Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

C'era una volta un bambino: L'adulto vittima di abuso sessuale nell'infanzia
Una lettura facile per meglio comprendere cosa accade all’adulto che è stato vittima di abuso sessuale nell’infanzia.

Quando si parla di “abuso sessuale infantile” ognuno di noi ha in mente una definizione precisa, dettata il più delle volte da esperienze indirette. Purtroppo in alcuni casi l’abuso sessuale entra direttamente nella vita di un individuo, impattando violentemente sul suo normale corso, lasciando dietro di sé delle ferite psicologiche che variano per gravità a seconda del tipo di abuso subito, l’età e la capacità di autocura di cui ogni mente umana dispone.

Partiamo da una definizione generale: intendiamo per abuso sessuale infantile qualsiasi attività che implica il coinvolgimento in attività sessuali di un minore da parte di un adulto.

Da notare bene, quando ci riferiamo ad attività sessuale, non parliamo necessariamente di un rapporto fisico diretto, ma di tutto ciò che ha a che vedere con la sfera della sessualità, se una delle due parti rifiuta o non è nella posizione di comprendere (o comprendere con un senso di maturità piena in caso di adolescenti) ciò che sta accadendo. Ad esempio, oltre alla violenza sessuale che implica una penetrazione, la costrizione al toccare o baciare; la visione non desiderata di nudità o atti sessuali del singolo adulto, di una coppia o più individui; riferimenti sessuali e argomentazioni oscene.

L’abuso sessuale infantile ha solitamente e comprensibilmente un elevato livello di gravità e rischio per la salute mentale di un individuo e la sua crescita. Una persona che è stata abusata in età infantile porta nel decorso evolutivo della sua mente le tracce di un evento traumatico che solitamente ne devia il normale sviluppo.

Possiamo dire in linea generale che il livello di gravità segue tre dimensioni fondamentali:

  • il tipo di abuso subito e la sua durata – ovvero, se si è trattato di veri e propri rapporti fisici, toccamenti o esposizioni visive o racconti e provocazioni e quanto a lungo;
  • l’età e le risorse individuali del bambino – ovvero, in quale fase dello sviluppo il trauma lascerà traccia e di quali risorse dispone;
  • l’identità dell’abusatore – più la parentela è prossima alla vittima, peggiori saranno le conseguenze del trauma subito.

Per intenderci, potremmo dire che un abuso sessuale subito da parte di un genitore ad un bambino in età pre-puberale (8-11 anni circa) che si protrae nel tempo, con un coinvolgimento fisico totale, con ogni probabilità si rivelerà un’esperienza tra le più distruttive per la salute psichica.

Naturalmente essendo queste tre dimensioni molto variabili, fare previsioni nei singoli casi è molto complesso e, proprio per le capacità e risorse individuali, situazioni che potrebbero far pensare a conseguenze peggiori potrebbero rivelarsi meno gravi di altre da cui ci si aspetterebbe al contrario quadri meno compromessi.

A fronte di ciò ricordiamo che trattandosi di abuso sessuale infantile, stiamo facendo distinzioni all’interno di una situazione che presenta comunque, in qualsiasi forma avvenga, una potenzialità traumatica di livello elevatissimo, che si parli di un episodio con coinvolgimento minimo, ad uno massimo.

Le conseguenze psicologiche di un abuso sessuale possono toccare differenti aree: l’autostima, lo sviluppo della sessualità, le capacità relazionali.

Solitamente un bambino reagisce all’abuso innescando meccanismi di difesa basici, quali rimozione e dissociazione – la mente cerca in questo modo di sganciarsi dal ricordo traumatico insostenibile creando una barriera tra ciò che è accaduto e le implicazioni emotive o cancellando letteralmente l’episodio dalla memoria. E’ stato rilevato come il minore affronti una situazione molto simile a quella degli adulti che, dopo aver subito un trauma, sviluppano un disturbo post-traumatico da stress.
Il senso di colpa si riversa su di sé ed è tanto più intenso, quanto l’ambiente circostante ignora o copre l’episodio, e di contro, si sviluppa un profondo senso di sfiducia e paura nei confronti degli altri.

Un adulto che è stato abusato deve scontrarsi con queste credenze sviluppate e consolidate dal bambino che era un tempo. Tenderà a seconda dei casi, ad essere altamente aggressivo, ad incolparsi ferocemente, avrà una bassa autostima, tenderà a deprimersi o ad oscillare molto tra stati emotivi. È prevedibile che abbia difficoltà a regolare gli impulsi e problematiche ad inquadrare e sviluppare una corretta identità sessuale ed una vita sessuale soddisfacente.

Tra le patologie che possibilmente si sviluppano troviamo il disturbo borderline di personalità, la depressione, disturbi alimentari e dipendenze, proprio in conseguenza all’incapacità di regolarsi e al costante bisogno di “tenere il controllo” su una situazione che si percepisce in pericolo costante.

Ad oggi la psicoterapia è uno strumento di elezione per trattare e curare storie e conseguenze degli abusi. Ovviamente, parlando di età adulta, si dovranno affrontare gli effetti di schemi disfunzionali consolidati nel tempo. Si può dire che il trauma dell’abuso innesca una serie di meccanismi di difesa estremi della mente che portano purtroppo, seppure con lo scopo di proteggere la persona da un crollo, alla formazione di sistemi difettosi e patologie che probabilmente non sarebbero comparsi altrimenti.

In quest’ottica, abbiamo personalmente usato l’esperienza nata da un lavoro costante sul campo in questo ambito per sviluppare un metodo mirato, la cui filosofia di base è mantenere al centro la narrazione della persona, integrando tecniche e conoscenze in campo psicotraumatologico sempre più innovative: l’Emdr; la Psicoterapia Sensomotoria; la terapia dell’Esposizione Narrativa, ne sono alcuni esempi.

