Quando si parla di “abuso sessuale infantile” ognuno di noi ha in mente una definizione precisa, dettata il più delle volte da esperienze indirette. Purtroppo in alcuni casi l’abuso sessuale entra direttamente nella vita di un individuo, impattando violentemente sul suo normale corso, lasciando dietro di sé delle ferite psicologiche che variano per gravità a seconda del tipo di abuso subito, l’età e la capacità di autocura di cui ogni mente umana dispone.
Partiamo da una definizione generale: intendiamo per abuso sessuale infantile qualsiasi attività che implica il coinvolgimento in attività sessuali di un minore da parte di un adulto.
Da notare bene, quando ci riferiamo ad attività sessuale, non parliamo necessariamente di un rapporto fisico diretto, ma di tutto ciò che ha a che vedere con la sfera della sessualità, se una delle due parti rifiuta o non è nella posizione di comprendere (o comprendere con un senso di maturità piena in caso di adolescenti) ciò che sta accadendo. Ad esempio, oltre alla violenza sessuale che implica una penetrazione, la costrizione al toccare o baciare; la visione non desiderata di nudità o atti sessuali del singolo adulto, di una coppia o più individui; riferimenti sessuali e argomentazioni oscene.
L’abuso sessuale infantile ha solitamente e comprensibilmente un elevato livello di gravità e rischio per la salute mentale di un individuo e la sua crescita. Una persona che è stata abusata in età infantile porta nel decorso evolutivo della sua mente le tracce di un evento traumatico che solitamente ne devia il normale sviluppo.
Possiamo dire in linea generale che il livello di gravità segue tre dimensioni fondamentali:
- il tipo di abuso subito e la sua durata – ovvero, se si è trattato di veri e propri rapporti fisici, toccamenti o esposizioni visive o racconti e provocazioni e quanto a lungo;
- l’età e le risorse individuali del bambino – ovvero, in quale fase dello sviluppo il trauma lascerà traccia e di quali risorse dispone;
- l’identità dell’abusatore – più la parentela è prossima alla vittima, peggiori saranno le conseguenze del trauma subito.
Per intenderci, potremmo dire che un abuso sessuale subito da parte di un genitore ad un bambino in età pre-puberale (8-11 anni circa) che si protrae nel tempo, con un coinvolgimento fisico totale, con ogni probabilità si rivelerà un’esperienza tra le più distruttive per la salute psichica.
Naturalmente essendo queste tre dimensioni molto variabili, fare previsioni nei singoli casi è molto complesso e, proprio per le capacità e risorse individuali, situazioni che potrebbero far pensare a conseguenze peggiori potrebbero rivelarsi meno gravi di altre da cui ci si aspetterebbe al contrario quadri meno compromessi.
A fronte di ciò ricordiamo che trattandosi di abuso sessuale infantile, stiamo facendo distinzioni all’interno di una situazione che presenta comunque, in qualsiasi forma avvenga, una potenzialità traumatica di livello elevatissimo, che si parli di un episodio con coinvolgimento minimo, ad uno massimo.
Le conseguenze psicologiche di un abuso sessuale possono toccare differenti aree: l’autostima, lo sviluppo della sessualità, le capacità relazionali.
Solitamente un bambino reagisce all’abuso innescando meccanismi di difesa basici, quali rimozione e dissociazione – la mente cerca in questo modo di sganciarsi dal ricordo traumatico insostenibile creando una barriera tra ciò che è accaduto e le implicazioni emotive o cancellando letteralmente l’episodio dalla memoria. E’ stato rilevato come il minore affronti una situazione molto simile a quella degli adulti che, dopo aver subito un trauma, sviluppano un disturbo post-traumatico da stress.
Il senso di colpa si riversa su di sé ed è tanto più intenso, quanto l’ambiente circostante ignora o copre l’episodio, e di contro, si sviluppa un profondo senso di sfiducia e paura nei confronti degli altri.
Un adulto che è stato abusato deve scontrarsi con queste credenze sviluppate e consolidate dal bambino che era un tempo. Tenderà a seconda dei casi, ad essere altamente aggressivo, ad incolparsi ferocemente, avrà una bassa autostima, tenderà a deprimersi o ad oscillare molto tra stati emotivi. È prevedibile che abbia difficoltà a regolare gli impulsi e problematiche ad inquadrare e sviluppare una corretta identità sessuale ed una vita sessuale soddisfacente.
Tra le patologie che possibilmente si sviluppano troviamo il disturbo borderline di personalità, la depressione, disturbi alimentari e dipendenze, proprio in conseguenza all’incapacità di regolarsi e al costante bisogno di “tenere il controllo” su una situazione che si percepisce in pericolo costante.
Ad oggi la psicoterapia è uno strumento di elezione per trattare e curare storie e conseguenze degli abusi. Ovviamente, parlando di età adulta, si dovranno affrontare gli effetti di schemi disfunzionali consolidati nel tempo. Si può dire che il trauma dell’abuso innesca una serie di meccanismi di difesa estremi della mente che portano purtroppo, seppure con lo scopo di proteggere la persona da un crollo, alla formazione di sistemi difettosi e patologie che probabilmente non sarebbero comparsi altrimenti.
In quest’ottica, abbiamo personalmente usato l’esperienza nata da un lavoro costante sul campo in questo ambito per sviluppare un metodo mirato, la cui filosofia di base è mantenere al centro la narrazione della persona, integrando tecniche e conoscenze in campo psicotraumatologico sempre più innovative: l’Emdr; la Psicoterapia Sensomotoria; la terapia dell’Esposizione Narrativa, ne sono alcuni esempi.
Tutto ciò all’interno del percorso di psicoterapia, per fornire a chi ne fa richiesta un’esperienza che garantisca una totale e complessa strategia di intervento il più possibile risolutiva, nel rispetto della natura articolata del trauma, la cui cura non può ridursi alla sola rimozione dei sintomi da esso generati (per saperne di più: Alicanto – Centro Cura del Trauma Psicologico).
NB. Vorrei estendere un ringraziamento particolare a tutti coloro che con coraggio stanno commentando l’articolo, facendo domande o semplicemente condividendo il dolore e il disagio delle loro esperienze di abuso vissute in età infantile.
[E’ possibile che parti dei commenti con contenuti marcatamente espliciti vengano tagliati per il contesto nel quale sono pubblicati.]
Vorrei altresì specificare che purtroppo NON E’ POSSIBILE FARE CONSULENZE VIA EMAIL O TELEFONICHE.
Usate questo spazio qualora vogliate un commento da parte mia.
Ciao, io ho subito abusi intrafamiliari, ho ripreso i contatti con le mie figure abusanti, ho letto che si tratta di coazione a ripetere…è davvero cosi? E come posso fare per evitare questi contatti? Penso sia qualcosa tipo autolesionismo o farsi del male in altri modi, mi sono data questa lettura qua. Inoltre non sono seguito da nessuna psicologa da 2_3 mesi e mi sento persa.
Gentile Patty,
È vero che il concetto di “coazione a ripetere” è spesso usato in questi casi, ma va maneggiato con cura. Non significa necessariamente che ogni ritorno al contatto con chi ha abusato sia una “ricaduta” o un auto-boicottaggio. Come dicevi giustamente, non si può generalizzare: ogni persona elabora il trauma in modo diverso e agisce in base a dove si trova nel proprio percorso.
A volte, riaprire un contatto può essere una forma (più o meno consapevole) di tentativo di riparazione, mentre in altri casi può effettivamente rappresentare una dinamica lesiva, quasi un “farsi del male” simile all’autolesionismo. Ma questi significati si possono comprendere solamente di storia in storia, momento a momento e possibilmente in sede terapeutica.
Il nodo vero non è tanto il “contatto” in sé, ma il significato che assume di volta in volta.
Ciao ho scritto tempo fa qui.
Sono stata abusata da entrambi i miei genitori e mio zio materno. Ho subito anche pedopornografia infantile e prostituzione infantile.
A 7 annk dagli eventi traumatici pongo questa domanda, è corretto dire che gli abusi sessuali infantili compromettono le capacità di memorizzare in età esulta? Io mi ritrovo a 29 anni senza essere ancora riuscita a fare l’università.
Grazie
Gentile Patty, certamente eventi traumatici severi possono compromettere la capacità di apprendimento nel corso dello sviluppo. Naturalmente il caso specifico va sempre inquadrato nella sua totalità, ma potrebbe essere stato incidente nel creare alcune problematiche cognitive.
Dall’età di 8 anni fino ai 18…
Brividi e paure..anche adesso a 71…e la mia vita è quella dei miei cari…Rovinata..angelo
Caro Angelo,
a Lei tutta la mia comprensione e dispiacere per il suo vissuto.
A me è capitato ad 11 anni. Ricordo tutto perfettamente, e per un certo periodo (dopo anni) mi pareva di essere una privilegiata, perché avevo baciato un uomo prima di tutte le altre!
Aspettavo l’autobus, ero una bimba tanto timida, quasi pietrificata a volte. Insomma, si ferma una macchina ed il signore, vestito come un dirigente di banca mi fa: “dove vai?” “Gorizia” “Sali!”.
Salita
Durante il viaggio mi guarda e mi fa complimenti: “sei veramente carina, quanto sei carina!” “Dopo me lo dai un bacio?” ed io: “si” (BENON!!!)
Devia in un campo e mi ordina di scendere e stendermi sul sedile di dietro. Mi viene sopra e comincia a baciarmi, e mentre questo succede io “esco dal corpo” per, non so quanto…minuti, secondi. Penso che morirò. Piango e lui si ritira. Forse capisce.
Risaliamo in auto e mi dice “non raccontare quello che è successo”. “Va bene”
Tornando a casa ero sconvolta. C’era mia nonna ed aveva fatto le patatine fritte, ma avevo lo stomaco chiuso. “Cosa c’è bambin?” (Era slovena) “Niente”.
Per una settimana ho pensato di essere incinta, perché non sapevo come si facessero i bambini. Credevo che un bacio bastasse.
Ora ho 50 anni, e la storia mi pare…boh. Sono parecchio misoginia verso le adolescenti. A volte vorrei prenderle e picchiarle fortissimo.
