Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

C'era una volta un bambino: L'adulto vittima di abuso sessuale nell'infanzia
Una lettura facile per meglio comprendere cosa accade all’adulto che è stato vittima di abuso sessuale nell’infanzia.

Quando si parla di “abuso sessuale infantile” ognuno di noi ha in mente una definizione precisa, dettata il più delle volte da esperienze indirette. Purtroppo in alcuni casi l’abuso sessuale entra direttamente nella vita di un individuo, impattando violentemente sul suo normale corso, lasciando dietro di sé delle ferite psicologiche che variano per gravità a seconda del tipo di abuso subito, l’età e la capacità di autocura di cui ogni mente umana dispone.

Partiamo da una definizione generale: intendiamo per abuso sessuale infantile qualsiasi attività che implica il coinvolgimento in attività sessuali di un minore da parte di un adulto.

Da notare bene, quando ci riferiamo ad attività sessuale, non parliamo necessariamente di un rapporto fisico diretto, ma di tutto ciò che ha a che vedere con la sfera della sessualità, se una delle due parti rifiuta o non è nella posizione di comprendere (o comprendere con un senso di maturità piena in caso di adolescenti) ciò che sta accadendo. Ad esempio, oltre alla violenza sessuale che implica una penetrazione, la costrizione al toccare o baciare; la visione non desiderata di nudità o atti sessuali del singolo adulto, di una coppia o più individui; riferimenti sessuali e argomentazioni oscene.

L’abuso sessuale infantile ha solitamente e comprensibilmente un elevato livello di gravità e rischio per la salute mentale di un individuo e la sua crescita. Una persona che è stata abusata in età infantile porta nel decorso evolutivo della sua mente le tracce di un evento traumatico che solitamente ne devia il normale sviluppo.

Possiamo dire in linea generale che il livello di gravità segue tre dimensioni fondamentali:

  • il tipo di abuso subito e la sua durata – ovvero, se si è trattato di veri e propri rapporti fisici, toccamenti o esposizioni visive o racconti e provocazioni e quanto a lungo;
  • l’età e le risorse individuali del bambino – ovvero, in quale fase dello sviluppo il trauma lascerà traccia e di quali risorse dispone;
  • l’identità dell’abusatore – più la parentela è prossima alla vittima, peggiori saranno le conseguenze del trauma subito.

Per intenderci, potremmo dire che un abuso sessuale subito da parte di un genitore ad un bambino in età pre-puberale (8-11 anni circa) che si protrae nel tempo, con un coinvolgimento fisico totale, con ogni probabilità si rivelerà un’esperienza tra le più distruttive per la salute psichica.

Naturalmente essendo queste tre dimensioni molto variabili, fare previsioni nei singoli casi è molto complesso e, proprio per le capacità e risorse individuali, situazioni che potrebbero far pensare a conseguenze peggiori potrebbero rivelarsi meno gravi di altre da cui ci si aspetterebbe al contrario quadri meno compromessi.

A fronte di ciò ricordiamo che trattandosi di abuso sessuale infantile, stiamo facendo distinzioni all’interno di una situazione che presenta comunque, in qualsiasi forma avvenga, una potenzialità traumatica di livello elevatissimo, che si parli di un episodio con coinvolgimento minimo, ad uno massimo.

Le conseguenze psicologiche di un abuso sessuale possono toccare differenti aree: l’autostima, lo sviluppo della sessualità, le capacità relazionali.

Solitamente un bambino reagisce all’abuso innescando meccanismi di difesa basici, quali rimozione e dissociazione – la mente cerca in questo modo di sganciarsi dal ricordo traumatico insostenibile creando una barriera tra ciò che è accaduto e le implicazioni emotive o cancellando letteralmente l’episodio dalla memoria. E’ stato rilevato come il minore affronti una situazione molto simile a quella degli adulti che, dopo aver subito un trauma, sviluppano un disturbo post-traumatico da stress.
Il senso di colpa si riversa su di sé ed è tanto più intenso, quanto l’ambiente circostante ignora o copre l’episodio, e di contro, si sviluppa un profondo senso di sfiducia e paura nei confronti degli altri.

Un adulto che è stato abusato deve scontrarsi con queste credenze sviluppate e consolidate dal bambino che era un tempo. Tenderà a seconda dei casi, ad essere altamente aggressivo, ad incolparsi ferocemente, avrà una bassa autostima, tenderà a deprimersi o ad oscillare molto tra stati emotivi. È prevedibile che abbia difficoltà a regolare gli impulsi e problematiche ad inquadrare e sviluppare una corretta identità sessuale ed una vita sessuale soddisfacente.

