Il fenomeno della personalità multipla ha sempre affascinato scrittori o sceneggiatori, artisti di ogni tipo e allo stesso tempo perseguitato scienziati intenti a svelarne la reale esistenza. In letteratura fioccano casi di persone “abitate” da diverse e numerose personalità, dalle due alle dodici, di cui la principale è solitamente ignara delle altre.
Alle origini il disturbo fu notato in persone isteriche e nei gravi malati psichiatrici; veniva chiamato “Disturbo da personalità multipla”. Sebbene raro rispetto ad altre più comuni malattie mentali, il disturbo per sua natura attirò subito l’attenzione della comunità. La possibilità che alcuni individui potessero avere personalità ben distinte tra loro alternarsi e mutarne le attitudini, i desideri e i comportamenti, divenne subito motivo di stupore e fascino.
Solitamente ad incorrere in simili quadri clinici vi erano persone gravemente traumatizzate e con una identità spesso molto debole. Presto, dunque, gli scettici cominciarono ad insinuare che la debolezza stessa poteva creare in certi contesti terapeutici le condizioni per influenzare questi pazienti e suggestionarli al punto da sollecitarli a produrre la patologia – che dunque non era altro che il frutto di una manipolazione e non poteva essere considerata rilevante. I detrattori del disturbo si appellavano alla mancanza reale di prove concrete della presenza di questi quadri clinici e di fatto questa patologia rimane più documentata in letteratura che nella realtà.
Man mano che la ricerca e la cultura scientifica si è ampliata, il fenomeno della personalità multipla si è andato definendo meglio. Dal 1994 il disturbo è stato ridefinito con il termine “Disturbo Dissociativo dell’Identità” a chiarire meglio cosa accade in certe condizioni. Il fenomeno della dissociazione è, contrariamente a quello delle personalità multiple, ampiamente studiato e provato da molto tempo. Si tratta di una reazione difensiva della mente che risponde, seguendo diversi livelli di gravità, a situazioni di stress elevato, separando parti di sé – ad esempio, la parte emotiva legata ad un evento da quella cognitiva, in modo da non consentire di provare emozioni destabilizzanti richiamando il ricordo; oppure isolando i ricordi stessi.
Ci sono molti modi in cui la mente dissocia e tutti gli esseri umani incorrono in questo tipo di processo. Il nostro stesso Sé non è un nucleo coerente e compatto, ma dialoga con diverse parti solitamente ben integrate tra loro. Questo spiega come spesso ci sentiamo e percepiamo in modi differenti, senza per questo mettere in discussione la nostra identità.
Alcune situazioni però innescano nella mente una reazione dissociativa massiccia ed è qui che si potrebbe venire a formare una separazione talmente netta tra parti di sé da renderle scollate una dalle altre e farcele percepire come ogni volta una entità differente. Questa situazione è oggi ampiamente dimostrata e osservata in clinica molto più che il vecchio e di certo nebuloso concetto di personalità multiple che emergono a contendersi il “controllo” dell’individuo.
Di fatto il DDI, anche nelle forme più severe e nei rarissimi casi di personalità multipla, non si presenta come nell’immaginario collettivo alimentato da scrittori prima e registi poi. Questo passaggio da personalità così nette in grado di agire e compiere spesso gesti atroci, è più un’esigenza artistica che quello che accade nella realtà. Anzi, spesso condizionati da certe rappresentazioni poco realistiche del fenomeno, abbiamo assistito a molti casi in cui criminali incalliti, nel tentativo di alleviare la loro pena, hanno tentato di fingere di essere affetti da personalità multiple il più delle volte fallendo miseramente.
Una persona affetta da DDI soffre spesso di fughe dissociative, depersonalizzazione e amnesia. Ovvero vive spesso delle situazioni in cui si perde la cognizione del tempo, non ricorda cosa è stato fatto in un dato momento, o percepisce una sensazione di estraneità al proprio corpo. Questo perché quando prevalgono parti dissociate piuttosto che altre, non si ha una vera e propria cognizione di quello che sta accadendo.
Possiamo dire che si perde la “visione di insieme” della propria vita.
Questo quadro resta poco frequente e di difficile diagnosi. Il disturbo non ha nulla a che vedere con la psicosi, o la depressione, in cui possiamo alle volte incontrare qualche sintomo simile.
Dunque in risposta al quesito iniziale, potremmo dire che in certo senso la risposta è affermativa, anche se la domanda è probabilmente errata. La mente può creare una separazione così definita di alcune parti di sé da renderle autonome e dunque da isolarle dal loro contesto: far dialogare di nuovo le parti e integrarle è l’obiettivo principale per poter trattare e superare questa condizione.
Gent Mari,
spero veda ancora questi messaggi e le vada di rispondere. Mi sono innamorata di una persona che purtroppo credo abbia proprio questo problema. È come se avesse 2 personalità bene distinte, una innamorata di me mentre l’altra più distaccata, più portata a fare del male. Credo che lui ne sia consapevole e quando passa del tempo con me riesce a far uscire questa sua parte buona, che altre volte imprigiona. È strano da spiegare e non vorrei dilungarmi troppo, voglio solo sapere, secondo lei queste possono essere delle basi per avere questo disturbo? so che bisognerebbe che lui si rechi da uno specialista ma vorrei sapere il suo pensiero.
Gentile Sara,
purtroppo da questa breve descrizione non è possibile dare una risposta. La valutazione della presenza o meno di un disturbo dissociativo o di altri in generale, deve necessariamente passare per una attenta valutazione in sede appropriata. Posso dirle, in termini generali, che la percezione di componenti dissociate in una persona, come appunto avere la sensazione che una persona abbia diversi cambi attitudinali, possono afferire a differenti quadri diagnostici e anche a disturbi di personalità. Dunque per capire meglio, da caso a caso specifico, sarebbe importante una valutazione e un lavoro personale specialistico.
ciao, sono Linda e ho 14 anni. A volte mi capita di vedere me stessa da un’atro paio di occhi, nel senso che so di essere nel mio corpo fisicamente, ma psicologicamente è come se fossi una persona che mi sta guardando…altre volte mi ritrovo ad aver fatto cose (non gravi) e non essermene resa conto, ma dopo un po mi tornano alla mente, oppure mi sembra di vivere alcuni momenti come se fossi in un sogno e non ho il controllo del mio corpo. Sono sintomi del DDI?
Gentile Linda,
quelli che descrive possono essere definiti dei sintomi dissociativi che meriterebbero un approfondimento per essere compresi a pieno e quindi darle un riscontro preciso di cosa si tratti.
Salve, mi chiedevo se le diverse identità potessero addirittura avere patologie diverse; ad esempio una di questa affetta da diabete e le altre no. E’ possibile una cosa del genere?
Grazie in anticipo per la sua riaposta.
Gentile Valeria,
la mente può dissociarsi, ma il corpo è uno e quindi non è possibile fisiologicamente che si sviluppino differenti patologie fisiche. Può accadere che la mente emuli uno stato di disagio corporeo mentre è dissociato in una specifica parte, mentre non provi quello stesso disagio quando è in stato dissociativo differente.
Buongiorno, a volte mi capita di avere pensieri come se la mia mente fosse una cosa distinta da me e mi dia del tu.. Cosa può significare? Pensieri che nascono spesso da situazioni di paure e di esperienze negative..
Gentile Mirco,
purtroppo non mi è possibile rispondere alla sua domanda senza conoscere elementi della sua storia. Se sente come intrusiva e disagevole questa situazione, provi a chiedere un consulto così da poterla chiarire meglio e tranquillizzarsi.
Buonasera Dottoressa
Ho 31 anni e da poco ho scoperto di avere una madre con DDI . La cosa mi sta infettando…mi sento sempre più lontana da quella che ero prima. Quando sono sola in casa ho un terrore inspiegabile come se dovesse arrivare qualcuno ma vivo da sola e noto che ho molte amnesie. Sono seguita da psicologa e psichiatra ma mi vergogno a parlarne
Gentile Roberta,
comprendo il suo imbarazzo, ma non c’è vergogna nel vivere una condizione di disagio della quale si sta prendendo debita cura. Se non interpreto male il suo messaggio, mi colpisce piuttosto la paura che giustamente ha nei confronti di uno stato mentale che le crea confusione e vuoti di memoria. Conoscere le proprie debolezze, la storia e come gestire certi stati mentali è un passo importante per sentire di poter riprendere il controllo e quindi serenità. Le auguro il meglio.
Sto cercando di capire se il mio migliore amico ne è affetto, ci sono giorni in cui ( magari dopo grave stress dei giorni precedenti ) si sveglia ed è un’altra persona. Mi spiego con un esempio, la sera prima è felice, allegro parliamo tranquillamente. Il giorno si sveglia arrabbiato col mondo, urla , butta a terra bicchieri, lancia il cappello, dice cose cattivissime senza senso ( l’ho pure registrato ) e resta cosi. Il giorno dopo non ricorda piu’ nulla, al sentire la registrazione nemmeno. ( in questo caso niente alcool, niente abuso di sostanze ).
Stessa cosa succede in altri momenti ma con una personalità completamente diversa, è malinconica, tende a dire cose che per vergogna non direbbe mai normalmente e ad essere spiccatamente sensibile e dolce, questa personalità salta fuori soprattutto quando beve o si rilassa molto. Anche qui non ricorda nulla.
