Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

C'era una volta un bambino: L'adulto vittima di abuso sessuale nell'infanzia
Una lettura facile per meglio comprendere cosa accade all’adulto che è stato vittima di abuso sessuale nell’infanzia.

Quando si parla di “abuso sessuale infantile” ognuno di noi ha in mente una definizione precisa, dettata il più delle volte da esperienze indirette. Purtroppo in alcuni casi l’abuso sessuale entra direttamente nella vita di un individuo, impattando violentemente sul suo normale corso, lasciando dietro di sé delle ferite psicologiche che variano per gravità a seconda del tipo di abuso subito, l’età e la capacità di autocura di cui ogni mente umana dispone.

Partiamo da una definizione generale: intendiamo per abuso sessuale infantile qualsiasi attività che implica il coinvolgimento in attività sessuali di un minore da parte di un adulto.

Da notare bene, quando ci riferiamo ad attività sessuale, non parliamo necessariamente di un rapporto fisico diretto, ma di tutto ciò che ha a che vedere con la sfera della sessualità, se una delle due parti rifiuta o non è nella posizione di comprendere (o comprendere con un senso di maturità piena in caso di adolescenti) ciò che sta accadendo. Ad esempio, oltre alla violenza sessuale che implica una penetrazione, la costrizione al toccare o baciare; la visione non desiderata di nudità o atti sessuali del singolo adulto, di una coppia o più individui; riferimenti sessuali e argomentazioni oscene.

L’abuso sessuale infantile ha solitamente e comprensibilmente un elevato livello di gravità e rischio per la salute mentale di un individuo e la sua crescita. Una persona che è stata abusata in età infantile porta nel decorso evolutivo della sua mente le tracce di un evento traumatico che solitamente ne devia il normale sviluppo.

Possiamo dire in linea generale che il livello di gravità segue tre dimensioni fondamentali:

  • il tipo di abuso subito e la sua durata – ovvero, se si è trattato di veri e propri rapporti fisici, toccamenti o esposizioni visive o racconti e provocazioni e quanto a lungo;
  • l’età e le risorse individuali del bambino – ovvero, in quale fase dello sviluppo il trauma lascerà traccia e di quali risorse dispone;
  • l’identità dell’abusatore – più la parentela è prossima alla vittima, peggiori saranno le conseguenze del trauma subito.

Per intenderci, potremmo dire che un abuso sessuale subito da parte di un genitore ad un bambino in età pre-puberale (8-11 anni circa) che si protrae nel tempo, con un coinvolgimento fisico totale, con ogni probabilità si rivelerà un’esperienza tra le più distruttive per la salute psichica.

Naturalmente essendo queste tre dimensioni molto variabili, fare previsioni nei singoli casi è molto complesso e, proprio per le capacità e risorse individuali, situazioni che potrebbero far pensare a conseguenze peggiori potrebbero rivelarsi meno gravi di altre da cui ci si aspetterebbe al contrario quadri meno compromessi.

A fronte di ciò ricordiamo che trattandosi di abuso sessuale infantile, stiamo facendo distinzioni all’interno di una situazione che presenta comunque, in qualsiasi forma avvenga, una potenzialità traumatica di livello elevatissimo, che si parli di un episodio con coinvolgimento minimo, ad uno massimo.

Le conseguenze psicologiche di un abuso sessuale possono toccare differenti aree: l’autostima, lo sviluppo della sessualità, le capacità relazionali.

Solitamente un bambino reagisce all’abuso innescando meccanismi di difesa basici, quali rimozione e dissociazione – la mente cerca in questo modo di sganciarsi dal ricordo traumatico insostenibile creando una barriera tra ciò che è accaduto e le implicazioni emotive o cancellando letteralmente l’episodio dalla memoria. E’ stato rilevato come il minore affronti una situazione molto simile a quella degli adulti che, dopo aver subito un trauma, sviluppano un disturbo post-traumatico da stress.
Il senso di colpa si riversa su di sé ed è tanto più intenso, quanto l’ambiente circostante ignora o copre l’episodio, e di contro, si sviluppa un profondo senso di sfiducia e paura nei confronti degli altri.

Un adulto che è stato abusato deve scontrarsi con queste credenze sviluppate e consolidate dal bambino che era un tempo. Tenderà a seconda dei casi, ad essere altamente aggressivo, ad incolparsi ferocemente, avrà una bassa autostima, tenderà a deprimersi o ad oscillare molto tra stati emotivi. È prevedibile che abbia difficoltà a regolare gli impulsi e problematiche ad inquadrare e sviluppare una corretta identità sessuale ed una vita sessuale soddisfacente.