Tra le patologie che possibilmente si sviluppano troviamo il disturbo borderline di personalità, la depressione, disturbi alimentari e dipendenze, proprio in conseguenza all’incapacità di regolarsi e al costante bisogno di “tenere il controllo” su una situazione che si percepisce in pericolo costante.

Ad oggi la psicoterapia è uno strumento di elezione per trattare e curare storie e conseguenze degli abusi. Ovviamente, parlando di età adulta, si dovranno affrontare gli effetti di schemi disfunzionali consolidati nel tempo. Si può dire che il trauma dell’abuso innesca una serie di meccanismi di difesa estremi della mente che portano purtroppo, seppure con lo scopo di proteggere la persona da un crollo, alla formazione di sistemi difettosi e patologie che probabilmente non sarebbero comparsi altrimenti.

In quest’ottica, abbiamo personalmente usato l’esperienza nata da un lavoro costante sul campo in questo ambito per sviluppare un metodo mirato, la cui filosofia di base è mantenere al centro la narrazione della persona, integrando tecniche e conoscenze in campo psicotraumatologico sempre più innovative: l’Emdr; la Psicoterapia Sensomotoria; la terapia dell’Esposizione Narrativa, ne sono alcuni esempi.

Tutto ciò all’interno del percorso di psicoterapia, per fornire a chi ne fa richiesta un’esperienza che garantisca una totale e complessa strategia di intervento il più possibile risolutiva, nel rispetto della natura articolata del trauma, la cui cura non può ridursi alla sola rimozione dei sintomi da esso generati (per saperne di più, vedi: Alicanto – Centro Cura del Trauma Psicologico).

Se volete approfondire il tema in modo dettagliato e avere risposte più complete potete acquistare il libro in versione cartacea oppure ebook (gratis con abbonamento KindleUnlimited) cliccando sul titolo: C’era una volta un bambino: L’adulto vittima di abuso sessuale nell’infanzia

NB. Vorrei estendere un ringraziamento particolare a tutti coloro che con coraggio stanno commentando l’articolo, facendo domande o semplicemente condividendo il dolore e il disagio delle loro esperienze di abuso vissute in età infantile.
[E’ possibile che parti dei commenti con contenuti marcatamente espliciti vengano tagliati per il contesto nel quale sono pubblicati.]

Vorrei altresì specificare che purtroppo NON E’ POSSIBILE FARE CONSULENZE VIA EMAIL O TELEFONICHE.

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1.081 commenti

  1. ciao, sono una ragazza di 17 anni. scrivo qui perché non so effettivamente se ho subito un tipo di abuso, ma mi sono posta questa domanda dopo aver sognato di essere violentata da mio padre, nella vecchia casa in cui vivevo da piccola. questo sogno l’ho fatto qualche giorno fa, nel periodo in cui avevo un rapporto un po’ brutto con mio padre, litigavamo sempre quei giorni, e quella notte sognai uno stupro, da parte sua, con vera e propria penetrazione. la mattina appena svegliata ero ovviamente scioccata, tanto che ho cercato su internet possibili spiegazioni al significato del sogno. l’incubo è iniziato quando ho letto che potrebbero essere dei ricordi che ho vissuto, magari rimasti nell’inconscio. sofffo d’ansia fin da piccolissima, gravi problemi di autostima, mi fido delle persone e ho tanti amici ma sto ancora cercando di capire il mio orientamento sessuale. io ricordo che nella mia infanzia avevo un bel rapporto con mio padre, eppure quel sogno cosa voleva dire? non capisco se ho subito davvero un abuso… oppure ho solo la “paura di poter essere stata abusata”, il che spiegherebbe i miei problemi psicologici. premetto che ho diversi pensieri ossessivi, per esempio una grave ipocondria, mi convinco di cose anche se magari non sono vere. grazie per l’attenzione…

    1. Author

      Gentile Valentina,
      per cominciare posso dirle con certezza che la sua ansia e insicurezza meriterebbero un approfondimento a prescindere da cosa possa o meno essere accaduto. L’origine di questi problemi non è necessariamente data da un evento così traumatico. Non posso certamente dirle io se ha subito un abuso, soprattutto se si tratta di un sogno – che come tale può essere uno specchio per moltissimi diversi significati. Non si sognano memorie, ma eventualmente frammenti di esse si insinuano e vengono utilizzate dalla mente per esprimere emozioni e problematiche che si stanno vivendo nel momento. Spesso si sognano contenuti erotici o violenti nei confronti dei genitori e ciò non è esclusivamente indice di un fatto realmente accaduto, ma di emozioni che tentano di esprimersi mentre si dorme. Importante è sempre affidarsi ad un professionista per placare le proprie paure e non alimentarle leggendo informazioni che a volte possono confondere anziché aiutare.

