Quando si parla di “abuso sessuale infantile” ognuno di noi ha in mente una definizione precisa, dettata il più delle volte da esperienze indirette. Purtroppo in alcuni casi l’abuso sessuale entra direttamente nella vita di un individuo, impattando violentemente sul suo normale corso, lasciando dietro di sé delle ferite psicologiche che variano per gravità a seconda del tipo di abuso subito, l’età e la capacità di autocura di cui ogni mente umana dispone.
Partiamo da una definizione generale: intendiamo per abuso sessuale infantile qualsiasi attività che implica il coinvolgimento in attività sessuali di un minore da parte di un adulto.
Da notare bene, quando ci riferiamo ad attività sessuale, non parliamo necessariamente di un rapporto fisico diretto, ma di tutto ciò che ha a che vedere con la sfera della sessualità, se una delle due parti rifiuta o non è nella posizione di comprendere (o comprendere con un senso di maturità piena in caso di adolescenti) ciò che sta accadendo. Ad esempio, oltre alla violenza sessuale che implica una penetrazione, la costrizione al toccare o baciare; la visione non desiderata di nudità o atti sessuali del singolo adulto, di una coppia o più individui; riferimenti sessuali e argomentazioni oscene.
L’abuso sessuale infantile ha solitamente e comprensibilmente un elevato livello di gravità e rischio per la salute mentale di un individuo e la sua crescita. Una persona che è stata abusata in età infantile porta nel decorso evolutivo della sua mente le tracce di un evento traumatico che solitamente ne devia il normale sviluppo.
Possiamo dire in linea generale che il livello di gravità segue tre dimensioni fondamentali:
- il tipo di abuso subito e la sua durata – ovvero, se si è trattato di veri e propri rapporti fisici, toccamenti o esposizioni visive o racconti e provocazioni e quanto a lungo;
- l’età e le risorse individuali del bambino – ovvero, in quale fase dello sviluppo il trauma lascerà traccia e di quali risorse dispone;
- l’identità dell’abusatore – più la parentela è prossima alla vittima, peggiori saranno le conseguenze del trauma subito.
Per intenderci, potremmo dire che un abuso sessuale subito da parte di un genitore ad un bambino in età pre-puberale (8-11 anni circa) che si protrae nel tempo, con un coinvolgimento fisico totale, con ogni probabilità si rivelerà un’esperienza tra le più distruttive per la salute psichica.
Naturalmente essendo queste tre dimensioni molto variabili, fare previsioni nei singoli casi è molto complesso e, proprio per le capacità e risorse individuali, situazioni che potrebbero far pensare a conseguenze peggiori potrebbero rivelarsi meno gravi di altre da cui ci si aspetterebbe al contrario quadri meno compromessi.
A fronte di ciò ricordiamo che trattandosi di abuso sessuale infantile, stiamo facendo distinzioni all’interno di una situazione che presenta comunque, in qualsiasi forma avvenga, una potenzialità traumatica di livello elevatissimo, che si parli di un episodio con coinvolgimento minimo, ad uno massimo.
Le conseguenze psicologiche di un abuso sessuale possono toccare differenti aree: l’autostima, lo sviluppo della sessualità, le capacità relazionali.
Solitamente un bambino reagisce all’abuso innescando meccanismi di difesa basici, quali rimozione e dissociazione – la mente cerca in questo modo di sganciarsi dal ricordo traumatico insostenibile creando una barriera tra ciò che è accaduto e le implicazioni emotive o cancellando letteralmente l’episodio dalla memoria. E’ stato rilevato come il minore affronti una situazione molto simile a quella degli adulti che, dopo aver subito un trauma, sviluppano un disturbo post-traumatico da stress.
Il senso di colpa si riversa su di sé ed è tanto più intenso, quanto l’ambiente circostante ignora o copre l’episodio, e di contro, si sviluppa un profondo senso di sfiducia e paura nei confronti degli altri.
Un adulto che è stato abusato deve scontrarsi con queste credenze sviluppate e consolidate dal bambino che era un tempo. Tenderà a seconda dei casi, ad essere altamente aggressivo, ad incolparsi ferocemente, avrà una bassa autostima, tenderà a deprimersi o ad oscillare molto tra stati emotivi. È prevedibile che abbia difficoltà a regolare gli impulsi e problematiche ad inquadrare e sviluppare una corretta identità sessuale ed una vita sessuale soddisfacente.
Tra le patologie che possibilmente si sviluppano troviamo il disturbo borderline di personalità, la depressione, disturbi alimentari e dipendenze, proprio in conseguenza all’incapacità di regolarsi e al costante bisogno di “tenere il controllo” su una situazione che si percepisce in pericolo costante.
Ad oggi la psicoterapia è uno strumento di elezione per trattare e curare storie e conseguenze degli abusi. Ovviamente, parlando di età adulta, si dovranno affrontare gli effetti di schemi disfunzionali consolidati nel tempo. Si può dire che il trauma dell’abuso innesca una serie di meccanismi di difesa estremi della mente che portano purtroppo, seppure con lo scopo di proteggere la persona da un crollo, alla formazione di sistemi difettosi e patologie che probabilmente non sarebbero comparsi altrimenti.
In quest’ottica, abbiamo personalmente usato l’esperienza nata da un lavoro costante sul campo in questo ambito per sviluppare un metodo mirato, la cui filosofia di base è mantenere al centro la narrazione della persona, integrando tecniche e conoscenze in campo psicotraumatologico sempre più innovative: l’Emdr; la Psicoterapia Sensomotoria; la terapia dell’Esposizione Narrativa, ne sono alcuni esempi.
Tutto ciò all’interno del percorso di psicoterapia, per fornire a chi ne fa richiesta un’esperienza che garantisca una totale e complessa strategia di intervento il più possibile risolutiva, nel rispetto della natura articolata del trauma, la cui cura non può ridursi alla sola rimozione dei sintomi da esso generati (per saperne di più: Alicanto – Centro Cura del Trauma Psicologico).
NB. Vorrei estendere un ringraziamento particolare a tutti coloro che con coraggio stanno commentando l’articolo, facendo domande o semplicemente condividendo il dolore e il disagio delle loro esperienze di abuso vissute in età infantile.
[E’ possibile che parti dei commenti con contenuti marcatamente espliciti vengano tagliati per il contesto nel quale sono pubblicati.]
Vorrei altresì specificare che purtroppo NON E’ POSSIBILE FARE CONSULENZE VIA EMAIL O TELEFONICHE.
Usate questo spazio qualora vogliate un commento da parte mia.
Mi chiamo Angelica e ho 40 anni. Ho subito violenze complete da parte di mio zio per un lungo periodo, dai 9 ai 13 anni circa.
Ho poi subito abusi, ma senza penetrazione, da un ragazzo che aveva 3 anni più di me (io ne avevo 13).
Ho poi subito violenze da quello che è stato il mio primo ragazzo, mi costringeva ad avere dei rapporti con lui anche quando non ne avevo voglia, una volta mi ha violentata mentre piangendo gli dicevo di no, mi morsicava fino a far uscire sangue. Questo dai 18 credo ai 27. Mi sono sempre sentita molto in colpa per aver permesso a tutto di farmi del male.
Ho fatto un percorso di psicoterapia di 3 anni e mezzo ma poi la mi psicóloga ha interrotto le sedute perché in maternità. Ora non vado più da oltre 2 anni.
Mentre non ero in terapia stavo molto male, ero autolesionista e abusavo di farmaci, avevo una vita sconnessa.
Sono stata “bene” nell’ultimo anno e mezzo ma, negli ultimi mesi, è ricominciato un po’ tutto. Ho di nuovo attacchi di panico, ho ricominciato a farmi del male e i pensieri tornano in continuazione a quelle violenze. Cosa dovrei fare? Dovrei tornare in terapia? Come posso stare bene di nuovo?
Gentile Angelica,
certamente la sua esperienza dolorosa e multi-traumatica necessita un approfondimento e una cura adeguata. Se si trovava bene con la terapeuta e traeva giovamento dal percorso, sarebbe importante riprendere.
Salve, ho 23 anni e mi trovo una generalmente persona insicura e ansiosa, ma non in modo patologico.Ho avuto relazioni sessuali e amorose dai 15/16 anni in su con i miei coetanei, ciononostante ho scoperto la masturbazione solo a 18 anni. Penso di avere un rapporto strano con il sesso, per lunghi periodi non ne ho assolutamente voglia e l’idea a volte mi fa un po’ ribrezzo. Durante gli ultimi anni del liceo ho iniziato ad avere incubi in cui i miei familiari mi torturavano/ violentavano. Questo incubi si ripresentano a volte (raramente) in periodi di stress. Ho anche sognato che il mio fratello minore subiva abusi da mio nonno. Qualche anno fa è nata l’ipotesi nella mia testa di aver subito qualche abuso nell’infanzia, anche se i miei familiari sono tutte buone persone, siamo in ottimi rapporti e non riesco proprio a figurarmi che uno di loro mi abbia fatto qualcosa del genere. Sinceramente sono terrorizzata dall’idea di andare in terapia per tirare fuori questa cosa: e se fosse vero? Mi sento una persona fragile e non so come potrei vivere con la certezza di aver subito abusi da qualcuno che conosco. Cosa ne pensa?
Gentile Costanza,
purtroppo non mi è possibile rispondere alle sue domande. I dubbi e le paure possono certamente giocare un ruolo importante e anche suggestionare a volte. Sognare violenze da parte di familiare può avere moltissimi differenti significati. Impossibile dirle cosa possano indicare.
Gentile dottoressa, all’età di 10 anni ebbi dei “contatti sessuali” con un ragazzino di 14 anni ed è accaduto una sola volta. Ora a 23 anni devo dire che il ricordo di questa vicenda non ha influito negativamente in alcun modo sulla mia vita o sessualità e rimasi con lui in ottimi rapporti di amicizia e non diedi mai peso all’avvenimento. Forse perché ritengo che a quell’età non avesse consapevolezza di ciò che stava facendo e nemmeno io. Però leggendo questo articolo capisco solo ora di quello che è accaduto e della possibile gravità. A 12 anni ebbi un’esperienza simile con un mio pari durante una gita scolastica e anche lì pensavo che fosse una cosa normale ( mi diceva che tra ragazzi era normale )ma ora mi sento un po’ intimorito dopo che sono riaffiorati questi ricordi nonostante non diedi peso a queste esperienze adolescenziali. Ho avuto una vita sessuale attiva, non ho mai sofferto di disturbi d’ansia in merito a questi episodi “dimenticati” e “normalizzati” . Come dovrei interpretare questi ricordi? Sono dei possibili abusi anche se avvenuti tra persone lungi dall’essere pienamente consapevoli? Sono abusi meno gravi rispetto a quelli subiti da persone adulte? La ringrazio anticipatamente .
Gentile Simone,
il tema degli abusi tra adolescenti e minori è molto delicato e complesso. Va valutato con attenzione di volta in volta, ma un adolescente ha comunque la maturità sessuale per comprendere atti che un minore non possiede. Purtroppo anche le situazioni in cui un minore (soprattutto al di sotto dei 10 anni) viene coinvolto da adolescenti in attività di carattere sessuale sono definibili abusanti. Diverso è il caso delle esplorazioni preadolescenziali che, sempre se consenzienti, sono frequenti e hanno una funzione esplorativa proprio della sessualità che dai 12 anni in poi inizia a maturare a pieno. Per quanto riguarda le sue domande, la gravità dell’abuso non viene letta sulla base del singolo episodio, ma inserita in un contesto più ampio. Il vissuto che la persona ha avuto di quella esperienza è fondamentale e molte volte si riesce ad elaborala e superarla al meglio anche con le proprie risorse mentali. Se non sente difficoltà o problematiche, anche se ha vissuto un episodio simile, non è necessariamente detto che debba avere subito fratture gravi o intoppi nel suo percorso evolutivo.
Salve le scrivo per avere una sua opinione a riguardo. Dopo tanti anni di dipendenza emotiva con sofferenze estreme ho iniziato a lavorare sulla causa e indagando il mio caso e ricollegandomi alla mia adolescenza oltre ad aver scoperto le ferite di mancanza di amore, ho avuto non so se chiamarlo abuso da parte di mio nonno, non un rapporto sessuale, ma sono stata toccata e baciata nelle parti intime. Oggi non ricordo come ho vissuto questo malessere,
ma c è una cosa che ricollega tutto la mancanza di autostima che ho avuto da sempre ,la paura degli altri quando ero piccola, la fiducia in me stessa, e credo che io abbia sempre avuto nei rapporti personali 7 sociali sempre un distaccamento, strani pensieri. Crede che questi fattori possano influire su questo abuso?
Gentile Danila,
l’abuso sessuale include qualsiasi comportamento a sfondo erotico in cui venga coinvolto un minore. Non si tratta solo di violenza sessuale in senso stretto, accadimento tra l’altro molto raro se si tratta di minori. Ciò che le è capitato è purtroppo una esperienza che possiamo certamente definire di abuso. Per rispondere alla sua domanda, posso dirle che i fattori che descrive sono probabilmente anche da ricollegarsi a questa esperienza. Ovviamente c’è da inserirli nella sua storia personale, ma l’esperienza di abuso influisce con certezza su autostima, colpa e vergogna.
Buonasera..sono una ragazza di 20 anni..dagli 8 ai 10 anni circa mio cugino di 4 anni piu grande di me ha abusato di me..insieme a mio cugino piu grande di me di un anno che credo fosse anche lui vittima poiché bambino…ricordo di essere stata usata come cavia per spiegare il corpo femminile dal piu grande al piu piccolo…i rapporti son durati per due anni circa finche non ho sviluppato e capito cosa stesse succedendo…inizialmente avevo degli incubi e credevo di essere incinta (come detto, non sapevo nulla di quello che stavo facendo essendo piccola) poi ho seppellito tutto e non ne ho mai fatto parola con nessuno come mi fu detto da loro..ultimamente mi torna in mente spesso..non ho mai avuto un ragazzo, mi sento a disagio nelle vicinanze dei maschi, mi rifiuto di crescere, mi masturbo varie volte al giorno, non riesco ad organizzarmi o a prendere impegni, sono molto insicura, cerco sempre la validità dai maschi sui social da cui mi faccio desiderare per poi allontanarmi…il suo motto era soffri in silenzio che mi ha portato a cambiare radicalmente carattere da estroversa ad introversa ed alle medie mi ha portato a starmi zitta mentre subivo bullismo perche me lo meritavo che mi ha portato ad aver paura di uscire, superata dopo circa 4 anni…crede siano comportamenti collegati?
