La psicoterapia di gruppo, a contrario della ormai ben rodata psicoterapia individuale e quella di coppia o familiare, è sempre rimasta più “indietro” nella scala di popolarità tra le persone che si accostano ai percorsi di psicoterapia.
Man mano che la consapevolezza dell’utilità e necessità della psicoterapia aumenta nella nostra cultura, si fa sempre più sofisticata la richiesta e la scelta attenta di quale tipo di trattamento scegliere. La psicoterapia di gruppo sembra sempre restare un po’ più indietro rispetto a tutte le altre offerte di cura che la psicologia offre.
Ma come mai tutta questa reticenza?
Spesso quando propongo o suggerisco ad un paziente che gioverebbe molto di una psicoterapia di gruppo, mi sento rispondere con un NO! secco. Chiedo allora come mai questa opposizione così forte e mi sento rispondere in molti modi, che sembrano tutti convergere verso una sola motivazione: non mi sento di parlare delle mie problematiche con altre persone sconosciute, me ne vergogno, non ne trovo l’utilità.
Nell’immaginario collettivo quello che frena immediatamente nel pensare ad una psicoterapia di gruppo è proprio perdere quel senso di privacy che la psicoterapia individuale invece sembra garantire al meglio.
In un certo senso è vero che il gruppo, in quanto implica la presenza di più persone a condividere le problematiche personali di ognuno, allarga il campo a più spettatori e può dare la sensazione di avere minor protezione rispetto alla situazione a due con il solo terapeuta.
In realtà, nel contesto della psicoterapia di gruppo, l’ostacolo dell’imbarazzo ha un tempo davvero limitato. Una volta inseriti nel contesto gruppale, il senso di accoglienza e la forza del campo che si crea quando più persone cooperano e si confrontano, con storie anche molto differenti tra loro e risorse varie, prende con forza il sopravvento.
Perché il gruppo cura?
La terapia individuale si orienta sul campo a due che si crea e lavora principalmente sulla coppia per individuare gli “intoppi” della mente del paziente. Si discute e cerca di approfondire sia attraverso quello che accade in seduta, sia tramite le esperienze che la persona vive nel suo quotidiano o ha vissuto nella corso del tempo.
La psicoterapia di gruppo è un incredibile amplificatore di questo aspetto. Mette a contatto la persona con un gruppo di altri, creando quindi un contesto molto più chiaro e completo di ciò che è chiamato ad affrontare quotidianamente. Inoltre mette a confronto persone diverse con problemi diversi, offrendo ai partecipanti prospettive nuove su come si può interpretare e affrontare una esperienza di vita. Contribuisce ad uscire dal senso di isolamento o fallimento che spesso si ha quando si deve affrontare un problema che si ritiene gli altri non abbiano e non ci si sente quindi compresi dagli altri.
Nella vita di tutti i giorni come esseri umani siamo continuamente a contatto con altre persone, interagiamo in gruppi di ogni tipo – familiari, scolastici, lavorativi, amicali – le problematiche e i disagi che abbiamo e vogliamo risolvere sono legati costantemente alle relazioni con essi: l’autostima, il senso di solitudine, l’ansia, tutti argomenti predominanti in terapia, dipendono strettamente dal nostro rapporto con l’altro.
Nel gruppo le problematiche psicologiche hanno la loro origine e nel gruppo possono dunque trovare una comprensione più chiara e quindi anche una soluzione. La psicoterapia di gruppo cura proprio perché mette a confronto le persone con i loro disagi, le credenze sul mondo e su ciò che pensano gli altri; stimola risposte alternative a quelle che abbiamo interiorizzato nel corso della vita, poiché trova riscontro immediato in quelle altrui. Mostra in presa diretta il modo in cui ci accostiamo agli altri e spesso sorprende nello smentire le nostre false teorie sul mondo e su come lo percepiamo o crediamo di venire percepiti da esso.
Nel gruppo si ha modo di confrontarsi e discutere dei timori o delle difficoltà che si vivono. Inoltre si ha la possibilità di aprire il campo di possibili differenti interpretazioni e visioni della realtà che ci circonda, attingendo a quelle degli altri che diventano così una preziosa miniera d’oro di informazioni utili per la cura e la crescita individuale.
Quali sono le differenze tra la psicoterapia di gruppo, i gruppi di sostegno e di auto aiuto?
Trovo infine utile fare una differenza tra diversi tipi di gruppi terapeutici di cui sempre più spesso sentiamo parlare, poiché questo aspetto contribuisce alla confusione che il tema crea rispetto a cosa si faccia davvero o meno all’interno di un gruppo psicoterapeutico.
La psicoterapia di gruppo, come quella individuale, offre una esperienza di cambiamento completa e complessa ed agisce in particolare approfondendo le dinamiche individuali vedendole direttamente esplicarsi nel gruppo. Uno psicoterapeuta guida questo percorso aiutando il gruppo e le persone a fare chiarezza su questi aspetti, evidenziando con dovizia queste dinamiche appena si palesano tra i presenti. È un intervento sulla persona in generale e può avere una durata anche lunga, pari a quella di un percorso individuale. Sono gruppi che possono restare chiusi per tutto il loro corso oppure aperti all’entrata ed uscita dei partecipanti una volta il processo di crescita, conoscenza e cambiamento risulta concluso. Hanno una durata regolare di circa 70/90 minuti e una ricorrenza settimanale . Si equiparano quindi in tutto e per tutto ad un percorso individuale, negli spazi e nei tempi.
Sebbene vi sia, come nella terapia individuale, la possibilità di intervenire in gruppo su tutte le problematiche psicologiche, le più indicate per questo tipo di terapia sono: problemi relazionali, dipendenza affettiva, anaffettività, depressione, ansia e fobie sociali.
I gruppi di sostegno hanno invece un valore di supporto su un tema solitamente specifico, hanno una durata prestabilita e dispongono di una figura di facilitatore, che può essere uno psicoterapeuta o un operatore qualificato di altro campo.
In questo caso utili sono gruppi a tema quali ad esempio: lutto, abusi, violenze domestiche, malattie oncologiche.
I gruppi di auto aiuto invece sono autogestiti da persone che condividono tutte una problematica comune, come gli alcolisti o i gruppi orientati al sostegno nell’uscita da diversi stati di dipendenza e non prevedono la presenza di nessuno specialista al loro interno. Hanno dei programmi prestabiliti e restano aperti all’entrata e all’uscita delle persone che via via sono interessate a parteciparvi.
Alcuni esempi di nuovi gruppi di auto aiuto su modello degli alcolisti anonimi sono: dipendenza da gioco, da internet, dipendenza sessuale, dipendenza da cibo.