Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

C'era una volta un bambino: L'adulto vittima di abuso sessuale nell'infanzia
Una lettura facile per meglio comprendere cosa accade all’adulto che è stato vittima di abuso sessuale nell’infanzia.

Quando si parla di “abuso sessuale infantile” ognuno di noi ha in mente una definizione precisa, dettata il più delle volte da esperienze indirette. Purtroppo in alcuni casi l’abuso sessuale entra direttamente nella vita di un individuo, impattando violentemente sul suo normale corso, lasciando dietro di sé delle ferite psicologiche che variano per gravità a seconda del tipo di abuso subito, l’età e la capacità di autocura di cui ogni mente umana dispone.

Partiamo da una definizione generale: intendiamo per abuso sessuale infantile qualsiasi attività che implica il coinvolgimento in attività sessuali di un minore da parte di un adulto.

Da notare bene, quando ci riferiamo ad attività sessuale, non parliamo necessariamente di un rapporto fisico diretto, ma di tutto ciò che ha a che vedere con la sfera della sessualità, se una delle due parti rifiuta o non è nella posizione di comprendere (o comprendere con un senso di maturità piena in caso di adolescenti) ciò che sta accadendo. Ad esempio, oltre alla violenza sessuale che implica una penetrazione, la costrizione al toccare o baciare; la visione non desiderata di nudità o atti sessuali del singolo adulto, di una coppia o più individui; riferimenti sessuali e argomentazioni oscene.

L’abuso sessuale infantile ha solitamente e comprensibilmente un elevato livello di gravità e rischio per la salute mentale di un individuo e la sua crescita. Una persona che è stata abusata in età infantile porta nel decorso evolutivo della sua mente le tracce di un evento traumatico che solitamente ne devia il normale sviluppo.

Possiamo dire in linea generale che il livello di gravità segue tre dimensioni fondamentali:

  • il tipo di abuso subito e la sua durata – ovvero, se si è trattato di veri e propri rapporti fisici, toccamenti o esposizioni visive o racconti e provocazioni e quanto a lungo;
  • l’età e le risorse individuali del bambino – ovvero, in quale fase dello sviluppo il trauma lascerà traccia e di quali risorse dispone;
  • l’identità dell’abusatore – più la parentela è prossima alla vittima, peggiori saranno le conseguenze del trauma subito.

Per intenderci, potremmo dire che un abuso sessuale subito da parte di un genitore ad un bambino in età pre-puberale (8-11 anni circa) che si protrae nel tempo, con un coinvolgimento fisico totale, con ogni probabilità si rivelerà un’esperienza tra le più distruttive per la salute psichica.

Naturalmente essendo queste tre dimensioni molto variabili, fare previsioni nei singoli casi è molto complesso e, proprio per le capacità e risorse individuali, situazioni che potrebbero far pensare a conseguenze peggiori potrebbero rivelarsi meno gravi di altre da cui ci si aspetterebbe al contrario quadri meno compromessi.

A fronte di ciò ricordiamo che trattandosi di abuso sessuale infantile, stiamo facendo distinzioni all’interno di una situazione che presenta comunque, in qualsiasi forma avvenga, una potenzialità traumatica di livello elevatissimo, che si parli di un episodio con coinvolgimento minimo, ad uno massimo.

Le conseguenze psicologiche di un abuso sessuale possono toccare differenti aree: l’autostima, lo sviluppo della sessualità, le capacità relazionali.

Solitamente un bambino reagisce all’abuso innescando meccanismi di difesa basici, quali rimozione e dissociazione – la mente cerca in questo modo di sganciarsi dal ricordo traumatico insostenibile creando una barriera tra ciò che è accaduto e le implicazioni emotive o cancellando letteralmente l’episodio dalla memoria. E’ stato rilevato come il minore affronti una situazione molto simile a quella degli adulti che, dopo aver subito un trauma, sviluppano un disturbo post-traumatico da stress.
Il senso di colpa si riversa su di sé ed è tanto più intenso, quanto l’ambiente circostante ignora o copre l’episodio, e di contro, si sviluppa un profondo senso di sfiducia e paura nei confronti degli altri.

