Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

C'era una volta un bambino: L'adulto vittima di abuso sessuale nell'infanzia
Una lettura facile per meglio comprendere cosa accade all’adulto che è stato vittima di abuso sessuale nell’infanzia.

Quando si parla di “abuso sessuale infantile” ognuno di noi ha in mente una definizione precisa, dettata il più delle volte da esperienze indirette. Purtroppo in alcuni casi l’abuso sessuale entra direttamente nella vita di un individuo, impattando violentemente sul suo normale corso, lasciando dietro di sé delle ferite psicologiche che variano per gravità a seconda del tipo di abuso subito, l’età e la capacità di autocura di cui ogni mente umana dispone.

Partiamo da una definizione generale: intendiamo per abuso sessuale infantile qualsiasi attività che implica il coinvolgimento in attività sessuali di un minore da parte di un adulto.

Da notare bene, quando ci riferiamo ad attività sessuale, non parliamo necessariamente di un rapporto fisico diretto, ma di tutto ciò che ha a che vedere con la sfera della sessualità, se una delle due parti rifiuta o non è nella posizione di comprendere (o comprendere con un senso di maturità piena in caso di adolescenti) ciò che sta accadendo. Ad esempio, oltre alla violenza sessuale che implica una penetrazione, la costrizione al toccare o baciare; la visione non desiderata di nudità o atti sessuali del singolo adulto, di una coppia o più individui; riferimenti sessuali e argomentazioni oscene.

L’abuso sessuale infantile ha solitamente e comprensibilmente un elevato livello di gravità e rischio per la salute mentale di un individuo e la sua crescita. Una persona che è stata abusata in età infantile porta nel decorso evolutivo della sua mente le tracce di un evento traumatico che solitamente ne devia il normale sviluppo.

Possiamo dire in linea generale che il livello di gravità segue tre dimensioni fondamentali:

  • il tipo di abuso subito e la sua durata – ovvero, se si è trattato di veri e propri rapporti fisici, toccamenti o esposizioni visive o racconti e provocazioni e quanto a lungo;
  • l’età e le risorse individuali del bambino – ovvero, in quale fase dello sviluppo il trauma lascerà traccia e di quali risorse dispone;
  • l’identità dell’abusatore – più la parentela è prossima alla vittima, peggiori saranno le conseguenze del trauma subito.

Per intenderci, potremmo dire che un abuso sessuale subito da parte di un genitore ad un bambino in età pre-puberale (8-11 anni circa) che si protrae nel tempo, con un coinvolgimento fisico totale, con ogni probabilità si rivelerà un’esperienza tra le più distruttive per la salute psichica.

Naturalmente essendo queste tre dimensioni molto variabili, fare previsioni nei singoli casi è molto complesso e, proprio per le capacità e risorse individuali, situazioni che potrebbero far pensare a conseguenze peggiori potrebbero rivelarsi meno gravi di altre da cui ci si aspetterebbe al contrario quadri meno compromessi.

A fronte di ciò ricordiamo che trattandosi di abuso sessuale infantile, stiamo facendo distinzioni all’interno di una situazione che presenta comunque, in qualsiasi forma avvenga, una potenzialità traumatica di livello elevatissimo, che si parli di un episodio con coinvolgimento minimo, ad uno massimo.

Le conseguenze psicologiche di un abuso sessuale possono toccare differenti aree: l’autostima, lo sviluppo della sessualità, le capacità relazionali.

Solitamente un bambino reagisce all’abuso innescando meccanismi di difesa basici, quali rimozione e dissociazione – la mente cerca in questo modo di sganciarsi dal ricordo traumatico insostenibile creando una barriera tra ciò che è accaduto e le implicazioni emotive o cancellando letteralmente l’episodio dalla memoria. E’ stato rilevato come il minore affronti una situazione molto simile a quella degli adulti che, dopo aver subito un trauma, sviluppano un disturbo post-traumatico da stress.
Il senso di colpa si riversa su di sé ed è tanto più intenso, quanto l’ambiente circostante ignora o copre l’episodio, e di contro, si sviluppa un profondo senso di sfiducia e paura nei confronti degli altri.

