Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

C'era una volta un bambino: L'adulto vittima di abuso sessuale nell'infanzia
Una lettura facile per meglio comprendere cosa accade all’adulto che è stato vittima di abuso sessuale nell’infanzia.

Quando si parla di “abuso sessuale infantile” ognuno di noi ha in mente una definizione precisa, dettata il più delle volte da esperienze indirette. Purtroppo in alcuni casi l’abuso sessuale entra direttamente nella vita di un individuo, impattando violentemente sul suo normale corso, lasciando dietro di sé delle ferite psicologiche che variano per gravità a seconda del tipo di abuso subito, l’età e la capacità di autocura di cui ogni mente umana dispone.

Partiamo da una definizione generale: intendiamo per abuso sessuale infantile qualsiasi attività che implica il coinvolgimento in attività sessuali di un minore da parte di un adulto.

Da notare bene, quando ci riferiamo ad attività sessuale, non parliamo necessariamente di un rapporto fisico diretto, ma di tutto ciò che ha a che vedere con la sfera della sessualità, se una delle due parti rifiuta o non è nella posizione di comprendere (o comprendere con un senso di maturità piena in caso di adolescenti) ciò che sta accadendo. Ad esempio, oltre alla violenza sessuale che implica una penetrazione, la costrizione al toccare o baciare; la visione non desiderata di nudità o atti sessuali del singolo adulto, di una coppia o più individui; riferimenti sessuali e argomentazioni oscene.

L’abuso sessuale infantile ha solitamente e comprensibilmente un elevato livello di gravità e rischio per la salute mentale di un individuo e la sua crescita. Una persona che è stata abusata in età infantile porta nel decorso evolutivo della sua mente le tracce di un evento traumatico che solitamente ne devia il normale sviluppo.

Possiamo dire in linea generale che il livello di gravità segue tre dimensioni fondamentali:

  • il tipo di abuso subito e la sua durata – ovvero, se si è trattato di veri e propri rapporti fisici, toccamenti o esposizioni visive o racconti e provocazioni e quanto a lungo;
  • l’età e le risorse individuali del bambino – ovvero, in quale fase dello sviluppo il trauma lascerà traccia e di quali risorse dispone;
  • l’identità dell’abusatore – più la parentela è prossima alla vittima, peggiori saranno le conseguenze del trauma subito.

Per intenderci, potremmo dire che un abuso sessuale subito da parte di un genitore ad un bambino in età pre-puberale (8-11 anni circa) che si protrae nel tempo, con un coinvolgimento fisico totale, con ogni probabilità si rivelerà un’esperienza tra le più distruttive per la salute psichica.

Naturalmente essendo queste tre dimensioni molto variabili, fare previsioni nei singoli casi è molto complesso e, proprio per le capacità e risorse individuali, situazioni che potrebbero far pensare a conseguenze peggiori potrebbero rivelarsi meno gravi di altre da cui ci si aspetterebbe al contrario quadri meno compromessi.

A fronte di ciò ricordiamo che trattandosi di abuso sessuale infantile, stiamo facendo distinzioni all’interno di una situazione che presenta comunque, in qualsiasi forma avvenga, una potenzialità traumatica di livello elevatissimo, che si parli di un episodio con coinvolgimento minimo, ad uno massimo.

Le conseguenze psicologiche di un abuso sessuale possono toccare differenti aree: l’autostima, lo sviluppo della sessualità, le capacità relazionali.

Solitamente un bambino reagisce all’abuso innescando meccanismi di difesa basici, quali rimozione e dissociazione – la mente cerca in questo modo di sganciarsi dal ricordo traumatico insostenibile creando una barriera tra ciò che è accaduto e le implicazioni emotive o cancellando letteralmente l’episodio dalla memoria. E’ stato rilevato come il minore affronti una situazione molto simile a quella degli adulti che, dopo aver subito un trauma, sviluppano un disturbo post-traumatico da stress.
Il senso di colpa si riversa su di sé ed è tanto più intenso, quanto l’ambiente circostante ignora o copre l’episodio, e di contro, si sviluppa un profondo senso di sfiducia e paura nei confronti degli altri.