Un adulto che è stato abusato deve scontrarsi con queste credenze sviluppate e consolidate dal bambino che era un tempo. Tenderà a seconda dei casi, ad essere altamente aggressivo, ad incolparsi ferocemente, avrà una bassa autostima, tenderà a deprimersi o ad oscillare molto tra stati emotivi. È prevedibile che abbia difficoltà a regolare gli impulsi e problematiche ad inquadrare e sviluppare una corretta identità sessuale ed una vita sessuale soddisfacente.

Tra le patologie che possibilmente si sviluppano troviamo il disturbo borderline di personalità, la depressione, disturbi alimentari e dipendenze, proprio in conseguenza all’incapacità di regolarsi e al costante bisogno di “tenere il controllo” su una situazione che si percepisce in pericolo costante.

Ad oggi la psicoterapia è uno strumento di elezione per trattare e curare storie e conseguenze degli abusi. Ovviamente, parlando di età adulta, si dovranno affrontare gli effetti di schemi disfunzionali consolidati nel tempo. Si può dire che il trauma dell’abuso innesca una serie di meccanismi di difesa estremi della mente che portano purtroppo, seppure con lo scopo di proteggere la persona da un crollo, alla formazione di sistemi difettosi e patologie che probabilmente non sarebbero comparsi altrimenti.

In quest’ottica, abbiamo personalmente usato l’esperienza nata da un lavoro costante sul campo in questo ambito per sviluppare un metodo mirato, la cui filosofia di base è mantenere al centro la narrazione della persona, integrando tecniche e conoscenze in campo psicotraumatologico sempre più innovative: l’Emdr; la Psicoterapia Sensomotoria; la terapia dell’Esposizione Narrativa, ne sono alcuni esempi.

Tutto ciò all’interno del percorso di psicoterapia, per fornire a chi ne fa richiesta un’esperienza che garantisca una totale e complessa strategia di intervento il più possibile risolutiva, nel rispetto della natura articolata del trauma, la cui cura non può ridursi alla sola rimozione dei sintomi da esso generati (per saperne di più, vedi: Alicanto – Centro Cura del Trauma Psicologico).

Se volete approfondire il tema in modo dettagliato e avere risposte più complete potete acquistare il libro in versione cartacea oppure ebook (gratis con abbonamento KindleUnlimited) cliccando sul titolo: C’era una volta un bambino: L’adulto vittima di abuso sessuale nell’infanzia

NB. Vorrei estendere un ringraziamento particolare a tutti coloro che con coraggio stanno commentando l’articolo, facendo domande o semplicemente condividendo il dolore e il disagio delle loro esperienze di abuso vissute in età infantile.
[E’ possibile che parti dei commenti con contenuti marcatamente espliciti vengano tagliati per il contesto nel quale sono pubblicati.]

Vorrei altresì specificare che purtroppo NON E’ POSSIBILE FARE CONSULENZE VIA EMAIL O TELEFONICHE.

Usate questo spazio qualora vogliate un commento da parte mia.

1.113 commenti

  1. Anche io scrivo di mio marito, ho 33 anni, sono sposata da 2 anni. Solo mesi fa ho scoperto che mio marito fu abusato sessualmente all’età di 5 anni dal vicino di casa, che lo minacciava di raccontare tutto a suo padre. Già da fidanzata avevo notato dei disturbi sia nel comportamento che nell’alimentazione, che mi marito aveva, ma non avevo mai indagato (forse per non voler vedere). solo dopo sposati ho trovato un vecchio cellulare su cui aveva lasciato in memeoria dei messaggi sconcertanti…messaggiava con ragazzi maschi minorenni e non, e faceva con loro dei giochi erotici, ma solo via messaggi. la Psicoterapeuta da cui è in cura ci ha spiegato che è uno di quei casi in cui l’abusato si identifica con il suo violentatore, e per capire cosa quel mostro provava verso di lui, aveva bisogno lui stesso di “provare”, a sua volta con altri minorenni. non è mai stato aiutato dalla sua famiglia, che hanno pensato solo di nascondere e non vedere i suoi disturbi, che non erano altro che rischieste di aiuto. Ora con me, dopo 34 anni per la prima volta è riuscito a parlare di quello che gli è successo, da allora spesso ha incubi e flash della violenza e prova senso di vomito e bruciori intensi di stomaco durante il sonno. Per me è stato un duro colpo, soprattutto perchè visti i messaggi, non capisci se tuo marito è gay e ti senti come se non sai chi hai sposato. Ora stiamo seguendo una psicoterapia, alli’nizio di coppia, ora fa da solo il suo percorso per far riaffiorarei ricordi..non so quanto durerà, ma voglio lasciare la mia testimonianza per incitare le donne ad essere forti e soprattutto a non fermarsi all’apparenza, ma cercare di capire se c’è un problema di fondo. Un saluto a tutti

