Una delle difficoltà maggiori, quando si sente il bisogno di chiedere aiuto per un disagio sofferto, è quello di scegliere lo psicologo che sia in grado di accogliere la nostra richiesta e soddisfarla in modo adeguato.
Il più delle volte chi sente un disagio si disinteressa della maggior parte delle cose che ruotano attorno alla formazione personale del professionista, ma anche se poco importa del modello teorico che il vostro psicologo segue, è necessario non perdere mai di vista alcune informazioni base.
Il primo suggerimento per scegliere lo psicologo è di sicuro quello di affidarsi ad un professionista che ci “piace”, che ci ispira subito fiducia e con cui ci troviamo bene. Rinunciare se in un incontro abbiamo delle cattive impressioni è di solito una buona strada per salvarsi da una terapia che non sarà soddisfacente. Questo significa che non si può andare bene a tutti e non si può piacere a tutti, ma che in un percorso terapeutico questa è la base di un lavoro promettente. Proprio nella “alleanza terapeutica” ovvero nella buona intesa della coppia terapeuta/paziente, risiede gran parte della riuscita di una psicoterapia indipendentemente dal modo in cui decidiamo di affrontare assieme alla persona il suo problema (quindi dalla teoria che ci guida).
Il secondo suggerimento riguarda l’accertarsi della corretta formazione dello psicologo. Noi psicologi, dopo la laurea in psicologia che dura cinque anni, ci specializziamo frequentando una scuola quadriennale in psicoterapia. Molte sono le scuole che possiamo scegliere e questo dipende dalle teorie che riteniamo più valide per affrontare i problemi che attanagliano la psiche umana. Nessun modello teorico è più valido di un altro e molti studi che si sono prodigati per far emergere uno rispetto ad un altro, non sono mai riusciti a dare una dimostrazione soddisfacente della loro supremazia: in quest’ottica, sentitevi quindi liberi di scegliere con tranquillità quello che lavora nel modo che più piace a voi. Controllare sempre le referenze dello psicologo è importantissimo. Cercate il suo nome negli albi professionali e verificate se sia regolarmente abilitato alla professione e, se state facendo una psicoterapia, che sia abilitato ad esercitare anche quella attività. In tutti gli albi delle regioni italiane è possibile risalire a tutte queste informazioni. Se così non fosse, potete chiedere allo psicologo delucidazioni, poiché qualche volta lo specialista è iscritto ad un albo di una regione differente e potrebbe accadere di non venire individuato subito. In caso la spiegazione fosse nebulosa e non vi convincesse, allora è bene mettersi in allarme e forse cercare altrove. Questo perché, come si è detto, il percorso che porta a formare uno psicoterapeuta è lungo e faticoso e non può essere svolto da chi non ha compiuto tali studi.
Il terzo suggerimento riguarda il rispetto delle regole deontologiche che esistono in terapia di cui poco si conosce e ancor meno se ne comprende i motivi. Di sicuro uno psicologo per etica è vincolato al segreto professionale, non può parlare con vostri amici o parenti di voi, non può rivelare nemmeno a sconosciuti cose che vi riguardano. La tutela della vostra privacy è fondamentale per la riuscita del percorso che si basa proprio sulla fiducia e la possibilità di potersi aprire con una persona che potrà aiutarci senza che questa appartenga alla nostra cerchia di conoscenze.
D’altro canto, lo psicologo non è un essere ingessato che non dice una parola e non ha sentimenti, né emozioni: le relazioni terapeutiche sono ricche di affettività genuina. Il nostro compito è però quello di guidare l’altro attraverso un duro cammino verso il benessere e per questo dobbiamo rimanere accanto a lui, e allo stesso tempo, rimanere lontano quel tanto che basta per poterlo indirizzare senza invadere spazi e modalità riservate invece a relazioni di altra natura, che si instaurano nella comune vita di tutti i giorni.
Diffidate dunque dell’invasione di certi spazi che sono e devono restare privati e riservati ad amicizie o relazioni intime, poiché il professionista psicologo per poter svolgere bene il proprio lavoro senza danneggiare il vostro equilibrio psichico, deve rimanere al di fuori della vita vissuta al di là della porta dello studio.
Facciamo alcuni esempi per capire meglio. Alcuni psicologi accettano regali dai pazienti, altri valutano seriamente l’invito al matrimonio di una persona seguita da molti anni e decidono di presenziare alla cerimonia, altri ancora incontrando un assistito per strada si fermano volentieri a fare un saluto: tutte queste cose possono rientrare nelle molte scelte accettabili dello psicologo, che come professionista e come essere umano, è spinto con sincero affetto verso la persona che segue e con cui affronta un percorso così intimo come la terapia. Altri accettano un invito a cena, frequentano parenti o amici dell’assistito, parlano di loro con persone che conoscono il proprio cliente, telefonano o intrudono nella vita del paziente con argomenti che esulano dalla terapia, o instaurano una relazione intima con il paziente: queste cose rientrano invece in tutta una gamma di comportamenti dannosi e poco etici, per non dire assolutamente privi di etica, da cui è necessario tutelarsi.[1]
Se avete qualche dubbio sul comportamento del vostro terapeuta, non esitate a contattare l’ordine degli psicologi per chiarirvi le idee.
[1] A questo proposito vi invito anche a leggere il codice deontologico che potete trovare su questo sito o al link dell’ordine degli psicologi: http://www.psy.it/codice_deontologico.html
Complimenti Dottore per lo splendido articolo…sarebbe necessario che chiunque inizi questo percorso prima di farlo legga qualcosa del genere per non finire in cattive mani…io ho impiegato anni prima di trovare lo psicologo con cui instaurare un rapporto di stima e fiducia.
Prima ho solo trovato gente pronta ad approfittarsi di me e che ha provato a rendermi dipendente dalle proprie sedute.
Condividerò questo articolo con chiunque in futuro mi accenni la sua volontà di provare questo percorso.
Complimenti
Gentile Sofia,
grazie delle belle parole. Per fortuna in generale i colleghi psicologi sono dei professionisti che non si approfittano dei pazienti in questo senso, ma come in tutte le professioni, ci sono delle persone che non svolgono in modo etico e corretto il lavoro.
Mi rincresce davvero il fatto che sembra essere stata particolarmente sfortunata e che più di un incontro con la categoria non sia andato bene. In questi casi, se si ha il dubbio di avere incontrato un collega che non si è comportato in modo adeguato e si hanno avute delle esperienze spiacevoli, consiglio sempre di segnalare all’ordine degli psicologi della regione corrispondente, così da garantire sempre un servizio al massimo delle competenze.