Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

C'era una volta un bambino: L'adulto vittima di abuso sessuale nell'infanzia
Una lettura facile per meglio comprendere cosa accade all’adulto che è stato vittima di abuso sessuale nell’infanzia.

Quando si parla di “abuso sessuale infantile” ognuno di noi ha in mente una definizione precisa, dettata il più delle volte da esperienze indirette. Purtroppo in alcuni casi l’abuso sessuale entra direttamente nella vita di un individuo, impattando violentemente sul suo normale corso, lasciando dietro di sé delle ferite psicologiche che variano per gravità a seconda del tipo di abuso subito, l’età e la capacità di autocura di cui ogni mente umana dispone.

Partiamo da una definizione generale: intendiamo per abuso sessuale infantile qualsiasi attività che implica il coinvolgimento in attività sessuali di un minore da parte di un adulto.

Da notare bene, quando ci riferiamo ad attività sessuale, non parliamo necessariamente di un rapporto fisico diretto, ma di tutto ciò che ha a che vedere con la sfera della sessualità, se una delle due parti rifiuta o non è nella posizione di comprendere (o comprendere con un senso di maturità piena in caso di adolescenti) ciò che sta accadendo. Ad esempio, oltre alla violenza sessuale che implica una penetrazione, la costrizione al toccare o baciare; la visione non desiderata di nudità o atti sessuali del singolo adulto, di una coppia o più individui; riferimenti sessuali e argomentazioni oscene.

L’abuso sessuale infantile ha solitamente e comprensibilmente un elevato livello di gravità e rischio per la salute mentale di un individuo e la sua crescita. Una persona che è stata abusata in età infantile porta nel decorso evolutivo della sua mente le tracce di un evento traumatico che solitamente ne devia il normale sviluppo.

Possiamo dire in linea generale che il livello di gravità segue tre dimensioni fondamentali:

  • il tipo di abuso subito e la sua durata – ovvero, se si è trattato di veri e propri rapporti fisici, toccamenti o esposizioni visive o racconti e provocazioni e quanto a lungo;
  • l’età e le risorse individuali del bambino – ovvero, in quale fase dello sviluppo il trauma lascerà traccia e di quali risorse dispone;
  • l’identità dell’abusatore – più la parentela è prossima alla vittima, peggiori saranno le conseguenze del trauma subito.

Per intenderci, potremmo dire che un abuso sessuale subito da parte di un genitore ad un bambino in età pre-puberale (8-11 anni circa) che si protrae nel tempo, con un coinvolgimento fisico totale, con ogni probabilità si rivelerà un’esperienza tra le più distruttive per la salute psichica.

Naturalmente essendo queste tre dimensioni molto variabili, fare previsioni nei singoli casi è molto complesso e, proprio per le capacità e risorse individuali, situazioni che potrebbero far pensare a conseguenze peggiori potrebbero rivelarsi meno gravi di altre da cui ci si aspetterebbe al contrario quadri meno compromessi.

A fronte di ciò ricordiamo che trattandosi di abuso sessuale infantile, stiamo facendo distinzioni all’interno di una situazione che presenta comunque, in qualsiasi forma avvenga, una potenzialità traumatica di livello elevatissimo, che si parli di un episodio con coinvolgimento minimo, ad uno massimo.

Le conseguenze psicologiche di un abuso sessuale possono toccare differenti aree: l’autostima, lo sviluppo della sessualità, le capacità relazionali.

Solitamente un bambino reagisce all’abuso innescando meccanismi di difesa basici, quali rimozione e dissociazione – la mente cerca in questo modo di sganciarsi dal ricordo traumatico insostenibile creando una barriera tra ciò che è accaduto e le implicazioni emotive o cancellando letteralmente l’episodio dalla memoria. E’ stato rilevato come il minore affronti una situazione molto simile a quella degli adulti che, dopo aver subito un trauma, sviluppano un disturbo post-traumatico da stress.
Il senso di colpa si riversa su di sé ed è tanto più intenso, quanto l’ambiente circostante ignora o copre l’episodio, e di contro, si sviluppa un profondo senso di sfiducia e paura nei confronti degli altri.