Tutto ciò all’interno del percorso di psicoterapia, per fornire a chi ne fa richiesta un’esperienza che garantisca una totale e complessa strategia di intervento il più possibile risolutiva, nel rispetto della natura articolata del trauma, la cui cura non può ridursi alla sola rimozione dei sintomi da esso generati (per saperne di più, vedi: Alicanto – Centro Cura del Trauma Psicologico).

Se volete approfondire il tema in modo dettagliato e avere risposte più complete potete acquistare il libro in versione cartacea oppure ebook (gratis con abbonamento KindleUnlimited) cliccando sul titolo: C’era una volta un bambino: L’adulto vittima di abuso sessuale nell’infanzia

NB. Vorrei estendere un ringraziamento particolare a tutti coloro che con coraggio stanno commentando l’articolo, facendo domande o semplicemente condividendo il dolore e il disagio delle loro esperienze di abuso vissute in età infantile.
[E’ possibile che parti dei commenti con contenuti marcatamente espliciti vengano tagliati per il contesto nel quale sono pubblicati.]

Vorrei altresì specificare che purtroppo NON E’ POSSIBILE FARE CONSULENZE VIA EMAIL O TELEFONICHE.

Usate questo spazio qualora vogliate un commento da parte mia.

1.113 commenti

  1. Salve, solo oggi sono venuta a conoscenza del fatto che mio marito è stato abusato sessualmente in età infantile nel suo paese d’origine. Stiamo insieme da 6 anni ed abbiamo due bimbi piccoli e dei suoi comportamenti sempre un po evasivi, delle esplosioni di rabbia nei momenti in cui non riusciva a tenere sotto controllo la situazione, della tendenza a tenersi dentro ogni problema, mi ero data la spiegazione che fosse solo parte del suo carattere. Da oggi molte cose hanno un significato nuovo. Non sono a conoscenza di quali violenze abbia subito, né a che età e nemmeno se si siano protratte nel tempo, ma se ho capito bene gli effetti nell’adulto abusato sfociano anche in un concetto distorto della sessualità; ma ho letto che mediamente i soggetti rifuggono dalla natura dell’abuso da loro subito, mentre lui invece è sempre stato ossessionato dal sesso, ricercandolo in continuazione, in modo, appunto, ossessivo. Può essere visto anche questo come effetto collaterale? (Le faccio questa domanda in relazione a delle vicende recenti che hanno avuto come conseguenza la confessione dell’abuso). Ho una marea di domande e di preoccupazioni, ma ho paura di ferirlo dato che non ne vuole assolutamente parlare, e non ne vuole sapere nemmeno di parlare con un professionista. Sono molto confusa e frastornata ed assolutamente non ho idea di come affrontare la situazione.
    Cordiali Saluti,
    G.

    1. Author

      Gentile Ginevra,
      come già detto in risposta ad un commento precedente, le ripercussioni in età adulta di un abuso sessuale infantile riguardano spesso la sfera della sessualità e della regolazione degli impulsi (quindi una difettosa gestione del controllo della rabbia, ad esempio). E’ possibile che si sviluppi anche una attenzione particolare alla attività sessuale, ovvero ad una “ipersessualità” anziché ad una “asessualità” – sono entrambe varianti possibili.
      Purtroppo, in generale, se non si hanno motivazioni a farsi aiutare è molto difficile poter dare un supporto adeguato. Tenga presente che dietro una grande reticenza a parlare e ad affidarsi, che spesso porta a reazioni anche aggressive, vi è di solito paura, vergogna, timore e mancanza di fiducia nell’altro – questo compatibilmente a delle storie in cui “l’altro” ha tradito nel modo peggiore la loro fiducia.

  2. Salve. All’ età di 9 anni vidi mio padre prendere mia madre x i capelli e portarla in bagno conyro la sua volontà. Io ancora non sapevo nulla sul sesso, ma capii cosa stava succecendo. Uscii di casa e cercai di arrampicarmi sulla finestra, che però era alta così mi sbucciao gambe e braccia. Urlavo dosperata e battevo sul vetro. Non ricordo bene cosa vidi. Nessuno mai parlò più di quella cosa e io non posso dire di averla mai scordata, ma è come se x 20anni io non l’ abbia mai ammessa a me stessa, sebbene la scena e l’ orrore non mi abbiano mai più lasciata. È una violenza questa? Io ho avuto successivamente un sacco di problemi fi panico, depressione, rabbia, problemi sessuali,e le colpe dei miei problemi le hanno sempre attribuite s me.

    1. Author

      Gentile Sabrina,
      assistere ad episodi di violenza per un bambino è sempre un’esperienza traumatica che ha spesso delle ripercussioni anche gravi.
      Non si può in questo caso parlare di abuso (nè posso azzardare senza risultare imprudente altre definizioni non conoscendo la sua storia), ma non per questo il suo racconto perde di impatto. Quello che posso dire è che per lei sicuramente si è trattato di una esperienza traumatica a tutti gli effetti e che sta avendo ancora oggi delle forti ripercussioni sulla sua vita.
      Sarebbe quindi opportuno che si prenda del tempo per affrontare questa memoria così violenta nei ricordi per cercare di elaborarla e restituire così a lei una meritata stabilità.

