Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

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Quando si parla di “abuso sessuale infantile” ognuno di noi ha in mente una definizione precisa, dettata il più delle volte da esperienze indirette. Purtroppo in alcuni casi l’abuso sessuale entra direttamente nella vita di un individuo, impattando violentemente sul suo normale corso, lasciando dietro di sé delle ferite psicologiche che variano per gravità a seconda del tipo di abuso subito, l’età e la capacità di autocura di cui ogni mente umana dispone.

Partiamo da una definizione generale: intendiamo per abuso sessuale infantile qualsiasi attività che implica il coinvolgimento in attività sessuali di un minore da parte di un adulto.

Da notare bene, quando ci riferiamo ad attività sessuale, non parliamo necessariamente di un rapporto fisico diretto, ma di tutto ciò che ha a che vedere con la sfera della sessualità, se una delle due parti rifiuta o non è nella posizione di comprendere (o comprendere con un senso di maturità piena in caso di adolescenti) ciò che sta accadendo. Ad esempio, oltre alla violenza sessuale che implica una penetrazione, la costrizione al toccare o baciare; la visione non desiderata di nudità o atti sessuali del singolo adulto, di una coppia o più individui; riferimenti sessuali e argomentazioni oscene.

L’abuso sessuale infantile ha solitamente e comprensibilmente un elevato livello di gravità e rischio per la salute mentale di un individuo e la sua crescita. Una persona che è stata abusata in età infantile porta nel decorso evolutivo della sua mente le tracce di un evento traumatico che solitamente ne devia il normale sviluppo.

Possiamo dire in linea generale che il livello di gravità segue tre dimensioni fondamentali:

  • il tipo di abuso subito e la sua durata – ovvero, se si è trattato di veri e propri rapporti fisici, toccamenti o esposizioni visive o racconti e provocazioni e quanto a lungo;
  • l’età e le risorse individuali del bambino – ovvero, in quale fase dello sviluppo il trauma lascerà traccia e di quali risorse dispone;
  • l’identità dell’abusatore – più la parentela è prossima alla vittima, peggiori saranno le conseguenze del trauma subito.

Per intenderci, potremmo dire che un abuso sessuale subito da parte di un genitore ad un bambino in età pre-puberale (8-11 anni circa) che si protrae nel tempo, con un coinvolgimento fisico totale, con ogni probabilità si rivelerà un’esperienza tra le più distruttive per la salute psichica.

Naturalmente essendo queste tre dimensioni molto variabili, fare previsioni nei singoli casi è molto complesso e, proprio per le capacità e risorse individuali, situazioni che potrebbero far pensare a conseguenze peggiori potrebbero rivelarsi meno gravi di altre da cui ci si aspetterebbe al contrario quadri meno compromessi.

A fronte di ciò ricordiamo che trattandosi di abuso sessuale infantile, stiamo facendo distinzioni all’interno di una situazione che presenta comunque, in qualsiasi forma avvenga, una potenzialità traumatica di livello elevatissimo, che si parli di un episodio con coinvolgimento minimo, ad uno massimo.

Le conseguenze psicologiche di un abuso sessuale possono toccare differenti aree: l’autostima, lo sviluppo della sessualità, le capacità relazionali.

Solitamente un bambino reagisce all’abuso innescando meccanismi di difesa basici, quali rimozione e dissociazione – la mente cerca in questo modo di sganciarsi dal ricordo traumatico insostenibile creando una barriera tra ciò che è accaduto e le implicazioni emotive o cancellando letteralmente l’episodio dalla memoria. E’ stato rilevato come il minore affronti una situazione molto simile a quella degli adulti che, dopo aver subito un trauma, sviluppano un disturbo post-traumatico da stress.
Il senso di colpa si riversa su di sé ed è tanto più intenso, quanto l’ambiente circostante ignora o copre l’episodio, e di contro, si sviluppa un profondo senso di sfiducia e paura nei confronti degli altri.

Un adulto che è stato abusato deve scontrarsi con queste credenze sviluppate e consolidate dal bambino che era un tempo. Tenderà a seconda dei casi, ad essere altamente aggressivo, ad incolparsi ferocemente, avrà una bassa autostima, tenderà a deprimersi o ad oscillare molto tra stati emotivi. È prevedibile che abbia difficoltà a regolare gli impulsi e problematiche ad inquadrare e sviluppare una corretta identità sessuale ed una vita sessuale soddisfacente.

Tra le patologie che possibilmente si sviluppano troviamo il disturbo borderline di personalità, la depressione, disturbi alimentari e dipendenze, proprio in conseguenza all’incapacità di regolarsi e al costante bisogno di “tenere il controllo” su una situazione che si percepisce in pericolo costante.

Ad oggi la psicoterapia è uno strumento di elezione per trattare e curare storie e conseguenze degli abusi. Ovviamente, parlando di età adulta, si dovranno affrontare gli effetti di schemi disfunzionali consolidati nel tempo. Si può dire che il trauma dell’abuso innesca una serie di meccanismi di difesa estremi della mente che portano purtroppo, seppure con lo scopo di proteggere la persona da un crollo, alla formazione di sistemi difettosi e patologie che probabilmente non sarebbero comparsi altrimenti.

In quest’ottica, abbiamo personalmente usato l’esperienza nata da un lavoro costante sul campo in questo ambito per sviluppare un metodo mirato, la cui filosofia di base è mantenere al centro la narrazione della persona, integrando tecniche e conoscenze in campo psicotraumatologico sempre più innovative: l’Emdr; la Psicoterapia Sensomotoria; la terapia dell’Esposizione Narrativa, ne sono alcuni esempi.

Tutto ciò all’interno del percorso di psicoterapia, per fornire a chi ne fa richiesta un’esperienza che garantisca una totale e complessa strategia di intervento il più possibile risolutiva, nel rispetto della natura articolata del trauma, la cui cura non può ridursi alla sola rimozione dei sintomi da esso generati (per saperne di più: Alicanto – Centro Cura del Trauma Psicologico).

 

Copertina del libro di psicologia "C'era una volta un bambino: L'adulto vittima di abuso sessuale nell'infanzia" che esplora [tema specifico]. Visita la pagina per dettagli e approfondimenti sul contenuto del libro
Una lettura facile per meglio comprendere cosa accade all'adulto che è stato vittima di abuso sessuale nell'infanzia.

NB. Vorrei estendere un ringraziamento particolare a tutti coloro che con coraggio stanno commentando l’articolo, facendo domande o semplicemente condividendo il dolore e il disagio delle loro esperienze di abuso vissute in età infantile.
[E’ possibile che parti dei commenti con contenuti marcatamente espliciti vengano tagliati per il contesto nel quale sono pubblicati.]

Vorrei altresì specificare che purtroppo NON E’ POSSIBILE FARE CONSULENZE VIA EMAIL O TELEFONICHE.

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1.117 commenti su “Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti”

  1. Ciao, sono una ragazza di 23 anni e ho il sospetto di aver subito abusi sessuali in età infantile ed averne rimosso il ricordo .
    C è un modo per verificarlo dopo così tanto tempo? Un ginecologo potrebbe dirmi la verità?
    Oltre agli effetti psicologici rimangono dei segni fisici ?

    1. Gentile Beatrice,
      mi spiace ma non è possibile procedere a simili verifiche a meno che non ci siano stati degli abusi così invasivi da lasciare cicatrici o menomazioni al corpo (eventi molto rari che difficilmente possono essere dissociati in un modo così massiccio dalla mente).

  2. ho 18 anni e quando avevo circa 9/10 mio fratello che aveva 16 anni, ha toccato le mie parti intime mentre dormivamo insieme (in seguito ad un brutto sogno e io mi sono confidata con lui) io all’inizio mi ero quasi addormentata ma poi ho sentito ma non ho fatto nulla poi mi sono alzato e sono corsa dai miei poi non ricordo molto cosa fosse successo.
    al tempo non ci ho dato peso ma con il passare degli anni mi sono sentita strana nei suoi confronti, quando mi abbraccia o cerca contatto io lo evito involontariamente e non, l’evento mi ha segnata molto in quanto quando penso a quel giorno mi pento di essermi svegliata e di essere andata da lui a dormire perché mi fidavo di lui.
    questo rifiuto di contatto l’ho solo con lui, poi magari non c’entra nulla l’evento ma volevo chiarire la situazione.
    inoltre soffro di ansia e questi momenti di abbracci mi creano disagio e un blocco seguito da ansia e sensazione di voler stare da sola

    1. Gentile Laura,
      una delle sensazioni che accompagnano chi è stato abusato in famiglia è proprio quella del sentirsi traditi. Le conseguenze sulla capacità di fidarsi degli altri sono molto importanti e vanno considerate per evitare che questo peggiori e comprometta le relazioni future. Lei è molto giovane, provi a chiedere aiuto ad un professionista o ad un adulto di riferimento che possa aiutarla a superare l’accaduto.

  3. Salve, sono Stefania. Ho 33 anni e da giorni mi assale il ricordo di mia zia sul mio corpo, sul mio e su quello dei miei cugini. Non ricordo se ci toccasse, ma ricordo benissimo che ci faceva mettere tutti sul divano e ci faceva toccare, strusciare, mentre lei guardava. Non ho ricordi ben netti e non ne ho mai parlato con nessuno. Penso di non avere traumi, almeno adesso. In passato ho avuto qualche problema a lasciarmi andare sessualmente e forse qualche dubbio sulla mia identità sessuale ma ad oggi mi sento bene e felice del percorso che sto vivendo. Sono una persona solare e non ho bassa autostima. Pensa dovrei parlarne con qualcuno? E, se sì, come si fa a parlare a qualcuno di un abuso subito? Ed è abuso questo? Grazie

    1. Gentile Stefania,
      sarebbe certamente importante trovare uno spazio di ascolto per questi dubbi e domande. Posso dirle solamente in linea generale che il racconto che riporta ha dei caratteri abusanti. Sarebbe però opportuno parlarne in sede adeguata e valutare se necessario un lavoro per approfondire o meno l’accaduto.

  4. Salve, da non molto sto rianalizzando cose accadute nel mio passato.
    Il mio primo approccio al sesso è stato a 12 anni con un ragazzo di 19, con incontri durati circa un anno.
    Ho sempre visto in lui una figura buona che aveva bisogno di amore proprio come me e che come in ogni “coppia” normale era naturale assecondare i suoi “bisogni”.
    Ricordo nitidamente che all’inizio non riuscivo proprio a capire quando mi diceva che aveva bisogno che io lo toccassi per stare bene.. mi sembrava una cosa così strana e innaturale.. qualcosa che nessuno faceva alla mia età.
    Ma l’ho assecondato
    Ho sempre vissuto pensando che fossi consenziente, che volontariamente avevo scelto di vivere quella cosa con lui. Ma andando avanti nel tempo ho iniziato a chiedermi quanto una bambina di 12 anni potesse mai essere veramente consenziente all’esposizione di qualcosa che era più grande di lei.
    Sono confusa, inizio a chiedermi se sto ingigantendo la cosa e infondo, non mi è successo chissà che o se devo iniziare a rivalutare la cosa.
    So solo che ad oggi trascino dentro di me un senso di colpa allucinante per il mio passato e pian piano riaffiorano ricordi, sensazioni a me spiacevoli.

    Potrebbe essersi trattato di un abuso avendo io quella tenera età?
    Per affrontare il mio passato ho deciso di intraprendere un percorso di terapia, mi è stato detto che ho subito un abuso.. lei cosa ne pensa?
    Grazie

    1. Gentile Maria,
      non posso rispondere in modo così netto alla domanda, non conoscendo lei e la sua storia. Posso dirle che tecnicamente è possibile che una storia come la sua possa essere ritenuta abusante, ma quello che fa la differenza in questi casi limite è sempre il vissuto personale. Se ci sono comunque dei dubbi e delle difficoltà legate a quanto accaduto, continui ad esplorare e vedrà che questa risposta riuscirà a darsela. L’importante è che senta che sia la sua e non indotta da altri.

  5. Sono una ragazza di 21 anni e ho subito delle molestie sessuali da parte del mio istruttore di nuoto in età infantile. Non ricordo bene a che età è stato (credo 8/9 anni); ricordo solo vari flashback in modo confuso e acronologico. Però ho dei ricordi che mi fanno ancora venire la nausea: lui che mentre mi fa mettere la mano sui suoi genitali e in un’altra occasione (forse anni dopo) lui cerca di fare lo stesso con me a cui io mi libero piangendo e lui si ferma. Ai tempi non comprendevo a pieno l’accaduto e raccontai tutto ai miei genitori, che subito presero provvedimenti, facendo lasciare a me e a mio fratello la piscina e intervenendo anche in modo legale. Per anni l’accaduto è andato sempre di più a sbiadirsi nella mia memoria, ma poi è arrivata l’adolescenza e qualcosa si è sbloccato. Inutile dire che mi sono colpevolizzata per quello che era successo e ho avuto molti problemi a approcciarmi seneramente alla sfera sessuale senza parlare della mia autostima, ormai finita sottoterra. Sono tre anni che riesco a raccontare ciò che mi è successo alle persone a me vicine e mi sento rinata. Comunque, mi è capitato diverse volte di raccontare l’accaduto dissociandomi, mentre un’altro problema è stato il rapporto trauma/partner. Ho avuto due fidanzati, ai cuali ho raccontato tutto. Non ho mai avuto un rapporto. Il fatto è che so com’è difficile portarsi un peso così e non vorrei far portare una croce a chi mi sta accanto.
    Io desidero intimità, ma con i miei tempi.
    Grazie.