Un adulto che è stato abusato deve scontrarsi con queste credenze sviluppate e consolidate dal bambino che era un tempo. Tenderà a seconda dei casi, ad essere altamente aggressivo, ad incolparsi ferocemente, avrà una bassa autostima, tenderà a deprimersi o ad oscillare molto tra stati emotivi. È prevedibile che abbia difficoltà a regolare gli impulsi e problematiche ad inquadrare e sviluppare una corretta identità sessuale ed una vita sessuale soddisfacente.

Tra le patologie che possibilmente si sviluppano troviamo il disturbo borderline di personalità, la depressione, disturbi alimentari e dipendenze, proprio in conseguenza all’incapacità di regolarsi e al costante bisogno di “tenere il controllo” su una situazione che si percepisce in pericolo costante.

Ad oggi la psicoterapia è uno strumento di elezione per trattare e curare storie e conseguenze degli abusi. Ovviamente, parlando di età adulta, si dovranno affrontare gli effetti di schemi disfunzionali consolidati nel tempo. Si può dire che il trauma dell’abuso innesca una serie di meccanismi di difesa estremi della mente che portano purtroppo, seppure con lo scopo di proteggere la persona da un crollo, alla formazione di sistemi difettosi e patologie che probabilmente non sarebbero comparsi altrimenti.

In quest’ottica, abbiamo personalmente usato l’esperienza nata da un lavoro costante sul campo in questo ambito per sviluppare un metodo mirato, la cui filosofia di base è mantenere al centro la narrazione della persona, integrando tecniche e conoscenze in campo psicotraumatologico sempre più innovative: l’Emdr; la Psicoterapia Sensomotoria; la terapia dell’Esposizione Narrativa, ne sono alcuni esempi.

Tutto ciò all’interno del percorso di psicoterapia, per fornire a chi ne fa richiesta un’esperienza che garantisca una totale e complessa strategia di intervento il più possibile risolutiva, nel rispetto della natura articolata del trauma, la cui cura non può ridursi alla sola rimozione dei sintomi da esso generati (per saperne di più, vedi: Alicanto – Centro Cura del Trauma Psicologico).

Se volete approfondire il tema in modo dettagliato e avere risposte più complete potete acquistare il libro in versione cartacea oppure ebook (gratis con abbonamento KindleUnlimited) cliccando sul titolo: C’era una volta un bambino: L’adulto vittima di abuso sessuale nell’infanzia

NB. Vorrei estendere un ringraziamento particolare a tutti coloro che con coraggio stanno commentando l’articolo, facendo domande o semplicemente condividendo il dolore e il disagio delle loro esperienze di abuso vissute in età infantile.
[E’ possibile che parti dei commenti con contenuti marcatamente espliciti vengano tagliati per il contesto nel quale sono pubblicati.]

Vorrei altresì specificare che purtroppo NON E’ POSSIBILE FARE CONSULENZE VIA EMAIL O TELEFONICHE.

Usate questo spazio qualora vogliate un commento da parte mia.