  3. È possibile che gli abusi sessuali subiti all’età di 11 anni e che non ho mai raccontato e che ho sempre cercato di allontanare dalla mia mente come se non fossero accadute a me si ripercuotono sulla vita sessuale di coppia? Sono sposata con quello che fu il mio ragazzo all’età di 18 anni. Non sono una ragazza sessualmente attiva anzi a volte mi da proprio fastidio…mi accadeva anche da fidanzati ma ho sempre saputo fingere quando avevo questi momenti…mio marito non ha mai saputo nulla quindi a volte ha anche pensato che io avessi qualcun’altro. C’è da dire che io ho 31 anni e lui poco più di me e che abbiamo due figli(giustamente giovani e quindi dovrebbe essere normale avere quella voglia di intimità che io sopperire a volte dolo con momenti di pura dolcezza e abbracci) ….quindi ho poi anche preso scuse di stanchezza e cose varie. Comunque per fortuna non accade sempre ma io mi sento anche estremamente in colpa e ho pensato anche che non mi attirare più ma poi quando facciamo l’ amore e quei pensieri dono fuori da me io sono totalmente coinvolta.grazie e mi scuso or essermi dilungata.

    1. Author

      Gentile Stella,
      non solo è possibile, ma è uno degli aspetti che più frequentemente si presentano in età adulta in conseguenza ad una storia di abuso infantile.
      La normale evoluzione della sessualità può alterarsi a seguito di uno o più episodi di abuso in molti modi, dai più lievi ai più gravi. Può essere costante nel tempo, ovvero una persona può sviluppare una difficoltà permanente nella sfera sessuale o forte confusione in merito, oppure essa può presentarsi in svariate forme e in momenti o situazioni specifiche.
      Si crea un vincolo tra un’esperienza che naturalmente dovrebbe evolvere nella mente come una ricerca di piacere e soddisfazione, ad una esperienza traumatica di costrizione. Quindi si associa alla sessualità una componente negativa che normalmente non ha e se ciò accade, questo avrà conseguenze nella vita sessuale della persona.
      Naturalmente è sempre bene specificare che tutto ciò dipende da caso a caso e al di là delle generalizzazioni, queste varianti si delineano da persona a persona in modo peculiare. Potrebbe infatti non accadere nulla di tutto ciò e la vita sessuale non avere ripercussioni alcune.

      1. La ringrazio per la risposta. Da qualche mese ho iniziato un percorso terapeutico, ho problemi a lavoro con il mio responsabile tanto da non riuscire ad andare a lavoro , un periodo di forte stress con insonnia e attacchi di panico e depressione. Ho cmq subito in etaadolescenziale la perdita di mio padre e dopo tre anni la convivenza di mia madre con un uomo che ha avuto una forte influenza su di lei e con cui io non ho mai avuto un buon rapporto ma naturalmente ho sofferto dentro. Spero che con questo percorso riuscirò a tirar fuori quello che ho dentro. Fin’ ora faccio terapia di coppia in seguito non so cosa deciderà la dott. La ringrazio nuovamente

        1. Buona sera! Mi chiamo Giulia e e sono una donna di 31 anni. Da quando ho memoria agli 11/12 anni ho subito ripetuti abusi sessuali da parte di uno zio e, all’insaputa l uno dell altro, anche da parte di uno dei miei fratelli. Ho deciso di parlarne a 13 anni ma un po’ non venni creduta, un po’ si cercò di sotterrare la cosa quanto più possibile nascondendola. I miei genitori non sono mai riusciti ad affrontare una cosa del genere, hanno sempre preferito vietarmi di parlarne perché il dolore è troppo forte. Dunque sono andata via di casa appena maggiorenne, mantenendo un rapporto discreto con i miei negli anni ….ho lavorato su me stessa tramite psicoterapia da quando ho 15 anni, con lunghi periodi di stacco però. Ho un compagno che mi sta accanto da più di un anno (finalmente una persona buona e per bene con sentimenti onesti). Dopo tanti tanti anni di lavoro su me stessa e di consapevolezza sempre più maggiore, ciò che rimane che mi fa più soffrire è il fatto di non avere alcun desiderio sessuale…temo che questo possa compromettere la mia relazione a cui ovviamente tengo inestimabilmente. Leggo di emdr e altre pratiche ma io sono molto legata alla mia attuale psicoterapeuta…ho piena fiducia in lei (dopo averne testati abbastanza) e non vorrei abbandonarla per un percorso che non capisco come e in che modo possa darmi una soluzione … La cosa più strana è che per anni ho avuto periodi in cui il sesso era un ossessione…una cosa da fare e anche di cui parlare…da quando conosco quello che reputo finalmente l amore della mia vita, ovvero il mio fidanzato, è calato molto il mio desiderio sessuale ed è accresciuta una sorta di ansia continua dovuta al fatto di non provare proprio tale desiderio…un cane che si morde la coda insomma…potreste darmi la vostra opinione? Grazie infinite

          1. Author

            Gentile Giulia,
            se il percorso che sta facendo la soddisfa e si trova bene, certamente con il tempo dovuto potrà trovare una via che riterrà utile alla risoluzione di questo problema. Per quanto riguarda la sua perplessità in merito a metodi di intervento differenti, posso dirle che naturalmente di importanza fondamentale è sempre il terapeuta e il trovarsi bene con lui/lei. Altro aspetto però da tenere in considerazione nell’ambito della psicoterapia è che, pur essendo formati ad affrontare i disagi della mente di ogni tipo, ci sono professionisti specializzati in determinati ambiti che garantiscono una conoscenza maggiore e quindi una capacità specifica di intervenire al meglio su alcune problematiche. La differenza è simile al medico di base e al medico specialista. Nello specifico di una storia di abuso ad esempio, affidarsi alle cure di uno specialista nel trattamento del trauma può fare la differenza (indipendentemente dalla tecnica usata – emdr o altre). Detto ciò, è sempre possibile aprire e chiudere dei piccoli percorsi, in accordo con il proprio terapeuta, con specialisti di questo tipo senza compromettere il lavoro base con il proprio psicologo e lavorare proprio su quegli aspetti che riguardano tematiche che richiedono conoscenze e interventi mirati.

