Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

C'era una volta un bambino: L'adulto vittima di abuso sessuale nell'infanzia
Una lettura facile per meglio comprendere cosa accade all’adulto che è stato vittima di abuso sessuale nell’infanzia.

Quando si parla di “abuso sessuale infantile” ognuno di noi ha in mente una definizione precisa, dettata il più delle volte da esperienze indirette. Purtroppo in alcuni casi l’abuso sessuale entra direttamente nella vita di un individuo, impattando violentemente sul suo normale corso, lasciando dietro di sé delle ferite psicologiche che variano per gravità a seconda del tipo di abuso subito, l’età e la capacità di autocura di cui ogni mente umana dispone.

Partiamo da una definizione generale: intendiamo per abuso sessuale infantile qualsiasi attività che implica il coinvolgimento in attività sessuali di un minore da parte di un adulto.

Da notare bene, quando ci riferiamo ad attività sessuale, non parliamo necessariamente di un rapporto fisico diretto, ma di tutto ciò che ha a che vedere con la sfera della sessualità, se una delle due parti rifiuta o non è nella posizione di comprendere (o comprendere con un senso di maturità piena in caso di adolescenti) ciò che sta accadendo. Ad esempio, oltre alla violenza sessuale che implica una penetrazione, la costrizione al toccare o baciare; la visione non desiderata di nudità o atti sessuali del singolo adulto, di una coppia o più individui; riferimenti sessuali e argomentazioni oscene.

L’abuso sessuale infantile ha solitamente e comprensibilmente un elevato livello di gravità e rischio per la salute mentale di un individuo e la sua crescita. Una persona che è stata abusata in età infantile porta nel decorso evolutivo della sua mente le tracce di un evento traumatico che solitamente ne devia il normale sviluppo.

Possiamo dire in linea generale che il livello di gravità segue tre dimensioni fondamentali:

  • il tipo di abuso subito e la sua durata – ovvero, se si è trattato di veri e propri rapporti fisici, toccamenti o esposizioni visive o racconti e provocazioni e quanto a lungo;
  • l’età e le risorse individuali del bambino – ovvero, in quale fase dello sviluppo il trauma lascerà traccia e di quali risorse dispone;
  • l’identità dell’abusatore – più la parentela è prossima alla vittima, peggiori saranno le conseguenze del trauma subito.

Per intenderci, potremmo dire che un abuso sessuale subito da parte di un genitore ad un bambino in età pre-puberale (8-11 anni circa) che si protrae nel tempo, con un coinvolgimento fisico totale, con ogni probabilità si rivelerà un’esperienza tra le più distruttive per la salute psichica.

Naturalmente essendo queste tre dimensioni molto variabili, fare previsioni nei singoli casi è molto complesso e, proprio per le capacità e risorse individuali, situazioni che potrebbero far pensare a conseguenze peggiori potrebbero rivelarsi meno gravi di altre da cui ci si aspetterebbe al contrario quadri meno compromessi.

A fronte di ciò ricordiamo che trattandosi di abuso sessuale infantile, stiamo facendo distinzioni all’interno di una situazione che presenta comunque, in qualsiasi forma avvenga, una potenzialità traumatica di livello elevatissimo, che si parli di un episodio con coinvolgimento minimo, ad uno massimo.

Le conseguenze psicologiche di un abuso sessuale possono toccare differenti aree: l’autostima, lo sviluppo della sessualità, le capacità relazionali.

Solitamente un bambino reagisce all’abuso innescando meccanismi di difesa basici, quali rimozione e dissociazione – la mente cerca in questo modo di sganciarsi dal ricordo traumatico insostenibile creando una barriera tra ciò che è accaduto e le implicazioni emotive o cancellando letteralmente l’episodio dalla memoria. E’ stato rilevato come il minore affronti una situazione molto simile a quella degli adulti che, dopo aver subito un trauma, sviluppano un disturbo post-traumatico da stress.
Il senso di colpa si riversa su di sé ed è tanto più intenso, quanto l’ambiente circostante ignora o copre l’episodio, e di contro, si sviluppa un profondo senso di sfiducia e paura nei confronti degli altri.