Tra le patologie che possibilmente si sviluppano troviamo il disturbo borderline di personalità, la depressione, disturbi alimentari e dipendenze, proprio in conseguenza all’incapacità di regolarsi e al costante bisogno di “tenere il controllo” su una situazione che si percepisce in pericolo costante.

Ad oggi la psicoterapia è uno strumento di elezione per trattare e curare storie e conseguenze degli abusi. Ovviamente, parlando di età adulta, si dovranno affrontare gli effetti di schemi disfunzionali consolidati nel tempo. Si può dire che il trauma dell’abuso innesca una serie di meccanismi di difesa estremi della mente che portano purtroppo, seppure con lo scopo di proteggere la persona da un crollo, alla formazione di sistemi difettosi e patologie che probabilmente non sarebbero comparsi altrimenti.

In quest’ottica, abbiamo personalmente usato l’esperienza nata da un lavoro costante sul campo in questo ambito per sviluppare un metodo mirato, la cui filosofia di base è mantenere al centro la narrazione della persona, integrando tecniche e conoscenze in campo psicotraumatologico sempre più innovative: l’Emdr; la Psicoterapia Sensomotoria; la terapia dell’Esposizione Narrativa, ne sono alcuni esempi.

Tutto ciò all’interno del percorso di psicoterapia, per fornire a chi ne fa richiesta un’esperienza che garantisca una totale e complessa strategia di intervento il più possibile risolutiva, nel rispetto della natura articolata del trauma, la cui cura non può ridursi alla sola rimozione dei sintomi da esso generati (per saperne di più, vedi: Alicanto – Centro Cura del Trauma Psicologico).

Se volete approfondire il tema in modo dettagliato e avere risposte più complete potete acquistare il libro in versione cartacea oppure ebook (gratis con abbonamento KindleUnlimited) cliccando sul titolo: C’era una volta un bambino: L’adulto vittima di abuso sessuale nell’infanzia

NB. Vorrei estendere un ringraziamento particolare a tutti coloro che con coraggio stanno commentando l’articolo, facendo domande o semplicemente condividendo il dolore e il disagio delle loro esperienze di abuso vissute in età infantile.
[E’ possibile che parti dei commenti con contenuti marcatamente espliciti vengano tagliati per il contesto nel quale sono pubblicati.]

Vorrei altresì specificare che purtroppo NON E’ POSSIBILE FARE CONSULENZE VIA EMAIL O TELEFONICHE.

Usate questo spazio qualora vogliate un commento da parte mia.

1.081 commenti

  1. Ciao,
    Sono un ragazzo di 15 anni e sono stato abusato quando avevo circa 6/7 anni varie volte da due persone adulte..io penso che da quel giorno sono cambiato e non sarei la persona che sono adesso e che mi schifo di essere.
    Quell’esperienza e stata talmente brutta che non ne ho parlato fino a questa sera..vorrei avere magari dei consigli su come andare avanti perché così non ne posso più..

    1. Author

      Gentile Daniele,
      lei è molto giovane e se può chieda aiuto ad una persona fidata, un adulto di cui sa potersi affidare e con lui valutare un supporto. Se non ha un adulto in grado di aiutarla, provi a cercare un centro al quale fare riferimento. E’ importante che cerchi supporto per poter affrontare e superare l’accaduto al meglio e ritrovare un equilibrio adeguato. Non si perda d’animo, poichè anche quando non la si vede, vi è sempre una via di uscita.

  2. Buongiorno sono figlia di un abuso subito da all’età di 9 anni fino all’età di 15 anni ed è rimasta incinta di me . Ho scoperto molti anno fa che faceva parte della famiglia ero una ragazzina , è un paio di anni fa mi disse chi era il mio papà era il mio Nonno .. Mi crollò tutto .. Lui ormai è morto da un anno , prima di morire vollero fare il DNA perché lei indiane a me raccontammo tutto ,positivo al 98% …Ora fratelli e sorelle la odiano con me non parlano … Però purtroppo che a subito violenza è stata mia Mamma che era appena una bambina ed è andata avanti fino che è rimasta incinta.. Ma non è finita io all’età di 7 anni quando mia mamma si è sposata ho subito altrettanto con il mio patrigno ma per mia fortuna non violenza solo farsi toccare e toccarmi non è mai andato oltre . E di questa cosa non ne dovevo parlare con lei .. Ora ho capito il motivo .. Sono stata vittima di un pedofilo che volevo bene perché finalmente avevo un papà… Da lì è crollata la mia vita

    1. Author

      Gentile Michela,
      la sua storia è molto dolorosa e complessa. La ringrazio per la forza con la quale condivide questa sua esperienza e le auguro di poter trovare una meritata serenità.