Un adulto che è stato abusato deve scontrarsi con queste credenze sviluppate e consolidate dal bambino che era un tempo. Tenderà a seconda dei casi, ad essere altamente aggressivo, ad incolparsi ferocemente, avrà una bassa autostima, tenderà a deprimersi o ad oscillare molto tra stati emotivi. È prevedibile che abbia difficoltà a regolare gli impulsi e problematiche ad inquadrare e sviluppare una corretta identità sessuale ed una vita sessuale soddisfacente.

Tra le patologie che possibilmente si sviluppano troviamo il disturbo borderline di personalità, la depressione, disturbi alimentari e dipendenze, proprio in conseguenza all’incapacità di regolarsi e al costante bisogno di “tenere il controllo” su una situazione che si percepisce in pericolo costante.

Ad oggi la psicoterapia è uno strumento di elezione per trattare e curare storie e conseguenze degli abusi. Ovviamente, parlando di età adulta, si dovranno affrontare gli effetti di schemi disfunzionali consolidati nel tempo. Si può dire che il trauma dell’abuso innesca una serie di meccanismi di difesa estremi della mente che portano purtroppo, seppure con lo scopo di proteggere la persona da un crollo, alla formazione di sistemi difettosi e patologie che probabilmente non sarebbero comparsi altrimenti.

In quest’ottica, abbiamo personalmente usato l’esperienza nata da un lavoro costante sul campo in questo ambito per sviluppare un metodo mirato, la cui filosofia di base è mantenere al centro la narrazione della persona, integrando tecniche e conoscenze in campo psicotraumatologico sempre più innovative: l’Emdr; la Psicoterapia Sensomotoria; la terapia dell’Esposizione Narrativa, ne sono alcuni esempi.

Tutto ciò all’interno del percorso di psicoterapia, per fornire a chi ne fa richiesta un’esperienza che garantisca una totale e complessa strategia di intervento il più possibile risolutiva, nel rispetto della natura articolata del trauma, la cui cura non può ridursi alla sola rimozione dei sintomi da esso generati (per saperne di più, vedi: Alicanto – Centro Cura del Trauma Psicologico).

Se volete approfondire il tema in modo dettagliato e avere risposte più complete potete acquistare il libro in versione cartacea oppure ebook (gratis con abbonamento KindleUnlimited) cliccando sul titolo: C’era una volta un bambino: L’adulto vittima di abuso sessuale nell’infanzia

NB. Vorrei estendere un ringraziamento particolare a tutti coloro che con coraggio stanno commentando l’articolo, facendo domande o semplicemente condividendo il dolore e il disagio delle loro esperienze di abuso vissute in età infantile.
[E’ possibile che parti dei commenti con contenuti marcatamente espliciti vengano tagliati per il contesto nel quale sono pubblicati.]

Vorrei altresì specificare che purtroppo NON E’ POSSIBILE FARE CONSULENZE VIA EMAIL O TELEFONICHE.

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1.081 commenti

  1. Ho subito abusi sessuali da mio padre, dal 1967 al 1978.Ora ho 54 anni e voglio denunciare per giustizia, perché altri possano capire, e perché non si ripetano mai più queste mostruosità ,torture ,terrore e ricatti psicologici e fisici su un minore indifeso.Chiedo come devo fare per denunciare mio padre ed a chi e come.Grazie

    1. Author

      Gentile Felice,
      è bene che contatti un avvocato penalista e che esponga a lui il suo caso. Purtroppo per i reati di vecchia data esiste la prescrizione. Va dunque valutato assieme all’esperto della materia se è fattibile procedere oggi con una denuncia e con quali possibilità. Spero la sua battaglia possa essere percorribile e le esprimo la mia stima per questo suo atto di coraggio.

  2. Buongiorno. Non c’è spazio sufficiente per la storia di tutti gli abusi che il compagno di mia madre ha consumato su di me. E poi Lei vive a Roma, che ne sa? (A. Fortis). Ma se l’uomo che si portava a letto mia mamma, dopo, veniva da me, ci sarà pur stata una ragione, una necessità. Una logica. Un percorso lineare. Anche perché se l’adulto intraprende iniziative sul minore, in teoria, lo fa a ragion veduta, esattamente come quando commina punizioni. E il minore si arrovella tentando di individuare quale colpa gli sia stata imputata, per essere sanzionata a quella maniera.

