Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

Copertina del libro di psicologia "C'era una volta un bambino: L'adulto vittima di abuso sessuale nell'infanzia" che esplora [tema specifico]. Visita la pagina per dettagli e approfondimenti sul contenuto del libro
"Ho raccolto la mia esperienza clinica in questo libro per adulti sopravvissuti ad abusi infantili. Una guida professionale per chi cerca comprensione, strumenti concreti e soprattutto speranza. → Acquista il libro e inizia il tuo percorso di guarigione"

Quando si parla di “abuso sessuale infantile” ognuno di noi ha in mente una definizione precisa, dettata il più delle volte da esperienze indirette. Purtroppo in alcuni casi l’abuso sessuale entra direttamente nella vita di un individuo, impattando violentemente sul suo normale corso, lasciando dietro di sé delle ferite psicologiche che variano per gravità a seconda del tipo di abuso subito, l’età e la capacità di autocura di cui ogni mente umana dispone.

Partiamo da una definizione generale: intendiamo per abuso sessuale infantile qualsiasi attività che implica il coinvolgimento in attività sessuali di un minore da parte di un adulto.

Da notare bene, quando ci riferiamo ad attività sessuale, non parliamo necessariamente di un rapporto fisico diretto, ma di tutto ciò che ha a che vedere con la sfera della sessualità, se una delle due parti rifiuta o non è nella posizione di comprendere (o comprendere con un senso di maturità piena in caso di adolescenti) ciò che sta accadendo. Ad esempio, oltre alla violenza sessuale che implica una penetrazione, la costrizione al toccare o baciare; la visione non desiderata di nudità o atti sessuali del singolo adulto, di una coppia o più individui; riferimenti sessuali e argomentazioni oscene.

L’abuso sessuale infantile ha solitamente e comprensibilmente un elevato livello di gravità e rischio per la salute mentale di un individuo e la sua crescita. Una persona che è stata abusata in età infantile porta nel decorso evolutivo della sua mente le tracce di un evento traumatico che solitamente ne devia il normale sviluppo.

Possiamo dire in linea generale che il livello di gravità segue tre dimensioni fondamentali:

  • il tipo di abuso subito e la sua durata – ovvero, se si è trattato di veri e propri rapporti fisici, toccamenti o esposizioni visive o racconti e provocazioni e quanto a lungo;
  • l’età e le risorse individuali del bambino – ovvero, in quale fase dello sviluppo il trauma lascerà traccia e di quali risorse dispone;
  • l’identità dell’abusatore – più la parentela è prossima alla vittima, peggiori saranno le conseguenze del trauma subito.

Per intenderci, potremmo dire che un abuso sessuale subito da parte di un genitore ad un bambino in età pre-puberale (8-11 anni circa) che si protrae nel tempo, con un coinvolgimento fisico totale, con ogni probabilità si rivelerà un’esperienza tra le più distruttive per la salute psichica.

Naturalmente essendo queste tre dimensioni molto variabili, fare previsioni nei singoli casi è molto complesso e, proprio per le capacità e risorse individuali, situazioni che potrebbero far pensare a conseguenze peggiori potrebbero rivelarsi meno gravi di altre da cui ci si aspetterebbe al contrario quadri meno compromessi.

A fronte di ciò ricordiamo che trattandosi di abuso sessuale infantile, stiamo facendo distinzioni all’interno di una situazione che presenta comunque, in qualsiasi forma avvenga, una potenzialità traumatica di livello elevatissimo, che si parli di un episodio con coinvolgimento minimo, ad uno massimo.

Le conseguenze psicologiche di un abuso sessuale possono toccare differenti aree: l’autostima, lo sviluppo della sessualità, le capacità relazionali.

Solitamente un bambino reagisce all’abuso innescando meccanismi di difesa basici, quali rimozione e dissociazione – la mente cerca in questo modo di sganciarsi dal ricordo traumatico insostenibile creando una barriera tra ciò che è accaduto e le implicazioni emotive o cancellando letteralmente l’episodio dalla memoria. E’ stato rilevato come il minore affronti una situazione molto simile a quella degli adulti che, dopo aver subito un trauma, sviluppano un disturbo post-traumatico da stress.
Il senso di colpa si riversa su di sé ed è tanto più intenso, quanto l’ambiente circostante ignora o copre l’episodio, e di contro, si sviluppa un profondo senso di sfiducia e paura nei confronti degli altri.

Un adulto che è stato abusato deve scontrarsi con queste credenze sviluppate e consolidate dal bambino che era un tempo. Tenderà a seconda dei casi, ad essere altamente aggressivo, ad incolparsi ferocemente, avrà una bassa autostima, tenderà a deprimersi o ad oscillare molto tra stati emotivi. È prevedibile che abbia difficoltà a regolare gli impulsi e problematiche ad inquadrare e sviluppare una corretta identità sessuale ed una vita sessuale soddisfacente.

Tra le patologie che possibilmente si sviluppano troviamo il disturbo borderline di personalità, la depressione, disturbi alimentari e dipendenze, proprio in conseguenza all’incapacità di regolarsi e al costante bisogno di “tenere il controllo” su una situazione che si percepisce in pericolo costante.

Ad oggi la psicoterapia è uno strumento di elezione per trattare e curare storie e conseguenze degli abusi. Ovviamente, parlando di età adulta, si dovranno affrontare gli effetti di schemi disfunzionali consolidati nel tempo. Si può dire che il trauma dell’abuso innesca una serie di meccanismi di difesa estremi della mente che portano purtroppo, seppure con lo scopo di proteggere la persona da un crollo, alla formazione di sistemi difettosi e patologie che probabilmente non sarebbero comparsi altrimenti.

In quest’ottica, abbiamo personalmente usato l’esperienza nata da un lavoro costante sul campo in questo ambito per sviluppare un metodo mirato, la cui filosofia di base è mantenere al centro la narrazione della persona, integrando tecniche e conoscenze in campo psicotraumatologico sempre più innovative: l’Emdr; la Psicoterapia Sensomotoria; la terapia dell’Esposizione Narrativa, ne sono alcuni esempi.

Tutto ciò all’interno del percorso di psicoterapia, per fornire a chi ne fa richiesta un’esperienza che garantisca una totale e complessa strategia di intervento il più possibile risolutiva, nel rispetto della natura articolata del trauma, la cui cura non può ridursi alla sola rimozione dei sintomi da esso generati (per saperne di più: Alicanto – Centro Cura del Trauma Psicologico).

 

Copertina del libro di psicologia "C'era una volta un bambino: L'adulto vittima di abuso sessuale nell'infanzia" che esplora [tema specifico]. Visita la pagina per dettagli e approfondimenti sul contenuto del libro
Una lettura facile per meglio comprendere cosa accade all'adulto che è stato vittima di abuso sessuale nell'infanzia.

NB. Vorrei estendere un ringraziamento particolare a tutti coloro che con coraggio stanno commentando l’articolo, facendo domande o semplicemente condividendo il dolore e il disagio delle loro esperienze di abuso vissute in età infantile.
[E’ possibile che parti dei commenti con contenuti marcatamente espliciti vengano tagliati per il contesto nel quale sono pubblicati.]

Vorrei altresì specificare che purtroppo NON E’ POSSIBILE FARE CONSULENZE VIA EMAIL O TELEFONICHE.

Usate questo spazio qualora vogliate un commento da parte mia.

 

1.117 commenti su “Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti”

  1. È estremamente difficile leggere questi commenti. Io vengo da un’infanzia di abusi emotivi e fisici da parte di una madre narcisista e un padre che mai ha aperto bocca per difendermi… Sono stata abusata sessualmente a 4 anni da un cugino più grande, e a 8 da un bidello e non ho mai parlato, a malapena ricordavo questi episodi fino a pochi anni fa. Ho 30 anni, una storia continua di disturbi alimentari e una vita sessuale annullata, mi sento impossibilitata a relazioni sentimentali normali e negli ultimi tempi mi sento senza via d’uscita, senza possibilità di una vita normale. In tutto questo sono quasi certa che mia sorella abbia subito molestie dalla sua babysitter e i miei cugini dallo stesso cugino che molestò me. Qui leggo questi commenti di storie terribili.. Quindi mi chiedo: ma ci sono bambini che sono scampati a queste terribili esperienze? È possibile che in un paese in cui l’educazione sessuale è praticamente assente nelle istituzioni i risultati siano questi? In famiglia non se ne parla, vige l’omertà… Non sarebbe meglio educare bambini consapevoli e cercare di produrre adulti che facciano un po’ meno schifo?

    1. Gentile Silvia,
      posso dirle che ci sono bambini che hanno superato il trauma, così come adulti che anche a distanza di anni sono riusciti a farlo e a sistemare il corso delle loro vite al meglio, dopo questa elaborazione. Lo vedo tutti i giorni nel lavoro con le persone che seguo, uomini e donne forti e fragili, fieri e coraggiosi. Il fenomeno degli abusi intrafamiliari, purtroppo il più diffuso, è per sua natura il più difficile da esacerbare perchè le famiglie tendono a proteggersi dall’esterno, a scapito del trauma creato ai minori. Ci sono anche famiglie combattive però e quindi adulti che fanno “meno schifo” per usare le sue parole.

  2. Salve, io ho perso madre a 6 anni e sono finita in orfanotrofio. Sono stata adottata poco dopo e sono venuta a vivere in Italia con la mia nuova famiglia. Per alcuni anni tutto bene, poi è cominciata la costante sensazione di angoscia, solitudine, mi tagliavo i polsi con una lametta, non riuscivo a comunicare quello che sentivo e stavo malissimo. Non ricordo cosa sia accaduto nei dettagli. Ricordi vaghi di questo uomo che mi toccava e a 6 anni mi insegnava la masturbazione. Solo oggi riesco a collegare tanti miei disagi nel rapportarmi agli uomini e alla sessualità,la mia dipendenza affettiva, la dipendenza dall’alcool, la vita sregolata dell’Università accompagnata dalla costante sensazione di disagio. Grazie all’amore di mio marito ho trovato un certo equilibrio ma basta poco e tutto viene fuori di nuovo. Non ho rancori, ma aver collegato le mie problematiche a questo evento mi ha fatto fare pace con me stessa e con la vita.

    1. Gentile Frida,
      grazie per la sua testimonianza. Coglie benissimo il cuore del lavoro di cura del trauma, quando dice che ha ritrovato serenità ricollegando le sue problematiche a quanto accaduto. Le auguro il meglio.

  3. Salve, sono Valentina! Ho passato un’adolescenza molto difficile ed ad un certo punto della mia vita dopo un forte shock mi sono emersi dei ricordi vaghi e strani riguardanti violenza subita da due zii fratelli di mia madre ,anche loro minorenni all’epoca(abbiamo solamente 5 anni di differenza). Ricordo molto bene alcune scene ma tutt ‘ora a 25 anni non sono sicura che siano cose successe realmente.io questi episodi gli percepisco come dei sogni..non ne ho mai parlato con nessuno altrimenti sarei presa per una pazza e anche quando sono con loro ho sempre fatto finta di niente…ovviamente gli sono sempre a debita distanza…..per me questo rimmarrà sempre il più grande mistero della mia vita !rimarró sempre con il dubbio se i miei siano stati degli incubi o siano state cose realmente accadute!

    1. Gentile Valentina,
      come spesso suggerisco, nei casi di rimozione del ricordo a seguito di un trauma come quello di un abuso nell’infanzia, ci sono sempre degli elementi che possono orientare verso una direzione o un’altra. In ogni caso, quando la mente “suggerisce” o lascia tracce anche se non chiare che creano dubbi o difficoltà, vi è sempre una ragione su cui vale la pena indagare. A prescindere dal fatto che sia accaduto o meno, è necessario chiedersi come mai siano comparse tali idee o preoccupazioni e comprenderne i motivi.