  3. Buonasera,
    scrivo perchè mia moglie, dopo aver dato alla luce nostra figlia, ha smesso di avere rapporti intimi ed anche affettivi con me. Ho provato a parlare a molte riprese, ma si chiude in un offeso silenzio. Mi ha rivelato di essere stata seguita e violata da un uomo quando era piccola. Ora con me è gelida e completamente anaffettiva. Da cinque anni. Non capivo il perchè, ho analizzato comportamenti e vicende, e sono entrato in crisi parecchie volte. Ricordo che una mattina mi ha urlato che se volevo del sesso potevo “andare a puttane”….sono rimasto sconvolto. da lì, non è mai più stata la stessa cosa, e ho smesso di cercarla, e sinceramente, di volerle bene. C’è solamente un ruolo genitoriale, al quale è attentissima e deditissima. Non saprei cosa decidere per il nostro futuro….

    1. Author

      Gentile Vincenzo,
      comprendo il suo sconforto e la difficoltà ad approcciare un così drammatico aspetto della vita di sua moglie. Non posso dirle cosa decidere, ma le auguro di poter trovare una strada che la faccia sentire bene, nel rispetto di un problema complesso che purtroppo richiede di essere necessariamente affrontato dalla persona coinvolta per ottenere un superamento. Al di là delle problematiche di coppia, provi a suggerire un aiuto a sua moglie per affrontare quanto accaduto in passato.

  4. Buonasera, sono una ragazza di 27 anni, ho subito violenza sessuale da quando ero alla materna fino alla adolescenza da un parente stretto.
    Ora ho due figli e un marito splendido.. ma purtroppo ogni giorno mi viene in mente qualcosa.. molte cose l’ho cancellate ma a volte ritornano nella testa.. ho provato tante volte a suicidarmi, svenivo spesso, non mangio in modo corretto, anche se guardo la mia bellissima famiglia io mi sento sempre sbagliata.. i miei genitori sapevano ma no hanno mai fatto niente! È assurdo!
    Sono cresciuta troppo in fretta, da sola, senza un abbraccio ne una carezza, solo botte e violenze sessuali e psicologiche (altro capitolo).
    Quando dico piangendo a mio marito la frase “non voglio più” lui non mi lascia sola un secondo per paura di quello che posso fare ae stessa.
    Io al contrario di quello che ho ricevuto sono una mamma dolce, prottettiva e riempio di Amore i miei bimbi e mio marito, questo è il lato positivo.
    Per tutto il resto mi sento solo uno schifo anche se dicono che sono davvero bella, etc. non ci credo.
    Vorrei solo tornare in dietro nel tempo e fermare tutto ma non si può e continuerò a farmi domande su domande senza avere risposte.. i bambini non devono passare tutto questo! Aiutateli vi prego, fermate tutto! Lo dico in lacrime!!!!!

    1. Author

      Gentilissima,
      posso dirle per esperienza che l’aiuto che chiede è fondamentale anche per gli adulti come lei, che sono stati anch’essi dei bambini indifesi.
      Intendo con questo dirle che non è mai troppo tardi per prendersi cura di sè e di quella sofferenza. Ogni domanda ha una risposta, quando non la si trova è probabilmente perchè si sta cercando un interlocutore sbagliato o la si sta ponendo in modo errato. Una aiuto e un ascolto potrebbe guidarla verso una strada adeguata.

      1. La ringrazio per avermi risposto. Buona giornata

    2. Mi chiamo Noemi, ho 14 anni. Vivo a Roma e anche se sono ancora “piccola” ne ho passate di cotte e di crude… Una di queste è stata lo stupro carnale.
      È durato dai miei 4 anni ai quasi 8, ed è stato il padre della mia sorellastra(attualmente in carcere). È un grande trauma per me. Ricordo tutto, ma non ricordo dolore/piacere, e dovrebbe essere un modo che ha utilizzato il mio cervello per proteggermi. Sono stata in silenzio per circa 7 anni ed è una di quelle cose che mi hanno fatto toccate il fondo… Io non cerco un parere, avevo solo bisogno ddi cercare di accennare di questo a qualcuno che non mi conosca. Grazie

      1. Author

        Gentile Noemi,
        sperando che questo commento l’abbia aiutata in qualche modo ad aprirsi, la ringrazio per la sua testimonianza con l’augurio che possa trovare una strada utile a superare quanto le è accaduto.