1.081 commenti

  1. Salve dottoressa.
    Ho 26 anni e sin da piccola vivo molto male la nudità, provo una forte vergogna nei confronti delle mie parti intime. Non riesco a stare nuda nemmeno quando sono sola in una stanza. Una mattina d’estate l’anno scorso mi sono svegliata e mi sono resa conto che per il caldo nel sonno mi ero tolta la maglietta, rimanendo a torso nudo. Sono rimasta angosciata per giorni, ero sul punto di ferirmi il seno per il disgusto.
    E non mi piace essere toccata.
    Ma non sono sempre stata così. Inizialmente non avevo problemi a girare nuda per casa e anche in spiaggia, conservo vari ricordi che lo confermano (l’ultimo risale a quando avevo sette/otto anni). Tuttavia già a dodici anni avevo questa vergogna del mio corpo. Ad una visita medica mi avevano attaccato degli elettrodi al petto e io ero talmente a disagio che i valori cardiaci e respiratori erano anomali, tornando poi normali quando mi sono imposta di rilassarmi.
    Ho avuto una sola relazione tra i 17 e i 18 anni. Non siamo mai arrivati a toglierci le mutande, non ci sono riuscita. Ancora adesso, per quanto sia etero, provo un forte disgusto per il sesso maschile.
    E provo una forte ansia nei confronti della violenza sessuale. Qualche anno fa, dopo aver letto un racconto al riguardo, l’angoscia che mi sono portata dietro per mesi era diventata tanto pesante che mi ha portata all’autolesionismo.
    È possibile che in quel periodo di vuoto tra gli otto e i dodici anni io possa aver subito una molestia sessuale che poi abbia dimenticato come conseguenza? Io non ricordo nulla, ma questi segnali che manda il mio inconscio non mi sembrano normali.
    La ringrazio infinitamente per il Suo aiuto

    1. Author

      Gentile Francesca,
      non posso rispondere a questa domanda che necessita di una sede appropriata e di un lavoro approfondito per poter trovare un riscontro. Quello che è certo sembra essere la presenza di un disagio, che non necessariamente trova corrispondenza con un episodio di abuso, ma può essere motivato da tanti altri fattori. Quindi il consiglio è sempre quello di prendersene cura rivolgendosi ad un professionista.

  2. Gentile dottoressa buongiorno, sono una donna di 36anni e in età più giovane ho vissuto due esperienze che penso abbiano influito nel mio percorso di vita. Racconterò però quello più rilevante. A 15anni con il mio primo cellulare ebbi la malsana idea di inviare il mio numero alla radio locale per conoscere persone nuove (un metodo che si usava molto ai tempi per rompere la timidezza e fare conoscenze). Mi contattarono molte persone ma una in particolare era più insistente, decisi di incontrarlo da sola un pomeriggio in centro città. Era un ragazzo di 26 anni. La prima cosa che fece appena incontrati fu infilarmi la lingua in bocca senza nemmeno il mio consenso, io rimasi pietrificata e disgustata ma non seppi dire niente. Da lì mi creo’ una dipendenza da lui che durò un anno preciso. Diventai il suo oggetto sessuale e mi fece scoprire tutte cose che io non avevo mai nemmeno immaginato. Sciolto questo rapporto malato lo stesso anno ebbi problemi di depressione, autolesionismo, ed eccessi di alcol e persi l’anno di studio. Negli anni seguenti in età adulta ebbi anche problemi di gestione della rabbia e di ipersessualita. Adesso ho trovato un po’ di equilibrio grazie anche fors al marito e figli, però ho sempre sorvolato su quanto accaduto con questa persona adulta. Lei pensa che dovrei seguire lo stesso una terapia e che potrei non essere realmente guarita del tutto, anche se in apparenza mi sento abbastanza serena? Grazie mille

    1. Author

      Gentile Yolanda,
      non posso certamente rispondere io a questa domanda. Se si sente serena e in equilibrio e non ha necessità non vi è obbligo nell’intraprendere un percorso, che invece è una esperienza da vivere se se ne sente il bisogno.

