Quando si parla di “abuso sessuale infantile” ognuno di noi ha in mente una definizione precisa, dettata il più delle volte da esperienze indirette. Purtroppo in alcuni casi l’abuso sessuale entra direttamente nella vita di un individuo, impattando violentemente sul suo normale corso, lasciando dietro di sé delle ferite psicologiche che variano per gravità a seconda del tipo di abuso subito, l’età e la capacità di autocura di cui ogni mente umana dispone.
Partiamo da una definizione generale: intendiamo per abuso sessuale infantile qualsiasi attività che implica il coinvolgimento in attività sessuali di un minore da parte di un adulto.
Da notare bene, quando ci riferiamo ad attività sessuale, non parliamo necessariamente di un rapporto fisico diretto, ma di tutto ciò che ha a che vedere con la sfera della sessualità, se una delle due parti rifiuta o non è nella posizione di comprendere (o comprendere con un senso di maturità piena in caso di adolescenti) ciò che sta accadendo. Ad esempio, oltre alla violenza sessuale che implica una penetrazione, la costrizione al toccare o baciare; la visione non desiderata di nudità o atti sessuali del singolo adulto, di una coppia o più individui; riferimenti sessuali e argomentazioni oscene.
L’abuso sessuale infantile ha solitamente e comprensibilmente un elevato livello di gravità e rischio per la salute mentale di un individuo e la sua crescita. Una persona che è stata abusata in età infantile porta nel decorso evolutivo della sua mente le tracce di un evento traumatico che solitamente ne devia il normale sviluppo.
Possiamo dire in linea generale che il livello di gravità segue tre dimensioni fondamentali:
- il tipo di abuso subito e la sua durata – ovvero, se si è trattato di veri e propri rapporti fisici, toccamenti o esposizioni visive o racconti e provocazioni e quanto a lungo;
- l’età e le risorse individuali del bambino – ovvero, in quale fase dello sviluppo il trauma lascerà traccia e di quali risorse dispone;
- l’identità dell’abusatore – più la parentela è prossima alla vittima, peggiori saranno le conseguenze del trauma subito.
Per intenderci, potremmo dire che un abuso sessuale subito da parte di un genitore ad un bambino in età pre-puberale (8-11 anni circa) che si protrae nel tempo, con un coinvolgimento fisico totale, con ogni probabilità si rivelerà un’esperienza tra le più distruttive per la salute psichica.
Naturalmente essendo queste tre dimensioni molto variabili, fare previsioni nei singoli casi è molto complesso e, proprio per le capacità e risorse individuali, situazioni che potrebbero far pensare a conseguenze peggiori potrebbero rivelarsi meno gravi di altre da cui ci si aspetterebbe al contrario quadri meno compromessi.
A fronte di ciò ricordiamo che trattandosi di abuso sessuale infantile, stiamo facendo distinzioni all’interno di una situazione che presenta comunque, in qualsiasi forma avvenga, una potenzialità traumatica di livello elevatissimo, che si parli di un episodio con coinvolgimento minimo, ad uno massimo.
Le conseguenze psicologiche di un abuso sessuale possono toccare differenti aree: l’autostima, lo sviluppo della sessualità, le capacità relazionali.
Solitamente un bambino reagisce all’abuso innescando meccanismi di difesa basici, quali rimozione e dissociazione – la mente cerca in questo modo di sganciarsi dal ricordo traumatico insostenibile creando una barriera tra ciò che è accaduto e le implicazioni emotive o cancellando letteralmente l’episodio dalla memoria. E’ stato rilevato come il minore affronti una situazione molto simile a quella degli adulti che, dopo aver subito un trauma, sviluppano un disturbo post-traumatico da stress.
Il senso di colpa si riversa su di sé ed è tanto più intenso, quanto l’ambiente circostante ignora o copre l’episodio, e di contro, si sviluppa un profondo senso di sfiducia e paura nei confronti degli altri.
Un adulto che è stato abusato deve scontrarsi con queste credenze sviluppate e consolidate dal bambino che era un tempo. Tenderà a seconda dei casi, ad essere altamente aggressivo, ad incolparsi ferocemente, avrà una bassa autostima, tenderà a deprimersi o ad oscillare molto tra stati emotivi. È prevedibile che abbia difficoltà a regolare gli impulsi e problematiche ad inquadrare e sviluppare una corretta identità sessuale ed una vita sessuale soddisfacente.