  4. Salve a tutti. Mi è capitato di subire abusi da piccolo (circa 7-8 anni) da un vicino di casa che all’epoca aveva circa 12-13-14 anni. Io avevo rimosso l’accaduto, fino a quando, circa un paio di anni fa, è riemerso nella mia mente, non saprei dire il perché, forse guardando in tv una storia simile che ha riportato i ricordi. Inizialmente il ricordo non mi dava alcun fastidio, anzi mi importava poco, ma da 4-5 mesi a questa parte i ricordi hanno cominciato ad essere pesanti, tanto da volerlo confessare ai miei genitori. Abbiamo parlato con la persona che di me ha abusato, che ora ha 30 anni, la quale però afferma di non ricordare assolutamente l’accaduto e nega il tutto, al punto che a volte mi capita addirittura di pensare che magari mi sono immaginato tutto, ma i ricordi ci sono, non ho fatica a ricordare e non credo di avere patologie che mi portino ad inventare una storia del genere. C’è un ricordo in cui lui mi dava indicazioni per visualizzare materiale pornografico, perché “facevano vedere come si fa sesso”. Una mia ipotesi è che invece lui, vista comunque anche la sua giovane età, non ricordi di aver fatto determinate azioni in quanto magari non capace di comprendere a pieno cosa significassero. Secondo lei è possibile? Questi eventi sono accaduti 4-5 volte circa.
    Grazie.

    1. Gentile Nicola,
      ci sono molti casi in cui ad abusare è un minore su un altro. La situazione è naturalmente differente da quella di un abuso da parte di un adulto su un minore, anche se le possibili conseguenze possono essere altrettanto distruttive. Detto ciò, non mi è possibile nello specifico darle spiegazioni sul perchè la persona abbia negato. Le possibilità sono molteplici, certamente tra le opzioni ci potrebbe essere anche quella di una memoria rimossa. Penso sia in questi casi importante concentrarsi su di sè e lavorare sui propri vissuti, anche in merito all’abusante e indipendentemente dalle risposte che si ricevono dall’esterno.

  5. Ho subito abusi e violenze da mio cugino di 14 anni per almeno due anni avevo l’età di 6 e 7 anni non ho mai detto nulla credevo di aver dimenticato tutto ma da un po è riafforato il ricordo piu nitido che mai ricordo che dopo gli abusi dicevo a mia madre di avvertire bruciori nella parte intima ma non ho mai saputo se lei avesse capito degli abusi e non ho il coraggio di raccontarle i miei ricordi. Ora ho 26 anni mi sento felice di vivere e questa brutta esperienza non mi ha mai abbattuta.

    1. Gentilissima,
      grazie per questa bella testimonianza di come anche i più terribili accadimenti possono ferirci, ma non indebolirci e bloccarci nel percorso verso la serenità meritata.

      1. Io ho subito abusi all eta di 10-13 anni non ricordo nemmeno l’ età precisa di quando gli ho subiti..sto male tanto male sono in terapia e addirittura la mia mente si sta autoconvincendo che mi siano piaciuti e che debba rifarli..sto davvero tanto male ,vivo male anche il rapporto con la mia ragazza,l unica speranza che ho è la psicoterapia che sto attraversando nella speranza di tornare sereno

        1. Gentile Francesco,
          spero che il suo percorso possa giovarle. Tenga in considerazione che non è insolito nel momento in cui si è stati vittime di abuso, che il corpo abbia avuto una risposta alle stimolazioni e che questo abbia condotto ad una confusione in merito all’esperienza vissuta. Le consiglio di fare chiarezza su questo aspetto e sui suoi sensi di colpa in merito.

  6. Ho 23 anni, sono stata seguita da una psicoterapeuta per tre anni dopo aver vissuto degli abusi sessuali da parte di mio zio all’età di 15 anni. Parlai dopo poco tempo per paura che stesse facendo la stessa cosa con mia sorella essendo lui vicino di casa.
    Non venne denunciato per via di una serie di complicazioni di salute di mia nonna la quale stava morendo di cancro e viveva dentro casa nostra e non le si voleva dare un dispiacere così grande.
    Ho sempre avuto problemi di scatti di ira sin da bambina e in ogni relazione ho sempre avuto forti problemi di fiducia, e più vado avanti più questa sfiducia si intensifica. Divento paranoica e sento il forte bisogno di controllare completamente il mio partner con la convinzione che stia in continuo desiderio di rapportasi con altre persone in quanto mi sento totalmente inadeguata in tutto.
    Credevo in ogni caso derivasse tutto dall’esperienza ma ho cominciato da poco a ricordare degli avvenimenti di quando ero anche più piccola, cominciati intorno ai 9 anni sino ad alcuni anni dopo.
    Mio cugino più grande mi chiudeva a chiave in una stanza insieme a lui e mettendo dei filmini pornografici mi obbligava minacciandomi a fare quello che faceva l’attrice. Questa è una delle scene più ricorrenti che ho nella mia mente, insieme a tutte le emozioni che provavo e alla cattiveria che utilizzava nel farmi fare quelle cose.
    E’ un periodo in cui sto male sto perdendo peso e non ho concentrazione.
    Ho provato a parlarne con il mio compagno ma non riesce a capire ed ascoltare (non gle ne do una colpa è comprensibile) ma avevo bisogno di dirlo a qualcuno che capisce quello che sto passando.
    Grazie per l’articolo e un caloroso abbraccio a tutti.

    1. Gentile Ilaria,
      queste memorie ulteriori affiorate possono costituire un tassello importante verso una riflessione definitiva sulla sua storia e questi multipli gravi accadimenti che l’hanno vista protagonista. Spero possa avere lo spazio per riflettere su questo, dal momento che lo ha già fatto in passato.

    2. Mi chiamo Giulio ho 24 anni e vivo le relazioni nella stessa identica dinamica di ilaria, con un piccolo problema, forse anche peggiore, il non sapere, nel senso che sono stato per un periodo da una psicoterapeuta che mi ha aiutato a scavare nel passato in quanto secondo lei i miei comportamenti sono da ricercare in un abuso infantile, solo che non siamo venuti a capo a nulla e i ricordi sono flebili e son state fatte solo ipotesi senza avere la certezza di nulla

      1. Gentile Giulio,
        i sintomi o “comportamenti” che una persona mostra possono essere esplicativi di molti accadimenti. Il fatto che si abbiano delle problematiche presenti anche in chi ha subito abusi, non è affatto sufficiente per sostenere o anche solo ipotizzare che questo sia accaduto. Lo dico perchè non è possibile ipotizzare la presenza di tali traumi con questi soli elementi. Non conosco naturalmente lei e la sua storia, nè il motivo per cui la sua terapeuta abbia sostenuto ciò (seguendola in terapia forse ha appreso dei fatti che potrebbero aver portato a questa versione dei fatti), ma senza elementi certi nessun professionista può asserire che sia o meno accaduto qualcosa nella vita di una persona, soprattutto se così grave.

  7. Buongiorno Sara, volevo soltanto capire perchè le persone che molto spesso non ricordano nitidamente gli abusi cercano tramite psicologo o qualcosa del genere di ricordare meglio. A me sembra una follia io cercherei di dimenticare il più possibile e allontanarmi il più possibile da queste persone per avere anche solo la possibilità di pensarci 1 minuto in meno in un anno. Le scrivo questa domanda perchè la mia ragazza ha avuto un abuso e volevo sapere qualcosa di più. Grazoe mille in anticipo

    1. Gentile Marco,
      i motivi possono essere molteplici. In linea di massima potrei dirle principalmente perchè la sensazione di non ricordare cosa ci sia accaduto in un dato momento (specialmente se il ricordo è di carattere negativo) ci getta in uno stato di ansia dovuto alla perdita di controllo. Se non ricordiamo una parte importante della nostra esistenza, questo ci pone in uno stato di sospensione dove ogni cosa potrebbe essere sia accaduta che non accaduta. L’ansia generata dal non “sapere” è molto più dolorosa che quella data dal conoscere: per quanto terribile possa essere la scoperta che si fa, si riprende il controllo sulla propria storia.

  8. Abusata dall’età di 10 anni per non so più quanto tempo (rimozione?) da 3 uomini della stessa famiglia – amici dei miei – padre e 2 figli.
    Vivo una vita equilibrata per fortuna ma con costanti sentimenti di vergogna qe colpa.
    La mia relazione sentimentale è comunque marcata da una mia incapacità di meritarmi niente. Non mi meriti mai uno sforzo in più un passo in più qualcosa in più.
    Non sento rabbia verso gli abusatori, a lungo ho pensato non fossero nemmeno abusi i miei… Per un periodo ero in forte adorazione per uno di loro.
    Ho avuto davvero tanta tanta forza. Ora che mio padre dal cielo mi vede, spero non abbia mai scoperto quello che mi è accaduto, gli avrebbe lacerato il cuore.

    1. Gentile Rosy,
      come ripeto spesso, la colpa e la vergogna, il sentirsi parte attiva negli episodi di abuso e quindi immeritevoli in qualche modo, è una costante tematica. Per questo sarebbe sempre opportuno lavorare su queste emozioni e consentire alla mente di “risistemare” questi significati errati ed assicurare legittimità, dignità ed empatia nei suoi confronti.

      1. Siccome sono di Roma anche se vivo temporaneamente a Stoccolma, ora che ho trovato il vostro studio facendo un po’ di ricerche, ho intenzione di iniziare un percorso con voi-se possibile-quando tornerò a giugno.
        La contatterò privatamente, credo sia meglio.
        Grazie mille per aver risposto,

  9. Buongiorno,
    Ho subito delle violenze quando ero piccola. Prima da uno sconosciuto di mezza età al parco. Forse intorno ai 9-10 anni.
    Poi da mio padre alcuni episodi dagli 11 ai 16 anni circa. Sono stati 3 episodi circa. Poi mi chiedeva scusa.
    Ora ho 23 anni. Abito ancora con i miei e sono una studentessa, quindi dipendo da loro economicamente.
    In questi anni ho cercato di dimenticare. Ma è difficile e a volte litigo con mio padre e lo odio profondamente. Ma allo stesso tempo gli voglio bene e soffro pensando che anche lui soffra ripensando a cosa ha fatto.
    Cosa devo fare? Dirlo a mia madre le spezzerebbe il cuore e non voglio darle altri pensieri. Non posso andare da uno psicologo perche non lavoro e i soldi dovrei chiederli ai miei, e quindi spiegarli perché ci vado.
    Spesso mi ritrovo a piangere ripensando a quelle cose. Vorrei parlarne con qualcuno ma non so con chi. Non voglio denunciare mio padre e distruggere la famiglia.
    Cosa mi consiglia di fare?

    1. Gentile Paola,
      purtroppo il solo suggerimento utile in questi casi è sempre quello di cercare un aiuto. La sua storia meriterebbe di essere approfondita e lei aiutata a superare questi accadimenti, per evitare che i danni derivanti da simili traumi si induriscano e lascino un solco profondo. In casi in cui non si vuole parlare in famiglia dei motivi per cui si desidera avere un supporto, si può per il momento dire semplicemente che è un periodo di stress ed ansia e che si avrebbe voglia di avere uno spazio per superare la cosa.

  10. Ho iniziato ad esser molestata all’eta 6 di sei anni. Crescendo, le molestie si sono trasformate in vere e proprie violenze e più crescevo e capivo e dentro di me rifiutavo quello che accadeva, più la coercizione aumentava. Sono stata “partner sessuale” di mio padre per 23 anni. Dai 16 anni ho iniziato a soffrire di un DCA che da 3 anni ormai è diventato costante nella mia vita: anoressia nervosa con condotte eliminatorie. A 30 anni, dopo diversi tentativi di suicidio mal riusciti, sono ancora viva. Lotto per risanare le fratture, e colmare le interruzioni che mi caratterizzano oggi. Vivere, portare a termine il piu piccolo compito, sembra difficile quanto scalare l’Everest per un amatore. Eppure, talvolta, penso di esser stata forte, in fondo. Ad essere ancora in vita, ancora in piedi, a tentare di guarire e di rtrovare il bandolo della mia matassa. Non importa se le cicatrici rimaranno, se non saprò mai come sarei potuta essere oggi senza di quelle. Conta soltanto che impari a viverci insieme, considerandole una parte (seppur orribile) importante di me.

    1. Gentile Riani,
      la ringrazio per questa testimonianza e per la forza che dimostra nel suo racconto. Chi sopravvive a storie così traumatiche ha in sé la capacità di usare risorse anomale che usualmente non sono richieste nel decorso di uno sviluppo che ne è privo. Sarebbe sempre importante valutare e riflettere su questo e condivido con lei la bellissima immagine di una cicatrice impossibile da eliminare, ma che racconta una parte, seppur orribile, di una storia che vale la pena di essere riletta restituendone la legittimità e dignità meritata. Coraggio, fragilità e istinto di sopravvivenza rendono un essere umano degno della maggiore stima possibile.

      1. Cara Riani
        Mi sento vicina a lei. Io a 45 dopo anni di psicoterapia trovo il mio bandolo. Con la meditazione riemerge con contorni sfumati ma con certezza che mio padre ha abusato di me e mia sorella per anni. Lotto con una memoria così abominevole da non riuscire a guardare senza perdere il senno. Ma da quando riesco ad averne consapevolezza sto un po’ meglio. È una strada lunga ma nulla ci potrà ora impedire di trovare pace, siamo sopravvissute a questo, siamo invincibili nella nostra precaria fragilità. E sapere di non essere un alieno e che altre come me possono farcela e non sono sole mi dà tanta forza e senso di solidarietà.
        Con tutto il mio affetto
        Milena

    2. “siamo invincibili nella nostra precaria fragilità”

      che bella frase.. anch’io ti sono vicina.. a tutte e due.
      a tutti voi. anzi, a tutti noi..

  11. Ho iniziato a ricordare alcuni flash da adulta di quando ero bambina ed andavo all’asilo. È probabile che non sia ancora del tutto consapevole di come mi abbiano cambiata quegli eventi. Quello di cui sono sicura è che ho deciso che quegli eventi resteranno nel passato e non influenzeranno più la mia vita. Ho iniziato un percorso che prevede anche emdr, ci credo molto e spero che anche altre persone decidano di voler guarire. Grazie, bell’articolo.

  12. Buongiorno,
    all’età di 5/6 anni ho subito degli abusi da parte di un ragazzo all’epoca di 14/15 anni mio vicino di casa..
    Non credo di aver mai dimenticato queste cose ma al contrario non ne ho mai parlato con nessuno per la vergogna…
    Ora a 40 anni mi chiedo se tutto questo ha leso la mia autostima perchè purtroppo mi sento sempre non all’altezza un po’ su tutti i fronti..lavoro..relazioni interpersonali ecc……tuttoggi mia moglie mi rimprovera il fatto che mi sottovaluto sempre….ed è l’unica a conoscienza di tutto…dopo averlo raccontato a seguito di un servizio del programma “le iene”
    Cordiali saluti.

    1. Gentile Giuseppe,
      le esperienze di abuso sono lesive della propria immagine e quindi incidono fortemente sulla autostima e la sua stabilità. Naturalmente la storia va sempre osservata nella sua complessità per valutare come e in che ambiente l’abuso si sia inserito e quindi essere più precisi sul modo in cui è andato possibilmente a ledere e influenzare il corso del suo sviluppo.

  13. Buongiorno Dottoressa,
    mi permetto di disturbarla. Ho 35 anni. Ho già fatto parecchi anni di psicoterapia con vari psicologi. Ho un disturbo post traumatico da stress e soffro di disturbo dissociativo. Da alcuni mesi assumo la sertralina che finalmente mi permette una buona condizione di vita. Sono stata vittima di 11 anni di abusi di violenza da parte di mio fratello e di violenza assistita poiché mio padre massacrava mio fratello. Spesso ho anche la sensazione di essere stata abusata sessualmente, anche se non ho assolutamente ricordo di questo, ma qualcosa capitava, a cui non ho mai attribuito importanza: mio padre aveva l’abitudine di toccarmi “per scherzo” le parti intime… quando gli passavo vicino …via a 1 toccatina … questo che accadeva mi dava moooolto fastidio e senso di schifo, ma non credo si tratti di abuso sessuale, vorrei capire un po di più. Sto prendendo in considerazione il fatto di tornare in psicoterapia, ma ammetto che dopo 8 terapeuti, di cui solo l’ultima di aiuto, sono un po’ demotivata. Poi c’è anche il problema dei costi, che non è indifferente e incide molto sulla famiglia. Le chiedo un suggerimento. La ringrazio di cuore.
    Cordiali saluti
    Francesca

    1. Gentile Francesca,
      certamente così tante esperienze terapeutiche a volte sono controproducenti, perchè finiscono con alimentare il pensiero di non poter uscire dalla condizione in cui ci si trova. Le posso solo suggerire di valutare con attenzione un professionista che magari si occupi o lavori su questo tipo di tematiche con cui sente una buona connessione e di provare a lavorare anche su questo aspetto della demotivazione.

  14. Salve ho 24 anni (ho un bambino di due anni mezzo, sono felice con il padre di mio figlio) ma a 16 anni ho vissuto qualcosa che non so neanche se è effetivamente una violenza, o meglio, credo di si, ma non so se sono io che ho distorto le cose vivendole solo male..
    Lui era mio coetaneo, è stato il primo con cui ho fatto l’amore, la mia prima volta quando gli dissi di fermarsi rispose qualcosa tipo “ormai è fatta, resisti”. Ma nn ci diedi peso poi dopo 6 mesi dove era tutto rose e fiori iniziò con i tira e molla e mi lasciava x ogni cosa anche inesistente umiliandomi scolasticamente, sessualmente ecc cn le parole, mi ha spinta a far cose ke nn volevo, ke nn riesco a dire più.. quando lui mi si buttava addosso io pensavo solo che volevo tornar con lui e non dicevo di no al sesso, non so xk.. ma cmq le volte che lo facevo, lui mi diceva ke volevo xk il mio corpo reagiva eccitandosi, e io mi convincevo e poi partecipavo anche se non avrei voluto.
    Ricordo ke il sesso con lui era sempre doloroso e raggiungevo “orgasmi” tramite il male, che durava anche x giorni a volte.
    La mia domanda è se è davvero stupro o se sono io ke ho solo vissuto male le situazioni?
    E poi un’altra cosa come detto all’inizio essendo felice ad oggi credo di aver fatto già un buon lavoro su me da riuscire ad aver rapporti sereni con il mio compagno, ma saprebbe dirmi come sia possibile che a volte provo ancora quel dolore/piacere, può essere un meccanismo di difesa fisico o mentale o cosa?
    Aggiungo anche ke una volta gli dissi “fai cosa vuoi” quando lui voleva fermarsi xk piangevo e li in poi nn ricordo nulla di quell’eppisodio ma spesso avevo attacchi di panico cn lui pure i primi mesi.
    Mi ha completamente condizionato la vita
    Ero arrivata a pesar 38 kg, a nn dormire, mengiare, piangere giorno e notte, a tagliarmi e cercar di morire.

    1. Gentile Niky,
      descrive un rapporto di dipendenza affettiva con dinamiche disfunzionali che andrebbe approfondito adeguatamente per capire in che modo abbia influenzato in seguito il suo relazionarsi con gli altri. Sarebbe importante avere uno spazio per lei che possa consentirle di parlare e valutare attentamente tutti gli aspetti di questa esperienza vissuta, molto traumatica.

      1. Io non ho più fiducia in psicologi, Perchè non mi son mai stati d’aiuto, quel che dice è vero, ero dipendente da lui ed era un rapporto malato. Io dopo tutto mi sentivo MORTA, di quel che ero nn era rimasto nulla e ho creato da zero la mia personalità quando tutto é finito (x questi motivi x altro). Ad oggi spesso vengo giudicata str***a o acida ecc ma io MI VADO BENE COSI anche se i miei genitori ecc nn mi vorrebbero cosi.
        La domanda è se le cose che ho scritto sono violenze x davvero o no?
        Io credo di si ma nn lo so a volte mi sembra di esagerare a definirlo cosi..

        1. Gentile Niky,
          mi scuso se non sono stata chiara nella risposta, ma dicendole che il rapporto che descrive era disfunzionale ho già dato una risposta alla sua domanda. Ovvero, la relazione che descrive è stata una esperienza patologica e limitativa della sua libertà mentale e fisica che dovrebbe essere valutata e definita in una sede appropriata. Mi spiace apprendere che non abbia fiducia nella categoria, ma le faccio notare che sta facendo a me, una psicoterapeuta, delle domande. Le dico questo per sottolineare che forse ci potrebbero essere dei professionisti con cui lei senta di poter lavorare di nuovo e provare fiducia. Generalizzare per delle esperienze negative è sempre un fattore che limita noi stessi e finisce per non essere protettivo ma controproducente.

  15. Salve, le faccio i complimenti per il blog e l’articolo davvero interessante. Ho 25 anni e sono sposata con una donna di 4 anni più grande. Entrambe abbiamo un passato di abusi sessuali minorili. Io ho subito per diversi anni, penso dai 5 ai 13 violenze da parte di mio fratello di 10 anni più grande, credo nessun rapporto completo, ma molte cose disturbanti che mi hanno segnata nel profondo e cambiata come persona. Ricordo che non avevo consapevolezza di ciò che succedeva e mi sembrava un gioco al termine del quale mi sentivo sporca e in colpa ma ogni volta mi trovavo ancora lì. Smise tutto quando a 13 anni avevo il primo fidanzatino e capì finalmente cosa significano quegli atti e iniziai a rifiutare la cosa e ad allontanarmi da mio fratello. La cosa che mi fa più male è che quando questo accadeva quasi sempre i miei genitori erano in casa, com’è possibile che non se ne siano mai accorti? Ancora peggio , e se se ne fossero accorti ma avessero fatto finta di niente? Ricordo che da piccola andavo da mio padre e cercavo di guardargli nelle mutande o di toccargli il membro pensando fosse un gioco. Lui ovviamente mi spostava e si arrabbiava anche per questo gesto. Com’è ha fatto a non pensare che qualcosa non andasse nel mio comportamento? Sono allibita. Io durante l’adolescenza ho perdonato mio fratello , ho cercato diciamo di capirlo ma non giustificarlo e ci ho messo una pietra sopra.

    1. Gentilissima,
      queste domande sono tra le più presenti nel lavoro con adulti che hanno subito abusi. Ogni risposta varia di storia in storia e dipende fortemente da una attenta valutazione delle dinamiche famigliari, sempre peculiari di ogni specifico nucleo. Per questo dare una indicazione esatta sul come sia stato possibile che i suoi genitori non abbiano colto dei segnali, diventa difficile. Come sempre, rimando l’informazione che queste storie sono articolate e inserite in contesti che vanno valutati di volta in volta, per questo necessitano di un lavoro specifico approfondito in sede appropriata, che le consiglio.

  16. Gentile dottoressa, a me è successa una cosa stranissima. Anche io molto confusa, soltanto da adulta ho capito di avere subito abusi ripetutamente da parte di mia sorella. La confusione è dovuta al fatto che lei era più grande di me di soli 5 anni. Di solito si parla di abuso tra un adulto ed un bambino. In questo caso io ero invece bambina e lei adolescente. Sono riuscita a mettere fine solo quando ho iniziato a capire, grazie all’ età non più proprio da bimba. Non riesco a ricordare il primo episodio, a volte mi sforzo ma non ricordo proprio come e perché la prima volta si sia avvicinata. Però ricordo qualcuno degli episodi avvenuti dopo e ricordo il grande dolore che mi portavo dentro.
    Sto affrontando con l’ EMDR ed ho notato molti miglioramenti quindi posso testimoniare la validità del metodo. Certo non è facile, c’è tanto lavoro da fare! Grazie per l’ articolo così ben scritto!