    1. Gentile Marta,
      è molto importante riuscire a parlare degli abusi e sentirsi in contatto con le esperienze traumatiche per poterle gestire al meglio e non farsi gestire da esse. Continui così e se possibile, per affrontare la vergogna e la colpa che inevitabilmente si formano dopo queste esperienze, provi a farsi aiutare in un percorso che possa essere finalmente liberatorio.

  6. Buongiorno, sono una ragazza di 18 anni. Per anni ho cercato di dare una definizione a ciò che mi successe, ma non ci sono mai riuscita e perciò non ne ho mai parlato con nessuno, solo ultimamente con il mio ragazzo. Quando ero piccola, intorno ai 13 anni se non prima, ho subito dei “palpeggiamenti” da parte di mio fratello, più piccolo di me di un anno. Ricordo solamente due di quegli episodi, di cui uno non avvenuto completamente perchè lui mi ha solamente detto di volerlo fare come una sorta di gioco. Nel corso degli anni non è più successo nulla ma non riesco a dimenticarlo. Mi sento molto a disagio vicino a lui, viviamo ancora insieme e molte volte ancora ad oggi noto parecchie sue occhiate in quelle zone del mio corpo, senza neanche nasconderlo. Crescendo e soprattutto ad oggi sento che questa cosa sta influenzando parecchio la mia vita, in casa per esempio mi vesto in un certo modo per cercare di coprire il mio corpo ed evitare occhiate, passo molto tempo nella mia stanza ma ultimamente anche li mi sento a disagio. Nonostante tutto mantengo un dialogo con mio fratello le poche volte che ci parliamo e sembra anche che andiamo d’accordo, ma non riesco ad eliminare questo problema. Questo mi fa pensare che sia solo un’esagerazione della mia mente, un “abuso” che in realtà non possa essere considerato tale e ciò mi ha portata a tacere per anni. La ringrazio in anticipo, non so proprio cosa pensare al riguardo

    1. Gentile Rebecca,
      è del tutto normale dubitare a volte delle proprie percezioni, ma qualsiasi sensazione negativa sia stata vissuta, questa ha sempre una ragione di esistere. Provi a chiedere un supporto esterno che possa essere di aiuto a mettere in ordine queste emozioni, aiutarla con quanto accaduto e a gestire la situazione difficile che si è creata in casa.

  7. Buongiorno. Sono una donna di 41 anni. Un paio di anni fa ho sognato di essere, in età adulta, a letto, in mezzo a zio e zia. Lo zio, acquisito, aveva atteggiamenti sessuali neii miei confronti. Io mi lamentavo con la zia, ka quale minimizza va ad occhi chiusi.
    Questo mi ha fortemente scossa e mi so vengono, da allora, delle sensazioni/percezioni…che però non sono chiari ricordi. Per esempio avverto forte disagio e vergogna pensando a delle foto che questo zio mi ha fatto a 6 anni giocando con delle trasparenze;mi sento sporca e a disagio ritrovando la sensazione provata quando, a 13 anni, mi chiedeva di dargli la mano. Lui poi se la metteva in tasca e credo fossero atteggiamenti ambigui.
    Sono peró percezioni di mie sensazioni, non ricordi puliti.
    Sono una visionaria? Dopo tutti questi anni? Perché non prima?
    Grazie per l’attenzione

    1. Gentile Sara,
      non è certamente possibile rispondere a queste domande in questa sede. Posso dirle che ricordi o sensazioni di questo tipo possono affiorare in qualsiasi momento, stimolate da motivi che spesso non sono immediatamente comprensibili. La regola che vale sempre è che, indipendentemente dalla veridicità o meno di tali impressioni affiorate, la mente sta cercando di suggerire un disagio che vale sempre la pena approfondire.

  8. Sono una ragazza di 22 anni, ho subito abusi domestici da parte di mio padre dall’età di 11 anni fino ai 14. I primi anni si trattava di molestie, fino ad arrivare una notte all’abuso fisico, episodio durante il quale non sono riuscita a reagire, mi sono paralizzata in silenzio (e di questo molte volte mi sono data la colpa, mi sentivo come se mi fossi concessa, come se in un certo senso glielo avessi permesso). Inizialmente reagii solo all’episodio di quella notte raccontandolo a mia madre, ma “per il bene della famiglia” tutto venne affossato. Di conseguenza, non avendo nessuno che ascoltasse il mio dolore e le mie necessità, ho provato ad affossarlo anche io, senza però di fatto elaborare il trauma. Inizialmente lo dimenticai, solo a volte avevo dei flashback e non capivo neanche se fossero cose accadute realmente o se me le stessi inventando. Con il passare del tempo è stato sempre più difficile far finta di niente, tutto d’un tratto ho preso consapevolezza di tutto ciò che era successo, ho realizzato cosa fosse successo quella notte e che gli abusi erano già iniziati anni prima senza che nemmeno me ne fossi resa conto. Ho vissuto nel terrore che potesse farmi di nuovo del male, non riesco a guardarlo negli occhi, ho timore a girare per casa con i pantaloncini corti o averlo alle mie spalle per paura che si ecciti nel guardarmi, quando si avvicina a camera mia istintivamente mi blocco e tutti i muscoli si paralizzano, la saliva scompare. Da qualche anno ho iniziato a soffrire d’ansia e attacchi di panico, durante i quali provo un senso di inutilità, mi sento in colpa, mi sento di essere una persona cattiva, mi sento di non meritare amore da parte di nessuno. Sento solo un grande dolore al cuore e allo stomaco, profondamente, e mi sento come se ogni mia cellula fosse sbagliata e la mia presenza a questo mondo fosse sgradita.

    1. Gentile Alessia,
      provare senso di colpa e vergogna in una situazione come la sua è del tutto normale, ma rifletta sul fatto che avere subito un abuso di questo tipo non la rende complice. Se ha possibilità chieda supporto ad una figura di riferimento esterna a casa, se possibile un professionista per poter iniziare a capire come superare e risolvere la sua problematica.

  9. Buonasera Dottoressa, sono stato fidanzato per un anno con una ragazza che ha subito abusi dal padre quando aveva 12 anni. Ciclicamente entra in uno stato apatico in cui si chiude in se stessa e non prova alcun sentimento ma solo noia che cerca di combattere con atteggiamenti compulsivi (viaggi, serate con le amiche, alcol, acquisti). Nonostante abbia sempre avuto un rapporto amorevole e comprensivo nei suoi confronti basato su amore, dialogo e fiducia, e nonostante si sia sempre dichiarata innamoratissima di me, un mese fa ha deciso di lasciarmi, o meglio farsi lasciare, perchè a detta sua “sta bene così” e vuole essere libera di fare quello che vuole senza alcun legame. È arrivata a dirmi che non mi amava e che era confusa quando me lo diceva e che le molestie raccontate (lo sappiamo io la madre e la sua dottoressa) non erano vere. La madre che mi ha confermato tutto è molto preoccupata perchè la vede nervosa, depressa e completamente fuori controllo al contrario di come la vedeva serena quando stava con me. Nonostante abbia tentato diverse volte di avvicinarla (lavoriamo insieme) mi ignora e mi tratta malissimo ed una sera ha addirittura detto alla mamma di odiarmi ma di non capire perchè. Cosa posso fare per aiutarla ma soprattutto per supportare la madre che non riesce a convincerla a riprendere la terapia psicologica? Grazie in anticipo

    1. Gentile Adamo,
      purtroppo a queste domande rispondo sempre allo stesso modo. Non è possibile aiutare qualcuno in un percorso di recupero di sè, se questa persona non è motivata a farlo per se stessa. Quello che si può fare, stando accanto ad una persona che ha subito abuso, è rispettarne i tempi, le decisioni prese, rimanere empatici e supportivi.

  10. Salve, quando avevo 13 anni ho avuto la mia prima relazione con un ragazzo di 16 anni. Io vedevo il nostro rapporto in modo totalmente innocente ma lui, essendo nell’età in cui si hanno le prime pulsioni sessuali, ha cominciato a farmi diverse pressioni. Inizialmente insisteva sul bacio( io non volevo assolutamente) e quando mi sono decisa ad accontentarlo nei giorni successivi non riuscivo a stargli vicino. Nelle settimane successive ha iniziato a toccarmi e a farmi toccare e vedere il suo corpo. Io non volevo, mi faceva sentire sporca, ma mi sentivo come in dovere di farlo e provavo comunque dell’affetto nei suoi confronti. Dopo averlo lasciato ho avuto diverse difficoltà nel relazionarmi con i ragazzi, non riuscivo neanche a baciarli. Dopo aver superato quello scoglio però ho dovuto affrontare tutto ciò che implica una relazione con un ragazzo. Ora ho vent’anni e non ho mai avuto un rapporto completo e quando un ragazzo inizia ad andare oltre lo blocco e lo allontano, mi viene voglia di scappare. Non ne ho mai parlato a nessuno e non so se si possa definire abuso ciò che mi è successo, ma avevo bisogno di parlarne.

    1. Gentile Anna,
      questa esperienza che lei ha vissuto in modo molto negativo può certamente aver inciso sul corretto sviluppo di un comportamento sessuale sereno e soddisfacente. Provi a chiedere un supporto per aiutarla a superare questi blocchi.

  11. Buonasera, sono una ragazza di 20 anni e da quando ne avevo 5 fino agli 8 mio cugino di 10 anni più grande ha abusato di me. Non l’ho mai detto ai miei genitori, gli unici a saperlo sono il mio ragazzo e la mia psicologa. Quando ne parlo, però, è come se raccontassi una storia qualsiasi, non mi pesa e la racconto con molta tranquillità. Ciò mi spaventa perché ho paura che sia una trauma che non ho ancora ben metabolizzato e avrà conseguenze catastrofiche dopo.
    Secondo voi?
    Grazie mille

    1. Gentile Asia,
      non abbia paura. Può essere normale, proprio perchè i traumi si dissociano a volte, che non si senta molto in contatto emotivo con l’accaduto. Ognuno elabora a suo modo e può accadere che con le proprie risorse si possa tranquillamente superare senza danni importanti. Naturalmente se si tratta di uno stato dissociato, è importante continuare a lavorare su di esso per riconnettersi emotivamente e superare al meglio l’accaduto.

      1. Salve, sono Pamela e ho 31 anni.. (Mi scusi in anticipo per le parole che sto per usare) Non mi ricordo esattamente a che età, forse intorno ai 10/11/12 anni, ma un giorno il custode della mia chiesa è venuto a casa mia, era una persona conosciuta, e mentre io ero seduta sulle sue gambe (mia mamma e mia sorella erano lì), ha messo la mano dentro le mie mutande e mi ha toccato.. Quando è andato via, io l’ho salutato tranquillamente e quando mia mamma mi ha chiesto se era successo qualcosa, io le ho detto di no e sono andata avanti con la mia vita tranquillamente.. Alla fine della quinta superiore, ho sofferto di depressione perché, dopo un film, mi è iniziata un grandissima paura di morire, ma sono sempre andata avanti con la mia vita.. Sono stata bene per alcuni anni, poi, a causa della morte di una persona che conoscevo, è ritornata la mia paura di morire che sono riuscita ad affrontare con farmaci e vita all’aria aperta.. Dopo atri anni e dopo un’altra morte, sono ricaduta, ma ne sono uscita.. Poi, quest’ anno, dopo la nascita della mia nipotina, sono morte mia nonna e mia zia nel giro di due mesi e sono iniziati gli attacchi di panico, seguiti da ipocondria, ansia ed ora da disturbi ossessivi di tipo sessuale (solo nella mia mente) verso i bambini.. Secondo lei, questi disturbi sono legati all’abuso mai rivelato e mai affrontato o ai vari film o alle notizie che si sentono ogni giorno? Credo di avere una mente molto influenzabile..

        1. Gentile Pamela,
          in linea generale è certamente possibile che l’episodio di abuso abbia avuto conseguenze sulla sua sensibilità emotiva. Sarebbe opportuno che cerchi un supporto per approfondire e capire meglio da dove arrivino questi problemi e provare a superare il disagio che prova.

  12. Sono una ragazza di 18 anni, è la prima volta che lo racconto e sono molto confusa a riguardo: da piccola i miei hanno divorziato e mio padre ci ha abbandonati, mia madre quando avevo sui 9-10 anni si è fidanzata con un uomo che ha abusato di me dagli piu o meno 10-11 anni fino ai 14. Nonostante tutto quello che mi facesse, costituiva in me una sorta di figura paterna, era sempre gentile, mi faceva dei regali ecc, e questo ha generato in me un grande conflitto. La cosa strana è che fino ad un anno fa io non riuscivo ad avere ricordi di tutto quello che era successo, ogni tanto avevo dei flash ma li sopprimevo ed era come se non fossero esistiti, non riuscivo a realizzare il fatto di aver subito un abuso, ero convinta che fosse tutto apposto e stavo benissimo. Poi un giorno l’anno scorso tutto d’un tratto mi sono sbloccata e ho iniziato a ricordare, piano piano sono riuscita a recuperare quasi ogni pezzo e adesso e come se la mia vita andasse in frantumi. Da quando ho ricordato sono depressa, vado male a scuola, non ho voglia di fare niente e evito di stare con altre persone, penso tantissimo al fatto che non avrò un futuro e mi sento come se tutto quello che ho vissuto fino al giorno in cui ho ricordato fosse solo un illusione. Inoltre sono omosessuale e non so se questo dipenda dagli abusi subiti. Quando sono con gli altri fingo di essere felice e di non avere alcun tipo di problema…..vorrei tanto sapere cosa mi prende e come fare a ritornare la persona solare che ero prima.

