Lasciarsi: La separazione come passaggio critico della vita

Lasciarsi: La separazione come passaggio critico della vita

 
Affrontare una separazione è un passaggio critico per la vita di un individuo. L’equilibrio psicoaffettivo viene messo a dura prova, così come il sistema cognitivo, che dovrà lottare contro forti conflitti tra l’abbandono di un quotidiano ormai conosciuto – sebbene diventato evidentemente insoddisfacente – e la spinta ad uscire da una situazione carica di frustrazione.

 
Quando all’interno di una coppia uno dei due coniugi (o entrambi) sperimentano una spinta al cambiamento, o meglio, il desiderio di uscire dalla dinamica amorosa considerata non più soddisfacente, inizia un periodo complesso dal punto di vista psicologico. I tempi presi per arrivare ad una decisione definitiva sono spesso molto lunghi (solitamente logoranti per chi dei due membri della coppia è incline a prendere una simile decisione) e i motivi possono essere molto diversi tra loro.

 
Decidere di porre fine ad una unione matrimoniale innesca un processo che potremmo definire simile a quello del lutto e viene sperimentato diversamente da chi è parte attiva e iniziatore della decisione e da chi “subisce” la decisione stessa (sebbene, ribadiamo, ci sono diverse situazioni in cui la separazione viene maturata a seguito di una instabilità riconosciuta da entrambe le parti).
La parola subire all’interno di una dinamica di coppia è poi molto fuorviante: difficilmente quando una relazione vacilla l’ago della bilancia pende totalmente da una delle due parti, ma è il risultato di una complicata rete di “interazioni disfunzionali” che accumulate nel tempo finiscono per sfilacciare l’intero sistema.
Il logorio che ne deriva può appunto trascinarsi per molto tempo e costringere l’individuo a vere e proprie maratone cognitive contro se stesso e l’altro che ne indeboliscono via via sia la struttura del Sé (la perdita di autostima ne è uno degli esempi più comuni) e producono un mutamento nella percezione dell’altro (si comincia ad assumere un atteggiamento recriminativo e rabbioso).

 
Nei momenti che precedono la separazione, in particolare, si prova un grande senso di spaesamento e la paura di abbandonare una dimensione quotidiana per riorganizzare i nostri ruoli e il tempo a disposizione in una vita totalmente differente. Spesso si fanno dei passi indietro proprio per l’incapacità di gestire tali emozioni così destabilizzanti: lasciare il conosciuto per lo sconosciuto, per quanto si viva in una situazione poco gratificante, è sempre molto difficile per un essere umano.

 
Una volta affrontata e attuata la decisione, la separazione viene messa in atto e con essa si comincia a vivere la perdita (spesso si prova dolore, si perde interesse per il mondo esterno, si smette di progettare, ovvero si sperimenta una vera e propria fase depressiva). Assimilata l’assenza e il dolore, si passa quindi ad una fase di ristrutturazione che chiede alla persona di riadattarsi, ricominciare a progettare e costruire dei nuovi spazi, rafforzando così lentamente il nucleo di Sé indebolitosi durante il percorso.

 
Si può dunque sintetizzare il percorso psicologico che porta alla separazione in questo modo:

 
Insoddisfazione –> Resistenza al cambiamento –> Presa di coscienza –> Messa in atto della separazione –> Rabbia –> Lutto –> Ripresa e Ridefinizione

 
Come in ogni processo in cui la mente è chiamata ad elaborare un passaggio critico, ci può essere il pericolo di bloccarsi in una fase e non riuscire ad andare oltre, così come si può non passare attraverso uno o più passaggi.
La separazione è dunque un momento estremamente delicato per la vita e l’equilibrio psichico di una persona, ed è importante tenere a mente la “normalità” di un abbassamento del tono dell’umore e una perdita di autostima. L’importante è che questi fattori riescano a venire col tempo assimilati e superati adeguatamente.

 

2 commenti

  1. Quanto è possibile intervenire sulla dipendenza affettiva di un partner che ha sviluppato un transfert dalla madre iperprotettiva alla partner divenuta care giver per assisterlo nelle gravissime conseguenze?

    1. Author

      Gentilissimo,
      in linea generale intervenire sulla dipendenza affettiva è sempre possibile. Naturalmente le possibilità terapeutiche vanno verificate poi di caso in caso.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *