Quando si parla di “abuso sessuale infantile” ognuno di noi ha in mente una definizione precisa, dettata il più delle volte da esperienze indirette. Purtroppo in alcuni casi l’abuso sessuale entra direttamente nella vita di un individuo, impattando violentemente sul suo normale corso, lasciando dietro di sé delle ferite psicologiche che variano per gravità a seconda del tipo di abuso subito, l’età e la capacità di autocura di cui ogni mente umana dispone.
Partiamo da una definizione generale: intendiamo per abuso sessuale infantile qualsiasi attività che implica il coinvolgimento in attività sessuali di un minore da parte di un adulto.
Da notare bene, quando ci riferiamo ad attività sessuale, non parliamo necessariamente di un rapporto fisico diretto, ma di tutto ciò che ha a che vedere con la sfera della sessualità, se una delle due parti rifiuta o non è nella posizione di comprendere (o comprendere con un senso di maturità piena in caso di adolescenti) ciò che sta accadendo. Ad esempio, oltre alla violenza sessuale che implica una penetrazione, la costrizione al toccare o baciare; la visione non desiderata di nudità o atti sessuali del singolo adulto, di una coppia o più individui; riferimenti sessuali e argomentazioni oscene.
L’abuso sessuale infantile ha solitamente e comprensibilmente un elevato livello di gravità e rischio per la salute mentale di un individuo e la sua crescita. Una persona che è stata abusata in età infantile porta nel decorso evolutivo della sua mente le tracce di un evento traumatico che solitamente ne devia il normale sviluppo.
Possiamo dire in linea generale che il livello di gravità segue tre dimensioni fondamentali:
- il tipo di abuso subito e la sua durata – ovvero, se si è trattato di veri e propri rapporti fisici, toccamenti o esposizioni visive o racconti e provocazioni e quanto a lungo;
- l’età e le risorse individuali del bambino – ovvero, in quale fase dello sviluppo il trauma lascerà traccia e di quali risorse dispone;
- l’identità dell’abusatore – più la parentela è prossima alla vittima, peggiori saranno le conseguenze del trauma subito.
Per intenderci, potremmo dire che un abuso sessuale subito da parte di un genitore ad un bambino in età pre-puberale (8-11 anni circa) che si protrae nel tempo, con un coinvolgimento fisico totale, con ogni probabilità si rivelerà un’esperienza tra le più distruttive per la salute psichica.
Naturalmente essendo queste tre dimensioni molto variabili, fare previsioni nei singoli casi è molto complesso e, proprio per le capacità e risorse individuali, situazioni che potrebbero far pensare a conseguenze peggiori potrebbero rivelarsi meno gravi di altre da cui ci si aspetterebbe al contrario quadri meno compromessi.
A fronte di ciò ricordiamo che trattandosi di abuso sessuale infantile, stiamo facendo distinzioni all’interno di una situazione che presenta comunque, in qualsiasi forma avvenga, una potenzialità traumatica di livello elevatissimo, che si parli di un episodio con coinvolgimento minimo, ad uno massimo.
Le conseguenze psicologiche di un abuso sessuale possono toccare differenti aree: l’autostima, lo sviluppo della sessualità, le capacità relazionali.
Solitamente un bambino reagisce all’abuso innescando meccanismi di difesa basici, quali rimozione e dissociazione – la mente cerca in questo modo di sganciarsi dal ricordo traumatico insostenibile creando una barriera tra ciò che è accaduto e le implicazioni emotive o cancellando letteralmente l’episodio dalla memoria. E’ stato rilevato come il minore affronti una situazione molto simile a quella degli adulti che, dopo aver subito un trauma, sviluppano un disturbo post-traumatico da stress.
Il senso di colpa si riversa su di sé ed è tanto più intenso, quanto l’ambiente circostante ignora o copre l’episodio, e di contro, si sviluppa un profondo senso di sfiducia e paura nei confronti degli altri.
Un adulto che è stato abusato deve scontrarsi con queste credenze sviluppate e consolidate dal bambino che era un tempo. Tenderà a seconda dei casi, ad essere altamente aggressivo, ad incolparsi ferocemente, avrà una bassa autostima, tenderà a deprimersi o ad oscillare molto tra stati emotivi. È prevedibile che abbia difficoltà a regolare gli impulsi e problematiche ad inquadrare e sviluppare una corretta identità sessuale ed una vita sessuale soddisfacente.
Tra le patologie che possibilmente si sviluppano troviamo il disturbo borderline di personalità, la depressione, disturbi alimentari e dipendenze, proprio in conseguenza all’incapacità di regolarsi e al costante bisogno di “tenere il controllo” su una situazione che si percepisce in pericolo costante.
Ad oggi la psicoterapia è uno strumento di elezione per trattare e curare storie e conseguenze degli abusi. Ovviamente, parlando di età adulta, si dovranno affrontare gli effetti di schemi disfunzionali consolidati nel tempo. Si può dire che il trauma dell’abuso innesca una serie di meccanismi di difesa estremi della mente che portano purtroppo, seppure con lo scopo di proteggere la persona da un crollo, alla formazione di sistemi difettosi e patologie che probabilmente non sarebbero comparsi altrimenti.
In quest’ottica, abbiamo personalmente usato l’esperienza nata da un lavoro costante sul campo in questo ambito per sviluppare un metodo mirato, la cui filosofia di base è mantenere al centro la narrazione della persona, integrando tecniche e conoscenze in campo psicotraumatologico sempre più innovative: l’Emdr; la Psicoterapia Sensomotoria; la terapia dell’Esposizione Narrativa, ne sono alcuni esempi.
Tutto ciò all’interno del percorso di psicoterapia, per fornire a chi ne fa richiesta un’esperienza che garantisca una totale e complessa strategia di intervento il più possibile risolutiva, nel rispetto della natura articolata del trauma, la cui cura non può ridursi alla sola rimozione dei sintomi da esso generati (per saperne di più: Alicanto – Centro Cura del Trauma Psicologico).
NB. Vorrei estendere un ringraziamento particolare a tutti coloro che con coraggio stanno commentando l’articolo, facendo domande o semplicemente condividendo il dolore e il disagio delle loro esperienze di abuso vissute in età infantile.
[E’ possibile che parti dei commenti con contenuti marcatamente espliciti vengano tagliati per il contesto nel quale sono pubblicati.]
Vorrei altresì specificare che purtroppo NON E’ POSSIBILE FARE CONSULENZE VIA EMAIL O TELEFONICHE.
Usate questo spazio qualora vogliate un commento da parte mia.
Ho 28 anni, quando ne avevo 9 ho subito abusi da parte di mio fratello di 13 anni. Mi diceva che ere un gioco normale tra fratello e sorella e per un anno intero ho avuto rapporti completi con lui anche più volte al giorno. Non l’ho mai rimosso dalla memoria ma ho sempre fatto finta di niente..ho represso talmente la rabbia da non provarne quasi più. L’anno scorso l’ho detto a mia madre che non mi ha creduto, questo ha scatenato in me una forte depressione e il calo totale della mia autostima.
Gentile Adele,
la sua storia è comune ad altre, dove è presente il costante impegno a rimuovere, negare e cercare di “non pensare” a quanto accaduto in passato e, di contro, a tentativi di comunicarne il dolore ad altri (tentativi che falliscono però nell’obiettivo di venire accolti). Tutto ciò contribuisce ad alimentare un circuito dannoso che la blocca dentro il ricordo con un grande senso di impotenza e la fa sentire rifiutata, quando gli altri negano questo dramma. Provi a parlarne con qualcuno di esterno, una persona fidata o meglio un professionista. E’ importante che riesca ad uscire da questo circolo vizioso e trovare un “alleato” che possa vivere e testimoniare la presenza di quanto ha vissuto.
Salve, scrivo non per me ma per un mio amico. Ha 27 anni e anni fa mi ha confessato di essere stato violentato da un ragazzo più grande amico di famiglia per anni. All’epoca del primo abuso lui dovrebbe aver avuto all’incirca 5 anni. Da quel momento, ogni tanto durante la notte mi telefona ubriaco dicendo che non riesce ad andare avanti, vive sempre con quel ricordo, che prova ad essere una persona normale ma non ci riesce, che vorrebbe solo stare bene ma sa che quello che gli è successo è colpa sua. Mi ha anche detto di essere molto arrabbiato con i suoi genitori perché non si sono mai accorti che è vent’anni che sta male. Sono molto preoccupata che possa farsi del male, spesso fa allusioni al suicidio. Il giorno dopo queste chiamate strazianti sminuisce tutto dando la colpa all’alcool. Non so a chi rivolgermi perché lui non vuole farsi aiutare da uno specialista, non intende denunciare ed essendo maggiorenne nessuno può rispondere per lui credo. Come posso aiutarlo?
Gentile Valentina,
certamente il suo amico sembra in seria difficoltà. Purtroppo lei fa già molto nell’ascoltarlo, ma sarebbe opportuno far intervenire un professionista per potergli offrire l’aiuto di cui sembra avere bisogno. Tenga presente che, giustamente, lei non ha gli strumenti per intervenire in una situazione del genere, che è delicata e complessa. Non si senta dunque eccessivamente in colpa, poichè in una situazione simile, oltre a dare un sostegno nella presenza e disponibilità, non è possibile fare molto altro.
Salve, attualmente ho 19 anni, quasi venti.
Ho subito degli abusi con rapporti completi da parte mio fratello, che al tempo ne aveva 14, quando ero molto piccolo, sui tre, quattro anni. Ricordo bene alcuni episodi, ma non rammento se ve ne siano di altri, o di altro tipo. La cosa è rimasta celata(?), non lo so sinceramente. Ricordo che da quel momento mi sono interessato al sesso. Ho incominciato a lanciarmi da qualsiasi posto che fosse alto, di pancia…per poi cadere e sbattere a terra, non ricordo se provassi dolore. Fatto sta che questo a portato a ferirmi internamente tale da dovermi operare… ciò che mi spaventa è il pensiero che possa essere stato un episodio di autolesionismo o che qualcuno mi abbia colpito così forte da recare quell’emorragia interna. Nessuna sa cosa sia successo….e questo dice è uno dei tanti silenzi che mi hanno portato a sentire diffidenza nei confronti di tutti. Problemi di autostima per la cicatrice lunga dieci cm…poi episodi di razzismo in prima elementare e in prima media. Da piccolo avevo sintomi riconducibili a paranoia. Sentivo urla, voci, incubi nella notte, ombre dietro le porte, ombre nei mucchi di vestiti…paralisi notturne…mia madre lavorava tutto il giorno e rimanevo in casa il pomeriggio da solo, piangendo e sentendo rumori dappertutto. Spostavo i mobili mettendoli a mo’ di fortino per nascondermi, o sotto il tavolo tra le sedie…e se mia madre non arrivava la sera, la paura era troppa è scoppiato a piangere. Ho represso così tanto la rabbia da non riuscire a provarla ora. Ho avuto periodi di depressione fin da piccolo. Durante questo anno ne ho avuto un altro. Gli incubi e le cose insonne sono sparite, ma si sono presentati crisi emotive, momenti in qui perdo la cognizione del mondo e mi ritrovo in un mio mondo…la paura è che possa rimanervi bloccato..perdona la lunghezza del commento ma le altre storie e l’articolo mi hanno dato coraggio.
Gentile Edoardo,
lei è molto giovane e la storia che con coraggio racconta è molto dura. Le consiglio, se permette, di provare a trovare uno spazio adeguato per parlare di quanto accaduto e sistemare alcune situazioni che sembrano recarle molto disagio. Il trauma da lei vissuto è stato intenso e sarebbe molto positivo provare a lavorare su di esso per lenire le ferite che reca.