    1. Gentilissima,
      è del tutto normale per una mente con un trauma dissociato, ricordare all’improvviso quanto rimosso. Purtroppo il sistema della dissociazione, anche se ci fa vivere in apparente tranquillità, crea molti problemi alla mente e una precarietà che deve essere risanata per evitare conseguenze. Normale è il sentirsi destabilizzati, ma il riaffiorare dei ricordi è in realtà un primo passo decisivo per riacquistare il giusto equilibrio. Sarebbe opportuno chiedere supporto per aiutarsi in questo processo.

  13. Buonasera io quando ero piccola fino a 9 anni circa ho subito abusi sessuali da parte di mio padre, che andavano da strusciamenti a stringermi forte forte a toccarmi il seno io mi sono sviluppata a 9 e mezzo, mi faceva prendere una caramella dalla sua bocca con la lingua, questo è quello che ricordo! poi nel corso degli anni ho subito violenza fisica con legnate con cintura e uno strumento che mio padre chiamava martinet; io ero terrorizzata da mio padre sentito la violenza e la morbosita nei suoi occhi io avevo paura ero terrorizzata da lui. La mia mamma non mi ha mai difesa mai! per molti anni ho rimosso la cosa, anche se la mia adolescenza io direi non l’ho vissuta! circa 25 anni fa dopo aver pensato e ripensato sul perche del mio disagio, vedevo che mio padre mi guardava con estremo disagio mi sono resa conto che si eccitata guardandomi quindi dopo tantissimi anni realizzai cosa mi ero successo e ne parlai a casa! nessuno mi ha creduta ,anzi mia sorella mi ha ccusata dicendomi perche avessi parlato solo all’ora e che poteva succedere pure a lei! in tutti questi anni è un tormendo perche durante le festività io vado da loro per poter stare vicina ad un’altra mia sorella piu piccola! Ancora adesso c’è nei miei confronti astio come se io avessi rovinato la famiglia , me l’hanno proprio detto espressamente! a volte mi sento di crollare perchè non ho mai detto in faccia a mio padre quando mi fa schifo! nei prossimi tempi forse è meglio che io non vado li da loro almeno finoa quando mio padre è vivo! io sto male male!

    1. Gentile Antonella,
      la sua storia molto dura e complessa necessita sicuramente di un supporto adeguato. Purtroppo l’omertà attorno ad un abuso intrafamiliare è diffusa e questo compromette ulteriormente le condizioni traumatiche vissute da chi subisce un abuso. Spero possa trovare il coraggio di chiedere un aiuto ed affrontare queste problematiche in una sede opportuna.

  14. Buonasera,
    a 11 anni circa un vicino di casa con cui ero solita giocare e un suo amico entrambi due anni più grandi di me mi portano in un portone e mi baciarono e toccarono al di sotto dei vestiti e a loro volta mi portarono le mani sui loro genitali.
    Ad oggi non so con chi prendermela se non con me stessa, forse un po’ troppo ingenua ancora.
    So solo che riesco ad avere rapporti sereni solo quando bevo e sono occasionali.
    col mio ex ragazzo provavo dolore fisico durante i rapporti e li vivevo come un obbligo mantenere il legame di coppia, allontanandomi poi di proposito.
    Mi sento pazza e non capisco se quell’episodio possa effettivamente essere la causa dei miei problemi relazionali…

    1. Gentile Nina,
      non conoscendo lei e la sua storia di vita è difficile dare una risposta alla sua domanda. Posso certamente dirle che, in linea generale, questi accadimenti nel corso della pubertà posso incidere molto sullo sviluppo di una serena vita relazionale affettiva e sessuale. Chieda un supporto in merito per alleggerire il peso di questo episodio traumatico e provare ad alleviare i suoi nodi problematici.

    2. Salve, vorrei fare una domanda
      Perché sono molto frequenti casi di molestie da parte del fratello maggiore, spesso in età adolescenziale? Cosa incide su questo fenomeno, l’inconsapevolezza del ragazzino o altro? E altra domanda, è possibile ristabilire un buon rapporto fra i due fratelli, nonostante le molestie accadute, nel momento in cui sono adulti e consapevoli?
      Le faccio queste domande perché mi interessa molto l’argomento, e vorrei approfondire.
      Grazie in anticipo

      1. Gentile Manuel,
        in preadolescenza e adolescenza si è in pieno sviluppo ed evoluzione verso la maturità sessuale. Non è infrequente che giovani in questo momento particolare si trovino ad “utilizzare” i più piccoli durante le fasi di sperimentazione di questa scoperta delle pulsioni erotiche. Se si possa o meno ristabilire dei rapporti tra chi ha subito un abuso e chi lo ha agito non è possibile saperlo, ma dipenderà dalla storia e dalla personalità degli attori in causa.

        1. Salve, cercherò di essere breve. Ho quasi 60 anni. Molti anni fa mi è stata diagnosticata una psicosi bipolare. Credo di aver subito almeno un episodio di abuso sessuale da piccolissima, quando avevo meno di 4 anni da un conoscente e socio di affari di mio padre. Non ricordo chiaramente nulla dell’accaduto, ma diverso tempo fa ho avuto dei sogni strani che mi hanno in qualche modo fatto insospettire. Fin da piccolissima, non più di 7 anni, mi masturbavo spesso di nascosto, facevo quasi tutte le notti pipì a letto, ero riservata, insicura, avevo esplosioni di rabbia, e in seguito ho avuto molti altri problemi, tra cui difficoltà ad accettarmi, difficoltà di identità sessuale, sensi di colpa, pensieri di suicidio, depressione, insicurezza costante. Inoltre, pur andando abbastanza bene negli studi, non sono mai riuscita a comprendere quale fosse la strada da prendere nella vita. Da adolescente, all’inizio delle superiori, cominciai a soffrire di agorafobia e a prendere ansiolitici.
          In seguito ho scoperto di essere attratta da altre donne e ho provato a travestirmi da ragazzo.
          Ho sempre avuto molte difficoltà a socializzare e per questo ho trascorso gran parte della vita chiusa in casa e da sola. Vorrei chiederle gentilmente che tipo di psicoterapia dovrei seguire per fare un po’ di chiarezza nella mia psiche e se eventualmente sarebbe il caso di sottopormi ad una ipnosi regressiva. Grazie!

          1. Gentile Carla,
            per mia esperienza, sconsiglierei ipnosi in caso di abusi. Potrebbero facilmente sovrapporsi esperienze caricate da immagini fantasticate con il rischio di confondere ulteriormente la mente, anzichè di mettere ordine. Ad ogni modo, il percorso che consiglio è sempre quello che ognuno si sente di voler scegliere per sè. Non c’è un tipo di psicoterapia più efficacie di un’altra, se parliamo in termini generali. La cosa che conta è trovare un professionista che abbia una esperienza mirata sul trauma e che il percorso si concentri sul problema dell’abuso. Non meno importante, che si senta bene e a proprio agio con il proprio terapeuta.

  15. Ciao,
    L’aver subito molestie sessuali da parte di mio fratello da piccolo potrebbe aver influito sul mio orientamento sessuale (sono omosessuale)?

    1. Gentile Marco,
      purtroppo non è possibile rispondere ad una domanda simile con certezza. L’orientamento sessuale si definisce nel corso dello sviluppo in modi prevalentemente naturali, ci sono però esperienze vissute e situazioni che possono incidere su di esso, come ad esempio abusi. Impossibile sapere se si sarebbe o meno sviluppata a prescindere una predisposizione o l’altra.

  16. Salve,
    ho 34 anni e dai 3 ai 13 anni mio padre ha abusato di me (non con rapporti completi). Oggi non riesco ad avere delle relazioni con un uomo, trovo disgusto nel pensare a relazioni sessuali e anche se vorrei metter su famiglia non ci riesco. E’ normale, tutto ciò? Grazie.

    1. Gentile Claudia,
      una storia di abuso così drammatica certamente lascia delle tracce molto forti e problematiche che necessitano assolutamente di essere trattate in sedi opportune. Purtroppo è comprensibile avere tali blocchi a seguito di una esperienza simile.

  17. Salve,ho 43 anni,ma solo 10 anni fa,dopo la separazione col padre dei miei due figli ,una femmina e un maschio,ho realizzato i miei fallimenti con gli uomini.avevo rimosso le molestie subito da mio fratello qualche anno più vecchio.tutto è venuto a galla quando mi sono trovata senza una figura stabile.poi ho scoperto che qualche anno dopo è successa la stessa cosa anche a mia figlia da parte del cugino….io non ne avevo mai parlato con nessuno,lei per fortuna è riuscita a liberarsi di questo peso,ma non sono riuscita ad aiutarla ed ora vive di crisi di rabbia e tristezza …vorrei tanto capire cosa fare x me ma soprattutto x lei. Grazie

    1. Gentile Elena,
      i percorsi di guarigione dal trauma sono molto differenti da persona a persona. Chi è vicino può supportare ed essere comprensivo, ma ricordare sempre di non potere purtroppo fare nulla di più di questo. Provi a chiedere appoggio professionale per la sua storia e suggerire a sua figlia di fare altrettanto, nella speranza che abbia forza e motivazione per chiedere aiuto.

  18. Buongiorno, sono Marianna e ho avuto una relazione con un uomo che durante l’infanzia ha subito abusi sessuali. Per circa due anni non ha fatto menzione di nulla di quanto accaduto, tuttavia il suo comportamento nei miei confronti e le inevitabili difficoltà che aveva nella sfera dell’intimità mi hanno fatto pensare che soffrisse tantissimo e che tale dolore fosse un dolore antico. Stare accanto a questo uomo a cui ho voluto molto bene, non è stato facile e ha creato in me una sorta di frattura. Sono stata la prima persona a cui ha parlato di questi abusi sessuali anche se in modo confusionario rivivendo dei flashback. Non ha più voluto affrontare l’argomento nè con me nè con un professionista.
    Si è rifugiato nel suo “mondo magico” come lo definiva che ha costruito fin da bambino per poter sopravvivere. la nostra relazione è finita prima che lui mi parlasse di questi abusi perchè io non riuscivo più a vivere con una persona che mi voleva bene ma detestava il mio corpo o qualsiasi contatto fisico. Mi dimostrava il suo affetto attraverso attenzioni tipiche di un padre verso una figlia. Insomma, riusciva a vedermi solo come una bambina nel suo mondo magico. Perchè si parla così poco di chi, come me, ha vissuto un dolore grande vicino a questo uomo, una sorta di violenza riflessa. Grazie e cordiali saluti.

    1. Gentile Marianna,
      in generale, vivere accanto a persone che non sono riuscite o che hanno difficoltà a superare delle problematiche non è semplice. Necessario in questi casi è considerare che nessuno ha il potere di aiutare e tantomeno curare chi non vuole.

  19. Ho subito abusi da uno zio dai 4 ai sei anni contemporaneamente alla perdita del mio papà ammalatosi cuore gravemente. Ogni volta che mi si lasciava con lui mi veniva una febbre da cavallo che passava solo quando mia mamma tornava a prendermi. Gli abusi sono stati graduali fino ad un rapporto completo. All’età di 17 anni ho subito uno stupro di gruppo. Adesso sono una donna ma purtroppo gli strascichi che mi porto addosso sono pesanti ingombranti e molto dolorosi.

  20. salve, potrebbe causare una sorta di trauma in futuro un abuso non diretto e non consensuale da parte di due bambini che vanno da un età compresa tra i 3 e i 10 anni?

    1. Gentile Cristina,
      la domanda è molto generica e non è possibile prevedere cosa e quali conseguenze su una persona potranno esserci a seguito di qualsiasi evento traumatico. Possibile prevedere in linea del tutto teorica che un abuso avrà delle conseguenze, ma resta una ipotesi tutta da verificare nel particolare di ogni situazione.

    2. Una come tante..

      Salve sono una donna di 34 anni, ho dei vaghi ricordi che con mia sorella maggiore, lei è omosessuale ma io no, abbiamo avuto un esperienza sessuale insieme promossa da lei (a me nn mi sarebbe credo venuta in mente di fare una cosa del genere tanto meno verso di lei) io ero molto piccola ma non ricordo bene, so solo che faccio fatica a parlarne perché non so se è colpa mia se l ho voluto, non ricordo bene…so solo che volevo dirlo a mamma ma lei mi bloccava, perchè per me era un gioco all epoco..adesso non lo so, sono molto confusa..non ne ho mai parlato con nessuno…(Le dico che sto facendo un percorso terapeutico per l ansia) la ringrazio, non so cosa pensare e cosa fare.

      1. Gentilissima,
        provi a parlare dell’accaduto in terapia. Sarebbe opportuno lavorare su questo abuso proprio perchè i sentimenti di colpa e vergogna che ne derivano possono, se non superati, incidere sulla sua vita presente.

        1. Salve,sono stata abusata da un mio parente stretto (mio nonno) all’eta di 11/12 anni,questa cosa la ho detta solo a mia madre e mia sorella…mi hanno detto che se avesse continuato avrebbero preso provvedimenti ma alla fine mi hanno solo detto di ignorarlo (non aiutandomi neanche un’po a superare la cosa o a chiedermi come stessi).
          Ora non mi fido più di nessuno, non esco spesso di casa e ormai non socializzo neanche più di tanto…non ho nessuna domanda inrealta era più un commento sfogo se potesse darmi qualche consiglio sarà ben accetto.