Tra le patologie che possibilmente si sviluppano troviamo il disturbo borderline di personalità, la depressione, disturbi alimentari e dipendenze, proprio in conseguenza all’incapacità di regolarsi e al costante bisogno di “tenere il controllo” su una situazione che si percepisce in pericolo costante.
Ad oggi la psicoterapia è uno strumento di elezione per trattare e curare storie e conseguenze degli abusi. Ovviamente, parlando di età adulta, si dovranno affrontare gli effetti di schemi disfunzionali consolidati nel tempo. Si può dire che il trauma dell’abuso innesca una serie di meccanismi di difesa estremi della mente che portano purtroppo, seppure con lo scopo di proteggere la persona da un crollo, alla formazione di sistemi difettosi e patologie che probabilmente non sarebbero comparsi altrimenti.
In quest’ottica, abbiamo personalmente usato l’esperienza nata da un lavoro costante sul campo in questo ambito per sviluppare un metodo mirato, la cui filosofia di base è mantenere al centro la narrazione della persona, integrando tecniche e conoscenze in campo psicotraumatologico sempre più innovative: l’Emdr; la Psicoterapia Sensomotoria; la terapia dell’Esposizione Narrativa, ne sono alcuni esempi.
Tutto ciò all’interno del percorso di psicoterapia, per fornire a chi ne fa richiesta un’esperienza che garantisca una totale e complessa strategia di intervento il più possibile risolutiva, nel rispetto della natura articolata del trauma, la cui cura non può ridursi alla sola rimozione dei sintomi da esso generati (per saperne di più, vedi: Alicanto – Centro Cura del Trauma Psicologico).
Se volete approfondire il tema in modo dettagliato e avere risposte più complete potete acquistare il libro in versione cartacea oppure ebook (gratis con abbonamento KindleUnlimited) cliccando sul titolo: C’era una volta un bambino: L’adulto vittima di abuso sessuale nell’infanzia
NB. Vorrei estendere un ringraziamento particolare a tutti coloro che con coraggio stanno commentando l’articolo, facendo domande o semplicemente condividendo il dolore e il disagio delle loro esperienze di abuso vissute in età infantile.
[E’ possibile che parti dei commenti con contenuti marcatamente espliciti vengano tagliati per il contesto nel quale sono pubblicati.]
Vorrei altresì specificare che purtroppo NON E’ POSSIBILE FARE CONSULENZE VIA EMAIL O TELEFONICHE.
Usate questo spazio qualora vogliate un commento da parte mia.
Ciao, io non ho mai parlato con nessuno di ciò che mi è successo e nn lo farò nemmeno adesso. Solo che ultimamente mi sto analizzando e capisco che molti lati di me sono dovuti anche a ciò che mi è successo da piccola.
A volte vorrei parlarne con il mio ragazzo per fargli capire perché sono così in parte.. Ma è giusto raccontare una cosa così pesante a chi si ama? Mi sembrerebbe di lanciargli una bomba addosso..ne avrei bisogno a volte, ma nn lo trovo giusto nei suoi confronti
Gentile Lara,
mi verrebbe da chiederle come mai sente che il peso di quella storia sia tutto sulle sue spalle, come se quel terribile evento fosse stato una sua responsabilità, divenuta un macigno da portare in silenzio, per sempre. Forse il problema è proprio il non dare l’occasione all’altro di comprendere e sostenere, condividere il dolore e magari in questo atto di comprensione trovare la forza di raccontarsi ancora e ancora. Questo perchè è proprio nel racconto continuo e quindi nel confronto con l’altro che si alleggerisce il trauma e si comprendono tanti aspetti che altrimenti non si coglierebbero. Non è necessario aver vissuto e conosciuto uno specifico evento per riconoscerne il dolore che reca.
Se infine colui o colei che ci ama dovesse rifiutarci perchè nel nostro vissuto risiede un’esperienza simile, o perchè una parte di noi non è semplice da comprendere, allora forse abbiamo una preziosa informazione in più su chi abbiamo davanti e quanto sia davvero disposto a conoscerci e ad amarci, non certo una scusa aggiuntiva per sentirci in colpa.