  3. Salve dottoressa. Ho trovato questo sito poco fa. Stavo facendo delle ricerche per capire se abbia subito o no un abuso nei miei 16 anni (allora non avevo mai avuto rapporti di alcun genere con nessuno). Da allora sono passati 6 anni oramai ed in tutto questo tempo non ho mai ripensato all’accaduto, tanta era la vergogna ed i sensi di colpa che mi avvolgevano al pensiero. Per anni ho fatto finta che nulla fosse successo; mi sono convinta che ciò che accadde in quel bagno fosse pura normalità. Solo negli ultimi mesi sono cominciati a riaffiorare ricordi ed immagini; ma ciò che più mi preoccupa è il ricordo della sensazione e stato emotivo che provavo al tempo dell’accaduto. Il punto è che non so quanto fidarmi dei miei ricordi. In tutti questi anni ho sempre pensato che ciò che successe in quel bagno lo volessi anche io ma qualcosa mi dice che non sia andata così. Comunque sia tutti questi ricordi sono distaccati ed opachi e non ricordo bene il susseguirsi di eventi. Come ripeto, in tutti questi anni non ho mai dato peso all’accaduto e tutti questi ricordi sono riaffiorati solo recentemente. Sinceramente non so se in tutti questi anni mi sono convinta che in quel bagno non fosse successo niente di che, o se i ricordi che ho ora siano frutto della mia immaginazione. Di tutto ciò ne ho solo parlato con la mia ragazza e nessun altro. In tutta la verità non so come prendere tutto ciò e come comportarmi.

    1. Author

      Gentile Elisabetta,
      credo sia opportuno che affronti questi ricordi e i dubbi e le paure che ne derivano in una sede opportuna. Sarebbe importante affrontare questo ricordo traumatico e tutte le sue sfumature per provare a ritrovare equilibrio e serenità.

  4. Buongiorno Dottoressa,
    la ringrazio per questo spazio e vorrei chiedere anche io un consiglio. Il mio ragazzo mi ha confessato di aver subito ripetutamente abusi sessuali da parte di 4 cugini di 16-17 anni quando aveva 12 anni.
    E’ cresciuto in un paese arabo in cui gli abusi sessuali sono una realtà molto comune e l’omosessualità è un tabù inscalifibile (oltre che perseguibile penalemente).Sono la prima persona a cui ha parlato di questa cosa.
    Il mio ragazzo è molto instabile e insicuro, ha tratti depressivi. A detta sua, la sua depressione e la sua profonda insicurezza non sono strettamente legate a questi traumi. Io credo che un legame ci sia. Ma anche se lo ammettesse, in questo momento non è pensabile per lui iniziare un percorso psicologico, né raccontare a qualche famigliare quello che ha subito. Cosa posso fare io per aiutarlo a convivere con questi ricordi terribili?

    1. Author

      Gentile Isotta,
      purtroppo la risposta a questa domanda, da parte di chi è giustamente preoccupato per i propri cari, è sempre la stessa. Si può fare poco se la persona interessata non vuole essere aiutata. Il cambiamento è parte integrante di un percorso personale che ognuno di noi sceglie o non sceglie di intraprendere. Quello che può fare è probabilmente quello che sta già facendo. Essere comprensiva e supportiva nei confronti di una storia così delicata alle spalle.

  5. Buonasera, ho 30 anni e sto insieme a mio marito sim dall’età di 16 anni..ho avuto solo lui..
    Scrivo perché nonostante lo ami alla follia, lui mi recrimina spesso il fatto che non riesco a prendere mai l’iniziativa ad avere un rapporto, insomma non riesco a fare la prima mossa, nè a voler giocare con lui tramite i preliminari ..non mi nego mai, ma lui vorrebbe che la cosa partisse anche da me.
    So di piacergli, ma qualcosa in me non va, non mi sento all’altezza di nessuno, credo fermamente di non piacere a nessuno e mi vergogno anche di farmi vedere integralmente nuda da lui..
    Inizio a pensare che la cosa sia legata a degli episodi successi quando avevo 6/7 anni circa durante i quali mio zio con vari stratagemmi mi sfiorava e mi toccava le parti intime..non ho mai parlato di questa cosa con nessuno, proprio perché è successo in famiglia e anche perche all’epoca non avevo chiaro in mente tutto ciò che stava succedendo, non capivo perché toccava me, ma non toccava la sua figlioletta, si avvicinava a me, e non a lei..crescendo ho capito..ma ripeto, non ho mai proferito parola..tutto questo, può in qualche modo essere concausa dei miei comportamenti con mio marito? Cosa potrei fare per superare il tutto? Grazie

    1. Author

      Gentile Marty,
      sarebbe importante valutare di intraprendere un percorso per affrontare questi episodi di abuso che, come nota, se non sono stati elaborati incidono sul benessere e la serenità della sua vita attuale.

