Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

C'era una volta un bambino: L'adulto vittima di abuso sessuale nell'infanzia
Una lettura facile per meglio comprendere cosa accade all’adulto che è stato vittima di abuso sessuale nell’infanzia.

Quando si parla di “abuso sessuale infantile” ognuno di noi ha in mente una definizione precisa, dettata il più delle volte da esperienze indirette. Purtroppo in alcuni casi l’abuso sessuale entra direttamente nella vita di un individuo, impattando violentemente sul suo normale corso, lasciando dietro di sé delle ferite psicologiche che variano per gravità a seconda del tipo di abuso subito, l’età e la capacità di autocura di cui ogni mente umana dispone.

Partiamo da una definizione generale: intendiamo per abuso sessuale infantile qualsiasi attività che implica il coinvolgimento in attività sessuali di un minore da parte di un adulto.

Da notare bene, quando ci riferiamo ad attività sessuale, non parliamo necessariamente di un rapporto fisico diretto, ma di tutto ciò che ha a che vedere con la sfera della sessualità, se una delle due parti rifiuta o non è nella posizione di comprendere (o comprendere con un senso di maturità piena in caso di adolescenti) ciò che sta accadendo. Ad esempio, oltre alla violenza sessuale che implica una penetrazione, la costrizione al toccare o baciare; la visione non desiderata di nudità o atti sessuali del singolo adulto, di una coppia o più individui; riferimenti sessuali e argomentazioni oscene.

L’abuso sessuale infantile ha solitamente e comprensibilmente un elevato livello di gravità e rischio per la salute mentale di un individuo e la sua crescita. Una persona che è stata abusata in età infantile porta nel decorso evolutivo della sua mente le tracce di un evento traumatico che solitamente ne devia il normale sviluppo.

Possiamo dire in linea generale che il livello di gravità segue tre dimensioni fondamentali:

  • il tipo di abuso subito e la sua durata – ovvero, se si è trattato di veri e propri rapporti fisici, toccamenti o esposizioni visive o racconti e provocazioni e quanto a lungo;
  • l’età e le risorse individuali del bambino – ovvero, in quale fase dello sviluppo il trauma lascerà traccia e di quali risorse dispone;
  • l’identità dell’abusatore – più la parentela è prossima alla vittima, peggiori saranno le conseguenze del trauma subito.

Per intenderci, potremmo dire che un abuso sessuale subito da parte di un genitore ad un bambino in età pre-puberale (8-11 anni circa) che si protrae nel tempo, con un coinvolgimento fisico totale, con ogni probabilità si rivelerà un’esperienza tra le più distruttive per la salute psichica.

Naturalmente essendo queste tre dimensioni molto variabili, fare previsioni nei singoli casi è molto complesso e, proprio per le capacità e risorse individuali, situazioni che potrebbero far pensare a conseguenze peggiori potrebbero rivelarsi meno gravi di altre da cui ci si aspetterebbe al contrario quadri meno compromessi.

A fronte di ciò ricordiamo che trattandosi di abuso sessuale infantile, stiamo facendo distinzioni all’interno di una situazione che presenta comunque, in qualsiasi forma avvenga, una potenzialità traumatica di livello elevatissimo, che si parli di un episodio con coinvolgimento minimo, ad uno massimo.

Le conseguenze psicologiche di un abuso sessuale possono toccare differenti aree: l’autostima, lo sviluppo della sessualità, le capacità relazionali.

Solitamente un bambino reagisce all’abuso innescando meccanismi di difesa basici, quali rimozione e dissociazione – la mente cerca in questo modo di sganciarsi dal ricordo traumatico insostenibile creando una barriera tra ciò che è accaduto e le implicazioni emotive o cancellando letteralmente l’episodio dalla memoria. E’ stato rilevato come il minore affronti una situazione molto simile a quella degli adulti che, dopo aver subito un trauma, sviluppano un disturbo post-traumatico da stress.
Il senso di colpa si riversa su di sé ed è tanto più intenso, quanto l’ambiente circostante ignora o copre l’episodio, e di contro, si sviluppa un profondo senso di sfiducia e paura nei confronti degli altri.