Gentilissima,
certamente la sua esperienza di abuso può essere complice di queste sue problematiche. Molto importante è conoscere sempre la storia personale di ognuno per poter comprendere meglio dove e come questi abusi si sono andati ad inserire nel corso dello sviluppo. In questo modo si può superare e correggere queste difficoltà. Il consiglio rimane sempre quello di chiedere supporto per riuscire ad affrontare il trauma e quindi curare i sintomi che ha provocato.
Buona sera, vorrei dire a tutte le persone che sono in difficoltà di non abbattersi, anche quando il mondo sembra insostenibile,
sono anche io vittima di un abuso da parte di mi cugino, avevo 6 anni e lui 16.
Questo mi ha comportato dei problemi e delle deviazioni in ambito sessuale che tuttora risiedono dentro di me, con coraggio e una buona psicoterapia sto affrontando tante problematiche del passato per elaborare e ricostruire situazioni che hai tempi non avevo gli strumenti per affrontarli.
Il mio non è uno sfogo personale ma è un modo per dire a tutte le persone che sono in difficoltà che non sono sole e che esistono gli strumenti per rendere la propria vita migliore.
Grazie
Buongiorno,ho 44 anni, mio ha abusato di me per 3/4 dai 5 ai 9 prima non ricordo, … ovviamente tutto finito perché ai miei 9 anni è morto, non ne parlai all’inizio con nessuno come nonno mi aveva chiesto,era il nostro segreto,finché mia madre mi scopre a toccarmi a 9 anni e mezzo circa chiedendo chi mi avesse insegnato, il nonno ingenuamente risposi…..Kataklisma familiare,nessuno mi credeva anzi ero io che provocavo,…lasciamo stare gli appellattivi, INGIUSTAMENTE…Da lì le prime fughe,poi chiusa in un collegio di suore chiesto da me per rimediare ai mie peccato, ma haime ero una ragazza carina e piacevole..ero già alle medie……insomma ho confuso il sesso con l’amore, che non so cosè per tanti anni,mi ho cercato di autodriggiermi tutta una vita convinta che il ricordo passasse, e devo dire che finché ero tossica ,lo dimenticavo, ma ero sempre incazzata e mal fidente con tutti… Poi l’universo ha provato a farmi diventare madre ed ora son qui con tutte le mie paure la mia zero autostima, il terrore di incontrare un uomo che magari a me piace ma se tocca la mia piccola io lo farei a pezzi…difficile riassumere tutto… Riuscirò a venirne fuori, ah dimenticavo madre anafettivva ed io simile,con immensa tristezza sempre nel cuore
Gentile Mary,
la ringrazio per la sua testimonianza. La sua difficile storia è purtroppo tristemente riassuntiva degli effetti distruttivi che una esperienza di abuso simile può avere sulla vita di chi li ha subiti. Se può, pensi di chiedere un supporto, merita di potersi alleggerire e liberare di questo peso che non deve raccogliere come eredità imposta dagli altri.
Buongiorno dottoressa, mia figlia di 5 anni e mezzo un paio di mesi fa ci ha riferito che quest’estate il cugino (di 10 anni più grande) le ha fatto un “massaggio sulla patatina che le ha fatto male”. Io l’ho sempre vista come una bambina allegra e serena. Esiste un modo, uno specialista o qualche attività che possiamo fare per capire se questo evento le ha lasciato conseguenze? Ci è stato consigliato di non parlargliene, ma come posso essere sicura che la cosa sia stata “solo” quella e non ci sia di peggio che non ci ha raccontato? La ringrazio.. questo fatto sta distruggendo la relazione tra me e mio marito, senza contare i problemi nelle relazioni con mia sorella ed il resto della famiglia che pare minimizzare quanto accaduto. Grazie ancora. Rebecca
Gentile Rebecca,
è molto importante in certe situazioni non farsi prendere dalla paura e non trasmettere ansia e tensione. I bambini hanno un modo differente dagli adulti di processare i traumi e gli elementi che entrano in gioco perchè un’esperienza come quella dell’abuso non sia gravosa sullo sviluppo sono molti. Per tranquillizzarsi può chiedere un aiuto di un terapeuta infantile che sicuramente saprà offrire supporto ed eventualmente tranquillizzarla.
Salve, è definito abuso sessuale anche quando a farlo è un adolescente e a subirlo è un bambino? Mi spiego meglio: io da bambino, in un’età compresa tra i 7 e i 10 anni ho continuato a subire molestie sessuali da parte di un mio cugino di 5 anni più grande di me. Io non ho mai cercato di provocarlo ma nemmeno di fermarlo perché non mi rendevo conto di cosa stesse accadendo. In età adolescenziale (a partire dai 16/17 anni) ho iniziato ad avere i primi problemi personali che qualche anno più tardi mi hanno causato parecchi problemi. Assumevo droga e alcool, ero violento anche per via del quartiere in cui sono cresciuto e sono stato anche in carcere. In più non sono mai riuscito ad avere una relazione con una donna. Sessualmente a 41 anni mi conosco bene e sono certo che mi interessano solo le donne ma ho difficoltà a rapportarmi con loro. Tutto questo quadro sono convinto che sia essenzialmente collegato a ciò che mi è capitato da bambino. Sbaglio?
Gentile Ugo,
sebbene gli abusi sessuali di minori adolescenti su minori in età infantile abbiano caso per caso la necessità di essere valutati, nondimeno si tratta di un abuso meno grave o con conseguenze più lievi. Un rapporto abusante è sempre tale, ovvero un quando un bambino che non ha la maturità sessuale adeguata, viene coinvolto in comportamenti promiscui da un adulto o da un adolescente che – con a volte attenuanti maggiori – è comunque in grado di comprendere cosa stia accadendo. I sintomi che descrive ci dicono che vive un disagio che forse sarebbe opportuno approfondire in sede adeguata. Certamente gli episodi di abuso possono avere un ruolo importante nella genesi delle sue problematiche psicologiche.
La ringrazio del suo tempo. Ho iniziato ad avere scatti d’ira principalmente a partire dalla quarta elementare (e per diverso tempo credevo fosse dovuto all’educazione severa e a volte violenta di mia madre oltre che alle tensioni che c’erano in famiglia in quegli anni dovuti ai non pochi litigi dei miei) e solo a 14 anni ho iniziato a capire cosa mi era capitato fino ad arrivare ai 16/17 anni in cui ho iniziato a dover fare i conti con una rabbia sempre più feroce che avevo dentro e che sono riuscito molto a domare solo grazie alla musica. Il Metal estremo per intenderci, lo stesso genere che viene da molti demonizzato a me ha aiutato a convogliare positivamente tutta la mia negatività anche se ho fatto cose di cui non vado assolutamente fiero. Per tanti anni ho odiato me stesso e la mia vita e ogni volta che pensavo a ciò che mi era capitato mi veniva il voltastomaco e mi incolpavo ferocemente. Ho dovuto fare i conti con un carattere di certo non equilibrato ma ad un certo punto credevo anche che stessi esagerando con ciò che mi era capitato fino a quando non ho letto dei problemi che incorrono chi ha subito abusi sessuali e allora mi sono definitivamente reso conto che stavo sottovalutando il problema anche per via del fatto che ho una vita sentimentale e sessuale che fa letteralmente schifo. Non è normale che uno come me, specialmente alla mia età non abbia mai avuto una relazione e che faccia fatica a rapportarsi con le donne. È indubbio il fatto che ci sia una patologia profonda che non va di certo sottovalutata. La ringrazio ancora, di cuore veramente
Gentile Ugo,
rendersi conto della natura dei problemi che si stanno vivendo è un ottimo punto di partenza per potersi dare quell’aiuto che merita. Se riesce, provi a chiedere un supporto e a lavorare su questa storia per impedirle di tormentarla ancora. Le auguro il meglio.
Salve, le scrivo per fare una domanda.
Un abuso/violenza è definito tale anche quando l’adolescente non obbliga/inganna il bambino? Mi spiego meglio…se un adolescente ed un bambino hanno contatti sessuali, ma non è l’adolescente a chiederli/obbligare il bambino, bensì è il bambino stesso che lo fa (per esempio, se stanno vicini, é il bambino che “allunga” la mano, senza che l’adolescente dica niente) é sempre un abuso? Come può influire questo tipo di abuso nella crescita del bambino? É meno grave rispetto ad un abuso dove é la persona più grande che obbliga il bambino a fare certe cose? Grazie.
Gentile Emanuele,
un abuso è definito tale quando una persona che è pienamente in grado di comprendere i significati delle sue azioni, agisce su un’altra che invece non ha piena coscienza di quanto accade. I bambini non “allungano” le mani, i bambini possono sperimentare per una questione evolutiva naturale o replicare azioni che hanno visto o che purtroppo hanno subito, ma non hanno la consapevolezza di cosa quei gesti significhino a pieno o delle conseguenze che atteggiamenti prematuri potranno avere sul loro sviluppo. Se un bambino assume atteggiamenti ambigui, semplicemente va fermato e gli va spiegato il perchè. Se lo si lascia fare, certamente si sta abusando e certamente la gravità della situazione è la stessa.
E su questo sono d’accordo con lei…ma se l’altra persona é un’adolescente in pieno sviluppo (sessuale,ormonale,fisico e mentale), che non penso si renda conto a pieno di quello che è successo, è anch’esso definito un abuso? Purtroppo mi é successa questa cosa in famiglia, e vorrei raccontarla.
Un giorno è venuto mio figlio grande (ora ha 18 anni) e in lacrime mi ha detto di quello che è successo con suo fratello (ora 9 anni), dicendo che hanno avuto dei “contatti” sessuali, ma non con obbligo,violenza o altro genere di cose, ma semplicemente (da come dice lui) succedeva che il piccolo voleva sempre stare con lui per “allungare” la mano dove non doveva. I miei 2 figli hanno sempre avuto un rapporto bellissimo, e tutt’ora si vogliono un mondo di bene, e inoltre mio figlio più grande mi ha detto che quando si é reso conto della gravità della cosa (aveva 17 anni) è stato lui a dire di smettere al piccolo. Lui mi dice che non ce la fa più a vivere con questo senso di colpa, e si vede chiaramente che ci sta male. Non saprei come muovermi…io vorrei risolvere questa cosa e mantenere i bellissimi rapporti nella fagmiglia, e tra i miei figli, ma non so come fare…lei cosa ne pensa di questa storia?
Aggiungo che adesso mio figlio grande vuole iniziare l’università, avviare il suo futuro, ma non riesce a causa di questo senso di colpa e di questa situazione. Inoltre, il piccolo non ha alcun tipo di problema, è un bambino solare, pieno di amici.
Gentile Emanuele,
l’adolescenza è la fase di maturazione sessuale, relazionale ed affettiva per eccellenza. Sebbene i ragazzi siano ancora percepiti come “piccoli” la loro maturazione e quindi consapevolezza di certe dinamiche è evoluta rispetto a quella dell’infanzia e tra i 15 e i 18, si equipara lentamente a quella adulta. Non mi è possibile esprimere in questa sede un parere più complesso sul caso specifico, ma certamente suo figlio, visto il senso di colpa e la situazione di disagio che sta provando in merito all’accaduto, gioverebbe di un consulto professionale. Inoltre, per conoscenza, le dico che i bambini che hanno subito comportamenti abusanti spesso non mostrano evidenti cambiamenti, ma sarebbe il caso di valutare un consulto anche per il più piccolo.
Grazie per l’esaustiva risposta, le pongo un’ultima domanda. Lei crede che con il giusto supporto, questa cosa si risolverà (per quanto sia possibile) e che non creerà problemi nel rapporto tra i miei figli? Perché le giuro che il loro è un bellissimo rapporto, e mi farebbe male vederlo svanire. Grazie
Gentile Emanuele,
i ragazzi in età dello sviluppo, se seguiti adeguatamente, hanno molte possibilità di risolvere al meglio le loro problematiche senza che esse abbiano tempo di solidificarsi e irrigidirsi, quindi fare danno nell’età adulta. Ci sono ottime possibilità che, con genitori attenti e professionisti competenti e preparati, i suoi figli superino tutto questo e certamente non si venga a ledere il loro bel rapporto.
ciao, sono una ragazza di 17 anni. scrivo qui perché non so effettivamente se ho subito un tipo di abuso, ma mi sono posta questa domanda dopo aver sognato di essere violentata da mio padre, nella vecchia casa in cui vivevo da piccola. questo sogno l’ho fatto qualche giorno fa, nel periodo in cui avevo un rapporto un po’ brutto con mio padre, litigavamo sempre quei giorni, e quella notte sognai uno stupro, da parte sua, con vera e propria penetrazione. la mattina appena svegliata ero ovviamente scioccata, tanto che ho cercato su internet possibili spiegazioni al significato del sogno. l’incubo è iniziato quando ho letto che potrebbero essere dei ricordi che ho vissuto, magari rimasti nell’inconscio. sofffo d’ansia fin da piccolissima, gravi problemi di autostima, mi fido delle persone e ho tanti amici ma sto ancora cercando di capire il mio orientamento sessuale. io ricordo che nella mia infanzia avevo un bel rapporto con mio padre, eppure quel sogno cosa voleva dire? non capisco se ho subito davvero un abuso… oppure ho solo la “paura di poter essere stata abusata”, il che spiegherebbe i miei problemi psicologici. premetto che ho diversi pensieri ossessivi, per esempio una grave ipocondria, mi convinco di cose anche se magari non sono vere. grazie per l’attenzione…
Gentile Valentina,
per cominciare posso dirle con certezza che la sua ansia e insicurezza meriterebbero un approfondimento a prescindere da cosa possa o meno essere accaduto. L’origine di questi problemi non è necessariamente data da un evento così traumatico. Non posso certamente dirle io se ha subito un abuso, soprattutto se si tratta di un sogno – che come tale può essere uno specchio per moltissimi diversi significati. Non si sognano memorie, ma eventualmente frammenti di esse si insinuano e vengono utilizzate dalla mente per esprimere emozioni e problematiche che si stanno vivendo nel momento. Spesso si sognano contenuti erotici o violenti nei confronti dei genitori e ciò non è esclusivamente indice di un fatto realmente accaduto, ma di emozioni che tentano di esprimersi mentre si dorme. Importante è sempre affidarsi ad un professionista per placare le proprie paure e non alimentarle leggendo informazioni che a volte possono confondere anziché aiutare.