    1. Gentile Serena,
      quando ho a che fare con casi che coinvolgono due o più minori e non adulti, penso sempre assieme alla persona interessata in termini di abuso, anche se si tratta certamente di una situazione peculiare. Dipende anche dall’età dell’abusante e quindi dalla sua maturità evolutiva, ma quando si subisce un azione che non si può nè comprendere nè rifiutare, questa è in ogni caso un’azione abusante.
      Emdr è uno dei molti strumenti utili di cui oggi ci serviamo per trattare il trauma, ma ci tengo a sottolineare che, per la completa risoluzione di questa esperienza, è necessario un intervento integrato e complesso e non limitato ad un solo metodo, poichè rischia di essere riduttivo e quindi incompleto.

      1. Si, infatti la mia terapia non prevede solo EMDR ma è un approccio multintegrato ed ho avuto modo di approfondire ogni aspetto della questione con la mia terapeuta, la quale conosce bene la mia storia ed ha curato tante sfaccettature legate ad essa.
        La ringrazio

  17. Salve volevo chiederle se scappare quando le cose si fanno difficili o meglio quando il tuo partner ha un crollo e non ti senti in grado di gestire le cose, faccia parte di una sorta di conseguenza a forse un possibile abuso risalente a quando avevo dai 6 ai 10 anni dove non c’è stata penetrazione almeno che io ricordi, ma visione di masturbazione da parte di una persona adulta. Lo chiedo perché io sul sesso sono sfrontata, attiro l’attenzione su di me ma allo stesso tempo ho momenti di insicurezza..e scappo,scappo da situazioni che per me sono troppo, e mi manca l’aria ( credo siano attacchi di panico).
    Nella mia testa so che c’è qualcosa che non va in me e so che dovrei parlarne con qualcuno. Ma non riesco a trovare il coraggio per farlo.
    La ringrazio per questo mio sfogo

    1. Gentile Laura,
      spero scopra di avere il coraggio che non sente presente in lei e che possa chiedere un aiuto per affrontare questi dubbi e difficoltà. Potrebbe essere possibile che l’episodio di abuso abbia contribuito a generare queste paure e difficoltà relazionali, ma è nell’insieme del suo racconto di vita che si può trovare la risposta alla sua domanda e quindi una possibile via di uscita.

  18. Gentile dottoressa.
    Feci un sogno ricorrente quando ero bambina che si perpetuò per quello che credo fosse un anno consecutivo . Nel sogno mio padre mi spostava di forza dal luogo in cui mi trovavo per poi chiudermi in un ascensore insieme a lui. L’ascensore vibrava forte e decollava. Sempre lo stesso sogno.
    Poi, qualche anno dppo, avrei avuto fantasie sessuali che riguardavano alcune compagne di classe con i rispettivi padri. Mai esplicite ma di indubbia natura erotica.
    Io non ho ricordi di un abuso ma solo una sensazione angosciata che qualcosa potrebbe essere accaduto.
    Potrebbero essere solo fantasie compensatorie prodotte da una bambina che ha subito lacune affettive da parte del padre e un certo temperamento aggressivo e violento… potrebbero oppure no.
    Ho bisogno di sapere ma non conosco il confine tra fantasia e ricordo. Tra memoria e solitudine.
    Grazie in anticipo per l’aiuto che mi darà.
    C.

    1. Gentile Claudia,
      come lei stessa esprime correttamente, una storia in cui il rapporto col genitore è stato complicato in negativo può generare pensieri drammatici. Come ripeto sempre (e nel suo caso questo è evidente), per provare a sciogliere questi dubbi è necessario un attento lavoro e analisi che possa illuminare sul significato di queste fantasie e angosce ed individuarne le origini. Quel confine tra fantasia e ricordo è un territorio complesso che deve essere indagato in sede opportuna.

  19. Ora ho 38 anni, quando ne avevo 11 andavo spesso da un amico di famiglia anziano, lui mi toccava tra le gambe, non so per quale motivo pur succedendo questo continuavo ad andarci, quando ho deciso di dirlo a casa nessuno mi ha mai creduto , non so se sia da definire una violenza, è come se non mi rendessi conto di cosa accadeva .

    1. Gentile Sharon,
      posso, se può esserle di aiuto, dirle che questo suo vissuto passato è un abuso a tutti gli effetti e sarebbe molto utile per lei prendere in considerazione l’idea di parlarne. Un abuso su un minore non è quasi mai violento ma subdolo e passa attraverso la manipolazione del minore, che quindi spesso non capisce o non si rende conto della gravità di quello che sta accadendo. Questo è quello che probabilmente l’ha confusa e la confonde oggi nel definire e comprendere che quanto le sia accaduto è da considerarsi un’azione abusante a tutti gli effetti.

        1. Gentile Sharon,
          posso suggerirle, come già scritto, di contattare un professionista e provare ad aprire un dialogo su questo vissuto. I miei contatti li trova sul sito, ma tenga presente che non è possibile fare alcuna consulenza via email o telefonica.

  20. Gentile dottoressa, volevo ringraziarla in anticipo perché dopo la lettura dell’articolo e delle sue risposte mi sento quasi confortata e a mio agio per riuscire a scrivere e a raccontare, cosa per me molto difficile. Ho vent’anni e un’infanzia difficile: padre assente alcolizzato con un rapporto che è stato ed è tuttora altalenante e conflittuale; all’ età di cinque anni riscopro una figura paterna ideale nel nuovo compagno di mia madre che finisce per abusare di me. La mia mente ha rimosso il trauma a lungo fino all’ingresso nell’adolenza, che è stata di conseguenza un incontro con il mondo dell’alcol e delle droghe, con la tendenza a percepire il sesso come punizione (lasciarsi toccare da qualcuno senza pensarci troppo pur sapendo di svegliarsi l’indomani con un terribile senso di colpa verso sé stessi e la voglia di morire) . Ora ho una relazione, la prima ed unica della mia vita, che va avanti da diversi anni, che mi dà forza ed equilibrio, ma che, mi rendo conto, risente dei miei problemi con il sesso opposto soprattutto nella sfera sessuale: mi sento perennemente insicura, ho una propensione ad essere sottomessa e per questo non prendo mai l’iniziativa, resto inerme come a “subire”, come se non fossi parte attiva di quel rapporto e spesso mi metto a piangere perché anche se lui non me lo fa pesare io sento che non deve essere facile né tantomeno stimolante stare con me e non vorrei essere così….. Vado già in terapia e so che c’è ancora tanto lavoro da fare, però volevo solo chiederle : secondo lei è possibile che questa situazione prima o poi cambierà o è improbabile che una persona con determinati traumi riesca un giorno a vivere certe situazioni come farebbe chiunque? Vorrei fosse sincera, non cerco incoraggiamento, piuttosto apprezzerei tanto se avesse consigli da darmi. Mi perdoni se ho scritto un romanzo, grazie se risponderà.

    1. Gentilissima,
      non è mio uso, anche quando è giusto incoraggiare, alterare la realtà. Tendo piuttosto ad affrontarla, con le persone che seguo, per come si presenta, senza timore. Nel lavoro col trauma, per ovvie ragioni, questa realtà è sempre molto cruda. Ciò non toglie che da ogni storia, pur drammatica, non si possa cogliere un lato costruttivo, che è sempre presente – basta modificare il modo con cui la si guarda.
      Detto ciò, non posso dirle certamente se riuscirà ad avere una vita soddisfacente come la vorrebbe lei. Quanto una persona cambi, compreso e assimilato il trauma, è da valutare caso per caso e dipende da molti fattori. Posso dirle che ho visto persone modificarsi in modo radicale, altre meno. So però per certo, che vale la pena cambiare quella visuale per liberarsi dal giogo del trauma, anche se non si ottiene tutto quello che ci si aspetta.
      Penso che obiettivo di ogni lavoro sul trauma sia sempre quello di restituire serenità e benessere alla persona, lavoro che comprende a volte accettare le inesorabili ferite che esso ha inferto.

  21. Buonasera. Io ho 44 anni. Ho sempre avuto il dubbio di aver subito un abuso e 1 mese fa mi sono sottoposta all’inposi regressiva da cui ho avuto solo conferme. Mio padre abusava di me, ero molto piccola, meno di 5 anni. Non penetrava ma sfiorava è, cosa più grave, mia madre sapeva. Ho sofferto di bulimia, oggi ho 4 figli ma continuo ad avere problemi di umore, ansia, attacchi di panico. Dovrei affrontare mio padre e mia madre? Dovrei dire loro che so tutto? Perché entrambi continuano a far finta di nulla e cercano di manipolare la mia vita. Io voglio ritrovare la persona che ero lontano da loro. Quella donna che ha avuto 4 figli I 5 anni, lavorando, e li ha cresciuti in modo esemplare. Voglio ritrovare me stessa ma ho sempre il loro fiato sul collo come fossero icone di integrità. Una maschera che dura 40 anni. Devo togliere quella maschera per ritrovare la mia serenità?

    1. Gentile Sofia,
      queste sono domande molto importanti e delicate. Per mia esperienza quando affiorano prima di agire è necessario fare molto lavoro che aiuti a comprendere i bisogni che le muovono e, come non mi stanco mai di sottolineare, ogni storia ha le sue sfumature e devono essere valutate di volta in volta.
      Parlare senza “preparazione” può a volte essere ri-traumatizzante e non aiutare ma peggiorare una situazione, a volte può essere invece liberatorio. Ricordi sempre che alle sue domande solo lei può dare risposta sulla base di ciò che sente, auspicabilmente dopo averci lavorato attentamente sopra.

  22. Ho subito un abuso all’ età di nove anni da parte di un vicino di casa. Ora ho 44 anni e ho sempre saputo dentro me che era successo qualcosa ma non avevo un ricordo chiaro e nitido. Fino a che un sogno mi ha fatto ricordare un particolare nitido e vero del fatto successo. Ero già un terapia da circa due anni per problemi di ansia , e sono riuscita a parlarne con la mia dottoressa. Quello che è sconvolgente è che seppur senta che parlarne e averne parlato faccia bene, mi costa un fatica immensa. Un dolore quasi fisico che mi fa un male cane. E il ricordo a parte qualche flash non è nitido, è offuscato e mai completo. Eppure fa.ancora male e e tanto ne ha fatto alla mia vita. Mi sono accorta che non ho mai vissuto veramente in pienezza i miei anni e me stessa. Se qualcuno mi avessi raccontato una storia così fino a due anni fa forse non gli avrei creduto, ora gli credo. Ci sono fatti che succedono e lasciano un segno così profondo che si può cercare tutta la vita di ignorarlo ma.che prima o poi viene fuori. E quando viene fuori c’è bisogno che ci sia qualcuno a tenerti la mano. Io cerco di farcela.

    1. Gentile Roberta,
      grazie per la sua testimonianza toccante. Tenga presente che uno degli elementi di cura più efficaci per situazioni traumatiche è proprio imparare a narrare e rinarrare l’accaduto, ascoltarne le difficoltà, il corpo che si riattiva e le emozioni che emergono, fino a quando non si percepisce che si può finalmente raccontarlo senza sentirsi male.
      Per quanto doloroso, più lo si narra più lo si rimette in circolo, come parte incancellabile della nostra storia, ma sempre più tollerabile, man mano che con coraggio lo si affronta e quindi lascia alle spalle, dove appartiene.