    1. Author

      Gentilissima,
      il tentativo di dare senso a un gesto di abuso è un’inclinazione naturale della mente. Si prova a giustificare l’orrore per normalizzarlo e placare il dolore. Purtroppo nell’infanzia si tende appunto a trovare spiegazioni che incentrano le responsabilità su se stessi anzichè sull’adulto e questo porta alla nascita di un senso di colpa che accompagnerà lo sviluppo successivo. Certamente l’adulto ha una sua “patologica” motivazione, che può variare di molto da caso a caso. Lei mi dice, giustamente, cosa ne posso sapere? Potrebbe però provare a condividere queste conoscenze con qualcuno che la possa accompagnare in una rilettura della storia, per riuscire assieme a dare delle risposte.

  3. Buonasera, sono una ragazza di 27 anni e da parecchio tempo lotto contro la depressione. Non sono mai riuscita ad instaurare un rapporto intimo e sentimentale con nessuno. Nonostante due anni fa abbia iniziato a vedere uno psicologo e abbia iniziato a fare un lavoro su me stessa, ho continuato ad alternare periodi di tristezza e rabbia, come se i miei problemi avessero una radice in un punto che non riuscivo a vedere. Mi è capitato di recente di fare un bagno invece della doccia, cosa che faccio di rado, e sono stata assalita da un senso di disgusto opprimente. Mi sono dovuta alzare. Da quel momento ho iniziato a fare dei collegamenti e a pensare a mio cugino, piu grande di due anni. Ricordo che quando avevo 8/9 anni, ci nascondevamo e lui mi chiedeva di spogliarmi. Non dovevamo dirlo a nessuno perché era un segreto. Io adoravo mio cugino, cosa che sembrava strana a tutti perché in realtà era molto aggressivo con me. Io non ho alcun ricordo dell’abuso in sé. Ricordo però che poi ho iniziato a riprodurre certi atti sui miei grandi peluche e poi con una mia coetanea, io interpretavo il maschio. Ricordo che provavo un impulso molto forte. Questa cosa è sparita completamente dalla preadolescenza, non ho avuto impulsi sessuali fino ai 20 anni. E’ la prima volta che ne parlo, non voglio allarmare nessuno proprio perché non sono sicura che questi collegamenti siano giusti. Il mio psicologo può vedermi solo per qualche seduta durante l’anno, nel frattempo lei avrebbe qualche suggerimento? La ringrazio in anticipo

    1. Author

      Gentile Laura,
      posso dirle che a fronte di questi ricordi emersi, dello stato dell’umore e della angoscia che certamente questo trauma riporta a galla, sia importante per lei fare un percorso adeguato. Lavorare con qualcuno che possa prendersi cura della sua storia e con regolarità, in un percorso di psicoterapia strutturato con un impegno settimanale. Altri tipi di supporto, soprattutto così sporadici, non sono di utilità per il trattamento di una problematica così complessa come quella di una storia di abuso. Si prenda cura di sè proprio sfruttando questo momento di presa di coscienza dell’accaduto.

  4. grazie 2000 per la risposta…
    effettivamente dopo questo sfogo liberatorio con lei, sono riuscito a parlarne prima con mia sorella e successivamente con mio cognato, senza piangere cosa che invece ho fatto con mia sorella…credo più che altro per la vergogna… spero di riuscire a migliorare un pò le cose, che per il momento sono un disastro..grazie ancora per l’aiuto…

    1. Author

      Gentile Stefano,
      sono contenta sia riuscita ad aprirsi. Ci vuole del tempo per rimettere in ordine e risanare ferite come quelle di un trauma da abuso, non disperi ma pazienti. Certamente ritrovare un equilibrio è possibile.