          1. Gentilissima,
            non fidarsi avendo subito un abuso in famiglia è purtroppo una delle conseguenze più distruttive di questo tipo di trauma. Se possibile pensi a cercare aiuto esterno e provi a valutare la possibilità di affidarsi per poter elaborare e curare quanto accaduto.

      2. Ho 49 anni, ricordo con molto disgusto e rabbia i “giochi” che uno dei miei zii faceva con me fino a propormi in seguito ad un suo amico. L’altro zio invece mi portava con sé e si masturbava. Non ho mai detto niente ma oggi provo, pensandoci, rabbia verso mia madre, come ha fatto a non accorgersi di tutto questo visto che si consumava fra le mura domestiche. Oggi sono una persona insicura, senza autostima, mi vedo pessima e le altre hanno secondo me un qualcosa che a me manca. Sono una persona gelosa perché non ripongo fiducia nel mio matrimonio, non ci riesco e mi sento una fallita.

  21. Buonasera dott.ssa.
    Ho 52 anni , subito abusi da mia sorella di 11 anni piu grande di me quando avevo 4 -5 anni per diverse volte ma non ricordo x quanto tempo, dopo diverse sedute da un psicologo, alla fine sono riuscita a gridare in faccia quello che ho passato a mia sorellla x colpa sua e non x colpa mia. Lei pero mi ha risposto che lei non si ricorda assolutamente che mi sto sbagliando . Io invece ne sono sicura eccome ..comunque lei nega tutto e dice che la sto accusando di cole non vere. Un altra delusione…pero nello stesso tempo mi sento piu leggera. ..

    1. Gentile Cristina,
      grazie per la condivisione della sua storia. Poter avere il coraggio di raccontare cosa è accaduto è molto importante per liberare se stessi, indipendentemente da quanto l’interlocutore sia disposto o meno ad ascoltare.

  22. Sono una donna di 46 anni, ho tutte le patologie, i ho avuto nel corso della mia vita, e sintomi di cui scrive. Non ho ricordi vivi ma ho sempre avuto paura della sessualità di mio padre. Recentemente è mancato e, a seguito di un evento erotico poco piacevole con mio marito, ho iniziato ad avere flash in cui è presente mio padre. Sono in cura psicoterapeuta da anni, la mia psicologa pensa che io abbia rimosso compì etamente quel che è successo. Credo lui mi abbia toccato, qualche volta….. Ma io non lo ricordo! Piango se go pendo e ho emozioni di vergogna paura e lo scrivo con vergogna e schifo estremo, e citazione, senso di colpa…. Le crede che possa essere successo davvero?

    1. Gentilissima,
      purtroppo non posso rispondere alla sua domanda. Non conosco la sua storia e per i ricordi eventualmente rimossi è necessario un attento lavoro terapeutico. Prosegua il suo percorso e le auguro di poter trovare delle risposte utili ai suoi dubbi.

  23. Buongiorno Dr.ssa
    mia moglie mi parlò già da fidanzati di un atteggiamento oltre le righe di un anziano vicino di casa. Oggi a 42 anni e dopo 14 di fidanzamento e 14 di matrimonio, a seguito di una grave crisi familiare culminata col suo tradimento, scopro che oltre ai baci ci furono anche palpeggiamenti intimi… e forse altro. Lei spiega così i suoi attacchi di rabbia contro di me, l’atteggiamento ostile e lo scontro perenne con figlio maschio (mediano tra due femmine) ed altre problematiche.

    Come devo comportarmi con lei? Come posso fare per aiutarla realmente? Al di là di un percorso terapeutico che probabilmente inizierà/inizieremo, quali parole e che atteggiamento dovrei usare riguardo questo argomento?

  24. Salve dottoressa, ho letto il suo articolo e per molte situazioni mi ritrovo perfettamente in quello che dice. Sona una ragazza di 21 anni, sono vergine perchè ho sempre voluto evitare situazioni che mi portassero ad avere relazioni con un partner, ho un disturbo da alimentazione incontrollata, vivo in uno stato di ansia molto forte frequentemente, e a parte nel cibo ho un controllo eccessivo di tutto, cercando quasi di voler tenere sotto controllo anche ciò che gli altri pensano di me. Ho subito delle violenze sessuali, o non so se siano tali, ma comunque una bimba mia coetanea mi obbligava a mettere in atto pratiche sessuali senza il mio volere, è stata una cosa che non ho voluto mai fare. Le dico che non so se siano violenze perchè nella maggior parte dei casi si parla di adulti, ma per me è stata un’esperienza traumatizzante. Ho avuto modo di parlare con una psicologa la quale mi ha detto che è importante comunque il vissuto personale, e non chi l’abbia compiuta . Lei cosa ne pensa? Le situazioni devianti che oggi vivono sono collegate a questo trauma secondo lei? grazie mille

    1. Gentile Erika,
      è abuso tutto ciò che viene agito senza il volere dell’altra persona, anche nei casi di minori non consenzienti che replicano su altri minori atti erotici o sessuali. La discriminante, nei casi dei minori su minori, è solamente la mancata piena coscienza delle azioni che si stanno compiendo e le sue conseguenze. Non posso dirle nello specifico se e come questi episodi abbiano influito nella sua vita.

  25. Sono un ragazzo di 16 anni. Alle medie due ragazzi al capo estivo un girono hanno iniziato a toccarmi lì sotto, tutto questo è accaduto 2/3 volte a giorno per una settimana intera (finita la settimana non sono più andato al campo estivo).
    Sempre alle medie, lo stesso anno o quello dopo non ricordo, un mio compagno di classe davanti a tutti ha iniziato a inscenare un tipo di atto sessuale, imitando il gesto della penetrazione anale nei miei confronti, il tutto con i vestiti addosso però. Io non sapevo assolutamente niente sul sesso e all’inizio ho pensato addirittura (come nel caso dei due ragazzi al campo estivo) che fosse un gioco che si è soliti fare tra uomini per scherzare e divertirsi e quindi anche se mi faceva sentire uno schifo e mi faceva sentire umiliato, ho continuato a sopportare queste sue azioni (di cui ho parlato prima) che avvenivano circa una volta a giorno per quasi tutto un anno scolastico intero. Dopo questi eventi ho avuto seri problemi sul mio orientamento sessuale: sono eterno dalla nascita ma dopo questi eventi delle medie ho pensato di essere omosessuale, credo proprio a causa del fatto che questi ragazzi hanno usato me come se fossi un giocattolo sessuale e, siccome non ho opposto resistenza PUR NON SAPENDO COSA MI STESSE ACCADENDO, credo di aver pensato seriamente di essere gay, anche se adesso, ripensando al passato, credo che questa sia solo una convinzione e un pensiero derivati da questi eventi. Inoltre devo dire che finite le medie ho completamente rimosso questi ricordi che mi sono riaffiorati in mente solo ora, a fine seconda liceo. Quindi la domanda è: si possono definire abusi sessuali questi due episodi che ho descritto?

  26. Salve dottoressa,
    Sono una ragazza di 23 anni.
    All’età di circa 7/8 anni mio cugino più grande di me (16/17) mi baciava, mi toccava le parti intime e mi prometteva in cambio giochi ogni volta che ce n’era l’occasione. Già ai tempi sapevo che c’era qualcosa che non andava però ho preso piena consapevolezza del fatto che fosse un abuso solo quest’anno. È normale che non lo consideri un vero e proprio abuso perché non c’è stata penetrazione? È probabile che questi episodi abbiano contribuito inconsciamente al mio evitare quasi completamente contatti intimi con l’altro sesso?
    La ringrazio
    Arrivederla

    1. Gentile Melissa,
      l’abuso sessuale coinvolge qualsiasi attività erotica o sessuale, anche quando non vi siano rapporti completi (eventualità quest’ultima in realtà molto meno frequente rispetto ad altri tipi di molestie). Possibile che questi abusi abbiano inciso sulla sua percezione della sessualità, ma per comprendere a pieno in quali modi è necessario valutare in sede appropriata caso per caso.

      1. Buon pomeriggio mia figlia di 29anni ci ha raccontato solo due anni fa di aver subito violenze sessuali da parte dello zio mio fratello quando aveva 5/6 anni . Non so come aiutarla mi sento così in colpa come non ho fatto ha non accorgermene ora è tornata a casa per problemi ha comportamenti distruttivi nei suoi confronti aiuto

        1. Gentile Laura,
          aiuti sua figlia cercando di supportarla senza pressioni, né ansie ulteriori. Purtroppo in queste situazioni, i genitori che scoprono questi accadimenti tendono spesso a sentirsi in colpa per non “aver visto”. Concentratevi sul chiedere aiuto ad un professionista per ritrovare la serenità e superare questi accadimenti.

  27. Buongiorno, ho 36 anni vari sali e scendi nella mia vita emotiva con cicli di psicoterapia che iniziano e si interrompono perché ritrovata la mia stabilità ė inaccettabile prosuire e cercare un dolore che c’e’,ma non sento più vivo.Nel corso del tempo mi si è paventata una cosa che non so se sia un ricordo,un sogno,una fantasia…un’idea forse che quando ho avuto coraggio di verbalizzare ho definito “abuso”. In realtà non ho alcun tipo di dettaglio in mente riferito a spazio,tempo o persone. La cosa che mi angoscia di più è che conosco la tematica per questioni lavorative e mi dilania il pensiero che se questo sia davvero successo potrebbe in qualche modo riguardare persone a me molto vicine. Penso che purtroppo non sia una fantasia, quando sia apre la finestra di quel dolore mi sembra di impazzire e inizia uno scontro fra i miei titani: uno che parla di falla, di inutilità del tutto, di voglia di sparire l’altro che urla rabbia e si chiede cosa e come si possa fare per andare avanti e che vorrebbe una risposta subito,qui e ora.
    È il fardello più grosso che si possa avere credo, e non sapere bene di cosa si stia parlando è veramente surreale e devastante.

  28. Buongiorno dottoressa grazie per il suo impegno nel rispondere a tutti.
    Sono un giovane uomo di circa 30 anni.
    Ricordo che quando avevo 4/5 anni circa, un’amica di famiglia 10 anni più grande di me toccava le mie parti intime e io toccavo le sue, ricordo vividamente i particolari. Credo sia successo 2/3 volte. Non mi sono mai posto più di tanto il problema perché a me la cosa piaceva molto, tant’è che ricordo ero poi io a volerla fare.
    Crescendo, anche per come ho vissuto la mia sessualità mi sono domandato che tipo di impatto queste esperienze hanno avuto in me. Inoltre é possibile che ho sviluppato un feticismo legato a quelle esperienze?
    Grazie

    1. Gentile Matteo,
      purtroppo non posso sapere come questi episodi abbiano inciso su di lei, non conoscendo la sua storia. Posso dirle solo in linea generale che episodi di abuso potrebbero generare comportamenti e fantasie sessuali peculiari. Naturalmente è necessario valutare di caso in caso.

  29. Ciao sono Martina, ho 22 anni e sto iniziando a parlarne adesso del mio trauma. All’età di 4 anni una persona che non riesco a ricordare inizió a toccarmi. Tutto ció lo iniziai a ricordare ai miei 16 anni con le prime esperienze “malate” in cui io passavo i giorni successivi a farmi schifo e a tormentarmi. Dopo essermi allontanata completamente dalla scuola in cui andavo, ho passato 1 anno a stare rinchiusa in casa e a non parlare con nessuno. La mia famiglia non sapeva niente e cercava continuamente di spingermi a fare qualcosa della mia vita, cosa che non funzionava. Fino ad ora ho sempre pensato di essere pazza, che tutte le cose nella mia testa fossero stupide e che ogni attacco di panico fosse probabilmente paranoia. Le relazioni continue andavano sempre male, ogni volta ci vedevo qualcosa di brutto e altre volte c’era realmente, ma mi facevo influenzare dalla persona sentondomi dire ripetutamente che mi stavo inventando tutto e che fosse solo paranoia, e l’ansia che mi creavo io. Ora a 22 anni le cose non si sono risolte, anche se sono riuscita a parlarne, sento sempre il mio mostro circostante ad ogni singolo passo che muovo, a volte mi intralcia, a volte lo allontano e altre volte mi prende. Mi sento sempre di vivere una vita che non mi appartiene piú e che appartiene a lui. Adesso ho comunque delle persone che mi sono vicine e cercano di comprendere le mie crisi, ma mi sento comunque sola sempre ogni volta che provo a varcare la porta di casa. Vorrei poter aver obiettivi e sogni, come tutti gli altri. Vorrei potermi sentire normale e vivere le esperienze di vita senza continui attacchi di panico. Vorrei poter parlare e stare con gli altri senza sentirmi in colpa e senza cercare ogni volta una via di fuga. Quando potró vivere una vita normale?

    1. Gentile Martina,
      c’è assolutamente la possibilità che lei possa tornare a sentirsi come gli altri e ad alleggerire il senso di colpa. Il solo sforzo che necessita fare per ottenere questo obiettivo è dato dal provare ad affrontare l’accaduto e farsi aiutare. Vedrà che ha tutte le possibilità per tornare a vivere serenamente la sua vita.