  2. Ciao proprio questa sera ho visto un bel film su Sky: Mustang. Sono scoppiata a piangere nella scena in cui lo zio entrava in camera per abusare delle nipoti. Poi ho aperto internet e letto questo articolo e via via le mie lacrime non finivano di scendere. Ho avuto una crisi isterica perché per ogni parola che leggevo un pezzo del mio alto muro si sgretolava. Ho tutto…bassa autostima, problemi di gestione dello stress, aggressività e dipendenza. Io ricordo tutto. Non ho dimenticato nulla e dio sa quanto la mia vita non è vita. Mio padre è morto fortunatamente non sapendo di questo segreto. Solo mia madre sa chi è e mi ha giurato di non dire niente. qualche giorno fa ho visto una sua foto su facebook. Era così spensierato e mi chiedo perché lui può esserlo ed io no. Perché la mia famiglia non è stata in grado di proteggermi. E soprattutto come posso confessare a mio marito che non voglio avere figli perché ho paura di non essere in grado di proteggerli come hanno fatto la mia famiglia.

    1. Author

      Gentile Rosalinda,
      le sue domande e la sua rabbia sono più che legittime. Se può, non lasci che questo prezioso canale che si è aperto sulla sua storia venga richiuso senza prendere in considerazione di affrontarlo. Provi a lavorare su questi sentimenti, a crearsi uno spazio dove ritrovare fiducia e risposte adeguate a questi dubbi e calmare le sue paure. Quello che prova, come ha percepito nella visione del film e nella lettura dell’articolo, è un sentimento comune a chi ha vissuto storie come la sua. Non è sola e può essere certamente compresa.

      1. Ho scoperto da poco che l’uomo che frequento faceva foto alla madre nuda in collant e si masturbava anche davanti a lei.
        Gli ho detto che mi sembrava strano questo e che sua madre non gli ha fatto bene facendo questo.
        Mi ha risposto benissimo ed ha chiuso i rapporti con me.
        Sono alquanto preoccupata per lui.

        1. Author

          Gentile Elisabetta,
          essendo l’abuso su minore principalmente operato con manipolazione, a volte è complesso per un adulto che ha subito questo tipo di trauma, valutare il senso di determinate azioni come dannose. Questo avviene specialmente quando ad abusare sono persone di famiglia, in particolar modo genitori. Purtroppo non vi è molto da fare se la persona non ha da sé una presa di coscienza dell’accaduto, anzi è meglio non insistere perché possono presentarsi situazioni come la sua, con rabbia, rifiuto e fuga.

    2. Buongiorno, sono stata abusata sessualmente attraverso rapporti orali da mio fratello all età di 7 anni, lui ne aveva 14.. Inizialmente avevo dimenticato la cosa, poi con la psicoterapia ho ricordato ma solo ricordi confusi, sparsi qua e là… Ho assunto droghe, bulimica poi obesa, sessualmente promiscua…mi sono fatta tanto del male.. A 35 anni l ho rivelato ai miei genitori, ho parlato con mio fratello, credo di averlo perdonato, ne ho parlato in un gruppo di donne eppure… Eppure sono ancora grassissima, fumo, ho problemi sessuali CN mio marito e l argomento ancora mi scuote parecchio… Non capisco cosa ancora devo fare per riprendermi in mano, per la prima volta, la mia vita e non farmi più condizionare dal passato

      1. Author

        Gentile Silvia,
        le possibilità di elaborare e superare il trauma dell’abuso dipendono da storia a storia. Posso solo dirle che sia fondamentale per ottenere un risultato, lavorare miratamente sul trauma.

