisici, toccamenti o esposizioni visive o racconti e provocazioni e quanto a lungo;
  • l’età e le risorse individuali del bambino – ovvero, in quale fase dello sviluppo il trauma lascerà traccia e di quali risorse dispone;
  • l’identità dell’abusatore – più la parentela è prossima alla vittima, peggiori saranno le conseguenze del trauma subito.

Per intenderci, potremmo dire che un abuso sessuale subito da parte di un genitore ad un bambino in età pre-puberale (8-11 anni circa) che si protrae nel tempo, con un coinvolgimento fisico totale, con ogni probabilità si rivelerà un’esperienza tra le più distruttive per la salute psichica.

Naturalmente essendo queste tre dimensioni molto variabili, fare previsioni nei singoli casi è molto complesso e, proprio per le capacità e risorse individuali, situazioni che potrebbero far pensare a conseguenze peggiori potrebbero rivelarsi meno gravi di altre da cui ci si aspetterebbe al contrario quadri meno compromessi.

A fronte di ciò ricordiamo che trattandosi di abuso sessuale infantile, stiamo facendo distinzioni all’interno di una situazione che presenta comunque, in qualsiasi forma avvenga, una potenzialità traumatica di livello elevatissimo, che si parli di un episodio con coinvolgimento minimo, ad uno massimo.

Le conseguenze psicologiche di un abuso sessuale possono toccare differenti aree: l’autostima, lo sviluppo della sessualità, le capacità relazionali.

Solitamente un bambino reagisce all’abuso innescando meccanismi di difesa basici, quali rimozione e dissociazione – la mente cerca in questo modo di sganciarsi dal ricordo traumatico insostenibile creando una barriera tra ciò che è accaduto e le implicazioni emotive o cancellando letteralmente l’episodio dalla memoria. E’ stato rilevato come il minore affronti una situazione molto simile a quella degli adulti che, dopo aver subito un trauma, sviluppano un disturbo post-traumatico da stress.
Il senso di colpa si riversa su di sé ed è tanto più intenso, quanto l’ambiente circostante ignora o copre l’episodio, e di contro, si sviluppa un profondo senso di sfiducia e paura nei confronti degli altri.

Un adulto che è stato abusato deve scontrarsi con queste credenze sviluppate e consolidate dal bambino che era un tempo. Tenderà a seconda dei casi, ad essere altamente aggressivo, ad incolparsi ferocemente, avrà una bassa autostima, tenderà a deprimersi o ad oscillare molto tra stati emotivi. È prevedibile che abbia difficoltà a regolare gli impulsi e problematiche ad inquadrare e sviluppare una corretta identità sessuale ed una vita sessuale soddisfacente.

Tra le patologie che possibilmente si sviluppano troviamo il disturbo borderline di personalità, la depressione, disturbi alimentari e dipendenze, proprio in conseguenza all’incapacità di regolarsi e al costante bisogno di “tenere il controllo” su una situazione che si percepisce in pericolo costante.

Ad oggi la psicoterapia è uno strumento di elezione per trattare e curare storie e conseguenze degli abusi. Ovviamente, parlando di età adulta, si dovranno affrontare gli effetti di schemi disfunzionali consolidati nel tempo. Si può dire che il trauma dell’abuso innesca una serie di meccanismi di difesa estremi della mente che portano purtroppo, seppure con lo scopo di proteggere la persona da un crollo, alla formazione di sistemi difettosi e patologie che probabilmente non sarebbero comparsi altrimenti.

In quest’ottica, abbiamo personalmente usato l’esperienza nata da un lavoro costante sul campo in questo ambito per sviluppare un metodo mirato, la cui filosofia di base è mantenere al centro la narrazione della persona, integrando tecniche e conoscenze in campo psicotraumatologico sempre più innovative: l’Emdr; la Psicoterapia Sensomotoria; la terapia dell’Esposizione Narrativa, ne sono alcuni esempi.