  30. Salve Dottoressa,
    ho 27 anni e in realtà io non ho un chiaro ricordo di un abuso subito, quel che però ricordo è la grande paura che mio papà mi ha sempre procurato (è un po’ un padre vecchio stile, che alzava la voce, un uomo grande e grosso, non è mai stato un tipo fisico al contrario di mia mamma). Non ho nessun ricordo di lui che mi molesta, tuttavia da una certa età, dopo aver letto di un articolo di una ragazzina che denunciava gli abusi del padre, ho iniziato ad aver paura di lui sotto quell’aspetto, ho iniziato a vestirmi con abiti più coprenti per paura di “provocarlo”, ho iniziato a temere che potesse anche lui agire così.
    Ripeto che non ho il minimo ricordo di un suo abuso, ricordo che mi spaventava molto da piccola ma nulla di più; tuttavia mi chiedo se quella paura e quel dubbio in realtà non si basino su un qualcosa che ho completamente rimosso.

    1. Gentile Ilary,
      come sempre cerco di spiegare, i ricordi rimossi dalla memoria lasciano spesso delle tracce nei disagi e nelle problematiche vissute. Non è necessario arrivare a pensare a ricordi rimossi quando possono essere già sufficienti gli elementi che indica per poter valutare un approfondimento. Un padre autoritario che mette paura, può come elemento già da solo spiegare queste paure senza dover immaginare oltre accadimenti particolari.

    2. Credo che iniziare a ricordare sia il primo passo verso la guarigione. Per me è stato così. In un periodo della mia vita in cui mi sentivo veramente protetta e amata, improvvisamente ho ricordato. E ricordando il male che da bambina ho vissuto insieme a mia sorella ho capito il perché di tante cose.
      Ciò che mi chiedo è: a parità di sofferenze e di cose orribili, perché mia sorella è affetta da gravi malattie psichiatriche e costretta ad assumere farmaci, mentre io ho “solo” una grande ansia che mi causa per esempio problemi di colon irritabile o altre sciocchezze non gravi?
      Perché io sono riuscita a sposarmi, avere figli, essere felice, nonostante tutto e nonostante le mie ferite mi facciano malissimo, e mia sorella invece no?
      Altra domanda…parti immense della mia infanzia e preadolescenza sono state inghiottite insieme ai ricordi degli abusi per molto tempo.
      Appena ho ricordato gli abusi ho ricordato anche episodi della mia vita, e mi sono resa conto che i ricordi dell’infanzia che pensavo di aver vissuto erano tutti falsi, e mi erano stati messi in testa da chi voleva che io dimenticassi la verità. È stato bellissimo per me scoprire la verità della mia vita. Nonostante l’abisso, ho scoperto chi ero e chi sono davvero.

      Per facilitare questi ricordi se e quanto può essere utile l’ipnosi fatta da un terapeuta?

      Grazie.

      1. Gentile Tatyana,
        la mente umana è unica così come è unico il modo di reagire ai traumi. Così due fratelli che subiscono lo stesso tipo di avvenimento non reagiranno allo stesso modo per via del loro essere individui differenti, anche se provenienti dallo stesso ambiente. Per quanto riguarda l’ipnosi, da molti anni, soprattutto in campo traumatico, è sconsigliata poiché il processo ipnotico può purtroppo alterare ulteriormente i ricordi e quindi aggiungere confusione negli stessi, anziché aiutare a chiarire cosa sia davvero accaduto.

  31. Salve dottoressa.
    Ho 26 anni e sin da piccola vivo molto male la nudità, provo una forte vergogna nei confronti delle mie parti intime. Non riesco a stare nuda nemmeno quando sono sola in una stanza. Una mattina d’estate l’anno scorso mi sono svegliata e mi sono resa conto che per il caldo nel sonno mi ero tolta la maglietta, rimanendo a torso nudo. Sono rimasta angosciata per giorni, ero sul punto di ferirmi il seno per il disgusto.
    E non mi piace essere toccata.
    Ma non sono sempre stata così. Inizialmente non avevo problemi a girare nuda per casa e anche in spiaggia, conservo vari ricordi che lo confermano (l’ultimo risale a quando avevo sette/otto anni). Tuttavia già a dodici anni avevo questa vergogna del mio corpo. Ad una visita medica mi avevano attaccato degli elettrodi al petto e io ero talmente a disagio che i valori cardiaci e respiratori erano anomali, tornando poi normali quando mi sono imposta di rilassarmi.
    Ho avuto una sola relazione tra i 17 e i 18 anni. Non siamo mai arrivati a toglierci le mutande, non ci sono riuscita. Ancora adesso, per quanto sia etero, provo un forte disgusto per il sesso maschile.
    E provo una forte ansia nei confronti della violenza sessuale. Qualche anno fa, dopo aver letto un racconto al riguardo, l’angoscia che mi sono portata dietro per mesi era diventata tanto pesante che mi ha portata all’autolesionismo.
    È possibile che in quel periodo di vuoto tra gli otto e i dodici anni io possa aver subito una molestia sessuale che poi abbia dimenticato come conseguenza? Io non ricordo nulla, ma questi segnali che manda il mio inconscio non mi sembrano normali.
    La ringrazio infinitamente per il Suo aiuto

    1. Gentile Francesca,
      non posso rispondere a questa domanda che necessita di una sede appropriata e di un lavoro approfondito per poter trovare un riscontro. Quello che è certo sembra essere la presenza di un disagio, che non necessariamente trova corrispondenza con un episodio di abuso, ma può essere motivato da tanti altri fattori. Quindi il consiglio è sempre quello di prendersene cura rivolgendosi ad un professionista.

  32. Gentile dottoressa buongiorno, sono una donna di 36anni e in età più giovane ho vissuto due esperienze che penso abbiano influito nel mio percorso di vita. Racconterò però quello più rilevante. A 15anni con il mio primo cellulare ebbi la malsana idea di inviare il mio numero alla radio locale per conoscere persone nuove (un metodo che si usava molto ai tempi per rompere la timidezza e fare conoscenze). Mi contattarono molte persone ma una in particolare era più insistente, decisi di incontrarlo da sola un pomeriggio in centro città. Era un ragazzo di 26 anni. La prima cosa che fece appena incontrati fu infilarmi la lingua in bocca senza nemmeno il mio consenso, io rimasi pietrificata e disgustata ma non seppi dire niente. Da lì mi creo’ una dipendenza da lui che durò un anno preciso. Diventai il suo oggetto sessuale e mi fece scoprire tutte cose che io non avevo mai nemmeno immaginato. Sciolto questo rapporto malato lo stesso anno ebbi problemi di depressione, autolesionismo, ed eccessi di alcol e persi l’anno di studio. Negli anni seguenti in età adulta ebbi anche problemi di gestione della rabbia e di ipersessualita. Adesso ho trovato un po’ di equilibrio grazie anche fors al marito e figli, però ho sempre sorvolato su quanto accaduto con questa persona adulta. Lei pensa che dovrei seguire lo stesso una terapia e che potrei non essere realmente guarita del tutto, anche se in apparenza mi sento abbastanza serena? Grazie mille

    1. Gentile Yolanda,
      non posso certamente rispondere io a questa domanda. Se si sente serena e in equilibrio e non ha necessità non vi è obbligo nell’intraprendere un percorso, che invece è una esperienza da vivere se se ne sente il bisogno.

  33. Salve dottoressa. Ho trovato questo sito poco fa. Stavo facendo delle ricerche per capire se abbia subito o no un abuso nei miei 16 anni (allora non avevo mai avuto rapporti di alcun genere con nessuno). Da allora sono passati 6 anni oramai ed in tutto questo tempo non ho mai ripensato all’accaduto, tanta era la vergogna ed i sensi di colpa che mi avvolgevano al pensiero. Per anni ho fatto finta che nulla fosse successo; mi sono convinta che ciò che accadde in quel bagno fosse pura normalità. Solo negli ultimi mesi sono cominciati a riaffiorare ricordi ed immagini; ma ciò che più mi preoccupa è il ricordo della sensazione e stato emotivo che provavo al tempo dell’accaduto. Il punto è che non so quanto fidarmi dei miei ricordi. In tutti questi anni ho sempre pensato che ciò che successe in quel bagno lo volessi anche io ma qualcosa mi dice che non sia andata così. Comunque sia tutti questi ricordi sono distaccati ed opachi e non ricordo bene il susseguirsi di eventi. Come ripeto, in tutti questi anni non ho mai dato peso all’accaduto e tutti questi ricordi sono riaffiorati solo recentemente. Sinceramente non so se in tutti questi anni mi sono convinta che in quel bagno non fosse successo niente di che, o se i ricordi che ho ora siano frutto della mia immaginazione. Di tutto ciò ne ho solo parlato con la mia ragazza e nessun altro. In tutta la verità non so come prendere tutto ciò e come comportarmi.

    1. Gentile Elisabetta,
      credo sia opportuno che affronti questi ricordi e i dubbi e le paure che ne derivano in una sede opportuna. Sarebbe importante affrontare questo ricordo traumatico e tutte le sue sfumature per provare a ritrovare equilibrio e serenità.

  34. Buongiorno Dottoressa,
    la ringrazio per questo spazio e vorrei chiedere anche io un consiglio. Il mio ragazzo mi ha confessato di aver subito ripetutamente abusi sessuali da parte di 4 cugini di 16-17 anni quando aveva 12 anni.
    E’ cresciuto in un paese arabo in cui gli abusi sessuali sono una realtà molto comune e l’omosessualità è un tabù inscalifibile (oltre che perseguibile penalemente).Sono la prima persona a cui ha parlato di questa cosa.
    Il mio ragazzo è molto instabile e insicuro, ha tratti depressivi. A detta sua, la sua depressione e la sua profonda insicurezza non sono strettamente legate a questi traumi. Io credo che un legame ci sia. Ma anche se lo ammettesse, in questo momento non è pensabile per lui iniziare un percorso psicologico, né raccontare a qualche famigliare quello che ha subito. Cosa posso fare io per aiutarlo a convivere con questi ricordi terribili?

    1. Gentile Isotta,
      purtroppo la risposta a questa domanda, da parte di chi è giustamente preoccupato per i propri cari, è sempre la stessa. Si può fare poco se la persona interessata non vuole essere aiutata. Il cambiamento è parte integrante di un percorso personale che ognuno di noi sceglie o non sceglie di intraprendere. Quello che può fare è probabilmente quello che sta già facendo. Essere comprensiva e supportiva nei confronti di una storia così delicata alle spalle.

  35. Buonasera, ho 30 anni e sto insieme a mio marito sim dall’età di 16 anni..ho avuto solo lui..
    Scrivo perché nonostante lo ami alla follia, lui mi recrimina spesso il fatto che non riesco a prendere mai l’iniziativa ad avere un rapporto, insomma non riesco a fare la prima mossa, nè a voler giocare con lui tramite i preliminari ..non mi nego mai, ma lui vorrebbe che la cosa partisse anche da me.
    So di piacergli, ma qualcosa in me non va, non mi sento all’altezza di nessuno, credo fermamente di non piacere a nessuno e mi vergogno anche di farmi vedere integralmente nuda da lui..
    Inizio a pensare che la cosa sia legata a degli episodi successi quando avevo 6/7 anni circa durante i quali mio zio con vari stratagemmi mi sfiorava e mi toccava le parti intime..non ho mai parlato di questa cosa con nessuno, proprio perché è successo in famiglia e anche perche all’epoca non avevo chiaro in mente tutto ciò che stava succedendo, non capivo perché toccava me, ma non toccava la sua figlioletta, si avvicinava a me, e non a lei..crescendo ho capito..ma ripeto, non ho mai proferito parola..tutto questo, può in qualche modo essere concausa dei miei comportamenti con mio marito? Cosa potrei fare per superare il tutto? Grazie

    1. Gentile Marty,
      sarebbe importante valutare di intraprendere un percorso per affrontare questi episodi di abuso che, come nota, se non sono stati elaborati incidono sul benessere e la serenità della sua vita attuale.

  36. Salve Dottoressa, ho trovato alcuni minuti fa questo sito, ed è stata una scoperta molto importante per me, ho visto che risponde ai commenti e se non le reca disturbo vorrei chiederle alcune cose riguardo gli abusi familiari e le molestie, mi sono accadute delle cose di cui non ho mai parlato con nessuno, e sono molto confusa, mi vergogno a parlarne.
    Un mio parente, quando avevo circa tredici anni, ha fatto commenti sulla mia taglia di seno due/tre volte, mi ha toccato la coscia mentre parlavo al telefono (ricordo di averlo scacciato via con la mano), e un’altra volta ancora ha fatto battute sul s3ss0, che allora ed anche adesso, se fatte da un parente, mi metterebbero un po’ a disagio.
    Il mio enorme dubbio risiede nel fatto che forse sono stata io ad aver ingigantito la cosa, magari troppo scioccata in quel momento per analizzare bene la situazione, lui infatti non ha più fatto cose del genere, mai.
    Di conseguenza, oggi quei comportamenti li interpreto come una molestia perché sono rimasta molto spaventata, o sono effettivamente molestie che non si sono più ripetute?
    Un’altra domanda molto importante che volevo farle è questa: cosa si deve fare quando si è vittime di molestie/abusi in famiglia? Fortunatamente non è per me questa domanda, ma su Internet non ho trovato una risposta completa.
    Personalmente, credo che prima si debba parlare con un amico/insegnante/persona di cui ci fidiamo, e poi denunciare, anche se si prova vergogna e ci si sente ”sporchi” a parlarne.
    Mi scuso per la lunghezza di questo commento e se le domande sono fuori argomento, non era mia intenzione.
    Questa cosa che ho raccontato l’ho tenuta dentro per molto tempo, e solo adesso ho trovato quel pizzico di coraggio per farla uscire fuori, anche se in anonimo.
    La ringrazio in anticipo Dottoressa, scusi ancora il disturbo.