  2. Salve ho 52 anni, da poco la figlia di mia moglie mi incolpa di averla molestata quando aveva 12 anni( oggi ne ha 30) raccontando di 4 episodi. Queste sue dichiarazioni sono cambiate piu volte in base a chi le raccontava e per 20 anni con me a sempre avuto un buon rapporto. Io non riesco a ricordare i fatti che lei sta denunciando essendo convinto di non avere mai avuto tali comportamenti, pero’ mi chiedo se sono io che ho rimosso in quanto questa verita’ mi distruggerebbe perche non potrei mai accettare di avere commesso tali gesti, o se lei crede di avere subito queste cose da me. Grazie

    1. Author

      Gentile Sabino,
      certamente non posso dirle io se ha rimosso o meno gli abusi che la figlia di sua moglie dice di aver subito da lei. Posso dirle, se può esserle di aiuto, che una memoria traumatica per chi la subisce, soprattutto in età infantile, può attivare delle meccaniche dissociative che portano alla perdita parziale o alterazione dei ricordi. Nel caso di chi agisce invece l’abuso, ovvero di un adulto, l’eventualità che si rimuovano i ricordi è decisamente molto più improbabile.

  3. Salve sono Zeybel ho 35 anni e leggendo il vostro articolo e i commenti non ho smesso di piangere …mi rotrovo nel 100 % delle conseguenze da adulti dopo ina violenza sessuale da piccoli.. solo che non sono sicura dei miei ricordi ho paura dellaia mente o di creare un problema per colpa di un ricordo non veridico… non riesco ad avere un rapporto mormale con mio marito e questo ci sta allontanando , soffro di bulimia poca autostima , sbalzi d’umore mon riesco a fare l’amore mon capico cosa devo fare ed è molto frustrante …aiutatemi cosa posso fare è un peso molto grande per me .. grazie

    1. Author

      Gentile Zeybel,
      spesso ci si sofferma sui ricordi per darsi una risposta e una motivazione a quello che ci succede, al nostro dolore, sperando magari che si possa poi magicamente trovare pace. Siamo esseri viventi volti alla necessità di comprendere, mettere in ordine, spiegarsi, razionalizzare, ma per la maggior parte del tempo ciò che ci muove sono le emozioni, soprattutto quelle che ci mettono in stato di allarme, apprese in passato. La domanda per iniziare deve sempre essere quella di chiedersi come ci si sente, indipendentemente dal perchè. I suoi sintomi ci indicano che sta vivendo male e con molti problemi la sua esistenza, che è certamente sofferente. Parta da lì, certamente è necessario indagare il perchè, ma non prima che si riconosca il dolore e che abbia voglia di affrontarlo. Ovunque porti.

  4. Salve dottoressa,
    scrivo in anonimo per paura che qualcuno mi possa riconoscere, premetto che ho 22 anni e sono una ragazza. Allora le racconto di piccoli episodi successi nel mio passato, non mi ricordo l’età precisa, ma considerando che dormivo ancora nel seggiolone.. ero abbastanza piccola. I miei genitori hanno ospitato un mio cugino che all’epoca aveva sui 25 anni, spesso la sera quando i miei erano nel salotto veniva in camera, mi ricordo l’odore di alcool proveniente dalla sua bocca, che tutt’ora quando sento mi viene davvero il vomito, perchè associo quell’odore a quell episodio, nonostante siano passati 15 anni, io ancora mi ricordo ogni signola volta e solo a pensarci mi viene ribrezzo. Non capisco come i miei genitori non si siano accorti di nulla. Lo odiavo con tutta me stessa, avevo paura, pensi che quando se n’é andato, ogni tanto chiamava i miei genitori per sapere come stavano e io non volevo mai parlarci e i miei genitori mi sgridavano anche perchè pensavano che fossi maleducata nei suoi confronti. Ora mi incolpo per non aver mai detto niente a nessuno, e mi incolpo per non aver mai urlato o non essermi mai difesa. Ho vissuto gli anni della mia adolescenza non pensandoci molto, sembrava quasi avessi eliminato quei ricordi dalla mente, ma al giorno d’oggi mi sono resa conto che non e’ così.Ultimamente quei quei brutti ricordi si avventano facendomi ricordare addirittura le immagini di quegli episodi e sono persistenti, per quanto io cerchi di andare avanti, non ci riesco. L’idea di affrontare una cura mi terrorizza. Spero che lei mi riesca a consigliare la scelta piu opportuna. La ringrazio anticipatamente.

    1. Author

      Gentilissima,
      posso comprendere il terrore che genera il pensiero di affrontare quei ricordi di abuso. La maggior parte delle volte la mente cerca semplicemente di continuare a dissociare, negare l’accaduto per proteggersi dal pensieri di rivivere un ricordo così distruttivo. Il risultato però è che i problemi generati dall’abuso, come la colpa e i danni all’autostima – solo per citarne i più evidenti – si riversano nella sua vita attuale impedendone di goderne come meriterebbe. Le posso consigliare di riflettere e di prendere coraggio, la paura può dominarla e bloccarla molto a lungo, oppure può provare a metterla accanto e con coraggio tornare indietro per potersi lasciare finalmente il passato alle spalle. Non è un percorso semplice, ma è molto meno doloroso di quanto ora la paura glielo fa percepire.

  5. Gentile dottoressa,
    avevo 3/4 anni, ho solo un ricordo con mia cugina di 11, ma non so se l’accaduto si è ripetuto piú volte. A me la cosa divertiva, mi sembrava un gioco. Ma poi,durante un pranzo in famiglia feci menzione all’accaduto e lei mi diede un calcio sotto al tavolo. Lí mi sono resa conto che era una cosa della quale non si poteva parlare. Si può dire che fu abuso?
    Quando ho una relazione stabile, il sesso per me perde importanza, non ho mai voglia, molte volte lo percepisco come un obbligo e durante l’atto mi viene da piangere. Possono i due fatti essere collegati? Sono ossessionata dal fatto che l’esperienza con mia cugina abbia condizionato la mia sessualità.

    1. Author

      Gentile Stella,
      qualsiasi esperienza di natura sessuale o erotica coinvolga un bambino inconsapevole da parte di un adulto consapevole è definibile abuso. Nelle situazioni limite, come l’episodio che descrive con sua cugina, in cui un abuso si attua tra pari o da minori più grandi, va comunque tenuto presente che si tratta di un’azione comunque abusante, anche se non manca l’aggravante della maturità consapevole di quello che si sta facendo. Più spesso sono sperimentazioni ingenue che mancano appunto della comprensione dell’atto lesivo che si sta commettendo, ma l’azione in sè per chi subisce è comunque potenzialmente dannosa. Quello su cui mi soffermerei sono le problematiche che oggi vive, che siano o meno legate strettamente a questo episodio è da verificare in sede opportuna, ma certamente sono indice di una sofferenza che andrebbe indagata.

  6. Sono un uomo di 35 anni, sposato con una figlia di 5, ho da poco tempo rivelato a mia moglie, in un momento di cedimento, che subii abusi sessuali ripetutii da parte di uno zio quando avevo 8 anni. Per anni ho creduto che sarei diventato a mia volta pedofilo ma la mia psiche ha reagito diversamente: cerco persone molto più grandi di me che mi facciano rivivere quei momenti con mio zio. Questa cosa mi logora, mi distrugge lentamente da dentro e accresce i sintomi del disturbo bipolare con cui combatto da anni, oltre ad espormi a eventuali malattie sessualmente trasmissibili. la mia paura più grande è che prima o poi possa arrivare ad essere attratto da bambini anche se sinceramente lo dubito fortemente. Mi affiderò alla psicoterapia.

    Grazie per l’articolo. Davvero una buona lettura.

    1. Author

      Gentile Marco,
      la ringrazio per la sua testimonianza. Mi dà l’opportunità di specificare un aspetto cui tengo molto, circa le false credenze in merito ad adulti abusati nell’infanzia. Troppo spesso, infatti, si ritiene che chi abbia subito abusi diventi in età adulta un abusante. Questo non è corretto. Certamente vi è la possibilità che, avendo subito abusi, si tenda a sviluppare un comportamento simile, ma la casistica è minima rispetto a chi invece non mostrerà affatto tale comportamento. Più frequente invece, come lei stesso scrive, è il timore che ciò possa accadere, da parte di chi è stato vittima di abusi. Questo è dipeso proprio da questa logica culturale diffusa, che quindi preoccupa le vittime di abusi – come se si fosse inesorabilmente legati a questo destino. Spero possa affidarsi ad un percorso di psicoterapia che le dia un aiuto valido.

  7. Buonasera, ho 32 anni e da 5 anni sto facendo un percorso di psicoterapia analitica. Sono arrivata alla terapia per motivi del tutto confusi, mi sentivo sempre insoddisfatta della mia vita, incapace di scegliere e di consapevolezza. Un sali e scendi di momenti di solitudine, amicizia, distacco, partenze, insoddisfazione, lamentela..
    Non ho mai avuto in orgasmo, e non provo attrazione sessuale pur essendo sposata. Riesco ad avere rapporti sessuali e a provare un lieve piacere, ma mai più di questo anche con altri partner precedenti.
    Con la mia terapeuta, grazie ad un grande lavoro sulla mia famiglia, ho elaborato delle rabbie passate con i miei genitori e nel tempo ho scoperto che mio nonno era pedofilo. Non ho nessun ricordo di un abuso, ma i miei genitori mi hanno sempre nascosto la malattia di mio nonno. Ho vissuto in casa con i miei genitori ed i miei nonni per i miei primi 13 anni di vita.
    Ora che ho avuto questa consapevolezza su mio nonno, mi sforzo di ricordare se c’è stato un abuso da parte sua senza però nessun risultato.
    Eppure, ho molti dei sintomi di chi è stato abusato: difficoltà ad avere rapporti sessuali, manie di controllo, senso di difesa all’eccitazione di mio marito, insicurezza, bassa/nulla autostima, diversi episodi di depressione (ho preso per due anni entact).
    È possibile non ricordare? Quanto aiuta o è controproducente accanirsi? Se non ricordo nulla al riguardo, potrò mai superare questa condizione apatica?
    Grazie.

    1. Author

      Gentile Lucia,
      il fatto che, purtroppo, in famiglia si scopra la presenza di un abusante, crea naturalmente dubbi e scompensi. Pur essendo il suo timore legittimo, e che nulla, se si tratta della mente, si può escludere con certezza, i sintomi che descrive possono essere la conseguenza di diversi disagi sperimentati nel corso dello sviluppo, non necessariamente di un abuso. Le suggerisco di lavorare sulle sue problematiche, anzichè sulla ricerca di memorie al momento assenti, perchè il sintomo è l’indizio che serve per rintracciare la causa e nel suo caso ci indica con certezza che ci sono dei nodi da sciogliere. La sua condizione “apatica” può essere trattata, sposti l’attenzione su di essa.

  8. Vorrei sapere se nel mio caso si può parlare di abuso. Mi aiuterebbe molto a capire.
    Ho 38 anni. Credo di appartenere ad una famiglia più o meno normale. Forse i miei genitori quando ero piccolo erano immaturi e impreparati e non mi sento di essere troppo severo con loro.Intorno ai cinque/sei anni capitava che mia madre incoraggiasse le mie prime pulsioni sessuali. In particolare lei lasciava che io iniziassi a strofinarmi provando una sorta di piacere. Ricordo nitidamente che anziché scoraggiare questo comportamento, o spiegarmi che fosse sbagliato, mia madre ironizzasse divertita sulle mie pulsioni.Tutto questo accadeva spesso davanti a mia sorella che é più grande di me di sette anni e ricordo come lei fosse disturbata da tutto questo, dando la colpa a me per quanto accadeva.
    Un altro episodio riguarda mio padre al mare. Per scherzare, quando avevo dieci anni, mi sfilò il costume mentre ero in acqua, nella spiaggia in cui mi incontravo con i miei amichetti, e invece di restituirmelo inizio a prendermi in giro ad alta voce sul fatto che stessi sviluppando una prima peluria. Solo l’intervento di mia madre lo convinse a restituirmi il costume quando ero ormai in lacrime.
    Questi episodi possono costituire un abuso? Come debbo collocarli nella mia memoria e che impatto hanno potuto avere nella mia evoluzione visto che ancora oggi, quando mi vengono in mente, nei momenti più disparati, provocano in me una profonda sofferenza e rabbia.
    Ancora oggi mi impegno per avere un buon rapporto con i miei ma basta poco per farmi scattare arrabbiato nei loro confronti ed anche questo per me é una sofferenza.

    1. Author

      Gentile Salvo,
      prima di tutto la invito a leggere, se non lo ha già fatto, questo altro articolo: Abuso sessuale femminile sui minori: Quando ad abusare è una donna. Potrebbe avere qualche chiarimento in più in merito ai suoi dubbi su ciò che le è capitato.
      Per valutare l’impatto che questi episodi hanno avuto sulla sua vita, sarebbe utile approfondire in sede adeguata e la invito a rivolgersi ad un professionista. Questo perchè lei riferisce delle reazioni emotive di sofferenza e rabbia al richiamare alla memoria tali episodi, che quindi vanno assolutamente elaborati.

  9. Salve io ho subito dalla mia zia cioè sorella di mia madre non delle proprie violenze ma abusi sessuali, ho dei problemi che arrivato a questa età non posso nascondere. Ora chiedevo se può derivare da questa situazione passata, avevo hanni 6 a 8 e forse più posso avere una risposta grazie.

    1. Author

      Gentile Giuseppe,
      non conosco la sua storia e non mi è possibile darle una risposta in questa sede che sia puntuale sul suo caso specifico. In linea generale posso dirle che il trauma dell’abuso certamente può essere implicato nello sviluppo di problematiche in età adulta e che questo coinvolgimento, per la sua natura dissociativa, tende a venire negato. Se le è possibile, chieda aiuto ad un professionista che possa darle una indicazione più specifica, valutando la sua situazione in particolare.

  10. Salve io sospetto che mia nonna abbia abusato sessualmente di mia madre, anzi in verità ne sono convinta ma non credo che a mia madre dispiaccia la cosa, mi spiego meglio, mia madre a mio parere e mio padre sono entrambi schizofrenici latenti, si esprimono in modo contraddittorio, segretamente mia madre crede a molte cose surreali ma ne ha vergogna, spesso raccontava di aver visto gli alieni, in ogni caso i miei genitori hanno disturbi psichici molto pesanti ma sono pienamente inseriti in società per questo è latente, loro cercano di far ammalare me per poter scaricare la latenza, cmq sia hanno sempre avuto segreti con noi due figlie, ecco un giorno ho scoperto che la tesi di mia madre all’università era sugli abusi in famiglia, ci pensai e mi fece capire che lei ne aveva subiti molti, sapendo che mia nonna con una personalità forte doc è una persona molto violenta e incline alle crisi, che mi ha obbligato sempre con la forza a mangiare, e che mi controllava tutto il giorno ripetendo le stesse frasi, bene questo pensiero mi è tornato in mente nell’ultimo periodo in quanto mia nonna continuamente mi fa dei complimenti fisici ma ossessivi, un giorno con una scusa mi ha toccato il petto…mi sono sentita davvero violentata, si capiva che era un gesto sessuale, inoltre quando litigo con mia madre lei dice che ha fatto, per caso ti ha toccato? e mia madre dice no non l’ho toccata come fosse una cosa tra loro normale, mia nonna inoltre spesso mi dice vieni a dormire nel mio letto…tutto questo per me è fonte di crisi di panico perchè non reggo. Bene alla fine assisto alla scena più orrida del mondo, mia madre che pulisce mia nonna dopo essere andata in bagno davanti a me, quando mia nonna si pulisce benissimo da sola sempre. E possibile un abuso?

    1. Author

      Gentile Angela,
      non mi è possibile dirle in questa sede, senza conoscere la sua storia in una condizione idonea, se possiamo parlare o meno di condotte abusanti. Certamente lei ha vissuto in un ambiente molto peculiare, che sembrerebbe adottare condotte non funzionali e quindi possibilmente generare delle condizioni traumatiche per la mente. La inviterei a porre queste domande e a fare una riflessione attenta sulla sua complessa storia con un professionista. Sicuramente si può lavorare sul suo vissuto e aiutarla a comprendere meglio quanto le sia accaduto.