  6. Salve Dottoressa, ho trovato alcuni minuti fa questo sito, ed è stata una scoperta molto importante per me, ho visto che risponde ai commenti e se non le reca disturbo vorrei chiederle alcune cose riguardo gli abusi familiari e le molestie, mi sono accadute delle cose di cui non ho mai parlato con nessuno, e sono molto confusa, mi vergogno a parlarne.
    Un mio parente, quando avevo circa tredici anni, ha fatto commenti sulla mia taglia di seno due/tre volte, mi ha toccato la coscia mentre parlavo al telefono (ricordo di averlo scacciato via con la mano), e un’altra volta ancora ha fatto battute sul s3ss0, che allora ed anche adesso, se fatte da un parente, mi metterebbero un po’ a disagio.
    Il mio enorme dubbio risiede nel fatto che forse sono stata io ad aver ingigantito la cosa, magari troppo scioccata in quel momento per analizzare bene la situazione, lui infatti non ha più fatto cose del genere, mai.
    Di conseguenza, oggi quei comportamenti li interpreto come una molestia perché sono rimasta molto spaventata, o sono effettivamente molestie che non si sono più ripetute?
    Un’altra domanda molto importante che volevo farle è questa: cosa si deve fare quando si è vittime di molestie/abusi in famiglia? Fortunatamente non è per me questa domanda, ma su Internet non ho trovato una risposta completa.
    Personalmente, credo che prima si debba parlare con un amico/insegnante/persona di cui ci fidiamo, e poi denunciare, anche se si prova vergogna e ci si sente ”sporchi” a parlarne.
    Mi scuso per la lunghezza di questo commento e se le domande sono fuori argomento, non era mia intenzione.
    Questa cosa che ho raccontato l’ho tenuta dentro per molto tempo, e solo adesso ho trovato quel pizzico di coraggio per farla uscire fuori, anche se in anonimo.
    La ringrazio in anticipo Dottoressa, scusi ancora il disturbo.

    1. Author

      Gentile Nina,
      scrivere per la prima volta di episodi che nella nostra vita sono stati traumatici è sempre un primo passo per liberarsi e alleggerirsi. Nel mio lavoro mi soffermo sempre con le persone che seguo a non giudicare mai quanto accaduto secondo canoni di gravità generali, ma di basarsi solamente su quello che si prova e si sente in merito. Con questo voglio dire che un episodio è un abuso grave o meno sempre guardandolo dalla prospettiva di chi lo ha vissuto e non di quello che è accaduto nello specifico. Se percepisce quella molestia come tale perchè ne ha avuto paura, allora si fidi di quello che ha provato.
      Per l’altra domanda, quando si è vittime di abusi in famiglia si deve, come lei intuisce, chiedere supporto di adulti di fiducia, se non ci sono all’interno del nucleo familiare, all’esterno.

  7. Salve, volevo porle una domanda/dubbio.
    In presenza di un abuso sessuale avvenuto in famiglia fra 2 minorenni (per esempio, tra 2 fratelli di 15/16 anni e 8 anni), mettendo il caso che il maggiore si sia pentito del gesto/i, e che lo abbia fatto per dei problemi dovuti ad un altro abuso sessuale subito, sarebbe più opportuno optare per una decisione drastica (come anche una denuncia), o far aiutare entrambi i fratelli da uno specialista, e quindi non rovinare la famiglia?
    La mia opinione è che in questi casi, una denuncia sarebbe troppo, sia perché la famiglia si sfalderebbe, e sia perché rovinerebbe la vita ad un adolescente che magari ha solo bisogno di aiuto, ma magari sono troppo “buona”. Lei cosa ne pensa?