      1. Buongiorno le ho scritto ancora in questa modalità. Dopo sei anni di psicoterapia con tanta volontà e facendo meditazione è riemersa la consapevolezza che mia sorella maggiore ed io siamo state ripetutamente abusare sessualmente da mio padre in un periodo circa tra i sei e i dodici anni. Ho ricordi frammentari, è come se il mio corpo mi dicesse cose che la mia mente rifiuta di assimilare. Da quando è emersa questa consapevolezza un anno fa, obiettivamente sto meglio, ho fatto tanti progressi, assumo 1,5 ml di paroxetina. Ma mi rendo conto che è come se andassi ad accumulo e arriva il momento per me sempre inaspettato in cui la mia pelle diventa così sottile per cui non riesco ad affrontare il minimo ostacolo, delusione o piccolo problema. Sprofondo in un vortice di emozioni che mi manda in tilt, non riesco più a trovare il bandolo non riesco a dormire devo solo cercare di rimanere calma immobile possibilmente all’aria aperta e non chiusa in una stanza accovacciata in posizione fetale ed aspettare che passi. Con un unico pensiero di come poter spegnermi da quell’angoscia così totalizzante. Il di seguente sono così spossata che se non ho impegni di lavoro rimango a letto tutto il giorno. Non riesco a fare cose per me, mi sento intrappolata in una melma viscida e vischiosa.
        Ci sono strategie che io possa imparare per prevedere e bloccare sul nascere queste crisi oppure per poterle superare meglio e non annientarmi così tanto?
        Grazie milena

        1. Author

          Gentile Milena,
          nel lavoro con persone vittime di abuso è molto importante tenere in considerazione anche le riattivazioni corporee delle memorie traumatiche. Intendo dire che quando si subisce il trauma si registrano le memorie a più livelli ed è necessario conoscere tutti i piani con cui queste memorie si attivano per poter intervenire a dovere. Sembrerebbe che si stia appunto attivando una risposta fisiologica legata alla sua esperienza e sarebbe importante, ancora una volta, lavorare in terapia su di essa. Sono sintomi che devono però ridursi col tempo, man mano che si elabora il trauma. Solitamente può essere di supporto qualsiasi attività fisica che tenda a rilassare il corpo (un esempio, lo yoga), ma non ci sono strategie specifiche, è necessario valutare di caso in caso come si attiveranno queste memorie e agire di conseguenza con la guida del professionista.

  5. Cara dottoressa,
    faccio parte di questo forum ormai da quattro anni.
    intanto volevo rinnovare la mia stima per il suo preziosissimo lavoro sul forum, che ci è di tanto aiuto, a chi, come me, in altri commenti ho già raccontato, ha subito abusi durante l’infanzia.
    Ogni tanto vengo qui a leggere le storie nuove, o rileggere le vecchie, per sentirmi un po’ meno diversa.
    Quindi nuovamente grazie di cuore per questo forum.

    Volevo chiederle se potrebbe pubblicare una lista di bibliografia varia che tratta il tema, da romanzi a saggi, o testi di psicologia, se fosse possibile.

    Spero di leggerla presto.

    Grazie,

    1. Author

      Gentile Azzurra,
      la ringrazio sentitamente per le sue parole di apprezzamento. Mi fa sempre molto piacere avere un riscontro dai lettori e sapere che questo articolo e i commenti sono di aiuto a coloro che hanno subito abusi e violenze. Per la biografia, lascerei scegliere a voi quali libri approfondire, la letteratura ha molto da offrire sul tema degli abusi e dei traumi in generale, purtroppo poco o nulla che riguardi adulti che sono stati bambini abusati. Consiglio sempre la lettura di “Il corpo accusa il colpo” scritto da Bessel Van der Kolk. Un libro alla portata di tutti che racconta e spiega bene cosa accade quando si subisce un trauma e può essere chiarificatore di molti aspetti legati all’esperienza di abuso.

      1. Cara Dottoressa, grazie, l’ho comprato. È molto complesso, ma interessante. Un sentito saluto

        1. Buongiorno ieri mio fratello mi ha confessato che quando ero piccola abusava di me… io non ricordo niente.. so solo che inconsciamente ho avuto una vita piena di rabbia, depressione, mancanza di autostima, sensi di colpa, insicurezze, isolamento… la mia storia è iniziata con la separazione dei miei quando avevo 2 anni, ultima di quattro fratelli rimasti con il padre, e a 15 anni mia madre mi ha rivelato che il padre con cui sono cresciuta non è il mio vero padre… sono stata spesso da psicologi da piccola e 2 anni fa sono uscita da un bel percorso durato 1 anni da una psicoterapeuta bravissima che mi ha aiutato a tornare normale se così si può dire… il mio problema adesso è aver saputo questa cos e non riuscire a ricordare nulla nulla nulla.. sono sconvolta.