  23. Buonasera Dott.ssa,
    Ho 56 anni e a 13 anni ho subito un abuso sessuale da parte di mio zio, fratello di mia madre (non sapevo nulla del sesso e neanche la differenza tra uomo e donna…ero impreparata).
    L’ho detto a mia madre, la quale non mi ha creduto.
    L’ anno mio padre è morto…e io sono andata via di casa e non sono più tornata.
    Ho avuto una vita di soppravivenza e rapporti instabili.
    Il dolore più grande è essere tradita e non creduta.
    Me lo porto sempre dietro.
    E quella perdita di innocenza Mi ha allontanata dal mondo in attesa della morte…il mio corpo non lo conosco, mi isolo dal mondo e ho avuto una storia con una ragazza…io sono etero ma la confusione di chi sono e cosa faccio sulla faccia della terra…è sempre presente nei mie pensieri…Non riesco a fissare degli obiettivi e portarli a termine.
    Ho una gran voglia di guarire e sto andandando da uno psicoterapeuta EMDR di cui ho molta fiducia.
    Non so perchè le sto scrivendo…forse per il bisogno di sentirmi dire…CE LA FARAI…SEI A BUON PUNTO E SEI SULLA BUONA STRADA.
    Grazie e scusi del distrurbo

    1. Gentile Valeria,
      la ringrazio prima di tutto della sua testimonianza. Posso dirle che non è sola in questo suo modo di sentire e che esiste sempre una strada da ritrovare. Quando si perde la speranza, dico ai miei pazienti che la terrò io per loro fino a che non la troveranno per se stessi. Quel “ce la farà” è una frase che deve trovare forza e convinzione di dire a se stessa, alla piccola ragazza di 13 anni ferita in modo così tragico. Ricordi che il suo maggiore alleato in questo viaggio è proprio lei. Le auguro il meglio.

  24. Quando ero piccolo andavo in un centro perché i miei genitori lavoravano e c’erano degli operatori,ci portavano al parco,ci facevano disegnare,colorare ecc…tutto questo per dirle che non molto tempo fa mia mamma mi fece una strana domanda,se avessi avuto abusi da uno che lavorava in quel centro perché lei notava che mi ero molto vicino,come se avessi qualcosa in più con lui..Di tutto questo io non ricordo niente e mi ponevo la domanda: ‘’non è che la mia mente inconsciamente non vuole ricordare?”

    1. Gentile Giovanni,
      come ripeto spesso, è possibile non ricordare eventi traumatici, ma questi hanno sempre modo di lasciare tracce. E’ necessario lavorare comunque in modo approfondito sulla storia personale di ognuno per rispondere a questo tipo di domanda.

      1. Certo dottoressa e volevo aggiungere che sin da piccolino ho problemi con il relazionarmi con gli altri.Mi infastidisce il fatto quando le persone mi toccano,facevo pipì a letto ed ero molto chiuso in me stesso.Non so se questo può aiutarmi a capire delle cose!

        1. Gentile Giovanni,
          questi dubbi possono essere affrontati in sede appropriata e con il dovuto tempo. Provi a chiedere una consulenza ed approfondisca questi argomenti, poichè in ogni caso ci sono delle problematiche che varrebbe la pena risolvere.

  25. Salve dottoressa, volevo chiederle se è possibile non ricordare o avere totalmente rimosso il trauma di uno stupro subito a 13 anni?

    1. Gentile Simona,
      è una possibilità rimuovere “apparentemente” un trauma. Si tratta di un meccanismo di difesa dissociativo che subentra proprio per salvaguardare il corpo e la mente in stati di grave pericolo per la propria incolumità.
      Ho virgolettato “apparentemente” perchè, quando a causa del trauma non si ha accesso diretto alla memoria dell’evento, questo lascia diverse tracce del suo passaggio. Ogni situazione va certamente valutata caso per caso per stabilire o provare ad ipotizzare la fondatezza di alcuni dubbi di questo tipo.

  26. Slave Dottoressa,
    sono una ragazza di 19 anni, da piccola, penso intorno agli 8 anni, non ho idea da che età sia iniziato il problema, ho subito abusi da mio nonno. Io ricordo vividamente solo alcuni degli avvenimenti, altri no, ma so per certo che c’è qualcosa che non ricordo… sensazioni.
    Da piccola ricordo bene che mi struciavo su una mia bambola, quasi come masturbazione, pur non provando il minimo piacere.
    So di per certo che mio nonno ha fatto lo stesso con mia cugina, qualche volta ce lo siamo dette, quasi parlandone come un gioco, lei è più piccola di me di due anni, son benissimo che sono molto pochi ma il pensiero che abbia toccato anche lei mi distrugge come se l’accsduto fosse proprio ora, mi dispiace se purtroppo sto spiegando in modo confuso il tutto, ma è davvero la prima volta che provo a scrivere in grande quello che porto dentro.
    Ne è al corrente solo il mio ragazzo, che poverino, ha provato a farmi raccontare, ma io provo talmente vergogna e tristezza che non riesco mai.
    Ho problemi alimentari, sbalzi d’umore notevoli, spesso sono colpita da enorme tristezza, che non mi sento di chiamare depressione, ma sicuramente è soffocante, ho problemi di autostima e anche parecchia fatica a provare vero piacere sessuale.
    Forse è arrivato il momento di farmi aiutare e potrebbe essere questo il primo passo.

    Buon lavoro Dottoressa.

    1. Gentilissima,
      la ringrazio per la testimonianza e il coraggio nel riportarla qui a margine dell’articolo. Sono certa che iniziare a raccontare e ad aprirsi sia sempre un primo passo verso una richiesta di aiuto adatta. Le auguro dunque di proseguire su questa strada per riappropriarsi della serenità meritata.

  27. Mi hanno stuprata quando avevo 13 anni.. Da uno sconosciuto di 40.
    Mi diceva di amarmi e poi un giorno mi ha portato con lui nella sua campagna..
    Poi da uno zio (non rapporto completo).. Dai 9/10 ai 14 e mezzo…
    La mia famiglia inesistente… E quando c’era mi dava addosso.. Mj hanno sempre dato la colpa di tutto questo.. Sto malissimo e a volte vorrei morire.
    Sono scappata di casa a 17 anni perché i miei a volte mi picchiavano.. Mi tenevano serrata in casa, non mi facevano avere amici o amiche.. Mi trattavano male.. Sono andata via.. Fortunatamente ho incontrato un uomo che mi sta aiutando.. E ci siamo anche innamorati.
    Questo mio passato mi sta distruggendo.. E sto male.. Non c’è un giorno in cui non mi faccia stare male.. È come una tortura.
    È passato Tanto tempo.. Sono stata in terapia.. Ci sono ancora.. Ma sto peggio di prima.
    Ho quasi 19 anni.. Ma la mia testa è rimasta a 12/13.. Non mi sento maggiorenne e non riesco a uscire di casa.. Vorrei solo sprofondare e basta.
    Non voglio che nessun’altra passi quello che ho passato io.
    Ho lo stomaco spaccato da tutte le volte che ho pianto per lui.. La mia prima volta non me la immaginavo così.. Pensavo mi amasse, ma era solo una menzogna per usarmi.. Mi ha rovinata.. Per sempre.

    1. Gentilissima,
      lei è molto giovane e questo per la cura del trauma è un elemento positivo. Non smetta di sperare e non consenta alla sua storia passata di guidare il suo futuro. Ad oggi affidandosi a specialisti preparati, il trauma si può affrontare e superare. Deve avere fiducia e pazienza, poiché è necessario del tempo affinché questo accada. Le auguro il meglio.

  28. Salve dottoressa, sono mamma di una bambina di 8 anni.Quando mia figlia aveva circa 3/4 anni appena vedeva lo zio cercava di toccargli le parti basse,in quanto x lei era uno gioco, la cosa strana che si comportava così solo con questa persona….Ho un dubbio che mi assale da tempo è possibile che la piccola abbia subito un abuso ?? Cordialmente Maria

    1. Gentile Maria,
      i bambini hanno dei comportamenti a volta incomprensibili per gli adulti e spesso ci sono delle motivazioni più semplici e meno allarmistiche dietro quelli che appaiono come degli agiti sospetti. Detto ciò mi è naturalmente impossibile rispondere a questa domanda senza conoscere alcuni dettagli importanti che si indagano quando sorgono simili dubbi. Se i suoi timori sono avallati da comportamenti particolari della piccola o segni di disagio, come ad esempio difficoltà del sonno, incubi, minzione notturna, problemi di concentrazione, difficoltà scolastiche, è comunque il caso di approfondire. In ogni caso, se ha molto timore, potrebbe far visitare la bimba da uno specialista.

  29. Gentile Dott.ssa, Lei e’ veramente gentile e professionale. La rigrazio ancora. cerchero’ di fare quel che posso, anche se come dice Lei, non posso fare granche’.

  30. Gentile dott.ssa, sono un marito di una donna abusata dal fratello in giovane età, dagli 8 ai 12 13 anni presumo. La madre non la ha aiutata il padre neanche. Dopo 11 anni di fidanzamento ci siamo sposati. Da subito ansia e depressione. Poi la verità, e anche che lei prima di conoscermi, conduceva una vita dissolta. Sposati da 10 anni fin da subito mi ha fatto vivere con spietatezza l’esperienza dell’abbandono per 10 11 volte affermando che la causa del suo malessere è il matrimonio andando a vivere nella stessa casa dove c’era anche suo fratello. Mi accusa di essere stato io, sposandola a farle ricordare quegli episodi. Mi dice che non vale nulla.. Che sarebbe meglio che lei stessa non esistesse, e che non vede altro che buio. La sorella maggiore ha sempre saputo. Il fratello è morto da quattro anni, la madre ed il padre da almeno 14 anni. Sono rimaste le 4 sorelle e i 2 fratelli. Ha sempre tentare di farsi lasciare.. Ora dopo un litigio è andata a vivere di nuovo a casa della sorella, tra l’altro nella indigenza più assoluta. Mi dice sempre che sono una perla di persona, ma che lei vede buio e non è adatta a me e a fare la moglie. Dalla sua psichiatra vuole solo farmaci. Vuole dormire sempre, e non vuole parlare con lei dei suoi problemi che evidentemente non accetta. Che posso fare? Io la amo. Lei non accetta i legami e le responsabilità. Perché fa così? Da fidanzati mai un problema. È come se fosse rimasta indietro e bambina. Vuole convincersi che la sorella non è come la madre? Che ha una famiglia? Loro sono stati sempre assenti anche quando li abbiamo messi al corrente 10 anni fa. Come posso superare questo problema? Sto male anche io. Non voglio lasciarla.. Voglio stare con lei ed aiutarla. Come si può aiutare una moglie che parla di separazione, ed che vede come unico rimedio solo l’oblio e lautolesionismo? Da piccola.ha tentato anche il suicidio, è lo ha pensato anche da sposata. Grazie.

    1. Gentile Giuseppe,
      anche per lei, come per gli altri compagni delle vittime di abuso, rispondo allo stesso modo. Purtroppo non c’è qualcosa che può fare un compagno di vita per sollevare dal dolore di un trauma la persona che ama. Stare accanto e mostrare comprensione e pazienza è la sola cosa che può giovare. Faccio spesso questo esempio per aiutare a comprendere meglio. Se una persona si ammala, chi le sta accanto la porta da un medico e non pensa a come poterla guarire, perchè sa di non avere le competenze adeguate; così è per le ferite della mente, specialmente se di origine traumatica.
      Per il resto, sua moglie sembra avere davvero problematiche importanti che necessiterebbero un supporto adeguato in sede appropriata.
      Ma sta esclusivamente a lei trovare la volontà e la motivazione di voler affrontare il trauma. Accettare questo è complesso ma fondamentale per chi vive accanto a queste persone.

    2. Gentile Dott.ssa, La ringrazio di cuore. Come Lei comprendera, e’ dura’ vivere con una moglie quasi anafettiva. Io comprendo mia moglie, ma ho rabbia nei suoi confronti. Cercare l’aiuto da una sorella che si e’ conformata ai genitori, non mi sembra una mossa intelligente. Non ci sono piu’ le condizioni di quando era bimba. Ora dovrebbe essere lei ad aiutarsi e farsi aiutare anche da me. Lasciarla potrebbe essere deleterio. Mi vuole nella sua vita in un modo o nell’altro. E anche io. Che situazione!!!

      1. Gentile Giuseppe,
        per aiutarla a comprendere meglio, posso dirle che quando si tratta di queste situazioni traumatiche, in realtà si è intrappolati proprio in vecchie dinamiche infantili. Sono nodi irrisolti in cui si continua a girare a vuoto proprio perchè non si ha la capacità di dare un significato differente a cosa sia accaduto e si tenta di risolvere il problema ripetendo all’infinito lo stesso circuito – quindi si, è come se apparisse bambina ma non ha altra scelta, nè possibilità di realizzare cosa stia facendo. Per questo è molto importante che ci sia un lavoro che aiuti proprio a dare un significato nuovo al passato e quindi a trovare altre vie. Lavoro che non può essere fatto in proprio, ma necessita un supporto professionale. Le auguro il meglio. Cordiali saluti.