Gentile Helga,
grazie per la sua testimonianza. Provare risentimento per le “adolescenti” potrebbe certo indicare una proiezione della rabbia che prova nei confronti della “sua” adolescente che ha commesso l’imprudenza di salire sull’auto. Una reazione comune nella lettura delle esperienze di abuso che un minore e adolescente può fare è proprio quella di generare un senso di rabbia e colpa nei propri confronti per non aver reagito a tali situazioni. Naturalmente questo accade per la fase evolutiva non ancora completa e le poche informazioni di cui il minore dispone per comprendere che l’adulto sia invece il responsabile di tali azioni. Sarebbe importante poter aprire un dialogo con questa “adolescente rimasta inascoltata” in una sede appropriata e darle finalmente il supporto e le ragioni meritate.
Salve. Volevo domandare: se una ragazza si masturba quando vede una persona (il padre) indica un abuso precedente o può esserci altra ragione? Premetto che a causa di ciò sono stata in terapia molto tempo ma non riesco a ricordare nulla..
Gentilissima,
non è possibile rispondere a una domanda del genere senza conoscenza della sua storia. Ci potrebbero essere svariate motivazioni per questo tipo di situazione legate a motivazioni non riconducibili ad abusi. Per intenderci, è come chiedere da cosa sia originato un raffreddore; la risposta non è assolutamente univoca, ma ampie sono le possibilità.
Salve dottoressa,quando avev circa 6/7 anni un amico dei miei genitori mi a portato a casa e mi a fece vedere le sue parte intime,io scappai dai miei genitori,ma nessuno fece niente.anni dopo all’età di circa 8/9 anni il mio amico dell’epoca di qualche anno più grande di me,mi buttò giù i pantaloni e provo nell’intento,dopo di che non mi ricordo bene ma mi bacio.Qualche anno dopo i miei genitori si sono separati e come può capire la mia situazione è peggiorata molto,invece di rimuovere il ricordo mi ci buttai dentro,pensavo solo a quello e quel male mi faceva scappare dalla realtà,ho continuato per anni pensando che fosse la cosa giusta,ma lo scorso anno grazie all’aiuto di una psico-fisioterapista,ho realizzato che ciò che avevo subito da piccolo era un’abuso,cosa che fino ad allora non avevo neanche considerato,anche se ogni volta che mi rinchiudevo in quel mondo,sentivo che non ci volevo stare e che era sbagliato ma non ero a conoscenza della radice del problema,figurarsi se potevo reagire in qualche modo.Oggi vengo ancora assalito da quei pensieri e gestirli è veramente difficile dopo tutti questi anni,vorrei un chiarimento perché al contrario di quello che leggo,ciò le persone rimuovono il trauma,io sono diventato il trauma stesso,perché?
Gentile Cristian,
il vissuto traumatico non sempre viene rimosso, anzi, la maggior parte delle volte resta nella memoria. A volte, come è capitato a lei, si presenta costante con ricordi vividi e intrusivi di cui si fa fatica a liberarsi. Questa è una delle possibili “naturali” reazioni alle esperienze traumatiche della mente. Sarebbe opportuno dedicare un percorso mirato al lavoro su questi ricordi intrusivi per consentirne il naturale processo di elaborazione che è rimasto bloccato.
Grazie dottore per la risposta tempestiva,Io al momento mi trovo in Australia,non mi è possibile venire da lei per risolvere questo problema,ma se ci fosse una possibilità di poter parlare online,potrei valutarla molto volentieri,grazie ancora è stata veramente d’aiuto
Gentile Cristian,
se ha richieste per appuntamento o informazioni può scrivere ai contatti che trova nella apposita sezione. Il supporto terapeutico è previsto anche in modalità online.
Buonasera a tutti,
ho 48 anni, ricordo da bambino quando andai a letto per l’ultima volta dei miei genitori, facevo la prima o seconda media: 11-12 anni. C’ra solo mio padre a cui ero molto legato. Lui mi chiese se c’era una bambina a scuola che mi piacesse, e io imbarazzato dissi di si. Allorchè mi infilò una mano nelle mutande. Figuriamoci. Ero pietrificato, poche settimane o giorni dopo successe di nuovo con le stesse modalità e allora smisi di andarmi ad infilare nel letto dei miei, probabilmente innescando la mia eterna insicurezza. Ho probabilmente covato rancore per lui per tutta la vita, per questi ed altri episodi umilianti, per lui completamente incomprensibile l’astio che io mia madre e mia sorella abbiamo nei suoi confronti. Mi ha quasi rovinato la vita, faccio fatica a mettere insieme serenità e liberarmi di sensi di colpa che non ho motivo di avere.
Gentile Fabio,
i sentimenti di colpa sono purtroppo una parte cruciale del percorso traumatico di abuso. Molto importante per l’elaborazione e il superamento dell’esperienza è proprio un lavoro su di esso. Dunque il mio costante suggerimento resta sempre quello di provare a dedicare uno spazio al lavoro terapeutico di questa storia, per riuscire ad alleviare e superare i nodi problematici che ha lasciato.
Buongiorno, sono un nonno di 67 anni e dopo aver visto una serie televisiva mi sono ricordato che a circa 8 anni sono stato toccato alcune volte da un vicino fino a farmi arrivare anche con rapporti orali. Inoltre mi sono ricordato anche che a circa 16 anni da un autostop il guidatore mi palpo’
Nessuno sa di questo. Avevo rimosso tutto ma penso che sia rimasta masturbazione elevata…
Queste esperienze non le ho vissute drammaticamente, anzi l’ultima mi aveva anche eccitato. Attualmente dalla masturbazione sono passato alla pornografia on line…
In che modo posso ridurre questi aspetti ? Grazie
Gentile Franco,
non mi è possibile darle una indicazione precisa in merito. La compulsione legata alla pornografia online andrebbe tratta in sede opportuna, così come i possibili collegamenti con la sua storia evolutiva che comprendono delle vicende di abuso, sebbene percepite in modo non traumatico. Dunque per provare a ridurre o capire meglio come tali aspetti della sua storia abbiano inciso sulla sua vita, le consiglio come sempre di affidarsi a qualcuno di competenza in un percorso terapeutico.
Ho appena acquistato il libro. Non vedo l’ora di leggerlo. Ho subito abusi dai 6 agli 8 anni da parte di uno vicino alla mia famiglia. Nessuno ha mai saputo nulla. L’ho detto alla mia fidanzata, per la prima volta, a 19 anni. Ma non riuscivo a raccontarne i particolari.
Poche altre persone lo hanno saputo fino alla psicoterapia di qualche anno fa.
Adesso ho 45 anni. La mia vita matrimoniale è un disastro. Dall’insoddisfazione sono nati tradimenti ma soprattutto bugie su bugie.
Sono stanco fisicamente e mentalmente. Ho pensato più volte al suicidio. Mi sento da Sempre, inferiore al resto del mondo. Ho controllato ogni discorso, ogni chiacchiera, ogni parola, da quando ero adolescente, in maniera da monopolizzare e fare il simpaticone. Solo perché non si potesse arrivare a discorsi che non gradivo o che potevano mettermi in agitazione. Ho chiesto un intervento presso uno specialista. A breve avrò un confronto. So che sarà doloroso e potenzialmente pericoloso ma ora mi sento pronto. Voglio dire a quel bambino che non ha colpe. Voglio dire all’uomo che è possibile cambiare. Lo devo a me.
Gentilissimo,
le auguro il meglio e la ringrazio per la sua coraggiosa testimonianza.
Sono a metà lettura e sottolineo una marea di cose. Grazie per aver dato un nome, uno spazio e una strada per condurre giù dalla “nuvola” il mio malessere. La strada è ancora lunga ma trovare indicazioni è importante per chi si perde spesso.
Grazie ancora
Gentile Raffaele,
la ringrazio per le sue parole. Il libro è scritto proprio con lo scopo di aiutare a fare un po’ di chiarezza e se possibile dare qualche risposta o indicazione utile. Ho sempre pensato che se anche fosse stato di aiuto a una sola persona avrebbe raggiunto il suo scopo. Sono dunque sempre molto grata di ricevere questi feedback.
Buonasera,sono una donna di 57 anni e da quando ho memoria, ho avuto approcci con il sesso sempre ossessivi. In tutta la mia vita sono stata sempre approcciata in maniera sessuale. Ho sempre cercato storie sbagliate, ho sempre mangiato odiandomi e distruggendomi col cibo. Il problema è che sento dentro di me come un nodo all’anima, ho la percezione che da piccolissima devo aver subito un abuso ma non riesco a ricordare, a scavare. Ho solo un flashback ricorrente che riguarda un mio familiare di quando avrò avuto circa 3 anni. La cosa più distruttiva per me è che ho una sensazione come di aver avuto in mio potere questa persona in quel momento. Ho paura di approfondire e indagare ma continuare a vivere ora così per me senza riuscire a far chiarezza è inconcepibile
Gentile Carla,
sarebbe opportuno potesse approcciare a un lavoro terapeutico per indagare con l’attenzione e la calma necessaria questi timori. Potrebbe, anche solo parlandone, giovarne e recuperare una meritata serenità.
Ciao, quando avevo circa 6/7 anni, mio fratello maggiore mi faceva fare delle cose nei suoi confronti mascherandole in gioco.
La cosa è durata per anni, anche se non riesco a definire precisamente per quanto tempo, ma so che sono state molte le volte.
Sono stata in terapia quando avevo 26 anni, sono contenta di averlo fatto, ma questo ha dato alla mia vita una direzione inaspettata.
Quando ho affrontato la cosa non immaginavo che potessi avere un crollo emotivo così grande, anche se la terapista mi aveva detto che poteva succedere.
Se potessi tornare indietro lo farei anche prima, e consiglio a tutti di affrontare i propri mostri interiori.
Oggi ho 30 anni, sto molto meglio anche se ho dei momenti meno facili, e sono riuscita a realizzare tante cose.
Quello che è capitato a me e a tutte le persone abusate, è ingiusto!
Non ho mai denunciato la cosa, non ho mai raccontato alla mia famiglia quello che è successo.
A me interessa solo salvare quella bambina, quella che dopo quella cosa non ha più vissuto come tale.
Quando ne sento l’esigenza, ritorno da quella bambina, ci parlo e provo a rassicurarla.
Le faccio vedere chi è diventata, e le cose belle che ha vissuto nonostante tutto quello che da sola ha dovuto affrontare.
Spero di poter essere una guida per quella bambina che dentro di me vive, e che adesso non è più sola, e non lo sarà mai più.
Grazie per il tempo dedicato a condividere la sua esperienza e la sua bella testimonianza.