Grazie per la sua risposta.
Avevo bisogno di farle un’altra domanda, se è così gentile da rispondere.
Io ho elaborato a modo mio ciò che è avvenuto e non mi ha mai creato problemi a livello superficiale, ma adesso mi chiedo se a livello di subconscio mi possa aver causato qualche danno che ora mi porta ad essere come sono.
Grazie mille in anticipo
Gentile Lara,
direi che se la sua percezione è (cosa assolutamente possibile tra l’altro) di aver elaborato tutto, ma al contempo vi è una sensazione che potrebbe invece esserci qualcosa di residuo ad influenzare il suo attuale vissuto, allora da solo questo dubbio merita un approfondimento.
Dunque potrebbe essere il caso di fermarsi un po’ più a lungo a ragionare sulla risposta.
Salve Dottoressa.
Non so se questa sezione commenti è ancora attiva, ma avrei bisogno di parlarle. Da piccola ho subito abusi (avevo circa 5/7 anni, non ricordo bene) da parte del marito di mia zia. Per anni ho rimosso il ricordo, che è tornato circa 10 anni fa (quindi è passato un bel po’ di tempo). Tuttavia, non è mai stato un “problema”. Più che altro, ho sempre avuto una sorta di flash delle immagini che riguardano l’abuso, ma io sono pienamente consapevole che la colpa non è mia. Sono andata tranquillamente avanti con la mia vita, nonostante tutto. Ma è da circa un paio di mesi che il pensiero degli abusi quasi mi ossessiona. I flashblack sono sempre più frequenti e sento di sentirmi sempre più male (anche con nausea, giramento di testa, panico improvviso) ogni qualvolta si presentano, cosa sempre più frequente (anche senza degli stimoli che si collegano a ciò che è successo). Premetto che ho 21 anni, non ho mai avuto relazioni con un ragazzo e nemmeno alcun tipo di rapporto sessuale.
Non so perché stia succedendo tutto all’improvviso (non vedo quest’uomo da anni, se non sporadicamente per strada, senza che io mi fermi a parlargli o lo saluti). Mi sento sempre peggio, ho in testa queste immagini quasi continuamente. Non so cosa fare per stare meglio
Gentile Gaia,
purtroppo i modi in cui gli episodi di abuso incidono sullo sviluppo e quindi sulla sua vita attuale, sono stratificati e complessi. Il sapere di non essere colpevoli non è da solo un indice sufficiente ad impedire di avere difficoltà in diverse aree. Spesso accade che gli episodi traumatici vengano sepolti dalla mente o resi neutri per poi emergere improvvisamente. Sarebbe importante che ricevesse supporto e affrontasse questi timori in sede appropriata.
Dopo ciò che mi è successo io per i primi anni non ho mai avuto problematiche strane, negli ultimi 5 anni, sono affrant* da ricordi e negli ultimi due da ansie e problematiche nel sonno, è possibile che i ricordi siano tornati solo dopo qualche anno dall’accaduto?
Gentile Mel,
non conosco lei e la sua storia, ma posso dirle in linea generale che è possibile che i ricordi riaffiorino in diversi modi e forme.
Gentile dottoressa,
Ho 40 anni e temo di aver subito abusi da bambina. Dico temo perché non ho nessun ricordo specifico, ma da piccola ho sempre provato una forte attrazione per il sesso. Ho iniziato a masturbarmi molto presto e facevo giochi strani. Nn so spiegarmi come potevo sapere certe cose tenendo conto che all’epoca nn esisteva interne e nn c’era accesso facile a certe immagini. Nn ho altri ricordi.vorrei sapere se è possibile risalire ad eventi traumatici dell’ infanzia con tecniche specifiche. Ho paura che possa essere stato mio padre e vorrei andare a fondo soprattutto perché ho due bambini piccoli che spesso stanno con i nonni. In generale nn ho avuto problemi di comportamento o altri nel corso della mia vita. Quindi vorrei sapere se i comportamenti che le ho descritto possono essere considerati piu o meno normali on una bambina di 6-7 anni o no.