Salve ho 52 anni, da poco la figlia di mia moglie mi incolpa di averla molestata quando aveva 12 anni( oggi ne ha 30) raccontando di 4 episodi. Queste sue dichiarazioni sono cambiate piu volte in base a chi le raccontava e per 20 anni con me a sempre avuto un buon rapporto. Io non riesco a ricordare i fatti che lei sta denunciando essendo convinto di non avere mai avuto tali comportamenti, pero’ mi chiedo se sono io che ho rimosso in quanto questa verita’ mi distruggerebbe perche non potrei mai accettare di avere commesso tali gesti, o se lei crede di avere subito queste cose da me. Grazie
Gentile Sabino,
certamente non posso dirle io se ha rimosso o meno gli abusi che la figlia di sua moglie dice di aver subito da lei. Posso dirle, se può esserle di aiuto, che una memoria traumatica per chi la subisce, soprattutto in età infantile, può attivare delle meccaniche dissociative che portano alla perdita parziale o alterazione dei ricordi. Nel caso di chi agisce invece l’abuso, ovvero di un adulto, l’eventualità che si rimuovano i ricordi è decisamente molto più improbabile.
Salve sono Zeybel ho 35 anni e leggendo il vostro articolo e i commenti non ho smesso di piangere …mi rotrovo nel 100 % delle conseguenze da adulti dopo ina violenza sessuale da piccoli.. solo che non sono sicura dei miei ricordi ho paura dellaia mente o di creare un problema per colpa di un ricordo non veridico… non riesco ad avere un rapporto mormale con mio marito e questo ci sta allontanando , soffro di bulimia poca autostima , sbalzi d’umore mon riesco a fare l’amore mon capico cosa devo fare ed è molto frustrante …aiutatemi cosa posso fare è un peso molto grande per me .. grazie
Gentile Zeybel,
spesso ci si sofferma sui ricordi per darsi una risposta e una motivazione a quello che ci succede, al nostro dolore, sperando magari che si possa poi magicamente trovare pace. Siamo esseri viventi volti alla necessità di comprendere, mettere in ordine, spiegarsi, razionalizzare, ma per la maggior parte del tempo ciò che ci muove sono le emozioni, soprattutto quelle che ci mettono in stato di allarme, apprese in passato. La domanda per iniziare deve sempre essere quella di chiedersi come ci si sente, indipendentemente dal perchè. I suoi sintomi ci indicano che sta vivendo male e con molti problemi la sua esistenza, che è certamente sofferente. Parta da lì, certamente è necessario indagare il perchè, ma non prima che si riconosca il dolore e che abbia voglia di affrontarlo. Ovunque porti.
Salve dottoressa,
scrivo in anonimo per paura che qualcuno mi possa riconoscere, premetto che ho 22 anni e sono una ragazza. Allora le racconto di piccoli episodi successi nel mio passato, non mi ricordo l’età precisa, ma considerando che dormivo ancora nel seggiolone.. ero abbastanza piccola. I miei genitori hanno ospitato un mio cugino che all’epoca aveva sui 25 anni, spesso la sera quando i miei erano nel salotto veniva in camera, mi ricordo l’odore di alcool proveniente dalla sua bocca, che tutt’ora quando sento mi viene davvero il vomito, perchè associo quell’odore a quell episodio, nonostante siano passati 15 anni, io ancora mi ricordo ogni signola volta e solo a pensarci mi viene ribrezzo. Non capisco come i miei genitori non si siano accorti di nulla. Lo odiavo con tutta me stessa, avevo paura, pensi che quando se n’é andato, ogni tanto chiamava i miei genitori per sapere come stavano e io non volevo mai parlarci e i miei genitori mi sgridavano anche perchè pensavano che fossi maleducata nei suoi confronti. Ora mi incolpo per non aver mai detto niente a nessuno, e mi incolpo per non aver mai urlato o non essermi mai difesa. Ho vissuto gli anni della mia adolescenza non pensandoci molto, sembrava quasi avessi eliminato quei ricordi dalla mente, ma al giorno d’oggi mi sono resa conto che non e’ così.Ultimamente quei quei brutti ricordi si avventano facendomi ricordare addirittura le immagini di quegli episodi e sono persistenti, per quanto io cerchi di andare avanti, non ci riesco. L’idea di affrontare una cura mi terrorizza. Spero che lei mi riesca a consigliare la scelta piu opportuna. La ringrazio anticipatamente.
Gentilissima,
posso comprendere il terrore che genera il pensiero di affrontare quei ricordi di abuso. La maggior parte delle volte la mente cerca semplicemente di continuare a dissociare, negare l’accaduto per proteggersi dal pensieri di rivivere un ricordo così distruttivo. Il risultato però è che i problemi generati dall’abuso, come la colpa e i danni all’autostima – solo per citarne i più evidenti – si riversano nella sua vita attuale impedendone di goderne come meriterebbe. Le posso consigliare di riflettere e di prendere coraggio, la paura può dominarla e bloccarla molto a lungo, oppure può provare a metterla accanto e con coraggio tornare indietro per potersi lasciare finalmente il passato alle spalle. Non è un percorso semplice, ma è molto meno doloroso di quanto ora la paura glielo fa percepire.
Gentile dottoressa,
avevo 3/4 anni, ho solo un ricordo con mia cugina di 11, ma non so se l’accaduto si è ripetuto piú volte. A me la cosa divertiva, mi sembrava un gioco. Ma poi,durante un pranzo in famiglia feci menzione all’accaduto e lei mi diede un calcio sotto al tavolo. Lí mi sono resa conto che era una cosa della quale non si poteva parlare. Si può dire che fu abuso?
Quando ho una relazione stabile, il sesso per me perde importanza, non ho mai voglia, molte volte lo percepisco come un obbligo e durante l’atto mi viene da piangere. Possono i due fatti essere collegati? Sono ossessionata dal fatto che l’esperienza con mia cugina abbia condizionato la mia sessualità.
Gentile Stella,
qualsiasi esperienza di natura sessuale o erotica coinvolga un bambino inconsapevole da parte di un adulto consapevole è definibile abuso. Nelle situazioni limite, come l’episodio che descrive con sua cugina, in cui un abuso si attua tra pari o da minori più grandi, va comunque tenuto presente che si tratta di un’azione comunque abusante, anche se non manca l’aggravante della maturità consapevole di quello che si sta facendo. Più spesso sono sperimentazioni ingenue che mancano appunto della comprensione dell’atto lesivo che si sta commettendo, ma l’azione in sè per chi subisce è comunque potenzialmente dannosa. Quello su cui mi soffermerei sono le problematiche che oggi vive, che siano o meno legate strettamente a questo episodio è da verificare in sede opportuna, ma certamente sono indice di una sofferenza che andrebbe indagata.
Sono un uomo di 35 anni, sposato con una figlia di 5, ho da poco tempo rivelato a mia moglie, in un momento di cedimento, che subii abusi sessuali ripetutii da parte di uno zio quando avevo 8 anni. Per anni ho creduto che sarei diventato a mia volta pedofilo ma la mia psiche ha reagito diversamente: cerco persone molto più grandi di me che mi facciano rivivere quei momenti con mio zio. Questa cosa mi logora, mi distrugge lentamente da dentro e accresce i sintomi del disturbo bipolare con cui combatto da anni, oltre ad espormi a eventuali malattie sessualmente trasmissibili. la mia paura più grande è che prima o poi possa arrivare ad essere attratto da bambini anche se sinceramente lo dubito fortemente. Mi affiderò alla psicoterapia.
Grazie per l’articolo. Davvero una buona lettura.
Gentile Marco,
la ringrazio per la sua testimonianza. Mi dà l’opportunità di specificare un aspetto cui tengo molto, circa le false credenze in merito ad adulti abusati nell’infanzia. Troppo spesso, infatti, si ritiene che chi abbia subito abusi diventi in età adulta un abusante. Questo non è corretto. Certamente vi è la possibilità che, avendo subito abusi, si tenda a sviluppare un comportamento simile, ma la casistica è minima rispetto a chi invece non mostrerà affatto tale comportamento. Più frequente invece, come lei stesso scrive, è il timore che ciò possa accadere, da parte di chi è stato vittima di abusi. Questo è dipeso proprio da questa logica culturale diffusa, che quindi preoccupa le vittime di abusi – come se si fosse inesorabilmente legati a questo destino. Spero possa affidarsi ad un percorso di psicoterapia che le dia un aiuto valido.
Buonasera, ho 32 anni e da 5 anni sto facendo un percorso di psicoterapia analitica. Sono arrivata alla terapia per motivi del tutto confusi, mi sentivo sempre insoddisfatta della mia vita, incapace di scegliere e di consapevolezza. Un sali e scendi di momenti di solitudine, amicizia, distacco, partenze, insoddisfazione, lamentela..
Non ho mai avuto in orgasmo, e non provo attrazione sessuale pur essendo sposata. Riesco ad avere rapporti sessuali e a provare un lieve piacere, ma mai più di questo anche con altri partner precedenti.
Con la mia terapeuta, grazie ad un grande lavoro sulla mia famiglia, ho elaborato delle rabbie passate con i miei genitori e nel tempo ho scoperto che mio nonno era pedofilo. Non ho nessun ricordo di un abuso, ma i miei genitori mi hanno sempre nascosto la malattia di mio nonno. Ho vissuto in casa con i miei genitori ed i miei nonni per i miei primi 13 anni di vita.
Ora che ho avuto questa consapevolezza su mio nonno, mi sforzo di ricordare se c’è stato un abuso da parte sua senza però nessun risultato.
Eppure, ho molti dei sintomi di chi è stato abusato: difficoltà ad avere rapporti sessuali, manie di controllo, senso di difesa all’eccitazione di mio marito, insicurezza, bassa/nulla autostima, diversi episodi di depressione (ho preso per due anni entact).
È possibile non ricordare? Quanto aiuta o è controproducente accanirsi? Se non ricordo nulla al riguardo, potrò mai superare questa condizione apatica?
Grazie.
Gentile Lucia,
il fatto che, purtroppo, in famiglia si scopra la presenza di un abusante, crea naturalmente dubbi e scompensi. Pur essendo il suo timore legittimo, e che nulla, se si tratta della mente, si può escludere con certezza, i sintomi che descrive possono essere la conseguenza di diversi disagi sperimentati nel corso dello sviluppo, non necessariamente di un abuso. Le suggerisco di lavorare sulle sue problematiche, anzichè sulla ricerca di memorie al momento assenti, perchè il sintomo è l’indizio che serve per rintracciare la causa e nel suo caso ci indica con certezza che ci sono dei nodi da sciogliere. La sua condizione “apatica” può essere trattata, sposti l’attenzione su di essa.
Vorrei sapere se nel mio caso si può parlare di abuso. Mi aiuterebbe molto a capire.
Ho 38 anni. Credo di appartenere ad una famiglia più o meno normale. Forse i miei genitori quando ero piccolo erano immaturi e impreparati e non mi sento di essere troppo severo con loro.Intorno ai cinque/sei anni capitava che mia madre incoraggiasse le mie prime pulsioni sessuali. In particolare lei lasciava che io iniziassi a strofinarmi provando una sorta di piacere. Ricordo nitidamente che anziché scoraggiare questo comportamento, o spiegarmi che fosse sbagliato, mia madre ironizzasse divertita sulle mie pulsioni.Tutto questo accadeva spesso davanti a mia sorella che é più grande di me di sette anni e ricordo come lei fosse disturbata da tutto questo, dando la colpa a me per quanto accadeva.
Un altro episodio riguarda mio padre al mare. Per scherzare, quando avevo dieci anni, mi sfilò il costume mentre ero in acqua, nella spiaggia in cui mi incontravo con i miei amichetti, e invece di restituirmelo inizio a prendermi in giro ad alta voce sul fatto che stessi sviluppando una prima peluria. Solo l’intervento di mia madre lo convinse a restituirmi il costume quando ero ormai in lacrime.
Questi episodi possono costituire un abuso? Come debbo collocarli nella mia memoria e che impatto hanno potuto avere nella mia evoluzione visto che ancora oggi, quando mi vengono in mente, nei momenti più disparati, provocano in me una profonda sofferenza e rabbia.
Ancora oggi mi impegno per avere un buon rapporto con i miei ma basta poco per farmi scattare arrabbiato nei loro confronti ed anche questo per me é una sofferenza.
Gentile Salvo,
prima di tutto la invito a leggere, se non lo ha già fatto, questo altro articolo: Abuso sessuale femminile sui minori: Quando ad abusare è una donna. Potrebbe avere qualche chiarimento in più in merito ai suoi dubbi su ciò che le è capitato.
Per valutare l’impatto che questi episodi hanno avuto sulla sua vita, sarebbe utile approfondire in sede adeguata e la invito a rivolgersi ad un professionista. Questo perchè lei riferisce delle reazioni emotive di sofferenza e rabbia al richiamare alla memoria tali episodi, che quindi vanno assolutamente elaborati.
Salve io ho subito dalla mia zia cioè sorella di mia madre non delle proprie violenze ma abusi sessuali, ho dei problemi che arrivato a questa età non posso nascondere. Ora chiedevo se può derivare da questa situazione passata, avevo hanni 6 a 8 e forse più posso avere una risposta grazie.
Gentile Giuseppe,
non conosco la sua storia e non mi è possibile darle una risposta in questa sede che sia puntuale sul suo caso specifico. In linea generale posso dirle che il trauma dell’abuso certamente può essere implicato nello sviluppo di problematiche in età adulta e che questo coinvolgimento, per la sua natura dissociativa, tende a venire negato. Se le è possibile, chieda aiuto ad un professionista che possa darle una indicazione più specifica, valutando la sua situazione in particolare.