          1. Author

            Gentile Francesca,
            sarebbe molto importante che prenda in considerazione di parlare di queste nuove informazioni apprese da suo fratello con la sua terapeuta, se possibile. Visto che mi dice avete fatto un buon percorso, potrebbe essere importante ritagliarsi uno spazio con lei per valutare questa situazione. Immagino si senta sconvolta, soprattutto dal fatto che non ha memorie di questo. Ma si ricordi che la mente conserva le memorie in molti modi e che può fare uso di questi modi con la giusta guida per trovare risposte e pace.

  6. Buonasera, ho 16 anni ed è da quando avevo 7 anni che ho problemi alimentari.Io, da piccola, sono sempre stata normo-peso, non avevo problemi di fame emotiva, finché nel 2010 mi trasferì in un nuovo condominio, dove c’erano 5 bambini, di cui una bambina della mia età e un ragazzo maggiorenne. Quando andai ad abitare in quel condominio subito i bambini mi avevano chiesto di giocare con loro e, anche se con molta timidezza, andai a giocare.Un giorno la bambina mi chiamò giù. Quando arrivai in cortile, trovai la bambina con il ragazzo maggiorenne, questi mi portarono vicino ai garage, un posto coperto perché i garage stavano sotto i condomini. Non ricordo bene cosa mi dissero prima, ma ricordo benissimo che iniziarono a toccarmi, a ridere, a prendermi in giro e a farmi male. Io stavo in silenzio, avevo paura che se avessi parlato loro mi avrebbero fatto ancora più male, poi, finito il loro divertimento, se ne andarono lasciandomi inerme a terra. Io mi rivestì subito e tornai a casa. Non dissi niente a nessuno, nemmeno adesso nessuno lo sa, nessuno sa che in passato subì una violenza. Penso che sia stato questo fatto a creare il disturbo alimentare che ho, la cosa che più mi fa strano è che per tutti questi anni la mia mente ha come annebbiato questo brutto ricordo, come se niente fosse mai successo e solo adesso mi rendo conto della gravità della cosa, e non so se dirlo ai miei genitori, a 9 anni dall’accaduto,non voglio che si sentano in colpa per non aver fatto niente quando loro hanno sempre fatto tutto per me, dandomi tutto l’amore che una figlia necessita di avere, non voglio essere un peso per nessuno cordiali saluti,
    Eleonora

    1. Author

      Gentile Eleonora,
      mi rincresce leggere di quanto accaduto. Certamente è probabile che questo evento traumatico abbia recato delle conseguenze che varrebbe la pena di approfondire. Il trauma quando sopraggiunge viene “accantonato” in molti modi dalla mente per evitare che gravi troppo su di essa, dunque, come lei racconta, si può spiegare questa nebbia che sembra aver avvolto il ricordo per un lasso di tempo. Non tema di chiedere aiuto ai suoi genitori, non si deve sentire in colpa, nè un peso, perchè non è lei la responsabile. Inoltre, per quanto chi le vuole bene potrebbe sentirsi, nella sua confessione, sofferente per non aver potuto fare nulla, è ben peggio per un genitore amorevole non essere messo nelle condizioni di riparare un danno e proteggere i propri figli, anche se non nell’immediatezza. Dia un’occasione a se stessa, che è molto giovane e lo merita, di sistemare in fretta e arginare le ferite di questa esperienza e a chi le sta vicino di poterla accompagnare e proteggere.

