Molte volte si sente etichettare persone se non addirittura noi stessi con il titolo di “narcisista”, eppure questa parola è tanto usata quanto abusata, per non dire che il suo effettivo valore e significato è poco conosciuto nella sua vera veste.
Iniziamo col descrivere un ipotetico “narcisista”: esso è un individuo centrato su di sé, con una (apparente) incrollabile autostima, dotato di forte senso di superiorità e generalmente poco interessato alla comprensione dell’altro, sebbene ne sia spesso un fine conoscitore.
Essere narcisista non è di per sé una condizione negativa o deprecabile. Avere dei “tratti” narcisistici o una personalità che tende al narcisismo è spesso indice di vivida intelligenza e capacità di adattamento. Il problema, come in tutte le altre condizioni di disagio psicologico, si pone quando il livello di intensità supera i limiti e fa sì che la persona si irrigidisca e strutturi tutto il suo essere sulla base di questo tratto.
Abbiamo allora di fronte un Disturbo Narcisistico di Personalità.
Questo disturbo definisce persone che hanno un narcisismo così pronunciato tale da compromettere una corretta immagine di sé, fino al falsarla totalmente.
Gli aspetti più pericolosi riguardano un senso di sé grandioso che va oltre la reale percezione di quello che si è, dando un’illusione di onnipotenza; d’altro lato, una quasi totale assenza di empatia verso l’altro.
Chi ha un disturbo narcisistico tende così a presentare se stesso in modo rigidamente amplificato e si relaziona con l’altro imponendo la sua lettura del mondo, rifiutando alcun tipo di critica e reagendo con rabbia o con chiusura ad esse. Tende inoltre a biasimare l’esterno e l’altro e a non assumersi responsabilità dei propri fallimenti, creando legami solitamente basati sulla colpevolizzazione dell’altro.
Vivere accanto ad una persona con disturbo narcisistico può essere molto difficoltoso. Essi tendono a fare “uso” dell’altro come funzione che alimenti il proprio bisogno di riconoscimento, prestando poca o nessuna attenzione reale ai bisogni che di contro ha anche l’altra persona. Sono molto richiedenti da questo punto di vista e come si è detto prima tendono a non assumersi responsabilità o colpe, riversandole sull’altro.
In realtà, questa totale attenzione su di sé e il senso di importanza e superiorità non riflette una autostima incrollabile come si potrebbe pensare.
Chi ha un disturbo narcisistico nasconde dietro il “falso sé grandioso” – solitamente costruito ad hoc per difesa – un “vero sé” fragile e incredibilmente bisognoso di attenzione e riconoscimento.
Potremmo pensarla in questi termini, molto semplicisticamente: dietro la facciata sicura e spavalda, si nasconde un piccolo fragile personaggio che non è affatto sicuro di sé, anzi di sé pensa tutto il male del mondo ed è terrorizzato che qualcuno se ne accorga.
Ciò spiega come mai queste persone sono sensibilissime alle critiche e vi reagiscono con forte aggressività (attaccando ferocemente l’altro oppure reagendo con lunghissimi silenzi); inoltre provano facilmente un senso di umiliazione e grande vergogna quando ciò accade.
Solitamente chi sviluppa un disturbo narcisistico ha avuto un’infanzia complessa, spesso dettata da un ambiente che preme con grandi aspettative, o di contro uno assolutamente non curante, fino ad uno abusante. In tutti questi casi, posiamo dire che il bambino per proteggersi impara a regolare da solo un’immagine di sé buona e consolatoria, mettendo da parte l’espressione delle emozioni e tutto ciò che risulta all’esterno una dimostrazione di vulnerabilità.
Dunque dietro l’arroganza e spesso poca “simpatia” si nasconde una creatura indiscutibilmente fragile, ma guai a provare a smascherarla senza le dovute precauzioni!
Ho scelto di iniziare una terapia psicologica con una psicoterapeuta transazionale da un anno. Nel duro percorso ho riconosciuto di essere dipendente affettiva per mancanze fondamentali nella mia vita. Ho riconosciuto di aver sempre scelto amici/amiche e fidanzate che spiccavano per un “sano” senso di responsabilità. (Esempio: “Si deve fare questo. Si deve fare quello. Zittire sentimenti ed emozioni.)