Salve io sospetto che mia nonna abbia abusato sessualmente di mia madre, anzi in verità ne sono convinta ma non credo che a mia madre dispiaccia la cosa, mi spiego meglio, mia madre a mio parere e mio padre sono entrambi schizofrenici latenti, si esprimono in modo contraddittorio, segretamente mia madre crede a molte cose surreali ma ne ha vergogna, spesso raccontava di aver visto gli alieni, in ogni caso i miei genitori hanno disturbi psichici molto pesanti ma sono pienamente inseriti in società per questo è latente, loro cercano di far ammalare me per poter scaricare la latenza, cmq sia hanno sempre avuto segreti con noi due figlie, ecco un giorno ho scoperto che la tesi di mia madre all’università era sugli abusi in famiglia, ci pensai e mi fece capire che lei ne aveva subiti molti, sapendo che mia nonna con una personalità forte doc è una persona molto violenta e incline alle crisi, che mi ha obbligato sempre con la forza a mangiare, e che mi controllava tutto il giorno ripetendo le stesse frasi, bene questo pensiero mi è tornato in mente nell’ultimo periodo in quanto mia nonna continuamente mi fa dei complimenti fisici ma ossessivi, un giorno con una scusa mi ha toccato il petto…mi sono sentita davvero violentata, si capiva che era un gesto sessuale, inoltre quando litigo con mia madre lei dice che ha fatto, per caso ti ha toccato? e mia madre dice no non l’ho toccata come fosse una cosa tra loro normale, mia nonna inoltre spesso mi dice vieni a dormire nel mio letto…tutto questo per me è fonte di crisi di panico perchè non reggo. Bene alla fine assisto alla scena più orrida del mondo, mia madre che pulisce mia nonna dopo essere andata in bagno davanti a me, quando mia nonna si pulisce benissimo da sola sempre. E possibile un abuso?
Gentile Angela,
non mi è possibile dirle in questa sede, senza conoscere la sua storia in una condizione idonea, se possiamo parlare o meno di condotte abusanti. Certamente lei ha vissuto in un ambiente molto peculiare, che sembrerebbe adottare condotte non funzionali e quindi possibilmente generare delle condizioni traumatiche per la mente. La inviterei a porre queste domande e a fare una riflessione attenta sulla sua complessa storia con un professionista. Sicuramente si può lavorare sul suo vissuto e aiutarla a comprendere meglio quanto le sia accaduto.
Buongiorno, sono Denise e ho 30 anni.
Da 3 anni convivo con il costante sospetto di aver subito abusi in età infantile e di averli rimossi.
Provengo da una situazione familiare complessa : mio padre (a sua volta abusato da piccolo) era un uomo violento, la figura di mia madre l’ho vista a tratti come succube dell’influenza e degli atteggiamenti del marito.. Ho cambiato un po la percezione di lei dopo un anno di psicoterapia che mi ha aiutato ad identificare meglio queste due figure,entrambe (in momenti distanziati ma prolungati) dipendenti dall’alcol.
3 anni fa mia madre mi ha confessato di aver subito abusi da parte di un cugino in età adolescenziale e successivamente, di aver sempre considerato l’atto sessuale in sé come ripugnante… Ebbene, in famiglia siamo 6 figli (senza considerare le 3 gravidanze che non è riuscita a portare a termine). …
Nel momento in cui mi ha detto degli abusi che ha subito mi ha rivelato che spesso aveva il dubbio che anche mio padre a abusasse sessualmente di noi (me e mia sorella maggiore di me di 4 anni).
Da quel momento vivo in un vortice, non c’è giorno in cui io non ci pensi.
Spesso ho dei flashback della mia infanzia (della quale ho pochi ricordi, per lo più legati alla rabbia e alla paura) che non riesco a collocare nel tempo e che ricollego ad un possibile abuso.
Cerco di negare con tutta la mia mente che questo possa essersi anche lontanamente verificato, ma sento male al cuore.
Ho paura di rivolgermi ad un professionista perché ho paura di sapere e ho paura di come potrei reagire. D’altra parte i miei attacchi di panico sono sempre più frequenti e difficili da controllare, quindi penso di dover fare qualcosa.
Lei crede che uno psicologo sia in grado di dire con certezza se ho subito degli abusi nonostante io non abbia ricordi?
Grazie per avermi letta
Gentile Denise,
non è possibile parlare di certezze quando si ha a che fare con ricordi traumatici rimossi, anche se è possibile individuarne l’eventuale presenza da altri indicatori. Un ricordo può essere rimosso, ovvero non lo si riesce a richiamare alla mente, ma l’esperienza ad esso legata può agire in molti modi diversi. A volte l’insinuare una eventualità di un abuso può da sola muovere paure e alterare le percezioni. Ribadisco sempre che la paura è un sistema di allarme che cerca di proteggerci da un pericolo, ma è un sistema che fallisce perchè blocca l’elaborazione necessaria per superare il terrore generato. La sua storia è molto complessa e da sola ha degli elementi che meritano un approfondimento. Si concentri su una riflessione della sua sofferenza, senza inizialmente cercare ricordi a tutti i costi che ne spieghino i motivi e sfidi il sistema della paura, non lasci che la paralizzi.
Buonasera,
Le scrivo perché non so davvero cosa fare. Sono una ragazza di 16 anni e per tre anni ho subito abusi da parte di un mio famigliare. L’anno scorso sono riuscita a parlarne con una persona della mia famiglia, la quale prima incolpò me per non aver raccontato il tutto subito, poi litigò con questa persona per una settimana circa (dico persona perché faccio fatica ad utilizzare i termini che si dovrebbero usare). Alla fine la persona con cui ne ho parlato mi ha chiesto cosa volessi fare e io, per paura di rovinare tutta la famiglia, dissi che ero pronta a perdonare. Così fecero tutti pace. Il punto è che dopo ciò mi è successo che la persona mi avesse toccata (tipo toccare il sedere, perdoni i termini ma non so come dirlo) e cose così. Ora, a distanza di un anno, mi sto rendendo conto di quanto sia difficile per me vivere con sta persona sotto lo stesso tetto. Passo delle serate intere a piangere. D’altra parte, però, ho paura di rovinare la famiglia e le vite dei suoi componenti. Cosa posso/devo fare?
Grazie e scusi il disturbo.
Gentilissima,
purtroppo quando l’abuso avviene all’interno di una cerchia familiare, spesso la tendenza degli adulti è quella di non affrontare l’accaduto per timore di esporre tutto il nucleo familiare e le conseguenze che ne derivano. Nel suo caso, essendo molto giovane, consiglio sempre di provare a chiedere aiuto ad un professionista, magari dicendo in famiglia di avere delle ansie o stress in generale e così avere il giusto supporto per capire come fare ad affrontare la situazione. Oppure chiedere aiuto sul da farsi ad una persona esterna fidata, se c’è (un insegnante, un amico, un parente più esterno). Comprendo che vivere accanto alla persona che ha abusato di lei sia un dramma, ma provi a cercare un sostegno che possa darle forza.
Ciao ho 63 anni ho confessato a mia cugina che suo padre ha abusati di me per parecchio tempo…le dico che mia cugina e psicoterapeuta…e nel corso dei suoi studi ha capito….che all interno della famiglia si nascondevano segreti. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con lei e nelle ns chiacchierate le ho confessato l accaduto…( A sua richiesta e assicurandomi che fosse pronta a qualsiasi cosa)… più di mese che nn la sento e in modo molto formale cartaceo ha annullato una cena già programmata!..non so realmente cosa pensare e volevo un suo parere con i pochi elementi che ha e che posizione dovrei assumere: lei ha 33 anni grazie
Salve, purtroppo non posso dirle quale sia il comportamento da assumere in questa situazione, non avendo conoscenza di lei e di sua cugina. Potrei solo suggerirle di chiedere direttamente a sua cugina se si sente di spiegare il motivo di questa scelta, accettando la possibilità che non sia disposta a parlarne. Importante è che lei non si senta colpevole di tale rifiuto, ma che pensi che certamente sua cugina abbia ora la necessità di processare a suo modo questa verità traumatica, dandole il tempo che serve.
Salve, mi chiamo R. e ho 44 anni. Ho subito abusi sessuali da parte del fratello di mio padre, da parte di mio nonno paterno e uno zio materno. I primi ricordi risalgono a quando avevo circa 4 anni e si sono portati avanti fino ai 13 anni. Non ho mai avuto rapporti completi, ma ci sono stati episodi molto pesanti. Uno di questi l’ho subito da parte dello zio paterno, più grande di me di 10 anni. All’epoca avevo 9 anni e dopo un tentativo di rapporto completo negato, mi ha preso a sberle e mi ha costretto. Mia nonna materna che mi aveva in custodia, perché i miei genitori vivevano all’estero, scoprì questi abusi e un giorno mi venne a prendere nel luogo dove si stava svolgendo uno di questi episodi e mi trascinò via. Io che in genere non avevo mai detto nulla, iniziai a piangere e a confessare quello che era successo, ma lei mi portò a casa e mi picchiò, dicendomi di lavarmi perché ero un essere sporco. Quello è stato il momento che più degli abusi stessi, mi ha spezzato qualcosa dentro. Oggi mi ritrovo con un carico di rabbia verso le figure femminili, e verso le ingiustizie nei miei riguardi. Reagisco con molta collera, riversando sugli altri la rabbia quando non capiscono le mie ragioni e cominciando a sottolineare i lo difetti, passando inevitabilmente dalla parte del torto. Tutti mi danno contro e ciò finisce per aumentare la mia sfiducia e aumentare il quantitativo di rabbia. La ringrazio anticipatamente per l’attenzione. R.
Gentile Ross,
purtroppo nelle esperienze di abuso, solitamente la parte più distruttiva che un minore sperimenta è proprio quella derivante dalla mancanza di supporto di chi dovrebbe proteggerlo. L’essere lasciati “soli” con il trauma, è la causa principale della formazione del senso di colpa che genera più danni in assoluto sullo sviluppo successivo. I sentimenti che prova e che descrive sono tutti dei derivati dell’esperienza di abuso e di quella del rifiuto di proteggere, nella richiesta di aiuto. Si ricordi, come non mi stanco mai di ripetere, che è possibile lavorare su tutto ciò e ritrovare un equilibrio meritato.
Da bambina, tra i 5 e i 10 anni, ho subito abusi sessuali da un cugino di mia madre.
Tra gli 8 e i 10 anni, anche il marito di mia zia ha abusato di me. A 10 anni mi sono trasferita in Italia con mia madre, ma gli abusi sono continuati da parte di mio zio fino per altri 2 anni.
A quel punto non ce la facevo più e l’ho raccontato a una prof. Dopo la denuncia, la mia famiglia mi ha voltato le spalle, inclusa mia madre. Solo di recente lei mi ha chiesto perdono, dicendomi di avermi sempre creduto ma di non essere stata in grado di starmi vicino. Sono passati sei anni dal processo, ma continuo a soffrire. Ho rimosso un episodio bruttissimo di cui non sono sicura, non che gli altri non gli fossero, ma il più orribile, il problema è che provo ancora un dolore profondo: piango spesso, mi sento triste e sola senza un motivo apparente, e faccio fatica a trovare la motivazione per fare qualsiasi cosa. Mi sento costantemente stanca, ho difficoltà a concentrarmi a scuola e faccio molte assenze, anche se non voglio mollare perché è l’ultimo anno. Da circa tre anni cerco di non pensare a tutto questo, ma almeno due volte all’anno ho dei crolli emotivi che mi bloccano. Non ho più pensieri suicidi da circa un anno, ma la tristezza e il senso di vuoto restano. Oggi ho 20 anni.
Gentile Ale,
lei è stata coraggiosa e forte nonostante la sua giovane età. La mente ha bisogno di tempo e lavoro per poter elaborare e curare questo tipo di ferite traumatiche. Provi a darsi quello spazio e chiedere il supporto di un professionista che faccia da guida in questo senso. Le auguro il meglio.
Avevo 9 anni quando un fidato e viscido amico di famiglia ha abusato di me. Ricordo ogni maledetto secondo di quei momenti nonostante siano passati 37 anni, e ricordo la puzza di quella stanza e ricordo il letto a castello sul quale mi aveva adaggiata e ricordo di aver raccontato tutto a mamma nonostante lui mi avesse raccomandato di non dire nulla. Io non capisco perché dopo tutto questo tempo io ci penso ogni singolo maledetto giorno.cosa ha fatto mia madre dopo? Una bella lavata con acqua e sapone e via tutto. Il mio sesso in età adulta? Non riesco a lasciarmi andare. Non capisco perché scrivo. Mi vergogno. Vorrei avere una vita sessuale libera da tabù, libera da paure, vorrei fare sesso senza pensarci. Non riesco a staccare la mente quando faccio sesso. Non riesco. Invidio persino le donne che riescono a tradire. Com’è fare sesso travolti dalla passione? Non lo so.
Gentile Daniela,
forse scrive per un bisogno di condivisione e speranza di comprensione. Credo che leggere di altre persone che hanno provato e provano ad oggi, dopo anni, le stesse emozioni e paure sia molto terapeutico. Può essere utile per sentire di non essere isolati in quella sofferenza e che sia possibile fare qualcosa per uscirne. Provi a trovare uno spazio per raccontare la sua storia e non esserne più sopraffatta. Le auguro il meglio.
Salve,
Ho 35 anni… All età di 7 anni e mezzo ho avuto rapporti sessuali con mio nonno, per ben quasi 3 anni… Ne ho parlato cpn mia sorella e mia madre, ma mi crea disagio nella coppia. Con il ragazzo con cui sto adesso, sessualmente è finalmente la persona di cui mi fido.. Ma ci sono cose emotive, cje chiedo, sapendo di aver bisogno di certezze, che a volte anche involontariamente, non capisce che ne ho davvero bisogno nel modo in cui te lo chiedo. E allora iniziano paura, ansia e disequilibrio. Io non so come comportarmi. Grazie per l ascolto
Gentile Veronica,
la ringrazio per la condivisione della sua storia. Le sue paure e ansie e il suo senso di perdita di equilibrio sono del tutto normali con una storia traumatica come la sua. Sarebbe opportuno pensare ad un supporto che possa aiutarla ad esplorare questi temi e provare a superarli, affrontando quanto accaduto per poterlo elaborare e lasciare al passato al quale appartiene.