Tutto ciò all’interno del percorso di psicoterapia, per fornire a chi ne fa richiesta un’esperienza che garantisca una totale e complessa strategia di intervento il più possibile risolutiva, nel rispetto della natura articolata del trauma, la cui cura non può ridursi alla sola rimozione dei sintomi da esso generati (per saperne di più, vedi: Alicanto – Centro Cura del Trauma Psicologico).

Se volete approfondire il tema in modo dettagliato e avere risposte più complete potete acquistare il libro in versione cartacea oppure ebook (gratis con abbonamento KindleUnlimited) cliccando sul titolo: C’era una volta un bambino: L’adulto vittima di abuso sessuale nell’infanzia

NB. Vorrei estendere un ringraziamento particolare a tutti coloro che con coraggio stanno commentando l’articolo, facendo domande o semplicemente condividendo il dolore e il disagio delle loro esperienze di abuso vissute in età infantile.
[E’ possibile che parti dei commenti con contenuti marcatamente espliciti vengano tagliati per il contesto nel quale sono pubblicati.]

Vorrei altresì specificare che purtroppo NON E’ POSSIBILE FARE CONSULENZE VIA EMAIL O TELEFONICHE.

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1.081 commenti

  1. Ho 28 anni, quando ne avevo 9 ho subito abusi da parte di mio fratello di 13 anni. Mi diceva che ere un gioco normale tra fratello e sorella e per un anno intero ho avuto rapporti completi con lui anche più volte al giorno. Non l’ho mai rimosso dalla memoria ma ho sempre fatto finta di niente..ho represso talmente la rabbia da non provarne quasi più. L’anno scorso l’ho detto a mia madre che non mi ha creduto, questo ha scatenato in me una forte depressione e il calo totale della mia autostima.

    1. Author

      Gentile Adele,
      la sua storia è comune ad altre, dove è presente il costante impegno a rimuovere, negare e cercare di “non pensare” a quanto accaduto in passato e, di contro, a tentativi di comunicarne il dolore ad altri (tentativi che falliscono però nell’obiettivo di venire accolti). Tutto ciò contribuisce ad alimentare un circuito dannoso che la blocca dentro il ricordo con un grande senso di impotenza e la fa sentire rifiutata, quando gli altri negano questo dramma. Provi a parlarne con qualcuno di esterno, una persona fidata o meglio un professionista. E’ importante che riesca ad uscire da questo circolo vizioso e trovare un “alleato” che possa vivere e testimoniare la presenza di quanto ha vissuto.

  2. Salve, scrivo non per me ma per un mio amico. Ha 27 anni e anni fa mi ha confessato di essere stato violentato da un ragazzo più grande amico di famiglia per anni. All’epoca del primo abuso lui dovrebbe aver avuto all’incirca 5 anni. Da quel momento, ogni tanto durante la notte mi telefona ubriaco dicendo che non riesce ad andare avanti, vive sempre con quel ricordo, che prova ad essere una persona normale ma non ci riesce, che vorrebbe solo stare bene ma sa che quello che gli è successo è colpa sua. Mi ha anche detto di essere molto arrabbiato con i suoi genitori perché non si sono mai accorti che è vent’anni che sta male. Sono molto preoccupata che possa farsi del male, spesso fa allusioni al suicidio. Il giorno dopo queste chiamate strazianti sminuisce tutto dando la colpa all’alcool. Non so a chi rivolgermi perché lui non vuole farsi aiutare da uno specialista, non intende denunciare ed essendo maggiorenne nessuno può rispondere per lui credo. Come posso aiutarlo?

    1. Author

      Gentile Valentina,
      certamente il suo amico sembra in seria difficoltà. Purtroppo lei fa già molto nell’ascoltarlo, ma sarebbe opportuno far intervenire un professionista per potergli offrire l’aiuto di cui sembra avere bisogno. Tenga presente che, giustamente, lei non ha gli strumenti per intervenire in una situazione del genere, che è delicata e complessa. Non si senta dunque eccessivamente in colpa, poichè in una situazione simile, oltre a dare un sostegno nella presenza e disponibilità, non è possibile fare molto altro.