Un adulto che è stato abusato deve scontrarsi con queste credenze sviluppate e consolidate dal bambino che era un tempo. Tenderà a seconda dei casi, ad essere altamente aggressivo, ad incolparsi ferocemente, avrà una bassa autostima, tenderà a deprimersi o ad oscillare molto tra stati emotivi. È prevedibile che abbia difficoltà a regolare gli impulsi e problematiche ad inquadrare e sviluppare una corretta identità sessuale ed una vita sessuale soddisfacente.

Tra le patologie che possibilmente si sviluppano troviamo il disturbo borderline di personalità, la depressione, disturbi alimentari e dipendenze, proprio in conseguenza all’incapacità di regolarsi e al costante bisogno di “tenere il controllo” su una situazione che si percepisce in pericolo costante.

Ad oggi la psicoterapia è uno strumento di elezione per trattare e curare storie e conseguenze degli abusi. Ovviamente, parlando di età adulta, si dovranno affrontare gli effetti di schemi disfunzionali consolidati nel tempo. Si può dire che il trauma dell’abuso innesca una serie di meccanismi di difesa estremi della mente che portano purtroppo, seppure con lo scopo di proteggere la persona da un crollo, alla formazione di sistemi difettosi e patologie che probabilmente non sarebbero comparsi altrimenti.

In quest’ottica, abbiamo personalmente usato l’esperienza nata da un lavoro costante sul campo in questo ambito per sviluppare un metodo mirato, la cui filosofia di base è mantenere al centro la narrazione della persona, integrando tecniche e conoscenze in campo psicotraumatologico sempre più innovative: l’Emdr; la Psicoterapia Sensomotoria; la terapia dell’Esposizione Narrativa, ne sono alcuni esempi.

Tutto ciò all’interno del percorso di psicoterapia, per fornire a chi ne fa richiesta un’esperienza che garantisca una totale e complessa strategia di intervento il più possibile risolutiva, nel rispetto della natura articolata del trauma, la cui cura non può ridursi alla sola rimozione dei sintomi da esso generati (per saperne di più, vedi: Alicanto – Centro Cura del Trauma Psicologico).

Se volete approfondire il tema in modo dettagliato e avere risposte più complete potete acquistare il libro in versione cartacea oppure ebook (gratis con abbonamento KindleUnlimited) cliccando sul titolo: C’era una volta un bambino: L’adulto vittima di abuso sessuale nell’infanzia

NB. Vorrei estendere un ringraziamento particolare a tutti coloro che con coraggio stanno commentando l’articolo, facendo domande o semplicemente condividendo il dolore e il disagio delle loro esperienze di abuso vissute in età infantile.
[E’ possibile che parti dei commenti con contenuti marcatamente espliciti vengano tagliati per il contesto nel quale sono pubblicati.]

Vorrei altresì specificare che purtroppo NON E’ POSSIBILE FARE CONSULENZE VIA EMAIL O TELEFONICHE.

Usate questo spazio qualora vogliate un commento da parte mia.

1.081 commenti

  1. Salve mi chiamo Stela ho 16 anni ed è da anni che ho sto problema non so se l’ho sognato quando ero piccola anche se non lo trovo probabile a quella età ma credo verso 6/7 anni il marito di mia zia, ma da allora ma da allora continuo a fare fare incubi riguardo la pedofilia mi sveglio di colpo durante la notte . Quello che non riesco a capire è se me lo sono immaginato oppure è accaduto visto che mi ricordo la sensazione dell’atto fisico.

    1. Author

      Gentile Stela,
      non possiamo qui dire nulla che riguarda questo suo dubbio. Per comprendere meglio cosa accade e perchè ha questi timori sarebbe importante che trovi il modo di chiedere aiuto. Lei è giovane e in questi casi consiglio sempre di individuare un adulto di cui si fida cui poter parlare e chiedere come poter ottenere un supporto adeguato. Se non riesce a parlare di questo, provi solo a specificare che sente il bisogno di ricevere un aiuto per un disagio che vive e provi a farsi indirizzare da uno specialista. Altrimenti controlli se nelle vicinanze c’è un centro specifico o un consultorio dove potersi recare per parlarne.