Le auguro il meglio
Sono una mamma di 34 anni. Ho bisogno di aiuto. Mi sento molto male e nn so che devo fare ho due bambini una femmina di 11 e un maschietto di 6. Sono molto protettiva nei loro confronti. Mi sento frustrata. Quando ero piccola io sono stata abusata da tanti parenti e nessuno lo sa. Lo porto dentro da moltissimo e ora sto male. Non mi fido di nessuno e ho paura di farmi aiutare, ma senti che ne ho bisogno. Ne ho passate veramente molte cose brutte. A chi mi posso rivolgere per poter parlare.
Gentile Vanessa,
si rivolga ad un professionista psicoterapeuta nella sua zona, possibilmente esperto in psicotraumatologia. Le auguro il meglio.
Quando leggo che l esperienza vissuta è una delle.piu devastanti …mi terrorizza..poi
Mi sento forte , una grande che dopo la rimozione ho compreso quanto successo e mi sono pagata da sola l analisi per 15 anni .
Sono diventata un medico, un pediatria.
Ho sposato un uomo buono, e ho adottato un figlio.
Mi sono costruita una vita come tutti cercando di dare un senso alla.mia esistenza.
Ora ho 62 anni ma ancora ritornano le ansie se nn ci sono risposte, se nn ci sono azioni in momenti di bisogno anche banali soprattutto se riguardano bambini o mio figlio. Alcune situazioni mi risveglano aggressività e disgusto quando mi fanno sentire impulsi come se fossi ancora una vittima..
Vorrei passare oltre , vorrei donare a mio figlio un amore fatto di fiducia , rispetto, vorrei donare a mio.marito serenità e me Pace….
Gentile Daniela,
la ringrazio per la sua testimonianza, simbolo di grande forza e bellezza d’animo. Non si arrenda nella ricerca della pace, poiché è sempre possibile collocare adeguatamente la rabbia, senza sentire di doverla reprimere e placare il disgusto derivante dalle memorie traumatiche.
Salve Dottoressa, spero che il suo libro mi aiuti a capire meglio questa tematica così dolorosa.
Prima che mi arrivi vorrei un suo parere riguardo le mie esperienze traumatiche. Io all’età di 6 -7 condividevo il letto con i miei genitori dato che me avevamo solo 1 e un giorno mi svegliai e vidi mia madre sopra mio padre a 10 centimetri da me e iniziai a stare male. Mio padre se ne accorse e mi disse “papà ha freddo e mamma lo sta riscaldando” poi il vuoto totale.
Spesso mio padre mi toccava i genitali e diceva ” pisellino psiellino” con una voce sciocca e mi faceva sentire a disagio. Un giorno ero a casa solo io e lui e mi ricordo che dovetti fare il bagno e mi disse di pulirmi il glande perché si nascondeva lo sporco e poi mi lasciò solo , credo per mia richiesta. Io incuriosito scoprii che con l’acqua avevo una certa sensibilità.
Andavamo spesso dai nostri vicini e toccavo alle parti intime la nostra vicina e i miei insieme a loro ridevano.
Due volte invece verso i 8 anni ho avuto esperienze sessuali con 2 miei coetanei maschi mentre eravamo soli.
A 11 anni soprii il corpo femminile ed ebbi il mio primo orgasmo dopodiché con il mio primo computer divenni ossessionato coi video per adulti.
Crescendo le ragazze si mostravano interessate a me ma quando si toccavano tematiche intime io stavo male. Ho perso la verginità a 21 anni per questa cosa e la mia vita sessuale da allora è sempre stata un disastro o perché non mi eccitavo o perché volevo farlo troppo.
Adesso ho 27 anni e tendo a reprimere tutti i miei sentimenti ed emozioni, questi comportamenti possono essere dati da un trauma ancora più grande che io possa aver rimosso?
Gentile Tomas,
non posso fornirle una risposta precisa, non conoscendo nel particolare la sua storia. In via generica, posso dirle che esperienze come quelle che racconta sono già sufficienti a spiegare le difficoltà sviluppate nel suo percorso di vita, senza la necessità di arrivare a ipotizzare ricordi rimossi. Naturalmente non è possibile escludere nessuna ipotesi, ma questo resta da verificare e approfondire in sede opportuna.
Salve ho subito abusi sessuali dall’età di 7 anni circa fino ai 15,quando sono andata via di casa, da parte del patrigno.., il secondo marito di mia madre. Non sono stata creduta da nessuno della mia famiglia per tanto tempo e quando la verità è emersa mia madre ha continuato per tanto tempo a vivere con quell’uomo e questo è stato un grande dolore. Ora ho più di 50 anni e dopo tanti anni di terapia sul comportamento di mia madre ci ho messo una croce sopra e per fortuna non ho più aspettative. Ma la cosa strana é che sebbene io abbia ricordi molto precisi di quello che è successo relativamente ai reiterati abusi, non provo nessuna emozione associata a quello che è successo…. ricordo le emozioni che provai all’epoca ma non le provo adesso, é come se vedessi un film e non fosse vita vissuta e questo é disorientante…sono andata in terapia tanti anni ma ancora non sono riuscita a “sentire” il ricordo delle emozioni e volevo capire se è normale…a volte penso che forse quello che é successo non è così grave….non so a volte sono confusa e non so se riuscirò un giorno a recuperarle quelle emozioni anche se sono brutte,non importa ma vorrei integrare emotivamente quel passato col presente.
Grazie
Gentilissima,
è del tutto normale provare distacco emotivo nei confronti di simili esperienze traumatiche. Uno dei modi della mente di proteggersi da tali contenuti distruttivi è proprio quello di creare una sorta di “anestesia” selettiva su di essi. Ciò spiega la sua sensazione di distacco e anafettività nei confronti dell’accaduto. Come giustamente intuisce, per un completo lavoro di elaborazione del trauma, sarebbe importante riuscire a riconnettersi con quei contenuti, ma il percorso non è semplice e deve essere svolto con attenzione. Ci sono vari modi e tecniche per poter tentare l’accesso alle vecchie emozioni e sarebbe opportuno provare ad approfondire queste intuizioni in sede adeguata.
Recentemente ho maturato l’idea di aver subito un abuso. In realtà non ricordo, ho una visione/sensazione, un flash e mi chiedo oggi come io abbia potuto scoprire da sola zone intime di piacere già quando ero molto piccola.
Non capisco se è una mia fantasia o realmente accaduto qualcosa e da parte di chi.
Come faccio a ricordare?
Io dimentico molto facilmente e mi sento persa e incompatibile con la vita.
Di quale figura o metodo avrei bisogno? Grazie
Gentile Caterina,
non c’è un modo per imporre i ricordi alla mente. Può provare ad affidarsi a un supporto terapeutico per esplorare queste sensazioni emergenti e riflettere sul loro significato.
Il mio partner fu costretto dal padre ad avere rapporto con la madre perché si era convinto che fosse omosessuale (ma non lo era).adesso è un uomo che ha avuto due matrimoni falliti ed altre due storie fallite.È’ sempre in cerca di donne molto generose sessualmente che conquista e poi puntualmente scarta…non ama essere contraddetto e neanche scoperto e poi umiliato….bugiardo…insicuro.
Gentile Stefania,
la storia di vita del suo partner è certamente drammatica. Tuttavia non mi è possibile fare alcun tipo di considerazione o collegamento specifico con queste informazioni riguardo le sue problematiche relazionali.
Mio marito ha subito uno stupro quando aveva 12 anni,
Me ne ha parlato solo qualche giorno fa dopo quasi 24 anni che siamo sposati.
Inizialmente mi aveva detto che era un tentato stupro poi invece mi ha detto che è successo davvero.
L’argomento è uscito perché stavamo guardando un film dove uno stuprato è divenuto uno stupratore.
Il suo commento è stato che non capisce questa cosa dove uno che ha subito una violenza poi la faccia subire anche ad altri.
Mi ha detto che è successo anche a lui il ragazzino che l’ha fatto era più grande di qualche anno e l’ha sopraffatto lui se n’è fatto una ragione ed è andato avanti con la sua vita.
Mio marito è un uomo generoso sensibile con un’ottima carriera, grande lavoratore con un grande senso del dovere.
Se devo trovare una critica è un uomo che non mostra affetto in maniera fisica lo dimostra un po’ con i fatti. Tiene i suoi sentimenti sempre un po’ abbottonati, ma questo potrebbe essere anche un fattore caratteriale, quando l’ho conoscito non raccontava niente adesso dopo 24 anni l’ho portato a confidarsi ed è molto cambiato in quel senso.
La nostra vita sessuale è sempre stata perfetta per quanto mi riguarda.
Però nel corso della sua vita ha tradito tutte le donne con cui è stato le fidanzate la prima moglie e anche me.
Non ha amici siamo sempre solo io e lui ed eventualmente i miei amici.
È anche vero che abitiamo da tanti anni
In un altra nazione, ma i primi anni della nostra relazione eravamo in Italia e anche li non ho mai conosciuto un suo amico.
Ha una relazione quasi inesistente con i suoi genitori si chiamano ogni tanto ma nulla di più.
Lei pensa che una persona con un carattere molto forte riesca a mettere da parte un avvenimento così terrificante avvenuto da bambino e ad andare avanti con la propria vita?
Io vorrei aiutare, ma mio marito
Non andrebbe mai da psicologi o in terapia quindi non so cosa fare.
Gentile Alessandra,
se suo marito non ritiene opportuno un percorso terapeutico, indipendentemente da cosa si pensa possa essere utile o meno, è opportuno seguire e rispettare la sua decisione. Non conoscendolo, non mi è possibile darle utili risposte sul suo percorso di elaborazione del trauma. Posso, in linea generale, dirle che non vi sono regole su come un’esperienza di abuso venga vissuta e quindi elaborata dalla persona e che è anche possibile che il trauma venga superato con le risorse a disposizione e le esperienze vissute in età successive.
Buongiorno.
Grazie per questa pagina e grazie a tutte e tutti coloro che hanno testimoniato.
Io sono stato stuprato a 9 anni, con violenza e per sorpresa in chiesa, da un prete. Lui aveva almeno 50 anni. Il trauma è stati talmente forte che ho sofferto di una amnesia traumatica per quasi 50 anni. Non avevo dimenticato proprio tutto no, solo le parti più scabrose e violente.
E mi sono per decenni ritrovato nella situazione orribile di chi prova dei disturbi ma non ne rintraccia la causa. Disturbi non solo sessuali e di identità, ma anche sociali, perché dai 13 anni ho cominciato ad abusare di droghe, e dato sfogo a eccessi di tutti i tipi.