  3. Salve, attualmente ho 19 anni, quasi venti.
    Ho subito degli abusi con rapporti completi da parte mio fratello, che al tempo ne aveva 14, quando ero molto piccolo, sui tre, quattro anni. Ricordo bene alcuni episodi, ma non rammento se ve ne siano di altri, o di altro tipo. La cosa è rimasta celata(?), non lo so sinceramente. Ricordo che da quel momento mi sono interessato al sesso. Ho incominciato a lanciarmi da qualsiasi posto che fosse alto, di pancia…per poi cadere e sbattere a terra, non ricordo se provassi dolore. Fatto sta che questo a portato a ferirmi internamente tale da dovermi operare… ciò che mi spaventa è il pensiero che possa essere stato un episodio di autolesionismo o che qualcuno mi abbia colpito così forte da recare quell’emorragia interna. Nessuna sa cosa sia successo….e questo dice è uno dei tanti silenzi che mi hanno portato a sentire diffidenza nei confronti di tutti. Problemi di autostima per la cicatrice lunga dieci cm…poi episodi di razzismo in prima elementare e in prima media. Da piccolo avevo sintomi riconducibili a paranoia. Sentivo urla, voci, incubi nella notte, ombre dietro le porte, ombre nei mucchi di vestiti…paralisi notturne…mia madre lavorava tutto il giorno e rimanevo in casa il pomeriggio da solo, piangendo e sentendo rumori dappertutto. Spostavo i mobili mettendoli a mo’ di fortino per nascondermi, o sotto il tavolo tra le sedie…e se mia madre non arrivava la sera, la paura era troppa è scoppiato a piangere. Ho represso così tanto la rabbia da non riuscire a provarla ora. Ho avuto periodi di depressione fin da piccolo. Durante questo anno ne ho avuto un altro. Gli incubi e le cose insonne sono sparite, ma si sono presentati crisi emotive, momenti in qui perdo la cognizione del mondo e mi ritrovo in un mio mondo…la paura è che possa rimanervi bloccato..perdona la lunghezza del commento ma le altre storie e l’articolo mi hanno dato coraggio.

    1. Author

      Gentile Edoardo,
      lei è molto giovane e la storia che con coraggio racconta è molto dura. Le consiglio, se permette, di provare a trovare uno spazio adeguato per parlare di quanto accaduto e sistemare alcune situazioni che sembrano recarle molto disagio. Il trauma da lei vissuto è stato intenso e sarebbe molto positivo provare a lavorare su di esso per lenire le ferite che reca.

  4. Salve, mi passa tra i pensieri una scena orrenda, non trovavo mio fratello più piccolo , io avevo 6/7 anni lui 5/6, lo trovai in un campo che piangeva, ricordo solo che mi infuriai ed una ragazzo più grande teneva lui ed uno me, mi guardava piangendo terrorizzato, forse ha avuto successivamente delle emorroidi, si chiudeva in camera correndo e faceva strani versi come se giocasse, attribbuimmo tutto alja sua omosessualità, altro non ricordo dell accaduto soltanto che ci prendevano in giro si frasi come fai l amore con me ecc… Credevo fosse un brutto sogno, ma lo ricordo troppo reale, e mi ha danneggiato parecchio la psiche ed il rapporto con mio fratello, date le sue reazioni e possibile sia successo qualcosa? Come faccio a capite se lo ricorda? Faccio bene a parlargliene, adesso io ho 30 anni e lui 29

    1. Author

      Gentile Giovanna,
      purtroppo non è possibile stabilire se sia o meno accaduto qualcosa, non solo in questa sede chiaramente, ma anche, dato che il protagonista non è lei, in generale. Per quanto la riguarda, come spesso scrivo, bisognerebbe approfondire in che modo questo avvenimento – se immaginato o reale non è prioritario – abbia influenzato lei personalmente, visto che scrive di esserne stata profondamente colpita.
      Per suo fratello, non posso dirle io cosa fare o se chiedere. Certamente sono argomenti delicati, soprattutto per chi li ha vissuti e bisognerebbe sempre pensare bene, se si decide di farlo, alle conseguenze che una domanda simile potrebbe recare alla persona interessata. Quando si mette a contatto una persona che ha subito un trauma con il trauma stesso, sarebbe sempre importante sapere cosa si sta facendo, perchè le conseguenze potrebbero portare ad una ritraumatizzazione.