Mi sono colpevolizzata così tanto per aver loro innestato quel “senso di inadeguatezza” che poi mi hanno, puntuali, rimandato senza sconti di pena. Ed anzi più cercavo di darmi forza e più sapevano dove colpire. Hanno trovato in me la giusta vittima da immolare al loro altare per approvvigionarsi di gratificazioni. Risultato: sono entrata in paranoia e depressione. Paranoie che venivano attizzate continuamente. Al punto che se sorridevo e, magari capitava che ero veramente serena, mi veniva detto “Anche se sorridi si vede che stai male”. Tutte cose che aumentavano il malessere. Adesso accetto me stessa per non essere riuscita a fuggire da quella situazione soffocante: non avevo le armi giuste. Oggi sì, si azzardasse nuovamente a dirmi una roba del genere, la mia risposta stiletterà come lama sul suo fianco. È solo una similitudine, non ho intenzione di ferire fisicamente nessuno. Oggi sono una Donna nuova anche per me stessa.
Grazie Elide per la sua preziosa testimonianza e il coraggio dimostrato nel saper affrontare e quindi reagire alle difficoltà relazionali incontrate.
Purtroppo anche io penso di essere vittima di una madre con questo disturbo e l’ho scoperto per caso leggendo un articolo su internet, ha tutte le caratteristiche: bugiarda, manipolatrice, bisogna sempre dire si a tutto perché se no ti fa sentire in colpa, vuole sempre avere ragione, lei è la numero 1 (lo dice molto spesso), gli altri sono quasi sempre degli imbecilli che sbagliano sempre, tende ad esagerare sui suoi problemi, tende a fare la vittima e di ogni cosa ne fa un dramma, carattere al quanto pessimista. Difficile da sopportare anche perché tende ad essere logorroica, ultimamente tende sempre a ripetere le stesse cose (ha 73 anni), dice che gli sta venendo la “demenza senile”, è sotto controllo da un neurologo ma per ora non ha fatto nessuna diagnosi precisa (secondo me non ci sta capendo niente neanche lui, perché lei tende molto a mentire e ad esagerare, quindi non so che valenza possono avere i test che gli fanno fare).
Gentile Monica,
convivere con un genitore dai tratti narcisisti può essere molto difficile e dal suo commento lo si evince.
Grazie per la sua preziosa testimonianza.
Se fosse un estranea l’avrei già scaricata da tempo ma è mia madre e quindi porto pazienza anche se non è facile, ha un carattere molto aperto quindi fa amicizia facilmente ma appena la frequentano un po chi sa perché si allontanano, cosa che è avvenuta anche con mio fratello che non abbiamo più rapporti da vent’anni, lui si si è allontanato e qualche volta lo invidio, stiamo cercando almeno noi di riaprire un rapporto ma di nascosto da lei che mi ha già detto che se mi riavvicinò a mio fratello mi lascerà solo debiti (soliti ricatti).
Premesso che non ho la certezza fosse una narcisista/manipolatrice, e che nel mio caso era un’amica, è possibile che, durante la relazione, queste persone vi dicano: “se mi vuoi bene, torna la persona che a me piace tanto” (cioè quella accondiscendente, e non polemica), “io non ho mai detto di esser perfetta, però”, “pensa come vuoi, visto che non mi credi” e dopo che tu rispondi “posso anche crederti ma vedo i fatti, che non sono molto diversi da come ho scritto”, sentir dire “non meriti altre risposte” e cose simili?
Contando che io comunque ho un problema di dipendenza affettiva.
Gentile Alessandra,
difficile poter rispondere alla domanda da questi esempi di frasi, che in linea teorica potrebbero appartenere ad ognuno di noi.
E’ sempre necessario, per avere un quadro chiaro della situazione, valutare i contesti e le storie. Potrebbe essere una traccia che indica una persona che tende a colpevolizzare l’altro, ma è azzardato poter affidare a questi vaghi elementi una diagnosi.