Sono purtroppo un buon soggetto da “manuale”, come lo sono molti di voi, e mi riconosco enormemente in tutte le vostre testimonianze.
L’amnesia è cessata dopo il divorzio, quando alla ricerca di una nuova relazione, e confrontato nuovamente alle mie reazioni paradossali, le mura dell’oblio hanno ceduto. Fu come aver ritrovare gli spezzoni di un film censurato, e ne sono precipitato in una depressione indicibile, ho bevuto, mi sono ri-drogato dopo 20 anni di astinenza, ed ho evitato il suicidio solo grazie al mio statuto di padre, ho due figli che amo e rispetto più di ogni altra cosa, non avrei mai potuto farlo.
Ora sto molto meglio, mi ci sono voluti quasi 10 anni, tra psicoterapia e precipizi, e non scrivo qui per cercare aiuto, ma solo per testimoniare e ringraziare chi testimonia, perché il silenzio uccide, non solo noi vittime ma anche i nostri figli. Parlare, scrivere, leggersi, è fondamentale, e credo che la scrittura mi abbia aiutato più di ogni altra cosa, più della psicoterapia, anche se il desiderio di scrivere viene proprio dalle riflessioni che ho avuto grazie alla terapia.
Questo nella speranza che chi testimonia e ha testimoniato qui da otto anni, come lo faccio all’istante, possa sentirsi meglio, umano per intero, non più oggetti ma soggetti consapevoli.
Grazie dottore e grazie a tutti voi.
Grazie Piero per questa bellissima testimonianza.
Le auguro il meglio.
Mio papà mi umiliava facendomi credere che le altre donne fossero meglio di me. Quando ero ancora più piccola sono entrata per sbaglio in camera e mio papà stava facendo sesso con il corpo di mia mamma mentre lei guardava il soffitto e non si è fermato ma ha urlato a mia sorella di entrare e portarmi fuori così ha visto pure lei. Mia sorella sbatteva la testa contro il letto di legno la sera prima di dormire. Soffre di infezione alle vie urinarie per varie cause scatenanti ma so che ha fatto una malattia che io non sono nata maschio quindi non ha mai protetto la mia femminilità e la mia infanzia. A 12 anni circa mia mamma mi ha costretto a fare una doccia con lei e il suo compagno nudi. Quando ero diventata più carina (non mi hanno mai curato l’anoressia e la voglio curare ora) lui si è messo a farmi delle foto in intimo sempre con il consenso di mia mamma. Purtroppo sono stata una ragazza facile nonostante per molti anni provato dolore o niente e non ho capito che genere sessuale ho perché mio papà mi vorrebbe maschio e mia mamma iperfemminile ma schiava. Soffro molto perché avrei potuto realizzare quei normali bisogni di una donna di matrimonio d’amore e di maternità ma ho avuto una marea di traumi per cui l’importante è che raggiungerò l’indipendenza affettiva economica e serenità.
Serena grazie per la sua difficile testimonianza. Spero che potrà raggiungere il suo intento e lasciarsi alle spalle questa storia di abusi, elaborando l’accaduto, trovando un giusto supporto che possa finalmente donarle il senso di libertà di scelta che merita.
Le auguro il meglio.
Buongiorno, io ho subito abusi sessuali da mio padre e mio zio per 20 anni ho provato a parlare a 18 ma non sono stata ascoltata e creduta. 4 anni dopo sono scappata di casa. Ora ne ho 28.
Io ho un problema con il desiderio sessuale. Sono seguita da un terapeuta cognitiva ma non sono sicura di poterne parlare con lei. Vado da momenti in cui non lo sento affatto a periodi in cui lo sento fin troppo. Come in questo periodo. Non so come fare, mi fa sentire a disagio questo. Grazie buona giornata
Gentile Patrizia,
comprendo la difficoltà nel parlare della sua esperienza, ma sarebbe molto importante comunicare questo disagio al suo terapeuta e provare a portare il suo vissuto nello spazio di terapia. Spero riesca a liberarsi di tale peso e potersi creare uno spazio dove coraggiosamente possa condividere il suo trauma ed elaborarlo.
Salve dottoressa
Sono un uomo di 44 anni. All’età di 13 anni venni molestato sessualmente. Un giorno presi un passaggio da uno sconosciuto e mi portò in un posto isolato. Mi costrinse a toccarlo e che poi mi avrebbe accompagnato a casa. Avevo paura e non vedevo l’ora che quello schifo finisse presto. Grazie a Dio sono ancora vivo.. credevo che poi mi avesse ucciso. Il fatto è che credo sia stato molestato anche da piccolo ma che in qualche modo ho rimosso.
Mi sento da sempre distrutto e nonostante i miei sforzi non riesco ad essere felice. Pensavo di farcela ma ho sempre condizionato la mia vita con questo mio passato tenuto segreto.mi sono sposato e ho avuto 3 figli che amo incondizionatamente ma non ho mai amato la madre, in me sapevo che non era quello che volevo. Non avevo accettato la mia omosessualità perché ritenevo che era causa del trauma subito e volevo rimuoverlo.ma alla fine sono riuscito ad accettarlo. Da poco l’uomo che amo mi ha lasciato nonostante il grande sentimento che provava per me. Ha cercato in tutti i modi di rendermi felice e nel primo anno insieme tutto era bellissimo.. poi i miei demoni si sono ripresentati. La mia infelicità, il mio atteggiamento scontroso e il non capire le sue esigenze hanno rovinato tutto.
Io non sono mai riuscito a raccontargli questo mio disagio a cosa era dovuto.. ho sempre detto le cose a metà, di aver avuto in infanzia difficile. Questo non ha potuto giustificare il mio continuo essere infelice . Mi sento rotto come un cristallo frantumato e non so da dove iniziare a ricostruirmi.. ad accettare tutto e lasciare il passato per sempre. Sono stanco di trascinarmi nel buio e nell’incertezza di una vita che fa paura.. piena di mostri che tentano di portarmi in un abisso senza fine.
Lotto e fingo che vada bene per amore dei miei figli.. ma dentro sono un massacro.
Gentile Sebastiano,
la ringrazio per la testimonianza. Spero che questo percorso difficile di recupero di sé possa evolvere maggiormente in una consapevolizzazione maggiore di quanto accaduto ed un suo superamento. Provi ad affidarsi ad un percorso che possa in questo senso accompagnarla ad elaborare il suo vissuto, a collegarlo alle sue insicurezze odierne e quindi a poterlo gestire.
Tra gli 11 e i 14 anni sono stata abusata da una mia coetanea. Credo che la cosa sia partita da una dinamica del tipo “fai quello che ti dico e ti tratto bene/e sarai ancora mia amica” ed io, essendo in quel momento anche vittima di bullismo volevo chiaramente tenermi stretta un “amica”. Le cose sono degenerate, mi sono ritrovata a ballare mezza nuda o nuda mentre lei mi filmava, foto in generale… Poi ha anche iniziato a toccarmi, anche se fatico a ricordare quei momenti, soprattutto quando le azioni si spostavano eventualmente “sotto all’ombelico”. Lì ho proprio un vuoto. Spesso anzi mi rivedo per terra, come da lontano e lei spesso o non c’è, o comunque non riesco a vederla, ma solo a sentirla. Il mio senso di colpa deriva dal fatto che devo aver provato in quei momenti a volte anche quello che ho poi capito essere piacere… e sono piuttosto sicura di averle chiesto almeno una volta di farmi ancora i “massaggi”, come li chiamavamo (credo perchè lei dopo averlo fatto mi trattasse meglio del solito). E’ questo alla fine no? La consapevolezza che pur non sapendo bene cosa mi stesse capendo (ancora dovevo ricevere un’educazione sessuale) e chiaramente odiandolo e soffrendo, ho comunque provato piacere e desiderato si ripetesse: ergo, sapere di non aver fatto molto per impedire che accadesse. Il fatto poi che l’abusante fosse una mia coscritta non aiuta nemmeno nella definizione dell’abuso i sè…
Gentile Francesca,
descrive molto bene le sensazioni che spesso si provano dopo un vissuto di questo tipo. Avere anche provato “piacere” aggrava il senso di colpa e fa pensare di non avere diritto di pensarsi vittime di un abuso, ma quasi complici di esso. Il fatto che una stimolazione del corpo crei una risposta è certamente possibile anche in una situazione di costrizione, non consensuale. Questo non rende la situazione meno grave o l’azione dell’altro meno coercitiva. Anche il fatto che fosse una coetanea, non rende il tutto meno rilevante, visto che non c’era consensualità.
Buongiorno, qualche anno fa parlando con un amico su un argomento simile sono ritornati alla mente dei ricordi;avevo all’incirca 5 anni quando è iniziata era un amico di mio padre con l’intento di farmi giocare, ma il gioco si è trasformato in mantenere “il dito” per farmi fare una specie di scivolo che non potevo guardare e girare la testa. Poi mi metteva a gattoni e lui nella stessa posizione sopra di me per far finta di essere un cavallo ed ogni volta che finivano uno dei giochi io dovevo rimanere di spalle ad aspettare finché un giorno mi sono girata trovando lui che si stava chiudendo i pantaloni e cinta! Il problema che ad oggi che ho sempre questo pensiero che mi gira nella testa ed ogni tanto ho dei flashback, ad esempio anche se non ricordo bene il suo viso guardando il telegiornale una persona mi ha ricordato di lui ed l’ho visto nello schermo per qualche secondo, ma non ho flashback solo di quella vicenda a volte quando capita una situazione simile tipo un litigio col mio compagno e c’è mio figlio nella mia testa ricorda una litigata dei miei genitori con me presente come se il mio cervello stesse sbloccando tutti i miei ricordi brutti dimenticati!
Gentile Delia,
sarebbe opportuno valutare di approfondire questi ricordi che le vengono alla mente e le sensazioni negative che li accompagnano in una sede opportuna. La sua esperienza certamente merita di essere elaborata per aiutarla a recuperare la serenità meritata.