  2. Gentilissima,
    Innanzitutto grazie per la condivisione delle sue competenze in questo spazio. È cosa rara.
    La mia è un’esperienza indiretta che però sto vivendo male,o meglio, non so bene come affrontare. Ho conosciuto circa due anni fa quella che adesso è la mia partner. Notai subito aspetti particolari del suo carattere (abbastanza aggressivo), che interpretai come strategie di difesa che molte persone attuano prima di iniziare a fidarsi. Decido altresì,dopo circa un anno di relazione a distanza di interrompere questo rapporto, ed è in quella occasione che lei accenna,con palese riaffioramento di lancinanti paure e dolori potenti, alla sua terribile esperienza adolescenziale (aveva 15 anni quando fu abusata). Decidemmo di tornare a casa assieme e da allora tutti i problemi che avevo individuato sono ovviamente passati in secondo piano. Ancora non si sente pronta ad affrontare la situazione con uno psicologo specializzato ed io, per ovvi motivi, non voglio insistere. Pochi giorni fa lei mi ha detto che raccontarmi tutto per filo e per segno l’accaduto la potrebbe far stare meglio. Le ho detto che va bene, se la cosa può farle bene, ma che comunque, se vuole star bene, dovrebbe parlarne con le persone giuste, è che io non ho intenzione di essere il suo psicologo anche perché non lo sono. Insomma, le mie domande sarebbero tante, ma quelle che più mi piene porgerle sono:faccio bene a farmi raccontare tutto?devo insistere affinché lei affronti la sua condizione con uno psicologo,visto che tende a rimandare?faccio bene a continuare una relazione che mi crea facili frustrazioni e senso di arrendevolezza (mi sento come una pallottola di carta gettata nei flussi di un torrente in piena)? L’ultima domanda è di tipo legale:entro quanti anni la vittima di abusi può sporgere querela?
    Grazie mille per l’attenzione. Spero in una sua risposta che mi sarà di certo d’aiuto.
    Cordialmente

    1. Author

      Gentile Stefano,
      mi scuso per il taglio del commento, ma come specificato a margine dell’articolo, viene fatto per motivi di spazio e contesto.
      Non posso certo dirle se fa bene o meno a stare in relazione con la sua partner e questo indipendentemente dalla storia di abuso, poichè è una questione che riguarda la coppia. Quanto sia disposto o meno a lavorare per questo legame è una problematica cui può dare risposta solamente lei.
      Per l’esperienza di abuso della sua partner, affrontarla è compito suo e sarà lei a dover maturare questa volontà. Da parte sua posso dirle che il suo atteggiamento mi pare giusto e sensato. Accogliere le sue richieste di appoggio, ribadendo e avendo chiaro che purtroppo il suo non è un ruolo professionale, ma sentimentale.

      1. E’ vero, dovrei valutare la nostra relazione indipendentemente dalla storia di abuso, ma io ho il timore che,invece, assecondando il suo isolamento, il suo silenzio e la sua mancata volontà di affrontare la questione, seppur dopo tanti anni, elaborando così il trauma con il supporto di un professionista, io possa passivamente contribuire al perpetuarsi delle sue angosce latenti, senza la ricerca di una solizione.
        Come lei stessa scrive nel suo articolo, tali eventi traumatici possono influire in qualche misura sullo sviluppo di capacità relazionali e sessuali e mi chiedo, vista l’età al momento dell’evento ed il numero di anni passati da allora, quanto un percorso specifico possa aiutare in tal senso.

        1. Author

          Gentile Stefano,
          lavorare su esperienze traumatiche non ha mai una scadenza di tempo e il numero di anni passati non incide sulla possibilità di elaborare e superare le maggiori difficoltà che queste hanno creato. La volontà di affrontarle invece è l’elemento che fa la differenza. Non dipende da lei, ma dalla persona interessata e, seppure possa sembrare frustrante, non vi è nulla che si possa fare per risolvere al posto di qualcun altro i propri disagi.