  3. Gentile dottoressa, ho 20 anni ed è la prima volta che rendo concreti alcuni miei pensieri che non ho mai detto a nessuno. Circa all’età di 3 anni concretamente da un giorno all’altro ho deciso di non mangiare più. Io del periodo intorno ai 3 anni non ricordo completamente nulla. Vivevo in un contesto sereno in linea generale. Durante gli anni delle elementari ricordo ci fosse questa mia compagna di classe con la quale passavo molto tempo e con cui facevo dei giochi strani o comunque gli anni delle medie ricordo di aver iniziato a vedere video porno e cose del genere, ma il tutto molto saltuariamente ed innocentemente. E un altra cosa fondamentale che è per me fonte di stress è questo senso di colpa che mi porto da sempre credo, o comunque dalla separazione dei miei genitori, perché mi sono sempre sentita una delle cause dei loro problemi. E’ come se la questione del cibo fosse solo una conseguenza ad un trauma che ho vissuto in quel periodo di età, in quei giorni in cui da un momento all’altro decisi di non mangiare più. Ultimamente mi sta capitando che sto notando che le storie di violenze sui minori mi colpiscono particolarmente, è come se avessi quasi la sensazione di essere legata a quel mondo. E mi sono ritrovata così su questa pagina e ho subito in un certo senso ricollegato a questa frase : “Le conseguenze psicologiche di un abuso sessuale possono toccare differenti aree: l’autostima, lo sviluppo della sessualità, le capacità relazionali.” Come le ho scritto prima è come se in me stessa ci fossero due persone una che è piena di vita, positività e determinazione, e un altra che spesso vince sull’altra piena di 0 autostima, e convinzione di non farcela in niente. Insomma in sintesi mi chiedevo, sapendo che è molto difficile giudicare solo da poche parole scritte su un computer, se questo disturbo del cibo sia una conseguenza ad un trauma, violenza che ho subito nell’infanzia e che la mia memoria ha completamente rimosso?

    1. Author

      Gentile Benedetta,
      come specificato nella nota a margine dell’articolo, per motivi di contesto e spazio i commenti molto lunghi non possono essere pubblicati per intero e quindi vedrà il suo tagliato.
      Come scritto in risposta ad altri commenti, non è necessario pensare di aver subito un abuso e rimosso dalla memoria per giustificare reazioni traumatiche ad eventi che avvengono nella vita di un bambino, soprattutto in età precoce (prima dei 4 anni), dove l’immagazzinamento della memoria non è ancora evoluto e funziona in modo molto differente. Il bambino reagisce all’ambiente in cui vive e si sviluppa e se questo ambiente non è sufficientemente supportivo può avere dei contraccolpi anche valutando la sua indole e risorse personali. L’ambiente teso tra due genitori può già da solo creare grandi scompensi, ad esempio. Le aree di compromissione che ha letto e che l’hanno colpita e in cui si è rispecchiata sono sfere delicate che vengono colpite da molte altre situazioni e che vanno viste poi caso per caso.
      Sempre come altrove specificato, un ricordo traumatico di abuso sessuale rimosso porta inoltre delle evidenze alla coscienza e non è mai del tutto eliminato dal campo.
      Un lavoro approfondito mirato a rileggere la sua storia piuttosto che pensare ad accadimenti possibili che possano spiegarla, senza dubbio potrà esserle di aiuto. Certamente la sua storia merita di essere approfondita in un contesto appropriato a prescindere e le consiglierei di rivolgersi ad un professionista per una valutazione puntuale e coerente.