Salve dottoressa io ho un problema che nn riesco a capire e capirmi e come risolvere. Le racconto brevemente la mia storia all’ età di 6 anni ho iniziato ad essere abusata sessualmente da mio padre e questo succeda ogni volta che beveva fino all’età di 11 anni poi grazie ad una insegnate che ha capito che c’era un problema serio in famiglia ha iniziato a farmi fare dei temi sulla famiglia e da lì e scoppiato il caos. Ora ho 36 anni ho un compagno da 3 anni ma ho un grosso problema io ho l’impulso di tradirlo ogni volta che mi presenta l’occasione io lo amo alla follia ma nn capisco come risolvere il mio problema lui nn mi fa mancare niente anzi fa di tutto x rendermi felice ma sembra che nn mi basta mai. E un grosso problema per me. Ho paura a dir di no nel momento in cui mi si prenota una situazione di tradimento ma nn fisico anche verbale o visivo sono capace a dire a me stessa no nn lo devo fare nn riesco a capire cosa devo fare per fare continuare la relazione col compagno in maniera sana e di fiducia. Mi aiuti x favore grazie
Gentile Asia,
la ringrazio per la sua testimonianza. La difficoltà a regolare impulsi, nel suo caso di natura sessuale, è una possibile conseguenza del trauma di abuso subito. Naturalmente non mi è possibile entrare in un’interpretazione più precisa sul suo caso, non avendo una conoscenza della sua storia.
Come sempre è mia cura suggerire un lavoro sul trauma per provare a elaborare e gestire questa situazione al meglio.
Frequento da 2 anni 1 uomo sposato, abusato dal vicino. Con me si è confidato di questo dramma nascosto DA SEMPRE. Anafettivo col resto del mondo, mi ha raccontato di sentirsi sempre solo. Non parla, non esterna, sempre accondiscendente fino a quando non esplode e getta fuori tutto l’odio per idiozie. Lo trovavo arrogante e saccente. LUI.. l’essere perfetto senza problemi! Ma poi ne ha tanti: insicuro, si sente inadeguato in ogni situazione e fa continui paragoni! Ha sottostima di sè fisicamente e come uomo! Ma questo lato non lo fa vedere. Agli amici dice che “va sempre tutto bene”, lamentandosi che loro non scavano a fondo. Odia ed invidia. Ogni critica a lui diventa sfogo con pesanti umiliazioni.. con atteggiamenti di superiorità e cattiveria. Si allontana da persone a lui molto care! Vince orgoglio.
Ho capito che si è creato da sempre 1 muro di titanio… ai genitori (assenti) non ha detto nulla. Da ragazzo ha sofferto di bullismo. Si è sempre vergognato di sè e “sfigato” è l’aggettivo col quale si descrive!
Si è sposato perchè si sentiva solo. La moglie gli rinfacciava il sesso pessimo (lei anorgamisca che da colpa a lui), con lei e figli non ha dialogo .. La poca esperienza sessuale, ed emotiva, lo ha spinto ad andare a prostitute. I suoi racconti su questi episodi sembrano quelli di 1 bambino. Percepivo ci fosse tanto che non andasse… anche perchè a me diceva che era così… invece era cosà! Gli ho detto che per certi traumi non bastano parole carine mie. Dovrebbe essere seguito da 1 professionista…
Dice che quello che è successo non è 1 “scusa” e che se la risolve da solo. Solo dopo aver avuto la forza di “lasciarlo” è come se mi urlasse aiuto …Ho letto e dato a lui il libro. Ritrovo il suo stato catatonico e la sua non forza a reagire.Vorrei si riprendesse in mano la sua vita. Perchè tanto cattivo quando scatta quanto buono e succube.
Vorrei “guarisca” e inizi a volersi bene. ma pensa di non meritare nulla.
Gentile Barbara,
purtroppo questo senso di inadeguatezza può far parte della storia di persone abusate, assieme al senso di colpa e vergogna. Come dico sempre a coloro che sono vicini a persone con questo vissuto, la volontà di prendersi cura del trauma deve partire dalla persona interessata. Si può stare accanto, fornire supporto e suggerire di iniziare un percorso, rispettando poi la decisione di chi è portatore del problema.
Buongiorno. All’età di 8/9 anni scoprì il sesso assieme a una mia amichetta dell’epoca.
Non avevo alcuna educazione sessuale e non avevo chiara l’idea di consenso.
Intorno ai 12 anni toccai le parti intime a un amichetto 3 anni più giovane di me. Mi sento estremamente in colpa al giorno d’oggi, capendo appena ora in età adulta di aver fatto un errore. Cosa posso fare per rimediare? A quell’età non avevo idea di cisa stessi facendo.
Gentile Lisa,
potrebbe certamente giovare riflettere sul suo senso di colpa e sull’accaduto in sede appropriata. Come lei stessa dice, in età preadolescenziale si hanno percezioni e consapevolezze differenti, che ora in età adulta le appaiano sotto una luce diversa. A quell’età non si hanno gli strumenti per comprendere a pieno le conseguenze possibili di certe azioni. Naturalmente il tutto va sempre contestualizzato ed un percorso di riflessione su questo può aiutare molto.
Ho ormai 43 anni
All’età di 12 anni fini ai 14 sono stata abusata da un amico di famiglia
Passai due anni a non raccontare niente perché mi vergognavo mi sono sempre sentita colpevole perché accettavo le sue monetine in cambio perciò non ho mai ammesso a nessuno ciò che stava accendendo
A distanza di anni a tratti mi torna prepotentemente nella mente, vorrei cacciarlo non pensarci , non capisco perché oggi, dopo così tanti mi riaffiora sulla pelle certi eventi e malgrado i miei sforzi non riesco a cacciarli via
Gentilissima,
è del tutto normale avere queste preoccupazioni avendo vissuto un’esperienza di abuso. Il trauma che non viene elaborato può diventare intrusivo ed affacciarsi alla mente con insistenza, per questo motivo sarebbe opportuno approfondire per aiutare il trauma a risolversi. Potrà così essere possibile rallentare o eliminare questa attività di intesa interferenza nella sua quotidianità.
Ho cinquantatré anni. Per quanto il livello di gravità non sia paragonabile a chi subisce vero e proprio abuso sessuale, anch’io all’ età di cinque anni sono stata vittima di attenzioni morbose da parte di un adulto estraneo che in presenza di un bambino, suo nipote, facendo finta di giocare mi intrappolava sfiorandomi davanti al bambino. Sentimenti contrastanti mi attanagliavano. Ero confusa e provavo vergogna eppure non riuscivo a svincolarmi. Andando a casa non dicevo nulla, mi sentivo umiliata e mi tremavano le gambe. Nel corso della vita , ho avuto a che fare con persone molto brave a manipolare. A quattordici anni inizio a non andare più bene a scuola e dopo tre anni abbandono. Devo faticare tanto per poter ottenere ciò che per altri sembra facile. Tendo sempre a rimandare per paura di fallire. La beffa più grande ,l’ ho subita proprio all’ Università dove attraverso un test un professore si è letteralmente divertito a farmi ritornare alla mente quei ricordi. Per lui è stato un gioco di sottomissione. Eppure non sono così remissiva. Ho alzato muri di difesa, non vedo neanche nei professionisti della salute persone sufficientemente empatiche, anzi a volte il contrario. Il Provo rabbia. Sento tutta la fatica di crescere con il peso di certe esperienze. Non voglio più sentirmi con dieci marce in meno rispetto agli altri. È come se una parte di me legittimasse all’ altro quasi quasi il diritto di bullizzarmi perché in me c’è qualcosa che lo autorizza a farlo. So che non è così. La disistima ha fatto un po’ da padrona, ma non voglio darla vinta alle cose storte. Mi ripeto sempre: Non sono l’ abuso, sono altro, sono altrove, cioè lontano da quei luoghi e da quelle esperienze.
Gentile Barbara,
nessuna storia traumatica deve essere sminuita o paragonata ad altre. La sua è, come altre storie, degna di attenzione e certamente portatrice di molte sofferenze e tormenti. Le conseguenze distruttive di quei fatti sono evidenti in ciò che racconta e certamente è comprensibile la diffidenza che la accompagna.
Il mio consiglio resta sempre quello di provare ad affrontare l’accaduto in sede opportuna, perché c’è molto che si può fare per rimediare a queste problematiche.
Sono stata abusata tra i 13 e i 15 e poi di nuovo dai 19 ai 21 dal mio psicologo, conosciuto tramite la mia scuola superiore. Ho denunciato quest’anno ed ha aiutato con i pensieri intrusivi. Consiglio di parlare con i centri antiviolenza contro le donne.
Gentilissima,
mi rincresce sempre leggere queste storie. Purtroppo tra gli abusanti spesso emergono figure professionali di “fiducia” come medici o psicologi, che approfittano delle fragilità di coloro che si rivolgono e chiedono aiuto e supporto.
Sostengo il suo invito a denunciare sempre e a chiedere senza paura supporto a centri o figure professionali che possono dare accoglienza meritata a queste storie.
Buongiorno,
sono stata abusata da mio padre fin da piccola, ho ricordi frammentari. Purtroppo l’abuso è stato esteso coinvolgendo il fratello maggiore e in presenza di persone esterne. Non ricordo quando è finito, e i ricordi sono ritornati quando poi mio fratello ha ripreso lui con rapporti completi all’età di 16 anni. Poi sono scappata di casa a 18 anni dopo aborto. Piano piano piano mi sono ricostruita una vita col mio attuale marito con tanta fatica e ho tre figli. Ora ho deciso (non so perchè) di riavvicinarmi a mio padre con però la sorpresa di una ripresa del suo interesse nei miei confronti. Ho tenuto nascosto questa cosa a mio marito…ma mio padre continua e io non riesco a dire di no…e vuole sempre di più e io non riesco a rifiutarlo…
Mi sembra di vivere due vite…
Gentilissima,
a fronte di questa storia molto complessa e difficile, posso solamente consigliarle di prendere in considerazione un supporto per poter affrontare ed elaborare i traumi subiti.
Le auguro il meglio.
Salve,
sono convinto di avere subito un abuso durante la prima infanzia per poi averlo rimosso. La mia sessualità è molto immatura e strana, mentre soffro di doc e depressione. Ho sognato due volte, intorno al 2005 e poi al 2018, che mio zio mi obbligava ad appoggiare la faccia sulle sue parti intime, mantenendo i vestiti addosso. Non so questo sogno cosa voglia dire, ma era intriso di dolore.
Gentilissimo,
sarebbe importante approfondire questi dubbi e prendersi cura di questi sintomi in una sede appropriata. Il messaggio della mente deve essere accolto indipendentemente se questi episodi si siano o meno verificati. Indicano una sofferenza che dovrebbe essere indagata.