Buongiorno. Vengo da una famiglia molto violenta, mio padre picchiava me e mia sorella senza motivo. Minacce e insulti erano all’ordine del giorno per noi due e per mia madre. Mia madre lo odiava, lo insultava, lo malediceva ma non ci ha mai, mai difese né consolate dopo le violenze. Si odiavano ma non si sono mai lasciati. Si odiavano ma hanno sempre continuato a dormire insieme. Non avevano nessun pudore nel tener riservata loro vita sessuale. Spesso la mattina vedevo mia madre completamente nuda, oppure si metteva la vestaglia senza niente sotto mentre ci preparava la colazione. Ricordo il disgusto profondo. In diverse occasioni durante i viaggi in traghetto si sono accoppiati davanti a noi. Sono state le esperienze più devastanti per me. Duranti i viaggi l’odio e la violenza esplode ano, poi di notte, nella cabina che condividevamo in 4 accadeva quello. Noi eravamo considerate talmente insignificanti che facevano quello davanti a noi. L’ultima volta che è successo io avevo 15 anni, mia sorella 18. Non si sono mai lasciati e negli ultimi anni dicono di essersi ritrovati. Nel frattempo mia sorella ha perso completamente la testa, fa una vita da autoesiliata, non lavora, non freavknta nessuno, ha continue crisi di violenza. Io lotto con una depressione maggiore, non ho mai tratto piacere del sesso e da 6 anni non ho più rapporti. Non riesco ad avere un lavoro stabile, una vita serena. La psicoterapia è la terapia farmacologiche mi aiutano, ma non guarisco. Saprebbe darmi un consiglio dottoressa su cosa potrei fare? Non voglio arrendermi. Grazie
Gentile Elisa,
la sua è una storia molto complessa ed andrebbe tratta anche integrando un approccio specifico per il trauma. Penso che faccia bene a non arrendersi, perchè certamente c’è la possibilità di poter elaborare l’accaduto, non prima di averlo compreso a fondo però, nelle sue dinamiche. Se già sta lavorando con dei professionisti, prosegua su questa linea. Sull’analisi e il racconto del trauma vissuto.
Ho subito abusi che si sono protratti nel tempo (avevo all’incirca 10, forse 11 anni). Non ne ho mai parlato con nessuno per paura, ma gran parte della mia vita l’ho passata a darmene la colpa (mi chiedevo cioé se non avessi provocato la persona in questione) ed ho una visione distorta dell’abusante, che frammenti involontariamente in due persone diverse. Non riesco cioé a pensare a quella persona come l’abusante. Inoltre gli abusi m’impediscono di avere relazioni romantiche, perché le rifuggo per paura di una futura fisicità e sfocio in veri e propri attacchi di panico correlate da crisi di pianto al solo pensare di avere un rapporto sessuale con qualcuno. Non voglio che qualcuno mi tocchi in quel senso, e sto iniziando a chiedermi se i miei problemi relazionali non siano correlati proprio a ciò che è accaduto nella mia infanzia. La paura di parlarne però m’impedisce di chiedere aiuto e non so come uscirne.
Gentilissimo/a,
penso che scrivere questo commento sia stato difficile, eppure una parte di lei ha pensato che potesse essere un modo per chiedere aiuto. Le sottolineo questo per rinforzare l’idea che la sua voglia di stare meglio ha una forza, così come le paure che le impediscono di seguire questa voglia. Le paure sono inevitabili, ma è bene metterle accanto e provare a muoversi. Tutto quello che scrive e che prova è parte del processo mentale che si attiva quando si è stati vittime di abuso. La colpa, l’incapacità di percepire l’abusante come tale, la mente che si blocca e la paura. Non si faccia definire dalla sua storia, la paura è lì per difenderla dall’affrontare una certa sofferenza, non è cattiva, ma per difenderla la sta deviando da quello che dovrebbe essere il suo obiettivo. Affrontare e lasciarsi indietro l’accaduto.
Buongiorno ho 31 anni ed all eta di 5 o 6 anni mio padre ha abusato di me,per giorni mi sono sentita malissimo non volevo mettere più nulla in bocca perché mi faceva schifo,mi raccontava tutti i dettagli della sua vita sessuale con mia madre e in più mi minaccio di Morte sia per me che per lei se glie ne avessi parlato,ma L ho fatto comunque,lei mi ha portato via ma poi si è accompagnata con un altro uomo e da lì e iniziata una sua guerra nei mie confronti privandomi di giochi libri e poi addirittura la scuola venivo punita per qualsiasi cosa finché non me ne sono andata via all età di 14 anni,non ho alcun problema sessuale il sesso non mi spaventa non mi sembra sporco non mi trovo a disagio,ma la mia vita e stata con ora costellata di errori ho scelto per anni partner inadeguati e violenti,poi ho avuto un bambino e ho allontanato il padre (violento) per evitare a mio figlio eventuali traumi,ho trovato un bravo ragazzo con cui ho iniziato una relazione ad un certo punto e arrivata una gravidanza desiderata ma che dopo nemmeno un mese ho deciso di interrompere perché non trovavo nessun supporto da parte sua e nessuna sicurezza,al momento questo evento mi tormenta piango e penso tutti i giorni ell enorme sbaglio che ho fatto sono piena di rimorsi e depressa,volevo sapere se c’era una qualche terapia per eventi del genere,da ragazzina circa 10-11 anni ho tentato svariate volte di suicidarmi.
Gentile Sonia,
anche la storia più traumatica può avere il suo spazio di elaborazione, può essere accolta e sanata in qualche modo. Non ci sono terapie specifiche, anche se è sempre opportuno rivolgersi a professionisti che si occupano specificatamente di questi temi per avere la sicurezza che siano trattati con la giusta attenzione. Le suggerisco di considerare di farsi aiutare, lo spazio di ascolto terapeutico di una storia traumatica è già di per sè molto utile a poterlo affrontare e comprendere.
Salve,
ho 36 anni e dall’età di 26 (appena ho lasciato casa per lavoro) ho dei sospetti, dei ricordi, offuscati, di un possibile abuso da parte di mio padre.
Nel tempo i ricordi si sono rinforzati sempre di piu e adesso ricordo vivamente una scena, che non mi lascia in pace e mi tormenta.
La cosa strana è che continuo a rimettere in discussione tutto, e molto spesso mi ritrovo a sminuire l’accaduto, ripetendomi che forse mi sto inventando tutto per un qualche mio incoscio desiderio di attirare l’attenzione o non so…
Il mio rapporto con il sesso non è sempre facilissimo, posso stare bene o molto male e ricordo che intorno ai 18 anni ho avuto diversi episodi di trasgressione sessuale, che non volevo realmente, ma a cui per qualche motivo non sapevo sottrarmi.
In realtà, mi ritrovo spesso nella situazione di subire, perchè non so sottrarmi o non so bene cosa volere in generale.
Sono in cura con una psicologa, ma il mio problema è che vorrei sapere cosa è accaduto realmente e perchè continuo a mettere in discussione le mie memorie, in generale, tutta me stessa.
Grazie
Gentile Antonella,
non è affatto strano dubitare di frammenti di memorie traumatiche, soprattutto se si tratta di abusi infantili. Il modo in cui frammentiamo e quindi “ricordiamo” un trauma di questo tipo è molto complesso e per questo i ricordi che affiorano generano confusione e dubbi. In terapia, parta dai dubbi e dalle angosce che genera questo ricordo “presunto”, indaghi le sue emozioni e quello che le evocano in merito. Lavori su questo e vedrà che lentamente sarà la sua mente a portarla sulla strada giusta: che sia una fantasia o un ricordo reale, è necessario prima di tutto capire perchè la sua psiche stia generando questi pensieri intrusivi.
Salve, ho 24 anni e oggi per la prima volta
ho raccontato a mia sorella che i nostri 2 cugini della Francia quando io avevo 5 anni mi prendevano e mi baciavano,toccavano,utilizzandomi quasi fossi una cavia.
Raccontandolo ad alta voce mi sono resa conto di quanto mi abbia segnato questo episodio. Da lì in poi ho sempre avuto una sessualità molto precoce, ricordo che ho iniziato anch’io a baciare un bambino più piccolo di me di un anno, poi ho smesso. Sono sempre stata ossessionata dal sesso e durante l’adolescenza mi masturbavo tanto spesso,leggevo sempre racconti erotici. Era ed è ancora un ossessione un po’ morbosa. Inoltre spesso sogno di aver subito una violenza sessuale, a volte ho alcuni frammenti ma non ricordo chiaramente. È una consapevolezza che mi ha sempre accompagnata.
Dal ritorno dalla Francia, ho iniziato a sviluppare un disturbo alimentare,sono arrivata a pesare 100 chili ma grazie anche all’aiuto delle mie sorelle sono dimagrita ma sono ancora sovrappeso.
È come se il grasso mi proteggesse da attenzioni indesiderate, venendo poi da una famiglia di sole donne,nostra madre ci ha cresciute da sole, ho sempre avuto un bell’esempio di donna forte, le mie stesse sorelle sono così ed io mi sento così sporca dentro.
Però adesso sono arrivata ad un momento della mia vita in cui voglio affrontare anche questo dolore e leggendo tutte queste storie mi sento meno sola e meno diversa.
Voglio essere felice.
Gentile Beatrice,
grazie per la sua testimonianza. Spero che lei possa trovare la sua strada e lavorare sul trauma per lasciarselo alle spalle una volta per tutte. Le auguro il meglio.
Salve, ho 20 anni e da poco ho scoperto che mio padre ha subito abusi sessuali da piccolo da suo cugino più grande. Saputo questo ho avuto subito il presentimento che forse mio padre ha fatto la stessa cosa con me… purtroppo non ricordo nulla della mia infanzia, da 1 a 10 anni e qualcosa più avanti. Ho sempre pensato che un trauma avesse a che fare con questa cosa, ma mai avrei pensato potesse essere un trauma del genere. Come potrei fare per capire se è davvero successo?
Grazie
Gentile Lucia,
la sua domanda è molto complessa e necessiterebbe un approfondimento altrettanto elaborato per poter andare a valutare e ad accogliere questo suo legittimo timore. Le consiglio di provare ad approfondire il tema in terapia, poichè queste rivelazioni nella nostra storia, anche se non ci toccano direttamente, generano di per sè reazioni e paure che vale la pena di esplorare al fine di evitare che prendano il sopravvento.
Salve, ho 53 anni, sposato e padre di 2 ragazzi. A 6 anni ho subito un abuso da una persona di 15 anni. Soffro di ansia, depressione e conduco una vita disordinata e confusa, come se fossi 2 persone in una. Prendo anche psicofarmaci ormai da 20 anni ed ho fatto 5 anni di psicoterapia con discreti risultati. Spesso vengo aggredito da un immenso senso di colpa. Sono disperato..
Gentile Roberto,
la psicoterapia in generale può senz’altro essere risolutiva, ma in caso si presenti una situazione traumatica di questo tipo (che la normale terapia psicologica non è riuscita a scardinare del tutto), è molto importante considerare un lavoro mirato con professionisti che si occupino specificatamente del problema. Il lavoro sul senso di colpa, ad esempio, è centrale in queste situazioni e il fatto che sia ancora così presente indica che c’è bisogno di lavorare meglio sul trauma e in modo specifico. Comprendo la sua disperazione, ma c’è indubbiamente la possibilità di lavorare su questi sintomi.
Queste SN esperienze che uno cerca di seppellire ..per nn perdere l’equilibrio.. Per nn tirare le somme e accorgersi di quanto ti ha condizionato.. Nel rapporto col tuo patner..nei rapporti con i tuoi figli..nel modo in cui ti consideri ! SN adulta..so stata brava camaleontica direi ..ma onestamente devo ammettere di nn aver mai avuto un approccio naturale e disinvolto col tutto ciò che è la sfera sessuale! Il mio matrimonio va a pezzi..ed io inerme rimango li ferma..incapace di prendere alcuna iniziativa sessuale
..ho 2figlie..e nn so come.. Nn ho mai raggiunto questo benedetto orgasmo..nn SN una che si lascia andare mai! E nn vorrei essere così
Gentile Rosa,
la tendenza a voler “seppellire” è coerente con la dinamica che la mente utilizza durante un’esperienza traumatica come quella di un abuso nell’infanzia. Si tratta di un meccanismo di difesa utile alla sopravvivenza della persona, ma a lungo termine reca molti problemi, perchè l’episodio alla base che lo ha generato non è stato correttamente elaborato. Per questo è fondamentale fare un lavoro sulla mente e la rielaborazione del trauma, per risolvere i sintomi creati nel tempo e riequilibrare la persona.
Salve, ho 42 anni e scrivo perché sto frequentando un uomo perfetto che però improvvisamente, proprio quando ho cominciato a fidarmi di lui, mi ha raccontato un gravissimo episodio di abuso sessuale subito nell’infanzia. Il colpevole è ancora in prigione ma il mio lui ha ancora attacchi di panico e prima di me, pur avendo 37 anni, ha avuto solo una donna con cui sia riuscito ad avere dei rapporti.
Io sono rimasta sconvolta perché da allora sono come divisa a metà: da un lato lo vedo come un bambino indifeso e ho timore di fare qualcosa di sbagliato nella nostra intimità che possa farlo stare male e dall’altro ho un dubbio atroce, giacché leggendo molte statistiche ho scoperto che molte vittime diventano carnefici ed io ho una figlia di dieci anni avuta da un altro rapporto quindi non vorrei che le accadesse qualche cosa di brutto a causa di questa storia.
Che posso fare?
Gentile Sarah,
quando si è in relazione con una persona che confida un certo tipo di passato, la tendenza naturale è pensare a cosa si possa fare per rimediare. Non si faccia carico di missioni impossibili, provi a rilassarsi e a rispettare eventuali blocchi senza cercare di porvi rimedio, poichè non si può “curare” nessuno, neanche con l’amore. Si chieda se ha voglia di stare con questa persona e come questo fa sentire lei. Per il dubbio sulla trasformazione di vittime in carnefici, posso solo dirle che statisticamente è molto bassa la probabilità che vittime di abuso diventino abusanti, anche se è una possibilità, ma dipende da molti fattori. Non è possibile assolutamente per me dirle nulla che possa includere o escludere. Ancora una volta, si domandi lei se riesce a superare queste paure generate dalla confessione del suo compagno ed essere con lui serena.