Un adulto che è stato abusato deve scontrarsi con queste credenze sviluppate e consolidate dal bambino che era un tempo. Tenderà a seconda dei casi, ad essere altamente aggressivo, ad incolparsi ferocemente, avrà una bassa autostima, tenderà a deprimersi o ad oscillare molto tra stati emotivi. È prevedibile che abbia difficoltà a regolare gli impulsi e problematiche ad inquadrare e sviluppare una corretta identità sessuale ed una vita sessuale soddisfacente.

Tra le patologie che possibilmente si sviluppano troviamo il disturbo borderline di personalità, la depressione, disturbi alimentari e dipendenze, proprio in conseguenza all’incapacità di regolarsi e al costante bisogno di “tenere il controllo” su una situazione che si percepisce in pericolo costante.

Ad oggi la psicoterapia è uno strumento di elezione per trattare e curare storie e conseguenze degli abusi. Ovviamente, parlando di età adulta, si dovranno affrontare gli effetti di schemi disfunzionali consolidati nel tempo. Si può dire che il trauma dell’abuso innesca una serie di meccanismi di difesa estremi della mente che portano purtroppo, seppure con lo scopo di proteggere la persona da un crollo, alla formazione di sistemi difettosi e patologie che probabilmente non sarebbero comparsi altrimenti.

In quest’ottica, abbiamo personalmente usato l’esperienza nata da un lavoro costante sul campo in questo ambito per sviluppare un metodo mirato, la cui filosofia di base è mantenere al centro la narrazione della persona, integrando tecniche e conoscenze in campo psicotraumatologico sempre più innovative: l’Emdr; la Psicoterapia Sensomotoria; la terapia dell’Esposizione Narrativa, ne sono alcuni esempi.

Tutto ciò all’interno del percorso di psicoterapia, per fornire a chi ne fa richiesta un’esperienza che garantisca una totale e complessa strategia di intervento il più possibile risolutiva, nel rispetto della natura articolata del trauma, la cui cura non può ridursi alla sola rimozione dei sintomi da esso generati (per saperne di più, vedi: Alicanto – Centro Cura del Trauma Psicologico).

Se volete approfondire il tema in modo dettagliato e avere risposte più complete potete acquistare il libro in versione cartacea oppure ebook (gratis con abbonamento KindleUnlimited) cliccando sul titolo: C’era una volta un bambino: L’adulto vittima di abuso sessuale nell’infanzia

NB. Vorrei estendere un ringraziamento particolare a tutti coloro che con coraggio stanno commentando l’articolo, facendo domande o semplicemente condividendo il dolore e il disagio delle loro esperienze di abuso vissute in età infantile.
[E’ possibile che parti dei commenti con contenuti marcatamente espliciti vengano tagliati per il contesto nel quale sono pubblicati.]

Vorrei altresì specificare che purtroppo NON E’ POSSIBILE FARE CONSULENZE VIA EMAIL O TELEFONICHE.

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1.113 commenti

  1. Ciao sono una ragazza e ho 22 anni, quando ne avevo 7-8 ho subito abusi per più volte da un conoscente della mia famiglia, non ho buoni ricordi della mia infanzia e credo di aver rimosso anche altri episodi di abusi.. Una delle molte cose che non riesco a spiegarmi è perche non ricordo quasi nulla anche degli anni precedenti agli abusi.. e ovviamente neanche nulla degli anni successivi. Non riesco a sopportare il fatto di non ricordare la mia infanzia, quasi come se non l’avessi avuta. Ho detto a poche e fidate persone di aver subito abusi, non sono mai andata da uno psicologo o uno psicoterapeuta, ma ho comunque grandi problemi di fiducia, mi sento sempre la vittima o in colpa per tutto e anche la fiducia in me stessa è molto scarsa..Nonostante questo sono riuscita ad affezionarmi ad un ragazzo che sa di questa cosa e ho delle amiche fantastiche. Vorrei solo sapere come cercare di ricostruire la mia infanzia e superare l’ostacolo della fiducia per l’altro e dell’autostima perché limita parte delle mie relazioni e della mia vita.

    1. Author

      Gentile Martina,
      non c’è una risposta univoca per la sua domanda e molto dipende da lei e il modo in cui la sua storia ha inciso nel corso della sua crescita.
      Per questo motivo dovrebbe provare a rivolgersi ad un professionista che possa aiutarla proprio in questa ricostruzione.

      1. Buonasera, io ora o 18 anni sono a nove mesi che faccio dei incubi come se fosse qualcuno della mia famiglia (mio padre e mio fratello) facesse quella cosa con me, non riesco a svegliarmi quando succede questo, io mi sento essere toccata, la mattina quando mi alzo trovo dei ematomi o dei graffi sul corpo, quando mi succede questo mi faccio schifo.
        Io non ricordo molto della mia infanzia ho cercato di cancellare tutti i miei ricordi perchè mi ha fatto soffrire molto ricordare episodi di violenza molte volte venivo toccata anche li ed io piangevo. Quando avevo 13 anni un giorno mio fratello voleva che io toccasi la sua parte intima ma per fortuna non a ottenuto nulla, invece a 15 anni ci ha provato di nuovo e poi mi sentivo una cosa come se io avessi fatto qualcosa con lui. Ho raccontato tutto questo ai miei non anno fatto nulla. Io sono sempre stata triste perchè nessuno mi a mai aiutata e non sono stata compressa da nessuno, soffro anche di disturbi alimentari. Alla psicologa non sono mai riuscita ha raccontagli tutto questo.

        1. Author

          Gentilissima,
          la ringrazio per aver avuto la forza di inviare questo commento e raccontare la sua storia e la sua sofferenza. La prego di provare a considerare di fidarsi della sua psicologa e di usare quello spazio terapeutico per parlare di quanto accaduto. Si consenta di venire aiutata fornendo tutte le informazioni necessarie della sua storia a chi forse può finalmente offrirle lo spazio di un ascolto che merita e il sostegno.

  2. Buonasera,
    ho una sola domanda, sono cresciuta con vari problemi emotivi, e ora la depressione e ora disturbi alimentari etc etc. e sempre mi sono chiesta il perchè … ho sempre ricordato un episodio avvenuto quando ero piccola, un ragazzo che mi presentava a tutti dicendo che io fossi la bambina più bella di tutte e altri complimenti.
    Fino qui tutto bene, ma poi ricordo anche una frase che ricordo perfettamente e che ha scaturito in me sempre molta ansia al pensiero, mi disse “mi dispiace ma tra noi non può funzionare”.
    Avrò avuto 8 anni al massimo e lui 25 credo.
    Secondo lei dovrei approfondire?
    Grazie

    1. Author

      Gentile Priscilla,
      non posso con questi pochi elementi e in questa sede darle una risposta in merito, nè sono io che in ogni caso posso dirle se sia o meno giusto approfondire.
      Spetta a lei, se sente che vale la pena, soffermarsi su questi vissuti e se la risposta è affermativa, allora certamente è una buona idea provare ad affrontarli.

      1. La ringrazio per la risposta e si credo proprio che approfondirò.
        Saluti
        Priscilla

  3. Buongiorno, sono una ragazza di 29 anni che ha subito all’età di 7 anni un abuso da parte di conoscenti che mi hanno obbligata ad avere rapporti orali.
    Non ne ho mai voluto parlare con i miei genitori e ho cercato di trovare un modo per risolvere da sola questa bruttissima esperienza.
    Dopo l’accaduto, negli anni, ho sviluppato dei comportamenti ossessivo compulsivi che mi aiutano a rilassarmi e a calmarmi. vorrei sapere se, dato il lungo lasso di tempo, parlare con qualcuno possa farmi bene o comunque aiutarmi anche poco a superare questi comportamenti.
    Grazie

    1. Author

      Gentile Giorgia,
      certamente la risposta è affermativa. Un lavoro che analizzi la sua storia di abuso può senza dubbio aiutarla anche oggi in età adulta a superare, là dove è possibile, o almeno alleviare i disagi che esso ha originato.

  4. Buongiorno,
    Le scrivo perchè ultimamente mi sono fatta qualche domanda riguardo la mia vita sessuale. Sono sempre stata una bambina timida, insicura, ed anche abbastanza paranoica e pesante. Ricordo come da piccola io avessi delle fisse molto presenti quali: continuare ad annoiare i miei la sera pur di non farli dormire e quindi inconsciamente controllare che non facessero l’amore. Lo vedevo come un atto impuro e l’idea mi faceva provare un gran senso di schifo e repulsione (soprattutto verso l’organo maschile). Entrambi i miei genitori sono sempre stati presenti e gentili, cosa che non ricondurrebbe a nulla di male.
    Ricordo quando ero molto piccola e, giocando con mia sorella minore di due anni, ho mimato atteggiamenti sessuali sentendo subito dopo un sentimento di auto-disgusto enorme. Qualche anno dopo scoprii la masturbazione provando un certo senso di “sbaglio”. Ora ho 23 anni ed ho una relazione con una ragazza, ed anche se sono innamorata di lei, ogni volta che si avvicina la possibilità di un rapporto sessuale, io non provo più nulla e mi sembra di rischiare di rovinare il sentimento. Non è sicuramente legato al fatto che io non accetti la mia omosessualità.

    Crede ci siano collegamenti? Posso pensare ad un abuso rimosso o le sembra azzardato?
    Lucia

    1. Author

      Gentile Lucia,
      non è necessario arrivare a pensare di avere avuto un abuso rimosso per provare a spiegare delle difficoltà che ha oggi e che sono di certo anche legate alla sua infanzia. Sono sufficienti le informazioni che ha a disposizione per poter ragionare su cosa ha influito nella sua vita odierna.
      Comprendo che alcune volte si senta la necessità di spiegarsi i propri problemi e disagi con fatti che, seppur gravi, almeno sembrano chiari e indiscutibilmente comprensibili. Più difficile invece comprendere come delle piccole cose abbiano poi portato assieme, nel corso dello sviluppo, ad avere delle conseguenze. Mi fermerei a ragionare più su questo che su altre ipotesi, soprattutto se parliamo di abusi rimossi, che hanno un loro decorso e modo di manifestarsi anche se non li si ricorda su un piano di coscienza e non possono essere semplicemente avvenuti e dimenticati per sempre.

  5. Buongiorno Dottoressa,
    grazie infinite per il Suo articolo. Mi ha fatto capire come quello che io ritenevo un gioco, in realtà è stato qualcosa di ben oltre.
    Ho 42 anni e da sempre ho problemi con la quasi totale assenza di interesse sessuale. L’unica parentesi felice l’ho vissuta con mio marito, all’inizio della nostra storia. Sono spesso insicura e mi sento costantemente inadeguata e timorosa.
    Credo di aver avuto 8/9 anni e all’epoca dormivo in camera con mio fratello che ne ha 5 più di me. Non ricordo precisamente come mi ha approcciata, sicuramente con la proposta di un gioco. Questo gioco è andato avanti per qualche giorno, fino a quando mia madre si è accorta di qualcosa. Ciò che ricordo anche è stato il ricatto di mio fratello di non dire nulla ai genitori dietro la minaccia di qualcosa.
    Ho già chiesto un appuntamento alla psicologa che tempo fa mi aveva seguito per altri motivi e ne parlerò con lei, non senza vergogna e riluttanza. Vorrei vivere una vita sessuale serena, vorrei non sentirmi poco adeguata, a disagio con la gente, avere un po’ più di fiducia in me stessa e poter prendere le cose con più leggerezza.
    Crede che un percorso di psicoterapia possa aiutarmi in tal senso? Grazie per l’attenzione.

    1. Author

      Gentile Elena,
      sono molto contenta che la lettura dell’articolo le abbia fornito degli spunti di riflessione importanti.
      Riprendere il lavoro terapeutico ed affrontare quel tassello importante della sua storia rimasto fino ad oggi fuori dal quadro, le gioverà senza dubbio.

  6. Piacere mi chiamo Cristian.
    Da piccolo, in Colombia, sui 3/5 anni sono stato abusato molte volte da mia nonna.
    Mio padre inoltre era un alcolizzato e mia madre non c’era, a stento mi ricordo il suo viso, sono certo però che almeno lei mi voleva bene.
    Sono stato adottato a 6 anni dopo aver però soggiornato per un molti mesi in cinque famiglie diverse.
    I primi anni con la nuova famiglia italiana sono stati critici, nonostante mi fossi affezionato a loro avevo sempre paura che mi abbandonassero come avevano fatto le famiglie precedenti.
    La mia vita è incerta, il mio futuro anche, non so cosa fare, a volte non ho la forza di continuare. Odio i miei genitori che mi hanno messo in questa situazione, non che prima stessi meglio. Odio le persone e la loro indifferenza: mi hanno trascurato non sapendo cosa avessi passato. La mia sessualità la vivo in modo contorto e perverso. Io però sono un ragazzo sensibile, buono, se solo trovassi l’amore, questo è il mio sogno, amare una ragazza, penso che così riuscirei a dimenticare.
    Ho 18 anni e da 11 sono qua in Italia. Io voglio solo trovare la felicità, è così difficile da capire. Anche se ho 18 mi piacciono i giochi dei bambini perché la gente che ho avuto attorno mi ha tolto parte dell’infanzia e quindi capita che io la viva in certi momenti adesso.

    1. Author

      Gentile Cristian,
      grazie della sua testimonianza. Ho dovuto per motivi di spazio e di contesto eliminare parte del suo lungo racconto.
      Lei è molto giovane e alle spalle ha molte esperienze traumatiche. La sua paura dell’abbandono, il suo senso di non essere compreso, sono certamente legittimati dalla sua storia. A colpirmi molto è però la sua voglia di felicità.
      Spero possa raccogliere la speranza che deriva da questo desiderio e provare ad usarla per raccontare una nuova storia. La sua giovane età può aiutarla per trovare la forza di lavorare un po’ su di sè e dare un senso utile al suo passato.

      1. Salve, ho assolutamente bisogno di aiuto.
        Una ragazza, che mi piace molto, continua a subire abusi da parte del suo ex ragazzo che l’ha violentata a 16 anni, ancora adesso però sono nella stessa scuola e lei ha molta paura, i suoi genitori non sanno niente di questo poiché lei parla solo con le sue amiche e me.
        Purtroppo lei abita molto lontano da me e quindi non posso aiutarla.
        Si può fare qualcosa a livello penale?
        Come si può aiutare una ragazza con questo problema?
        Lei ha 18 anni come me.

        1. Author

          Gentile Cristian,
          certamente si può fare qualcosa, ma è necessario che la ragazza parli con degli adulti per farsi aiutare. Una persona di fiducia o provare a confrontarsi in un centro anti-violenza ad esempio, per iniziare, se non vuole aprirsi con i familiari.

  7. Dottoressa buongiorno,

    Vorrei chiederle una cosa, l’abuso sessuale immagino crei un blocco nello sviluppo, soprattutto in età prepuberale, immagino.
    Il mi ocompagno l’ha subito a 9 anni e poi successivamente in prima adolescenza, dopo di che si è chiuso al mondo, non usciva, andava a scuola perchè doveva e poi a lavoro, non sapeva cosa e chi gli piacesse, non si masturbava, non ha esplorato in mondo in tantissime sue forme da quella sessuale aquella relazionale.
    Poi intorno ai 26 anni è esploso, avendo rapporti sessuali con donne e uomini, uscendo andando a serate, avendo un periodo di abuso di sostanze.
    Dopo una dcina d’anni si è come calmato, fermandosi a una ragazza che ha amato e poi arrivando “a me”, alla situazione attuale.
    Quello che sono curiosa di capire, è se il suo aver vissuto cos’ in età adulta fosse come per costruirsi una sua identità sotto i lpunto di vista sessuale e relazionale, se fosse un modo di conoscersi inconscio.
    Purtroppo non è andato in terapia e mi piacerebbe capire come poterglielo suggerire senza che si chiuda.
    G.

    1. Author

      Gentilissima,
      i percorsi terapeutici e il desiderio di intraprenderne uno sono solitamente retaggio dei protagonisti di una storia. Si può chiedere se si è mai pensato di chiedere aiuto in merito e come mai, ma non c’è un modo giusto di “suggerirlo”.
      Per quanto riguarda la storia del suo fidanzato, gli abusi possono o meno creare blocchi o rallentamenti evolutivi, non è prevedibile in che modo o se incideranno nello sviluppo, poichè ci sono molte variabili che incidono. Certamente nel suo caso è possibile ipotizzare che le sue difficoltà siano derivate anche e sprattutto da quella esperienza, ma senza conoscere lui e la sua storia nella totalità è impossibile fare alcuna considerazione personale in merito. Se ha dei dubbi, preoccupazioni o domande anche per il destino della vostra storia, provi a parlarne con lui.

  8. Buongiorno. Ho 36 anni.
    Ho subito abuso sessuale a 6 anni da mio zio.
    Ho riferito subito a mia madre quanto accaduto, dopo notti che non dormivo per la vergogna ed il senso di colpa.
    I miei genitori non hanno fatto nulla.
    Anzi abbiamo continuato a vivere in quella casa, con mio zio nell appartamento sotto.
    A 17 ho iniziato ad avere problemi gravi di alimentazione e me ne sono andata di casa.
    Alla ricerca di stabilità e speranza negli uomini.
    Ho avuto relazioni in cui mi sono sempre annientata al fine di salvare il maschio in questione.
    Ho una bambina meravigliosa di 7 anni da un uomo che mi ha plagiata psicologicamente per tanto tempo. Da cui ora sto divorziando. Lui ha lasciato me e la bimba quando lei aveva solo 8 mesi, poiché ho iniziato a ribellarmi al suo plagio.
    Nei sette anni di vita di mia figlia ho instaurato relazioni sbagliate, per svariati motivi, semore cercando di tenere fuori la bimba, ma purtroppo è andata instaurandosi in lei una profonda sfiducia e malessere verso il mondo maschile.
    Sette mesi fa ho incontrato un uomo, che dopo così tanto tempo, ho deciso di inserire nell unicità di vita ormai esclusiva tra me e mia figlia. E a cui ho raccontato tutto di me, compreso l abuso.
    Invece è riuscito a raggirarci, con promesse, speranze e illusioni. Solo per soldi.
    Ho una sola domanda: qual è il modo giusto per raccontare la vita alla mia bambina ?
    Grazie ……

    1. Author

      Gentile Giulia,
      la ringrazio per la sua testimonianza. Posso dirle che non esiste un modo giusto nè uno sbagliato a priori per rapportarsi ai figli. Nel caso di un passato traumatico del genitore, l’importante resta provare a non trasmettere ai bambini le ansie e le angosce irrisolte delle proprie storie, che invece sono ancora tutte da definire e non devono, per quanto sia un compito molto difficile, venire influenzate da proiezioni adulte.

      1. La mia domanda era molto più semplice.
        Meglio dire la verità o creare per i nostri figli una finta protezione con menzogne o omertà ?
        Giulia

        1. Author

          Gentile Giulia,
          chiedo scusa se in questa sede a volte è difficile comprendere a pieno le domande o essere esaustiva. Se il suo dubbio è raccontare cosa le sia accaduto, il problema non è mentire o dire la verità. Proteggere una bambina non significa essere omertosi, significa valutare cosa può e non può comprendere, dal momento che non è un adulto e non ha le sue risorse – e soprattutto se ha senso farlo e con quale scopo.
          Quello che intendevo nella mia risposta, è che la necessità di dirlo o di sentirsi inautentica è un problema che riguarda la sua storia e rifletterei sul perchè vorrebbe dirlo a sua figlia e se ha davvero senso. Lavorerei di più su risolvere quello che resta di irrisolto e che crea problemi a lei e di conseguenza un clima non ottimale per la bambina.

          1. Semplicemente mia figlia si ritrova da sette anni a vivere quotidianamente con una padre assente, che non si cura di lei solo per far pagare a me il fatto di essermi ribellata. In più adesso con un uomo che ha finto di volerci bene e di progettare un futuro con noi solo perché aveva bisogno di soldi. Ed è sparito quando ho capito il suo gioco.
            Credo non ci sia molto da riflettere sul perché dirlo a mia figlia o se abbia senso farlo. Lei mi chiede le cose. Vede oltre a ciò che io le dico o ciò da cui vorrei proteggerla.

          2. Author

            Gentile Giulia,
            non ho compreso la sua domanda e me ne scuso. Mi riferivo all’eventualità di rivelare l’esperienza di abuso (argomento dell’articolo) a sua figlia, non a quanto concerne la successiva dolorosa esperienza affettiva che vi ha visto coinvolte.
            Mi rincresce si sia infastidita e il non aver potuto esserle di aiuto nella risposta. Purtoppo questo canale di comunicazione è spesso foriero di fraintendimenti e per questo ci si limita solo a dare generiche risposte, che si spera possano confortare o aiutare semplicemente a capire di più alcuni temi complessi.

    2. ciao Giulia , purtroppo per chi come noi ha avuto abusi nel età infantile le relazioni con l altro sesso non sono facili … per ogni cosa ci diamo la colpa di tutto … per quanto riguarda tua figlia , se vuoi un consiglio per ora metti da parte l idea di trovare un compagno . dedicati a te e lei . insegnale che non è necessario trovare un uomo per completarvi…. la vita glie la racconti in base a ciò che le trasmetti … non dimenticare che i bambini capiscono tutto .

  9. Ho sedici anni ed è da un po’ che nel profondo avverto qualcosa di fastidioso, che poi ha trovato conferma quando, leggendo un libro itinerente a affetto e sessualità, sono crollata. Ho sperimentato rapporti che oltre a non aver conseguito nessuna bella sensazione mi hanno lasciato devastata fisicamente e psicologicamente: così ha avuto inizio il tormento. Sono stata violentata? cosa ho che non va? Cerco continuamente di ripercorrere ogni passo della mia infanzia senza aver alcun riferimento concreto. Mi affido solo alle innumerevoli volte nelle quali percepivo dentro di me questa cosa, agli innumerevoli incubi nei quali venivo violentata e al disprezzo che provo per il genere maschile. A tale proposito in seguito alla separazione dei miei genitori ho scelto di non volere più avere a che fare con mio padre che non ho voluto vedere per sei anni. Ora pare essere ritornato a far parte della mia esistenza, sarà per questo l’insorgere di tante difficoltà? O è possibile tutti questi problemi siano solo frutto della mia mente? Magari anche immaginazione! Non capisco, mi sento come se fossi stata abusata ma non so se, cosa, perchè e quando è successo. A nessuno ne ho mai parlato, giusto ora sento il bisogno di farlo.

    1. Author

      Gentile Simona,
      certamente non è possibile rispondere in questa sede a tali dubbi, ma essi meritano un approfondimento. La sua mente sicuramente sta provando attraverso diversi canali a comunicare un disagio che, indipendentemente dalla sua reale natura, credo meriti di essere indagato. Lei è molto giovane e già, mi pare, molto consapevole, quindi provi a chiedere aiuto ad un adulto di sua fiducia e magari un professionista che possa darle una mano ad affrontare queste angosce.

  10. Ho 20 anni e all’età di 5-6 anni ho subito una masturbazione da un vicino anziano. Ricordo tutto molto bene ma soprattutto mi è rimasta impresso il fatto che lui mi chiese se tutto ciò mi stesse piacendo. Dall’ora ho iniziato a essere quasi ossessionata dal sesso. Ho raccontato questa cosa a molte persone senza mai essere soddisfatta della loro risposta, non sono stata mai compresa o presa sul serio poiché non c’era stata una penetrazione quindi la prendevano come una cosa da niente. Ho avuto rapporti con una mia amica all’età di 11 anni fino ai 15 anni. A 17 anni ho conosciuto un ragazzo e siamo insieme da 4 anni. Ho problemi a relazionarmi, sono subito possessiva e gelosa mi arrabbio facilmente per questo la maggior parte delle mie amicizie sono finite. Ho problemi anche con lui per questo mio comportamento possessivo. Lui non mi ha mai capita, quando glielo raccontai gli dissi anche che avevo un dubbio non sapevo se fossi stata vergine o no la prima volta che sono stata con lui non mostrò nemmeno un po’ di compassione per me. Queste parole me le porto dento come un macigno. A volte penso che sia io, il volermi sentire vittima, che mi porta a esagerare e a pensare di potere chiamare abuso ciò che mi è successo. Detto ciò mi sento frustata e incompresa e non so cosa fare.

    1. Author

      Gentile Carmela,
      la sua esperienza è certamente un’esperienza di abuso e come tale può spiegare le sue difficoltà relazionali e intime e influenzare le sue insicurezze. Quello che più conta è il suo vissuto e la precezione di quel ricordo, che nessuno può mettere in discussione poichè appartiene a lei e alle emozioni che ha provato in quel momento. Non cerchi risposte all’esterno, ma provi a dare lei significato e legittimità a quello che ha provato.
      Come sempre, se può, consiglio di provare a trovare uno spazio per poter elaborare questo vissuto in sicurezza.

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