      2. avevo 9 anni quando fui adottata, da subito fui molestata da mio padre, mia madre invece mi infliggeva ogni sorta di tortura fisica e psicologica diceva che mi avevano adottata per far loro da governante.. poi a 15 anni fui violentata dal mio ex marito e subii anche da lui ogni sorta di violenza fisica e psicologica, per avere il pieno controllo su di me mi isolò da tutto e tutti questo durò per cira 28 anni ….sembrava che avessi rimosso tutto ma mi faceva schifo essere toccata avere rapporti sessuali, essere baciata, col tempo ho avuto 3 figli ma ho contratto una depressione acuta, ho tentato più volte il suicidio, non ho mai raccontato niente a nessuno ripeto pensavo di avere rimosso…poi quando in fine ebbi la forza di ribellarmi e lasciare mio marito mi successe qualcosa d’inspiegabile, uscivo con un uomo e benchè mi faceva schifo essere toccata gli chiedevo di possedermi…e dopo mi facevo schifo questo con tutti quelli che uscivo era come se non riuscissi a difendermi, come se in qualche modo era il trattamento che meritavo..ora per paura che qualcuno possa abusare di me evito di uscire con un uomo, sono tanto arrabbiata con me stessa per non essermi difesa ma anzi dopo la riluttanza ai primi approcci addirittura li incoraggiavo…ho spesso pensieri suicidi perchè? dovrei fare un percorso psicologico? posso sperare di guarire un giorno? grazie mille

        1. Author

          Gentile Gianna,
          la sua difficile storia certamente spiega la grande portata di sofferenza e persino il desiderio di annullamento che a volte sembra pervaderla.
          Non mi stancherò mai di ripetere che parlarne, cercare un sostegno, è sicuramente fondamentale e che quindi anche nel suo caso è una opportunità che dovrebbe essere colta. Può permetterle di provare a ragionare sul perchè si incolpa di questa sofferenza che altri hanno inflitto e si condanna ad essere poi lei stessa per prima una sorta di carnefice personale che continua a perseguitarla in un circuito che sembra infinito e privo di speranza.
          Spesso quindi ci si incastra nella ripetizione quasi maniacale di relazioni che ci fanno sentire come forse per primi crediamo fermamente di essere: indegni, immeritevoli e pieni di colpe da espiare.

  4. Ho 34 anni e ho fatto 13 anni di terapia per arrivare oggi all’evento traumantico. Mi sono ammalata di anoressia e bulimia all’età di 19 anni. Ma non era quello il mio problema. Un uomo che mi teneva come baby sitter all’età di 3 anni abusava di me. E i miei genitori entrambi disturbati e in guerra tra loro non si rendevano conto di quello che mi stavano facendo. Superati i traumi dei miei genitori. Perdo mia madre un anno e mezzo fa. E proprio oggi scopro l’orrore che emerso alla mia coscienza durante una terapia. Ora ho iniziato da una seduta l’emdr e sono tornata a casa che mio padre che non mi è d’aiuto per nulla. Ignora il problema. E a volte io sono caduta in abuso di alcol per il troppo sentire. Vedendomi ubriaca ora lui non mi parla più e il mio senso di solitudine aumenta.

    1. Author

      Gentile Monica,
      la ringrazio per questa preziosa testimonianza che evidenzia quanto le conseguenze di un abuso possano essere devastanti non solo nel loro esplicarsi, ma anche in età adulta (argomento sempre troppo poco trattato).
      Le auguro che il suo lungo sforzo di poter uscire da questo stato di malessere prolungato possa dare gli effetti desiderati.

  5. Salve
    Sono un ragazzo di 22 anni. Le scrivo perché vorrei capire se quanto mi è accaduto può essere considerato o no un abuso sessuale. Il ricordo più remoto risale all’età di 9 anni. È successo qualche volta, non ricordo quante quell’anno e nemmeno se è successo di nuovo fino ai miei 13 anni. Ero consenziente all’inizio, impaurito, ma mi fidavo di lui. Mi vergognavo molto. Dopodiché è tutto continuato fino a qualche anno fa. Gli incontri li vivevo con immobilità e paura, senza guardarlo negli occhi.
    Nel frattempo mi sono piaciute ragazze di cui mi sono innamorato. A 17 anni ho iniziato a sentitre attrazione per i ragazzi. Mi sento in ansia e ho paura. Mi sembra una cosa sbagliata e sporca. Arrivo a questa età a domandarmi perché vivo in questa situazione di dualismo.
    Spero che Lei mi aiuti a migliorare la mia vita esprimendo il suo parere, su cosa dovrei fare, sui miei dubbi: se mi sono immaginato tutto e se l’abuso sia per me un argomento per giustificare una omosessualità che non mi sento bene addosso.
    Mi scuso per essermi dilungato troppo.
    Grazie infinite, saluti.

    1. Author

      Gentile Paolo,
      innanzitutto mi scuso, ma come avrà notato ho ridotto un po’ il suo commento, sia per motivi di lunghezza che per limitare e proteggere i particolari che lei ha esplicitato in questo contesto pubblico.
      Trovo il suo commento utile a comprendere i sentimenti contrastanti che chi ha subito un abuso spesso si trova a vivere. L’abuso è una esperienza indesiderata di cui non si era pronti da un punto di vista evolutivo, ma a volte accanto al senso di oppressione e costrizione, si può provare del piacere nel vivere queste stesse esperienze traumatiche, che data la giovane età non si è in grado di gestire o comprendere. Da qui le conseguenze possono essere quelle di vivere perennemente in uno stato altalenante di attrazione e repulsione, vergogna e colpa, e questo può creare un senso di incertezza e confusione anche identitaria.
      Quello che mi sento di dirle è fare affidamento sulla sua sensazione di “ansia e paura” che denota uno stato di malessere. Non esistono risposte o esperienze generalizzabili, ma sicuramente una spia di allarme per noi deve sempre essere la percezione di come ci si sente.
      In questo caso, può provare a partire dal suo non stare bene che è reale e non immaginato. Questo è sufficiente affinchè possa pensare di interrogarsi sul vero senso di questa esperienza vissuta e capire come essa incida oggi nella sua vita e stia compromettendone un decorso sereno.

    2. Salve a tutti. . .ho 36 anni e all età di 3 anni e per tutto il tempo della scuola materna ho subito abusi da parte di mio papà.il tutto veniva passato come un gioco. Ero piacevolmente divertita da questa cosa e non ho mai detto niente a nessuno per paura di rovinare questo rapporto con mio papà. .che per altro era un idolo per me. Mia mamma soffriva di gravi problemi psicologi e da lei ho ricevuto solo che botte ogni volta che la contrastavo. I bambini non riescono a capire quanto sia grave una cosa così.l ho capita dopo.anche perché. . Mi ricordo tutto.sono cresciuta tra sensi di colpa e senza mai prendere posizioni mie.non hai avuto il coraggio di dire la mia.mai.in nessun campo.nemmeno nella sfera privata.tanto che dopo due anni di matrimonio in una casa voluta ,comparata e pagata dai suoceri sono sbottata e finalmente ho trovato il coraggio di vivere una mia vita da sola.mi sono sempre lasciata tutto scorrere e non mi è mai importato gran che di niente e di nessuno.la mia grande capacità di adattamento e indipendenza mi hanno reso impassibile di fronte a tutto. Ora sto ripartendo da zero. Ovviamente i miei sono contrari alla mia separazione e. . Ancora una volta mio papà sembrava d accordo ma poi mi ha di nuovo tradito voltandomi le spalle. Non credo nel perdono.Cos è stato quello che ho passato?amore?per anni me lo sono chiesto. . .

      1. Author

        Gentile Giulia,
        lei è riuscita in questo breve commento a racchiudere tutti i nodi principali e le difficoltà più traumatiche che una storia di abuso crea. Il senso di colpa, l’incapacità di distinguere uno scambio di amore da uno disfunzionale, la perdita della stima di sè e la sfiducia negli altri.
        Ad oggi la sua confusione sembrerebbe essere ancora retaggio di quella che da bambina viveva durante gli scambi confusi con suo padre. Come suggerisco sempre, sarebbe importante prendersi uno spazio per esplorare tutto questo e provare a rispondere in modo adeguato alle sue domande.

  6. Salve volevo chiederle se gli abusi nel primo anno di età manifestano le medesime problematiche nell’età adulta qui descritte , sono determinanti per le difficoltà nella vita sessuale anche se sono stati abusi fisici e non sessuali nel senso stretto del termine ?
    grazie

    1. Author

      Gentile Emma,
      le primissime fasi di vita, anche se non lasciano un ricordo consapevole, sono fondamentali per la crescita e il corretto sviluppo di un individuo e vengono comunque tracciate dalla mente su livelli così detti “impliciti”.
      Purtroppo non è possibile prevedere come l’abuso inciderà nello specifico, ma le conseguenze evidenziate dagli studi fatti in merito si concentrano sullo sviluppo cognitivo (specialmente nell’area del linguaggio) e le capacità relazionali, che come si intuisce vengono altamente compromesse proprio dal rapporto disfunzionale tra colui che si prende cura del bambino che è abusante e il bambino abusato.
      Quindi non si può escludere che le difficoltà nella vita sessuale, che è parte del modo in cui stiamo in relazione con gli altri, possano venire compromesse da questi accadimenti precoci.
      Naturalmente l’ultima parola è sempre legata alla storia del singolo e si deve evitare di pensare a queste considerazioni come delle risposte esaustive del problema specifico.

  7. Salve,
    sono su questo sito perché da circa quattro anni mi sono tornati alla mente ricordi spiacevoli. Ne ho 19, e tra i 5 e 10 anni ho ripetutamente avuto rapporti sessuali con una donna più grande di me.
    La mia vita è ferma da un po’ e tutto quel che ho attorno mi fa schifo. Non so se le cose che mi fanno schifo nella mia vita dipendono da me o sono conseguenze di quel che é successo.. Francamente credo sia colpa mia.. Sono una mollacciona.. Ma leggendo alcune cose su questo sito mi rendo conto che potrebbe essere un 50 e 50..

    Scusate lo sfogo.. Non ne ho mai parlato con nessuno.. Ho un po’ di timore.

    1. Author

      Gentile Arianna,
      è normale provare timore e avere quei dubbi, sentirsi in colpa ed essere confusa in merito alle responsabilità su quanto accaduto.
      E’ altresì un passo davvero importante che si stia iniziando ad interrogare su quanto questa esperienza abbia invece un peso nelle difficoltà che vive oggi e da chi dipenda realisticamente questo stallo in cui si trova.
      Se riesce, provi a vincere il timore e a trovare uno spazio per sè in cui poter iniziare a porre queste domande ed essere aiutata a trovare delle risposte che le possano essere utili a ripartire con la sua giovane vita.

  8. Buongiorno, o una convivenza da circa tre anni,a una vita normale,solo poco desiderio sessuale sono sempre io a prendere iniziativa, x alcuni fatti mi sono insospettita lo messo sotto controllo con registrazioni,o scoperto Ke chiama e va con prostitute,trans,gli piace il sadomaso e poi racconta queste cose a una nostra amica. È normale secondo lei o avuto degli abusi. Grazie

    1. Author

      Gentile Daniela,
      non è assolutamente possibile trarre delle conclusioni simili partendo dalle scelte comportamentali di una persona, anche se si tratta di scelte che riguardano la sfera della sessualità. Non c’è alcun collegamento diretto tra preferenze legate alla vita sessuale e abuso, quindi trarre queste conclusioni è del tutto sbagliato. Mi spiego meglio con un esempio: una persona che sviluppa un disturbo alimentare può avere subito un abuso in età infantile, ma questo non significa che TUTTE le persone che hanno un disturbo alimentare siano state abusate.
      Tali considerazioni possono essere fatte solamente dall’esperienza di abuso al come questa sia evoluta in età adulta, ma mai viceversa.
      Forse in questo caso sarebbe più utile ristabilire una comunicazione diretta tra voi per capire assieme cosa stia succedendo alla vostra coppia.

  9. Buongiorno, mi trovo all’età di 45 anni ad affrontare una depressione che sembra avere radici molto profonde. Non ho mai subito veri a propri abusi, ma dall’età di circa 3 anni fino ai 15 ho avuto problemi in campo urologico, con tutte le visite, esami e cure ad esso connessi.
    Non posso fare a meno oggi di domandarmi dove sia la linea di demarcazione fra abuso e cura nella mente di un bambino, specie in un epoca in cui all’espetto psicologico del paziente si dava pochissima importanza.
    Grazie

    1. Author

      Gentile Ella,
      tale linea di demarcazione di cui parla è molto complessa e indubbiamente sottile. Va sempre analizzato il caso singolo e la storia della persona, ma possiamo certamente dire che vi sono molti tipi di abuso e di sicuro al di là dell’inequivocabile abuso sessuale o fisico, vi sono delle forme più sottili (non meno gravi) che vanno da quello verbale, all’incuria in cui potrebbe rientrare ciò che lei definisce “cura della mente” in questo caso manchevole.
      Ciò detto, è necessario fare molta attenzione anche ad “abusare del termine abuso” che ha una sua etimologia precisa ed indica sempre un elemento di consapevolezza del danno recato che altri tipi di traumi possono non contenere. Dunque per evitare di confondere piani differenti in questi casi è bene parlare più correttamente di esperienze traumatiche.

      1. Salve, ho 55 anni, all’età di 8 sono stata abusata da un ragazzo di 16, poi ci sono stati altri episodi con ragazzi diversi perché venivo ricattata dicendomi : se non fai questo lo diciamo ai tuoi fratelli! Preciso che ero costretta a fare cose che ancor oggi mi ripugnerebbero benché in un rapporto sono normali. Finalmente 10 anni fa mi sono messa con una donna con lei riesco a far l’amore liberamente senza ansie e paure. Sono felice e non mi sembra di avere problemi è normale? Per tantissimi anni non ne ho parlato con nessuno , ora lo faccio con amiche e con la mia compagna, ma non mi sembra di star male, leggendo qua e la pare che tutti riportino delle conseguenze è possibile che a me non sia capitato? Grazie per una Sua risposta, cordiali saluti

        1. Author

          Gentile Susanna,
          non è mai la storia a fare fede, anche di fronte a tragedie enormi, ma come ci si sente. Per questo se lei prova serenità, non c’è di fatto motivo di metterla in dubbio.
          La mente ha una naturale tendenza alla cura e le risorse di ognuno viaggiano a livelli differenti. E’ plausibile che la sua mente abbia già sistemato l’accaduto in una forma accettabile e che possa conviverci tranquillamente.
          Non posso chiaramente dare una risposta certa ed esaustiva: ci sono diverse sfumature in tutto ciò e certamente vi sono molti casi di abuso in cui la mente può essersi difesa al punto da anestetizzare il trauma in apparenza. Di certo non è questa la sede per capire se ci troviamo di fronte a questa ipotesi.
          Quello che posso dirle è che non è il caso di farsi problemi là dove non ve ne sono.

          1. Grazie mille della Sua risposta, io non ero preoccupata, ma la mia compagna quando gliel’ho detto sembrava non mi credesse e che avessi bisogno di uno psicologo: perché non parli con questo, vuoi venire dal mio psicologo io ti starò vicina! Ma io ho molta più difficoltà a parlarne con persone che non conosco, (psicologo, psicoanalista ecc…) che con persone a cui voglio bene e che so che mi vogliono bene. Grazie ancora. Cordiali saluti

  10. Salve, ho cercato informazioni che riguardano i traumi da abusi subiti da piccoli in età adulta perché non riesco più a vivere con mia moglie, e vedo in lei la sofferenza di una persona disturbata che non si fida veramente di nessuno e crede che tutti si approfittino di lei e quello che ne paga le conseguenze più dei nostri figli sono io!! Io sono la persona al mondo che più la amata e credo che la persona che più l’abbia ferita sia stata sua madre a cui a chiesto aiuto in quel periodo e che non le ha creduto quando le ha parlato del l’abuso subito all’età di 10 anni da un parente!! Sono stanco, Cosa devo fare!!??

    1. Author

      Gentile Michele,
      mi spiace se la mia risposta potrà sembrarle scontata, ma in questi casi è necessario che la persona si rivolga ad un professionista che possa aiutarla a superare il trauma subito. E’ comprensibile che ci si senta traditi dagli altri e si abbiano difficoltà nella situazione di sua moglie, ma creare un clima di accoglienza e sicurezza è il nostro compito primario. Con questo voglio dire che è possibile che sua moglie, pur con le sue insicurezze, riesca a vincere le sue resistenze e farsi aiutare.
      Purtroppo le persone che sono vicine a coloro che vivono una condizione di difficoltà simile si sentono spesso frustrate perchè, pur aiutando, non riescono ad ottenere miglioramenti. Ciò accade perchè, pur con l’amore e la dedizione, un parente o un caro non ha gli strumenti necessari a risolvere la situazione, nè può farsene carico. Quindi comprendo bene il suo senso di impotenza, poichè si vengono a creare circoli viziosi in cui il disagio si estende anche alle persone vicine.
      La pensi un po’ in questi termini: se sua moglie fosse affetta da una malattia organica la porterebbe certamente da un medico, non proverebbe a curarla da sè, o se così facesse si sentirebbe comprensibilmente frustrato dai suoi fallimenti. Il fatto che un disagio originato da un’esperienza traumatica non abbia (come del resto le problematiche legate alla mente) un riscontro evidente, come accade nelle malattie organiche, non vuol dire che non segua le stesse logiche.

      1. Caro Michele, sono colpita dalla attenzione con cui lei come marito, non solo abbia compreso i problemi di sua moglie, ma capisca di quanto sia importante sostenerla e appoggiarla. Le assicuro che non sempre succede. A differenza di lei, mio marito non ha mosso un dito, non se ne è affatto preoccupato ne occupato, se non attraverso un semplice ascolto che non ha avuto alcun effetto, anzi ha solo mostrato fastidio e incomprensione per la mia depressione, pensando che fossero tutte fisime mie che ho fatto pesare su di lui. Non credo che abbia mai cercato di capire, di leggere qualcosa su questo tema, mai incoraggiato a parlare con una psicoterapeuta.
        Le auguro di aver iniziato un percorso che possa aver aiutato sua moglie e anche la vostra coppia. F.

    2. Salve, ho 24 anni e fino ai 13 anni non ricordo nulla, fuorché alcuni piccoli episodi. Sono in terapia da due anni e in molteplici volte mi ha chiesto se fossi stata abusata anche sessualmete ( ho subito violenze fisiche e psicologiche sin da quando avevo 1 o 2 anni da parte di mia madre e mia nonna), quindi non ricordando nulla mi è venuto il dubbio.
      Ho degli amici ma non riesco a provare nei loro confronti quel bene che è comune nelle amicizie, se non ci fossero più io starei bene lo stesso.
      Mi sono dichiarata lesbica 4 anni fa, perché non provavo niente per e con uomini e anche perché ero follemente innamorata della mia migliore amica. Ho avuto rapporti sessuali con un po’ di ragazze ma anche qui niente non sento nulla. Questa cosa per me è frustrante perché non riesco a capire chi sono.
      Mi sono tagliata pesantemente per anni fino all’estate scorsa quando ho scolato una boccetta di en insieme all’alcool, mi ha dato un forte scossone e da li non ho fatto più nulla. Ma la voglia di farlo ancora c’è.
      Io vorrei dire certe cose alla terapeuta ma non vorrei che pensasse che sia diventata paranoiaca sotto questo punto di vista. Non so cosa fare.
      grazie

      1. Author

        Gentile Dana,
        il fatto che teme un giudizio della terapeuta è forse il problema principale. Perchè una persona che ha il compito di aiutarla dovrebbe considerarla paranoica? I suoi vissuti e la sua storia sono strettamente collegati, che sia o meno accaduto qualcosa; il problema è lo stato d’animo ed i blocchi che la paura sta generando e su questo vale la pena di lavorare.
        Ripeto anche a lei, come mi è già capitato di commentare altrove, che da sola una lunga storia di abusi fisici e psicologici, anche se non necessariamente sfociata in atti inerenti la sessualità, è sufficiente per generare traumi e conseguenze altrettanto devastanti. Non è necessario pensare che debbano essere accaduti anche fatti differenti per giustificare il suo vissuto, soprattutto se al momento nella sua memoria non vi è nessun richiamo in merito.

    3. quello che ho capito é che sentirsi vittima é un modo per non sentire il dolore, ma anche per non vivere. sentirsi vittima significa chiedersi “perché a me”, cercare giustizia, sentirsi sempre in pericolo e cercare di dimostrare a sé o agli altri che non ce lo siamo meritati. invece non c é giustizia, non c é vittima e la domanda si completa con “perché non a me”. sentire il dolore permette di tornare a vivere.

      1. Author

        Grazie Tiziana per questo commento.
        Lo condivido a pieno e la ringrazio per averlo saputo spiegare con queste parole chiare e sentite.

    4. vorrei condividere con michele alcune riflessioni, sperando che legga questo post. Caro michele, anche io da bambina ho subito degli abusi. Come Sua moglie, mi son ritrovata a non riuscire a comunicare il mio disagio agli adulti, coloro che hanno il computo di prendersi cura dei bambini, proprio perchè sono fragili e “dipendenti” dalle cure degli altri. si cresce con la convinzione che il mondo sia sempre stato altrove quando noi si aveva bisogno. il senso di impotenza, vergogna e sopratutto senso di colpa dopo vengono ovviamente aggravati se attorno si ha una situazione di omissione. i bambini abusati imparano quindi a fare da soli: a provvedere a se stessi, nascondendo quella sofferenza, ponendo rimedio da soli ai propri danni.
      la forza che abbiamo avuto io e Sua moglie, come tantissimi altri bambini che hanno subito abusi è stata notevole perchè effettivamente abbiamo condotto una vita “normale” pur essendo frammentate all’interno. L’unico modo è che Lei intraprenda subito un percorso da uno psicoterapeuta, non è mai troppo tardi, ma solo con lo psicoterapeuta si puo fare un lavoro di “rammendo” come si deve. i rattoppi vanno scuciti e ricuciti bene. e capisco benissimo che per chi è accanto a una persona “instabile” e fortemente demotivata, frustrata e accanita sul mondo, non sia un percorso sereno. quel che deve cercar di fare è visualizzare Sua moglie bambina, si immagini questa piccola donna, e la prenda per mano. lo faccia in silenzio perchè qualunque cosa dira tanto sarà inutile. la guarigione deve partire da sua moglie non da lei! purtroppo! ci vuole il doppio dell’amore per una donna come Sua moglie e come me. perchè deve avere amore anche per compensare quella parte di Sua moglie che non si ama. spero di averle dato un valido supporto