  3. Salve io sono massimo e vorrei raccontarle La mia esperienza per capire un po e soprattutto per liberarmi nell attesa della psicoterapia.
    Una breve anticipazione nasco nel 1982 e mio padre e gia malato di sclerosi e mia madre con disturbi mentali di un certo spessore..
    A 7 anni vengo Ovviamente prelevato dalla famiglia e portato in casafamiglia per bambini con situazioni famigliari disagiate. A 11 anni mi fanno conscere uns nuova famigkia Di cui la stessa estate di prova mi mandano da loro in prova
    Ricordo ancora una roulotte di un campeggio Io riposavo questo signore aveva all incirca 56 57 anni ricordo un dialogo mio di rabbia e disagio avevo interotto. Poi ricordo numerevoli regali e numerevoli rapporti durati anni …fino quasi i 16..per rapporti intendo rapporti estremi purtroppo…
    Da quel periodo soffro di paura ansia anche del buio e a volte se sale l ansia nella notte o anche paura del buio a 35 anni…
    All apparenza sono semvro forte invece nn lo sono affatto..oltre al fatto che in certo casi perdo il controllo di me stesso fortunatamente finisco col farmi male a me
    Concludo dicendole x anni mi sono sentito colpevole sporco sbagliato diverso..Quello che le chiedo come mai ancora mi autocolpevolizzo ..io ho sofferto molto. Davvero ma nn ho mai parlato x 20 anni …

    1. Author

      Gentile Massimo,
      come specificato a margine dell’articolo, il suo commento molto lungo è stato per motivi di spazio e contesto tagliato.
      Il problema del senso di colpa, ovvero di sentirsi parte attiva e coinvolta in un abuso, è l’elemento cruciale di ogni dinamica traumatica di questo tipo. Non avendo elementi “maturi” per giudicare quello che accade, il bambino tende a pensare di aver commesso qualcosa di sbagliato che ha portato l’adulto – visto come protettivo e degno di fiducia – ad assumere dei comportamenti lesivi. Da qui si genera il senso di colpa che lentamente plasmerà l’immagine che si ha di se stessi, viziandola. Sicuramente, se inizierà un percorso di terapia, potrà affrontare e lavorare su di esso, alleggerendosi.

  4. Gentile dottoressa,
    Non voglio far sapere il mio nome per paura che qualcuno possa scoprire chi sono….Ho 42 anni e vorrei farle una domanda.Credo di essere stato abusato all’età di 12/13 anni da un mio coetaneo. Era sadico.Richiedeva in continuazione e diceva che prima facevo a lui e poi faceva a me. Lui “sadico” si divertiva a nn mantenere le promesse. Ha messo in dubbio la mia virilità con frasi scoonnesse circa la maturità sessuale e la possibilità di avere figli. Gli adolescenti maturano in modo diverso ed in tempi diversi. Ho sempre avuto ansia da evitamento, depressione, ossessione compulsione. Fino ad un cero punto credevo di essere bisex.Poi ho creduto di essere gay. Sono stato seguito da diversi psichiatri e psicologhi anche con EMDR. Mi sento un bisex atipico (mi piacciono entrambi i sessi, ma nn vado mai a fondo né sessualmente ,né emotivamente), e nn so se anche ciò che mi sembrava nn fosse abuso perché da coetaneo abbia fatto fare confusione nella mia mente. Molte volte mi sento asessuato , ed ho paura di essere giudicato omosex .Cosa che mi irrita molto, divento scontroso, ecc..
    Grazie per la lettura , se le capiterà di farlo e buona giornata.

    1. Author

      Gentilissimo,
      mi pare che questa esperienza abbia ancora lasciato dentro di sè molta confusione. Certamente, al di là delle etichette che si possono dare o meno alle esperienze vissute, anche se tra coetanei, la sua esperienza è stata forte e non desiderata e questo è sufficiente per aver creato problemi nel corso del suo sviluppo. Il punto è sempre chiedersi se, indipendentemente da come ci si sia arrivati, si può comunque arrivare a vivere bene e serenamente il proprio stato e lavorare perchè accada questo.

  5. Buonasera mi chiamo Gabriele,ho 50 anni,ho subito degli abusi all’età di 9 anni fino ai 13 da due fratelli i quali a loro volta dopo anni ho saputo essere stati abusati dal padre.
    Ti parlo di quello che di più sadico possano fare due ragazzi di 18 e 19 anni circa.
    Dall’essere rinchiuso al buio legato, imbavagliato,picchiato,spaventato con maschere durante l’abuso……
    Potrei andare avanti a raccontarti quello che mi hanno fatto ma sarebbe troppo lungo.
    Da allora la mia vita è cambiata…..sono diventato cosi anch’io.
    E non c’è psicologo che riesca a sradicare quello che sono.