Buongiorno, La ringrazio comunque per averci provato. Io personalmente non uso queste frasi, preferisco una seria discussione per andarsi incontro, confrontarsi… Ma non pretendo che l’altra persona sia come piace a me…
E’ u testo scritto molto bene.Purtroppo io ho per Madre e Padre due soggetti cn una organizzazione narcisistica molto importante.In effetti io nn faccio molta differenza cn l’organizzazione mentale borderline.Ho avuto spesso angoscia da bambino da adolescente e oggi da adulto dopo una lunga terapia sono arrivato alla conclusione che queste persone mirano all’annientamento psichico del familiare senza percepire dubbi o responsabilita`.Con loro va tutto bene fin quando nn esprimi una opinione diversa dalla loro.A quel punto cercano selettivamente i tuoi punti deboli per farti a pezzi.Loro rimandano sempre una immagine molto negativa di Te con una mimica emotiva molto intensa e’ come se fossero sgomenti atterriti e terrorizzati dalla tua spontaneita`.Controllo e Svalutazione.Usano un modo camaleontico di esprimersi e solo recuperando come mi sento riesco a prendere il filo e il senso delle cose.I miei genitori sono persone pericolose.Mia Mamma per 8anni ha avuto un delirio paranoide.La cosa curiosa e’ che credo sia una malattia genetica perche` la sorella di mia Mamma e’ uguale e confrontandomi con altri parenti e’ uscito fuori che abbiamo subito tutti abuso narcisistico.Il discorso e’ che queste persone non si rendono conto di come una persona possa sentirsi.Io sono fobico verso il narcisismo e ho il terrore pure io di diventare come loro.Questa fobia mi ha creato una bassa autostima anche se vedendo la mia immagine reale ovvero che sono una persona gentile molto buona ed empatica (e nn so come sono uscito cosi’ da quei due mostri)mi sto riprendendo e sto iniziando ad avere fiducia in me senza colpevolizzarmi quando non ho desiderio di aiutare il prossimo (Tratto del Salvatore).Da quando ho percepito che io idealizzo il prossimo e mi assento emozionalmente nel contatto facendo da specchio e sentendo solo l’altro mai me stesso per nn essere aggredito e svalutato (cioe’ per nn sentire ancora il vuoto davanti ad una mola di aggressivita’ e rabbia ingiustificata)ho ripreso voglia di esserci.Va detto che parlandone con altre persone mi sno chiarito.Va detto che avevo amici uguali ai miei genitori e sceglievo persone sempre cosi`.Ora questo incubo e’ finito.Anche Psicoterapeuti narcisisti ho incontrato.Mi hanno fatto a pezzi e solo cn un buon psichiatra che mi ha ascoltato e verificato i fatti senza iniziare a dire xhe ero io che sbagliavo,mi sono rialzato.
La ringrazio Marco per la sua testimonianza.
ti faccio tanti auguri perche sei la prima persona a capirne e riconoscerne le cause…io ho avuto a che fare con ilmio ex ragazzo narciso e ho riscontrato che tutto cio che facevo x lui nn era mai abbastanza e alla fine x ritrovare me stessa ho dovuto lasciarlo perche mi stavo ammalando per lui….
Buongiorno,
non posso che prendere tristemente atto che l’uomo con cui sto da un anno e mezzo ha innumerevoli punti in comune col disturbo descritto nell’articolo. Se qualcosa non funziona, deve attribuire la colpa sempre agli altri (sia nel lavoro, che nella vita di coppia, che in quella di tutti i giorni), non gli sovviene mai che qualche responsabilità potrebbe anche essere sua, anche quando ciò è evidente. Inizialmente pensavo fosse solo un aspetto infantile che, messo in evidenza e parlando, sarebbe scemato ma proseguendo mi sono resa conto che la cosa peggiora sempre di più. Ad atteggiamenti svalutanti e di ripicca nei miei confronti, quando gli faccio notare che certe cose tra noi non funzionano, unisce anche lunghi periodi di silenzio. La situazione è diventata molto pesante, già da qualche mese ho inziato ad andare da uno psicologo, sia per salvare la nostra relazione, sia per me. Ho provato a coinvolgere anche lui in questo percorso, ma ovviamente dice di non averne bisogno, di non credere in queste cose e che per se stesso non vi andrà mai e poi mai. Purtroppo ho esaurito i mezzi per comunicare con lui e per abbattere quel muro dietro il quale si protegge e attacca, ma ancora non mi capacito di come questo disturbo porti a non ascoltare la persona che ti ama.
Grazie a lei dottoressa e a chi ha commentato prima di me.
Ginevra
Grazie Ginevra per la sua testimonianza.
La sensazione che descrive di “sordità” del suo compagno verso le sue parole deriva dalla assenza di una prospettiva empatica del narcisista. Ovvero, dall’incapacità di mettersi nei panni dell’altro e di comprendere i suoi sentimenti e di prenderli in considerazione. E’ come se non fosse in grado di leggere gli altri e l’altro sia un semplice specchio dei propri bisogni.
Buonasera. Mi è stato diagnosticata da una Sua collega una personalità narcisistica, che io però riesco a riconoscere solo in parte. Si può guarire facendo un adeguato percorso? Ho paura a ricominciare la terapia, sia perché vorrei potermi fidare nel raccontarmi sia perché, dopo essere stata definita “morta dentro”, non vorrei fare un percorso inutile. Grazie, Stefania
Gentile Stefania,
per rispondere è utile forse chiarire che un disturbo di personalità indica uno stato di disagio che riguarda la struttura caratteriale della persona. Ognuno di noi ha dei tratti che indicano l’appartenza ad un quadro o ad un altro. Se viene diagnositcato un disturbo, questo indica che il quadro di personalità cui appartiene si è irrigidito e aggravato al punto da creare un disagio importante.
Non è corretto quindi parlare di guarigione e pensare una cosa simile può forse creare aspettative sbagliate. Quello che si fa in questi casi è lavorare per attutire quegli aspetti del suo carattere che aggravano la sua struttra provocandole disagio ed acquisire consapevolezza in merito. Così facendo si riporta la struttura ad un livello di equilibrio.