  4. Buongiorno,
    qualche mese fa ho avuto una crisi di panico (la 3^ in pochi mesi) con ricovero ospedaliero e dimissione in 24h, ma sono riuscito a convincermi ad iniziare un percorso che mi possa aiutare a superare alcuni “limiti” che per me sono insuperabili. Ho grossi problemi relazionali, tendo ad attaccarmi a chi mi dimostra affetto e a mandare tutto a rotoli e nel caso dell’Amore, ho difficoltà a esternarlo e quando lo faccio mi sembra sempre di aver sbagliato momento, finendo con l’allontanare la donna che amo o per cui provo sentimenti forti.
    Nell’ultimo incontro con la psicologa è uscito fuori che io le sto parlando della punta dell’iceberg e da quel momento mi si è aperta una voragine, sto ricordando degli episodi che pensavo di aver rimosso: da bimbo ho subito delle molestie sessuali da parte di un venditore porta a porta. Credo di averlo raccontato decenni fa a mio fratello e di non averne mai più parlato. Con lui da piccoli abbiamo assistito inermi anche a parecchi episodi violenti in famiglia. Nel frattempo la mia vita sessuale si è “ingarbugliata”/accartocciata su se stessa, ho sempre più difficoltà a relazionarmi con gli altri e tendo a comportarmi male con le persone che più amo. E per quanto sia insano e non credo di volerlo fare veramente, ogni giorno che passa aumenta sempre più il desiderio di farla finita.
    Grazie per l’attenzione

    1. Author

      Gentile Tony,
      è comprensibile che al riaffiorare di ricordi traumatici ci sia un contraccolpo molto forte e quasi una perdita di senso di sè. I traumi, anche se non sono coscienti e respinti dalla memoria, lavorano su altri piani in modi a volte impercettibili ed è, seppure doloroso, molto importante riconnetterli alla propria storia. Questo lavoro importante che ha iniziato consentirà di trovare spazio e significati adeguati a questa esperienza.

  5. Mi scuso se è lungo, ma anche io utilizzo questo spazio per cercare una soluzione, più che una soluzione, una risposta. Io sono stato abusato (non sessualmente), seviziato.
    Da bambino ero molto attaccato a mia madre, all’asilo piangevo senza motivo e mi ricordo ancora come i maestri mi trattavano, mi ricordo due episodi: il primo episodio è avvenuto quando, in uno dei miei pianti, le maestre m’isolarono e tutti gli altri a cerchio che raccontavano storie e si divertivano, e io da parte dall’atra parte della stanza, da solo a piangere. Il secondo episodio è anche peggio: sempre in uno dei miei pianti, le maestre mi rinchiusero in un armadietto con la porta dell’armadietto semi-chiusa. Questo non è abuso ?
    Alle superiori è iniziato il mio calvario. Diventai vittima di bullismo, e per 5 anni dovetti subire, tutti i giorni, sevizie e abusi, davanti a tutti i miei compagni. Nella pelle nascondo, cicatrici di sigarette spente, tagli di coltellini. Come vittima di bullismo, nessuno stava accanto a me, tutti si allontanavano da me. Quando tornavo a casa stavo solo, e vedevo video hard, mi masturbavo continuamente in maniera compulsiva. Dopo ogni atto masturbatorio, mi sentivo peggio perché avevo una forte fede in Dio. Ma io dovevo sfogare tutta la merda che mangiavo ogni giorno.
    All’università non riuscii ad allacciare bei rapporti e vissi anche quell’esperienza da solo. Conobbi una ragazza che ha conquistato il mio cuore, una pura ragazza, buona, gentile e spensierata, che crede in Dio. Ho aspettato il matrimonio per fare l’amore, ma la mia capacità di soddisfarla sono mediocri, lei ci rimane sempre male e io sempre più giù.
    Alcuni anni fa, uno dei miei carnefici è morto, di fronte alla sua lapide gli ho detto che la mia vita è finita nel momento delle loro sevizie. Mi chiedo se è davvero così, mi chiedo se tutto questo, tutto questo malessere possa nascere dalll’abuso non necessariamente sessuale dell’asilo ?. Vedo qui gente che asserisce di essere stata abusata sessualmente da bambino e ha figli, il che significa buon rapporti sessuali, perché io che non sono stato abusato sessualmente ma solo seviziato devo patire tutto questo calvario ? Devo essere bloccato sessualmente ?

    1. Author

      Gentile Jacque,
      come specifico a margine dell’articolo, mi scuso per i tagli al suo commento, purtroppo troppo lungo per il contesto.
      Questo articolo tratta esclusivamente l’abuso sessuale nell’infanzia ma, sebbene abbia delle caratteristiche precise, è certamente possibile ampliare il concetto agli abusi fisici o psicologici. Essi sono traumi infantili di elevata gravità che, come lei mi pare lucidamente riesce a comprendere, possono avere conseguenze molto importanti nello sviluppo di una persona. Il bullismo e gli abusi all’asilo sono state esperienze devastanti per lei e, anche se può apparire sconnesso, certamente le sue difficoltà relazionali e quindi anche sessuali possono avere un collegamento.
      Più importante ancora delle domande e dei dubbi che pone, sarebbe poter affidarsi ad un percorso che possa aiutarla a sistemare questo passato terribile e le paure che ha generato.

  6. Buongiorno, sono una ragazza di 22 anni, scrivo perchè avrei bisogno di un consiglio. Durante la mia infanzia, credo dai 6 agli 8 anni (se non oltre) sono stata abusata da mio fratello di tre anni più grande di me. Si è trattato per lo più di abusi fisici a carattere sessuale non troppo spinti, ma di cui ho iniziato a comprendere il significato solo dopo essere entrata nella adolescenza e di cui, con il senno di poi, mi vergogno. A tutto questo si aggiunga il fatto che la maggior parte delle volte sono stata costretta a partecipare, spesso ricattata, contro la mia volontà e ricordo periodi di tempo in cui piccole molestie continue erano diventate un tormento, uno stress psicologico a cui non riuscivo a sottrarmi.
    Al giorno d’oggi, mi sono resa conto di non essere capace di gestire le relazioni e di non comprendere la mia sessualità. Sebbene gli uomini mi attraggano, non riesco a provare nulla di profondo.. mi sono chiesta se in realtà non fossi attratta dalle donne, ma qui si presenta il problema inverso: se anche sono molto coinvolta dalla personalità di una donna, non riesco a spingermi oltre all’amore platonico. Sono completamente confusa, e stò prendendo in considerazione l’idea di afidarmi all’esperienza di uno psicologo professionista, ma non so se ne valga la pena. Non ho mai parlato a nessuno di quello che ho passato da piccola, e vorrei anche sapere se aprirmi con una amica possa essermi in qualche modo utile.. affrontare una terapia potrebbe essere d’aiuto?

    1. Author

      Gentile Federica,
      per aiutarla a decidere posso dirle che i problemi e i dubbi che presenta sono molto comuni nei vissuti di chi ha subito un abuso nell’infanzia. Certamente rivolgersi ad un professionista preparato è la via migliore per affrontarli, poichè può fornirle gli strumenti giusti per affrontare e spiegarsi in modo costruttivo quanto accaduto e poter finalmente alleggerire le sue ansie.

  7. Scrivo di mio marito, 47anni, sposati da 17anni tre splendidi figli , ci amiamo , ci siamo sempre amati. Eppure solo pochi giorni fa di notte al buio dopo l’ennesima discussione per il suo continuo allontanarsi da me mi confessa di essere stato abusato tra I 5 E I 7 anni dal classico vicino, in maniera oscena, in diversi modi, che squallore ..penso ai miei figli! E’ finita perché sono stati scoperti ,lui fu accusato dai suoi familiari. Sono scioccata! lui un bimbo fu accusato! Sono triste c’ha impiegato 23 anni per dirmelo. Mi ha parlato degli abusi, del dolore del senso di colpa, Mi ha raccontato di come lui non avesse opposto resistenza , mi ha detto una tristissima frase: ho fatto una cosa orribile; lo ho corretto: ti hanno fatto una cosa orribile, eppure lui si sente in colpa, non vuole parlarne con nessuno e si è già pentito di averne parlato con me.
    Ci sono ancora molte cose da chiarire ma non voglio fargli il terzo grado, odio la sua famiglia fortemente per come lo ha trattato, sono arrabbiata con lui ma non glielo dico, per tutti gli anni che ha fatto passare , per il male che ci siamo fatti in tutti questi anni, abbiamo sempre avuto periodi difficili sessualmente parlando , ora capisco perché e se me ne avesse parlato sarebbe stato diverso, insieme avremmo affrontato il problema . Sento il bisogno di sfogarmi, ma lui non vuole se ne parli e non voglio ferirlo…Voglio aiutarlo ad essere sereno, ad avere quella serenità verso se stesso che non ha mai avuto, a non sentirsi deviato malato o sporco, e voglio perdonarlo per avermi tenuta fuori da un pezzo di vita cosi importante, ma non so da dove cominciare.
    Come ci si comporta in queste situazioni…Non so cosa fare.
    Grazie