    1. Author

      Gentile Gabriele,
      nel suo commento, molto forte, ho sentito – giustamente – rabbia e rassegnazione per le circostanze terribili che a volte segnano e deviano in modo crudele le vite di una persona, come lo è stato per la sua. Ha ragione su un punto fondamentale. Non c’è psicologo che possa fare questo. Nessuno può, caro Gabriele, cambiare il corso delle cose per qualcun altro. Non possiamo indurre cambiamento se non è la persona a volerlo. Non abbiamo potere alcuno sulle persone in questo senso e troppo spesso diventiamo oggetto di biasimo perchè non “siamo riusciti a compiere un miracolo”, biasimo che diventa scudo per continuare a non cambiare. A volte certo commettiamo degli errori, come capita a qualsiasi professionista, ma questo è un altro punto. Possiamo accompagnare le persone, se hanno voglia e volontà di riscrivere le loro storie. E se questa volontà è presente, non esiste trauma che possa impedire che accada.

  6. Salve. Sono una ragazza di 29 anni e quasi sicuramente, mio padre ha abusato di me in età infantile. Io non ho in mente scene inerenti al sesso. Però l’ho sempre odiato. O meglio…quando ero bambina mi viziata terribilmente. Se litigato con mia sorella maggiore, anche nel caso in cui fossi io ad avere torto, lui prendeva sempre le mie difese. Mi diceva che ero la sua fidanzata.
    Fui etichettata come quella “strana”. Mia madre sin da bambina mi ha trattata come tale. Sono cresciuta con l’idea di essere strana. Diversa. Crescendo ho sempre avuto vergogna anche di farmi vedere in costume da mio padre, perfino in gonna. Vedevo in lui una certa malizia anche con un solo sguardo. Subito dopo pensavo fosse frutto della mia immaginazione. Da circa tre anni è come se stessi iniziando a ricordare. I miei dubbi son praticamente diventati certezze. Ho iniziato da qualche anni a soffrire di crisi di ansia e attacchi di panico. I miei gusti sessuali, sin da bambina, sono stati sempre molto confusi. Sono sempre stata molto malinconica. Sono spesso tanto arrabbiata e le mie storie finiscono sempre male, perché le vivo male. Malissimo. Sono andata a letto con troppi uomini. Non riesco a portare a termine praticamente nulla, sono diffidente e sono stata anche autolesionista. Penso quasi sempre al suicidio ma non ne trovo mai il coraggio. Ho raccontato molte cose a mia madre riguardo mio padre. Ma nonostante lei sappia, lo copre. Però pretende che io parli con lei, che mi confidi. Ma non serve a nulla. Quando lo faccio mi dice: “Perché non parlavi prima? Che cosa vuoi, non lo vedi che è malato? Se non ti conviene te ne vai!” Ed io mi sento terribilmente sola e incompresa. La prego di rispondermi dottoressa. Io non ce la faccio più. La mia vita è un inferno. Sono morta dentro.

    1. Author

      Gentile Roberta,
      comprendo la sua sofferenza, il senso di solitudine e i desideri di annullamento che questa sua storia porta con sè. Posso dirle poco, ma spero che sia comunque utile, se non che da adulta ha lei in mano le sorti della sua vita e può affrontare la sua vicenda, invece di soccombere ad essa. Può uscire da quella sensazione di inferno, è necessario volerlo e vedrà che se avrà la forza di chiedere un aiuto potrà provare a cambiare le cose.

  7. Buonasera a tutti volevo anch’io confidarmi con qualcuno perché non ne vengo a capo ! Ho 42 anni e ho subito abusi sessuali da parte del mio patrigno dall’età di 8 anni ai 12 fino alla scoperta di madre che era stata disastrosa perché mi sono presa i peggiori insulti premetto che sono cresciuta in situazioni di disaggi e trascuratezza affettive . Mia madre è morta da quasi 9 anni e abbiamo sempre avuto un rapporto di conflitti tra amore e odio perché io ho dovuto sempre aiutare lei e i miei fratelli ma la mia domanda adesso è: sono sposata da 21 anni , ho due figli bellissimi un marito stupendo ma io non sono felice , non riesco mai a vivere la mia vita sessuale sembra che io continui a subire abusi e tormenti da sempre e non sono riuscita neppure allattare mio figlio perché era un maschio che toccava una parte intima mia . Riuscirò prima o poi a stare bene o rimarrò in questa prigione per sempre perché mio marito sa ma non capisce perché ho tale repulsione per i rapporti e crede che non lo ami ! Grazie se risponderà alle mie domande . Ciao da Yvonne!