  5. Salve, volevo chiedere un’opinione, anche se non so fino a che punto lei possa aiutarmi a capire. Sono una ragazza di 17 anni e soffro di fobia sociale da quando sono molto piccola, fobia che si “proietta” (la prego di passarmi il termine poco scientifico) in maniera molto intensa anche sugli animali, in particolare sui cani. Nonostante la mia età, non ho amici intimi nè un fidanzato, e non ho mai avuto nè gli uni nè l’altro. Ho inoltre un rapporto con il cibo complicato, con atteggiamenti che ricordano la bulimia, e dunque anche una visione di me stessa molto negativa.
    Oltre alle cose già scritte, provo una sensazione di fortissima ansia all’idea di toccare i miei genitali, e forte disgusto nell’osservarli, cosa che non faccio mai e che ho fatto per la prima volta nella mia vita giusto quest’anno. In secondo luogo ricordo un fortissimo desiderio di avere rapporti sessuali, presente in me circa dai 7 agli 11 anni, che si è sfogato talvolta, in realtà in maniera non violenta abbastanza blanda (non l’ho mai costretta a fare nulla, mi limitavo a richieste) sulla mia sorellina minore, cosa della quale ora, essendo consapevole del significato delle mie azioni, provo forte vergogna e senso di colpa. Infine, ho sempre provato intenso disgusto verso i cambiamenti che si sono verificati nel mio corpo durante la pubertà.
    La ringrazio ancora per l’attenzione.
    In realtà non credo che questi fattori possano indicare un passato abuso sessuale, ma volevo un’opinione professionale. La ringrazio in anticipo.

    1. Author

      Gentilissima,
      ho accorpato i suoi due commenti in uno unico, come può notare, per avere più facilità nella risposta.
      Proverò ad esserle utile, compatibilmente al contesto, dicendole che nel suo caso certamente la storia e le difficoltà che descrive, sia in merito a se stessa, che alla relazione con gli altri – includendo anche la sfera della sessualità – potrebbero suggerire una storia infantile problematica e la possibile presenza di un trauma a qualche livello (non è possibile in questo contesto nè accertare, nè tanto meno escludere che si sia trattato di un abuso). Certamente vi è la necessità di approfondire l’origine di questi malesseri e una loro risoluzione. Le consiglio caldamente di provare a lavorare sulla sua storia per ritrovare un benessere meritato.

  6. Ciao, mi chiamo S.
    Mio padre ha 51 anni… ha 3 fratelli ed una sorella… lui ha tradito mia madre e, nonostante fossimo 4 figli, quando è stato scoperto ha abbandonato tutto e tutti quando avevo 13 anni (ora ne ho 27).
    Il fratello gay di mio padre parlando con la sua ex moglie, in una occasione piangendo a dirotto gli ha confessato che lei non sa cosa ha dovuto sopportare da piccolo è che è stato abusato da parte del padre…
    Questo “nonno” ha sempre ritenuto che i panni sporchi si lavano in casa ed i figli non hanno mai raccontato nulla di tutto questo. si proteggono e difendono a vicenda… quasi vivono insieme, e tutti sono intorno a questo padre che giustifica tutti e ha accusato di cose più o meno gravi tutte le nuore.
    Ora mi chiedo… questi effettivamente sono segnali che parlano di un probabile conseguenza di abusi consumati sotto il tetto di casa dove tutti sanno e nessuno parla? Fino a che punto un adulto abusato da bambino può continuare a proteggere l’uomo che ha fatto grandi danni nella sua e nella vita dei suoi fratelli-sorelle? Come si può aiutarli visto che nessuno parla? In ultimo… ci può essere effettivamente un collegamento tra questi fatti accaduti nel passato e la decisione di uno di loro di diventare gay così come degli altri due fratelli ad avere tendenze gay e lesbiche?
    Sono letteralmente sconvolta di aver saputo tutto questo ed ora mi sembrerebbe avere delle risposte su atteggiamenti più o meno strani di questo mio nonno è di questi miei zii… risposte che poi anche mamma ha potuto dare su fatti passati e che per lei erano inspiegabili…
    Ti ringrazio per la tua risposta,
    Grazie S.