La ringrazio di cuore per il suo aiuto
Gentile Iaia,
non esistono tecniche specifiche che possano restituire con certezza un ricordo rimosso. Questo perchè soprattutto nell’infanzia subentrano molte variabili complesse nella formazione della memoria e a volte si costruiscono od alterano ricordi ad hoc (si può fare riferimento all’articolo dei falsi ricordi falsi ricordi per saperne di più).
Detto ciò, le esperienze traumatiche rimosse sono quindi un’area da trattare con molta cautela. Se è vero che spesso accade che si rimuovano ricordi avvenuti, è altrettanto vero che altri percepiti possono essere frutto di una alterazione percettiva della mente.
Non posso rispondere dunque ad una domanda simile, poichè implica un lavoro attento e mirato sulla sua storia personale. Posso dirle però che i bambini non sono esseri asessuati, come futuri adulti anche la sessualità evolve e si sviluppa. Ovviamente non è ancora mirata e specifica come quella adulta, ma inconsapevole e generalizzata. Possono esserci esplorazioni del tutto normali del tipo che descrive, come la masturbazione, che non è affatto rara nei bambini o la necessità di esplorare il corpo e le sensazioni che reca. L’elemento che le distingue è una totale incapacità di comprenderne ancora lo scopo, ma una semplice replica di un azione che si sente “piacevole”.
Non è raro quindi che i bambini giochino anche con temi simili, senza che questo comporti una precedente intrusione degli adulti, o arrivare a pensare ad un abuso subito. Ciò non esclude naturalmente che certi comportamenti siano invece repliche di “giochi” sbagliati vissuti con adulti abusanti.
Salve, nell’infanzia ho subito abusi da parte di 2 uomini. Il primo quando avevo circa 7 anni, con il secondo avevo circa 10-11 anni ed era un amico di famiglia che mi capitava di vedere a periodi. Di entrambi i casi,in quel periodo, informai i miei genitori, che però decisero di far finta di niente sia con me(forse credevano che me ne sarei dimenticata vista l’età) e sia con loro due per non avere problemi, addirittura il secondo, cioè l’amico di fam continuarono a frequentarlo! io negli anni ho continuato a pensarci ma non spesso, in genere quando sentivo al tg denunce riguardanti abusi. Qualche anno fa mi è capitato di leggere un romanzo nel quale la protagonista aveva subito uno stupro nell’adolescenza e da allora, anche se i miei abusi non sono stati così gravi, penso quasi ogni giorno a quello che mi è successo e mi sento triste, anche per il comportamento che hanno avuto i miei genitori che per ben 2 volte se ne sono fregati come se niente fosse successo,solo per non avere problemi con nessuno perchè loro vogliono andare d’accordo con tutti. In più nel secondo caso ho sempre sentito un senso di colpa perchè, essendosi lui avvicinato gradualmente a me(cioè verbalmente), avrei potuto fermarlo, invece non facendolo credo che abbia interpretato la mia “indifferenza” come un invito a continuare e quindi a spingersi oltre(cioè fisicamente) e pur avendo capito cosa avevesse in mente non lo fermi. Non so se dipende da queste esperienze, però mi ritrovo a 28 anni vergine e non per scelta. E’ frustrante essere ancora alla mia età e mi fa sentire diversa per non dire ritardata e soprattutto devo tenerlo sempre nascosto e far finta di non esserlo, per evitare che mi giudichino “male”. Da allora non ho più avuto una storia principalmente perchè non è facile che mi piaccia un ragazzo e che io piaccia a loro, in più non riesco a relazionarmi facilmente con le persone anche in amicizia. In più non riesco a fidarmi di nessuno. Di conseguenza mi ritrovo senza amici, senza un compagno e spesso con la tristezza negli occhi. So che dovrei andare da uno psicologo e forse un giorno ci andrò. Ora ho approfittato di questo sito, per raccontare per la seconda volta, gli abusi subiti, dato che dopo averlo raccontato ai miei genitori non ne ho mai più parlato con nessuno! saluti
Gentile Charlotte,
come ha avuto l’occasione di leggere, il senso di colpa, la mancanza di fiducia, la depressione, la difficoltà a relazionarsi, possono tutte senz’altro essere conseguenze delle esperienze subite, soprattutto se, come riferisce, sono ora un ricordo pressante e ricorrente che sembra non trovare pace.
Come sempre dico, trovare uno spazio di condivisione – anche questo può essere certamente un primo passo – dove si percepisca che finalmente si può parlare del dolore che si prova, affidarsi e raccontare l’accaduto per dargli un significato più utile, è fondamentale per superare un’esperienza traumatica come quella da lei vissuta.
Salve dottoressa io sono una ragazza di 26 anni e ho avuto degli abusi da piccola non ricordo bene l’età perche non ricordo neanche bene ma ho dei flesh di quei momenti che non riesco a cancellare del tutto i primi abusi le ho subiti da un mio cugino che dicendomi di giocare mi faceva toccare le sue parti intime e laltro abuso che mi ricordo e quello di mio zio e la e stato fatto piu volte mi veniva dietro e si muoveva pero nn ricordo molto bene perche come gia le ho detto ho dei flch che io avevo abolito dalla mia mente e sono ricomparsi a l ultimo abuso che mi ha fotto mio zio nell adolesceza questo lo ricordo benissimo perche avevo 14 anni lui si e avvicinato e si e accostato dietro inziando a muoversi pero io l ho allontanto e me ne sono andata e da li gli ho date le distanze pero nn ne ho mai parlato con nessuno anche se e una cosa che mi fa molto male vedere quando i miei genitori lo trattono bene anche se io nn lo odio pero nn riesco neanche a capire perche si e comportato cosi
Gentile Maria,
comprendo il suo timore nell’aprirsi o provare a raccontare a qualcuno, soprattutto i suoi familiari, l’accaduto.
Essere respinti o sperimentare reazioni di rifiuto di fronte ad una confessione simile, è forse l’esperienza peggiore di un vissuto di abuso, dove ci si sente davvero soli ed impossibilitati ad affidarsi a qualcuno che possa aiutarci ad alleviare il dolore e le sensazioni particolari che si vivono.
Spero possa trovare uno spazio per parlarne perchè sarebbe davvero utile per lei.
Salve volevo chiederle una cosa quando avevo più o meno 9/10 stavo giocando al parco giochi e un signore mi chiamò e io andai ma non mi ricordo cosa mi a fatto adesso o una relazione da otto anni e non mai avuto un rapporto completto e questa cosa mi fa molto male perché non capisco dopo tanti anni sono ancora così o provato di tutto ma niente sono giovane vorrei avere una mia famiglia ma così non posso non so più dove sbattete la testa
Gentile Desy,
comprendo la sua frustrazione. Provi a chiedere un aiuto e un supporto professionale, così da esplorare i problemi legati all’episodio e come questi influiscano sulla sua attuale vita, per tentare di sistemare le cose ed essere serena come merita.
Ho subito vari abusi sessuali da piccola…quello piu grave a 8 anni. Ho 33 e nel 1992 sono stata adottata da una famiglia italiana. Io non ho mai superato questo trauma. Un vicino di casa di mia nonna a santo Domingo già maggiorenne mi attirò dentro la stanza di mia nonna non ricordo con quale scusa…
Ricordo il dolore. Ricordo che non piangevo ma dentro sentivo un senso di disgusto e frustrazione mi dicevo che non era normale mi sentivo abbandonata e ricordo che non dicevo nulla perchè soffrivo così tanto da non poter nemmeno piangere….quella bestia una volta finito mi fece fare delle cose strane tipo mi chiese se gli portavo dell’acqua… Poi mi domandò se uscendo avessi visto qualcuno….poi tutto diventa vago non ricordo cosa ho fatto dopo. Una cosa so che in casa non c’era nessuno.
Questo trauma mi ha devastato io non provo niente sessualmente ne con donne ne con uomini…mai avuto un orgasmo con nessuno. Devo ammettere che alcuni uomini che ho avuto hanno rischiato che li uccidersi spessi mi succedeva che rivedeva in loro il mio abusatore. Ho delle strane fantasie che non sono sane di cose sporche è così che mi vedo e vedo il sesso. Non si supera. Una vita rovinata. Ho paura di parlare con un sessuologo non voglio ricordate niente altro. Grazie
Gentile Morena,
questo tragico episodio di abuso le genera una comprensibile paura e desiderio di cancellarlo dai suoi ricordi.
Come ben racconta però, è un trauma che l’ha “devastata” nel corso della vita e come tale forse merita un po’ di forza per affrontarlo e provare a respingerlo in modo utile.
Bisogna comprendere che si può rimanere vittima di un abusatore tutta la vita poichè non riusciamo a liberarcene e lo teniamo nella mente a continuare a perseguitarci. E’ una responsabilità verso noi stessi provare a trovare il coraggio di abbatterlo o darci almeno la possibilità di tentare.
Gentile Veronica,
deduco, dato il commento a margine di un articolo che parla di abuso infantile, che sospetti suo marito possa aver subito un episodio simile, tale da giustificare il suo comportamento nei suoi confronti? Se così fosse, io non ho assolutamente la possibilità di rispondere ad un quesito del genere con questi elementi e in questa sede. Il quadro che lei descrive è compatibile con moltissimi vissuti dei più disparati, compresa una totale assenza di qualsivoglia esperienza traumatica, come un “semplice” vissuto in un ambiente familiare che mal gestisce le relazioni e gli affetti.
Le ribadisco, come faccio sempre in questi casi, che la vita delle persone non necessariamente deve essere sconvolta da eventi traumatici simili per giustificare comportamenti o psicopatologie in un individuo.
Pur comprendendo la necessità di dover trovare, in situazioni siffatte, delle spiegazioni che possano giustificare le azioni incomprensibili e distruttive nei nostri confronti delle persone a cui siamo legate, non è probabilmente la domanda giusta da porsi in questi casi, nè la più utile.
Gentile dottotessa, ho scoperto da poco tramite il mio psicologo che vi è una connessione tra il mio stato d animo, che da sempre tende ciclicamente alla depressione, e un episodio della mia infanzia che avevo rimosso fino a 6 anni fa. In sostanza quando ero molto piccola (3/4 anni) mio fratello (8 anni piu grande) spesso mi chiudeva nella stanza con lui al.buio. Non era fatto con costrizione o cattiveria, lui aveva solo 10 o 11 anni e voleva capire probabilmente come son fatte le.donne. Ho dimenticato questo episodio per molti anni e l’ ho ricordato per caso a 18 anni ma non mi ha fatto né caldo né freddo, anzi mi son messa a ridere, l ho giustificato come un gioco e comunque come una cosa normale mossa dalla.curiosità di un preadolescente. Qualche giorno fa l’ ho raccontato allo psicologo, dal quale vado perche ho una costante malinconia da quando son nata nonché disturbi bulimici e frequenti crisi nervose, e lui mi ha detto che era questa la causa di tutto e che, una volta ricordato a 18 anni, l ho sottovalutato come meccanismo di Autodifesa . Non so se crederci, mi sembra assurdo che un episodio secondo me irrilevante come questo possa avermi traumatizzata, lei crede che sia di tale gravità fa aver causato la mia indole problematica? Non capisco in pratica se si possa parlare di molestia sessuale dal momento che ero consenziente e non c era cattiveria o aggressione da parte di mio fratello, insomma era quasi una normale abitudine. La prego di risolvere questo dubbio assillante.
Gentile Isabell,
mi rincresce ma non posso certamente io risolvere questo dubbio per lei, non conoscendola, nè in un contesto simile.
Le consiglio di continuare a discuterne con il suo psicologo di quanto accaduto e di ciò che ha significato per lei, delle emozioni che emergono in proposito. Esprima con tranquillità questi dubbi e lentamente provi a capire se e in che misura questo episodio possa aver compromesso il suo stato mentale e i suoi comportamenti.
Buonasera ,mi chiamo Marco
vorrei raccontarLe la mia storia.Ho 49, anni all’età di 45 anni ho iniziato ad avere dei malesseri molto profondi senza sapere il perchè(comunque dei malesseri li ho sempre avuti ma ciclicamente ) sono durati un anno un anno e mezzo fino poi a sfociare con dei flesc di violenze e abusi che ho avuto all’incirca dall’età di 4 anni ai 6 anni 6 anni e mezzo insomma intorno a questo periodo da parte dei miei fratelli piu grandi di me uno di 10 e l’altro di 7 anni. Sono sicuro che mia madre lo scoprì così che a iniziato a nascondere tutto fino ad oggi. Purtroppo fino a questa età non sono mai riuscito ad avere amici oppure gruppi di coetanei che si frequentano come in partite a calcetto a tennis o quant’altro(di questo ho sofferto immensamente)nonostante tutto sono riuscito a farmi una famiglia con due figli penso di essere riuscito a fare il padre perchè recitavo una parte ed è stata moto dura .Purtroppo soffro ancora ma molto meno da quando è uscita la verità perchè ho capito che il mio modo di essere non reattivo e un pò giù di tono in realtà non è dipeso da me ma da questi schifosi e squallidi eventi.Ho provato a parlare con i miei genitori ma ho trovato una porta chiusa.
in questo momento non riesco a perdonare definitivamente i miei genitori di avermi fatto dormire in quella camera insieme ai miei fratelli che sapevano già che davano molti problemi.
Dico a tutti di non forzarsi mai, di volersi più bene perchè non riusciranno mai a diventare egoisti e poi dico a tutti che trovino un hobbi una passione e si dedichino a coltivarli con tanto amore.SI PUO’ USCIRE DAL TUNNEL non odiando nessuno ma volendoci bene e non forsandoci mai a fare i superuomini e chiedendo aiuto ai Dottori e a Dio.Mi scuso se non ho scritto bene in italiano perchè sono andato di getto e mi scuso se sono stato un pò troppo lungo ,spero di essere di aiuto agli altri.Avrei moltissime altre cose da raccontare delle violenze da me subite anche psicologiche che sono aimè ancora piu gravi ma dico a tutti di non mollare mai e reagire sempre l’importante è di non fare noi del male agli altri perchè in questi casi è meglio avere subito dei torti piuttosto che farli.VOLETEVI BENE CHE DIO VI VUOLE BENE
saluti
Marco
Gentile Marco,
come sempre prima mi scuso per la necessità imposta dal contesto, di accorciare gli interventi più lunghi.
Grazie della sua testimonianza e del suo coraggio, sono certa, come tutte le altre, sarà molto utile a chi condivide un vissuto simile al suo.
buona sera non ricordo a che età….ma credo prima dei 6/7 anni…frequentavo casa di mia zia materna…ho dei flash che non riesco a spiegare nel bagno della casa….che essendo una casa vecchia aveva il bagno esterno all’appartamento….sono flash….niente di piu….ma ho paura che sia successo qualcosa di grave li dentro con mio zio….mio zio a sua volta ha avuto una brutta infanzia….chiuso in collegio all’età di 6 anni….violento con mia zia…ecc.. il risultato è che fin da piccolo avevo bassa autostima e risvegli mattutini riempiti da pianto che non erano ricollegabili a niente di palese e dei gran mal di testa di cui soffro anche oggi anche se in maniera molto meno frequente….crescendo…verso i 12 anni ho iniziato a fare uso di alcool…a 14/15 di sostanze leggere e dai 16 anche di droghe pesanti….ne ho abusato per diversi anni….oggi mi ritrovo a 35 anni che frequento ancora il sert, faccio colloqui dalla psicologa, faccio una terapia contro l’alcolismo che si è ripresentato in maniera pesante a 25 anni con il culmine a 30….e sono seguito da uno psichiatra per un presunto disturbo bipolare…solo 3 giorni fa sono riuscito a parlare della storia di mio zio alla mia psicologa…e mi sono uscite delle lacrime…un grande senso di tristezza…inadeguatezza….depressione, bassa autostima, facilita d’ira, sono state fino ad ora la costante che mi ha accompagnato in tutti questi anni….è possibile che non sia solo la mia immaginazione ma che veramente in quel maledetto bagno sia successo qualcosa di sgradevole per me??? non riesco a ricordare…sono solo un paio di flash che a volte mi tornano alla mente…la mia psicologa ha spiegato che a volte per “salvarsi” si dimentica le cose….può essere il mio caso??? lei mi ha detto che ne continueremo a parlare…. grazie 1000!!!
Gentile Stefano,
se sia o meno il suo caso, ovvero se vi sia stato un episodio di abuso poi rimosso, per ovvi motivi non ho elementi per dirlo.
Sicuramente il vissuto che racconta è di grande disagio. Continui a lavorare con la psicologa e vedrà che piano, piano, le cose si metteranno in ordine, con la dovuta calma e cautela e che, senza paura, troverà una strada utile a spiegare e quindi forse poter superare tutta questa sofferenza.