    1. Author

      Gentilissima Yvonne,
      certamente potrà stare bene, ma dipenderà da lei e dalla sua volontà. Provi a chiedere un aiuto e ad affrontare questo passato. Mi pare che abbia delle ottime risorse che le hanno permesso di non farsi schiacciare da questa esperienza, ma di vivere e costruirsi una sua realtà, una bella famiglia. Si prenda quindi ora del tempo solo per lei, per sistemare queste esperienze sospese e provare a lasciarle nel passato, dove è giusto che restino.

  8. Volevo solo riportare la mia testimonianza per gridare che i casi sono troppi e non se ne parla abbastanza.Ho subito gli abusi di mio nonno per troppi anni e nonostante qualcuno avesse percepito il problema è statao insabbiato tutto e mi sono trovata sola a gestire tanto dolore. Avrei potuto scegliere strade sbagliate e invece ho lottato con tutte le mie forze per essere una persona di esempio e di riferimento per gli altri ottenendo grandi soddisfazioni in termini di amici e amori.

    1. Author

      Gentile Anto,
      grazie per il suo bel commento. Mi dà l’opportunità di dire che le risorse e la forza di chi ha subito un trauma di questo tipo sono inimmaginabili e ho piacere di testimoniarlo nel mio lavoro di tutti i giorni. Un lavoro che non finisce mai di stupirmi e stupire chi ha un tale vissuto, poiché spesso queste possibilità restano ignote per tanto tempo e quando vengono alla luce è sempre la sorpresa più grande e importante.

  9. Buongiorno sono Elisa, quando ero piccola circa 5 o 6 anni sono stata oggetto di attenzioni da parte di mia cugina che aveva un anno in più di me è tutto molto confuso ma ricordo che mi toccava e guardava le parti intime io al epoca lo dissi anche ai mie genitori che naturalmente parlarono con mia zia , però non so come spiegarlo in me era scattato un qualcosa che successivamente mi ha portato ad essere complice con mia cugina anche se per me era stata una cosa non voluta .. poi al età di 18 anni ho conosciuto un ragazzo ci sono uscita una sera e lui mi ha diciamo rubato un bacio ed io non sono riuscita a dirgli che non lo volevo ero come bloccata il problema è che da li e scattato un meccanismo che mi ha portato a fare tutto quello che voleva lui senza mai riuscire a dire che in realtà non lo volevo. Io volevo sapere è possibile che sia stata una conseguenza di ciò che mi era successo da piccola ? Ed è possibile che lui non abbia mai capito che non lo volevo ? Come si fa a con capirlo ? E possibile che anche lui se ne sia approfittato? Io non ho mai provato piacere con lui ma solo dolore ma ero come bloccata e pensavo che ormai era troppo tardi per tornare indietro e lasciarlo. Questa storia diciamo malata è durata due anni poi per fortuna ho trovato l’uomo della mia vita che mi ha fatto capire cos’è l’amore perché non sapevo cos’era. Ora ho 30 anni ma ancora questo passato mi tortura sembra che più passi il tempo è più ci pensi …

    1. Author

      Gentile Elisa,
      certamente è possibile che una esperienza come la sua possa aver compromesso la serenità di uno sviluppo sessuale più naturale e meno traumatico. Soprattutto mi sembra molto importante il fatto che si stia ponendo dei dubbi in merito e che questo possa essere sfruttato per riflettere sul suo passato e far sì che questo non la tormenti più, intossicando il suo presente.

      1. Grazie della risposta, ne ho parlato con mia mamma e solo il fatto di averlo detto a qualcuno in automatico mi ha tolto un peso che mi portavo dentro ..non credo che mia mamma abbia capito bene quello che le dicevo ma a me è bastato per sentirmi meglio ..ha ragione non devo intossicare il presente .Grazie per il lavoro che fa.

        1. Author

          Ringrazio lei Elisa per il suo commento.
          Sapere che anche solo poche parole possono essere di aiuto e incoraggiamento ad affrontare questi traumi terribili, è il riscontro migliore.

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