Buonasera, ho 42 anni e da sempre vivo con la paura di deludere le persone che mi amano e cercando di compiacerle per paura di farle soffrire. Ogni tanto ho dei flash come se mio nonno e mio zio abbiano abusato di me. Non è un ricordo nitido quanto piuttosto una sensazione.. in questo periodo sto vivendo l’ennesima crisi con mio marito, ho sempre pensato che la causa del mio malessere potesse essere lui e la sua personalità per alcuni versi narcisistica.. ma ora mi chiedo se in realtà non sia io la causa di tutto questo malessere e forse un trauma che ho vissuto ma che i miei ricordi hanno offuscato… come posso capirlo? Posso fare dei test? Ipnosi?
Gentile Ema,
nel lavoro col trauma e con i ricordi rimossi è consigliabile non sottoporsi ad ipnosi. Questa è un processo che spesso può confondere i piani di coscienza e conferire a delle fantasie originate da paure, le sembianze di ricordi. Non ci sono tecniche per rievocare episodi rimossi, ma questi possono essere facilitati a riemergere con la terapia e il lavoro mirato sul trauma.
Gentile dottoressa,
ho letto e sentito da alcuni psicoterapeuti, che la tecnica dell’EMDR è, assieme al percorso di analisi, uno dei metodi più efficaci nell’elaborazione del trauma. Lei non è di questo parere?
Emdr e ipnosi sono due cose diverse giusto?
Grazie,
Lucia
Gentile Lucia,
assolutamente concorde. L’emdr è una terapia efficace nei percorsi di cura e lavoro sul trauma. Importante è però integrarla in un percorso di psicoterapia completo e non limitarsi ad essa. La terapia emdr si svolge in pieno stato di coscienza della persona, quindi non è una tecnica ipnotica. Per questo motivo è consigliabile, perchè non richiede di essere sottoposti a stati alterati di coscienza che, come ho spiegato, possono rischiare di venire viziati dalle nostre paure o fantasie peggiori e quindi alterare artificiosamente la memoria.
In eta’ infantile ho subito abusi sessuali da parte di mio padre e gli avevo,quasi,rimossi dandomi la colpa di tutto lo schifo subito.Ho cominciato ad avere una vita sregolata ,ai limiti ,a bere ,a fumare crak ,per finire ho creduto,perche’ la mia famiglia nascondeva tutto,di essere pazza,poi,mi sono resa conto che mi stavo autodistruggendo e che tutto lo schifo subito non era colpa mia ,ho affrontato una psicoterapia e ho chiesto e chiedo ,ancora aiuto,ma non basta.Purtroppo i danni che mi sono stati fatti ,hanno influenzato e si ripercuotono, ogni giorno sulla mia vita e io non so più che fare e chi sono
Gentile Stefania,
la ringrazio per la sua testimonianza. Spero che continuando a lavorare sulla sua storia, possa trovare la serenità meritata.
Buongiorno,
Grazie per l’ottimo articolo.
Anche un disturbo OCD di estrema pulizia può essere causa di un abuso sessuale?
Grazie
Gentile Elena,
possiamo definire qualsiasi disturbo come conseguenza di una storia, che però può avere in sè infinite motivazioni per essere stato generato. Se nella sua vita si è verificato un trauma da abuso, questo potrebbe avere una parte nell’origine del DOC, ma non è possibile dare risposte senza conoscere la sua storia nella sua interezza.
Salve , mi chiamo Federica e ho 47 anni. Io ho subito un abuso da parte di un uomo , un vicino dei miei genitori, nonno di die nipoti con i quali giocavo. Io avevo circa sei anni lui , forse sui 50/60, l’approccio era quello del ” io ti do le caramelle in CANBIO io ti tocco il sederino” .
Io ricordo benissimo che stavo a testa bassa , per non guardare, ricordo benissimo il mio visino prendere fuoco , e subito sono scoppiata a piangere , credi ad urlare, lui ha smesso , ha cercato di farmi calmare e appena liberata sono scappata fuori
Fuori alcuni bambini , amici , mi chiesero perché urlassi, io dissi loro che Lui mi aveva Toccata ( semplicemente). … Non posso raccontare tutto, troppo lunga, ma Mia Madre non minga mai creduta.
Mio padre purtroppo non era in grado di Approfondire di più.
Confermo, ad oggi dopo una vita di terapie utilissime e ringrazio Dio per avermi dato la Maturità o chissà che cosa per Avere avuto la forza di Lavorare su di me. E di aver incontrato PERSONE , Uomini che mi hanno AMATA al punto di credere Che L’amore esiste. Che si può Tornare o Cominciare a Vivere la Nostra vita Sessuale , concedendoci il Proprio piacere.
Io ho scoperto a 34 anni che vivevo l’approccio di un uomo coetaneo come una bambina…che Lui voleva In CAMBIO , e non che era normale che mi corteggiasse e avere voglia di fare l’amore con me.
Gentile Federica,
grazie per la sua testimonianza, le auguro il meglio.
Mi chiamo Ketty.
Mi domanda e che io avuto abuso sessuale di bambina per mio fratello adesso io 39 anni e mio fratello 45, io vorrei sapere si posso denunciarlo, perché vorrei fare giustizia.
Perchè tutta la vita per mia mamma per paura non è detto niente.
Gentile Ketty,
dovrebbe rivolgere la domanda ad un avvocato. Purtroppo per reati accaduti nell’infanzia che si vogliano denunciare in età adulta vi è la possibilità che siano prescritti, ovvero che sia passato troppo tempo per poter rendere valida la denuncia.
Buongiorno.
Sono stata abusata da mio padre dalla nascita ai diciassette anni circa, età in cui è andato a vivere fuori casa. Non si è trattato di rapporto sessuale ma lui semplicemente toccava alcune parti del corpo, sotto i vestiti (non i genitali), in modo non sano. Lo faceva tutti i giorni, con la scusa del scaldarsi le mani. A volte mi saliva addosso mentre ero distesa a letto. Non faceva niente, stava lì sopra un minuto e se ne andava.
Era tutto sempre in forma di gioco, lui era un “papà speciale” che giocava con sua figlia.
Ci ho messo decenni a capire, perché per me non erano abusi, era un suo modo strano di relazionarsi e toccarmi.
Sono in psicoterapia ed è un aiuto insostituibile.
Comprerò il suo libro per capire meglio, ancora oggi ho bisogno di elaborare e capire.
Non ho mai avuto un uomo e ho più di 40 anni.
Grazie, cordiali saluti.
Bianca
Gentile Bianca,
grazie per la testimonianza. Spero possa trovare presto la serenità che merita.
Buonasera, volevo fare una domanda personale in base a una situazione in famiglia, ma quand’è che si dà la definizione abuso? Voglio dire se abbiamo una situazione del tipo che un cugino grande di 1 grado tocca nelle parti intime sua cugina di 8 anni, per circa un minuto, anche lì viene definita violenza e va denunciata? Anche se la bambina non ha opposto resistenza? La bambina quando crescerà se lo ricorderà anche se è stato un episodio veloce? E quanto può essere grave una cosa del genere?
Gentile Diego,
potrei dirle che una gran parte delle esperienze di abuso è proprio perpetrata da cugini o parenti giovani su bambini. Qualsiasi azione agita su minore non maturo sessualmente è da considerarsi abuso, dunque in linea teorica anche un giovane adolescente commette una azione abusante se opera atti di natura sessuale su un minore. I bambini abusati difficilmente oppongono resistenza, l’abuso sessuale su minore non è un atto che si ottiene con la forza, ma con la manipolazione, sfruttando l’incapacità del bambino di comprendere cosa stia accadendo. Quanto e come un abuso interferirà sulla vita del minore non è possibile purtroppo stabilirlo anticipatamente, ma certamente ogni atto di questo tipo è illecito e dunque grave per sua natura.
Salve, analoga esperienza con noi cugino più grande di 10 anni. Fatti accaduti a 6 e 8 anni, chiamare maturazione. Non ne ho parlato per 10 anni con nessuno e quando ebbi la forza di raccontare a mia madre lei lo andò a dire a tutti i parenti facendomi vergognare ancora di più. Per non dire che poi mi ci ha portato da questa zia e quindi vi era anche costui, in vacanza quando avevo 23 anni ed ero stressata a studiare procedura civile. Ho letto che qualcuno vorrebbe fare causa a distanza di anni, sono avvocato e lo è anche questo cugino. Purtroppo andavano denunciati al compimento della maggiore età ed è anche orrendo il processo in cui da vittima ti trattano quasi come reo. Detto questo esiste il danno da lunga latenza ma ripeto che ormai… Vallo a provare tra l’altro.
Ciò che resta è una infinita amarezza per non aver saputo difendersi.
Inoltre per quanto mi riguarda, si sono aggiunti trascuratezza emotiva dei miei e altri eventi in cui sono stata lasciata a me stessa, troppo piccola per affrontarli.
Nonostante abbia fatto sempre terapia posso dire di essere migliorata di poco ma mao guarita e ripeto non è solo quello ma la violenza, i maltrattamenti, l’abbandono e la trascuratezza; un latente autolesionismo che ogni tanto emerge con tendenze distruttive tipo abusi alcolici o altro nonché assenza di autostima che mi ha portato a non fare medicina che desideravo perché a 17 anni credevo che essere cinquecentesima ai quiz dimostrava che ero una nullità. Dopo un 30 a un primo esame a giurisprudenza ho continuato anche se non mi piaceva e mi trovo a 45 anni che il lavoro non ca più bene, desidero ancora studiare medicina e nonostante altri titoli e tanta fatica in questo periodo mi devono sostenere i miei.
Credo che sia una situazione dove è impossibile guarire, sono infelice e non sono nemmeno riuscita a costruire una famiglia né riesco ad avere relazioni.
Un fallimento totale. Scusi lo sfogo
Gentile Johanna,
grazie per aver condiviso la sua storia. Sono comprensibili le sue frustrazioni nel constatare che, nonostante gli sforzi, il trauma è sempre pronto a tormentarla incidendo sulla sua autostima e perdita di fiducia negli altri. A volte un percorso terapeutico supporta bene la persona che ha subito il trauma ma non lo va a sciogliere, da qui una situazione di alleggerimento ma non risoluzione/elaborazione dello stesso. Provi a non pensare al fallimento, si è presa cura della situazione da adulta e ha provato ad affrontare la sua storia.
Il trauma non si può cancellare, ma si può fare in modo che smetta di gestire la nostra vita. Le auguro il meglio.
Sono una ragazza di 28 anni. Dai 5 ai 9 anni sono stata violentata da mio zio in modo continuativo.