    1. Author

      Gentile Angela,
      i suoi sentimenti, la rabbia e la commozione per quanto suo marito ha raccontato, sono naturalmente comprensibili in una situazione come la sua. Anche la sua angoscia e il desiderio di fare qualcosa per “riparare”. Come ho detto ad altri compagni e compagne di adulti abusati nell’infanzia, non è possibile però sostituirsi a chi ha sofferto una esperienza simile, nè si può fare qualcosa per curare quel senso di colpa e i pensieri tipici se non è il protagonista stesso a prendere il coraggio di farsi aiutare. Quello che sta facendo, il sostengo, la comprensione (nonostante le sofferenze da lei stessa vissute nel rapporto), mi pare già molto positivo. L’essersi aperto è già un ottimo passo avanti per suo marito e, nell’attesa che abbia desiderio di affrontare la sua storia personalmente, può provare lei a chiedere per se stessa un sostegno a questa situazione nuova.

    2. Ciao Angela, la tua storia è molto simile alla mia, di cui ho riportato una sintesi..anche io dopo questa esperienza ho sviluppato odio e disgusto verso la sua famiglia che non lo ha mai aiutato, anzi gli dava colpe, ed in più per me è molto difficile fidarmi di nuovo di mio marito, anche noi abbiamo avuto difficoltà nei rapporti sessuali, quello che mi sento di dirti, da donna a donna col medesimo problema, è quello di cercare di convincerlo a farsi seguire da una psicologo, in quanto mio marito con la terapia, è migliorato tantissimo, non soffre più di fame nervosa, è diventato molto più sereno e affettuoso verso di me, addirittura ora è lui che sessualmente mi cerca, cosa che prima non faceva mai. in bocca al lupo!

  8. Salve sono un ragazzo di 22 anni e ho subito abusi sessuali dal convivente di mia madre che mi ha cresciuto da quando avevo 4 anni gli abusi sono iniziati intorno a gli 11-12 fino hai 13/14 gli volevo molto bene perché avevo presi fiducia in lui era come un secondo migliore amico mi faceva guidare la macchina mi dava soldi insomma un padre perfetto se non per i suoi sporchi scopi…la paura è il freddo privati in quelle sistuazio i erano a livelli altissimi.. non riuscivo a crederci mi sembrava impossibile.. di giorno vedevo un padre buono e di notte vedevo il mostro allora una notte L ho sorpreso sul fatto e gli chiesi perché lo facesse e lui mi rispose che mi voleva bene e che mi stava solo abbracciando ma non era così.. adesso che ho 22 anni ho un sacco di paranoie su di me sulla mia sessualità anche se mi piacciono le ragazze mi sembra come se tutti mi vedrai come un gay nel modo di fare e di parlare anche se non è così.. sono molto stressato e ho scatti d ira in certi momenti.. ma adesso sono in psicoterapia e ho imparato ha conoscere la paranoia dalla realtà.. purtroppo ha fatto danni anche mia madre che bevendo perché alcolizzata mi ha sempre dato le colpe insultato con ogni genere di insulto impossibile ed immaginabile.. comunque ho sempre avuto carattere e sento che riuscirò ad uscire da questo baratto del mio passato ho fatto davvero tanti passi e spero più avanti di guarire da questa vita di colpe e paranoie su tutto

    1. Author

      Gentile Gabriele,
      grazie per la sua testimonianza. Spero che sia di aiuto ad altre persone e che lei riesca nel suo percorso a trovare la serenità meritata.

  9. salve, mi ritrovo nel ritratto che il marito fa della moglie che non si fida di nessuno e sta male.
    solo che dopo anni di terapia, non arrivo alla fine.
    che consigli mi può dare?
    Inoltre non ricordo assolutamente niente a parte i sintomi:depressione, insonnia, mangiare la notte, problemi relazioali.
    ricordo solo che da bambina mia madre mi aveva instillato una paura quasi fobica della violenza sessuale e di conseguenza degli uomini ma non so quali ragioni a parte delle ragioni sue personali.
    grazie dell’aiuto.
    stefania

    1. Author

      Gentile Stefania,
      i sintomi attraverso il quale un bambino esprime un disagio sono solamente indicativi di un problema la cui origine va verificata di storia in storia. Intendo dire che non necessariamente si tratta di un abuso o di qualcosa di rimosso. La fobia di sua madre, ad esempio, potrebbe da sola indicare la presenza di un ambiente non ottimale e ansiogeno, cosa che può giustificare la presenza di questi sintomi infantili.
      Non posso darle consigli, non è il mio lavoro, soprattutto non conosco lei e il suo vissuto. Come lei dice il suo problema è il non fidarsi e dunque esso merita l’attenzione principale. Sta chiedendo a me un aiuto, ma c’è la sua terapeuta con cui può confrontarsi e parlare. Forse è importante riflettere su questo e sul perchè non può parlarne con lei. Iniziare a dare all’altro una occasione per sentire che può aprirsi e fidarsi è la cosa principale.

  10. Buongiorno
    Sono Amalia e ho 33 anni e la mia storia è un po’ lunga..
    All’età di 8 anni circa ho subito un abuso da parte di mio zio. Per 17 anni ho vissuto col dubbio, ricordi confusi, immagini sfocate, senza mai capire se fossero reali oppure frutto della mia immaginazione.
    Guardando in tv una trasmissione sulla pedofilia e gli abusi sessuali sui minori sono scoppiata a piangere presa da un enorme sconforto soprattutto per il fatto che mio padre non prese in considerazione le mie parole quando gli parlai da bambina. Ho parlato con mio padre, lui era l’adulto, il mio punto di riferimento quando è successo, poverino non ha saputo dirmi perché non diede importanza alle mie parole, mi spiace per lui ma dovevo chiederglielo. Ho poi scritto a mio zio (abitiamo in paesi diversi) dicendogli che ricordo e che mio padre lo sa, che è comunque un’ingiustizia che io porti questo peso da sola, che dovrebbe avere la dignità e chiedermi scusa.
    Ero pronta negasse tutto ma speravo chiedesse scusa.Mi ha risposto che lui non ha mai fatto nulla, che dovrei andare da uno psicologo e magari fare pure un test della verità, che lui ha sempre fatto del bene agli altri e viene ripagato così… Sono di nuovo caduta nel dubbio fosse la mia immaginazione… e poi la rivelazione… io ricordo come lui chiedeva se mi era piaciuto e di non parlare con nessuno.
    Adesso però so perché sono così diffidente con le persone, perché ho avuto problemi a definirmi etero o gay, nutro una rabbia fortissima dentro pur essendo una bella persona, sono aggressiva con le persone, perché sono così sensibile e altrettanto forte. C’è tanto da lavorare su di me, sulla mia rabbia e irritabilità, coloro che mi stanno intorno non hanno alcuna colpa ed io non ho ragioni per aggredire chi mi vuole bene.
    La cosa più difficile è stata parlare!
    Sto iniziando un nuovo percorso, provo da sola e se mai troverò necessario mi rivolgerò ad uno specialista.
    Un abbraccio a tutti voi!

    1. Author

      Gentile Amalia,
      mi scuso per il tagli al commento, ma purtroppo per motivi di spazio è necessario accorciare i vostri interventi.
      Grazie per il racconto e la sua testimonianza e si ricordi che chiedere aiuto quando si ha bisogno è sempre sinonimo di forza e coraggio e che può forse permettersi per una volta di non “farcela da sola”, ma di avere l’appoggio che merita.

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