  31. Ciao, mi chiamo Claudia e ho appena scoperto che il mio ragazzo è stato abusato da un cugino quando era piccolo, tipo 5 anni. Gli è sfuggito ieri durante una lite e poi è scoppiato a piangere dicendo che è passato tanto tempo che non sa più se è la verità. A quanto pare i suoi lo lasciavano con lui quando avevano da fare..tipo baby-sitter. Questo è tutto quello che so, perchè non ho osato chiedergli niente…non volevo essere invasiva e peggiorare la situazione obbligandolo a richiamare dei ricordi dolorosi. A parte che mi sentivo devastata per non poter fare niente, per veder soffrire impotente la persona che amo, per non averla potuta proteggere e non sapere adesso cosa dire o fare. Lui poi si è calmato e mi ha detto che non sa perchè me lo ha detto visto che è qualcosa che ha superato già da molto tempo (adesso ha 29 anni). Il fatto è che lui è una persona molto riservata e non parla delle sue emozioni più intime, quindi figuriamoci se gli va di parlare di questa storia. Io non voglio obbligarlo a tornare sull’argomento o forzarlo a parlarmi di cose tanto dolorose se davvero le ha superate solo perchè io voglio egoisticamente che le condivida con me, però devo assicurarmi che stia davvero bene e che non mi stia dicendo che sta bene solo per farmi stare tranquilla. Che dovrei fare? Il mio istinto mi dice che devo abbracciarlo e non lasciarlo solo. Però non voglio essere soffocante e probabilmente non è il modo migliore per mostrargli che gli sono vicina.

    1. Gentile Claudia,
      penso che sia stata molto delicata e rispettosa di quello che il suo ragazzo le ha raccontato, visto anche il modo in cui poi lui ha voluto chiudere la conversazione. Come sempre alla domanda “che dovrei fare” rispondo che purtroppo non è possibile avere una risposta generalizzabile e che soprattutto non c’è nulla che possiamo fare per la persona, se non è lei stessa a voler fare qualcosa per se stessa. Le storie di abuso sono eventi critici la cui volontà di elaborazione dipende esclusivamente dalla persona che li ha vissuti. Chi è accanto può sostenere e mostrare appoggio, suggerire di intraprendere un percorso e lavorare poi su se stessa per comprendere se e come può accettare e superare questa informazione sulla vita del proprio compagno.

  32. Salve, desidero ringraziare la Dottoressa per la sua incredibile disponibilità e tutti quanti hanno parlato delle loro storie.
    Io sono una donna di 36 anni. Da bambina ho subito due episodi di abusi da parte di sconosciuti, un gruppo di giovani uomini. Due volte, perché il giorno dopo il primo episodio, io sono andata a cercarli.
    Eravamo in un albergo, all’estero. I miei genitori non si sono accorti di nulla.
    Per anni ho dimenticato. Poi il ricordo è riaffiorato, ne ho parlato con i miei genitori. Credo si siano sentiti in colpa. Mia madre, che ha un carattere fortissimo (a volte soffocante per me), mi ha portata in quell’albergo e ha parlato ad alta voce, davanti a tutti di quello che era successo. Gelo. Io mi sono sentita a disagio.
    Poi non ne abbiamo più parlato. Io credo che i miei genitori, quasi più di me, abbiano cercato di dimenticare. E credo che una parte di me li detesti per questo, anche se li amo molto.
    Faccio fatica a parlare di questo episodio di abuso. ll senso di colpa e di vergogna sono elementi ricorrenti. A volte ho bassa autostima, sono indecisa e inconcludente. Ho un rapporto problematico col sesso. Provo attrazione e desiderio forti, ma qualcosa mi blocca. Spesso non riesco a lasciarmi andare del tutto e mi forzo ad accontentare la persona in questione. Un sogno ricorrente è che io incontro un uomo che mi piace molto, iniziamo a baciarci e toccarci e stiamo per fare sesso, ma succede qualcosa di esterno che ce lo impedisce, per esempio entra un bambino nella stanza in cui siamo.
    Ho avuto anche dei bei rapporti sessuali. Sto bene con gli uomini che sono dolci e che lasciano che sia io a fare la prima mossa.
    Vorrei vedere un terapeuta. Dottoressa, se vivessi a Roma, le chiederei di accogliermi come paziente. Saprebbe consigliarmi una collega (preferirei una donna) nella città in cui vivo? Posso scriverle (o chiamarla) per questo consiglio (prometto di non dilungarmi)? Grazie

    1. Gentile Irene,
      la ringrazio per il suo apprezzamento, è molto importante per me sapere di poter essere di chiarimento e supporto.
      Può certamente scrivermi – le ricordo che non sarà possibile per me fare alcuna considerazione sulla sua storia in quella sede.

      1. Grazie Dottoressa, sì mi rendo conto che non sia possibile valutare la storia di una persona senza averla conosciuta. Le scriverò senz’altro.

  33. Gentile Dottoressa, il suo blog è di immenso aiuto, trovò conforto nel leggere che certe cose non sono successe solo a me.
    ci può parlare della mancanza di autostima che si manifesta da adulti in situazioni di abuso infantile?
    Grazie mille

    1. Gentile Elisa,
      la ringrazio per le sue parole di apprezzamento. Sono sempre lieta quando leggo che questo piccolo spazio sia di aiuto per le persone.
      Il discorso sull’autostima è certamente complesso e proverò dunque a semplificare al massimo per rispondere alla domanda.
      Brevemente, l’autostima è legata strettamente al senso di colpa che è un elemento predominante in chi ha subito questo tipo esperienza. Il bambino solitamente tende ad incolpare se stesso per ciò che è accaduto e nella vita adulta tenderà a sviluppare uno spiccato senso di colpa. Il sentirsi colpevoli porta alla costruzione di un’immagine di sè negativa, alla tendenza a sentirsi inadeguati e quindi questo inciderà sull’autostima che sarà inevitabilmente bassa e fragile.

        1. Gentile Martina,
          in ogni lavoro mirato al trauma dell’abuso in infanzia, una delle parti principali è proprio quella di affrontare e sovvertire le dinamiche legate alla colpa e quindi conseguentemente aiutare l’autostima e la fiducia in sè e nell’altro ad ampliarsi nuovamente. Non è dunque solo possibile, ma fondamentale per la riuscita del percorso, che questo senso di colpa venga mitigato.

          1. Buongiorno Dottoressa, grazie la sua risposta soddisfa tutte le mie domande sull’autostima. Ho una vita di cui una persona normale non si lamenterebbe, un buon lavoro, certo ci sono stati periodi difficili anche sul lavoro ma ora non mi posso lamentare, ho una bella figlia, e una casa. Sono separata e single. Tuttavia ci sono momenti in cui per via del mio essere single mi sento vuota, inutile, rifiutata è come se stessi scontando continuamente una punizione divina, un senso di sofferenza così profonda che secondo me se avessi avuto un’infanzia normale senza il vissuto di abuso non sarebbe così lacerante.
            Ho avuto un matrimonio di 12 anni con un narcisista che sono riuscita a lasciare, poi mi sono innamorata di un uomo che purtroppo mi ha lasciato per un’altra. È possibile dottoressa questa interpretazione?

          2. Gentile Elisa,
            è certamente possibile che sia tutto connesso alla sua esperienza traumatica, al suo sentirsi in colpa e quindi questo potrebbe spiegare in parte la tendenza ad accettare di entrare in relazioni che la mortificano. Naturalmente in questa sede e in assenza di una conoscenza approfondita sulla sua storia nella sua interezza, non è possibile dedicarsi oltre alla ricerca di significati troppo calzanti. Le consiglio di provare a cercare un supporto, mi sembra pronta a recepire e a lavorare su questo materiale.

  34. Buongiorno, ieri il mio ragazzo si è aperto con me confidandomi un po’ di cose sulla sua infanzia/adolescenza. La sua situazione familiare era pessima, il papà era violento e manesco con la mamma e in casa c’era sempre tensione e nervosismo. Dagli otto ai quindici anni la sorella, maggiore di tre anni, lo costringeva a giocare a fidanzati… i primi episodi lui riferì ai suoi genitori, purtroppo, non intervennero(questa cosa mi distrugge) , poi diventarono dei veri e propri atti sessuali che alla fine lui, per come lei parlava, gli sembravano anche normali. Tutto questo ha danneggiato profondamente la sua psiche… dai 15anni ha cominciato a fare uso di pornografia e a vedere cose sempre peggiori fino a che si et spinto a travestirsi da donna in web e fare sesso virtuale con uomini. Non so che fare, sono distrutta. Aiutatemi!

    1. Gentile Ginevra,
      non posso dirle io cosa fare in questo caso. Deve riflettere lei su cosa sia meglio per la sua relazione, se ha voglia di continuare a stare accanto al suo ragazzo o se pensa che quanto raccontato sia per lei troppo gravoso. Per quanto riguarda la possibilità di aiutare lui, il consiglio è sempre lo stesso. Proporgli un approfondimento della sua drammatica storia in una sede appropriata, per poterlo aiutare a sciogliere i suoi nodi traumatici.

  35. Salve, ho 23 anni e sono una ragazza. Da bambina passavo la maggior parte del mio tempo con due amici che attualmente sono la mia seconda famiglia, i nostri genitori sono amici da sempre. Sono venuta a sapere che il loro nonno paterno, ha stuprato il nipote maschio per anni. Detto questo, noi abbiamo sempre fatto tutto insieme, anche dal nonno ci andavo spesso con loro. Ma ci sono cose che da tempo mi girano nel cervello. E’ come se certe volte non riuscissi a comprendermi, spesso, soprattutto in passato, mi succede che sobbalzo se qualcuno mi sfiora per sbaglio, è da un po di tempo a questa parte che ho dei flash che non so spiegarmi, ma ho la sensazione che mi sia successo qualcosa in passato di cui non ne sono consapevole. Inoltre è da poco che ho iniziato a comprendere cosa significasse il piacere sessuale (nonostante a 14 anni ho per forza voluto rompere la mia verginità), prima d’ora mi sentivo in colpa dopo rapporti sessuali, come se stessi facendo qualcosa di sbagliato. Inoltre quando sto per raggiungere un forte piacere, mi blocco, quindi non credo di aver mai avuto un orgasmo. Ci sono tante cose che davvero non mi spiego

    1. Gentilissima,
      quello che posso suggerile, visto che riporta delle diverse difficoltà soprattutto nella sfera intima, di approfondire in sede adeguata questi dubbi. E’ importante che possa essere aiutata a trovare quelle risposte, che al momento non riesce a darsi. Potrebbero non necessariamente riguardare un’esperienza traumatica, ma è comunque importante poter avere uno spazio su cui riflettere in merito.