Ho 14 anni, quasi 15. Quando avevo 12 anni andai per la prima volta in vacanza dai miei nonni in Ucraina da sola. mio cugino di 14 anni più vecchio di me (di cui devo ammetterlo, mi fidavo) ha iniziato a toccarmi e non solo. Ero terrorizzata, ma ricordo che ho provato a ripetermi che era una cosa buona, e che lo faceva per me. In parte ha funzionato.
a 13 anni (estate successiva) per 2 mesi ha abusato di me. Ininterrottamente, tutte le notti. A febbraio di quest’anno il senso di sicurezza che ero riuscita a darmi è scivolato via, ed è rimasta solo la paura, la vergogna ed il senso di colpa per non aver fatto abbastanza per fermarlo. Volevo finire la mia vita, stavo tornando a casa e volevo buttarmi sotto una macchina. La mia mente era affollata da pensieri orribili che mi ricordavano che non ero amata e che ero solo un peso. Ero pronta a saltare in strada. All’ultimo, un istante prima di muovere il piede, il nome della mia amica mi è tornato in mente, e mi sono fermata. Sono tornata a casa piangendo, ero distrutta. Ed ho detto tutto alla mia amica. Mi ha supportata tantissimo, mi ha fatto anche da psicologa per quanto le era possibile, e sotto suo suggerimento ho detto tutto a mia madre. Speravo si sarebbe risolto tutto, ma non è così. Niente denuncia, mio cugino ancora in giro, mio padre all’oscuro. L’unica cosa è che ora mio cugino non può più toccarmi. Ho fatto 2 sedute da uno psicoterapeuta, ma non hanno aiutato granché. Non so che fare, aiuto
Gentile Valentina,
lei è molto giovane e piena di risorse. Ha saputo tramutare un momento di estrema angoscia in uno di reazione, correndo a chiedere aiuto ad una persona fidata. Provi a chiedere aiuto nuovamente ad uno specialista, si ricordi che il terapeuta va scelto, deve trovarsi bene e provi ad affidarsi. La sua giovane età le può consentire di elaborare questa tragica esperienza al meglio delle sue possibilità, ma deve essere lei la migliore alleata di se stessa e raccogliere tutto il coraggio e la motivazione che ha per non farsi piegare dall’accaduto e guidare da esso.
Salve ho 36 da circa 1 anno ho ricordato di un abuso da parte di mia mamma all età di 4 anni. Sono un uomo. Mi ricordo che nel momento dell abuso, un palpeggiamento subito con malizia ebbi la forza di dire basta e forse fini li. Però quell unico evento creo in me non pochi problemi. Intanto una divisione interna. Poi un desiderio che nel tempo e diventato sempre più distruttivo di autolesionismo che si è evoluto con me nel tempo. Da giovane era blando da adulto forte. Da mia mamma ho subito violenze corporali e umiliazioni verbali. Purtroppo non sono riuscito nemmeno con l aiuto di un percorso spirituale a volermi bene e talvolta sento il bisogno di farmi del male. Ho parlato con uno psicologo . Mia mamma dice che nn ha mai fatto nulla si è inventata una storia nella quale io raccontavo che da piccolo avevo detto una cosa simile una cosa falsa.. Tutte le persone a cui l ho detto la difendono e dicono magari non era nulla oppura altre scusa
E. Purtroppo non sono ancora riuscito a essere indipendete nella mia vita non sono riuscito a portare a termine nulla di veramente significativo da rendermi indipendente, ei miei mi rinfaccia o continuamente i miei fallimenti. Prego cerco la pace. Oggi mi sono detto in preda a quella voglia di autolesionismo.. E colpa sua solo sua non mia e mi sento un po’ meglio. . Io vorrei essere solo libero. Mi ha portato a chiudermi dentro di me quasi un giorno a farmi venire il dubbio che mi sia immaginato tutto. Le voglio bene. Sono buono ingenuo altruista e generoso. Vorrei solo capire come fare per lavorare con un dolore e con un plagio autoinnescato interiore dall et di 4 anni in poi che mi porta a farmi del male a vedermi sottostimato.. con un dolore che si era rimosso come si lavora? Grazie per l ascolto
Gentile Dario,
è possibile lavorare su un abuso e su queste emozioni che sembrano inconsolabili. Del tutto normale è certamente anche che a fronte di questa drammatica esperienza la sua mente si sia protetta per sopravvivere ai sentimenti di rabbia e disagio che provava. Sarebbe molto importante rinforzare questa voce che si sta finalmente dicendo che non è colpa sua e rimettere in ordine questa storia per poterle restituire un equilibrio meritato. Se può si prenda cura di sè chiedendo aiuto.
Salve, scrivo x conto di mio marito
Lui a 30 anni, ha capito solo ora che da piccolo e stato abusato da suo padre(violenza sessuale)
Aveva circa 2anni
Nn si ricorda se e successo più di una volta….
Lui adesso dice di stare bene xche’ finalmente dice ha capito il motivo della sua costante rabbia repressa,Io sono sconvolta,Vorrei fare qualcosa x aiutarlo ma lui ripete che sta benissimo e che a perdonato il padre
E veramente possibile che lui stia bene oppure sta mascherando il suo stato d’animo con me?
X favore mi dia qualche suggerimento su come poterlo aiutare
Grazie
Gentile Celeste,
purtroppo non è possibile con questi pochi elementi comprendere se vi sia stata una giusta elaborazione del trauma o sua una negazione. Si affidi a quello che suo marito le ha confidato, lo esorti in caso a valutare in sede opportuna se questa elaborazione sia stata corretta (cosa possibile, ovvero che abbia trovato il modo di convivere con l’accaduto) oppure ci sia qualcosa da rivedere. In ogni caso sta sempre e solo alla persona interessata decidere se e come voler essere aiutati e chi sta accanto, per quanto ben intenzionato, deve fare attenzione a spingere o tentare di sollecitare temi delicati da affrontare.
Ho scoperto solo oggi, grazie ad una sua parziale confessione, che mia figlia ha subito delle molestie da parte del figlio di una mia amica, quando aveva appena 7-8 anni (ora ne ha 21).questo ragazzo aveva circa 13 14 anni all’epoca. Non mi vuole dire di più, ma credo che gli episodi d’ansia che vive oggi possano essere dovuti a questi episodi (più di uno…). Non so come aiutarla e purtroppo essendo disoccupata, non posso permettermi di pagarle una psicoterapia. Come posso aiutarla?
Gentile Laura,
le sia di supporto ma non invadente. Se sua figlia vorrà parlare con lei attenda i suoi tempi, non le mostri preoccupazioni e il più possibile la aiuti a comprendere che non ha colpe in ciò che è accaduto. Consideri sempre che ci sono associazioni e strutture pubbliche che possono, nel loro piccolo, dare un supporto anche a coloro che non hanno disponibilità economiche per permettersi una psicoterapia privata.
Ho subito abusi sessuali da mio padre, dal 1967 al 1978.Ora ho 54 anni e voglio denunciare per giustizia, perché altri possano capire, e perché non si ripetano mai più queste mostruosità ,torture ,terrore e ricatti psicologici e fisici su un minore indifeso.Chiedo come devo fare per denunciare mio padre ed a chi e come.Grazie
Gentile Felice,
è bene che contatti un avvocato penalista e che esponga a lui il suo caso. Purtroppo per i reati di vecchia data esiste la prescrizione. Va dunque valutato assieme all’esperto della materia se è fattibile procedere oggi con una denuncia e con quali possibilità. Spero la sua battaglia possa essere percorribile e le esprimo la mia stima per questo suo atto di coraggio.
Buongiorno. Non c’è spazio sufficiente per la storia di tutti gli abusi che il compagno di mia madre ha consumato su di me. E poi Lei vive a Roma, che ne sa? (A. Fortis). Ma se l’uomo che si portava a letto mia mamma, dopo, veniva da me, ci sarà pur stata una ragione, una necessità. Una logica. Un percorso lineare. Anche perché se l’adulto intraprende iniziative sul minore, in teoria, lo fa a ragion veduta, esattamente come quando commina punizioni. E il minore si arrovella tentando di individuare quale colpa gli sia stata imputata, per essere sanzionata a quella maniera.
Gentilissima,
il tentativo di dare senso a un gesto di abuso è un’inclinazione naturale della mente. Si prova a giustificare l’orrore per normalizzarlo e placare il dolore. Purtroppo nell’infanzia si tende appunto a trovare spiegazioni che incentrano le responsabilità su se stessi anzichè sull’adulto e questo porta alla nascita di un senso di colpa che accompagnerà lo sviluppo successivo. Certamente l’adulto ha una sua “patologica” motivazione, che può variare di molto da caso a caso. Lei mi dice, giustamente, cosa ne posso sapere? Potrebbe però provare a condividere queste conoscenze con qualcuno che la possa accompagnare in una rilettura della storia, per riuscire assieme a dare delle risposte.
Buonasera, sono una ragazza di 27 anni e da parecchio tempo lotto contro la depressione. Non sono mai riuscita ad instaurare un rapporto intimo e sentimentale con nessuno. Nonostante due anni fa abbia iniziato a vedere uno psicologo e abbia iniziato a fare un lavoro su me stessa, ho continuato ad alternare periodi di tristezza e rabbia, come se i miei problemi avessero una radice in un punto che non riuscivo a vedere. Mi è capitato di recente di fare un bagno invece della doccia, cosa che faccio di rado, e sono stata assalita da un senso di disgusto opprimente. Mi sono dovuta alzare. Da quel momento ho iniziato a fare dei collegamenti e a pensare a mio cugino, piu grande di due anni. Ricordo che quando avevo 8/9 anni, ci nascondevamo e lui mi chiedeva di spogliarmi. Non dovevamo dirlo a nessuno perché era un segreto. Io adoravo mio cugino, cosa che sembrava strana a tutti perché in realtà era molto aggressivo con me. Io non ho alcun ricordo dell’abuso in sé. Ricordo però che poi ho iniziato a riprodurre certi atti sui miei grandi peluche e poi con una mia coetanea, io interpretavo il maschio. Ricordo che provavo un impulso molto forte. Questa cosa è sparita completamente dalla preadolescenza, non ho avuto impulsi sessuali fino ai 20 anni. E’ la prima volta che ne parlo, non voglio allarmare nessuno proprio perché non sono sicura che questi collegamenti siano giusti. Il mio psicologo può vedermi solo per qualche seduta durante l’anno, nel frattempo lei avrebbe qualche suggerimento? La ringrazio in anticipo
Gentile Laura,
posso dirle che a fronte di questi ricordi emersi, dello stato dell’umore e della angoscia che certamente questo trauma riporta a galla, sia importante per lei fare un percorso adeguato. Lavorare con qualcuno che possa prendersi cura della sua storia e con regolarità, in un percorso di psicoterapia strutturato con un impegno settimanale. Altri tipi di supporto, soprattutto così sporadici, non sono di utilità per il trattamento di una problematica così complessa come quella di una storia di abuso. Si prenda cura di sè proprio sfruttando questo momento di presa di coscienza dell’accaduto.
grazie 2000 per la risposta…
effettivamente dopo questo sfogo liberatorio con lei, sono riuscito a parlarne prima con mia sorella e successivamente con mio cognato, senza piangere cosa che invece ho fatto con mia sorella…credo più che altro per la vergogna… spero di riuscire a migliorare un pò le cose, che per il momento sono un disastro..grazie ancora per l’aiuto…
Gentile Stefano,
sono contenta sia riuscita ad aprirsi. Ci vuole del tempo per rimettere in ordine e risanare ferite come quelle di un trauma da abuso, non disperi ma pazienti. Certamente ritrovare un equilibrio è possibile.
Buongiorno le ho scritto ancora in questa modalità. Dopo sei anni di psicoterapia con tanta volontà e facendo meditazione è riemersa la consapevolezza che mia sorella maggiore ed io siamo state ripetutamente abusare sessualmente da mio padre in un periodo circa tra i sei e i dodici anni. Ho ricordi frammentari, è come se il mio corpo mi dicesse cose che la mia mente rifiuta di assimilare. Da quando è emersa questa consapevolezza un anno fa, obiettivamente sto meglio, ho fatto tanti progressi, assumo 1,5 ml di paroxetina. Ma mi rendo conto che è come se andassi ad accumulo e arriva il momento per me sempre inaspettato in cui la mia pelle diventa così sottile per cui non riesco ad affrontare il minimo ostacolo, delusione o piccolo problema. Sprofondo in un vortice di emozioni che mi manda in tilt, non riesco più a trovare il bandolo non riesco a dormire devo solo cercare di rimanere calma immobile possibilmente all’aria aperta e non chiusa in una stanza accovacciata in posizione fetale ed aspettare che passi. Con un unico pensiero di come poter spegnermi da quell’angoscia così totalizzante. Il di seguente sono così spossata che se non ho impegni di lavoro rimango a letto tutto il giorno. Non riesco a fare cose per me, mi sento intrappolata in una melma viscida e vischiosa.
Ci sono strategie che io possa imparare per prevedere e bloccare sul nascere queste crisi oppure per poterle superare meglio e non annientarmi così tanto?
Grazie milena
Gentile Milena,
nel lavoro con persone vittime di abuso è molto importante tenere in considerazione anche le riattivazioni corporee delle memorie traumatiche. Intendo dire che quando si subisce il trauma si registrano le memorie a più livelli ed è necessario conoscere tutti i piani con cui queste memorie si attivano per poter intervenire a dovere. Sembrerebbe che si stia appunto attivando una risposta fisiologica legata alla sua esperienza e sarebbe importante, ancora una volta, lavorare in terapia su di essa. Sono sintomi che devono però ridursi col tempo, man mano che si elabora il trauma. Solitamente può essere di supporto qualsiasi attività fisica che tenda a rilassare il corpo (un esempio, lo yoga), ma non ci sono strategie specifiche, è necessario valutare di caso in caso come si attiveranno queste memorie e agire di conseguenza con la guida del professionista.