    1. Gentile Nina,
      scrivere per la prima volta di episodi che nella nostra vita sono stati traumatici è sempre un primo passo per liberarsi e alleggerirsi. Nel mio lavoro mi soffermo sempre con le persone che seguo a non giudicare mai quanto accaduto secondo canoni di gravità generali, ma di basarsi solamente su quello che si prova e si sente in merito. Con questo voglio dire che un episodio è un abuso grave o meno sempre guardandolo dalla prospettiva di chi lo ha vissuto e non di quello che è accaduto nello specifico. Se percepisce quella molestia come tale perchè ne ha avuto paura, allora si fidi di quello che ha provato.
      Per l’altra domanda, quando si è vittime di abusi in famiglia si deve, come lei intuisce, chiedere supporto di adulti di fiducia, se non ci sono all’interno del nucleo familiare, all’esterno.

  37. Salve, volevo porle una domanda/dubbio.
    In presenza di un abuso sessuale avvenuto in famiglia fra 2 minorenni (per esempio, tra 2 fratelli di 15/16 anni e 8 anni), mettendo il caso che il maggiore si sia pentito del gesto/i, e che lo abbia fatto per dei problemi dovuti ad un altro abuso sessuale subito, sarebbe più opportuno optare per una decisione drastica (come anche una denuncia), o far aiutare entrambi i fratelli da uno specialista, e quindi non rovinare la famiglia?
    La mia opinione è che in questi casi, una denuncia sarebbe troppo, sia perché la famiglia si sfalderebbe, e sia perché rovinerebbe la vita ad un adolescente che magari ha solo bisogno di aiuto, ma magari sono troppo “buona”. Lei cosa ne pensa?

    1. Gentile Francesca,
      non posso certo dare un’opinione su questo argomento. Cosa è meglio fare o meno in tutte le situazioni è una scelta degli attori di quella storia. Posso dirle, per quello che compete il mio campo, che in presenza di abusi da parte di preadolescenti o adolescenti ai danni di minori più piccoli è sempre e comunque un passaggio direi obbligato quello di chiedere supporto psicologico per entrambi.

  38. Salve dottoressa, vorrei anch’io raccontarle il mio vissuto. Ho subito abusi e molestie da quando avevo 5 anni fino a 11, da parte di mio fratello più grande di 7 anni. Lei stessa nell’articolo ha definito abuso infantile “attività che implica il coinvolgimento in attività sessuali di un minore da parte di un adulto”, nel mio caso si tratta di un individuo minorenne, ma molto più consapevole di me, come si definisce questo? Inoltre nell’infanzia e nell’adolescenza ho vissuto periodi di bassissima autostima, oscillazione di peso, disturbo alimentare, autolesionismo, oscillazione di stati umorali con pensati picchi depressivi e pensieri suicidi. Ho avuto moltissime difficoltà a relazionarmi con le persone e con possibili partner. Se ho capito bene questo è legato al mio trauma, è corretto?
    Può sembrare stupido ma, ho avuto il menarca a 12 anni, qualche mese dopo la fine degli abusi e la partenza di mio fratello per l’università, non molto dopo ho cominciato a avere i sintomi e mi è stato diagnosticato l’ovaio policistico. Il mio menarca e l’ovaio policistico possono essere correlati alla fine degli abusi?
    Mio fratello è diventato un dottore e non riesco più a sostenere di stare in silenzio, ho il terrore che lo rifaccia alle sue pazienti o a figli e nipoti se non provo almeno a fare qualcosa. Perciò le chiedo: conosce un avvocato con cui potrei consultarmi per una possibile denuncia?

    1. Gentile Martina,
      certamente le problematiche che elenca possono avere a che fare con gli abusi subiti. Abusi da parte di fratelli più grandi o cugini sono in realtà tra i più comuni. Anche se nella definizione di abuso si specifica che ci debba essere un’azione prevaricante di un adulto, gli abusi perpetrati dai preadolescenti e dagli adolescenti ai danni di minori, sono comunque da considerarsi a tutti gli effetti tali, poichè diversa è la maturità sessuale di quella fascia di età. Non posso rispondere alla domanda che riguarda il menarca e l’ovaio. Non c’è una correlazione diretta e tenderei a non farla, ma il corpo e la mente sono collegati e si influenzano vicendevolmente, quindi non è da escludere in linea del tutto teorica e molto generale che possa esserci qualche legame.

    1. Gentile Camilla,
      non provi vergogna, se riesce cerchi di parlarne con i suoi genitori. Se ha paura e conosce un adulto di riferimento di cui si fida, provi a parlare prima con lui/lei e chieda consiglio e supporto sul da farsi. Se riuscirà a farsi coraggio, potrà superare al meglio questo brutto avvenimento.

  39. Salve a tutti. Ho 16 anni. Le volevo raccontare quello che mi è successo quando avevo 10 anni era d’estate in un luogo molto affollato è stato mio padre a toccarmi in fondo alla schiena in modo sessuale io subito mi girai e lo trovai a guardare in alto subito dopo lo dissi a mia madre che mi disse pensava fosse stato uno sconosciuto, al che io non le dissi che era stato lui dissi solo di essere stata toccata da qualcuno però subito dopo l’accaduto ci rimuginai che l’unica persona posizionata dietro di me era mio padre. Tornati in camera mio padre confessò disse di essere stato lui e io scoppiai a piangere disperatamente ,come se tutto questo non bastasse lui disse che lo aveva detto per farmi stare “tranquilla” non so cosa voglia significare. Passai tutta la notte a piangere ininterrottamente la mattina dopo avevo gli occhi gonfissimi. Ero molto triste parlavo appena avevo paura non capendo quello che mi accadeva. Questa cosa a lungo andare mi ha distrutto completamente mi ha Rovinato tutto io già prima dell’episodio subivo molto bullismo dai miei coetanei e Lui lo sapeva anche quindi non capisco perché mi abbia voluto fare così male dopo l’episodio io ho iniziato a mettere il giubbino con i pantaloni lunghi ovunque anche d’estate … con prese in giro dai miei coetanei a non finire sul perché fossi così strana, alterno periodi in cui dormo tutto il giorno e periodi in cui non dormo proprio ho avuto sogni in cui venivo inseguita da un uomo e mi lanciavo dal balcone per scappare .Non so che fare l’ho detto a mia madre poco tempo fa e lei ha detto che chiamerà una terapista per farmi raccontare il mio trauma il problema è che questo giorno non arriva mai ogni giorno mi dice che chiamerà però non lo fa credo mia madre abbia paura di lui. Cosa posso fare ??questa cosa mi ha distrutto …avrei tante altre cose da raccontare

    1. Gentilissima,
      in questi casi, essendo lei molto giovane, sta già facendo quello che è necessario per poter affrontare quanto accaduto. Se possibile continui a chiedere a sua madre di poter avere uno spazio personale, magari spostando l’attenzione non sull’accaduto, ma su una necessità di avere un supporto per ansia e problematiche non relative alla molestia. Così facendo sarebbe possibile eliminare la sua componente di paura, suggerendole che la necessità sia dettata da altri tipi di disagio. In alternativa parli con un altro adulto di sua fiducia che possa darle il supporto e i suggerimenti utili per affrontare questa difficile situazione.

      1. Salve dottoressa, vorrei raccontarle quello che è successo a me, avevo circa 15/16 anni, facevo delle sedute di fisioterapia in una palestra, ed il fisioterapista che mi seguiva spesso mi baciava in bocca, a volte sentivo che provava a mettere anche la lingua, io ogni volta rimanevo pietrificata, non avevo la forza neanche di scansarlo… Non l’ho mai raccontato a nessuno, ho sempre cercato di non pensarci, e per anni ho oppresso quel pensiero, adesso ho 28 anni e non so perché ora ci penso tutti i giorni e la cosa mi fà schifo, io mi sento sporca e mi incolpo il fatto che non ho mai detto niente…vorrei non pensarci come ho fatto per più di 10anni ma ad oggi la cosa mi resta difficile, sto pensando anche di farmi seguire, non sò come mi devo comportare adesso.

        1. Gentile Monica,
          provi a non spaventarsi di queste reazioni. Avendo subito delle molestie, è del tutto normale che la mente tenti di dissociare l’accaduto dalla sua consapevolezza e può accadere che i ricordi tornino all’improvviso a diventare intrusivi. Lo prenda come un indizio che la sua mente le sta inviando di dover affrontare l’accaduto, anzichè celarlo alla sua coscienza, poichè è il solo modo per elaborarlo e riuscire a neutralizzarne gli effetti problematici. Chieda pure un supporto e affronti la cosa, vedrà che ne trarrà un grande giovamento.

          1. Buongiorno. Mi chiamo Michela e purtroppo la mia vita è stata costellata da violenze continue subite fin da bambina. Oggi non riesco a vivere la sessualità normalmente e non ho mai provato un orgasmo in vita mia. Ho sempre paura di tutti e mi sono sempre imposta i rapporti sessuali anche con mio marito perché mi sentivo in colpa. Le mie prime violenze le ho subite all’età di 9 anni da parte di un mio cugino che mi spogliava, continuava a toccarmi e si strusciava addosso a me. Questa cosa si è ripetuta per mesi almeno una volta alla settimana. Poi in età adolescenziale ho subito abusi sessuali con penetrazione e abusi di sesso orale per quasi un anno da parte di un uomo più vecchio di me di 17 anni. E poi ho subito stalking da un ex datore di lavoro ed infine con mio marito le cose non sono certamente andate meglio perché non ha mai compreso i miei problemi e si è sempre comportato da persona presuntuosa, volgare ed egoista senza pensare a me. Ho sempre avuto rapporti con penetrazioni dolorose e sanguinanti e non ho desiderio alcuno se non con un uomo che ho conosciuto da poco tempo. È un uomo dolce e affettuoso e di lui non ho paura, ma non riesco comunque ad avere un orgasmo. Riesco comunque ad essere tranquilla e ad accettare ogni attenzione, ma oltre un certo punto non riesco ad andare. Grazie per l’ascolto

          2. Gentile Michela,
            la sua storia meriterebbe di essere approfondita ed elaborata. Ci sono molti nodi da sciogliere e sarebbe opportuno affidarsi al sostegno di un professionista per poter superare le difficoltà esposte.

          3. Salve Dr.ssa, il padre di mia madre ha molestato mi ha molestato quando ero bambina, problematica venuta fuori da adulta e riuscita a gestori dopo momenti di sconforto grazie all’aiuto dello psicologo. Adesso sono molto preoccupata per mia madre (65 anni) che ha dei problemi a livello psichico… più volte ho voluto affrontare il problema andando anche indietro alla sua infanzia (il mio pensiero è che lui abbia fatto del male anche a lei) ma si arrabbia, nega, si chiude, inventa situazioni e diventa più nervosa anche nell’espressione del viso. Come posso fare per aiutarla? anche perché dallo psicologo non vuole andarci, ha accettato di andare dal psichiatra forse perché le da solo i farmaci, e parla quasi nulla…
            Grazie di cuore ❤️

          4. Gentile Marina,
            è molto importante non forzare mai chi ha avuto una esperienza traumatica ad esprimere o ricordare l’accaduto, se non ha volontà di farlo. Purtroppo, anche se ci reca dolore, dobbiamo accettare le scelte degli altri e se sua madre non vuole intraprendere un percorso non è possibile fare nulla, nè (ribadisco) è sano spingerla a farlo.

        2. Salve dottore, quando ero piccola i miei genitori mi hanno sempre tenuta nuda al mare fino a 8 anni circa, mi hanno sempre costretta a tenere la porta della mia camera aperta e quindi costretta a sentire i loro rapporti sessuali. Quando avevo 10 anni per un periodo, che non ricordo quanto lungo, mi sdraiavo sul mio fratellino e mi “Strusciavo” sopra di lui. Ora ho 36 anni e il senso di colpa non mi lascia ancora, sono andata in terapia per altri motivi (sempre legati a come mi hanno cresciuta i miei genitori) ma non ho mai avuto il coraggio di proferire parola al riguardo, né con mio fratello, che adoro, ma con il quale non riuscirei mai a parlare dell’accaduto, anche se saperlo ferito da questa cosa mi disteuggerebbe. Secondo lei è stato un abuso? Come posso superare il senso di colpa che ho?

          1. Gentile Nora,
            posso dirle che sarebbe il caso di provare a intraprendere o riprendere il percorso terapeutico per affrontare questa parte della sua storia che, se tenuta fuori dalla elaborazione generale di una terapia, può incidere nella sua non risoluzione. Sarebbe opportuno lavorare sul senso di colpa e su questi episodi, perchè se tenuti da parte non possono far concludere a pieno e felicemente il cammino della guarigione psichica.

  40. Buongiorno Dottoressa, ho 53 anni, all’età di 8/10 anni ho subito degli abusi sessuali. Questo è il mio racconto. Adescato da due ragazzi di 4/5 anni più grande di me, con la scusa banale di entrare a far parte di una “GANG” di paese hanno abusato di me, a turno. Di allora ricordo un bambino, (io) che si tira su i pantaloni corti e torna a casa…
    L’altra persona che mi ha avvelenato la vita era un adulto….. Oggi sono sposato con due figli, ma la mia vita si è avvelenata con la pornografia, sono anni che ricorro ai siti porno ho distrutto il mio matrimonio, dopo 1 anno circa che non ricorrevo a questi siti ci sono ricascato. Degli abusi subiti ne ho parlato con mia moglie, ma mi è sembrato che la cosa non interessasse, non ho avuto nessun appoggio o consolazione. E’ possibile una relazione del mio trascorso col fatto che vado a vedere questi siti? Vorrei una vita normale come tante persone. Grazie Dottoressa.