Salve, mi passa tra i pensieri una scena orrenda, non trovavo mio fratello più piccolo , io avevo 6/7 anni lui 5/6, lo trovai in un campo che piangeva, ricordo solo che mi infuriai ed una ragazzo più grande teneva lui ed uno me, mi guardava piangendo terrorizzato, forse ha avuto successivamente delle emorroidi, si chiudeva in camera correndo e faceva strani versi come se giocasse, attribbuimmo tutto alja sua omosessualità, altro non ricordo dell accaduto soltanto che ci prendevano in giro si frasi come fai l amore con me ecc… Credevo fosse un brutto sogno, ma lo ricordo troppo reale, e mi ha danneggiato parecchio la psiche ed il rapporto con mio fratello, date le sue reazioni e possibile sia successo qualcosa? Come faccio a capite se lo ricorda? Faccio bene a parlargliene, adesso io ho 30 anni e lui 29
Gentile Giovanna,
purtroppo non è possibile stabilire se sia o meno accaduto qualcosa, non solo in questa sede chiaramente, ma anche, dato che il protagonista non è lei, in generale. Per quanto la riguarda, come spesso scrivo, bisognerebbe approfondire in che modo questo avvenimento – se immaginato o reale non è prioritario – abbia influenzato lei personalmente, visto che scrive di esserne stata profondamente colpita.
Per suo fratello, non posso dirle io cosa fare o se chiedere. Certamente sono argomenti delicati, soprattutto per chi li ha vissuti e bisognerebbe sempre pensare bene, se si decide di farlo, alle conseguenze che una domanda simile potrebbe recare alla persona interessata. Quando si mette a contatto una persona che ha subito un trauma con il trauma stesso, sarebbe sempre importante sapere cosa si sta facendo, perchè le conseguenze potrebbero portare ad una ritraumatizzazione.
salve, avrei un dubbio, un bacio dato a un minore con intenzioni sessuali, seppur sia solo un bacio, può definirsi abuso?
Gentile Jennifer,
come specificato nell’articolo, un abuso ha a che fare con qualsiasi azione di natura sessuale o erotica esercitata da un adulto su un minore.
Buongiorno ho 59 e quando avevo circa 7/8 anni ho subito delle avances sessuali da parte di mio fratello in pratica voleva che lo masturbassi. È successo da ciò che io mi ricordi un paio di volte , ma non l’ ho mai dimenticato
Ho due divorzi alle spalle e un terzo tentativo di convivenza finito malissimo. Provo sempre tanta rabbia nei confronti del partner che alla fine divento quasi una bestia… può essere ancora per non aver mai elaborato questo abuso infantile?
Gentile Cristina,
la ringrazio per la sua testimonianza. Certamente è possibile non elaborare l’esperienza traumatica e questo è proprio il motivo per cui, senza rendersene conto, gli effetti del trauma invadono e creano rotture psichiche che non si sanano se non vengono affrontate. La rabbia soprattutto ne è una sua espressione comune.
Salve, ho 18 anni, quando avevo tra i 9/13 anni mio nonno faceva commenti illusori sul nostro “rapporto”, ad esempio una volta abbiamo dormito insieme e io innocentemente gli avevo preso la mano, qualche giorno dopo commentò l’avvenuto come se io l’avessi fatto per ragioni legate alla sfera sessuale; inoltre spesso mi baciava in bocca provando ad uscire la lingua, e una volta mi toccò per pochi secondi sotto le mutande, ormai è morto di cancro e mi chiedo se questi comportamenti fossero legati alla sua malattia.
Comunque adesso ho diversi problemi, quali una bassissima autostima, autolesionismo e probabilmente depressione, ma non sono mai andata da uno psicologo ne ne ho mai parlato con nessuno, inoltre mi capita di abusare di sostanze quali alcol e cannabis arrivando ad essere molto promiscua per poi pentirmene e sentirmi non amata, riducendomi a un oggetto.
Inoltre non riesco a capire le emozioni, come se le sentissi ma senza capirne il senso, una sorta di forte cinismo verso i sentimenti.
Vorrei capire se in tutto ciò abbia potuto influire mio nonno, perchè seppur sia cosciente che non aveva comportamenti normali, erano comunque molestie “leggere”, quando penso ad esse come abusi mi sento in colpa, come se fossi io la cattiva che prova a fare la vittima su una cosa stupida o metto in dubbio di aver percepito troppo pesantemente atteggiamenti innocenti. (Scusi il commento chilometrico)
Gentile Francesca,
nel campo dell’abuso su un minore non possiamo mai riferirci alle molestie come leggere – anche se non si sono ripetute nel tempo o sono state poco invasive. Ogni azione in questo senso, persino la più impercettibile, può avere delle conseguenze, anche importanti.
Non conosco la sua storia e non mi è possibile collegare i disturbi che racconta alla loro origine in questa sede. Consiglierei certamente un approfondimento, perchè le sue problematiche suggeriscono la presenza di difficoltà la cui storia andrebbe valutata con attenzione.
Buongiorno la mia ragazza ha subito violenze per 4 anni dai 8 ai 12 circa dal padre di suo fratello violenze con rapporti completi, io di tutto questo mi chiedo se è normale che quando sta male che ripensa all’accaduto non la sua mente ma il suo corpo si ecciti
Gentile Valentino,
quando si subisce un abuso le memorie traumatiche che restano impresse sono differenti e tra di esse è frequente che proprio il corpo registri delle sensazioni specifiche, che poi rivive in momenti disparati. I bambini non sono asessuati e sviluppano capacità di risposta corporea di tipo erotico se vengono stimolati. Non è un piacere accostabile alla maturità sessuale, ma è del tutto normale e parte dello sviluppo di un individuo. Quindi spesso nelle esperienze di abuso sessuale il corpo può avere delle reazioni positive a certi stimoli, senza che questo possa significare che il bambino è partecipe o consenziente. Quando si richiama alla mente il ricordo queste memorie del corpo si attivano come se ricordassero anche loro cosa hanno provato. Possiamo avere senso di nausea, dolore ai genitali o, per i motivi sopra elencati, sensazioni positive, come una sensibilità accesa (come nel caso della sua ragazza).
Salve, io non ricordo l’episodio (o gli episodi) in senso stretto, salvo una fulminea immagine cui io stessa non riesco a dare del tutto credito. Ma il dolore della mia infanzia sta emergendo tutto adesso che ho 35 anni, così come tutte le ferite che ne sono seguite. Ricordo la mia sensazione di vergogna colpa e paura, ricordo di non capire. Ricordo il mio volermi ritirare a soli 4 5 anni nella mia stanza e al tempo stesso il terrore della solitudine. Ricordo la tristezza di non essere compresa da chi avrebbe dovuto e una profonda sensazione di abbandono. Ricordo un improvviso rifiuto del cibo. Ricordo di aver disegnato scene sessuali e di aver nascosto il foglio. Ricordo di aver scritto un biglietto a mio padre in cui gli chiedevo perché non mi volessero bene. Ricordo distintamente episodi di encopresi. Ricordo di aver tentato senza successo di dirlo a mia madre. Ricordo una paura del buio invalidante fino a tutta l’adolescenza. Eppure la mia è quella che si definirebbe una famiglia funzionale e normale. Dato che non riesco a richiamare alla memoria il fatto è possibile che in realtà non sia mai successo nulla?
Gentile Alex,
non posso dirle di se è accaduto o meno qualcosa e di fatto potrebbero essere vere sia l’una che l’altra ipotesi.
Posso invece dirle con più precisione che, quando nella mente emergono dei dubbi di questo tipo, è sempre bene approfondire, poichè vi è in ogni caso un messaggio che vale pena individuare. Ogni input, che porti o meno ad una rivelazione traumatica, deve essere preso in considerazione per capire che tipo di disagio cela e risolverlo per il proprio benessere.
Salve, ho 39 anni e volevo chiedervi se i miei problemi di dipendenza affettiva e ricerca di precise emozioni sono legati al tipo di abuso che ho subito da ragazzina. Credo che tutto sia successo dai 5 ai 9/10 anni… mio padre vedeva film pornografici e leggeva giornaletti pornografici lasciandoli liberamente in casa. I miei avevano rapporti sessuali rumorosi a pochi metri dalle nostre stanze e non si sono mai preoccupati di garantirci riservatezza.
Ho ricordi sbiaditi e confusi ma ricordo la sensazione di vergogna e di sporco anche perche poi mia madre è una bacchettona di prima categoria e tutto questo per me non ha senso.
Ho un marito molto amorevole e premuroso che non amo, che ho usato letteralmente per fuggire da casa mia (l’ambiente non è mai stato brutto o insopportabile, ma io volevo solo scappare). Il sesso con mio marito (sono sposata da 15 anni) è pessimo.. ma nel frattempo sono caduta nella rete di un narcisista che mi ha letteralmente rubato 2 anni della mia vita. Ho sviluppato una dipendenza affettiva incredibile e ho avuto con lui rapporti sessuali estremamente soddisfacenti e anche disinibiti (io odio ad esempio i rapporti orali verso il partner, avevo nausea del membro maschile e con lui invece ho avuto una reazione opposta)…
Vorrei capire cosa mi sia successo. Io ho finalmente lasciato quest’uomo, anche se mi manca, ma ho capito che davvero mi stava succhiando vitalità e tirava fuori il peggio di me.. e poi mi ha fatto diventare una pessima persona. Tradire spudoratamente mio marito mi faceva male.
Sono una donna intelligente e faccio psicoterapia da diversi anni, ma la parte della mia infanzia l’ho sempre tenuta nascosta.
A volte ho qualche dubbio che gli abusi siano stati peggiori di quel che ricordo… ho pura indifferenza verso i miei genitori. Mi sento sradicata.
Gentile Maria,
non posso rispondere per il suo caso perchè non la conosco, ma in linea generale, essendo noi stessi il risultato delle nostre esperienze, è fondamentale comprendere che anche la nostra infanzia necessita di essere approfondita per capire dove si nascondono i nodi problematici che viviamo quotidianamente. Spesso in terapia sentiamo persone dire “io non voglio parlare dei miei genitori, ma solo dei miei problemi oggi”. Il fatto è che non ci interessa “parlare dei genitori”, ma di capire qual è la storia, perchè è dal passato che ricostruiamo i problemi che nel presente creano sintomi e disagi nelle persone. Senza questa parte, il lavoro terapeutico è superficiale, se non del tutto inutile.
Le suggerisco di non tenere “nascosta” questa parte della sua storia, ma di portarla in terapia, poichè non solo è controproducente, ma significa non stare fornendo gli strumenti necessari ad aiutarla.
In realtà credo di aver dirottato spesso le mie sedute un po’ per la vergogna che provo e la difficoltà che ho nell’esporre queste vicende. Sembrerà assurdo, ma il narcisista, con la sua capacità di scavare nella mia coscienza, ha tirato fuori tutte queste “faccende sepolte”. Col tranello della fiducia ha riesumato ogni cadavere della mia vita. Non mi ha mai rinfacciato nulla, ma spese volte ha usato la “deviazione sessuale” come offesa nei miei confronti.
Aldilà del macello che ha seminato quest’uomo, io sento di dovermi occupare di me stessa ma so perfettamente che la soluzione non è nel mio matrimonio. So che non è tempo di decisioni, ma sto accumulando disordine nella mia testa, dissonanza cognitiva e paura di essere davvero un po’ deviata.
È come se adesso non avessi voglia di scoprire quella che sono. Ho impiegato oltre un anno a liberarmi dal narcisista che mi ha letteralmente annientata. Cambiata.