Cara dottoressa,
faccio parte di questo forum ormai da quattro anni.
intanto volevo rinnovare la mia stima per il suo preziosissimo lavoro sul forum, che ci è di tanto aiuto, a chi, come me, in altri commenti ho già raccontato, ha subito abusi durante l’infanzia.
Ogni tanto vengo qui a leggere le storie nuove, o rileggere le vecchie, per sentirmi un po’ meno diversa.
Quindi nuovamente grazie di cuore per questo forum.
Volevo chiederle se potrebbe pubblicare una lista di bibliografia varia che tratta il tema, da romanzi a saggi, o testi di psicologia, se fosse possibile.
Spero di leggerla presto.
Grazie,
Gentile Azzurra,
la ringrazio sentitamente per le sue parole di apprezzamento. Mi fa sempre molto piacere avere un riscontro dai lettori e sapere che questo articolo e i commenti sono di aiuto a coloro che hanno subito abusi e violenze. Per la biografia, lascerei scegliere a voi quali libri approfondire, la letteratura ha molto da offrire sul tema degli abusi e dei traumi in generale, purtroppo poco o nulla che riguardi adulti che sono stati bambini abusati. Consiglio sempre la lettura di “Il corpo accusa il colpo” scritto da Bessel Van der Kolk. Un libro alla portata di tutti che racconta e spiega bene cosa accade quando si subisce un trauma e può essere chiarificatore di molti aspetti legati all’esperienza di abuso.
Cara Dottoressa, grazie, l’ho comprato. È molto complesso, ma interessante. Un sentito saluto
Buongiorno ieri mio fratello mi ha confessato che quando ero piccola abusava di me… io non ricordo niente.. so solo che inconsciamente ho avuto una vita piena di rabbia, depressione, mancanza di autostima, sensi di colpa, insicurezze, isolamento… la mia storia è iniziata con la separazione dei miei quando avevo 2 anni, ultima di quattro fratelli rimasti con il padre, e a 15 anni mia madre mi ha rivelato che il padre con cui sono cresciuta non è il mio vero padre… sono stata spesso da psicologi da piccola e 2 anni fa sono uscita da un bel percorso durato 1 anni da una psicoterapeuta bravissima che mi ha aiutato a tornare normale se così si può dire… il mio problema adesso è aver saputo questa cos e non riuscire a ricordare nulla nulla nulla.. sono sconvolta.
Gentile Francesca,
sarebbe molto importante che prenda in considerazione di parlare di queste nuove informazioni apprese da suo fratello con la sua terapeuta, se possibile. Visto che mi dice avete fatto un buon percorso, potrebbe essere importante ritagliarsi uno spazio con lei per valutare questa situazione. Immagino si senta sconvolta, soprattutto dal fatto che non ha memorie di questo. Ma si ricordi che la mente conserva le memorie in molti modi e che può fare uso di questi modi con la giusta guida per trovare risposte e pace.
Buonasera, ho 16 anni ed è da quando avevo 7 anni che ho problemi alimentari.Io, da piccola, sono sempre stata normo-peso, non avevo problemi di fame emotiva, finché nel 2010 mi trasferì in un nuovo condominio, dove c’erano 5 bambini, di cui una bambina della mia età e un ragazzo maggiorenne. Quando andai ad abitare in quel condominio subito i bambini mi avevano chiesto di giocare con loro e, anche se con molta timidezza, andai a giocare.Un giorno la bambina mi chiamò giù. Quando arrivai in cortile, trovai la bambina con il ragazzo maggiorenne, questi mi portarono vicino ai garage, un posto coperto perché i garage stavano sotto i condomini. Non ricordo bene cosa mi dissero prima, ma ricordo benissimo che iniziarono a toccarmi, a ridere, a prendermi in giro e a farmi male. Io stavo in silenzio, avevo paura che se avessi parlato loro mi avrebbero fatto ancora più male, poi, finito il loro divertimento, se ne andarono lasciandomi inerme a terra. Io mi rivestì subito e tornai a casa. Non dissi niente a nessuno, nemmeno adesso nessuno lo sa, nessuno sa che in passato subì una violenza. Penso che sia stato questo fatto a creare il disturbo alimentare che ho, la cosa che più mi fa strano è che per tutti questi anni la mia mente ha come annebbiato questo brutto ricordo, come se niente fosse mai successo e solo adesso mi rendo conto della gravità della cosa, e non so se dirlo ai miei genitori, a 9 anni dall’accaduto,non voglio che si sentano in colpa per non aver fatto niente quando loro hanno sempre fatto tutto per me, dandomi tutto l’amore che una figlia necessita di avere, non voglio essere un peso per nessuno cordiali saluti,
Eleonora
Gentile Eleonora,
mi rincresce leggere di quanto accaduto. Certamente è probabile che questo evento traumatico abbia recato delle conseguenze che varrebbe la pena di approfondire. Il trauma quando sopraggiunge viene “accantonato” in molti modi dalla mente per evitare che gravi troppo su di essa, dunque, come lei racconta, si può spiegare questa nebbia che sembra aver avvolto il ricordo per un lasso di tempo. Non tema di chiedere aiuto ai suoi genitori, non si deve sentire in colpa, nè un peso, perchè non è lei la responsabile. Inoltre, per quanto chi le vuole bene potrebbe sentirsi, nella sua confessione, sofferente per non aver potuto fare nulla, è ben peggio per un genitore amorevole non essere messo nelle condizioni di riparare un danno e proteggere i propri figli, anche se non nell’immediatezza. Dia un’occasione a se stessa, che è molto giovane e lo merita, di sistemare in fretta e arginare le ferite di questa esperienza e a chi le sta vicino di poterla accompagnare e proteggere.
Buongiorno,
Ho 19 anni e quando ero bambino (avrò avuto 6 anni o di più non mi ricordo) sono stato abusato fisicamente e più volte da mia sorella maggiore di 7 anni. Sebbene l’abbia sempre vissuto come un evento assolutamente secondario e poco importante nella mia vita (tant’è che mi ricordo bene cosa è successo), ultimamente non faccio che pensare solo e ossessivamente a questo ogni volta che mi sento un po’ giù di morale. Ripensando all’atto non provo nessuna sensazione di disgusto, tuttavia continuo a pensarci e non so di preciso perchè. Mi turba molto e ho difficoltà ad utilizzare le parole esatte e specifiche per parlare di questa situazione. Più che un ricordo ciò che mi viene in mente è una sensazione di profondo disagio, che tuttavia fatico ad associarlo solo all’abuso. Allo stesso tempo però non riesco a smettere di ritornarci sopra con la mente e soprattutto in questo momento oscillo tra il sentirmi strano e il provare forti emozioni di disagio in generale esistenziale. È normale una reazione del genere? Mi domando anche se ciò che è avvenuto ( che ribadisco, ricordo benissimo) non abbia influito pure sul mio modo di approcciarmi alle persone e in generale alle situazioni. Spesso infatti, nelle relazioni ho difficoltà a instaurare un legame in cui mi sento a mio agio e anche nelle occasioni più felici, provo comunque una qualche forma di disagio.
Gentile Marco,
quando si subisce un trauma come un abuso in infanzia, la mente dissocia molti aspetti di quella esperienza (ovvero separa evento, emozioni, reazioni fisiche in compartimenti che si isolano e stagnano). Si tratta di una reazione del tutto naturale di sopravvivenza, ma comporta il perdere una visione integra di quanto accaduto. Con questo intendo dire che nel suo caso, ad esempio, il risultato di questa “separazione” potrebbe essere proprio la confusione che racconta in merito a ciò che in apparenza sembra non aver avuto peso, ma che allo stesso tempo pone dubbi su alcuni disagi vissuti nel quotidiano. Sarebbe opportuno lavorare invece su questi dubbi per dare possibilità alla mente di ricollegare tutte le parti slegate e dare la coerenza che merita alla sua storia, a ciò che ha provato e comprenderne a pieno le conseguenze, qualora siano riconducibili all’evento.
Buonasera, mi chiamo Stefano, ho subito un abuso all’età di 12 anni da uno sconosciuto, costringendomi con tante botte e minacce ad avere rapporti orali e costringendomi tutte le volte a dire che mi piaceva farlo, probabilmente per pulirsi la coscienza… Non ho mai avuto una relazione/rapporto, con una donna… Non so chi/cosa sono, gay o etero. Non sono attratto dagli uomini ma dal pene si… Non so cosa pensare…a volte mi sento davvero inutile e non amato.
Gentile Stefano,
come sempre in questi casi suggerisco di approfondire questa storia traumatica. Il suo diritto a ritrovare stabilità deve passare attraverso una valutazione di quanto accaduto, per aiutarla a chiarire la sua identità e a privarsi della colpa che ne blocca l’espressione serena.
Grazie mille per avermi risposto… Uno dei vari problemi che ho è la vergogna e a volte mi colpevolizzo, pensando se facevo cosi o se provavo a scappare… Lo so che non dovrei pensarlo, ma ogni tanto il “se” arriva e mi fa stare male. Mi ci sono voluti diversi giorni, solo per trovare il coraggio di scrivere a lei e l’idea di parlarne a 4 occhi con qualcuno mi spaventa…Vorrei riuscire a dimenticare tutto e vivere quel che mi resta serenamente e soprattutto felicemente… Ma non credo ci riuscirò…
Con tanta gente cattiva che ce il giro, proprio a me doveva capitare…
Gentile Stefano,
certamente i sentimenti che prova sono parte del processo di elaborazione che purtroppo accompagna i minori con un vissuto simile e che tanto influenza la vita adulta nelle sue fasi successive. Aprirsi e parlare del trauma e già parte di un percorso terapeutico, dunque potremmo dire che scriverlo è stato un passo importante. Con coraggio provi a prendere in considerazione, a piccoli step, anche quello successivo di parlarne con qualcuno. Come spesso dico, merita quella vita serena di cui parla ed è possibile quantomeno provare ad averla.
Ho 29 anni ed è avvenuto un riavicinamento a mio padre dopo 15 anni… Mia figlia di 7 anni ha paura di lui dopo esser rimasta sola con lui… Io ho dei flashback continui nel mio sub conscio e non mi ricordo la mia infanzia con mio padre ho solo dei ricordi neri ma quando il mio subconscio fa partire la mia memoria mi vengono attacchi di panico ho paura e ora voglio allontanarmi da mio padre… Ho paura di ricordare e paura di scoprire cose che non voglio sapere ho un senso di panico e schifo verso di lui e paura di impazzire x questo mio subconscio che mi chiama a ricordare qualcosa… Cosa potrebbe essere?
Gentile Stefania,
come sempre ribadisco che non mi è possibile sapere cosa “potrebbe essere” in questo contesto e dalle poche righe di un commento, non conoscendo lei e la sua storia. Posso sicuramente dirle che questi dubbi e paure andrebbero approfonditi in sede appropriata, perchè la sua mente (qualsiasi sia la realtà degli avvenimenti) sta suggerendo la presenza di un forte disagio che andrebbe in ogni caso esplorato e risolto per farla stare serena.
Buongiorno
Ho 34 Anni.
Ho sofferto sin da piccola di attacchi di panico, se si di colpa, ansie ecc e ho sviluppato un rapporto strano con la sessualita per cui sin da adolescente il principale sentimento Era il Senso di colpa dopo aver fatto sesso con IL mio ragazzo.
Ho sognato molto molto spesso di fare sesso con mio Padre e a volte mi sembrava cosi Vero Che una volta sveglia non riuscivo quasi a capire se si trattasse di un ricordo o di un sogno. Col senno di poi razionalizzavo l evento in Mero sogno.
Ho avuto poi anche in tumore verso I 20 Anni Che mi ha permesso di cambiare la mia vita nonostante le sofferenze nell affrontarlo.
Ora io sento di voler Bene a mio Padre ma c è qualcosa Che non MI è chiaro, Che non capisco.
Ho provato tanto a ricordare. Ma non ricordo di nessun abuso. Ora sto facendo psicoterapia ma sento l estremo bisogno di capire se è successo qualcosa Durante LA Mia infanzia o no. Lei consigliare di aggiungere l ipnosi? Per supportare la memoria?
Grazie mille
Gentile Maddi,
l’ipnosi è un percorso che a oggi viene utilizzato come trattamento utile per rilassarsi ed è invece considerato desueto se non inutilizzabile come metodo per approcciare al recupero di eventuali memorie traumatiche. E’ stato dimostrato come questo processo possa a volte alterare i ricordi e non è affidabile, soprattutto quando parliamo di ricordi rimossi. Questo perchè porta la mente a uno stato di alterazione di coscienza dove si mescolano molti piani, oltre quelli della storia che si è immagazzinata nella memoria. Quello che si richiama alla mente quindi può essere del tutto condizionato dalla fantasia o dalle paure della persona. Inoltre, essendo accompagnato da una seconda persona, volontariamente o involontariamente si potrebbe venire influenzati.
Buonasera,
Ho 15 anni ed è da quando ero piccola che faccio sogni strani. Tipo che il compagno di mia madre cercasse di abusare di me. Ma non ricordo sia mai successo. Anzi, lo spero. E niente faccio questi sogni da 6 anni circa e non capisco perché. Potresti aiutarmi? Grazie in anticipo! Buona giornata
Gentilissima,
purtroppo non è possibile in questa sede dare una risposta alla sua domanda. I sogni sono dei segnali che riceviamo dalla mente e che ci indicano dove e in che modo la mente stia focalizzando l’attenzione. Solitamente i sogni ricorrenti sono indice di un problema o una situazione che si sta tentando di elaborare, ma per decifrare quale sia il problema e cosa questo possa voler dire è necessario conoscere la storia e molti dati della persona. Un sogno può voler dire molte cose, quindi sarebbe bene che lei approfondisse in sede adeguata il significato di queste immagini oniriche ricorrenti.