Probabilmente partirei dalla sua sensazione di non potersi fidare, da questa perdita di “speranza” e capire meglio da dove arriva.
Dopo esser stata imprigionata in una ragnatela di colpe, umiliazioni ed aver subito violenze fisiche, verbali e psicologiche per tantissimi anni, 4 anni fa ho letto “narcisismo” di Alexander Lowen. Ho capito che l’unica soluzione con questi soggetti è andarsene.
Ma non sarà mai finita perché non ammetteranno mai di aver sbagliato e quindi cercheranno in altre forme di continuare a distruggerti perché per loro dare la colpa ad un altro è l’unico modo per non far crollare il proprio io. E’un incubo, mi tormenta ancora. Mi ha portata alla depressione e non smetterà mai di tormentarmi. Ha sempre detto che vincerò solo nel caso in cui morirà lui per primo.
Gentile Luana,
alcune derive degli incontri con personalità narcisitiche di tipo più grave sono purtroppo distruttive per chi vi si lega affettivamente. Questi legami sono devastanti psicologicamente e purtroppo a volte fisicamente. Essi lasciano sempre delle ferite importanti ed è bene prendersi tempo e spazio per recuperare la serenità perduta.
Ho avuto da pochissimo, una relazione di due mesi con una donna sicuramente affetta da Disturbo Narcisistico di personalità.
È stato un inferno…è tale e quale la descrizione precedente. In più, per mettersi ancora più in evidenza, vestiva in maniera quasi al limite della decenza e siccome io mi cominciavo a vergognare ad uscire con lei, quando ho cercato di farglielo notare ha avuto una reazione violenta ed è stata 4 giorni senza rispondere al telefono….
Mi è dispiaciuto lasciarla perché mi sono accorto che in fondo era una persona debole,fragile e con me è stata anche molto affettuosa ma sempre con quel senso del comando e “son tutta brava solo io”
Ci sono rimasto male perché non credevo esistessero queste patologie così definite, ripeto, la copia perfetta della descrizione del disturbo.
Grazie, Andrea
Gentile Andrea,
grazie delle parole di apprezzamento e della testimonianza. Sono lieta che la lettura abbia potuto farle chiarire meglio una sua esperienza vissuta e immagino difficile.
La saluto cordialmente.
Grazie a lei Dottoressa, mi ha aiutato molto per trovare la forza di allontanarmi da questa persona che nonostante tutto mi ha lasciato anche dei ricordi di momenti belli e di grande affetto.
Non ho vinto ancora quel senso di rimorso che mi è rimasto perché in fin dei conti ho abbandonato una persona malata e che con me diceva di stare bene, ma una delle regole verso il malato di narcisismo o istrionico che sia, è : non illuderti di cambiarlo, di guarirlo !!!!
Grazie ancora, Andrea
Quali sono le “giuste precauzioni” per provare a smascherare il narcisista?
Gentile Elisa,
quando parliamo di narcisismo, ci riferiamo ad un assetto di personalità. Questo significa che parliamo di come una persona è, si comporta e si relaziona gli altri. Ci sono diversi livelli di intensità e quindi di gravità. Persone con dei semplici tratti, o persone cui questi tratti si intensificano e irrigidiscono ad un punto tale che diventano preponderanti, con conseguenze anche queste dalle non dannose, fino alle più tragiche.
Per questo non è molto facile rispondere ad una simile domanda senza risultare riduttiva, proponendo magari un decalogo dei comportamenti cui fare più attenzione rispetto ad altri.
Piuttosto posso dire con più sicurezza che non è importante “smascherare un narcisista”; anche perchè una volta dato il nome esatto all’assetto di personalità di una persona, ben poco si può fare, non avendo strumenti, nè essendo nella posizione di poter intervenire in alcun modo per migliorare la situazione.
Utile invece spostare l’attenzione su di sè e chiedersi sempre, di fronte a qualcuno, come questo ci fa sentire e poi muoversi rispetto alla risposta a questa domanda, nella direzione del proprio benessere e protezione di sè.
Nessuna relazione sana in genere compromette il proprio stato di benessere, equilibrio o amor proprio.
Aiuto! E’ la descrizione di mio marito. Un anno dopo che lui ha perso il lavoro ho seguito una psicoterapia, mi stava massacrando psicologicamente… Ormai, credo di non amarlo più. Buon lavoro. E.
Gentile Eva,
come specificato nell’articolo e come lei evince dalla sua esperienza, stringere un legame con una persona affetta da disturbo narcisistico di personalità può essere davvero difficoltoso e faticoso. Grazie per il suo commento.