    5. Ciao, anche io vittima di abusi, cerco di risolverli da me, ma mi ritrovo nel tuo discorso a differenza che a mio marito ho solo accennato. Vorrei parlargli ma penso che non regge e perdo tutto. Vorrei trovare persone che hanno vissuto cio e parlargli, forse parlando ci sapremo sostenerci e capirci

      1. salve , diciamo che questa è la prima volta c
        in 29 anni che ammetto questa triste realtà ad altre persone , anche io come tanti ho avuto un abuso da piccola , credo sotto i 6 anni da mio zio che avrebbe dovuto averne 15…. il mio compagno non sa nulla perché con mio zio continuiamo a stare in contatto. purtroppo nella mia infanzia ho diversi fantasmi che tutti ora mi perseguitano e quandò ci penso diventano macigni insormontabili perché mi fanno vergognare di me stessa . vorrei tanto Fat pace con questo duro passato senza però dirlo a nessuno ….

        1. Author

          Gentile Vally,
          mi sembra importante che si sia concessa almeno di poterne parlare in questa sede.
          La ringrazio per la sua preziosa condivisione, sperando possa trarne un minimo di sollievo.

      2. Ciao anche io ho subito abusi da bambina e gli avevo rimossi fino a pochi mesi fa che sono scoppiata con una amica. Ho fatto bene perché mi sembra che sto elaborando il problema e mi sto rendendo conto anche degli errori che faccio nella vita dovuti a quello. A mio marito non l’ho mai detto e non intendo farlo solo perché non voglio che mi veda come una vittima ma voglio che veda la donna che sono oggi. Ci sono periodi in cui soffro terribilmente ma piano piano mi riprendo da sola. Non credo che supererò mai completamente ma spero di riuscire a laciare andare con la consapevolezza del fatto che non posso cambiare nulla ma posso accettare.

        1. Io oggi ho 60 anni e ho subito violenza da mio padre x 10 anni a partire dai 7 anni. Ti posso consigliare di cercare aiuto da seri professionisti e ti spiego il perché. Io ho vissuto sempre convinta di tenere la “cosa” sotto controllo e anche orgogliosa di non essere diventata una “poco di buono” o una matta..Ma a dir di tutti sono una in gamba..Una che sa gestire mille cose etc.etc…
          Ma è un inganno personale…E ora mi sta scoppiando tutto dentro…Faccio sempre più fatica a sopportare contatti fisici ..Sto tornando indietro con sensi di disgusto anche al tatto con la persona che amo..Non fare da te..Lasciati aiutare… Ciò che abbiamo rimosso è lì..Come una bestia cattiva dentro.
          Io sto pensando seriamente di chiedere aiuto..

    6. Circa all’età di 8 anni il vicino di Casa dei miei nonni,mi baciò con la lingua. Ricordo perfettamente la sensazione di stranezza,ma non ne feci parola con nessuno fino a molti anni dopo…neglio anni ho sviluppato un rapporto stranissimo col sesso, repulsione in adolescenza, quindi anorgasmia e disinteresse, tutto ciò che si correla con il sesso occasionale mi suscita sensazioni quasi rabbiose. Ora mi chiedo: tutto questo può essere scatutito da quel singolo episodio? È possibile che io abbia bsubito abuso più gravi che non sono riuscita a ricordare nemmeno dopo anni di psicoterapia?

      1. Author

        Gentile Giulia,
        ogni storia di abuso esiste inserita in un contesto di vita più ampio e ogni reazione, indipendentemente dal tipo di abuso, è personale e su di essa incidono le risorse individuali e l’ambiente in cui il bambino vive. Dunque è sicuramente possibile che una esperienza di questo tipo abbia inciso significativamente sul suo sviluppo, ma al contempo bisognerebbe analizzare meglio tutto il suo percorso evolutivo per comprendere le origini e le cause di queste difficoltà, che hanno un substrato certamente più complesso.
        Non è necessario pensare alla rimozione di ricordi più gravi in questo senso, ma è sufficiente pensare che quella esperienza e probabilmente altre dinamiche più sottili si siano incastrate in modo da generare le sue difficoltà.

        1. Gentile Dottoressa, sarò breve…ho 26 anni e da parecchi anni è come se alcuni miei ricordi di quando ero bambina siano riemersi dall’abisso. Si tratta ovviamente di ricordi legati a traumi di tipo sessuale; quello che le chiedo è se fosse possibile che sia solo frutto della mia immaginazione. Preciso che ho sempre avuto dei problemi legati alla sfera sessuale: fino ad un certo punto della mia vita sono sempre stata estremamente timida di fronte ai partners, con l’esperienza tutto è migliorato mentre ora non riesco a provare vero desiderio sessuale. Secondo Lei i ricordi che ho degli abusi subiti (pressapoco a 5 anni e da una persona a me tuttora vicina) sono da me inventati, esagerati oppure possono rivelarsi realtà? La ringrazio anticipatamente.

          1. Author

            Gentile Anni,
            mi rincresce ma è impossibile rispondere a questa domanda molto delicata in questa sede. Non so nulla di lei e della sua storia per poter anche solo avere degli indizi utili a poterle dare un responso.
            Sarebbe opportuno che si rivolga ad un professionista per avere un supporto in questo senso. In genere ci vuole del tempo e del lavoro profondo per rispondere a queste domande in modo soddisfacente. Posso dirle che è molto importante, quando si hanno questi dubbi, approfondire le sensazioni legate e a non lasciarli irrisolti.

    7. Anche io ho subito violenza da un cugino…x tanti anni..fin..da piccola…l ho raccontato a mio padre…e ora a mio fratello. .mai creduta…è una doppia violenza. ..state vicini a chi ha subito ciò dai mostri….aiutate..capite..amate

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