Un adulto che è stato abusato deve scontrarsi con queste credenze sviluppate e consolidate dal bambino che era un tempo. Tenderà a seconda dei casi, ad essere altamente aggressivo, ad incolparsi ferocemente, avrà una bassa autostima, tenderà a deprimersi o ad oscillare molto tra stati emotivi. È prevedibile che abbia difficoltà a regolare gli impulsi e problematiche ad inquadrare e sviluppare una corretta identità sessuale ed una vita sessuale soddisfacente.

Tra le patologie che possibilmente si sviluppano troviamo il disturbo borderline di personalità, la depressione, disturbi alimentari e dipendenze, proprio in conseguenza all’incapacità di regolarsi e al costante bisogno di “tenere il controllo” su una situazione che si percepisce in pericolo costante.

Ad oggi la psicoterapia è uno strumento di elezione per trattare e curare storie e conseguenze degli abusi. Ovviamente, parlando di età adulta, si dovranno affrontare gli effetti di schemi disfunzionali consolidati nel tempo. Si può dire che il trauma dell’abuso innesca una serie di meccanismi di difesa estremi della mente che portano purtroppo, seppure con lo scopo di proteggere la persona da un crollo, alla formazione di sistemi difettosi e patologie che probabilmente non sarebbero comparsi altrimenti.

In quest’ottica, abbiamo personalmente usato l’esperienza nata da un lavoro costante sul campo in questo ambito per sviluppare un metodo mirato, la cui filosofia di base è mantenere al centro la narrazione della persona, integrando tecniche e conoscenze in campo psicotraumatologico sempre più innovative: l’Emdr; la Psicoterapia Sensomotoria; la terapia dell’Esposizione Narrativa, ne sono alcuni esempi.

Tutto ciò all’interno del percorso di psicoterapia, per fornire a chi ne fa richiesta un’esperienza che garantisca una totale e complessa strategia di intervento il più possibile risolutiva, nel rispetto della natura articolata del trauma, la cui cura non può ridursi alla sola rimozione dei sintomi da esso generati (per saperne di più, vedi: Alicanto – Centro Cura del Trauma Psicologico).

Se volete approfondire il tema in modo dettagliato e avere risposte più complete potete acquistare il libro in versione cartacea oppure ebook (gratis con abbonamento KindleUnlimited) cliccando sul titolo: C’era una volta un bambino: L’adulto vittima di abuso sessuale nell’infanzia

NB. Vorrei estendere un ringraziamento particolare a tutti coloro che con coraggio stanno commentando l’articolo, facendo domande o semplicemente condividendo il dolore e il disagio delle loro esperienze di abuso vissute in età infantile.
[E’ possibile che parti dei commenti con contenuti marcatamente espliciti vengano tagliati per il contesto nel quale sono pubblicati.]

Vorrei altresì specificare che purtroppo NON E’ POSSIBILE FARE CONSULENZE VIA EMAIL O TELEFONICHE.

Usate questo spazio qualora vogliate un commento da parte mia.

1.081 commenti

  1. Un saluto a tutti voi.
    Brevemente . All’età di circa 7.8 anni sono stata fatta di attenzioni sessuali da parte di mio fratello. Maggiore a me. Non ricordo esattamente cosa mi abbia fatto è fin dove si possa essere spinto… Ho ricordi nitidi per alcune cose… mentre altre no…

  2. Ho 42 anni all’età di 5 anni ho subito per almeno 1 anno molestie da mio fratello più grende di 10 anni. La mia vita non è stata affatto facile anzi una bassissima autostima, che mi ha portato a fare strafalcioni nella vita lavorativa e affettiva, si sono stato autodistruttivo ho icolpato incosciamanete la mia famiglia di tutto il male che ho subito nel corso degli anni. alle violenze fisiche da bambino sono proseguite le violenze pisicologiche con la mia famiglia (buonoa nulla etc.). Ho completamente rimosso cosa mi è successo tra i 5 e i 6 anni. Psicologi psichiatrici ne ho frequentati nel tempo con scarsi risultati ora sono a un bivio, rinasco o trovano loro il modo di “sistemarmi”. Son stanco di non aver amore perchè questo chiede la mia anima. qualcuno può ascoltami!

    1. Author

      Gentile Giuseppe,
      purtroppo nessuno può “sistemare” le persone, neppure un professionista della salute mentale. Il nostro compito è quello di accompagnare con degli strumenti utili le persone in un percorso che possa dare loro la possibilità di elaborare e superare le problematiche che presentano. La motivazione e la volontà al cambiamento dipendono dalla persona che fa richiesta di aiuto. Sono certa che vi sia la disponibilità all’ascolto e spero possa trovare qualcuno in grado di darle questa opportunità.