Puo’ essere qualcosa del genere o è più bipolarismo? Io sto solo cercando di capirlo, è un periodo duro per entrambi.
Grazie mille e complimenti per l’articolo
Gentile Luna,
in questi casi è necessario proporre alla persona interessata una visita per capire le origini del disagio e ipotizzare quale sia il problema. Non è possibile diagnosticare da questi elementi un qualsiasi quadro patologico, se presente, nè certamente provare a fare diagnosi non avendone le competenze.
Sto leggendo un libro che racconta la storia di un uomo che aveva 24 diverse personalità e ognuna aveva caratteristiche fisiche differenti ( occhi e capelli di colori diversi, peso e altezza differenti) e mi stavo chiedendo se tutto ciò è possibile? So che puó essere una domanda assurda, ma chi è affetto da questo disturbo è in grado di modificare in qualche modo le caratteristiche fisiche del proprio corpo?
Gentile Zoe,
come scritto nell’articolo, in letteratura vi sono molte storie romanzate riguardanti disturbi di personalità multipla. La mente è in grado di modificare la percezione del nostro corpo e di agire su di esso in molti modi. Molto difficile che riesca però ad operare delle modifiche quali il colore degli occhi.
Solitamente parliamo di aspetti di personalità o strutture più complesse che sembrano sdoppiarsi, solo perchè non vengono percepite come integrate dalla persona. Il resto lo lasciamo alla fantasia degli scrittori e dei registi.
Salve. Proprio ieri è successo questo stranissimo fenomeno che tuttora io e la mia famiglia non riusciamo a spiegarci. In garage/taverna avevamo una cassetta di birre in lattina, praticamente quasi nessuno di noi tre beve la birra o comunque alcolici in generale. La cassetta è stata comprata sabato e ieri sera per puro caso mio papà si è accorto che 4 lattine erano aperte e dentro c’era dell’acqua e una lattina era sparita… il fatto ci ha lasciato a bocca aperta e veramente siamo impauriti di quello che è successo perche nessuno di noi tre è stato. In caso di assunzione di farmaci per disturbi ossessivi-compulsivi che giovano anche su fibromialgia, potrebbe c’entrare qualcosa tutto cio da parte di un soggetto? Grazie
Gentile Davide,
non è possibile rispondere a questa domanda con precisione non conoscendo il caso specifico. In linea teorica l’assunzione di farmaci non può dare un quadro dissociativo di questo tipo. E’ consigliabile comunque rivolgersi al vostro medico curante per fare tutte le domande del caso e ricevere chiarimenti più puntuali.
Buongiorno,
credo di aver conosciuto una persona affetta da questo disturbo,ho notato che nel momento in cui la persona affrontava un qualcosa che non sopportava emotivamente era come se entrasse un altra persona nel corpo, parlava di lui in terza persona ed era completamente l’opposto mi faceva paura, diceva che per un bel po di ore si sarebbe impossessato della persona, poi io chiamandolo per nome dopo un bel po di tentativi la persona si é come risvegliata da un sonno e non si era reso conto di nulla.la persona usava dei farmaci per la terapia del dolore secondo lei potrebbe trattarsi di questo disturbo? le persone affette si rendono conto di essere malate? sono pericolose?grazie mille.
Gentile Lisa,
naturalmente non è possibile nel caso specifico fare una diagnosi in questo contesto e con queste poche informazioni. Certamente un accadimento del genere meriterebbe un approfondimento psichiatrico per comprendere meglio se ci siano o meno delle problematiche in atto. I sintomi che descrive sembrerebbero dissociativi, quindi è possibile che si sia trovata ad assistere ad un fenomeno similare a quello discusso nell’articolo.
Le persone con disturbi dissociativi possono certamente percepire delle incongruità.
In linea generale, è statisticamente bassa la percentuale di pericolosità di chi soffre di un qualsiasi disturbo mentale, anche di natura grave, anche se resta una opzione possibile.
Ho avuto delle esperienza …in un caso sulla mia destra c’erano delle sagome la prima leggermente più bassa di me quasi nera e poi via via scendendo più basse e più chiare….ma “io” presente….ognuna diceva la sua senza predominare sulle altre quasi come in un.concerto ,la stessa sinfonia con strumenti diversi.
La seconda esperienza..mentre perdevo la coscienza primaria le altre prendevano il controllo una alla volta annullando le altre..devo confessare che mi.è capitato quando assumevano della semplice marijuana….o fumo….forse questi composti aprivano dei canali….. ultimamente la principale prende il controllo e non vuole fare uscire le altre
Gentile Marì,
potrebbero essere dei fenomeni di “depersonalizzazione”. Se si protraggono nel tempo potrebbe essere utile fare un colloquio con un professionista.