Buongiorno dottoressa,
Ho 47 anni, un bimbo di 9 avuto dal mio ex marito, e un compagno meraviglioso. Tra i 4 e i 5 anni ho subito abusi da mio cugino, di 5 anni più vecchio. Anche penetrazione. Finito a quando, più grande, ho capito cosa stesse facendo e ho cominciato a sentirmi in colpa, sporca, e l’ho allontanato. A casa, nessuno ha mai saputo nulla. Mi ci sono voluti parecchi anni per fare pace con me stessa e solo alle superiori non ci ho più pensato, fino al mio primo fidanzato. Ho vissuto comunque serenamente la mia sessualità fino al mio attuale compagno, con il quale la cosa è venuta fuori. A volte dice che penso troppo al sesso, che per me in amore è normale, ma a forza di dirmelo e di rinfacciarmi un tradimento fatto al mio ex marito, violento, anni prima, ho ricominciato a pensarci e a sentirmi perennemente in colpa, inadeguata. Può un evento tanto lontano influenzare ancora oggi la mia vita?
Gentile Laura,
la sua esperienza di abuso è molto forte. Non posso dirle in che modo questo trauma stia influenzando oggi la sua vita, ma posso dirle in generale che i sentimenti di colpa e il senso di inadeguatezza sono parte delle dinamiche comuni in queste storie. Data l’entità di questi fatti, sarebbe necessario approfondire in sede adeguata il loro ruolo nelle problematiche che lei presenta oggi.
Gentile dottoressa,
Sono un ragazzo di 27 anni, da bambino sono stato abusato da una mia cugina anche lei minorenne che però si comportava come una adulta. La mia vita è stata ed è un inferno, anche per via di un contesto familiare disastroso: mai avuto amici né fidanzate, fallimento scolastico. Adesso ho ricominciato a studiare perché i libri sono stati l’unico compagno di viaggio ma sono molto pessimista sul fatto che questa mia storia avrà un lieto fine.
Cordialmente.
Gentile Carmelo,
per mia esperienza darsi un’occasione e lavorare proprio sulla perdita di speranza che accompagna il vissuto traumatico di molte persone, è la chiave di partenza più giusta per tentare di rimettere ordine nella propria storia. Essere pessimisti è più che giustificato, ma non consenta che questa negatività prenda il sopravvento sul desiderio di poter fare qualcosa in senso opposto.
Buonasera dottoressa, sono stato vittima di un conoscente dagli 8 ai 12 anni, ora ho 36 anni sono sposato con una donna fantastica e ho un bimbo di 5 anni, ma purtroppo questo fatto mi ha segnato moltissimo, provo attrazione verso gli uomini e a volte ho fatto sesso con loro ma quando facevo sesso la cosa mi faceva veramente schifo tant’è che non era per nulla piacevole ma purtroppo nella mia testa tornava sempre il pensiero di fare sesso con altri uomini, mi ha servito molto parlarne con mia moglie ( non le dico la paura di perdere tutto ero pronto al suicidio se mi avesse lasciato) ma lei ha capito e mi sta stando vicino ( la confessione è avvenuta da poco)
Io voglio solo stare meglio e sono incazzato nero per quello che mi ha fatto quello stronzo bastardo e sto pensando di andare da un psicoterapeuta.
Come ho letto prima penso che il fatto mi abbia segnato moltissimo oltre ad andare alla ricerca di andare a cercare una cosa che poi non mi piace fare, oltre al fatto che sono sempre sulla difensiva, penso sempre al lato peggiore delle cose ( qualsiasi cosa succede nella mia testa finisce sempre male) e sono molto aggressivo verbalmente con gli altri se mi fanno un torto.
Come detto prima vorrei andare da un psicoterapeuta ma penso che comunque la situazione sarà estremamente difficile da risolvere.
Gentile Fabrizio,
penso che queste riflessioni siano già un ottimo punto di partenza per un percorso adeguato e che non ci sono situazioni irrisolvibili, quando si ha la volontà di superarle. Le auguro il meglio.
Buoa sera
sono mamma di un ragazzo di 17 anni che ha probabilmente subito abusi da un sacerdote all’eta Di 7 anni. Credo che siano stati giochi intimi ma non sappiamo purtroppo nulla di preciso. Ne parlò con me dopo i fatti e io sconcertata cambiai in pochi gg scuola e città.
Ritornammo in Brescia dopo due anni e nonostante avessimo affidato il bambino ad uno psichiatra lo stesso lo tenne in cura per due anni senza alcun risultato.
Sembrava un bambino sereno fino circa si 10 anni poi da allora sta sempre cambiando in peggio!
Risultati scolastici disastrosi non ha amici non dialoga con la famiglia è arrabbiato sempre e per nulla!
Sono disperata no. So che cosa fare!
Sono sola ad affrontare questa situazione sola e senza lavoro pur facendo la commercialista.
Vi è qualche anima che potrebbe aiutarmi?
Grazie
Gentile Francesca,
è molto importante che possa affidare suo figlio ad un percorso mirato per aiutarlo a processare sia l’abuso e comprendere quali altri elementi si siano inseriti nella sua storia specifica per portarlo ad avere queste difficoltà al momento. Ci sono molti centri o associazioni mirate e i servizi pubblici che possono aiutarla in questa direzione contenendo i costi. Le auguro il meglio.
Buonasera
Un ragazzino di circa 10/11 che in qualche occasione ha toccato nelle parti intime una bambina di 4/5 anni o che in un occasione ha avvicinato la sua parte intima vicino il sedere della bambina, può essere definita un abuso? E il bambino può essere definito un abusante?
Gentile Francesca,
purtroppo non è infrequente che un minore abbia comportamenti “abusanti” nei confronti di altri pari o bambini più piccoli. La natura dell’abuso cambia radicalmente, non possiamo parlare di piena coscienza del danno che si sta recando e quindi parlare di abusante come se ci trovassimo davanti a un adulto. Andrebbe indagato a fondo cosa abbia spinto quel bambino verso quella direzione e il più delle volte si apprende che ci troviamo davanti a minori a loro volta abusati o che si trovano in ambienti promiscui e “ripetono” ciò che vedono senza comprendere. Purtroppo chi subisce questi comportamenti invece non è esente da presentare traumi, anche se chi sta assumendo atteggiamenti non consoni è un minore.
Buona sera dottoressa, ho 40 anni e fino al l’adolescenza ho subito abusi da mio nonno (non parlo di penetrazione che credo non sia mai avvenuta ma tutto il resto più o meno accadde sebbene non ricordo la frequenza) mia madre lo scoprì e lui fu allontanato. Passato del tempo comunque ripresi i rapporti con lui, normalmente senza alcun atteggiamento inadeguato da parte sua. La mia vita scorre normalmente ma oggi mi trovo a notare in me insicurezza, molta difficoltà a fare dei cambiamenti, uno per tutti cambiare il mio lavoro che non amo pur avendo anche dei supporti che potrebbero agevolarmi. Sono introspettiva e mi accorgo di sentirmi bloccata, questo è il termine più esaustivo, bloccata mentre dall’altra parte sento di avere un sacco di energia, ho un carattere intraprendente ma poi sento un forte blocco che ritorna in diverse situazioni della mia vita. Insicurezza e sempre un forte bisogno di attenzioni e protezione dal partner più una lieve ma costante diffidenza anche difronte agli uomini più onesti che incontro (premetto di non aver mai avuto esperienze negative con gli uomini, ho sempre incontrato ragazzi decisamente a posto ma io nel cuore diffido sempre un po’ o comunque tendo a incolparli di qualcosa che non hanno fatto quasi per esser pronta al l’eventualità) Il senso di blocco nel lavoro, nel rendere la mia vita più gratificante è ciò che oggi mi perplime e la mia domanda è se questa forza bloccante/insicurezza possa avere origine da questo abuso per il quale ho sempre creduto di non aver avuto alcuna particolare conseguenza. Ora me lo chiedo perché sono stanca di sentirmi insoddisfatta di una vita che in verità potrei cambiare senza averne la forza. La ringrazio molto in anticipo della sua risposta.
Gentile Lara,
questa è una domanda che deve aprire in un contesto adatto. Io posso solamente dirle che una storia di abuso, soprattutto se protratta nel tempo e agita da un abusante familiare, per sua natura lascia tracce importanti nel corso dello sviluppo e che certamente andrebbe vista con attenzione per capire in che modo sia parte del suo blocco e come vi incida.
Gentile dottoressa,
ho purtroppo assistito all’età di 10 anni ad un tradimento di mio padre nei confronti di mia madre. Mia sorella, più piccola di me, mi ha inoltre confidato che, durante i sonnellini, lui la accarezzava in un modo che lei percepiva troppo intimo e insistente per poi assistere a lui in bagno con l’urgenza di masturbarsi, lei era andata a controllare cosa facesse papà in bagno. Quello che ha fatto mio padre è una cosa grave? E perché a subirne le conseguenze, a livello di stabilità in relazione di coppia (di fatto non mi fido di nessun uomo e mando all’aria ogni storia), sono stata proprio io che non sono la vittima diretta? Chi scrive ha un’età adulta, intorno ai 40 anni. Grazie
Gentilissima,
le sfumature di certi comportamenti e il definirli abusanti o meno, o meglio più o meno gravi, sono da valutarsi di storia in storia. Certamente la vicenda che racconta è molto complessa e necessiterebbe di una lettura attenta in contesto adeguato per rispondere alle sue domande. I comportamenti inappropriati da lei descritti andrebbero valutati in profondità per poter comprendere se e come abbiano influito nella sua vita.
Ho subito violenza sessuale da parte di mio padre per 12 anni della mia vita.
A 14 anni ho avuto il coraggio di raccontarlo a mia sorella, lei ne parló con mio padre e da quel momento smise.
Qualche anno fa mi sono accorta che durante la notte veniva a toccarmi e sfiorarmi e probabilmente si eccittava, fino a che qualche mese fa mi sono svegliata mentre lui stava facendo questo e l’ho trovato nascosto sotto il letto con lui che negava inizialmente tutto. Da quel momento, grazie all’aiuto di mia sorella, l’ho allontanato dalla mia vita, limitando le vicinanze.
Il problema ora è che io riconosco di avere dei problemi relazionali, soprattutto con il mio partner, non ho mai voglia di fare sesso, sono apatica, e cerco di allontanarlo sempre. Questo mi distrugge, non è giusto che oltre ad aver rovinato una parte della mia vita dovró vivere male anche il resto della mia vita. Vorrei riuscire a provare sentimenti, ad amare il sesso. Ma non riesco, e mi dispiace.
Gentile Elena,
è molto comune che si riscontri questo tipo di problematiche, soprattutto a seguito di un una storia così drammatica di abuso, quale lei ha vissuto. A questo proposito consiglio sempre di non demoralizzarsi e provare a intraprendere un percorso che possa aiutarla a sbloccare i nodi traumatici e ad alleviare le problematiche originate dall’abuso.
Ho 37 anni,inizio ora dopo un tentato suicidio che sembra abbia aperto il vaso di Pandora a ricordare gli abusi di mio padre che partono dall età di 4anni.Lui è morto,e sto morendo anche io,non riesco a vivere,questa storia ha condizionato senza saperlo tutta la mia vita:dagli attacchi di panico,alla mia vita sessuale,al rapporto con la gente.Ha rovinato il mio matrimonio e sta lentamente logorando(lo sento) il rapporto con le mie figlie.Una parte di me è morta anche se vorrei esserlo del tutto…
Gentile Gaia,
posso dirle di provare a non lasciare che sia la sua storia di abuso a controllare la sua vita. Faccia il tentativo di fermarsi a ragionare sull’accaduto, dargli spazio e possibilità di cura. Lei, come tutti coloro che hanno subito un trauma e vi ruotano attorno, è molto più complessa, non lasci che sia l’abuso a definire chi sia.
In che senso ha ricominciato a ricordare gli abusi?
Dottoressa è possibile che abusi e traumi subiti vengano totalmente cancellati dalla mente e rimangano solo le conseguenze? Soffro di ansia, attacchi di panico, depressione, a volte ho paura di stare da sola a casa con mio padre e quando mi accingo ad avere rapporti col mio ragazzo lo trasfiguro e mi sembra/ho paura di stare con mio padre. Ho iniziato a pensare alla possibilità di aver subito abusi dopo che mi è stata diagnosticata questa depressione, un anno e mezzo fa, ma il pensiero ancora non mi abbandona nonostante la psicoterapia e a volte sogno che mio padre abusa di me. Come faccio ad avere la certezza che sia successo o non successo? Pensa che ormai lo avrei ricordato se fosse successo davvero?
Grazie mille
Gentile Clara,
gli abusi sono degli accadimenti traumatici. Quando sperimentiamo una situazione altamente pericolosa la mente opera meccanismi di difesa estremi, come la dissociazione. I ricordi possono essere “apparentemente” cancellati, perchè separati dalla memoria, ma l’evento accaduto, le emozioni e le reazioni del corpo continuano ad agire e influire sullo sviluppo. Questa in termini molto semplificati è la spiegazione neurobiologica di cosa accade. Per provare a capire se vi sia o meno stata una reazione così estrema, è necessario che approfondisca la sua storia nel corso della psicoterapia. La domanda che deve porsi per iniziare è, a prescindere che sia accaduto o meno, come mai la sua mente si stia concentrando sulla figura di suo padre. Sono indizi comunque utili per capire cosa significhino queste paure emerse. Se non vi è un abuso, questi timori hanno comunque necessità di venire indagati.
Salve,
non so se è la pagina giusta per chiedere una cosa simile ma vorrei sapere se essere “costretta” ad abbracciare nel letto una persona adulta ( ero una bambina di 3-4 anni) e a dare baci (nella guancia) possa essere considerato un abuso.
Non ricordo bene l’episodio (o gli episodi) ma ricordo ancora il fastidio che provavo e l’ancora attuale disturbo nell’essere toccata.
Gentile Maddalena,
la domanda dovrebbe essere contestualizzata meglio per poterle dare una risposta corretta e purtroppo in questa sede non è possibile farlo. Posso dirle che è valida la definizione data nell’articolo e che in linea generica è abusante qualsiasi azione volta contro il volere di qualcuno. Se parliamo di minore e di abuso sessuale, si tratta di qualsiasi atto manipolatorio che porta ad agire un comportamento erotico o sessuale su un individuo chiaramente non in grado di comprendere la natura di quanto stia accadendo (dunque che non può capire e scegliere liberamente se ciò che accade è buono o meno e se dunque lo desidera o meno). Quando si scende nei casi specifici, soprattutto in questi che sono molto ambigui, è necessaria una attenta valutazione per connotarli sia in senso negativo che positivo e per questo non mi è possibile in questa sede darle risposta.