  3. Ho 40 anni. Quando avevo circa 7/8 anni, il padre di mio padre, ha abusato di me. Mi ha toccato e si è fatto toccare. Dopo alcuni giorni l’ho raccontato a mia madre che ha detto che sicuramente avevo capito male e che nonno mi voleva bene. È iniziato il mio devastante percorso. Aggressività, pessimo rapporto con mamma, bulimia, ancora oggi, scelte sbagliate. Sono esausta. Non so difendermi quando vengo attaccata, tanto da diventare una vittima. Non sono chi chiedere aiuto. Ho un marito che non ho mai amato, che non volevo perché non mi piaceva così, ma pensavo che non potevo desiderare di meglio e che oggi non mi apprezza per niente. Non so a chi chiedere aiuto per poter uscire da questa situazione soffocante.

    1. Author

      Gentile Anna Maria,
      provi a cercare un sostegno di un professionista, se possibile che si occupi in modo specifico di abusi e traumi. La sua storia e ciò che prova fanno parte di questo tipo di esperienze e con l’adeguata cura è possibile dare un sollievo a queste angosce e una soluzione alle problematiche che hanno portato con sè.

  4. Salve ho 21 anni sto scrivendo per raccontare la mia storia che iniziò quando avevo solo 9 anni ero un bambino vivace e solare fino quando sono stato abusato sessualmente (rapporto completo) ero ai parco giochi c’erano dei ragazzi di 10 11 anni ed c’era anche lui aveva 16 anni era gentile e simpatico dopo la partita lui decise di fare il bagno nella mia zona c’era un lago siamo andati li gli altri ragazzi se ne andarono dopo 30 minuti erano andati ero rimasto solo con lui A iniziato a abusare completamente di me ero consapevole che non mi avrebbe sentito nessuno per diversi minuti li lasciai il mio corpo guardavo da un altra parte era passato 17 giorni uscivo solo per andare ho al supermercato qui vicino ho da mio cugino in breve evitato posti come parco giochi ecc.
    Un giorno lo visto con un gruppo diverso dal mio ed decisi di seguirli andavano nello stesso posto c’era una bimba 7 anni che conosco usava la stessa strategia io saprvo come sarebbe andata ed non ho fatto nulla ero terrorizzto ed sono scappato a 17 anni ho rivista la bambina che non era più una bambina gli avevo raccontato tutto lei Negava quello che era successo e gli dissi mi sarei sacrificato al posto tuo lei non disse nulla quel silenzio mi aveva dato la conferma mi abbraccio e mi disse stammi bene non lo più rivista e lui non lo rivisto da quell giorno ho avuto forti sensi di colpa non avevo appetito rabbia molta però con il tempo si e placsto tutto questo il mio problema e che non mi interessa il sesso ho provato tante volte e com’è se ho il cervello spento questo e il mio lato oscuro lo detto solo al mio migliore amico pochi giorni fa spero che mi risponda qualcuno

    1. Author

      Gentilissimo,
      la sua storia è molto forte e dolorosa. Spero possa avere la forza di chiedere un aiuto per affrontare quanto raccontato e provare a risolvere le ferite che questo episodio porta con se nella sua vita.

      1. Grazi e lo spero anch’io il fatto e che ultimamente non sto tanto bene non ho più memoria nel senso non Riccardo nulla dai 9 in sotto l altro ieri ho avuto un forte flash Back e mi sono ricordato una cosa brutta successa ad un amico di famiglia mamma mi ci portò spesso il padre usciva per 30 40 minuti e lasciò sempre la porta semi aperta per far entrare il vicino per darci un occhiata era entrato in camera sua ricordo la dua voce terrorizzata lui non mi aveva visto ero in salone ero entrato in camera e lui mi vede e scappo il mio amico mi diceva che così fa sempre mi tocca e mi mostro con il dito ricordo che era successo a 7 anni a 8 anni iniziò a masturbarsi e mi voleva far vedere anche a me io non volevo e così ho smesso di essere suo amico adesso dopo tutto questo sono tornati i sensi di colpa perche potevo dirlo a qualcuno ai genitori non loso però non ho fatto nulla per aiutarlo avrei solo voluto essere un bambino normale il mio vero obiettivo avere una famiglia essere padre tutto qui. Scusa se le faccio perdere tempo

        1. Author

          Gentilissimo,
          posso solo rinnovarle l’invito a provare a chiedere aiuto per questa storia così da potersi alleggerire e ritrovare serenità nel presente.

  5. Buongiorno, fin da piccola mio padre ha sempre avuto nei miei confronti atteggiamenti ambigui, mi faceva guardare pezzi di film porno, si mostrava nudo, allungava troppo le mani, mi raccontava stralci delle sue relazioni sessuali è una volta mi ha portato a far finta di adescare una prostituta (io 8-9 anni nascosta sotto una coperta in macchina). Ho forti dubbi che sia successo di più ma non ho ricordi. Dalla adolescenza cibo a pochi anni fa mi trovavo a desiderare sessualmente mio padre è questo mi creava un grandissimo senso di colpa.Oggi a 36 anni vivo una sessualità a tratti piena di rabbia. Essere toccata mi scatena rabbia che reprimo per non dispiacere al mio compagno. Sono un vulcano sempre pronta ad esplodere.
    Come posso sapere se mi è successo qualcosa in più? Grazie infinite.

    1. Author

      Gentile Barbara,
      molte volte quando si parla di abuso si pensa ad esso come ad un intervento diretto e invasivo sul bambino. Purtroppo le azioni abusanti sono spesso non esplicitate, ma non meno gravi. Le risponderei prima di tutto dicendole che questi atteggiamenti che lei descrive sono già un abuso e che da soli bastano a giustificare queste manifestazioni di rabbia e difficoltà che lei porta con sè oggi. Mi occuperei prima di tutto di riflettere e lavorare su questi episodi, se esiste qualche ulteriore ricordo potrà emergere in seguito.

  6. Ho subito abusi all’età di 4 anni da un cugino di mia madre
    Oggi dopo tanti anni di sedute dalla psicologa sono un uomo realizzato e padre di una splendida bambina
    Tuttavia permangono ancora strascichi in momenti di cambiamenti di vita come cambio lavoro etc…sono rimasti incubi omosessuali e soprattutto pensieri omosessuali che mi rimandano sempre a quella piacevole sensazione è dubbio di essere gay…e tutto ciò che ho creato sia una farsa
    È possibile che la paura ed il dubbio di essere gay permanga a lungo nel soggetto abusato???
    A volte mi sembra che a furia di pensarci mi esploda il cervello..il tutto accompagnato da tanta ansia

    1. Author

      Gentile Nicola,
      tutte le ansie e i timori che generano in noi dubbi e quindi problematiche, indipendentemente da dove siano originati, indicano la necessità di doversi soffermare ancora su di essi, poichè i nodi che recano non sono stati sciolti. Non possiamo cancellare gli eventi che pure hanno contribuito a definirci per quello che siamo, per quanto faccia male in questo caso. La domanda che porrei e su cui la inviterei a riflettere è: come è possibile che io abbia così tanta paura di essere gay? Molti pazienti omosessuali con una storia di abuso a volte arrivano a mettere in discussione il loro orientamento sessuale proprio perchè pensano che sia stato l’abuso a scegliere per loro. Io rispondo sempre, che come tante altre cose nella vita, le nostre scelte sono il risultato della nostra storia e che se si sentono felici e liberi, allora da dove arriva non è importante. Se invece si è tormentati, allora è necessario indagare il perchè questa cosa spaventi così tanto.

  7. Salve.. Ho sempre avuto una famiglia disastrata… Non economicamente ma proprio nel nucleo famigliare… Ho preso botte, insulti, violenza psicologica.. Mi hanno persino segregata in casa quando all’età di 13 anni sono stata stuprata da un 40enne e lo sono venuti a sapere… Mi tagliavo.. Nella mia stanza.. Senza poter uscire..
    Ora ho 18 anni, mi sto affacciando nel mondo del lavoro, ma purtroppo ho visto come in tutti gli ambiti e compreso questo il mio passato mi blocchi.. Non riesco ad avere una continuità.. Non riesco a relazionarmi.. Sono a contatto con il pubblico e i miei colleghi mi credono scema perché a causa della mia ansia balbetto e non ne faccio mai una giusta..
    Questo mio passato mi sta distruggendo e io non so più cosa fare per star meglio..