    1. Author

      Gentile Simona,
      come specificato a fondo articolo, per motivi di lunghezza ho dovuto tagliare il suo commento.
      Per rispondere alla sua domanda, l’omertà che si crea quando si ha a che fare con gli abusi intrafamiliari è piuttosto comune. Difficilmente si parla di abusi avvenuti all’interno della famiglia e si tende a coprire questi avvenimenti per evitare l’esposizione del nucleo familiare all’esterno. I bambini tendono ad incolparsi per qualsiasi cosa gli accada e soprattutto se ad abusare è uno dei due genitori, tenderanno a sviluppare un forte senso di colpa e ad alzare il livello di protezione nei confronti del genitore.
      In ultimo, non si “decide” di diventare omosessuali, ma certamente gli episodi di abuso incidono in modo molto forte nello sviluppo dei bambini e spesso è possibile che essi maturino un orientamento sessuale differente da quello che avrebbero sviluppato in sua assenza, così come tanti altri fattori. Certamente questo non costituisce un problema, a meno che non venga vissuto come patologico dai diretti interessati.

  7. Gentile dottoressa, oggi vorrei condividere la mia storia con tutti voi, sia per i lettori che chi come me ha subito un abuso.
    Ho subito una violenza psicologica visiva da parte di mia madre. Ero molto piccolo, in base ai ricordi avevo tra i 2 e i 4 anni e ho il ricordo ben preciso di mia madre che aveva rapporti sessuali con un nostro amico di famiglia. Io reagivo a crisi di pianto ininterrotto ma venivo ignorato. Durante questo periodo di infanzia cominciai ad essere in un certo senso attratto da mia madre. Ricordo che ero attratto dai suoi odori, specialmente quello del piedi e crescendo nell’età quando scoprii la masturbazione avevo quelle scene impresse e ne traevo piacere pensando a ciò che ricordavo ! Come lei dice gentile dottoressa, crescendo ho cercato di rimuovere questo brutto ricordo ma ovviamente il trauma esiste ancora. Adesso ho 27 anni e sono fidanzato da 4 anni con una ragazza fantastica, ma il problema di ora è (a parte la bassa autostima e deprimermi facilmente) che sono diventato feticista, mi piace pensare situazione di sesso con la mia ragazza il quale si fa sesso con altre coppie. Ovviamente io ne ho parlato con la mia fidanzata di queste mie voglie ma ovviamente lei non è d’accordo con queste. Lei sa tutto di me e in questo mi sta molto vicino. Io non riesco a controllare queste voglie, mi piacciono e ci pensò sempre. Adesso la mia domanda è: il fatto che io sia diventato così perverso in molti lati del sesso tutto ciò è causato da questo trauma che ho avuto ?

    1. Author

      Gentile Vincenzo,
      risponderle affermativamente sarebbe davvero riduttivo rispetto alla lettura più complessa che andrebbe fatta della sua storia. Questi eventi presumibilmente hanno influito nella sua evoluzione psicologica, ma per essere adeguatamente assimilati e compresi necessitano di essere inseriti nel contesto più ampio del suo racconto di vita.

  8. Salve a tutti, da 5 anni frequento un ragazzo che solo ora è riuscito a parlare del fatto che ha subito un abuso sessuale da parte del vicino di casa. Mi ha raccontato alcuni particolari che ricorda dell’abuso (all’epoca aveva solo 8 anni) ..in realtà molto pesanti. Hoi parlato con i suoi genitori, che da come ho capito (e ne sono sicura) sapevano ma hanno sempre nascosto per paura di cosa dicesse la gente. la mia domanda dottoressa è: come è possibile che una madre non si sia mai accorda di nulla? pur vedendo che il bambino dopo la violenza tornava a casa e vomitava di continuo o aveva svenimenti inspiegabili? ed inoltre..com’è possibile che io parlandone con la sua famiglia..elencando tutti questi particolari sconcertanti, vedo nei loro volti soltanto una totale indifferenza, come se nulla fosse successo? Più volte ho parlato con loro per cercare di capire..ma come possono una madre ed un padre far finta di nulla, anzi mi dicono di non fare più loro domande perchè non ne vogliono sapere nulla?