  5. salve, avrei un dubbio, un bacio dato a un minore con intenzioni sessuali, seppur sia solo un bacio, può definirsi abuso?

    1. Author

      Gentile Jennifer,
      come specificato nell’articolo, un abuso ha a che fare con qualsiasi azione di natura sessuale o erotica esercitata da un adulto su un minore.

  6. Salve, ho 18 anni, quando avevo tra i 9/13 anni mio nonno faceva commenti illusori sul nostro “rapporto”, ad esempio una volta abbiamo dormito insieme e io innocentemente gli avevo preso la mano, qualche giorno dopo commentò l’avvenuto come se io l’avessi fatto per ragioni legate alla sfera sessuale; inoltre spesso mi baciava in bocca provando ad uscire la lingua, e una volta mi toccò per pochi secondi sotto le mutande, ormai è morto di cancro e mi chiedo se questi comportamenti fossero legati alla sua malattia.
    Comunque adesso ho diversi problemi, quali una bassissima autostima, autolesionismo e probabilmente depressione, ma non sono mai andata da uno psicologo ne ne ho mai parlato con nessuno, inoltre mi capita di abusare di sostanze quali alcol e cannabis arrivando ad essere molto promiscua per poi pentirmene e sentirmi non amata, riducendomi a un oggetto.
    Inoltre non riesco a capire le emozioni, come se le sentissi ma senza capirne il senso, una sorta di forte cinismo verso i sentimenti.
    Vorrei capire se in tutto ciò abbia potuto influire mio nonno, perchè seppur sia cosciente che non aveva comportamenti normali, erano comunque molestie “leggere”, quando penso ad esse come abusi mi sento in colpa, come se fossi io la cattiva che prova a fare la vittima su una cosa stupida o metto in dubbio di aver percepito troppo pesantemente atteggiamenti innocenti. (Scusi il commento chilometrico)

    1. Author

      Gentile Francesca,
      nel campo dell’abuso su un minore non possiamo mai riferirci alle molestie come leggere – anche se non si sono ripetute nel tempo o sono state poco invasive. Ogni azione in questo senso, persino la più impercettibile, può avere delle conseguenze, anche importanti.
      Non conosco la sua storia e non mi è possibile collegare i disturbi che racconta alla loro origine in questa sede. Consiglierei certamente un approfondimento, perchè le sue problematiche suggeriscono la presenza di difficoltà la cui storia andrebbe valutata con attenzione.

  7. Buongiorno la mia ragazza ha subito violenze per 4 anni dai 8 ai 12 circa dal padre di suo fratello violenze con rapporti completi, io di tutto questo mi chiedo se è normale che quando sta male che ripensa all’accaduto non la sua mente ma il suo corpo si ecciti

    1. Author

      Gentile Valentino,
      quando si subisce un abuso le memorie traumatiche che restano impresse sono differenti e tra di esse è frequente che proprio il corpo registri delle sensazioni specifiche, che poi rivive in momenti disparati. I bambini non sono asessuati e sviluppano capacità di risposta corporea di tipo erotico se vengono stimolati. Non è un piacere accostabile alla maturità sessuale, ma è del tutto normale e parte dello sviluppo di un individuo. Quindi spesso nelle esperienze di abuso sessuale il corpo può avere delle reazioni positive a certi stimoli, senza che questo possa significare che il bambino è partecipe o consenziente. Quando si richiama alla mente il ricordo queste memorie del corpo si attivano come se ricordassero anche loro cosa hanno provato. Possiamo avere senso di nausea, dolore ai genitali o, per i motivi sopra elencati, sensazioni positive, come una sensibilità accesa (come nel caso della sua ragazza).