  7. Buongiorno,
    Ho 19 anni e quando ero bambino (avrò avuto 6 anni o di più non mi ricordo) sono stato abusato fisicamente e più volte da mia sorella maggiore di 7 anni. Sebbene l’abbia sempre vissuto come un evento assolutamente secondario e poco importante nella mia vita (tant’è che mi ricordo bene cosa è successo), ultimamente non faccio che pensare solo e ossessivamente a questo ogni volta che mi sento un po’ giù di morale. Ripensando all’atto non provo nessuna sensazione di disgusto, tuttavia continuo a pensarci e non so di preciso perchè. Mi turba molto e ho difficoltà ad utilizzare le parole esatte e specifiche per parlare di questa situazione. Più che un ricordo ciò che mi viene in mente è una sensazione di profondo disagio, che tuttavia fatico ad associarlo solo all’abuso. Allo stesso tempo però non riesco a smettere di ritornarci sopra con la mente e soprattutto in questo momento oscillo tra il sentirmi strano e il provare forti emozioni di disagio in generale esistenziale. È normale una reazione del genere? Mi domando anche se ciò che è avvenuto ( che ribadisco, ricordo benissimo) non abbia influito pure sul mio modo di approcciarmi alle persone e in generale alle situazioni. Spesso infatti, nelle relazioni ho difficoltà a instaurare un legame in cui mi sento a mio agio e anche nelle occasioni più felici, provo comunque una qualche forma di disagio.

    1. Author

      Gentile Marco,
      quando si subisce un trauma come un abuso in infanzia, la mente dissocia molti aspetti di quella esperienza (ovvero separa evento, emozioni, reazioni fisiche in compartimenti che si isolano e stagnano). Si tratta di una reazione del tutto naturale di sopravvivenza, ma comporta il perdere una visione integra di quanto accaduto. Con questo intendo dire che nel suo caso, ad esempio, il risultato di questa “separazione” potrebbe essere proprio la confusione che racconta in merito a ciò che in apparenza sembra non aver avuto peso, ma che allo stesso tempo pone dubbi su alcuni disagi vissuti nel quotidiano. Sarebbe opportuno lavorare invece su questi dubbi per dare possibilità alla mente di ricollegare tutte le parti slegate e dare la coerenza che merita alla sua storia, a ciò che ha provato e comprenderne a pieno le conseguenze, qualora siano riconducibili all’evento.

  8. Buonasera, mi chiamo Stefano, ho subito un abuso all’età di 12 anni da uno sconosciuto, costringendomi con tante botte e minacce ad avere rapporti orali e costringendomi tutte le volte a dire che mi piaceva farlo, probabilmente per pulirsi la coscienza… Non ho mai avuto una relazione/rapporto, con una donna… Non so chi/cosa sono, gay o etero. Non sono attratto dagli uomini ma dal pene si… Non so cosa pensare…a volte mi sento davvero inutile e non amato.

    1. Author

      Gentile Stefano,
      come sempre in questi casi suggerisco di approfondire questa storia traumatica. Il suo diritto a ritrovare stabilità deve passare attraverso una valutazione di quanto accaduto, per aiutarla a chiarire la sua identità e a privarsi della colpa che ne blocca l’espressione serena.

      1. Grazie mille per avermi risposto… Uno dei vari problemi che ho è la vergogna e a volte mi colpevolizzo, pensando se facevo cosi o se provavo a scappare… Lo so che non dovrei pensarlo, ma ogni tanto il “se” arriva e mi fa stare male. Mi ci sono voluti diversi giorni, solo per trovare il coraggio di scrivere a lei e l’idea di parlarne a 4 occhi con qualcuno mi spaventa…Vorrei riuscire a dimenticare tutto e vivere quel che mi resta serenamente e soprattutto felicemente… Ma non credo ci riuscirò…
        Con tanta gente cattiva che ce il giro, proprio a me doveva capitare…

        1. Author

          Gentile Stefano,
          certamente i sentimenti che prova sono parte del processo di elaborazione che purtroppo accompagna i minori con un vissuto simile e che tanto influenza la vita adulta nelle sue fasi successive. Aprirsi e parlare del trauma e già parte di un percorso terapeutico, dunque potremmo dire che scriverlo è stato un passo importante. Con coraggio provi a prendere in considerazione, a piccoli step, anche quello successivo di parlarne con qualcuno. Come spesso dico, merita quella vita serena di cui parla ed è possibile quantomeno provare ad averla.