    1. Author

      Gentile Francesca,
      non posso certo dare un’opinione su questo argomento. Cosa è meglio fare o meno in tutte le situazioni è una scelta degli attori di quella storia. Posso dirle, per quello che compete il mio campo, che in presenza di abusi da parte di preadolescenti o adolescenti ai danni di minori più piccoli è sempre e comunque un passaggio direi obbligato quello di chiedere supporto psicologico per entrambi.

  8. Salve dottoressa, vorrei anch’io raccontarle il mio vissuto. Ho subito abusi e molestie da quando avevo 5 anni fino a 11, da parte di mio fratello più grande di 7 anni. Lei stessa nell’articolo ha definito abuso infantile “attività che implica il coinvolgimento in attività sessuali di un minore da parte di un adulto”, nel mio caso si tratta di un individuo minorenne, ma molto più consapevole di me, come si definisce questo? Inoltre nell’infanzia e nell’adolescenza ho vissuto periodi di bassissima autostima, oscillazione di peso, disturbo alimentare, autolesionismo, oscillazione di stati umorali con pensati picchi depressivi e pensieri suicidi. Ho avuto moltissime difficoltà a relazionarmi con le persone e con possibili partner. Se ho capito bene questo è legato al mio trauma, è corretto?
    Può sembrare stupido ma, ho avuto il menarca a 12 anni, qualche mese dopo la fine degli abusi e la partenza di mio fratello per l’università, non molto dopo ho cominciato a avere i sintomi e mi è stato diagnosticato l’ovaio policistico. Il mio menarca e l’ovaio policistico possono essere correlati alla fine degli abusi?
    Mio fratello è diventato un dottore e non riesco più a sostenere di stare in silenzio, ho il terrore che lo rifaccia alle sue pazienti o a figli e nipoti se non provo almeno a fare qualcosa. Perciò le chiedo: conosce un avvocato con cui potrei consultarmi per una possibile denuncia?

    1. Author

      Gentile Martina,
      certamente le problematiche che elenca possono avere a che fare con gli abusi subiti. Abusi da parte di fratelli più grandi o cugini sono in realtà tra i più comuni. Anche se nella definizione di abuso si specifica che ci debba essere un’azione prevaricante di un adulto, gli abusi perpetrati dai preadolescenti e dagli adolescenti ai danni di minori, sono comunque da considerarsi a tutti gli effetti tali, poichè diversa è la maturità sessuale di quella fascia di età. Non posso rispondere alla domanda che riguarda il menarca e l’ovaio. Non c’è una correlazione diretta e tenderei a non farla, ma il corpo e la mente sono collegati e si influenzano vicendevolmente, quindi non è da escludere in linea del tutto teorica e molto generale che possa esserci qualche legame.

  9. ciao, ho quasi 13 anni mio fratello fino a poco tempo fa abusava di me sessualmente ma ho paura di dirlo ai miei genitori… mi vergogno

    1. Author

      Gentile Camilla,
      non provi vergogna, se riesce cerchi di parlarne con i suoi genitori. Se ha paura e conosce un adulto di riferimento di cui si fida, provi a parlare prima con lui/lei e chieda consiglio e supporto sul da farsi. Se riuscirà a farsi coraggio, potrà superare al meglio questo brutto avvenimento.

  10. Salve a tutti. Ho 16 anni. Le volevo raccontare quello che mi è successo quando avevo 10 anni era d’estate in un luogo molto affollato è stato mio padre a toccarmi in fondo alla schiena in modo sessuale io subito mi girai e lo trovai a guardare in alto subito dopo lo dissi a mia madre che mi disse pensava fosse stato uno sconosciuto, al che io non le dissi che era stato lui dissi solo di essere stata toccata da qualcuno però subito dopo l’accaduto ci rimuginai che l’unica persona posizionata dietro di me era mio padre. Tornati in camera mio padre confessò disse di essere stato lui e io scoppiai a piangere disperatamente ,come se tutto questo non bastasse lui disse che lo aveva detto per farmi stare “tranquilla” non so cosa voglia significare. Passai tutta la notte a piangere ininterrottamente la mattina dopo avevo gli occhi gonfissimi. Ero molto triste parlavo appena avevo paura non capendo quello che mi accadeva. Questa cosa a lungo andare mi ha distrutto completamente mi ha Rovinato tutto io già prima dell’episodio subivo molto bullismo dai miei coetanei e Lui lo sapeva anche quindi non capisco perché mi abbia voluto fare così male dopo l’episodio io ho iniziato a mettere il giubbino con i pantaloni lunghi ovunque anche d’estate … con prese in giro dai miei coetanei a non finire sul perché fossi così strana, alterno periodi in cui dormo tutto il giorno e periodi in cui non dormo proprio ho avuto sogni in cui venivo inseguita da un uomo e mi lanciavo dal balcone per scappare .Non so che fare l’ho detto a mia madre poco tempo fa e lei ha detto che chiamerà una terapista per farmi raccontare il mio trauma il problema è che questo giorno non arriva mai ogni giorno mi dice che chiamerà però non lo fa credo mia madre abbia paura di lui. Cosa posso fare ??questa cosa mi ha distrutto …avrei tante altre cose da raccontare

    1. Author

      Gentilissima,
      in questi casi, essendo lei molto giovane, sta già facendo quello che è necessario per poter affrontare quanto accaduto. Se possibile continui a chiedere a sua madre di poter avere uno spazio personale, magari spostando l’attenzione non sull’accaduto, ma su una necessità di avere un supporto per ansia e problematiche non relative alla molestia. Così facendo sarebbe possibile eliminare la sua componente di paura, suggerendole che la necessità sia dettata da altri tipi di disagio. In alternativa parli con un altro adulto di sua fiducia che possa darle il supporto e i suggerimenti utili per affrontare questa difficile situazione.

      1. Salve dottoressa, vorrei raccontarle quello che è successo a me, avevo circa 15/16 anni, facevo delle sedute di fisioterapia in una palestra, ed il fisioterapista che mi seguiva spesso mi baciava in bocca, a volte sentivo che provava a mettere anche la lingua, io ogni volta rimanevo pietrificata, non avevo la forza neanche di scansarlo… Non l’ho mai raccontato a nessuno, ho sempre cercato di non pensarci, e per anni ho oppresso quel pensiero, adesso ho 28 anni e non so perché ora ci penso tutti i giorni e la cosa mi fà schifo, io mi sento sporca e mi incolpo il fatto che non ho mai detto niente…vorrei non pensarci come ho fatto per più di 10anni ma ad oggi la cosa mi resta difficile, sto pensando anche di farmi seguire, non sò come mi devo comportare adesso.

        1. Author

          Gentile Monica,
          provi a non spaventarsi di queste reazioni. Avendo subito delle molestie, è del tutto normale che la mente tenti di dissociare l’accaduto dalla sua consapevolezza e può accadere che i ricordi tornino all’improvviso a diventare intrusivi. Lo prenda come un indizio che la sua mente le sta inviando di dover affrontare l’accaduto, anzichè celarlo alla sua coscienza, poichè è il solo modo per elaborarlo e riuscire a neutralizzarne gli effetti problematici. Chieda pure un supporto e affronti la cosa, vedrà che ne trarrà un grande giovamento.