Solo verso i 15 anni ho iniziato a capire quel che mi era successo. Mi ha sconvolto l’infanzia e l’adolescenza ma 3 anni fa ho finalmente trovato pace fidanzandomi con un ragazzo d’oro che ha cercato in tutti i modi di capirmi e rispettare i miei tempi e tutte le mie paure. Oggi sto bene.
Da qualche mese però, lui rinfaccia la mia non voglia ad avere intimità, che però è la stessa di sempre. Non amo avere intimità e il mio approccio con la sessualità è difficoltoso a causa degli abusi subiti. Lui dice che non è disposto ad avere rapporti solamente un paio di volte al mese dovendo essere sempre lui a prendere l’iniziativa. Che ha aspettato tre anni ma che pensava che le cose sarebbero cambiate prima o poi grazie all’amore. Io non so cosa fare, purtroppo non posso promettergli che migliorerò, non credo di poterlo fare, ma non vorrei perderlo. È l’unica persona che mi ha capita e mi ha voluta per quella che sono e sapere che si sente non voluto da me mi fa stare male. Secondo lui non lo amo più, ma non è assolutamente così. Secondo lei cosa dovrei fare? Sono in cura psicologica da anni, ma pur essendo migliorata sotto tutti i punti di vista, credo che qualcosa di ciò che è accaduto rimanga per sempre.
Grazie in anticipo per la risposta e grazie per affrontare questi argomenti così delicati che sembrano sempre così lontani da noi, ma sono molto più vicini di quel che pensiamo.
Gentile Deborah,
purtroppo a volte gli episodi di abuso segnano il modo in cui percepiamo e viviamo la sessualità. A volte per il partner non è facile comprendere questo blocco e, per quanto sia genuino l’appoggio fornito, ci si può scoraggiare e distanziare per una assenza o difficoltà a vivere l’intimità della persona amata.
Certamente non dovrebbe forzare nulla, per evitare il rischio di peggiorare una situazione per lei delicata. Potreste provare a rivolgervi ad un professionista sessuologo che vi aiuti a sistemare i punti di blocco che state vivendo e magari dare a lei degli spunti utili per provare a superare e vivere una intimità sessuale finalmente serena.
Salve.. sono un ragazzo di 28 anni da poco esco con una ragazza che mi ha confidato che suo padre quando era piccola la toccava……. Lei dice di soffrire di dipendenza affettiva e so che è andata in terapia e sta cercando di uscire da questa dipendenza. Quando me lo ha raccontato non sapevo cosa dire ma in primis gli ho detto raccontami qualcosa di brutto che ti è capitato e io farò lo stesso. E gli ho raccontato un mio fatto a mia volta solo che ora a pensarci magari avrei dovuto approfondire oppure ho fatto bene a non parlarne affatto? Lei quando gli ho raccontato la mia esperienza traumatica da bimbo che anche quella è abbastanza pesante. Si è chiusa. Aveva la canotta si e messa la maglietta e si è messa a camminare lontana da me. Insomma poi stavamo con le braccia conserte entrambi e si era creato imbarazzo forse ho sbagliato a raccontare la mia esperienza che mia fatto sembrare debole.. anche se dopo un po’ di imbarazzo e silenzio mi ha detto che si sente capita per la prima volta nella sua vita perché anche io avevo passato una brutta esperienza anche se non come quella. Però da quel momento si è allontanata e io avevo imbarazzo a toccarla o baciarla. Siamo tornati a casa dopo un po’ e oggi mi ha chiesto se potevamo essere amici. Andare in giro ecc ecc dopo che gli ho parlato di una dipendenza da sostanze mia. È possibile che non dovevamo parlarne? E il fatto che ne abbiamo parlato abbia rovinato tutto ? Perché mi pento un po’ di avergli parlato di queste 2 cose. Non so come mi guarda ora. E inoltre e cosa potrei fare per aiutarla ? Parlarne ancora o non toccare più l’argomento? E so che non c’entra ma se è per questo motivo che si e allontanata. Cosa devo fare?
Gentile Bob,
certamente non è mio compito dirle cosa debba fare. Naturalmente i nostri vissuti personali incidono sempre nel modo in cui ci relazioniamo con gli altri e se può o meno funzionare un certo tipo di incontro o meno. Non è nascondendo parti di noi che possiamo o meno tenere vicine le persone che amiamo.
Ciao, sono una ragazza di 22 anni, non so come definirlo….al età di 9-10 anni mio fratello maggiore (14 anni) mi spogliava e mi toccava…io ne ero consapevole e mi piaceva….ma purtroppo ero stupida…non me ne rendevo conto della situazione..però dopo lo detto ai miei i quali hanno dato la colpa a me e per qualche giorno non mi hanno rivolto la parola…dopo qualche anno dal accaduto che sono diventata abbastanza grande da capire provavo e provo veramente disgusto per quello che acetavo di fare… sento una vergogna indescrivibile…ho cominciato a tagliarmi anni fa…provo tantissimi sensi di colpa…
Gentile Alessia,
provare vergogna è normale in questi casi. Si tende ad incolparsi e a dare al bambino che siamo stati delle responsabilità adulte che di certo non poteva avere al tempo. Il rifiuto dei genitori e il loro rimproverare hanno poi “sugellato” questa colpa rendendola ancora più giustificata. Sarebbe importante lavorare sull’accaduto, lei è molto giovane e merita certamente un proseguo di vita sereno e libero dalle conseguenze di questo trauma.
Ciao sono una ragazza di 27 anni … Mamma di due splendidi bambini uno di 4 anni e una di 7 mesi … Al età di 9 anni sono stata adottata della mia vita con i miei genitori veri e fratelli mi ricordo poco e niente … Nella permanenza che o fatto con i miei genitori adottivi c’è stato un episodio dove mi e ritornato un ricordo di quando avevo super giù sei anni … Pultroppo non ricordo più di tanto unica cosa che ricordo e il nome e il fatto che mi aveva fatto spogliare e baciare le sue parti intime tutto ora il mio rapporto intimo con mio marito non va non gli do la possibilità di avvicinarsi a me sono bloccata o bisogno di aiuto ma allo stesso momento o paura della verita
Gentile Mary,
potere scrivere di un episodio simile è già molto importante. Ancor di più, con coraggio, affrontare questo ricordo in sede opportuna e provare a superarlo. Non abbia paura, è possibile lavorare ed elaborare questo ricordo.
Ho 38 anni e ho subito due tipi di abusi, uno non sessuali da una maestra elementare, non ho dei ricordi chiari su quello che facesse a me, ma ricordo nettamente quello che faceva ai miei compagni, tirate di capelli, umiliazione verbale, quaderni nel cestino, e ricordo la paura. A 12 anni circa lontanissima dal mio periodo di sviluppo avvenuto a 16. Il padre di una mia amica durante una serata a casa loro mi ha sbottonato la camicia. Non ho capito nulla di ciò che è successo non sono riuscita a difendermi tranne a cercare di togliere la sua mano. Eravamo sul letto matrimoniale insieme a tutta la famiglia della mia amica a guardare un film. Ho pensato molte cose negli anni inizialmente che lui avesse sbagliato persona, e voleva farlo alla moglie, poi che io avevo provocato in qualche modo questa sua reazione,perche avevamo un buon rapporto, mi sono sentita una traditrice. Non ho detto mai a nessuno l’accaduto e tutt’ora mi sento in colpa per la mia amica, lasciata nelle mani di questo mostro.
Gentile Erika,
le sensazioni di colpa e vergogna che descrive sono le dirette e più comuni conseguenze di una esperienza di abuso. Possibile certamente fare un lavoro su di sè e sull’accaduto per elaborare e correggere queste sensazioni negative e restituirle serenità.
Buongiorno,le scrivo per avere un parere. Convivo da 5 con un uomo di quasi 49 anni. Ho lasciato la mia città per trasferirmi dove lui lavora,a circa 300 km da casa mia. All’inizio era molto premuroso,poi,dopo poco,ha iniziato a non volere più rapporti con me,a dire letteralmente “i baci non mi piacciono,il sesso orale non voglio farlo perché mi dà fastidio” e,per farla breve,i nostri rapporti sono sbrigativi,ridotti ad 1 o 2 volte al mese. Si mostra aggressivo,bugiardo, insoddisfatto di tutto. Sto vivendo una situazione che sta minando la mia autostima,il mio essere donna e mi sento una stupida…in ogni caso,vorrei capire un atteggiamento simile può essere ricondotto a degli abusi che ha subito e che, probabilmente,ha rimosso. Grazie
Gentile Angela,
questo tipo di reazioni possono essere generate da innumerevoli cause. A volte si cercano risposte forzatamente che possono farci sentire meno confusi, soprattutto in una relazione di coppia. Limitandosi ai fatti, questa situazione certamente indica una problematica presente, ma in questi casi sarebbe opportuno comunicare con il proprio partner il suo malessere e concentrarsi di più sul chiedersi se in una situazione simile lei si sente bene o meno.
Buonasera, avrei una domanda particolare da fare.
E’ possibile aver rimosso completamente un abuso?
Mi spiego meglio: io non ricordo di aver mai subito abusi, però , da sempre, quando incontro un mio zio ho una sensazione di forte disagio e repulsione nei suoi confronti . Non ho mai parlato con lui alle cene, l’ho sempre evitato. Tale disagio non l’ho mai provato con nessun altro.
Oggi ho 42 anni e , parlando di questo disagio con mia sorella minore , anche lei mi ha confermato la stessa sensazione , il mio stesso disagio , ma che ricorda molto poco . E’ possibile quindi che io fossi troppo piccola per ricordare ? Posso aver rimosso ? Vorrei sapere se sono stata vittima di abusi perché almeno darei una risposta a tante amarezze che mi porto nel cuore e che non avrebbero ragione di esserci altrimenti . Ormai questo mio zio soffre di demenza ed e’ anziano, ma io vorrei delle risposte per me stessa.
Gentile Martina,
gli abusi, così come altri ricordi, possono essere rimossi, ma ci sono sempre elementi che indicano questa possibilità. Naturalmente in questi casi a volte non è mai possibile accedervi. Non posso certamente dirle se ha o meno rimosso un abuso, tantomeno in questo contesto. Si può provare disagio nei confronti di qualcuno per molti motivi differenti. Quello che posso dirle è che tendiamo sempre a voler dare spiegazioni molto concrete a problematiche che spesso fatichiamo a comprendere. Questo a volte ci svia dalla domanda che dovremmo invece porci. La mente ci sta indicando che ci sono delle problematiche, indipendentemente da cosa può o meno essere accaduto. Mi concentrerei sul provare a sistemare le “amarezze” che dice di avere, accettando il fatto che potrebbero arrivare da motivazioni più difficili da individuare o anche meno gravi di quello che pensa.
Salve, sono stata molestata a nove anni da uno zio..nn ho detto mai nulla ai miei ,nn so il perché.. ora ho 49 anni e 10 anni fa è arrivata l’ansia con un po di depressione..mi curo con i farmaci, ho provato tutt’oggi a uscirne ma nn riesco l’ansia è li..ho provato anche a cambiare stile di vita ,ma nulla persiste.. la mia famiglia è Ttt ok,ho un bravo marito che mi ama e due figlie stupende. Cmq, volevo aggiungere che,Dopo la morte del mio molestatore che io avevo 11 anni , nn ho più pensato a lui..lei crede dottoressa che, quest’ansia possa essere collegata a lui? Grazie di cuore
Gentile Donatella,
non conscendo lei e la sua storia è difficile per me dirle se questa ansia è generata dall’abuso subito, ma certamente una storia di questo tipo non elaborata e “accantonata” può essere indice di possibili problematiche da trattare. Provi a cercare uno spazio di ascolto per approfondire meglio la situazione.
Sono stata violata all’età di 7 anni da un vicino di casa. Accompagnava me e mio fratello al cinema. La mia vita sessuale non è stata molto soddisfacente. Ogni volta che mio marito mi toccava gli organi genitali, mi ritraevo. Oggi, dopo 40 anni, ne ho parlato per la prima volta con mia cugina. La sua reazione mi ha sconcertato. Nonostante le avessi rivelato di aver sofferto di bulimia, di essermi tagliuzzata braccia e gambe, di aver tentato il suicidio, mi ha scritto: “Daniela, trova pace!” Mi sento violentata per la seconda volta e vorrei che mia cugina lo capisse.
Gentile Daniela,
purtroppo alcune esperienze che riguardano le confidenze ad altre persone di abusi subiti non ricevono le reazioni desiderate. Questo può generare una sorta di esperienza “ri-traumatizzante”, perchè ci si sente nuovamente rifiutati e incompresi nelle emozioni che queste esperienze hanno generato.
Non tutte le persone sono in grado di comprendere cosa possa significare l’aver subito un abuso. Più utile, quando si decide di comunicare parti difficili delle nostre storie, è concentrarsi sull’importanza di averlo comunicato, anzichè sulla risposta dell’altro, che resta imprevedibile e non sempre quella che avremmo voluto. Fondamentale è essere riusciti a parlarne e magari partire da questo desiderio di condivisione per riflettere su cosa ci ha spinti e provare a farsi aiutare in modo appropriato.
Ho 45 anni, sono mamma di una bambina di 11 e ho subito abusi e violenza all’età di 10 anni e mezzo circa da un caro amico di famiglia e il tutto è durato più di un anno.
Ancor oggi sono bulimica e non riesco a stare bene. Sono stata seguita da psicoterapeuta fino a qualche anno fa, dai 23 anni ai 30 ho fatto più cicli di day hospital…in questo periodo mi sento uno schifo…e nonostante tutto cerco di essere sempre super efficiente e attenta a tutto…ma fisicamente e mentalmente sono stanca ..
Gentile Teresa,
comprendo il senso di fatica che la accompagna, data la sua storia traumatica. Provi a non rassegnarsi e a lavorare sull’affrontare e superare l’accaduto per ritrovare una meritata serenità.
Sono una ragazza di 22 anni ed anni fa in seguito a dei sogni in cui mi sentivo osservata e in un certo caso “molestata” ho iniziato a pensare che ci fosse stato qualcosa nella mia infanzia di strano. Sognavo di essere osservata da una persona che mi seguiva. In un sogno ricordo di aver camminato scalza in un corridoio lungo e stretto pieno di chiodi a terra e cose pungenti, ad un bivio è comparsa mia cugina che mi ha dato una mano..e successivamente mi sono ritrovata seduta a tavola con 2 uomini, ( uno ricordo con un camice lungo celeste) in una stanza che in realtà aveva due letti di legno a castello senza materasso, cuscini e lenzuola e con il muro grezzo. Durante il sogno mi rendo conto che in questa stanza era presente una scatola piena di scarpe ed è come se mi fossi sentita presa in giro in quanto stavo soffrendo camminando senza scarpe e nessuno mi ha dato una mano. Ad un certo punto uno dei due uomini mi mostra un cellulare vecchio sotto al tavolo e per messaggio mi comunica ciò: “sei sempre stata bella “ “ti ho sempre notato”. Alla fine scappo da quella stanza e mi butto in una piscina piena d’acqua e mi sveglio. Sono passati anni ma questo sogno me lo ricordo tutt’ora.
Premetto che durante la mia adolescenza e durante il mio periodo di sogni strani i miei genitori si sono divorziati e sono andata a vivere con mia mamma senza vedere mio padre.
Generalmente tendo ad avere molta diffidenza e provo una sorta di timore per le perone adulte di sesso maschile. Non so se sia utile approfondire ciò o se sia solamente dettato dal periodo di stress che stavo attraversando.
Gentile Filomena,
i sogni infantili sono molto utili per capire le paure che da piccoli abbiamo affrontato, ma non è possibile certamente concludere da ciò che sia avvenuto un accadimento così importante come un trauma. Se sente dello stress, può provare ad indagare come mai in una sede opportuna.
Sono una ragazza di 23 anni, da piccola credo di aver subito delle molestie da parte di mio fratello maggiore, ho dei ricordi offuscati che sono venuti alla luce solo dopo aver visto un film in cui si verificavano degli eventi incestuosi tra sorella e fratellastro, da quel giorno ho ricominciato a ricordare alcuni eventi dell’infanzia… ricordo che mio fratello a volte mi costringeva a fare determinate cose e mi ricattava se non le facevo. Non ho mai avuto il coraggio di dirlo a nessuno e ad essere sincera era qualcosa che avevo completamente rimosso dai miei ricordi fino al giorno in cui ho visto quel film. Non so come questo evento possa aver condizionato il mio modo di rapportarmi agli altri perchè comunque ho difficoltà a costruire dei rapporti di amicizia, perchè obiettivamente a volte mi sento inadeguata, ho paura a raccontarlo a qualcuno perché sento della vergogna.
Gentile Lydia,
è del tutto normale provare un sentimento di colpevolezza e vergogna a seguito di episodi di abuso nell’infanzia. Essere stati coinvolti in azioni simili non è segno di debolezza, tantomeno prova di colpevolezza e non dovrebbe generare vergogna per questo motivo. Provi a chiedere supporto e a lavorare su questi temi e vedrà che sarà possibile migliorare la sua qualità di vita e il modo di rapportarsi agli altri, ora compromesso da questi accadimenti.
Sono sposata con un uomo di 70 che all’Eta’di 11 e per qualche anno ha subito attenzioni da parte di un suo insegnante (collegio seminariale) Durante la notte lo faceva entrare nel suo letto per toccarlo e farsi toccare. Siamo sposati da 25 anni e abbiamo una figlia di 24….Dopo i primi anni vissuti in armonia ha cominciato a manifestare aggressività ed e’ diventato anche pericoloso. Ho scoperto che da sempre fa uso di ansiolitici e ha frequentato psicologi e psichiatri senza che io sapessi nulla. Quando la convivenza e’ diventata insostenibile e’ andato via di casa ed ha iniziato ad andare in analisi. La situazione e’ migliorata ed e’ tornato. Da quando e’ tornato non ha piu’ accettato di dormire con me . Ha la sua stanza. Solo quando siamo in ferie fuori casa accerta di condividere il letto con me e abbiamo rapporti sessuali. Questo ha fatto molto soffrire me ma ho resistito nella speranza che lui possa superare il disagio. Tutto questo crea ovvie frustrazioni ed io da un paio d’anni sono molto distaccata. Questo lo fa soffrire ed e’ diventato nuovamente aggressivo e maleducato con me.Di recente ho espresso il mio stato d’animo e la mia sofferenza per la mancanza di affetto ed intimita’ ma la reazione e’ stata molto violenta. Accuse minacce offese . Inoltre mi sembra di percepire una forte gelosia per tutto quello che io riesco a fare ed essere La sua autostima e’ molto bassa ma manifesta pensieri di superiorità che spesso lo rendono antipatico anche fuori dal ns rapporto..Ha tentato di aggrapparsi a ns figlia per sopperire al bisogno di calore umano che io non riesco più ad esprimere ma fortunatamente lei ha capito e tiene le giuste dustanze…..quale strategia e’ possibile adottare, se ne esiste una per aiutare me e lui? Sono stata necessariamente sintetica ma ho cercato di esporre gli aspetti che io credo siano essenziali per comprendere un po’ una situazione molto complessa. Grazie. Una sua lettrice
Gentile Teresa,
è necessario distinguere le problematiche personali da quelle della coppia. Affrontare le prime dipende dalla volontà della persona, anche se naturalmente la storia personale di ognuno incide su come ci si relaziona con l’altro, non è nelle possibilità del partner risolvere tali disagi.
Per le problematiche legate alla coppia potreste chiedere un supporto che agevoli la comunicazione tra voi e in questo modo valutare lo stato della vostra unione.
Quando ero bambina, circa 9/10 anni, andando con mia mamma a far visita ai nonni, il nonno mi afferrava lungo il corridoio di casa sua e trascinandomi in camera da letto, mi buttava sul letto .
Ora , ricordo che sentivo il fastidio dei suoi baffi che pungevano la mia faccia e dimenandomi riuscivo a liberarmi e a passare in soggiorno da mia mamma( sua figlia). Ho poi nel tempo sempre avuto un brutto approccio col sesso, ma non ho mai piu’ pensato a quegli episodi, fino alla vigilia del mio divorzio, causato anche da una mia mancata voglia di fare sesso. Oggi che sono adulta però mi chiedo, ma mia madre, non si è mai accorta di quello che accadeva? Ha subito lei stessa violenze da bambina?
Gentile Heidy,
comprendo le sue domande, legittime e frequenti per chi ha subito degli abusi. Purtroppo non è possibile rispondere, ma certamente possibile provare a cercare uno spazio di ascolto per esse e quindi delle risposte che siano sue e che la aiutino ad elaborare e superare l’accaduto. Magari questo potrebbe restituirle la possibilità di vivere una vita intima più serena e delle relazioni felici.