    1. Gentile Max,
      episodi di abusi quali quelli che racconta sono certamente traumi che è necessario affrontare per poter sciogliere ed impedire che intossichino la vita psicologica. Purtroppo la difficoltà o confusione legata allo sviluppo della sessualità può certamente essere correlata a quanto accaduto. Sarebbe importante chiedere un supporto adeguato per poter comprendere meglio ed eventualmente superare questi disagi.

    2. Buongiorno dottoressa,
      Ho 31’anni e a 6 anni ho subito degli abusi sessuali da parte di un mio lontano zio anziano, la mia mente le ha sempre cancellate, e finora ho sempre vissuto una vita molto felice. Non l’ho mai rivelato a nessuno, per paura di fare del male alla mia famiglia.
      Un mese fa ho contratto il COVID, e mi sono dovuta isolare da sola, solitamente sono una ragazza solare e molto attiva, ma la reclusione piano piano mi ha riportato a galla brutti ricordi, prima sotto forma di incubi poi di pensieri ad occhi aperti.
      Ho avuto molte relazioni ma facendo fatica a fidarmi opto sempre per quelle a lungo termine. Quando avevo circa 17 anni sono iniziati strani desideri e pensieri sessuali, molto spinti e molto forti, inizialmente li allontanavo, ma così facendo non avevo pace. Poi li sfruttavo per l’autoerotismo, in tal modo si indebolivano, e restavano meri desideri. Ho provato anche a sperimentarli dal vivo ma in realtà li ho odiati, quindi sono tornata al classico rapporto di coppia. Adoro provare di tutto nella coppia, e non ne ho mai abbastanza, anzi fosse per me potrei farlo tutto il giorno.
      Quest’anno mi sono innamorata di un ragazzo fantastico, il migliore che potessi trovare a cui piano piano ho detto tutto di me, compresi tutti i miei desideri e pensieri e non mi ha mai giudicato, anzi. Ha solo un difetto se siamo vicino con i gesti e le azioni mi mostra il suo affetto mentre a parole è più freddo del ghiaccio. Dopo 30 giorni da sola chiusa in casa, sentendolo sempre freddo e non riuscendoli a far capire perché soffrivo e avevo paura a stare sola in casa, sono esplosa e gliel’ho detto. Non ho bisogno che sia il mio salvatore, ci ho convissuto per 26 e non ho problemi a vivere così, ma ho bisogno del suo affetto, è sbagliato che io abbia tanto bisogno del suo affetto?

      1. Gentile Lana,
        non è certo sbagliato avere bisogno dell’affetto altrui, certamente la necessità e la dipendenza che può sfociare da questo desiderio devono essere attentamente valutate. La sua storia non elaborata di abuso può incidere su questa mancata regolazione affettiva e sessuale del momento. Sarebbe opportuno poter lavorare sugli abusi per poter ristabilire un giusto equilibrio e serenità.

  41. Verissimo! Ringrazio gli psicologi che mettono a disposizione la loro sapienza, empatia per aiutare il prossimo.
    A circa 8 anno ho subito abusi da parte di un parente, sono stati fatti ripetuti nel tempo… fino a 13 anni avevo rimosso il tutto…o meglio soffocato fino a quando in un mezzo pubblico fui molestata per l’ennesima volta da un uomo e scattarono in me reazioni forti.
    In età adulta sono stata da una psicologa che mi ha aiutata ad affrontare il dolore e le sie conseguenze provocate in me e nella mia formazione anche caratteriale.
    Ad oggi mi rendo conto che porto delle scie… odio profondamente le persone invadenti ed aggressive. Provo forte disagio con loro e preferisco evitarle. Soesso rimango inerme ma dentro me cresce la rabbia e la voglia di prenderli a calcio nel sedere… per evitare tt ciò.. li evito.
    Buon proseguimento

  42. Buona sera …ho una figlia di 26 anni che a 4 anni ha subito molestie fisiche e psicologiche da parte di uno zio acquisito. Lui con la scusa di aspettare i cuginetti di mia figlia che erano usciti con la madre …
    Poi gli diceva che se parlava faceva del male alla famiglia. La nostra vita è cambiata…cause davanti il giudice con cui non abbiamo ottenuto nulla…mia figlia sempre depressa. La notte da piccola dormiva poco e piangeva. Nell adolescenza mi confida di essere omosessuale e ora dopo una relazione di 2 anni con una ragazza…ha avuto una breve storia finita pochi giorni fa in cuori ci ha minacciato di suicidarsi. Si è recata su un ponte e io mio marito e suo padre siamo stati avvisati dalle sue amiche e siamo andati disperati a prenderla. Lei spesso volte soffre di attacchi di panico..battito accelerato…
    In casa è aggressiva con me e suo padre….solo con mio marito va un po d accordo…io e suo padre poi ci siamo separati e x tutta la sua adolescenza l ho cresciuta da sola…non si fida di me …di duo padre …mi alza le mani sea rimprovero di riordinare la sua stanza. È molto disordinata anzi esageratamente disordinata. Lascia vestiti a terra scarpe ovunque bagno allagato asciugamani bagnati ovunque. Da un mese va da una psicologa..
    Non so più che fare…cosa ho sbagliato?…cosa posso fare come madre?…la sua omosessualità è legata alla violenza ricevuta?

    1. Gentile Isabella,
      certamente una storia di abuso incide nello sviluppo e può, come ha letto nell’articolo, essere causa dell’insorgenza di sintomi. Ogni storia deve però sempre essere valutata nel suo insieme e nella sua interezza. Solitamente è normale per un genitore chiedersi dove ha sbagliato, di fronte ad una situazione difficile come la sua, ma più utile forse lavorare su se stessi e proprio sulla colpa che genera queste domande. Sua figlia si sta facendo aiutare e questo può essere per lei un buon punto di inizio. Non sottovaluti però il suo stato d’animo e consideri che forse è importante affrontare anche per se stessa un percorso di supporto a queste paure.

  43. Salve dottoressa, sono un ragazzo di quasi 19 anni ed è da circa 7 mesi che sto soffrendo per il senso di colpa che ho.
    Premetto che ho avuto una buona infanzia, con dei genitori sempre presenti è molto affettuosi. Un giorno (avevo 11 anni) subii una molestia sessuale al parco, dove uno sconosciuto mi tocco le parti intime, e la cosa fini dopo 4/5 minuti. Questo abuso mi ha condizionato per poche cose, come il generale pessimismo e alcuni problemi personali, ma niente di che. I problemi arrivano quando avevo appena 15 anni. Ho un fratello più piccolo di 8 anni e mezzo, a cui voglio tutt’ora un mondo di bene, ed in quel periodo, il nostro rapporto inizió a diventare “morboso”.
    La cosa inizió con delle toccatine leggere nelle mie parti intime da parte sua, che accadevano mentre giocavamo. All’inizio io cercai il meno possibile che questo succedesse, cercando di stargli lontano o di non giocare, ma questo fu poco efficace, in quanto lui si arrabbiava quando non giocavo, e anche mio padre diceva “perché non giochi con lui?”. Allora queste cose continuarono, e col tempo si accentuarono (preferisco non specificare, ma non c’è stata assolutamente violenza, obbligo o ricatto).Tutto questo fini quando capii, a 17 anni, la gravità della cosa e lo schifo delle azioni che accadevano, e fui io a dirgli basta, facendogli capire che non si fa. Questa cosa mi fa stare malissimo, ho i sensi di colpa, non riesco più a vivere, non riesco più a studiare, ed ho anche avuto pensieri suicidi. Non riesco a capire il perché io abbia permesso tutto questo, forse perché l’abuso subito mi ha condizionato, o forse perché, vista l’età, non riuscivo a capire la gravità della cosa. Ho paura a dirlo alla mia famiglia, perché ho paura di rovinarla, ho paura che inquadrino il loro “super figlio” come un pedofilo, ma la verità è che non lo sono. Non so cosa fare, ho bisogno di aiuto. Dico inoltre che ora, io e mio fratello abbiamo un bellissimo rapporto.

    1. Gentile Emanuele,
      lei è molto giovane, posso dirle intanto di non pensare a se stesso in termini svalutanti e spregiativi. Quanto accaduto necessita certamente di essere affrontato da lei, con coraggio e senza essere punitivo, nè pensare di essere deludente o un mostro. Quando si è in età dello sviluppo e si ha anche avuto a che fare con un episodio di abuso, può capitare che la confusione porti ad assumere atteggiamenti altrettanto sbagliati con altri. Provi a chiedere invece il supporto di un adulto di fiducia, non si porti dentro questa colpa perchè non è sana e può davvero arrivare a fare dei danni importanti. Nella vita si può sbagliare, ma questo non fa di noi delle persone sbagliate. Lei ha percezione del suo errore e quindi potrà certamente affrontarlo e rafforzarsi da questa esperienza. Non abbia paura.

      1. Salve dottoressa,
        Ho 29 anni e da circa un anno ho immagini/ricordi confusi di abusi sessuali da parte del patrigno di una mia amica, avevo circa 9 anni. Non so se questi ricordi sono reali. Secondo lei c’è la possibilità che io mi stia inventando tutto? E se sì, perché? Aggiungo che quella mia amica è stata ripetutamente abusata da lui e di questo ne sono certa perché me lo disse lei. Nei miei ricordi c’è anche la mia amica presente. È possibile che io mi sia fatta suggestionare dai suoi racconti e che quindi abbia immaginato che anche io sia stata abusata da lui? Aggiungo anche che ho sempre avuto delle sensazioni strane ogni volta che sentivo parlare di abuso sessuali sui bambini, ero ossessionata dall’argomento, come se mi riguardasse. Oltre a quei ricordi, ho iniziato ad averne altri e mi sono resa conta di essere stata vittima di aggressione sessuale a 18 anni da parte di un mio coetaneo. Per anni ho dimenticato quell’episodio, ma le mie amiche mi hanno confermato che è accaduto. Per quanto riguarda la mia vita sessuale: ho sempre avuto paura di fare sesso e all’inizio stroncavo le relazioni prima che si potesse arrivare lì. Poi quando ho iniziato ad avere rapporti sessuali, ho iniziato ad avere paura di dover fare cose che non volevo fare, e di non potermi rifiutare perché altrimenti sarei stata lasciata. Da qualche anno ho iniziato ad avere relazioni sessuali con donne e per la prima volta non mi sono sentita in dovere di fare cose che non mi sentivo di fare. Ora sono confusa sulla mia preferenza sessuale perché mi sento etero ma mi sento più a mio agio sessualmente con le donne, perché sento che le donne non mi costringerebbero mai a fare cose che non voglio fare. È possibile che la mia attrazione per le donne sia una conseguenza dell’essere stata abusata da bambina e quindi della paura degli uomini? Grazie mille in anticipo per la sua risposta.

        1. Gentile Beatrice,
          non posso rispondere alla sua domanda, se non come al solito suggerendo di approfondire in sede appropriata questi dubbi e comprendere come mai la sua mente stia facendo affiorare ricordi simili o comunque paure relative a possibili accadimenti. C’è sempre una ragione, che si siano verificati o meno gli episodi in questione e che vale la pena quindi approfondire. Anche per quanto riguarda le problematiche legate alla sessualità possono esserci delle correlazioni da valutare.

      2. Grazie della comprensione, davvero…non ho idea di come sia stato possibile che io abbia permesso tutto questo, a ripensarci ora mi viene il vomito, ho solo paura di rovinare una famiglia che è sempre stata unita..lei mi consiglia di parlare direttamente con un mio familiare o magari con uno psicologo? Vorrei sistemare tutto… e tornare quello di un tempo, non voglio più indossare una maschera davanti alla gente… grazie ancora.

        1. Emanuele, parli con sincerità se se la sente con un adulto di fiducia o un professionista. Vedrà che le cose potranno sistemarsi anche se ci vorrà del tempo e della fatica. Non perda il coraggio e la speranza.

  44. Buongiorno,
    Ho 27 anni.
    Sono stata vittima di abuso quando ero piccola, circa a 10 anni, da parte di un vicino più grande di me che ne aveva 16.
    Giochetti che non capivo e che all’inizio pensavo fossero “normali” e che cercavo, cosa di cui mi sono data la colpa per molto tempo. Con il passare degli anni ho capito che erano violenze e non giochi.
    Oggi mi ritrovo a vivere una meravigliosa relazione con il mio fidanzato, ma ho qualche problema con la sessualità in quanto ho una dipendenza affettiva e voglia di fare l’amore. Può essere conseguenza di quello che ho subito?
    Dovrebbe essere il contrario, invece ho voglia di provare piacere. Con lui sto veramente bene e so che non mi farebbe mai del male.
    Ma come mai questa continua voglia di toccarlo e di essere toccata?
    Non credo che supererò mai questa dipendenza e questa depressione che mi viene quando lui non ha voglia o non abbiamo tempo. Sto proprio male.
    Grazie dottoressa.
    Saluti.

    1. Gentile Elena,
      non mi è possibile darle una risposta precisa, poichè ogni storia ha la sua complessità e deve essere valutata nello specifico. Posso dirle in linea generale che lo squilibrio nella sviluppo della maturità sessuale, avendo subito abusi, si può esprimere in diversi modi e anche con una iperstimolazione e desiderio amplificato. Quindi è una possibilità che quanto avvenuto possa essere in qualche modo correlato.