      1. Buongiorno, sono Denise e ho 30 anni.
        Da 3 anni convivo con il costante sospetto di aver subito abusi in età infantile e di averli rimossi.
        Provengo da una situazione familiare complessa : mio padre (a sua volta abusato da piccolo) era un uomo violento, la figura di mia madre l’ho vista a tratti come succube dell’influenza e degli atteggiamenti del marito.. Ho cambiato un po la percezione di lei dopo un anno di psicoterapia che mi ha aiutato ad identificare meglio queste due figure,entrambe (in momenti distanziati ma prolungati) dipendenti dall’alcol.
        3 anni fa mia madre mi ha confessato di aver subito abusi da parte di un cugino in età adolescenziale e successivamente, di aver sempre considerato l’atto sessuale in sé come ripugnante… Ebbene, in famiglia siamo 6 figli (senza considerare le 3 gravidanze che non è riuscita a portare a termine). …
        Nel momento in cui mi ha detto degli abusi che ha subito mi ha rivelato che spesso aveva il dubbio che anche mio padre a abusasse sessualmente di noi (me e mia sorella maggiore di me di 4 anni).
        Da quel momento vivo in un vortice, non c’è giorno in cui io non ci pensi.
        Spesso ho dei flashback della mia infanzia (della quale ho pochi ricordi, per lo più legati alla rabbia e alla paura) che non riesco a collocare nel tempo e che ricollego ad un possibile abuso.
        Cerco di negare con tutta la mia mente che questo possa essersi anche lontanamente verificato, ma sento male al cuore.
        Ho paura di rivolgermi ad un professionista perché ho paura di sapere e ho paura di come potrei reagire. D’altra parte i miei attacchi di panico sono sempre più frequenti e difficili da controllare, quindi penso di dover fare qualcosa.
        Lei crede che uno psicologo sia in grado di dire con certezza se ho subito degli abusi nonostante io non abbia ricordi?
        Grazie per avermi letta

        1. Author

          Gentile Denise,
          non è possibile parlare di certezze quando si ha a che fare con ricordi traumatici rimossi, anche se è possibile individuarne l’eventuale presenza da altri indicatori. Un ricordo può essere rimosso, ovvero non lo si riesce a richiamare alla mente, ma l’esperienza ad esso legata può agire in molti modi diversi. A volte l’insinuare una eventualità di un abuso può da sola muovere paure e alterare le percezioni. Ribadisco sempre che la paura è un sistema di allarme che cerca di proteggerci da un pericolo, ma è un sistema che fallisce perchè blocca l’elaborazione necessaria per superare il terrore generato. La sua storia è molto complessa e da sola ha degli elementi che meritano un approfondimento. Si concentri su una riflessione della sua sofferenza, senza inizialmente cercare ricordi a tutti i costi che ne spieghino i motivi e sfidi il sistema della paura, non lasci che la paralizzi.

    2. Buonasera,
      Le scrivo perché non so davvero cosa fare. Sono una ragazza di 16 anni e per tre anni ho subito abusi da parte di un mio famigliare. L’anno scorso sono riuscita a parlarne con una persona della mia famiglia, la quale prima incolpò me per non aver raccontato il tutto subito, poi litigò con questa persona per una settimana circa (dico persona perché faccio fatica ad utilizzare i termini che si dovrebbero usare). Alla fine la persona con cui ne ho parlato mi ha chiesto cosa volessi fare e io, per paura di rovinare tutta la famiglia, dissi che ero pronta a perdonare. Così fecero tutti pace. Il punto è che dopo ciò mi è successo che la persona mi avesse toccata (tipo toccare il sedere, perdoni i termini ma non so come dirlo) e cose così. Ora, a distanza di un anno, mi sto rendendo conto di quanto sia difficile per me vivere con sta persona sotto lo stesso tetto. Passo delle serate intere a piangere. D’altra parte, però, ho paura di rovinare la famiglia e le vite dei suoi componenti. Cosa posso/devo fare?
      Grazie e scusi il disturbo.

      1. Author

        Gentilissima,
        purtroppo quando l’abuso avviene all’interno di una cerchia familiare, spesso la tendenza degli adulti è quella di non affrontare l’accaduto per timore di esporre tutto il nucleo familiare e le conseguenze che ne derivano. Nel suo caso, essendo molto giovane, consiglio sempre di provare a chiedere aiuto ad un professionista, magari dicendo in famiglia di avere delle ansie o stress in generale e così avere il giusto supporto per capire come fare ad affrontare la situazione. Oppure chiedere aiuto sul da farsi ad una persona esterna fidata, se c’è (un insegnante, un amico, un parente più esterno). Comprendo che vivere accanto alla persona che ha abusato di lei sia un dramma, ma provi a cercare un sostegno che possa darle forza.

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