  8. Salve, io non ricordo l’episodio (o gli episodi) in senso stretto, salvo una fulminea immagine cui io stessa non riesco a dare del tutto credito. Ma il dolore della mia infanzia sta emergendo tutto adesso che ho 35 anni, così come tutte le ferite che ne sono seguite. Ricordo la mia sensazione di vergogna colpa e paura, ricordo di non capire. Ricordo il mio volermi ritirare a soli 4 5 anni nella mia stanza e al tempo stesso il terrore della solitudine. Ricordo la tristezza di non essere compresa da chi avrebbe dovuto e una profonda sensazione di abbandono. Ricordo un improvviso rifiuto del cibo. Ricordo di aver disegnato scene sessuali e di aver nascosto il foglio. Ricordo di aver scritto un biglietto a mio padre in cui gli chiedevo perché non mi volessero bene. Ricordo distintamente episodi di encopresi. Ricordo di aver tentato senza successo di dirlo a mia madre. Ricordo una paura del buio invalidante fino a tutta l’adolescenza. Eppure la mia è quella che si definirebbe una famiglia funzionale e normale. Dato che non riesco a richiamare alla memoria il fatto è possibile che in realtà non sia mai successo nulla?

    1. Author

      Gentile Alex,
      non posso dirle di se è accaduto o meno qualcosa e di fatto potrebbero essere vere sia l’una che l’altra ipotesi.
      Posso invece dirle con più precisione che, quando nella mente emergono dei dubbi di questo tipo, è sempre bene approfondire, poichè vi è in ogni caso un messaggio che vale pena individuare. Ogni input, che porti o meno ad una rivelazione traumatica, deve essere preso in considerazione per capire che tipo di disagio cela e risolverlo per il proprio benessere.

  9. Salve, ho 39 anni e volevo chiedervi se i miei problemi di dipendenza affettiva e ricerca di precise emozioni sono legati al tipo di abuso che ho subito da ragazzina. Credo che tutto sia successo dai 5 ai 9/10 anni… mio padre vedeva film pornografici e leggeva giornaletti pornografici lasciandoli liberamente in casa. I miei avevano rapporti sessuali rumorosi a pochi metri dalle nostre stanze e non si sono mai preoccupati di garantirci riservatezza.
    Ho ricordi sbiaditi e confusi ma ricordo la sensazione di vergogna e di sporco anche perche poi mia madre è una bacchettona di prima categoria e tutto questo per me non ha senso.
    Ho un marito molto amorevole e premuroso che non amo, che ho usato letteralmente per fuggire da casa mia (l’ambiente non è mai stato brutto o insopportabile, ma io volevo solo scappare). Il sesso con mio marito (sono sposata da 15 anni) è pessimo.. ma nel frattempo sono caduta nella rete di un narcisista che mi ha letteralmente rubato 2 anni della mia vita. Ho sviluppato una dipendenza affettiva incredibile e ho avuto con lui rapporti sessuali estremamente soddisfacenti e anche disinibiti (io odio ad esempio i rapporti orali verso il partner, avevo nausea del membro maschile e con lui invece ho avuto una reazione opposta)…
    Vorrei capire cosa mi sia successo. Io ho finalmente lasciato quest’uomo, anche se mi manca, ma ho capito che davvero mi stava succhiando vitalità e tirava fuori il peggio di me.. e poi mi ha fatto diventare una pessima persona. Tradire spudoratamente mio marito mi faceva male.
    Sono una donna intelligente e faccio psicoterapia da diversi anni, ma la parte della mia infanzia l’ho sempre tenuta nascosta.
    A volte ho qualche dubbio che gli abusi siano stati peggiori di quel che ricordo… ho pura indifferenza verso i miei genitori. Mi sento sradicata.

    1. Author

      Gentile Maria,
      non posso rispondere per il suo caso perchè non la conosco, ma in linea generale, essendo noi stessi il risultato delle nostre esperienze, è fondamentale comprendere che anche la nostra infanzia necessita di essere approfondita per capire dove si nascondono i nodi problematici che viviamo quotidianamente. Spesso in terapia sentiamo persone dire “io non voglio parlare dei miei genitori, ma solo dei miei problemi oggi”. Il fatto è che non ci interessa “parlare dei genitori”, ma di capire qual è la storia, perchè è dal passato che ricostruiamo i problemi che nel presente creano sintomi e disagi nelle persone. Senza questa parte, il lavoro terapeutico è superficiale, se non del tutto inutile.
      Le suggerisco di non tenere “nascosta” questa parte della sua storia, ma di portarla in terapia, poichè non solo è controproducente, ma significa non stare fornendo gli strumenti necessari ad aiutarla.

      1. In realtà credo di aver dirottato spesso le mie sedute un po’ per la vergogna che provo e la difficoltà che ho nell’esporre queste vicende. Sembrerà assurdo, ma il narcisista, con la sua capacità di scavare nella mia coscienza, ha tirato fuori tutte queste “faccende sepolte”. Col tranello della fiducia ha riesumato ogni cadavere della mia vita. Non mi ha mai rinfacciato nulla, ma spese volte ha usato la “deviazione sessuale” come offesa nei miei confronti.
        Aldilà del macello che ha seminato quest’uomo, io sento di dovermi occupare di me stessa ma so perfettamente che la soluzione non è nel mio matrimonio. So che non è tempo di decisioni, ma sto accumulando disordine nella mia testa, dissonanza cognitiva e paura di essere davvero un po’ deviata.
        È come se adesso non avessi voglia di scoprire quella che sono. Ho impiegato oltre un anno a liberarmi dal narcisista che mi ha letteralmente annientata. Cambiata.
        Perchè non riesco ad apprezzare l’amore incondizionato di mio marito? Perché mi boicotto continuamente? Vorrei aver avuto supporto emotivo nelle mie scelte e nella mia crescita e invece ho fatto a botte con tutti per sopravvivere… senza nemmeno realizzarmi come volevo.

        1. Author

          Gentile Maria,
          certamente l’incontro con una persona narcisista può lasciare la mente indebolita. La cosa buona è che ci si può riappropriare delle sicurezze perdute, col tempo. Naturalmente alcuni incontri della vita si allacciano anche inconsapevolmente a vecchie dinamiche, aprendo delle porte che si pensava chiuse oppure di cui si ignorava persino l’esistenza. Forse in questo rapporto si sono riaccesi anche dei collegamenti con qualcosa di più antico che vale la pena esplorare. La vergogna fa parte del problema, quindi provi a vincerla, almeno in terapia dove si dovrebbe sentire al sicuro, e a parlare di questi dubbi e riflessioni col suo terapeuta.

  10. Salve, ho 19 anni e sono stata abusata da mia sorella di 5 anni più grande, quando ne avevo all’incirca 6/7 (in realtà non ricordo gli anni precisi ma do per scontato che mia sorella ne avesse avuti almeno 11/12). Ricordo che è successo più volte, io inconsciamente lo chiamavo “il gioco della coperta”, solo successivamente ho capito realmente cosa stava accadendo. È un ricordo che ho impresso nella mente da quando è accaduto. Dopo aver letto questo articolo riesco a spiegarmi l’allontanamento affettivo nei confronti dei miei familiari. Ricordo che per anni il solo pensiero di bere dal loro stesso bicchiere mi disgustava. Confermo di aver sviluppato il disturbo di personalità, la depressione e la dipendenza.

    1. Author

      Gentile Chiara,
      ringrazio sempre queste preziose testimonianze e sono lieta che questo articolo possa averla aiuta a chiarire qualcosa della sua storia.
      Le auguro il meglio.

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