  9. Ho 29 anni ed è avvenuto un riavicinamento a mio padre dopo 15 anni… Mia figlia di 7 anni ha paura di lui dopo esser rimasta sola con lui… Io ho dei flashback continui nel mio sub conscio e non mi ricordo la mia infanzia con mio padre ho solo dei ricordi neri ma quando il mio subconscio fa partire la mia memoria mi vengono attacchi di panico ho paura e ora voglio allontanarmi da mio padre… Ho paura di ricordare e paura di scoprire cose che non voglio sapere ho un senso di panico e schifo verso di lui e paura di impazzire x questo mio subconscio che mi chiama a ricordare qualcosa… Cosa potrebbe essere?

    1. Author

      Gentile Stefania,
      come sempre ribadisco che non mi è possibile sapere cosa “potrebbe essere” in questo contesto e dalle poche righe di un commento, non conoscendo lei e la sua storia. Posso sicuramente dirle che questi dubbi e paure andrebbero approfonditi in sede appropriata, perchè la sua mente (qualsiasi sia la realtà degli avvenimenti) sta suggerendo la presenza di un forte disagio che andrebbe in ogni caso esplorato e risolto per farla stare serena.

  10. Buongiorno
    Ho 34 Anni.
    Ho sofferto sin da piccola di attacchi di panico, se si di colpa, ansie ecc e ho sviluppato un rapporto strano con la sessualita per cui sin da adolescente il principale sentimento Era il Senso di colpa dopo aver fatto sesso con IL mio ragazzo.
    Ho sognato molto molto spesso di fare sesso con mio Padre e a volte mi sembrava cosi Vero Che una volta sveglia non riuscivo quasi a capire se si trattasse di un ricordo o di un sogno. Col senno di poi razionalizzavo l evento in Mero sogno.
    Ho avuto poi anche in tumore verso I 20 Anni Che mi ha permesso di cambiare la mia vita nonostante le sofferenze nell affrontarlo.
    Ora io sento di voler Bene a mio Padre ma c è qualcosa Che non MI è chiaro, Che non capisco.
    Ho provato tanto a ricordare. Ma non ricordo di nessun abuso. Ora sto facendo psicoterapia ma sento l estremo bisogno di capire se è successo qualcosa Durante LA Mia infanzia o no. Lei consigliare di aggiungere l ipnosi? Per supportare la memoria?
    Grazie mille

    1. Author

      Gentile Maddi,
      l’ipnosi è un percorso che a oggi viene utilizzato come trattamento utile per rilassarsi ed è invece considerato desueto se non inutilizzabile come metodo per approcciare al recupero di eventuali memorie traumatiche. E’ stato dimostrato come questo processo possa a volte alterare i ricordi e non è affidabile, soprattutto quando parliamo di ricordi rimossi. Questo perchè porta la mente a uno stato di alterazione di coscienza dove si mescolano molti piani, oltre quelli della storia che si è immagazzinata nella memoria. Quello che si richiama alla mente quindi può essere del tutto condizionato dalla fantasia o dalle paure della persona. Inoltre, essendo accompagnato da una seconda persona, volontariamente o involontariamente si potrebbe venire influenzati.

      1. Buonasera,
        Ho 15 anni ed è da quando ero piccola che faccio sogni strani. Tipo che il compagno di mia madre cercasse di abusare di me. Ma non ricordo sia mai successo. Anzi, lo spero. E niente faccio questi sogni da 6 anni circa e non capisco perché. Potresti aiutarmi? Grazie in anticipo! Buona giornata

        1. Author

          Gentilissima,
          purtroppo non è possibile in questa sede dare una risposta alla sua domanda. I sogni sono dei segnali che riceviamo dalla mente e che ci indicano dove e in che modo la mente stia focalizzando l’attenzione. Solitamente i sogni ricorrenti sono indice di un problema o una situazione che si sta tentando di elaborare, ma per decifrare quale sia il problema e cosa questo possa voler dire è necessario conoscere la storia e molti dati della persona. Un sogno può voler dire molte cose, quindi sarebbe bene che lei approfondisse in sede adeguata il significato di queste immagini oniriche ricorrenti.

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