    1. Author

      Gentile Alessandra,
      pone una domanda molto complessa e di difficile sintesi nella sua risposta. Ci sono molti motivi che portano ad un livello di negazione elevato da parte dei genitori di un bambino che mostra i sintomi di un abuso. Alcuni esempi, il senso di incapacità di affrontare un evento che non si è preparati ad affrontare, nè a comprendere. Il pensare che un “bambino” può recuperare e dimenticare facilmente, eliminando così il doversi impegnare ad affrontare la questione o battaglie legali che esporrebbero il nucleo familiare. La vergogna e la paura. Questo solo per darle una idea della minima parte di eventuali possibili ragioni. Ogni storia è a sè e ogni famiglia ha, nella sua personale dinamica, la precisa risposta a queste sue domande. Non è corretto colpevolizzare a prescindere, ma valutare di caso in caso quale siano stati e perchè, le motivazioni dietro alle reazioni di rifiuto dei genitori è sempre importante.

  9. Ho 15 anni, mi sento proprio come lei ha descritto una persona che ha subito un abuso sessuale infantile, mi sento morta dentro, soffro di fobia sociale, ho una bassa autostima e soprattutto spesso mi sento in colpa per niente. Sono sotto una psicologa ma lei sa soltanto che soffro di fobia sociale, comunque il mio è solo un sospetto, perché ricordo che già da molto piccola mi ma*turbavo.

    1. Author

      Gentile Sofia,
      parli di questi dubbi in terapia. Sicuramente è molto importante per lei condividere queste paure. Il percorso di terapia è un suo spazio e lo usi al meglio pensando al terapeuta come ad un alleato, che con le informazioni giuste, può aiutarla ad affrontare il suo vissuto nel modo migliore possibile.

  10. Buonasera, ho 23 e credo di aver subito da piccola un abuso sessuale da parte di mio fratello maggiore.. io ho questa immagine nitida nella testa, ricordo le sensazioni che provavo, ciò che mi diceva ma il problema è che non ne sono sicura. Io ho questo ricordo ma non riesco a capire se è accaduto sul serio. Per anni l’avevo totalmente rimosso, fino a quando un giorno parlando al telefono con mio fratello è ritornato fuori questo ricordo, nitido, e con sè ha portato un dolore lancinante che è durato giorni.. da quella volta ,sporadicamente, il ricordo dell’abuso ritorna ma sempre accompagnato dal dubbio che non sia mai accaduto (anche se non credo sia possibile ricordare con una tale nitidezza determinati particolari). Anche perché una volta durante un litigio ricordo di avergli detto “guarda che io ricordo quello che mi hai fatto” e lui mi rispose che non sapeva di cosa stessi parlando. All’epoca di questo litigio frequentavo le scuole medie. Inoltre da piccola erosempre triste, piangevo sempre, preferivo stare da sola che con gli altri bambini (non ero asociale, ma semplicemente stavo bene anche da sola). Spesso capitava che i miei fratelli mi prendessero in giro e mi infastidissero..e dalla rabbia e disperazione che provavo in quei momenti tiravo pugni al muro, mi premevo i cuscini sul volto cercando di soffocarmi oppure prendevo un coltello da cucina e me lo premevo in mezzo al petto fino a sentire male. Pensavo sempre alla morte, e una sera ricordo di aver detto a mia madre che volevo morire, avevo circa 8 anni credo. Inoltre ho sofferto di bulimia nervosa dall’età di 13 anni fino ai 22, con condotte di evitamento, attacchi di panico, depressione e autolesionismo..ora sono in cura da un anno presso una struttura e il problema della bulimia lo sto risolvendo, ma permane la depressione accompagnata dall’ansia e da questo ricordo di abuso che non riesco a capire se è accaduto o meno.. come faccio a capire se è accaduto davvero?

    1. Author

      Gentile Lisa,
      mentre tenta giustamente di superare l’angoscia che questo dubbio le porta, tenga presente che la sua mente le sta sicuramente dicendo qualcosa. La domanda che deve porsi, per il momento, è che cosa sta cercando di dirle. Sembrerebbe si stia concedendo di poter prendere in considerazione la sua sofferenza di bambina e legittimarla. Si sente uno stato di allarme che probabilmente e sfortunatamente le è familiare. Dunque è necessario approfondire questa sofferenza e i dubbi emersi, ascoltarsi come merita, affrontando prima di tutto la paura che sta provando al momento.

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