  45. Salve Dottoressa.
    Mi chiedevo se fosse possibile e se le fosse mai capitato tra i suoi casi che un individuo fosse riuscito ad eliminare totalmente l’episodio/episodi di violenze sessuali avvenuti in infanzia e a nasconderlo alla propria stessa coscienza fino all’età adulta?
    Ci sono persone che magari non se ne rendono conto per una vita intera?
    Io ricordo che fossi un bambino estremamente insicuro e fragile, iper sensibile e con pianto davvero facile. E la mia bassa auto stima purtroppo è perdurata fino all’età adulta.
    Sessualmente ho parecchi blocchi nonostante sia omosessuale ed abbia accettato senza problemi la mia sessualità fin dalla prima adolescenza, ma non riesco mai davvero a lasciarmi andare.
    Ricordo che durante l’infanzia avessi già delle pulsioni sessuali ben definite e spinte verso i bambini maschietti della mia età e facevo sogni a tema già dall’età di 4-5 anni.
    Lei crede che possa essere tutto collegato?
    Ho fatto psicoterapia in 2 periodi diversi della mia vita ma non è mai emerso nulla, almeno non che io sappia.
    Crede possa esserci questa possibilità?
    Ci potrebbero essere dei modi più efficaci per fare nel caso emergere la verità?

    1. Gentile Vincent,
      può accadere che un episodio di abuso possa venire rimosso dalla coscienza. Per mia esperienza però, dal momento che la memoria viene immagazzinata a più livelli, ci sono sempre dei sintomi o degli indizi per poter valutare se vi sia la possibilità di un ricordo rimosso e in terapia c’è la possibilità che emergano. Più probabile però è che le paure e i timori di non ricordare qualcosa prendano il sopravvento e suggestionino le memorie e i ricordi facendo pensare di aver potuto vivere traumi che in realtà non sono stati vissuti. Questo perchè tendiamo a voler dare spiegazioni razionali a sensazioni e sintomi che non comprendiamo. Non esiste nessun modo che possa recuperare i ricordi o le verità perchè la mente non ricorda in modo asettico ed oggettivo.

    2. Gentile Dottoressa
      Da circa 20 anni soffro di incubi notturni (non frequenti ) in cui urlo chiedendo aiuto disperatamente.
      In più, sento il corpo paralizzato, che vorrebbe muoversi, ma non riesce. Vorrei anche parlare, ma non riesco.
      Da tantissimi anni sono in terapia. I sogni significano qualcosa?
      Tra gli ultimi sogni ho avuto quello di mio padre che mi metteva le mani nelle mutandine.
      Ma il ricordo reale è quella in cui mio padre era sul divano e mi disse letteralmente:” ma perché non posso fare con te quello che faccio con tua madre? Dai, metti la testa qui”. C’era il cuscino tra le sue gambe.
      Facevo la pipì a letto e ricordo che mi picchiò ferocemente in parti intime col battipanni, chiedendomi di togliermi le mutandine prima di uscire dal bagno.
      Negli anni il senso di vergogna era per la laurea in filosofia, per non aver fatto carriera e scelto una strada sbagliata professionalmente, ma ora la vergogna per tali scelte è un’ossessione, oltre che un gran senso di colpa perenne.
      All’asilo mi legavano le mani e mi imbavagliavano la bocca, e ho subito altre umiliazioni da adolescente.
      Al mio terapeuta dicevo di non “sentire niente ” solo che ora questi pensieri negativi di vergogna etc non mi danno tregua.
      Può essere che i sentimenti rimossi di allora stiano venendo a galla?
      La ringrazio per una sua risposta.

      1. Gentile Camilla,
        non posso dirle cosa significano i sogni non conoscendo lei e la sua storia. Certamente, dagli episodi che riferisce e dalla sua difficoltà a provare emozioni, sarebbe opportuno lavorare attentamente su tutta la sua storia traumatica per riattivare le parti dissociate e provare a darle il sollievo meritato. Quando emozioni così forti emergono all’improvviso con forza è sempre molto importante affrontare cosa li abbia scatenati e da dove provengano per risolverle.

  46. Gentile dott.ssa Bakacs,
    mi scusi se le scrivo. Posso farle una domanda, per favore? Qual è la relazione tra abuso sessuale infantile, avversione sessuale e asessualità? Mi spiego meglio: premesso che mi è chiara la definizione di questi ultimi due concetti considerati separatamente (e a parte l’ovvia implicazione che esiste tra abuso e avversione sessuale), qual è la relazione che sussiste tra avversione sessuale e asessualità? Sono due concetti mutualmente esclusivi, oppure una vittima di abuso può al contempo manifestare avversione sessuale ed essere asessuale? Inoltre, come dovrei inquadrare l’incapacità assoluta di innamorarsi? In che modo l’abuso infantile può impedire lo sviluppo della capacità di essere coinvolti anche emotivamente? Mi scusi per le domande un po’ contorte: vorrei solo capire chi sono. So che non può dare risposte dettagliate in questa sede. Infine, mi lasci ringraziarla per la sua infinita pazienza e gentilezza.

    1. Gentilissimo/a,
      asessualità e avversione sessuale possono presentarsi separatamente, così come assieme. Si può provare disinteresse nella sessualità senza esserne avversi, oppure essere avversi e non per questo non avere pulsioni erotiche. Allo stesso modo, si può provare assieme sia disinteresse nella sessualità, che avversione per essa. Per quanto riguarda la capacità o meno di innamorarsi con una storia di abuso alle spalle, potrei dirle che a volte il trauma compromette così tanto la capacità di affidarsi all’altro da rendere incapaci di provare empatia e quindi difficoltà a coinvolgersi sentimentalmente.

  47. Salve dottoressa, all’età di 6/7 anni mio cugino più grande di me di 12 anni ha iniziato a toccarmi e a strusciarsi su di me. Ho dei flashback di noi due sul letto, in bagno, sul divano, lui che si mette la maglia e si abbottona i pantaloni ma non riesco a ricordare niente di più. Questa storia è andata avanti per abbastanza tempo, nonostante ciò io non smettevo di andare da lui,perchè non capivo ciò che accadeva. Mia mamma un giorno si è accorta che qualcosa non andava e ha smesso di farmici andare. Ma con me non ha mai parlato di questa cosa e non ha mai detto nulla a nessuno.
    Io iniziai ad avere della paralisi notturne che mi sono portata dietro fino ai miei attuali 26 anni. Non ne ho mai parlato con nessuno perchè me ne vergogno. Mi rendo conto che sono diffidente con le persone, ho paura che mi possano ferire e non faccio altro che scappare sia in amore che in amicizia. Non ho mai avuto problemi “sessuali” ma sono a livello emotivo, ho paura a lasciarmi andare, ad aprirmi, a farmi amare e ad amare. Appena mi lascio un minimo andare, trovo il più piccolo pretesto che non va nell’altra persona per allontanarmi, mi viene l’ansia che con il tempo possa ferirmi o non “curarsi” più di me.
    Lei crede che tutto questo mio stato sia collegato a ciò che mi è successo da bambina? Cosa devo fare?

    1. Gentile Maria,
      non posso risponderle con certezza in merito alla sua domanda, ma i sintomi e le sensazioni che descrive potrebbero essere ricollegati alle esperienze di abuso che vanno sempre interpretate e inserite nel contesto della sua storia personale. Sarebbe certamente opportuno che lei si affidasse ad un supporto professionale per affrontare il suo vissuto traumatico e curarne le ferite.

    2. Salve dottoressa,
      Vorrei collegarmi alla storia di Maria, perché trovo delle affinità con la mia. Ho subito abusi da parte di mio cugino all’età di 5 anni circa. Ho rimosso tutto dalla memoria fino all’età di 34 anni!!!
      In questi anni ho parlato con lui o quando sentivo alla TV notizie del genere non mi hanno mai fatto emergere quei ricordi. Ho dei flash di memoria di quel che accadeva, me lo spacciava come un gioco ( la stanza, il letto, lui in mutande, lui che girava la chiave della porta) e mi ricompensava con giro in motocicletta ( lui aveva circa 15anni)… Ricordo pure (non so con quali parole) di averlo detto a mia madre, ma non fui creduto. Presumo che questi eventi siano alla base di ‘sensi di colpa’ che per svariati motivi ho provato durante la mia vita. A livello sessuale non credo di avere problemi, ne tipo sentimentale. Solo che bassa autostima e sensi di colpa mi hanno sempre accompagnato…
      La ringrazio della sua disponibilità e del suo impegno.
      Cordialmente la saluto

        1. Buongiorno a tutti. Sono fidanzata con un ragazzo da 3 anni. Si tratta di un bravissimo ragazzo, che ha fatto veramente di tutto per anni per conquistarmi ed è semore stato un bravo ragazzo davvero, sapevo di qualche evento infantile triste e difficile per via della separazione dei genitori prima e poi un allontamento per lavoro della mamma lasciandolo solo con un padre purtroppo alcolizzato che gli ha creato non pochi problemi. La cosa sconvolgente però arriva qualche settimana fa quando mi racconta che è stato anche vittima di abusi da parte di suo padre. Si tratta di fatti successi almeno 10 anni fa o anche più. Lui fin ora non aveva mostrato alcun segnale, sempre stato un ragazzo in gamba, rispettoso educato che si fa in 4 per aiutare gli altri. Un anno fa ha iniziato dopo l’ennesima fregatura del padre (un prestito di denaro) ad aprire gli occhi, a ricordare il passato più insistentemente. È cambiato molto, diventato più aggressivo, ha cercato più volte dj farsi del male, depresso. Ora è in terapia da poco e ricordare tutti questi eventi lo distrugge e distrugge anche me. Vi prego datemi qualche consiglio

          1. Gentile Gloria,
            il suo fidanzato sta affrontando il difficile percorso di elaborazione del suo trauma ed è già tutto ciò che serve per superarlo.
            Come dico sempre a chi è vicino a queste persone, non c’è nulla che si può fare per risolvere i problemi per conto delle persone che amiamo se non sono loro a voler cambiare. Quello che si può fare è stare vicino ai nostri cari e prestarne il supporto.

  48. Buongiorno
    Sono finita qui per puro caso, e vedendo che la dottoressa risponde, vorrei anche io condividere la mia storia per capirci qualcosa.
    Non ricordo esattamente a che età, so soltanto che ero molto piccola e inconsapevole.
    È stato mio nonno, si parla di molestie, ma io non ho mai capito il perché, perché ha dovuto farlo.
    Per tanto tempo ho rimosso completamente il ricordo, e quando ritornava a galla lo eliminavo completamente dalla mia mente volontariamente.
    Ho raccontato tutto ai miei genitori dopo qualche anno, ma nessuno ha denunciato l’accaduto.
    Adesso quando qualche mio parente di sesso maschile vuole abbracciarmi, o sembra interessato alla mia persona, provo una forte repulsione.
    Il rapporto con mio padre é pieno di diffidenza e distanza, anche estremamente negativo, litighiamo molto spesso, mentre prima eravamo molto legati.
    Mi sento in colpa, perché continuo a ricordarmi le sue parole, viscide, che mi dicevano “ti piace?” mentre mi toccava.
    E io non capivo.
    Non capisco la mia identità sessuale, e per tanto tempo non mi sono saputa rapportare con i ragazzi, adesso per fortuna sono riuscita ad autogestirmi perché le mie amiche sono sempre state sincere con me, dicendomi dove sbagliavo e perché.
    So solo che vedere un corpo femminile mi piace, ma non sono attratta da una ragazza come lo sono ad un ragazzo… É tutto molto strano.
    Inoltre credo di essere nella sfera dell’ipersessualità, non ho mai fatto nulla per fortuna ma ormai ho sviluppato una dipendenza dai porno.
    Sono completamente distrutta, ho episodi depressivi, pensieri intrusivi, e cerco di non far trapelare questi sentimenti, i miei genitori non mi lasciano da sola in casa, e con la quarantena tutto questo si è amplificato.
    Oltretutto parlando di questo mi sento estremamente a disagio, ma so che devo.

    1. Gentile Loretta,
      grazie per la condivisone. La confusione identitaria che prova, le problematiche legate alla sessualità e il senso di vergogna e colpa, sono tutti sintomi frequenti di chi ha purtroppo subito episodi di abuso. Sarebbe molto importante che provi a farsi supportare da un professionista che possa accompagnarla in un percorso di elaborazione della sua storia. Le auguro il meglio.

  49. Buongiorno. Ho conosciuto una donna (ora 62 anni) che da piccola ha subito violenza sessuale (tra i 5 e 6 anni) ed ha rinchiuso il tutto dentro una stanza virtuale. Non vuole aiuti e sono l’unico al mondo a cui l’ha confidato. Non riesce ad avere una relazione stabile. Fugge letteralmente dalle situazioni e sessualmente non ha mai provato orgasmi nonostante le piaccia sedurre gli uomini. Come potrei esserle di aiuto e sblocarla mentalmente ?!

    1. Gentile Max,
      come sempre ripeto, non è possibile farsi carico, nè guarire certe ferite altrui. Deve essere le persona interessata a voler affrontare e quindi provare a superare le proprie problematiche. Può mostrare pazienza e comprensione ed eventualmente consigliarle di valutare se affrontare l’accaduto in un percorso terapeutico. Se non desidera farsi aiutare, non è possibile intervenire in alcun modo.

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