  36. Ho 18 e fino ai 13/14, più o meno, non ho mai pensato all’accaduto né tantomeno me ne ricordavo.
    Ad un tratto è apparso nella mia mente un ricordo, prima in modo superficiale, per poi farsi sempre più spazio e diventare sempre più vivido e reale.
    Ricordo il marito di mia nonna che, con la scusa del farmi un po’ di coccole, comincio ad arrivare sempre più in basso, fino al toccarmi, avevo più o meno 7/8 anni
    Per tutta l’infanzia e successivamente l’adolescenza l’ho sempre ripudiato come persona
    Mi sono sempre rifiutata di, anche semplicemente, abbracciarlo o farmi dare un bacio sulla guancia per salutarlo, senza capire mai (fino al momento del ricordo) il perché di questo mio strano odio nei suoi confronti
    Per anni(anche prima di ricordare) ho fatto dei sogni ricorrenti, nel quale mi trovavo di fronte ad un pericolo, come una violenza fisica, nei quali c’era sempre lo stesso finale: io costretta a subire, inerme, priva di voce per urlare e capacità motorie per difendermi o anche solamente scappare
    Non ho mai pensato di ricorrere ad una consulenza psicologica, perché, oltre a queste cose e a qualche problema nel gestire rabbia non ho mai avuto problemi, e questa è la prima volta che ne parlo a qualcuno
    Riscontro però anche uno scarso desiderio sessuale ed, ultimamente, all’accaduto ci penso molto, perché mi sento come se volessi liberarmi di un peso
    Ho paura che se ne parlassi con qualche familiare distruggerei la sorta di equilibrio che c’è, ma soprattutto avrei paura di non venir considerata o creduta

    1. Gentile Anna,
      la sua paura e le sue difficoltà sicuramente sono parte di un processo comune per chi ha subito un abuso. Sarebbe bene se potesse chiedere un aiuto.
      Per farlo è sufficiente che lei individui un professionista che possa ascoltarla. Se non conosce nessuno provi prima a chiedere se qualche amico o conoscente ha un nome fidato da suggerire.

  37. Ho subito una molestia all’etá di 15 anni da parte del mio patrigno. Solo qualche mese fa ho iniziato un percorso da un professionista perchè in tutti questi anni non ho avuto il coraggio di distruggere la vita delle persone a me vicine e forse anche del senso di colpa per non essere stata in grado di fermarlo subito. Ora lo sa anche mia madre ma purtroppo il messaggio che volevo farla passare, quello dell’averla protetta da questa brutta verità non è passato.. lei è convinta che io in qualche modo mi fossi invaghita di lui. Mi trovo davanti a lei che non capisce come posso perdonarlo ma io non riesco a sentire la rabbia, non riesco a condannarlo e a vedere la situazione da esterna. Ho quasi paura di arrabbiarmi con lei perche piuttosto che chiedermi come sto o come sono stata in 13 anni punta il dito su di lui, ma per lei la risposta è semplice: hai fatto finta di niente per tutto questo tempo frequentandolo anche, è impossibile che ti abbia segnato così tanto.Il tempo mi aiuterà?

    1. Gentile Jessica,
      il senso di colpa che ha è uno degli elementi portanti di un’esperienza di abuso sessuale nell’infanzia; elemento che viene poi a influire sullo sviluppo e la vita adulta. Il percorso che ha iniziato è ancora alle sue prime fasi, si dia del tempo e vedrà che tutti questi sentimenti troveranno un ordine più adeguato.

  38. Il mio ragazzo è stato violentato da bambino dallo zio. Non ha mai detto nulla. Adesso forse l ho convinto a denunciarlo. Lui soffre di depressione da tempo ed ha scarsa autostima.
    Fa una cura di farmaci da tempo ma non me viene mai fuori. Cosa posso fare per aiutarlo? Deve superare questo trauma adesso ha 34 anni. Ed è giusto che lo zio sia punito per questo.(è già in carcere per violenza in realtà ma perché ha abusato di altre persone).
    AiutateCi

    1. Gentile Elle,
      una cura solamente farmacologica non è sufficiente per poter affrontare e sanare i danni dovuti a situazioni traumatiche. Sarebbe opportuno che provasse a trovare uno spazio adeguato per poter elaborare la sua drammatica storia.

  39. Dopo sei anni di psicoterapia, iniziando a meditare, improvvisamente rivivo un.flash back che inizialmente mi turba e mi fa indagare. Prendo consapevolezza, perché non ho ricordi chiari, che mio padre ha violentato ripetutamente mia sorella ( maggiore die di cinque anni) e me. Ho sensazioni corporee, tutto ora quadra, i miei disagi. So ma non ho ricordo che è avvenuto dai sei agli 11 anni circa. Incubo ricorrente di non riuscire a parlare. Sto assumendo un blando farmaco. Ho 45 anni, separata con una storia sessuale intensa, non sapevo dire no al mio partner che mi proponeva scambi e rapporti a quattro, ma non mi piacevano. Separandomi ho ricercato ordine in quel caos che era la mia sessualità rivivendo la per provare piacere e dominarla. Dopo tanto lavoro dal terapeuta ora frequento un uomo stabilmente. La sua relazione non è basata su sesso ed erotismo, sono felice, finalmente faccio l’amore come gesto di condivisione di sentimento, a volte mi vengono flashback perché mi sento protetta e non violata. Ma non ho più orgasmi. In parte credo che siano le gocce, ma mi accorgo che da sola ho.orgasmi solo se vedo GIF erotiche. Inizio a pensare che la mia unica capacità per venire è associarla a senso di odio, vendetta, rivalsa e poi mi sento in colpa. Invece con lui provo emozioni enormi nel mentre, di un corpo il moo unito ad un anima la mia. Lo sento che ama me non sono un suo strumento, tutto è così intenso da commuovermi a volte ma poi mi blocco. Sono felice lo stesso ma mi chiedo se ne uscirò e come. Mi pesa non avere ricordia al contempo mi terrorizzano. Come accettare che amo e odio mio padre.
    È durissima ma finalmente contemporaneamente ora mi sento felice e sto meglio. È dura accettare di essere un costante ossimoro. Troverò una sana sessualità? Saprò amare senza diventare dipendente?
    Grazie

    1. Gentile Milena,
      mi sembra che il suo lungo impegno nell’affrontare e superare il suo sentirsi un “ossimoro”, per usare le sue stesse parole, stia dando i frutti che merita. Non è possibile rispondere alle sue domande senza risultare retorici o superficiali, ma porrei al suo terapeuta questi quesiti e i dubbi sorti a seguito di queste memorie riaffiorate e proverei a riflettere in quel suo spazio prezioso sui significati possibili.

  40. Un saluto a tutti voi.
    Brevemente . All’età di circa 7.8 anni sono stata fatta di attenzioni sessuali da parte di mio fratello. Maggiore a me. Non ricordo esattamente cosa mi abbia fatto è fin dove si possa essere spinto… Ho ricordi nitidi per alcune cose… mentre altre no…

  41. Ho 42 anni all’età di 5 anni ho subito per almeno 1 anno molestie da mio fratello più grende di 10 anni. La mia vita non è stata affatto facile anzi una bassissima autostima, che mi ha portato a fare strafalcioni nella vita lavorativa e affettiva, si sono stato autodistruttivo ho icolpato incosciamanete la mia famiglia di tutto il male che ho subito nel corso degli anni. alle violenze fisiche da bambino sono proseguite le violenze pisicologiche con la mia famiglia (buonoa nulla etc.). Ho completamente rimosso cosa mi è successo tra i 5 e i 6 anni. Psicologi psichiatrici ne ho frequentati nel tempo con scarsi risultati ora sono a un bivio, rinasco o trovano loro il modo di “sistemarmi”. Son stanco di non aver amore perchè questo chiede la mia anima. qualcuno può ascoltami!

    1. Gentile Giuseppe,
      purtroppo nessuno può “sistemare” le persone, neppure un professionista della salute mentale. Il nostro compito è quello di accompagnare con degli strumenti utili le persone in un percorso che possa dare loro la possibilità di elaborare e superare le problematiche che presentano. La motivazione e la volontà al cambiamento dipendono dalla persona che fa richiesta di aiuto. Sono certa che vi sia la disponibilità all’ascolto e spero possa trovare qualcuno in grado di darle questa opportunità.

  42. Ho 40 anni. Quando avevo circa 7/8 anni, il padre di mio padre, ha abusato di me. Mi ha toccato e si è fatto toccare. Dopo alcuni giorni l’ho raccontato a mia madre che ha detto che sicuramente avevo capito male e che nonno mi voleva bene. È iniziato il mio devastante percorso. Aggressività, pessimo rapporto con mamma, bulimia, ancora oggi, scelte sbagliate. Sono esausta. Non so difendermi quando vengo attaccata, tanto da diventare una vittima. Non sono chi chiedere aiuto. Ho un marito che non ho mai amato, che non volevo perché non mi piaceva così, ma pensavo che non potevo desiderare di meglio e che oggi non mi apprezza per niente. Non so a chi chiedere aiuto per poter uscire da questa situazione soffocante.

    1. Gentile Anna Maria,
      provi a cercare un sostegno di un professionista, se possibile che si occupi in modo specifico di abusi e traumi. La sua storia e ciò che prova fanno parte di questo tipo di esperienze e con l’adeguata cura è possibile dare un sollievo a queste angosce e una soluzione alle problematiche che hanno portato con sè.

  43. Salve ho 21 anni sto scrivendo per raccontare la mia storia che iniziò quando avevo solo 9 anni ero un bambino vivace e solare fino quando sono stato abusato sessualmente (rapporto completo) ero ai parco giochi c’erano dei ragazzi di 10 11 anni ed c’era anche lui aveva 16 anni era gentile e simpatico dopo la partita lui decise di fare il bagno nella mia zona c’era un lago siamo andati li gli altri ragazzi se ne andarono dopo 30 minuti erano andati ero rimasto solo con lui A iniziato a abusare completamente di me ero consapevole che non mi avrebbe sentito nessuno per diversi minuti li lasciai il mio corpo guardavo da un altra parte era passato 17 giorni uscivo solo per andare ho al supermercato qui vicino ho da mio cugino in breve evitato posti come parco giochi ecc.
    Un giorno lo visto con un gruppo diverso dal mio ed decisi di seguirli andavano nello stesso posto c’era una bimba 7 anni che conosco usava la stessa strategia io saprvo come sarebbe andata ed non ho fatto nulla ero terrorizzto ed sono scappato a 17 anni ho rivista la bambina che non era più una bambina gli avevo raccontato tutto lei Negava quello che era successo e gli dissi mi sarei sacrificato al posto tuo lei non disse nulla quel silenzio mi aveva dato la conferma mi abbraccio e mi disse stammi bene non lo più rivista e lui non lo rivisto da quell giorno ho avuto forti sensi di colpa non avevo appetito rabbia molta però con il tempo si e placsto tutto questo il mio problema e che non mi interessa il sesso ho provato tante volte e com’è se ho il cervello spento questo e il mio lato oscuro lo detto solo al mio migliore amico pochi giorni fa spero che mi risponda qualcuno

    1. Gentilissimo,
      la sua storia è molto forte e dolorosa. Spero possa avere la forza di chiedere un aiuto per affrontare quanto raccontato e provare a risolvere le ferite che questo episodio porta con se nella sua vita.

      1. Grazi e lo spero anch’io il fatto e che ultimamente non sto tanto bene non ho più memoria nel senso non Riccardo nulla dai 9 in sotto l altro ieri ho avuto un forte flash Back e mi sono ricordato una cosa brutta successa ad un amico di famiglia mamma mi ci portò spesso il padre usciva per 30 40 minuti e lasciò sempre la porta semi aperta per far entrare il vicino per darci un occhiata era entrato in camera sua ricordo la dua voce terrorizzata lui non mi aveva visto ero in salone ero entrato in camera e lui mi vede e scappo il mio amico mi diceva che così fa sempre mi tocca e mi mostro con il dito ricordo che era successo a 7 anni a 8 anni iniziò a masturbarsi e mi voleva far vedere anche a me io non volevo e così ho smesso di essere suo amico adesso dopo tutto questo sono tornati i sensi di colpa perche potevo dirlo a qualcuno ai genitori non loso però non ho fatto nulla per aiutarlo avrei solo voluto essere un bambino normale il mio vero obiettivo avere una famiglia essere padre tutto qui. Scusa se le faccio perdere tempo

  44. Buongiorno, fin da piccola mio padre ha sempre avuto nei miei confronti atteggiamenti ambigui, mi faceva guardare pezzi di film porno, si mostrava nudo, allungava troppo le mani, mi raccontava stralci delle sue relazioni sessuali è una volta mi ha portato a far finta di adescare una prostituta (io 8-9 anni nascosta sotto una coperta in macchina). Ho forti dubbi che sia successo di più ma non ho ricordi. Dalla adolescenza cibo a pochi anni fa mi trovavo a desiderare sessualmente mio padre è questo mi creava un grandissimo senso di colpa.Oggi a 36 anni vivo una sessualità a tratti piena di rabbia. Essere toccata mi scatena rabbia che reprimo per non dispiacere al mio compagno. Sono un vulcano sempre pronta ad esplodere.
    Come posso sapere se mi è successo qualcosa in più? Grazie infinite.