    1. Author

      Gentile Denise,
      lei è molto giovane e la sua storia certamente molto dolorosa. Le sue ansie sono del tutto giustificate, ma è possibile lavorare su di esse e sulla sua storia per elaborarla e far sì che non la ostacoli ulteriormente per il suo futuro. Provi a chiedere il sostegno di una persona fidata e se possibile si rivolga ad un professionista che possa accompagnarla in questo percorso.

  8. Abusata dal padre da età pre- scolare sino al diciottesimo, pian piano me nè sono andata di casa. Quasi vent’anni di violenze, ho voglia di verità, come andare in tribunale? Sono passati 30 anni ora e continuano le sue violenze verbali. Sono borderline, forti disturbi alimentari (quasi anoressia), poca fiducia in me e del mondo circostante… alti e bassi ma non bipolarismo, almeno da perizie da me richieste…per anni ho creduto di essere matta, che fosse colpa mia e mio dovere, ricordo anche gli odori…mi aiuti. Sono seguita da uno psicoterapeuta che mi definisce “sopravvissuta”. Voglia di verità, non può negare… Per favore…Grazie

    1. Author

      Gentile Sabina,
      mi perdoni se non rispondo correttamente alla sua domanda di aiuto. Se ho capito bene mi sta chiedendo se è possibile denunciare suo padre e come? Per queste situazioni è necessario capire bene la storia e le tempistiche e ci si deve rivolgere ad un avvocato per una consulenza.

  9. ho un compagno ,che da molto piccolo e’ stato violentato dal padre ,che oltretutto usava anche violenza fisica,..questo e’ perdurato ,per tanti anni ,facendo coivonlgere sessualmente altre persone,sempre adulti che abusavano di lui,molte volte anche con la presenza del padre stesso.ha subito qualsiasi tipo di umiliazione,..molte volte vorrebbe parlarmi di episodi,ma si blocca,e cerca di riderci sopra,..io vorrei aiutarlo, ma ho paura di creare dell’altro danno,quando inizia a parlare delle sue vicende,lo lascio parlare,cercando di non farlo mai sentire a disagio,..cerco di fargli capire che la vergogna che prova, non deve essere la sua,..ma di capire che e’ di chi ha abusato su di lui,..comunque capisco che non e’ facile ,e’ gia’ stato da un psicologo,che fortunatamente,gli ha dato la consapevolezza, che a fronte di tutto quello che ha passato,e’ una persona molto forte,..Con me le difficolta’ sono quelle relazionali,…sessualmente,penso che molto gli ricorda il passato,..dai suoi racconti,sembra di capire,che il sesso preferisca farlo con incontri occasionali,alcune volte anche con una certa dose di violenza,..tutto perche’ penso ci sia stato uno scontro tra odio e amore con il padre,..io, vi chiedo,..come posso aiutare il mio compagno,a cui voglio molto bene,..?

    1. Author

      Gentile Luciano,
      a volte mi stupisco di come persone così sensibili e premurose, come lei sembra essere con il suo compagno, non si accorgano di quanto già fanno per la persona che amano. Lei si chiede come può aiutarlo ancora, mentre io leggo di quanto già sta facendo e di come questo sia proprio quello che serve: esserci, rinforzare le risorse della persona e ricordargli che non ha colpe. Continui così, ha la mia stima e faccio ad entrambi i miei complimenti per come una storia così tragica non abbia fermato nè il suo compagno dal trovare una via di serenità, nè spaventato lei, che con la sua delicatezza e non invadenza, sta accompagnando questa persona nel suo difficile cammino.

      1. La ringrazi per la sua stima,ma giorno per giorno,mi accorgo che tutto diventa sempre più difficile,il mio compagno si chiude sempre più a riccio nel parlare del suo passato,alcune volte mi dice ,che è stato una sbaglio avermi fatto delle confidenze,provo molte volte a fargli capire di non essere stato il solo a subire gli abusi ,indubbiamente,ognuno pensa al proprio,..una frase che ultimamente mi ha detto, che solo chi è incappato in certe violenze può capire,neanche un psicologo riesce a capire ,difatti pur essendoci stato dal psicologo,mi dice che comunque non tiene conto di quello che gli ha detto,lo considera come conforto,niente di più..capisco che questi discorsi li fa a me,penso voglia non parlare più del problema, mi sento inerme…non so più come riprendere il discorso,ho paura di una sua reazione.In un momento di mia impotenza,ho rifiutato di avere rapporti sessuali,dicendogli che probabilmente ha vinto suo padre,l’abusante,ora deceduto.È riuscito a farti tenere il segreto,e con il sesso ti riunisci a lui,ed io non ero più disponibile a ciò…Ma poi mi sembrava di punirlo per il solo fatto che non vuole più parlare delle sue angoscie. ,ho chiesto scusa e ci siamo abbracciati ,penso che mi stiano venendo a me dei problemi,ho pensato che non stesse avendo un rapporto con me,ma con il ricordo dei suoi abusi subiti….Non so come riaprire il dialogo sull’argomento,mi sento inerme.

        1. Author

          Gentile Luciano,
          purtroppo di fronte a delle difficoltà così importanti, chi è vicino alle persone protagoniste si sente impotente. Penso, come le ho già detto, che lei ha fatto e fa quello che può e su cui purtroppo non c’è altro modo di agire. La sofferenza resta sempre un fardello che deve essere gestito da chi lo porta e, anche se accompagnati da chi ci ama, può non essere possibile liberarsene. A questo punto invito sempre a ricentrare l’attenzione su se stessi e a chiedersi se si sta bene. Ci si deve occupare del proprio benessere che non deve sfuggire alla nostra vista, mentre ci occupiamo degli altri.

          1. sig.ra Bakacs
            La ringrazio sinceramente,capisco che il percorso e’ veramente difficile,ma l’affetto che provo verso il mio compagno e’ infinito,che vederlo soffrire mi crea quello stato di impotenza da farmi stare male,..Mi propongo sempre come spalla dove scaricare le sue difficolta’,e che insieme riusciremo a superarle,sento che da parte del mio compagno c’e’ la voglia di parlarne,ma il senso di vergogna di tutto cio’ che ha subito,lo fa frenare,.alcune vote,mi dice che saro’ la sua salvezza,…ed io senza farmi vedere piango,.non vorrei che se ne facesse una colpa anche del mio stato d’animo.
            Io La ringrazio tantissimo,e mi scuso in anticipo del mio sfogo,..ma un giorno vorrei scriverle per dirLe dei successi ottenuti,.c’e’ la mettero’ tutta,..e seguiro’ attentamente quello che sono i consigli da lei dati.

          2. Author

            Gentile Luciano,
            prosegua così, offrendo una disponibilità non invadente e non si tormenti se il suo compagno non si sentirà sempre pronto ad aprirsi.
            E’ sufficiente sentire che la persona è presente e pronta all’ascolto. Le auguro il meglio.

  10. Grazie per l’articolo.
    Mi identifico con i comportamenti in età adulta sopra descritti.
    Infatti tendo a periodi di depressione, ho bassa autostima, mi colpevolizzo, ho alti e bassi emozionali e la mia vita sessuale fino a ora non è stata soddisfacente.
    Quando avevo 7 o 8 anni circa, un cugino qualche anno più grande di me mi ha indotto di una maniera “amichevole” a masturbarlo, cosa che poi si è ripetuta in più occasioni (non so per quanto tempo) ed è arrivato a farmi usare indumenti di sua madre.
    Io stavo al gioco e lo vedevo normale.
    Fino ad ora non sono riuscito ad avere una relazione stabile, ho avuto più compagne a cui non ho mai confessato questi eventi e per la mia gelosia e aggressività le storie sono finite. Nell’adolescenza e fino a un paio d’anni fa ho fatto uso della pornografia, poi ho capito che non è sano per le mie emozioni e ho smesso. Non sono mai andato da uno psicologo, ma penso che ne ho bisogno anche perché cuando ho dei momenti di depressione o tristezza mi iniziano a venire istinti omosessuali, non sono attratto dall’uomo in se, ma dal pene per esempio transessuali, quando invece sto bene, allegro e sereno ho solo attrazione per la donna. Questo mi confonde ed è diventata una ossessione, non mi sento sereno ne libero. Ho il dubbio che questi istinti siano per l’esperienza vissuta, quindi la mente riproduce determinate sensazioni o per una omosessualità nascosta.

    Grazie per l’attenzione e per il servizio.
    Spero che il mio contenuto non sia troppo esplicito.

    1. Author

      Gentile Daniele,
      ringrazio lei per la sua testimonianza. Spero possa trovare la giusta motivazione per tentare un percorso che la aiuti ad elaborare quanto accaduto, così da ritrovare la serenità che merita.

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