Perchè non riesco ad apprezzare l’amore incondizionato di mio marito? Perché mi boicotto continuamente? Vorrei aver avuto supporto emotivo nelle mie scelte e nella mia crescita e invece ho fatto a botte con tutti per sopravvivere… senza nemmeno realizzarmi come volevo.
Gentile Maria,
certamente l’incontro con una persona narcisista può lasciare la mente indebolita. La cosa buona è che ci si può riappropriare delle sicurezze perdute, col tempo. Naturalmente alcuni incontri della vita si allacciano anche inconsapevolmente a vecchie dinamiche, aprendo delle porte che si pensava chiuse oppure di cui si ignorava persino l’esistenza. Forse in questo rapporto si sono riaccesi anche dei collegamenti con qualcosa di più antico che vale la pena esplorare. La vergogna fa parte del problema, quindi provi a vincerla, almeno in terapia dove si dovrebbe sentire al sicuro, e a parlare di questi dubbi e riflessioni col suo terapeuta.
Salve, ho 19 anni e sono stata abusata da mia sorella di 5 anni più grande, quando ne avevo all’incirca 6/7 (in realtà non ricordo gli anni precisi ma do per scontato che mia sorella ne avesse avuti almeno 11/12). Ricordo che è successo più volte, io inconsciamente lo chiamavo “il gioco della coperta”, solo successivamente ho capito realmente cosa stava accadendo. È un ricordo che ho impresso nella mente da quando è accaduto. Dopo aver letto questo articolo riesco a spiegarmi l’allontanamento affettivo nei confronti dei miei familiari. Ricordo che per anni il solo pensiero di bere dal loro stesso bicchiere mi disgustava. Confermo di aver sviluppato il disturbo di personalità, la depressione e la dipendenza.
Gentile Chiara,
ringrazio sempre queste preziose testimonianze e sono lieta che questo articolo possa averla aiuta a chiarire qualcosa della sua storia.
Le auguro il meglio.
Sono vite condannate le nostre … continueranno e si pagheranno a vita le dannate conseguenze di ciò che questi luridi bastardi ci fanno … si può provare ad andare avanti ma purtroppo consapevoli che le nostre esistenze sono segnate a vita e che i momenti di angoscia e malessere domineranno le nostre vite senza permetterci di respirare. Mi scusi se scrivo ancora.
Gentile Melany,
non deve scusarsi. Mi spiace constatare che permane in lei ancora fortemente il suo stato di perdita di speranza. Spero possa trovare una via d’uscita a questo dolore.
L’impossibilità di liberarsi da questo stato è un sentore comune, ma le posso dire con certezza – attraverso la viva testimonianza delle persone meravigliose con cui lavoro ogni giorno – che l’abuso non domina, se non gli si consente di farlo, e che è possibile avere una vita serena e felice anche con una storia traumatica alle spalle.
L’abuso non è affatto una condanna a vita, ma solo una parte di una storia molto, molto più complessa.
Buongiorno, ho 33 anni…e sono stata abusata da mio fratello maggiore quando ero piccola, forse avro’ avuto 4/5 anni… è successo più volte e poi ha smesso…. mi chiedeva di praticare sesso orale o si sfregava su di me….successivamente è successo lostesso con l’altro mio fratello che ha un paio di anni in più di me…. e poi anche lì ha smesso… per quanto sembri assurda la cosa, ci frequentiamo cm se nulla fosse e per me è un po’ come se mi rendessi conto ora di quello che è successo e di tutti gli strascichi che mi sono portata dietro, come se avessi minimizzato in questi anni quello che è accaduto…mi sento perennemente inferiore agli altri….faccio fatica a relazionarmi perché penso sempre che quello che ho da dire non interessi agli altri… altrrno momenti felici con momenti di piena depressione…tutto nascosto agli occhi degli altri…chi mi conosce non immaginerebbe mai il mio passato o ciò che provo dentro…. mio marito in primis….è la prima volta che ne parlo e sono confusa, secondo lei dovrei seguire un percorso? Oppure continuo la mia vita così ed evito di scoperchiare il vaso di pandora?
Grazie
Gentilissima,
prima di tutto volevo dirle che non è “strano” quando si parla di abuso, soprattutto se intrafamiliare, avere situazioni in cui i protagonisti tacciano o pretendano che non stia accadendo nulla e che continuino a tacere per anni, se non per tutta la vita.
La domanda che pone è certamente da rivolgere a se stessa. Mi pare che in certi casi, porsi il dubbio e aver collegato con lucidità le sue difficoltà alla sua storia, sia già un principio utile di un percorso interiore. Intendo dire che forse il vaso di pandora è già scoperchiato e la domanda dovrebbe essere se ho voglia di guardarci dentro oppure no. Naturalmente il mio punto di vista è quello di lavorarci sempre, o almeno tentare, ma la risposta deve essere la sua.
sono una mamma di due ragazze di 26 e 24 anni. la minore è stata abusata dal padre dall’età di 3 anni ai 6 circa mentre vi sono dubbi sulla maggiore. due mesi fa ho chiesto a loro cosa era successo e la reazione è stata di una violenza inaudita nei miei confronti. negazione, minacce di suicidio e di morte a me, uscita di casa della minore. come posso aiutarle?
Gentile Clelia,
l’aiuto che può dare è supportivo, come ogni parente o persona vicina di chi ha subito un trauma. Nel suo caso specifico la situazione è certamente più complessa, trattandosi di un abuso paterno. Non conosco lei e la storia nello specifico, quindi mi è impossibile darle delle indicazioni personali in merito “al cosa fare”. Sarebbe importante provare a confrontarsi assieme sull’accaduto per valutare i sensi di colpa, le percezioni vissute da ognuno e magari risolvere delle incomprensioni nate dalla situazione e foriere di sentimenti di rabbia.
Salve, ho subito due abusi: a 7 e a 11 anni, per mano di un parente.. questo quello che ricordo…
Ho letto un sacco di articoli, storie, ricerche, punti di vista sul tema, sulle conseguenze… oggi ho 23 anni e sto valutando seriamente di parlarne con i miei genitori (l’ho raccontato solo al mio ragazzo e ad una vecchia amica) mi blocca la loro possibile reazione.. mi sono sempre impegnata nel cercare di non essere un problema (dati i mille problemi già presenti in famiglia) e quindi non mi è mai capitato di dover raccontare qualcosa di personale e negativo ai miei, so che mi vogliono bene e dicono sempre che per me ci sono, ma non ho la minima idea della loro possibile reazione.. ho cercato su internet articoli o ricerche sul punto di vista/la situazione/ la reazione di chi ascolta la storia di un abuso.. come potrebbe reagire… cosa potrebbe provare.. Non ho trovato praticamente nulla
Lei può essermi d’aiuto? Qualsiasi informazione, articolo, dettaglio… qualsiasi cosa…
Mi scuso per il disturbo, piena libertà di rispondere o meno ovviamente
Grazie per avermi letta.
Gentile Ilaria,
si potrebbero elencare una serie di risposte possibili, ma questo non risponderebbe alla domanda e probabilmente ne influenzerebbe il suo intento di parlare o meno dell’accaduto. Ci sono reazioni molto positive ed altre altamente distruttive per la persona che decide di confrontarsi in merito alle vicende di un abuso. Quello che si valuta nel corso di un lavoro terapeutico, infatti, non è la previsione (impossibile) di come reagirà l’altro, sui cui non si ha un controllo, ma sul significato che ha per la persona quella rivelazione.
Si dovrebbe insomma lavorare prima sull’abuso, sui suoi significati e quindi ragionare sul come e se sia utile dire, in modo da preparare la persona anche ad una risposta negativa.
Salve,
Vorrei chiederle un approfondimento: quali sono le conseguenze sullo sviluppo della sessualità derivate da un abuso?
Grazie per l’attenzione
Gentile Giovanni,
le conseguenze possono essere molte ed estremamente variabili. Dipende dalla persona, dalle modalità dell’abuso e dal corso dello sviluppo in generale. Le problematiche legate alla sfera sessuale possono esprimersi in qualsiasi modo: ad esempio, si può andare dalla totale assenza di interesse per la sessualità, all’iper-sessualizzazione. Oppure possono essere legate al cattivo rapporto con il corpo, che spesso si crea come causa di queste esperienze traumatiche. Inoltre, anche se per ovvi motivi sono tra i sintomi più frequenti in questo campo, le problematiche legate alla sessualità possono non presentarsi affatto.
Buon giorno, ho una domanda che mi ossessiona e ho bisogno di conoscere la risposta:” perché nel mentre si è vittima di abusi da parte di un pedofilo non si cerca di scappare o urlare o attirare l’attenzione delle persone circostanti?”.
Sono stata vittima di una classe di abusi quando avevo 9 anni e raccontandolo al mio attuale marito oggi mi ha fatto questa domanda. Io non ho una risposta precisa. Ho detto che non sapevo che stesse facendo qualcosa di sbagliato e che non volevo umiliarlo davanti a tutti pensando che mi stavo sbagliando sulla nAtura delle sue Azioni.
Leí me lo saprebbe spiegare?
La ringrazio
Gentile Claudia,
la sua domanda è più che legittima ed è spesso una domanda che si pongono molte persone abusate. Proverò a semplificare al massimo la risposta, perchè in realtà ci vorrebbe molto tempo per spiegare come mai questo accade e l’argomento è decisamente complesso.
In parte la risposta è già nella sua affermazione “non sapevo cosa stesse facendo” e “mi stavo sbagliando”. Quando si parla di un abuso subito in età infantile, l’adulto tende a dimenticare che sta parlando di un bambino e quindi applica delle regole che sono “adulte”. Non si considera quindi che un bambino sotto minaccia non ha alcuna chance di ribellarsi, perchè non ha le risorse. Inoltre, i bambini dipendono in tutto e per tutto per la loro sopravvivenza dagli adulti, questo li rende ciecamente fiduciosi nei confronti di chi è più grande e, di conseguenza, se accade qualcosa che non va, è più facile per il bambino pensare di aver fatto lui qualcosa, piuttosto che ammettere che sia stato l’adulto.
Spero, in linea generale, di aver dato un’idea di come sia naturale che un bambino non reagisca ad un abuso.
Salve mi chiamo m. Ho un famigliare stretto che ha avuto problemi di abuso ma era piccolo di 5 6 anni.. aveva.. e per più di 25 anni lui si è portato questo peso addosso e non c’è giorno che ci pensa.. è stato abusato ma non di sua volontà.. volevo sapere se c’erano cure che lo riescano a fa dimenticare i ricordi.. e se ha qualche diritto di risarcimento per danno celebralo causati da sta persona?? Chiedo a voi perché in questo momento sono disorientato .. grazie
Gentile Mustpha,
non esiste un trattamento in grado di far dimenticare i ricordi e in verità (anche se giustamente coloro che hanno sofferto di esperienze traumatiche a volte desidererebbero dimenticarle) non è utile per la mente, ma piuttosto lavorare sul ricordo e cercare di elaborarlo per poter andare avanti serenamente con il resto del percorso di vita. Un percorso terapeutico potrebbe aiutare il suo familiare sia a capire come superare l’evento e se sia possibile e utile fare una denuncia.
Buongiorno, in questi giorni una cara amica, che conosco e frequento da i tempi della prima superiore (oggi abbiamo entrambe 39 anni) parlando di una nuova relazione che sta approcciando, raccontandone le difficoltà che sta nuovamente affrontando è crollata e ha raccontato di aver subito degli abusi da parte del nonno quando era molto piccola (fino ai 6 anni), poi il nonno grazie a dio è mancato. Tenga conto che lei non ha mai detto nulla hai genitori, nonostante la nonna sapesse anche lei degli accadimenti. Questa ragazza che come predetto conosco molto bene e da tanti anni è sempre stata estremamente insicura, sia sul suo aspetto fisico, nonostante sia molto bella, sia nei rapporti con gli uomini sopratutto per quanto riguarda la sfera sessuale che lei poveretta vive con disagio e mai con appagamento pieno. Le ho consigliato di rivolgersi ad uno specialista, dicendole fin da subito che io sono presente, che le voglio bene e può ritenere di avere il mio supporto pieno nel percorso che vorrà intraprendere. Dopo molti anni di tribolazioni deve aver capito che in lei c’e uno scoglio che non le permette di vivere come tutti gli altri si è mostrata volonterosa di andare da un terapeuta. Può darmi qualche consiglio sui percorsi adatti a traumi di questo tipo? la ringrazio anticipatamente per la risposta.
Gentile Silvia,
come già scritto in commenti precedenti, la cosa più importante a mio avviso è che la sua amica si trovi bene con il terapeuta. Certamente affidarsi ad un professionista che abbia esperienza con la cura del trauma sarebbe l’ideale, ma tenga presente che come terapeuti ci troviamo a contatto con queste tematiche quotidianamente e, quindi, la competenza, la serietà e l’esperienza, restano i fattori che considererei nella scelta. Più opportune per queste storie traumatiche di abuso sono le psicoterapie di modello dinamico, come la psicoanalisi, ma di matrice contemporanea possibilmente (per intenderci sconsiglierei oggi la classica psicoanalisi freudiana con lettino e terapeuta collocato dietro di esso).
Salve, da pochi mesi ho interrotto la mia psicoterapia ad orientamento psicoanalitico. Dopo 2 anni di terapia con setting di 3 sedute a settimane l’avversione verso la mia terapeuta ha avuto il sopravvento. La sua parcella ed il setting costituiscono le resistenze che non supero. Dalle sedute è emerso ciò che non credevo fosse possibile. Sono un ragazzo abusato dal padre da non so quando fino ai 9 o 10 anni. Con l’analisi tanti comportamenti li ho potuti mettere in fila. Sorvolo sul mare di episodi, storie, comportamenti, e disagi a cui sono incappato nella mia vita e di cui mi nutro ogni giorno.
Via mail non si fa diagnosi, per cui alcune domanda: si guarisce?
Si resta a vita “invalidi”?
Avrò sempre disturbi?
Le faccio queste domande perché la proverbiale distanza necessaria tra terapeuta e cliente/paziente ha sempre impedito alla mia psicologa di darmi queste risposte e mettermi a conoscenza dei nomi delle patologie di cui soffro per poter iniziare a fare i conti con esse, insomma attrezzarmi a sopravvivere.
Infine temendo che non si guarisca mai da questo, tra psicanalisti e cognitivisti, chi ha gli strumenti più validi a trattare queste patologie?
Grazie per l’attenzione
Gentile Gabriele,
non ho mai piacere nel riferirmi all’esperienza traumatica come qualcosa che rende “invalidi”. E’ piuttosto una frattura in un percorso di vita che è del tutto possibile affrontare e di cui i significati distorti possono essere assolutamente corretti ed elaborati, anche a distanza di tempo. Il trauma non ci definisce e la mente umana è perfettamente in grado di sanarne le ferite.
La proverbiale distanza, per usare le sue parole, tra terapeuta e paziente è pensata per essere protettiva per il paziente, serve a consentirgli di stare in un luogo sicuro e libero. Non è non rispondendo a queste legittime domande che manteniamo questa protezione. Questa modalità di pensiero risale ad un modello psicoanalitico classico ormai ampiamente superato dai modelli teorici moderni. Quindi come terapeuti in realtà possiamo rispondere a tali quesiti e anche dare nomi a patologie, sempre se è di utilità per la persona.
In linea generale ogni percorso terapeutico è valido se a condurlo c’è un’ottima alleanza terapeutica tra professionista e paziente. Ci sono naturalmente delle condizioni che giovano più di un tipo di intervento rispetto ad un altro. Nel caso del lavoro con il trauma il mio personale parere è che sia indubbiamente ideale un percorso di psicoterapia analitica di matrice contemporanea (per ribadire, quindi, non parlo del modello classico ortodosso), in grado di modificare le dinamiche della mente alla radice e non solo di trattare il sintomo, mantenendo un approccio integrato.
Buonasera, la mia compagna ha subito violenza all’età di 14 anni, adesso a 51 anni, dopo 30 di matrimonio, sta mettendo in discussione il nostro matrimonio, (e in cura da una psicologa) dice che é confusa e ha optato per una separazione, dicendo che non sa se vuole continuare a stare con me! Cosa posso fare per aiutarla? Starle vicino? Cosa che lei rifiuta ma le fa piacere o lasciarla andare x la sua strada?. O è il caso che a mia volta vada anch’io da un psicologo? Grazie
Gentile Roberto,
credo sia sempre opportuno fare una distinzione tra le vicende personali e quelle di coppia. Nonostante le vicende personali influiscano a volte anche in modo ingente sulla relazione di coppia, quello che accade nel rapporto a due è comunque il risultato di una doppia interazione tra due individui. Le dico questo perchè la fine di un rapporto sarà certamente dovuta a molte cause, non solo dipese da una esperienza di vita passata di uno dei due.
Non posso certamente suggerirle io cosa fare, se non di pensare a se stesso a al suo benessere, se necessario anche chiedendo un supporto per un momento difficile come questo.
Salve,
ho 34 anni e quando avevo circa 10-11 anni sono stato abusato sessualmente da un uomo che a quei tempi aveva circa 19 anni. Sono sempre cresciuto con l’idea che le persone più grandi o più forti di me avessero il diritto di farmi del male o di picchiarmi perchè io ero più piccolo e più debole, e questo fatto mi ha portato ad essere più volte vittima di bullismo nel periodo delle scuole medie. Non ho mai potuto denunciare ne rivelare gli abusi sessuali subiti in quanto questa persona è molto vicina alla mia famiglia e temevo forti conseguenze per chiunque.
Mi trovo ora ad affrontare questo trauma in un percorso di psicoterapia e solo ora mi rendo conto di essermi addossato la colpa di quanto accaduto (in quanto mi sono sentito costretto a dover “pulire” dal pavimento il liquido seminale che poteva essere visto e scoperto da altri nascondendo così l’abuso, contribuendo a sentirmi complice di ciò che avvenne).
L’ essermi incolpato e l’aver dovuto gestire autonomamente l’accaduto credo abbiano causato in me più problemi di quanti non ne avrebbe causati l’abuso stesso.
Le domande che le porgo sono la seguenti:
1) spesso mi trovo a parlare con questa persona e a salutarla come se niente fosse, pur tenendo a mente ciò che è accaduto, come se avessi una sorta di maschera e come se una parte di me fosse impentrabile. Ai fini di un percorso che possa aiutarmi a risolvere i miei problemi pensa che dovrei evitare definitivamente di avere contatti con questa persona, anche se apparentemente in me non provocano reazioni così insopportabili?
2) Come mai, pur essendo io vittima di abusi da parte sua, non sento un forte sentimento di odio nei suoi confronti ? Eppure non ho attrazione per gli uomini ma solo per le donne. Vedo che altre vittime provano addirittura sentimenti di vendetta nei confronti di chi abusa di loro…perchè io no?
Grazie mille.
Gentile Simone,
mi pare stia facendo un ottimo percorso che la sta già facendo confrontare al meglio con le tematiche più importanti legati all’abuso, come la gestione e il superamento del senso di colpa per l’accaduto. Dunque proseguendo in questo percorso troverà le risposte alle sue domande.
Proverò comunque a dire qualcosa in merito.
La risposta è la stessa per entrambe le domande. Credo debba ancora esplorare molti aspetti dell’abuso e di quello che ha provato veramente (temi che emergono lentamente dopo aver superato l’ostacolo della colpa). Quindi quando questo inizierà ad avvenire potrà capire cosa è meglio per lei.
Deve riconnettersi a cosa ha provato davvero quando era bambino in quei frangenti e ricollocare il suo abusante in una dimensione reale. Questo non necessariamente porterà a sentimenti di odio o vendetta, ogni sfumatura è possibile. L’importante è che si senta sempre bene con se stesso e finalmente in equilibrio rispetto alla sua vita attuale e a quanto accaduto in passato, benché tragico.
Salve, io sono un ragazzo di 25 anni con una paralisi ad un braccio.
Da piccolo vivevo in una casa fatiscente con mio padre, mia madre ed assieme agli zii ed agli cugini di 10 anni più grandi.
Ricordo che molte volte i miei dovevano lasciarmi da solo poiché erano a lavoro ed io rimanevo con zii e cugini oppure in canonica dal prete.
Verso l’età di 7 anni ho iniziato a mettermi la carta igienica nell’ano e passavo le giornate con la carta nel fondo schiena. Verso gli 8 anni ho iniziato a spogliami davanti alla mia cuginetta di 6 anni con cui giocavo al dottore ed alla dottoressa.
Inoltre, avevo un’amichetta la quale ogni volta che veniva da me voleva che io le toccassi le parti intime.
Ha 12 anni ho iniziato a depilarmi le gambe ed il sedere e tutt’oggi continuo a farlo.
Purtroppo non ho moltissimi ricordi, ma continuo a domandarmi il perché facessi quelle cose.
La domanda che mi pongo è: è possibile che io sia stato vittima di abusi?
Gentile Marco,
non è possibile rispondere a questa domanda senza conoscere la sua storia. Questi elementi sembrano suggerire che vi sia stato qualche disagio, ma il motivo potrebbe essere un abuso o anche qualcosa di totalmente differente. Le dico questo perchè non è possibile ricondurre dei sintomi ad una causa specifica in psicologia senza aver avuto il tempo di valutare il suo percorso di vita e le sue vicende. Le cause di questi comportamenti potrebbero essere molteplici e non è possibile individuarle a partire dal loro elenco.
Buongiorno. Mio marito ha avuto problemi nell’infanzia di rapporto conflittuale con la mamma ed intorno ai 6 anni per un tempo che non ricorda – mesi, un anno o più- un ragazzino sui 14 anni ha abusato di lui anche completamente. Ci siamo raccontati tutto prima non solo di sposarci ma di “fidanzarci”, ad eccezione di tale particolare! Aveva fatto 7 anni di psicoterapia ad indirizzo analitico, ma mi ha detto che non ha mai raccontato proprio tutto. La sua reazione quando gli facevo notare la sua freddezza era il silenzio, oppure erano battute ironiche. Se però temeva di perdermi, allora per un certo periodo mi cercava frequentemente e non sembrava avere grossi problemi fisici. Poi di nuovo freddezza. Ora dopo 20 anni di matrimonio, lui ha 55 anni…non abbiamo più rapporti da 3 anni, non ha più alcuna eccitazione verso di me nemmeno assumendo il Cialis: gli manca il desiderio minimo per avere un erezione aiutato dal farmaco…
Quanto può aver influito l’abuso sul nostro rapporto?
Gentile Cristina,
purtroppo mi è impossibile rispondere a questa domanda senza conoscere suo marito e la sua storia. Potrei dirle in linea generale che sarebbero corrette entrambe le ipotesi. Ovvero che potrebbe aver influito molto o per nulla. Questo perchè le conseguenze di un’esperienza di abuso possono essere individuate ed elencate in linea del tutto generale, ma non applicate caso per caso in modo automatico. Esse cambiano a seconda della persona e della sua intera storia.
Gentile Dottoressa,
mi sono imbattuto in questo articolo durante un periodo in cui continuo ad avere grossi dubbi. a differenza di chi già ricorda un abuso, io non ne ho la completa certezza. Tuttavia ho iniziato da qualche anno a stare, male. Ho iniziato ad avere problemi di autostima, grossissimi problemi di senso di colpa e un forte quasi estrema impossibilità di legare affetto e relazione ad una sana e non controllata esperienza sessuale. Alcune sedute di terapia hanno portato alla definizione di una personalità rigida con tutta una serie di definizioni del caso. Quello che mi ha colpito è la descrizione del “trauma” che queste personalità avrebbero subito, della scissione fra la parte emotiva e la parte più strettamente legata al sesso e all’erotismo. il problema è che ho un ricordo specifico del mio essere già sessualmente esplicito con uno bambino poco più giovane di me all’età di 5 anni. usare termini espliciti, comportamenti e atti sessuali che non capisco come potevo conoscere a quell’età e un costante riferimento alla scuola materna che entrambe frequentavamo (mi ricordo di menzionare delle figure o dei luoghi durante questi atti). come posso capire se questa cosa fosse solo un mio comportamento o derivasse da una deviazione mia?
Gentilissimo,
per chiarire i suoi dubbi, soprattutto quelli che riguardano la presenza o meno di un possibile trauma di questo tipo nella sua vita, è necessario un approfondimento terapeutico specifico. Le sue domande non possono trovare risposta solamente confrontando i sintomi con le possibili cause, poichè potrebbero – nella complessa storia di ogni individuo – essere ricondotte a molte cause differenti.
Ho 41 anni ed all’ età di 11 anni ho subito il primo episodio di violenza da parte di un mio cugino più grande di me di un anno. Le violenze sono durate per 7 lunghi dannatissimi anni in cui sono stata continuamente usata peggio di un oggetto sempre a sua disposizione per soddisfare ogni suo desiderio … ho poi subito ancora altri abusi da altre persone tra cui un adulto di oltre 50 anni quando io ne avevo poco più di 20 … la mia vita è totalmente distrutta e compromessa … la mia infanzia prima degli abusi era già stata totalmente traumatica a causa di mancanza di amore, accettazione, accoglienza, stima e fiducia da parte di mia madre in particolare e della mia famiglia tutta. Continuamente bestemmiato da parte di mia madre il mio essere venuta al mondo ed il momento in cui mi avevano concepita. Sono stata chiusa in un mutismo quasi totale fin’oltre l’adolescenza, ed ancora adesso ho grandi difficoltà a comunicare verbalmente soprattutto con le persone per me importanti. Ho iniziato con la psicoterapia da che avevo 15 anni grazie all’intervento di una professoressa e tutt’ora la continuo ma adesso sono in un’ennesima fase di depressione acuta e se fino ad ora in qualche modo ho avuto il coraggio e la forza di sopportare il carico di tutte le vicende della mia vita adesso non ce la faccio più e non riesco a fare a meno che desiderare che la mia vita possa finire quanto prima. Una vita totalmente irrealizzata, vuota, priva di un senso, piena solo di sofferenze e malessere continuo. Non sono riuscita mai a completare gli studi, ad intraprendere una relazione affettiva, nel campo lavorativo 2 esperienze orribili e traumatiche, mi porto dentro un vuoto affettivo pazzesco… Avrei dovuto farla finita allora, quando ero poco più che quattordicenne e mi sono fermata dal buttarmi giù dal balcone di casa. Mi sarei risparmiata una vita dolorosa ed inutile.
Gentile Melany,
la sua storia mi colpisce e ricorda molte storie di persone che arrivano a chiedere aiuto al mio studio. Spesso sono prive di speranza e con percorsi terapeutici che non hanno aiutato.
Forse, se non ha fatto quel “salto”, è perchè sopravvivere a tali esperienze rende l’istinto di sopravvivenza più forte e acuto. L’essere qui oggi può e deve essere un fattore decisivo, utile a restituire un significato corretto alla sua storia e dunque a poterla ricondurre a riappropriarsi della serenità meritata. Provi a cercare un supporto mirato sul trauma, sulla storia di abuso.
Grazie per la sua risposta.
Con lo psicoterapeuta che mi segue adesso e con cui è da 6 anni che abbiamo iniziato il percorso, abbiamo affrontato a lungo il trauma facendomi lui rileggere il tutto in modo corretto, facendomi comprendere di essere stata vittima, aiutandomi a superare tutti i miei dannati sensi di colpa e di complicità che mio cugino aveva inculcato in me, aiutandomi a non sentirmi più tutt’ora la sua schiava ed alle sue dipendenze (lo scorso anno sono riuscita per la prima volta a non fargli gli auguri per compleanno ed onomastico, sono riuscita a cancellarlo da Facebook, sono riuscita a non presentarmi ad ultimi ritrovamenti familiari a cui lui era presente), nonostante tutto questo però la mia vita continua ad essere dannatamente brutta, senza un senso, irrealizzata, vuota, piena solo di sofferenze e malessere continuo ed io sono stanca di vivere. Non voglio cambiare psicoterapeuta perché lui mi comprende tanto ed è fondamentale per me la sua presenza ed il suo supporto … sono io ad essere incapace di reagire in modo diverso ed a superare tutto il mio vissuto in modo diverso, non ce la faccio proprio più e per questo la mia vita è finita per sempre…
Gentile Melany,
mi rincresce se nel mio commento le sia parso io stessi suggerendo di cambiare terapeuta. Proprio perchè non ho elementi nè la conosco, riflettevo in linea generale sul suo sembrare sconsolata dai molti anni di terapia e mi riallacciavo a questo per illustrare come la mancanza di speranza possa essere un sentore comune a chi ha avuto un’esperienza simile alla sua.
Mi fa piacere invece apprendere che il suo percorso stia andando per il giusto corso. Non credo sia incapace, visto che è riuscita nell’impresa più ardua. Le auguro di trovare una via d’uscita.
Grazie … anche se mi sento davvero al limite … e mi sento di non farcela ogni giorno di più. Ti compromettono per sempre certe vicende. Saluti.
Buonasera, ho 16 anni, verso i 6/9 anni ho subito svariati abusi (non rapporti completi) da parte di 3 miei cugini dai 6 ai 15 anni più grandi, ricordo però pochissime scene di questi fatti che in realtà sono accaduti molte volte, per alcuni anni me ne ero anche dimenticata. Durante l’infanzia e nella prima adolescenza mi son sempre fatta mettere i piedi in testa, mi usavano, spesso mi mettevano le mani addosso e io ero convinta mi volessero bene. Sono attratta moltissimo già dall infanzia dal fatto di essere dominata durante il sesso, dall essere senza possibilità di scelta. Ho avuto un’anno di depressione diagnosticata durante il quale ho iniziato a non riuscire a gestire la rabbia, poi ho rischiato il coma etilico all età di 14 anni e gli amici di una vita mi hanno lasciata sola per strada la notte mentre piangevo gli gridavo aiuto senza essere in grado di camminare, l intero paese mi giudicava, mi sono sentita davvero uno schifo e ho tagliato i rappotti, ho iniziato a fumare canne e girare con gente nuova, ma non andavo a scuola e scappavo di casa, però ero felice e a me importava questo, poi a 15 anni un ragazzo di 19 penso mi abbia stuprata togliendomi la verginità (perché effettivamente io non mi sono difesa fisicamente e lui non ha usato la forza, però io avevo un panico che in viso mio non ho mai visto, e lo pregavo letteralmente di non farlo, dicevo di non volerlo e lui con inganni verbali l ha fatto ugualmente) ho avuto crisi più volte al giorno per più di 2 settimane, poi l ho rivisto è ignorando il mio timore siamo usciti ancora, mi sono resa conto di esserne attratta in modo assurdo.. anche tutt ora dopo più di un anno. dopo ciò ho avuto problemi con assistenti sociali e ho iniziato a fare uso di droghe.
Ho estremamente bisogno di sapere se i problemi di depressione, aggressività, uso di sostanze e il gusto sessuale sono stati causati dagli abusi e dalla mancanza di autostima.. grazie
Gentilissima,
lei è molto giovane e sicuramente il suo disagio necessita un approfondimento in sede appropriata. Le suggerisco di chiedere aiuto, se ha un amico o un parente fidato (possibilmente adulto), che può indirizzarla ad ottenere tale supporto.
Le sue esperienze traumatiche hanno probabilmente una parte importante nell’origine delle sue difficoltà, ma per comprendere bene e rispondere con precisione alla sua domanda è necessaria una conoscenza approfondita di lei e di tutta la sua storia. Spero possa riuscire a farsi aiutare come merita.
gentile dottore, dai 13 ai 17/ 18 anni( non ricordo precisamente) ho subito abusi da un mio cugino, piu grande di me di 11 anni, ora che ne ho 36 capisco che erano abusi, ma all’epoca la vivevo come una relazione sentimentale. Vorrei gentilmente chiederle, facendole presente che almeno consciamente io non vivo nessun dolore, ripeto avendola percepita come una relazione credo di averla metabolizzata come una relazione finita, ma c’è un particolare io ad oggi non sono mai riuscita ad avere un rapporto sentimentale stabile, le chiedo se dovrei ricercare le cause proprio in questo aneddoto passato. grazie per la disponibilità
Gentile Isia,
non potendole dare alcuna risposta corretta, poichè in questa sede non ho gli elementi a disposizione per farlo, in linea del tutto generale sicuramente sarebbe utile approfondire il vissuto di questa sua esperienza. In tal senso sarebbe possibile indagare sul se e sul come eventualmente questa abbia inciso sulla sua capacità relazionale ed affettiva.
Buongiorno,
ho 35 anni e da un po’ di tempo a questa parte mi capita di sognare di avere degli incesti (prevalentemente con mia mamma) e a volte anche con le mie sorelle. Questi sogni mi turbano e mi rovinano le giornate, continuando a rimurginare su quello che posso aver subito da piccola. Io non ne ho ricordo effettivo, anche se ci sono stati degli episodi “dubbi”. Questo tipo di sogni, può dunque confermare quello che ho subito? O non è per forza collegato e sono solo delle mie paranoie?
Grazie per una Sua risposta.
Saluti.
Gentile Ramona,
certamente non è possibile basarsi su delle esperienze oniriche per stabilire o alimentare questi sospetti. Utile sarebbe invece soffermarsi a riflettere sul come mai vi siano questi dubbi e pensieri. La mente ci dà sempre dei segnali utili ed è importante saperli cogliere al meglio. Con questo intendo dire che sembra essere turbata e questo non va sottovalutato, ma non è detto che significhi che abbia subito degli abusi se fa dei sogni “a tema”.
Lo leggerei come uno stato di preoccupazione che forse vale la pena approfondire.
Come è possibile essere sicuri di avere subito un abuso sessuale da penetrazione infantile? O meglio: perché la mente ricorda le violenze fisiche (essere inseguiti per essere uccisi), quelle verbali (epiteti, insulti, svalutazioni maligne), quelle sessuali da tocco (palpaggio) e non la penetrazione?
È questa la famosa dissociazione? Lo sconnettersi dell’ippocampo? Come può un soggetto credere di avere subito ciò (sulla base di contenuti parziali emersi in terapia, poi finita bruscamente a causa di quella che altri medici hanno definito un’ “analisi eccessiva”), visto che non ci sono memorie e tutti i famigliari negano? Possono gli indizi di tutta una vita essere abbastanza? È consigliabile riprendere un percorso terapeutico mirato o è meglio accettare che qualche giorno vi sia tempesta, dato che ho già fatto 10 anni di analisi e dopo ne ho passati 5 a cercare di riprendermi dal “troppo scavo della memoria che non c’è”?
Gentilissimo,
come si legge anche dagli altri commenti in merito alle memorie dissociate e rimosse a causa del trauma, ogni caso è a sé e necessita di una conoscenza e approfondimento specifico per poter dare una risposta. In linea generale, quando si parla di ricordi – che sono comunque negli abusi necessariamente filtrati dalla condizione traumatica nella quale sono stati registrati – il focus non è mai sul tentativo di recupero degli stessi (impresa poco utile, anche se si presenta sempre come la prima urgenza), ma sullo stato di squilibrio che essi hanno creato e creano ancora.
Quando si è subito più di un abuso, i ricordi tendono a confondersi, ridursi od ampliarsi, si sfocano o appaiono più vividi; non sono mai l’esatta replica di quanto accaduto, ma piuttosto uno specchio di come sono stati vissuti e come tali devono essere trattati. Quello su cui mi soffermerei è il suo stato di allarme e angoscia, comunque legato ad una possibile mancata elaborazione del trauma dell’abuso, che andrebbe approfondito.
buonasera, mi chiamo G. e all’età grossomodo di 10 anni fui abusato da un prete amico di famiglia…quando lo dissi a mia madre lei non volle credermi e ora che mia madre sta morendo la voglia di perdonarla mix all’odio che provo mi sta devastando, non sono mai riuscito ad avere una relazione duratura con una donna perchè dopo qualche mese mi sento soffocare all’idea di doverci convivere per tutta la vita e credo che di non potermi mai affidare a nessuna….la cosa mi sta facendo impazzire e mi devasta il senso di colpa che provo nel dovermi allontanare, vederle soffrire senza poter spiegare le ragioni… ora ho 32 anni e sono al limite, credo di non riuscire neanche piu a desiderare dei rapporti sessuali, voglio salvarmi, cosa devo fare?
Gentile Gioshua,
quello che posso dirle è sempre di rivolgersi ad un professionista. Mi sembra che ci siano molte cose da sistemare e anche la consapevolezza che sia necessario fare qualcosa. Questi ingredienti sono fondamentali per poter iniziare un percorso che la possa aiutare a superare l’accaduto e alleviarne le conseguenze.
Salve, mi chiamo Luigi sono il fratello minore di un anno di un ragazzo di 38 anni che oggi ha confessato di essere stato violentato in diverse occasioni da più persone quando era al College all’età di 14 anni, da piccolo era il pupillo dei miei genitori poi ad un certo punto iniziò ad avere atteggiamenti diversi, iniziò a drogarsi e stato ricoverato in questi anni per ben tre volte “TSO” e poi psicofarmaci 3 psicoterapeuti,
e circa 20 anni a rincorrerlo sia economicamente che fisicamente un vero e propio calvario che non auguro nemmeno al mio peggior nemico, io grazie allo sport e libri di psicologia ho affrontato questi eventi di mio fratello molto bene anche se non è stato per niente facile stargli accanto, ma vorrei arrivare al dunque, questa sua confessione mi fa pensare che sia la volta buona per una svolta in positivo però mi chiedo come è possibile che tre terapeuti non siano stati in grado di ipotizzare un possibile trauma del genere??? E poi una seconda domanda mi può consigliare qualche lettura per affrontare nel miglior dei modi questo evento, per essere più utile possibile a mio fratello come parente.
Grazie
Gentile Luigi,
purtroppo in terapia possono certamente accadere delle negligenze da parte del professionista. Più spesso però se la persona non è pronta ad affrontare un problema, non è insolito che si conducano lavori in cui restano delle “macchie cieche” importanti, che compromettono quindi il giusto avanzamento del lavoro, perchè l’interessato cela l’accaduto. Dovrebbe poter intraprendere un percorso mirato e apertamente diretto su quel fronte traumatico.
Salve, ho 15 anni e dai 5 ai 12/13 anni ero attratto da mia madre. a 1 anno di vita sono andato in un altro paese per 3 anni (senza i genitori, ma con mia nonna e mio zio paterno), e poi sono tornato in italia a 4/5 anni, ma ero già agitato (prima dell’attrazione per mia madre), e quindi stavo pensando che in quei 3 anni all’estero forse sono stato molestato/abusato sessualmente (forse dallo zio). É possibile, perché stavo parlando di quei 3 anni con mia madre e mi ha detto che, quando lei e mio padre sono tornati a prendermi per riportarmi in italia, io non volevo più restare con lo zio e la nonna (anche se avevo degli amici abbastanza importanti per me in quel posto). Vado da una psicologa da 5 anni e in queste ultime settimane mi é venuta in mente questa teoria/ipotesi, e ho anche altre prove che potrebbero giustificare questa idea. Magari queste molestie sono l’origine della mia attrazione verso mia madre (e anche della mia attrazione, adesso che ho 15 anni, verso delle ragazze anche più piccole di me).
Grazie in anticipo per l’aiuto
P.S: É possibile che mi sia dimenticato dell’abuso? Oppure ero troppo piccolo per capire.
Gentile Aleksander,
mi sembra intanto importante che stia affrontando in terapia questi dubbi emersi. Naturalmente in linea del tutto generale è possibile che un ricordo traumatico venga “dimenticato”, ma ci sono sempre degli elementi che se analizzati con cura possono riportare alla luce delle memorie o frammenti di essa, poichè il ricordo traumatico viene registrato sempre su molti piani. E’ anche certo che a quell’età, qualora si fosse verificato un episodio di abuso, non avrebbe avuto alcun elemento per elaborarlo o comprenderlo e che lo abbia “memorizzato” più su un piano emotivo-fisico.
Nel suo caso specifico, non posso dare indicazioni, ma certamente il suo lavoro di terapia potrà fornire delle risposte utili.
Salve dottoressa. Mio marito ha subito abusi sessuali da parte di un amico di famiglia quando era ancora un bambino in età prescolare.
È una cosa che ha confessato solo a me a 25 anni dell’accaduto e dopo molti anni in cui stavamo insieme. Mi ha fatto giurare di non dirlo a nessuno, ma gli strascichi della violenza subita sono molti ed evidenti, per cui da almeno un paio d’anni insisto dicendogli di iniziare una terapia ma lui non vuole nemmeno che se ne parli.
Non ho più idea di come comportarmi, si sta rovinando la vita e allo stesso tempo il nostro matrimonio…
Gentile Maria,
purtroppo, per quanto frustrante, nella vita di coppia a volte si deve accettare di non poter intervenire in situazioni che non dipendono direttamente dalla nostra volontà. In questo caso, un episodio traumatico nella vita di suo marito, che non è pronto e non vuole affrontare, non può in alcun modo essere risolto da qualsiasi parola o azione di un altro – anche se parliamo di una persona cara. Lei fa già il possibile nel suggerire di affrontare un problema che sta ricadendo sulla vita di coppia. La sola cosa su cui può e deve concentrarsi è il suo benessere personale e se e come può ritrovare serenità.
Salve,ho 28anni e credo di essere stata abusata da mio padre all eta di 12anni in poi,ho dei ricordi vaghi non riesco a ricordare bene,l unica cosa che ricordo e un letto io e mio padre sotto le coperte,ovviamente non ricordando non potrei dire se fosse avvenuto realmente,ho sofferto di tante cose depressione anoressia,non capendo quale sia la causa dell mio malessere,ho sempre visto mio padre come un uomo buono,ma dentro di me mi sale sempre quel pensiero che lui fosse un mostro,mi viene la nausea a volte pensando a lui.vorrei fare l ipnosi xcapire un po di piu.ma ogni volta che ne ho parlato mio padre ha sempre cercato di farmi cambiare idea mi diceva lascia stare che te ne importa di scoprire chi ti ha fatto del male..io ho 2fratelli.e anke loro hanno avuto i miei stessi disturbi anoressia e depressions ma nob hanno mai parlato di questa cosa.avrebbe qualche consiglio?
Gentilissima,
il consiglio è sempre lo stesso in questi casi. Provare a fare un lavoro terapeutico centrato su questi ricordi e fantasie confuse. Affrontare i dubbi e le paure per comprendere al meglio e in caso elaborare quanto accaduto.
Sono una mamma adottiva di una bambina di circa 12 anni. È in famiglia da 6 mesi. Dopo diverse messe in scena di seduzione ha cominciato a fare disegni espliciti di abusi sessuali subiti in orfanotrofio. Li ha narrati dicendo che li aveva sognati e il protagonista era mio marito. Racconta spesso di come si partorisce e il primo disegno di tutta la famiglia aveva anche un bambino piccolo maschio. Siamo preoccupati x lei. Abbiamo deciso che andremo in terapia noi due x capire come sostenerla. Il suo umore è come le montagne russe. Così come il suo stare al mondo : nelle 24 ore può avere dai 2 ai 12 anni…. Le scrivo nella speranza che lei mi dica che c’è la faremo.
Gentile Barbara,
state facendo il meglio che potete per affrontare questa situazione. I bambini, a seguito di situazioni traumatiche, se trattati per tempo in contesti preparati all’argomento, hanno ampie possibilità di riprendersi e contenere le possibili conseguenze nel prosieguo del loro sviluppo. Posso dirle certamente che se c’è una possibilità di farcela, è di sicuro quella che avete scelto: affrontare senza paura la cosa e affidarsi a degli esperti che possano darvi una mano.
Buongiorno
All’età di circa 9-10 anni ho subito una violenza o molestia da parte di un amico di famiglia che mi dava lezioni di chitarra. Prima baci di saluto che dopo un pò finivano in baci veri e propri da adulti,da parte del molestatore, poi toccava le mie parte intime. Avendo capito che la cosa non era Giusta ho raccontato tutto a mia madre, che però non mi ha creduto, diceva ” tu inizi le cose e non porti mai niente a termine “…credeva che mi sono inventata tutto per non dover tornare a lezione di chitarra. Per tanti anni ho evitato di pensare all’accaduto, ma adesso a 50 anni risale tutto in superficie.
Gentile Anita,
mi spiace molto per la sua storia e la risposta negativa che ha ricevuto quando ha provato a chiedere aiuto.
Potrei dirle che inconsapevolmente sembra che anche lei abbia trattato l’accaduto come fece sua madre: negandolo e soffocandolo, come se si fosse creata in lei la convinzione che non era lecito quello che ha provato.
Provi invece a fare qualcosa di differente, ad ascoltare quella voce che le suggerisce che qualcosa di grave è successo e che negarlo purtroppo non solo non risolve, ma peggiora le conseguenze di quanto accaduto.
Buongiorno,da qualche mese frequento una ragazza che all’età di 9 anni ha subito abusi da parte del padre,X quello che ha confidato a me,il papà la induceva all’automasturbazione,poi non so se c’è dell’altro che ancora non mi ha detto. sono molto innamorato di lei,ma ho paura degli strascichi che possa aver lasciato in lei la vicenda vissuta.. cosa mi devo aspettare? Ora è già molto restia e avvezza ai gesti dolci ,carezze ecc,e nell’atto sessuale anche,oltre al’incapacità di avere orgasmi con la penetrazione.. la ringrazio x una sua eventuale risposta
Gentile Francesco,
ogni persona è un caso a sè e non posso dirle cosa si dovrà attendere dal rapporto di coppia con la sua ragazza solamente basandomi sull’elemento dell’abuso nell’infanzia. Ha già individuato il probabile nesso che c’è tra i problemi dell’intimità e la sua storia traumatica, per il resto viva la sua storia e valuti sempre e solo come si sente lei con la persona.
Buonasera dott.ssa, anche io ho subito da piccola un abuso sessuale. Non l’ho detto a nessuno, mi sono tenuta tutto dentro, per vergogna, per sensi di colpa, per paura di essere giudicata.
Ricordo che questa persona si è avvicinata a poco a poco.
Era un conoscente, ed ho subito l’abuso in casa, dove tutt’ora vivo.
Questo mi comporta sintomi da doc, nel senso che mi tengo lontana dagli oggetti che con molta probabilità abbia potuto toccare, non riesco a capire come mai.
Forse non riesco ad accettare del tutto l’abuso.
Se li tocco, devo quanto prima lavarmi le mani e se non posso farlo, non tocco le cose gli altri oggetti per paura di sporcarli.
Perchè se li tocco, è come se mi sentissi nuovamente sporca, come la sensazione forte che ho provato da piccola.
Non riesco a liberarmi da questa sensazione.
Cosa mi consiglia, per superare questa situazione?
Vivendo ancora in questa casa, mi limito nelle mie azioni quotidiane, cercando anche di nascondere questa ulteriore conseguenza e vivere cosi’ è abbastanza stressante.
Non vedo l’ora di poter andare via di qui, ma nel frattempo ci vivo e non posso fare altrimenti.
La soluzione lo comprendo sarebbe quella di superare questa paura, ma quando arriva il momento che entro in contatto con alcuni oggetti, mi pietrifico, cominciano a passarmi per la testa tanti pensieri e devo andare a lavarmi le mani.
grazie per la sua risposta <3
Gentile Martina,
sarebbe certamente necessario intervenire sia sui sintomi descritti, che sulla storia di abuso. I sintomi potrebbero essere il risultato della sua esperienza, ma vanno individuati nel contesto della sua storia per comprendere meglio come mai siano insorti in questo modo specifico. Dovrebbe rivolgersi ad uno specialista per valutare attentamente un intervento appropriato.
Ciao, io ho iniziato a ricordare 10 anni fa circa, ho 39 anni e ho subito violenze di gruppo dai 5 ai 10 circa
Hanno cercato di soffocarmi
E i rapporti erano completi
Ho fatto Mdr e vengo seguita da psicologa e psichiatra
Ho attacchi di panico molto forti, non riesco a stare in luoghi ampi oppure senza via di fuga,
Ho paura di morire in modo atroce
Attacco il mio compagno accusandolo perché mi sento sola e abbandonata.
Da 5 anni ho anche una malattia rara cronica
Non ho ancora accettato le violenze perché penso che siano frutto della mia fantasia
E non ho ancora accettato la malattia
Non ho figli purtoppo, non ho mai avuto un compagno che volesse condividere una famiglia
Questo mi fa male e penso sia una punizione cone la malattia.
Grazie per aver letto il mio sfogo
Leggendo le altre esperienze mi sono sentita meno sola
Grazie a lei per la sua testimonianza.
Le auguro di poter trovare un modo di elaborare e poter assimilare le terribili violenze subite in modo da recuperare la serenità meritata.
Volevo specificare che le violenze le ho subite per 5 anni
Io avevo 5 anni (i primi ricordi) fino ai 10 anni circa perché poi siamo andati via dal paese
Forse qualcuno mi vendeva
Ed era sempre in gruppo, io l ‘unica bambina
Secondo lei vista la durata delle violenze e il “modo” + il tentato omicidio
Potrò mai riuscire a vivere?
Io a 13 anni ho tentato il suicidio
Ora non ho voglia di vivere
Anche se tutti mi dicono che sono una persona di cuore, faccio volontariato e teatro per bimbi e adulti….
Grazie per l’attenzione
Gentile Eleonora,
posso solo aggiungere che non esiste storia traumatica, anche la più atroce, dalla quale una mente umana non possa rigenerarsi. Quello che fa la differenza è avere forza e coraggio di credere nelle proprie possibilità e motivarsi ad affrontare il dolore, per poterlo allentare e ritrovare equilibrio e serenità. Lei dice di essere una persona di cuore, perchè non prova ad usarlo anche per se stessa? Aiutare anche lei, oltre che gli altri.
Buonasera, ho subito violenza sessuale da mio fratello piu’ grande di 4 anni e mezzo quando eravamo piccoli dai ricordi credo avessi 10 anni. Ho dei ricordi spezzati, ho cercato di dimenticare completamente ma non ci sono riuscita e mi chiedo se anche lui ricorda. Un’altro ricordo brutto a volte vorrei fosse un sogno, e’ quando mi trovavo in un posto dove sempre mio fratello con i cugini abusavano di me. Non riesco a ricordare chi erano gli altri. Il rapporto con mio fratello e’ limitato all’essenziale siamo tutti e due sposati con famiglia io ho compiuto 50 anni. A volte mi chiedo se lui ricorda. E’ la prima volta che ne parlo, Le scrivo per sapere se questi episodi possono essere la causa dei miei stati d’animo sono emotivamente fragile non riesco ad avere autorevolezza faccio fatica ad impormi e tutto questo mi fa stare male
Gentile Maria,
posso solo dirle genericamente che le terribili esperienze da lei vissute hanno con ogni probabilità generato delle conseguenze nel corso dello sviluppo, il come questo sia avvenuto non è possibile determinarlo in questa sede. Penso sia opportuno, dal momento che il problema principale è causato dal non averne voluto parlare ed affrontare l’accaduto, che trovi la forza di potersi confrontare con qualcuno in merito e provare a valutare un percorso che la aiuti ad elaborare il trauma passato.
È impressionante, sembra la mia storia, abusata da mio fratello di 4 anni più grande, ricordi frammentati, i miei, specie mia madre credo che lo sapessero ma hanno sempre coperto lui perché maschio e per non passare da cattivi genitori, io la sto affrontando, grazie a un compagno di vita meraviglioso e a una psicologa fantastica, non saremo mai persone normali, io non ho voluto avere figli e ho sviluppato disordini alimentari, ma ho 44 anni e a volte riesco anche a sentirmi felice.
Buona fortuna tesoro, ce la puoi fare.
Salve, da bambino a 6 anni un ragazzo che era un po’ il bulletto del quartiere di qualche anno più grande di me un giorno mi prende da parte e mi dice di giocare al dottore e con un modo di fare molto “gentile” arriva a toccare le mie parti intime provocando in me delle sensazioni che non sapevo neanche che potessero esistere, nel frattempo senza che me ne accorgessi mio fratello più grande di me di 10 anni ha visto la scena e non è intervenuto. Oggi ho 22 anni e sono stato in terapia per 3 anni per aver avuto disturbi ossessivi compulsivi poiché credevo di essere gay e provavo un profondo senso di vergogna per certe cose. Ma tutt’ora in certi momenti è come se rivivessi certe sensazioni che mi spaventano molto e mi mettono paura di vivere e di esprimere affetto e amore a chi voglio bene. Per molto tempo ho cercato di dimenticare e far finta che non fosse mai successo, ma questa cosa ha lasciato un segno indelebile e mi sento ancora oggi come se qualcuno avesse rotto qualcosa che doveva restare puro dentro di me. Sento quella sensazione di tanto tempo fa molto chiara dentro di me. Oggi mi sento insicuro e fatico a credere in me stesso e creare relazioni sincere. Cosa mi consiglia?
Gentile Francesco,
posso dirle, sopratutto per esperienza diretta con le persone che seguo ogni giorno e che spesso arrivano da altre terapie, che la tendenza comune di chi ha subito un abuso è proprio quella di tentare di rimuovere l’accaduto il più possibile. Questo è del tutto comprensibile da parte dell’economia della mente: essa si protegge da un contenuto emotivamente pesante e traumatico e quindi cerca di separarlo dalla coscienza. Dunque, nel nostro caso, si va dal terapeuta a parlare di paure e indicare sintomi del presente, magari anche solo accennando all’accaduto del passato o non parlandone proprio. Ed ecco che assistiamo a lunghi a volte del tutto infruttuosi percorsi di cura poichè semplicemente, si sta facendo il gioco di questa difesa e si sta spostando l’attenzione su temi che, solo in apparenza, sembrano quelli centrali.
Voglio dirle con questo che il mio “consiglio” è sempre lo stesso: di prendere coraggio ed affrontare il suo trauma. Partendo dal presupposto che con ogni probabilità, come scrive, ha lavorato una vita per dimenticare, la sola via per liberarsi dell’accaduto è parlarne, ricordarlo e “spurgarlo” definitivamente.
Salve,
Frequento da qualche mese una ragazza di 32 anni che dopo un paio di mesi dal nostro primo incontro ha iniziato a parlarmi di suoi problemi di fiducia per un evento accadutole da piccola (meno di 10 anni) di cui ad oggi non è ancora riuscita a parlarmi apertamente. La frequentazione procede tra alti e bassi e parecchi suoi allontanamenti e riavvicinamenti. Ho capito che l’episodio in questione è un episodio di abuso (anche se non ne conosco l’entità) e ho provato a farle capire che potrebbe parlarmene senza problemi, che non cambierebbe il modo in cui la vedo, ma non è ancora riuscita ad aprirsi e anzi spesso ha la tendenza a chiudersi quando il ricordo o alcuni pensieri riaffiorano. Vorrei qualche consiglio su che tipo di comportamento sia meglio tenere in questo caso. Mi mostro tendenzialmente calmo e comprensivo, abbiamo discusso solo un paio di volte circa il suo chiudersi… Ma le ho anche ripetuto diverse volte che non è un problema per me il fatto che lei non riesca ancora a parlarmi di questo episodio, e che io sono qui e posso aspettare che si sciolga un pó. Nonostante questo succede che il nostro rapporto (che non è ancora una vera e propria relazione) subisca degli arresti o faccia alcuni passi indietro… GraZie
Gentile Simone,
mi pare che stia reagendo molto bene, con comprensione e pazienza. Purtroppo le esperienze di abuso spesso compromettono le modalità e le possibilità di entrare in relazione affettiva con gli altri. Quindi, indipendentemente dalla sua ottima reazione, tenga presente che le problematiche che la sua ragazza deve affrontare in merito alle sue esperienze sono tali, se non vengono affrontate personalmente e superate, da non poter essere sciolte in breve tempo. Consideri che il problema è legato a qualcosa di indipendente da voi come coppia e quindi che oltre a rimanere aperto e ad attendere, non c’è molto che possa fare per incidere su questo aspetto. Non si perda d’animo, la sua ragazza apprezzerà la disponibilità e l’attesa dei suoi tempi, mentre lei cerca di affrontare le paure ereditate dall’esperienza traumatica.
Grazie… Al momento siamo di nuovo in una fase di stop, questa volta “aggravata” da una sua decisione di non sentirci. Temo di averla influenzata verso questa posizione dopo aver ridiscusso circa un suo allontanamento di 2 settimane, spiegato in parte solo alla fine della seconda settimana e solo dopo una mia presa di posizione nel voler capire il motivo dell’atteggiamento. Purtroppo Non è facile dare per scontato che il suo comportamento dipenda esclusivamente dai suoi trascorsi e non da altri potenziali problemi più diretti della relazione (essendo agli inizi), non fornendo lei alcuna spiegazione quando accadono questi episodi. Per come ne abbiamo parlato mi sembra di aver capito che questo stop sia per la mia “salvaguardia”, perché crede che soffra i periodi di allontanamento. Indubbiamente non è facile, spero di riuscire a farle capire che basterebbe motivare l’allontanamento, quando succede, piuttosto che creare confusione o dubbi. È possibile che lei abbia problemi anche solo a dirmi che sta rientrando in uno di questi periodi? Perché sarebbe l’unica cosa che le chiederei in questi casi, evitare di generare dubbi e preoccupazioni, per permettermi di supportarla al 100% ma serenamente. Anche continuando a darle spazio. Grazie di nuovo
Gentile Simone,
mi è difficile dare risposte ulteriori in questo caso. Come lei stesso dice, è complesso capire quanto dipende dal vostro rapporto di coppia, quanto dalle storie personali, non avendo nessun elemento per poter valutare la situazione.
Posso aggiungere solamente, in linea generale a riguardo del rapporto di coppia, di non crearsi dubbi o darsi risposte in solitudine, ma provare sempre a chiarire con la persona.
Salve,
Vorrei chiedere un’opinione . Il mio ragazzo è aggressivo verbalmente quando è sotto stress.
Ha un pessimo rapporto con il fratello maggiore, quest’ultimo infatti è a sua volta sempre aggressivo. Inoltre per molto tempo il mio ragazzo non riusciva a guardare negli occhi una persona dell’età di suo fratello, si vergognava e si sentiva un completo idiota. Un giorno mi ha detto che all’eta di 6 anni , suo fratello che ne aveva 11 gli aveva chiesto di toccarlo, mimando una masturbazione. Erano soli e lui non capiva minimamente cosa stesse succedendo.
Si può definire molestia? Non ne ha mai più parlato e l’ha confidato solo a me. Ma non sono una psicologa. Quindi non so se ci siano stati altri episodi.
Gentile Martina,
è questo un episodio che certamente può creare in un bambino di sei anni delle problematiche. Non posso dire di più in merito, perchè non conosco nulla della storia del suo ragazzo per valutare come e se questo possa aver inciso sui suoi problemi attuali.
Buon giorno
Mia sorella e’ stata abusata sessualmente da una persona molto piu’ grande di lei quando lei aveva 6 anni
Lui all’epoca aveva piu’ o meno 60 anni è tuttora il nostro vicino di casa
Mio padre e’ morto un mese mese fa’ e lui si avvicina a casa nostra
Siamo spaventate e non sappiamo come allontanarlo a chi dobbiamo denunciarlo cosa dobbiamo fare, dopo più di vent’anni si può denunciare?
Gentile Sabrina,
in questi casi è bene rivolgersi ad un legale per valutare la situazione, la fattibilità della denuncia – se si può fare o meno denuncia dipende dai tempi intercorsi e da caso a caso – e come muoversi per tutelarsi in caso di minaccia presente. Potete intanto anche rivolgervi ai carabinieri per esporre una denuncia se vi sentite in pericolo.
HO cinquantanni o due figli stupendi e amo mia mogli pero quella tragedia da 6 a 13anni violentato mi a scosso la vita . nei confronti degli altri cercando di esere uno che aiuta , però cosi ne aprofitano della mia bontà e come se aiutando gli altri riesco ad esere accettato o la carica della famiglia pero tra depresipne e balle varie penso sempre come potrei essere se non mi era sucesso nula pecato una vita di soferenza
Gentile Roberto,
ha ragione quando dice che è un vero peccato aver vissuto questa terribile esperienza e aver dovuto per giunta affrontare anche da adulto le conseguenze di quanto accaduto. Consideri che c’è però modo di andare oltre anche questi traumi così devastanti e non si arrenda. Provi a cercare aiuto e parlarne.
Ho quasi 14 e fino a pochissimo tempo fa mio fratello mi toccava mentre dormivo ma non avevo coraggio di dirlo ai miei questo è durato parecchio. A volte anche mio cugino, e sinceramente non so se questa cosa continua ancora ora…
Gentilissima,
come spiego sempre ai più giovani, in questi casi è necessario che individui un adulto di fiducia (anche se non in famiglia) e provi a parlare dell’accaduto. Non tema di chiedere aiuto, provi ad affidarsi, poichè il grave errore commesso da suo fratello non deve in alcun modo influenzare la sua futura crescita e le sue esperienze di adolescente.
All’età di 14 anni circa fui diciamo costretto da un ragazzo di un paio di anni più grande a avere esperienze sessuali con lui in più di un’occasione. In realtà dopo la prima volta venivo invitato da parte sua a ripetere questi rapporti e io accettavo, ma precisamente non so cosa mi spingeva a farlo. Ho voluto fare questa premessa perché da un po’ di tempo sospetto di avere una dipendenza da da sesso o una sindrome di masturbazione compulsiva. In realtà ho iniziato a sentire questo bisogno di masturbarmi da quegli episodi sopracitati. Nulla di grave (se così si può definire) se non fosse che questa cosa si protrae fino ad oggi all’età di 22 anni. Questa mia “dipendenza” (per comodità d’ora in poi definiró così questi miei atteggiamenti) negli anni mi ha portato a trascurare vita sociale, hobby, studio, amicizie… Pensavo e penso solo ed esclusivamente a quello. Attualmente mi porta anche ad avere problemi con la mia fidanzata.
Só che il discorso precedente è molto confuso e neanche completo, in quanto ci sono informazioni delicate che preferisco in esternare in questa sede e con queste modalità, ma volevo sapere se secondo lei c’è la possibilità che io soffra di qualche dipendenza e se magari può essere ricollegata alle esperienze passate. Attualmente mi sento molto frustrato, insoddisfatto del mio passato e del mio presente e malgrado tutto continuo ad essere “dipendente” e illudendomi che il sesso mi faccia stare meglio, ma in realtà mi sta solo lentamente rovinando.
Grazie
Gentile Gianni,
posso solo su un piano superficiale ed ipotetico dirle che è possibile che la sua esperienza in giovane età abbia potuto in qualche modo portare alla dipendenza sessuale che descrive nel commento. Posso suggerirle prima di tutto di occuparsi di questo problema. Ci sono dei gruppi e molti esperti in materia di dipendenze sessuali – un tema nuovo, ma già molto trattato. In seguito sarebbe importante che si prenda dello spazio per riflettere sulla sua esperienza traumatica e su quante e quali altre aree abbia compromesso.
Avevo 13 anni quando abusai una mia cugina più piccola ha 6 anni ma lo ho fatto inconsciamente cioé non sapevo cosa facevo ora sono più grande ma da quando è successo non passa giorno di in qui io non mi pento di ciò che ho fatto( No penetrazioni lei mi prese la mano e me la condusse fino alle sue parti intime ) ho 15 anni e sto seriamente pensando al suicidio chiedo aiuto vi prego aiutatemi porto dentro questo peso da due anni e fidatevi non è bello pensare al suicidio a 15 anni ho troppa paura di ciò che ho fatto il problema che due anni fa non sapevo neanche che volesse dire molestia sessuale vi prego di aiutarmi vi scongiuro se potessi cancellare tutto lo farei senza pensarci due volte
Gentile Marco,
lei è molto molto giovane e spaventato. Prima di tutto posso dirle che alla sua età spesso accade che si facciano questi tipi di errore e si cada in confusione riguardo alla sessualità e alle sperimentazioni che si fanno in merito. Purtroppo accade allora che si pensi sia lecito coinvolgere in giochi simili dei bambini più piccoli. Certamente è un errore, ma molto diverso da quello che può commettere un adulto che conosce il valore del danno che sta arrecando al minore. Lei non aveva ancora raggiunto la consapevolezza di queste cose ed ora che sta invece crescendo e inizia a rendersi conto meglio, si è spaventato di quel gesto che riconosce sbagliato. Questo è indice di una persona che è in grado di comprendere bene cosa reca o meno danno agli altri e non deve avere paura di quello che è accaduto, ma trovare il modo di perdonarsi. Non c’è nulla di sbagliato in lei, ma se può, dati i pensieri molto negativi che sta facendo, chieda aiuto a qualche adulto di fiducia e si faccia aiutare. Ne parli, si confronti con degli adulti che possano davvero darle una spiegazione e tranquillizzarla. Può superare l’accaduto e i suoi sensi di colpa, non lasci che questo episodio dettato dall’ingenuità della sua giovane età, le condizioni la vita.
Buongiorno,
e nel momento in cui finalmente succede di sentirti paurosamente innamorata e ricambiata ma non riesci ad arrivare a creare attivamente la situazione che comporterebbe il rapporto sessuale perché hai dei fortissimi blocchi a livello sessuale in quella fase come è meglio agire con l’altro? È meglio fargli intuire vagamente il perché del procrastinare, del tergiversare cosa che accade in società sempre più raramente, è meglio forse approfondire in maniera anticipata oppure evitare di parlarne per non essere sottostimata, identificata come vittima e non creare disagio.. cercare di arrivare alla situazione facendosi coraggio e non proferendo una benché minima parola…
Grazie infinite per l’attenzione
Gentilissima,
sono domande molto delicate quelle che pone e la risposta può arrivare solo dopo una riflessione sulle paure che originano questi dubbi. Posso solo dirle che farsi coraggio forse non vuol dire affrontare una cosa che ci blocca, forzandoci. Parlarne con la persona che si ha accanto è certamente una via sempre ottimale, ma sono considerazioni del tutto generiche, che potrebbero variare da situazione a situazione.
Mi sento di dirle a fronte di quello che scrive, che non c’è nulla di cui vergognarsi nell’avere delle difficoltà generate da un evento impossibile da gestire. L’essere “vittima” non è una parola negativa, ma solo il riconoscimento di essere stati, in una circostanza particolare, messi in una condizione di privazione della nostra libertà o volere.
Salve, all’età di 13/14 anni non so se si può dire che sono stata violentata oppure no..in pratica mi dava i pizzicotti sul sedere, spero non abbia penetrazione (o almeno credo, questo è il dubbio che mi fa star male, all’ora non sapevo). Comunque ho tutti i sintomi descritti, sbalzi d’umore, eccetera..vi prego aiutatemi che non c’è la faccio più..
Gentile Giulia,
l’aiuto che qui posso darle, individuando uno stato di grande sofferenza ed ansia, è certamente sempre quello di chiedere un aiuto ad un professionista o ad una persona fidata che possa darle un supporto e guidarla nell’affrontare un percorso terapeutico che sani il trauma vissuto.
Ho subito abusi quando ero molto piccola intorno ai 4 5 anni non ricordo bene da mia sorella che ha 11 anni più di me. Non ho mai dimenticato mi ricordo che è successo tante volte ma non saprei dire per quanto tempo non me lo ricordo…. sono sempre stata insicura nelle mie scelte ho sempre avuto poca stima di me stessa. Ho 49 anni due figli sposata con un uomo che mi adora ma nonostante tutto ho sempre timore che lui non mi voglia più e spesso mi arrabbio con lui per delle cavolate solo che al momento non mi sembrano tali e ogni volta quando mi passa dico tra me che non succederà più ma poi……. succede ogni volta e più forte di me…. Ho sensi di colpa verso di lui anch e perché me l ha detto chiaro che ci siamo persi tante scopate in tutti gli anni di matrimonio perché io ne ho sempre avuta poca voglia. Lui sa che ho subito abusi ma non sa chi è il colpevole. Glielo ho detto perché capisse i miei atteggiamenti ma non è cambiato tanto. Non si rende conto della gravità. Ma io non posso dirgli la verità sarebbe una tragedia
…vorrei stare lontana da lei è non vederla e sentirla ma e impossibile anch e perché nostra madre e ancora viva. Ho provato a parlare con lei tramite msg ma lei mi ha detto. Ma cosa stdi dicendo……. lei smentirebbe il tutto.
Alcuni giorni sono arrabbiata ce l ho con tutti e mi sento sola. Sono già andata da una psicologa ma non è servito molto. Ho sempre l esigenza di raccontare a qualcun o quello che è successo ma ho sempre vergogna e mi chiedo come mai non mi sono rifiutata di fare quello che mi chiedeva?
Gentile Monica,
i dubbi e le domande che pone sono molto comuni in coloro che hanno subito abusi nell’infanzia. Sarebbe opportuno trovare un professionista che si occupi specificatamente di queste problematiche per poter lavorare su questi sentimenti e sul senso di colpa. Posso dirle che è possibile elaborare quanto di così terribile è accaduto. Quello che gli “adulti” dimenticano spesso quando si lavora sulle loro tragiche esperienze passate, è che al tempo erano dei bambini, che non avevano certo le risorse per ribellarsi. Non si arrenda e provi a cercare ancora aiuto.