    1. Gentile Barbara,
      molte volte quando si parla di abuso si pensa ad esso come ad un intervento diretto e invasivo sul bambino. Purtroppo le azioni abusanti sono spesso non esplicitate, ma non meno gravi. Le risponderei prima di tutto dicendole che questi atteggiamenti che lei descrive sono già un abuso e che da soli bastano a giustificare queste manifestazioni di rabbia e difficoltà che lei porta con sè oggi. Mi occuperei prima di tutto di riflettere e lavorare su questi episodi, se esiste qualche ulteriore ricordo potrà emergere in seguito.

  45. Ho subito abusi all’età di 4 anni da un cugino di mia madre
    Oggi dopo tanti anni di sedute dalla psicologa sono un uomo realizzato e padre di una splendida bambina
    Tuttavia permangono ancora strascichi in momenti di cambiamenti di vita come cambio lavoro etc…sono rimasti incubi omosessuali e soprattutto pensieri omosessuali che mi rimandano sempre a quella piacevole sensazione è dubbio di essere gay…e tutto ciò che ho creato sia una farsa
    È possibile che la paura ed il dubbio di essere gay permanga a lungo nel soggetto abusato???
    A volte mi sembra che a furia di pensarci mi esploda il cervello..il tutto accompagnato da tanta ansia

    1. Gentile Nicola,
      tutte le ansie e i timori che generano in noi dubbi e quindi problematiche, indipendentemente da dove siano originati, indicano la necessità di doversi soffermare ancora su di essi, poichè i nodi che recano non sono stati sciolti. Non possiamo cancellare gli eventi che pure hanno contribuito a definirci per quello che siamo, per quanto faccia male in questo caso. La domanda che porrei e su cui la inviterei a riflettere è: come è possibile che io abbia così tanta paura di essere gay? Molti pazienti omosessuali con una storia di abuso a volte arrivano a mettere in discussione il loro orientamento sessuale proprio perchè pensano che sia stato l’abuso a scegliere per loro. Io rispondo sempre, che come tante altre cose nella vita, le nostre scelte sono il risultato della nostra storia e che se si sentono felici e liberi, allora da dove arriva non è importante. Se invece si è tormentati, allora è necessario indagare il perchè questa cosa spaventi così tanto.

  46. Salve.. Ho sempre avuto una famiglia disastrata… Non economicamente ma proprio nel nucleo famigliare… Ho preso botte, insulti, violenza psicologica.. Mi hanno persino segregata in casa quando all’età di 13 anni sono stata stuprata da un 40enne e lo sono venuti a sapere… Mi tagliavo.. Nella mia stanza.. Senza poter uscire..
    Ora ho 18 anni, mi sto affacciando nel mondo del lavoro, ma purtroppo ho visto come in tutti gli ambiti e compreso questo il mio passato mi blocchi.. Non riesco ad avere una continuità.. Non riesco a relazionarmi.. Sono a contatto con il pubblico e i miei colleghi mi credono scema perché a causa della mia ansia balbetto e non ne faccio mai una giusta..
    Questo mio passato mi sta distruggendo e io non so più cosa fare per star meglio..

    1. Gentile Denise,
      lei è molto giovane e la sua storia certamente molto dolorosa. Le sue ansie sono del tutto giustificate, ma è possibile lavorare su di esse e sulla sua storia per elaborarla e far sì che non la ostacoli ulteriormente per il suo futuro. Provi a chiedere il sostegno di una persona fidata e se possibile si rivolga ad un professionista che possa accompagnarla in questo percorso.

  47. Abusata dal padre da età pre- scolare sino al diciottesimo, pian piano me nè sono andata di casa. Quasi vent’anni di violenze, ho voglia di verità, come andare in tribunale? Sono passati 30 anni ora e continuano le sue violenze verbali. Sono borderline, forti disturbi alimentari (quasi anoressia), poca fiducia in me e del mondo circostante… alti e bassi ma non bipolarismo, almeno da perizie da me richieste…per anni ho creduto di essere matta, che fosse colpa mia e mio dovere, ricordo anche gli odori…mi aiuti. Sono seguita da uno psicoterapeuta che mi definisce “sopravvissuta”. Voglia di verità, non può negare… Per favore…Grazie

    1. Gentile Sabina,
      mi perdoni se non rispondo correttamente alla sua domanda di aiuto. Se ho capito bene mi sta chiedendo se è possibile denunciare suo padre e come? Per queste situazioni è necessario capire bene la storia e le tempistiche e ci si deve rivolgere ad un avvocato per una consulenza.

  48. ho un compagno ,che da molto piccolo e’ stato violentato dal padre ,che oltretutto usava anche violenza fisica,..questo e’ perdurato ,per tanti anni ,facendo coivonlgere sessualmente altre persone,sempre adulti che abusavano di lui,molte volte anche con la presenza del padre stesso.ha subito qualsiasi tipo di umiliazione,..molte volte vorrebbe parlarmi di episodi,ma si blocca,e cerca di riderci sopra,..io vorrei aiutarlo, ma ho paura di creare dell’altro danno,quando inizia a parlare delle sue vicende,lo lascio parlare,cercando di non farlo mai sentire a disagio,..cerco di fargli capire che la vergogna che prova, non deve essere la sua,..ma di capire che e’ di chi ha abusato su di lui,..comunque capisco che non e’ facile ,e’ gia’ stato da un psicologo,che fortunatamente,gli ha dato la consapevolezza, che a fronte di tutto quello che ha passato,e’ una persona molto forte,..Con me le difficolta’ sono quelle relazionali,…sessualmente,penso che molto gli ricorda il passato,..dai suoi racconti,sembra di capire,che il sesso preferisca farlo con incontri occasionali,alcune volte anche con una certa dose di violenza,..tutto perche’ penso ci sia stato uno scontro tra odio e amore con il padre,..io, vi chiedo,..come posso aiutare il mio compagno,a cui voglio molto bene,..?

    1. Gentile Luciano,
      a volte mi stupisco di come persone così sensibili e premurose, come lei sembra essere con il suo compagno, non si accorgano di quanto già fanno per la persona che amano. Lei si chiede come può aiutarlo ancora, mentre io leggo di quanto già sta facendo e di come questo sia proprio quello che serve: esserci, rinforzare le risorse della persona e ricordargli che non ha colpe. Continui così, ha la mia stima e faccio ad entrambi i miei complimenti per come una storia così tragica non abbia fermato nè il suo compagno dal trovare una via di serenità, nè spaventato lei, che con la sua delicatezza e non invadenza, sta accompagnando questa persona nel suo difficile cammino.

      1. La ringrazi per la sua stima,ma giorno per giorno,mi accorgo che tutto diventa sempre più difficile,il mio compagno si chiude sempre più a riccio nel parlare del suo passato,alcune volte mi dice ,che è stato una sbaglio avermi fatto delle confidenze,provo molte volte a fargli capire di non essere stato il solo a subire gli abusi ,indubbiamente,ognuno pensa al proprio,..una frase che ultimamente mi ha detto, che solo chi è incappato in certe violenze può capire,neanche un psicologo riesce a capire ,difatti pur essendoci stato dal psicologo,mi dice che comunque non tiene conto di quello che gli ha detto,lo considera come conforto,niente di più..capisco che questi discorsi li fa a me,penso voglia non parlare più del problema, mi sento inerme…non so più come riprendere il discorso,ho paura di una sua reazione.In un momento di mia impotenza,ho rifiutato di avere rapporti sessuali,dicendogli che probabilmente ha vinto suo padre,l’abusante,ora deceduto.È riuscito a farti tenere il segreto,e con il sesso ti riunisci a lui,ed io non ero più disponibile a ciò…Ma poi mi sembrava di punirlo per il solo fatto che non vuole più parlare delle sue angoscie. ,ho chiesto scusa e ci siamo abbracciati ,penso che mi stiano venendo a me dei problemi,ho pensato che non stesse avendo un rapporto con me,ma con il ricordo dei suoi abusi subiti….Non so come riaprire il dialogo sull’argomento,mi sento inerme.

        1. Gentile Luciano,
          purtroppo di fronte a delle difficoltà così importanti, chi è vicino alle persone protagoniste si sente impotente. Penso, come le ho già detto, che lei ha fatto e fa quello che può e su cui purtroppo non c’è altro modo di agire. La sofferenza resta sempre un fardello che deve essere gestito da chi lo porta e, anche se accompagnati da chi ci ama, può non essere possibile liberarsene. A questo punto invito sempre a ricentrare l’attenzione su se stessi e a chiedersi se si sta bene. Ci si deve occupare del proprio benessere che non deve sfuggire alla nostra vista, mentre ci occupiamo degli altri.

          1. sig.ra Bakacs
            La ringrazio sinceramente,capisco che il percorso e’ veramente difficile,ma l’affetto che provo verso il mio compagno e’ infinito,che vederlo soffrire mi crea quello stato di impotenza da farmi stare male,..Mi propongo sempre come spalla dove scaricare le sue difficolta’,e che insieme riusciremo a superarle,sento che da parte del mio compagno c’e’ la voglia di parlarne,ma il senso di vergogna di tutto cio’ che ha subito,lo fa frenare,.alcune vote,mi dice che saro’ la sua salvezza,…ed io senza farmi vedere piango,.non vorrei che se ne facesse una colpa anche del mio stato d’animo.
            Io La ringrazio tantissimo,e mi scuso in anticipo del mio sfogo,..ma un giorno vorrei scriverle per dirLe dei successi ottenuti,.c’e’ la mettero’ tutta,..e seguiro’ attentamente quello che sono i consigli da lei dati.

          2. Gentile Luciano,
            prosegua così, offrendo una disponibilità non invadente e non si tormenti se il suo compagno non si sentirà sempre pronto ad aprirsi.
            E’ sufficiente sentire che la persona è presente e pronta all’ascolto. Le auguro il meglio.

  49. Grazie per l’articolo.
    Mi identifico con i comportamenti in età adulta sopra descritti.
    Infatti tendo a periodi di depressione, ho bassa autostima, mi colpevolizzo, ho alti e bassi emozionali e la mia vita sessuale fino a ora non è stata soddisfacente.
    Quando avevo 7 o 8 anni circa, un cugino qualche anno più grande di me mi ha indotto di una maniera “amichevole” a masturbarlo, cosa che poi si è ripetuta in più occasioni (non so per quanto tempo) ed è arrivato a farmi usare indumenti di sua madre.
    Io stavo al gioco e lo vedevo normale.
    Fino ad ora non sono riuscito ad avere una relazione stabile, ho avuto più compagne a cui non ho mai confessato questi eventi e per la mia gelosia e aggressività le storie sono finite. Nell’adolescenza e fino a un paio d’anni fa ho fatto uso della pornografia, poi ho capito che non è sano per le mie emozioni e ho smesso. Non sono mai andato da uno psicologo, ma penso che ne ho bisogno anche perché cuando ho dei momenti di depressione o tristezza mi iniziano a venire istinti omosessuali, non sono attratto dall’uomo in se, ma dal pene per esempio transessuali, quando invece sto bene, allegro e sereno ho solo attrazione per la donna. Questo mi confonde ed è diventata una ossessione, non mi sento sereno ne libero. Ho il dubbio che questi istinti siano per l’esperienza vissuta, quindi la mente riproduce determinate sensazioni o per una omosessualità nascosta.

    Grazie per l’attenzione e per il servizio.
    Spero che il mio contenuto non sia troppo esplicito.

    1. Gentile Daniele,
      ringrazio lei per la sua testimonianza. Spero possa trovare la giusta motivazione per tentare un percorso che la aiuti ad elaborare quanto accaduto, così da ritrovare la serenità che merita.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto