L’avvento di internet e l’uso di ampia portata che via via le persone ne hanno fatto nel corso degli anni, lo hanno reso un compagno onnipresente nelle vite di gran parte di noi.
Anche la tecnologia si adatta e segue questo trend: non solo computer portatili sempre più maneggevoli, ma ora anche smartphone e tablet garantisco l’accesso al web ovunque ci troviamo (o quasi).
La psicologia e lo studio dei disordini psicologici vanno da sempre di pari passo con l’evoluzione socio-culturale dell’essere umano; così vecchie patologie lasciano il posto a nuove, che necessitano di approfondimenti e studi accurati se si vuole essere in grado di aiutare le persone a superare le difficoltà che pongono nella vita di tutti i giorni.
Con l’avvento del web, sono affiorati nuovi disagi di notevole interesse per la psicopatologia: la dipendenza da internet, che racchiude in sé diverse forme e sottocategorie (la dipendenza dai social network, dal sesso o dal gioco su internet ad esempio), è oggi uno degli argomenti più studiati.
Cosa si intende per dipendenza da internet?
Certamente è molto difficile valutare se e quando un uso eccessivo del web si trasformi in un problema vero e proprio. Molti giovani e meno giovani passano ormai una quantità significativa di ore sul computer senza per questo sviluppare forme di dipendenza. Quello che diventa un segno della eventuale presenza di un “problema” riguarda il modo in cui l’uso di internet riduce la qualità relazionale e interattiva dell’individuo nella sua quotidianità.
In poche parole, quando l’uso smodato del computer e di internet compromette le normali attività di tutti i giorni – il lavoro, la scuola, le uscite sociali – e soprattutto le relazioni affettive e la capacità di instaurare legami stretti e duraturi nella vita reale, allora siamo probabilmente alle prese con una situazione entrata in fase di disagio.
Quando si diventa dipendenti?
Anche questa è una domanda difficile a cui dare una risposta generica.
Si possono comunque individuare delle situazioni in cui si è più predisposti a sviluppare la dipendenza da internet.
Ansia, depressione, stress sono decisamente dei fattori predittivi: quando si attraversa un momento di difficoltà, il computer e le sue risorse illimitate possono ridurre notevolmente lo stato di disagio sperimentato, l’ansia o il senso di solitudine, offrendo opportunità di svago e alleggerimento della mente (un veloce calmante che devia dal problema vissuto in quel dato momento). Si rischia in questo modo di instaurare un circuito vizioso per cui, ogni volta che si è in una situazione conflittuale, si preferisce tornare a distrarsi creando una dipendenza, non una soluzione al problema – che invece permane ed, anzi, viene così alimentato.
Altri elementi predittivi possono essere: la preesistenza di un’altra condizione di dipendenza – ad esempio alcol, droghe o gioco compulsivo; difficoltà relazionali; fobie o isolamento sociale.
Quali sono i sintomi?
Generalmente quando si sviluppa una dipendenza da internet incorrono dei sintomi che danno disagio sia psichico che fisico (perdita di peso, sonno, cefalee, problemi alla vista, sono alcuni esempi).
Come si è già accennato, quando si diviene dipendenti dal web si perdono via via i contatti con la realtà, dunque si hanno delle difficoltà lavorative (si fa fatica a svolgere i compiti assegnati), si perde interesse e contatti con parenti, amici e compagni che “popolano” la vita reale.
Spesso si perde la cognizione del tempo, si passano ore sul computer senza rendersene conto, si dimentica di svolgere attività importanti, nei casi più gravi anche di nutrirsi o provvedere alla cura di sé.
Tutto quello che riguarda internet diviene la sola fonte di energia e soddisfazione, mentre si perde lentamente interesse per il mondo circostante.
Come poter uscire dalla dipendenza?
Come tutte le dipendenze, per uscire dal circuito vizioso che la dipendenza da internet crea è necessario rinforzare le proprie strutture interne (in questo caso spesso riguardano l’autostima) e sostituire alle vecchie strategie che creano la dipendenza, delle nuove più funzionali.
È importante, ad esempio, regolare il tempo che si passa su internet, limitarne l’uso e confinarlo in momenti precisi della giornata, oppure dedicarsi ad esso solo dopo aver svolto compiti necessari. Utile è cominciare a impegnarsi in attività alternative che possano fornire delle soluzioni sane alle sensazioni di noia e solitudine (attività sportive o hobbies di vario genere).
Ricorrere poi all’aiuto di una terapia o gruppi di sostegno, soprattutto nei casi più gravi, è fondamentale per sostenere ed aiutare la persona ad uscire dalla dipendenza da internet in modo stabile e duraturo nel tempo.
Ci sono centri di recupero x questo problema?
Gentilissima,
non esistono centri dedicati ad adulti vittime di abuso sessuale nell’infanzia, ma molte associazioni che lavorano su tematiche quali la violenza in generale e l’abuso infantile che possono comunque essere dei punti di riferimento in merito.
Avete ragione a dire che un uso prolungato delPC e di internet in particolare crea dipendenza, ma tengo a sottolineare che ormai internet è il mezzo di lavoro principale, specialmente lavorando nei servizi pubblici dove tutta la comunicazione è via mail e il rapporto con il dirigente d’area vasta sempre più freddo/glaciale, è vero c’è poco rapporto umano ma ormai il lavoro è impostato così, che fare in questi casi? Ditemelo Voi.
Gentilissimo, la sua obiezione è molto giusta. In questo articolo, seppur sinteticamente, si tenta di individuare ed esplicare problematiche legate alla dipendenza creata dall’uso eccessivo di internet come conseguenza di un disagio molto spesso derivante da uno status mentale di isolamento e difficoltà relazionali.
Lei però parla, mi pare di capire, di un piano differente. Ovvero di un disagio sociale (sicuramente conseguente anche a queste incapacità relazionali dei singoli sempre più diffuse) derivato dal cambiamento dell’uso dei mezzi che investono anche ambiti lavorativi e che inficiano la qualità dei rapporti e probabilmente aumentano condizioni di disagio legate anche alle dipendenze da internet. Ci troviamo ovvero in un’altra area di discussione.
Purtroppo in Italia, il supporto psicologico “clinico” aziendale (e non solo di reclutamento e selezione del personale, ormai perfettamente integrato in tale contesto) è ancora un concetto poco diffuso, nonostante il problema dello stress legato al lavoro sia ormai riconosciuto e studiato da anni.
Come lei giustamente evidenzia, molti contesti lavorativi (non solo per colpa degli strumenti tecnologici), non danno la giusta importanza alla qualità dei rapporti sociali compromettendo spesso l’equilibrio e la salute mentale stessa dei propri dipendenti.