          1. Buongiorno. Mi chiamo Michela e purtroppo la mia vita è stata costellata da violenze continue subite fin da bambina. Oggi non riesco a vivere la sessualità normalmente e non ho mai provato un orgasmo in vita mia. Ho sempre paura di tutti e mi sono sempre imposta i rapporti sessuali anche con mio marito perché mi sentivo in colpa. Le mie prime violenze le ho subite all’età di 9 anni da parte di un mio cugino che mi spogliava, continuava a toccarmi e si strusciava addosso a me. Questa cosa si è ripetuta per mesi almeno una volta alla settimana. Poi in età adolescenziale ho subito abusi sessuali con penetrazione e abusi di sesso orale per quasi un anno da parte di un uomo più vecchio di me di 17 anni. E poi ho subito stalking da un ex datore di lavoro ed infine con mio marito le cose non sono certamente andate meglio perché non ha mai compreso i miei problemi e si è sempre comportato da persona presuntuosa, volgare ed egoista senza pensare a me. Ho sempre avuto rapporti con penetrazioni dolorose e sanguinanti e non ho desiderio alcuno se non con un uomo che ho conosciuto da poco tempo. È un uomo dolce e affettuoso e di lui non ho paura, ma non riesco comunque ad avere un orgasmo. Riesco comunque ad essere tranquilla e ad accettare ogni attenzione, ma oltre un certo punto non riesco ad andare. Grazie per l’ascolto

          2. Author

            Gentile Michela,
            la sua storia meriterebbe di essere approfondita ed elaborata. Ci sono molti nodi da sciogliere e sarebbe opportuno affidarsi al sostegno di un professionista per poter superare le difficoltà esposte.

          3. Salve Dr.ssa, il padre di mia madre ha molestato mi ha molestato quando ero bambina, problematica venuta fuori da adulta e riuscita a gestori dopo momenti di sconforto grazie all’aiuto dello psicologo. Adesso sono molto preoccupata per mia madre (65 anni) che ha dei problemi a livello psichico… più volte ho voluto affrontare il problema andando anche indietro alla sua infanzia (il mio pensiero è che lui abbia fatto del male anche a lei) ma si arrabbia, nega, si chiude, inventa situazioni e diventa più nervosa anche nell’espressione del viso. Come posso fare per aiutarla? anche perché dallo psicologo non vuole andarci, ha accettato di andare dal psichiatra forse perché le da solo i farmaci, e parla quasi nulla…
            Grazie di cuore ❤️

          4. Author

            Gentile Marina,
            è molto importante non forzare mai chi ha avuto una esperienza traumatica ad esprimere o ricordare l’accaduto, se non ha volontà di farlo. Purtroppo, anche se ci reca dolore, dobbiamo accettare le scelte degli altri e se sua madre non vuole intraprendere un percorso non è possibile fare nulla, nè (ribadisco) è sano spingerla a farlo.

        2. Salve dottore, quando ero piccola i miei genitori mi hanno sempre tenuta nuda al mare fino a 8 anni circa, mi hanno sempre costretta a tenere la porta della mia camera aperta e quindi costretta a sentire i loro rapporti sessuali. Quando avevo 10 anni per un periodo, che non ricordo quanto lungo, mi sdraiavo sul mio fratellino e mi “Strusciavo” sopra di lui. Ora ho 36 anni e il senso di colpa non mi lascia ancora, sono andata in terapia per altri motivi (sempre legati a come mi hanno cresciuta i miei genitori) ma non ho mai avuto il coraggio di proferire parola al riguardo, né con mio fratello, che adoro, ma con il quale non riuscirei mai a parlare dell’accaduto, anche se saperlo ferito da questa cosa mi disteuggerebbe. Secondo lei è stato un abuso? Come posso superare il senso di colpa che ho?

          1. Author

            Gentile Nora,
            posso dirle che sarebbe il caso di provare a intraprendere o riprendere il percorso terapeutico per affrontare questa parte della sua storia che, se tenuta fuori dalla elaborazione generale di una terapia, può incidere nella sua non risoluzione. Sarebbe opportuno lavorare sul senso di colpa e su questi episodi, perchè se tenuti da parte non possono far concludere a pieno e felicemente il cammino della guarigione psichica.

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