Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

C'era una volta un bambino: L'adulto vittima di abuso sessuale nell'infanzia
Una lettura facile per meglio comprendere cosa accade all’adulto che è stato vittima di abuso sessuale nell’infanzia.

Quando si parla di “abuso sessuale infantile” ognuno di noi ha in mente una definizione precisa, dettata il più delle volte da esperienze indirette. Purtroppo in alcuni casi l’abuso sessuale entra direttamente nella vita di un individuo, impattando violentemente sul suo normale corso, lasciando dietro di sé delle ferite psicologiche che variano per gravità a seconda del tipo di abuso subito, l’età e la capacità di autocura di cui ogni mente umana dispone.

Partiamo da una definizione generale: intendiamo per abuso sessuale infantile qualsiasi attività che implica il coinvolgimento in attività sessuali di un minore da parte di un adulto.

Da notare bene, quando ci riferiamo ad attività sessuale, non parliamo necessariamente di un rapporto fisico diretto, ma di tutto ciò che ha a che vedere con la sfera della sessualità, se una delle due parti rifiuta o non è nella posizione di comprendere (o comprendere con un senso di maturità piena in caso di adolescenti) ciò che sta accadendo. Ad esempio, oltre alla violenza sessuale che implica una penetrazione, la costrizione al toccare o baciare; la visione non desiderata di nudità o atti sessuali del singolo adulto, di una coppia o più individui; riferimenti sessuali e argomentazioni oscene.

L’abuso sessuale infantile ha solitamente e comprensibilmente un elevato livello di gravità e rischio per la salute mentale di un individuo e la sua crescita. Una persona che è stata abusata in età infantile porta nel decorso evolutivo della sua mente le tracce di un evento traumatico che solitamente ne devia il normale sviluppo.

Possiamo dire in linea generale che il livello di gravità segue tre dimensioni fondamentali:

  • il tipo di abuso subito e la sua durata – ovvero, se si è trattato di veri e propri rapporti fisici, toccamenti o esposizioni visive o racconti e provocazioni e quanto a lungo;
  • l’età e le risorse individuali del bambino – ovvero, in quale fase dello sviluppo il trauma lascerà traccia e di quali risorse dispone;
  • l’identità dell’abusatore – più la parentela è prossima alla vittima, peggiori saranno le conseguenze del trauma subito.

Per intenderci, potremmo dire che un abuso sessuale subito da parte di un genitore ad un bambino in età pre-puberale (8-11 anni circa) che si protrae nel tempo, con un coinvolgimento fisico totale, con ogni probabilità si rivelerà un’esperienza tra le più distruttive per la salute psichica.

Naturalmente essendo queste tre dimensioni molto variabili, fare previsioni nei singoli casi è molto complesso e, proprio per le capacità e risorse individuali, situazioni che potrebbero far pensare a conseguenze peggiori potrebbero rivelarsi meno gravi di altre da cui ci si aspetterebbe al contrario quadri meno compromessi.

A fronte di ciò ricordiamo che trattandosi di abuso sessuale infantile, stiamo facendo distinzioni all’interno di una situazione che presenta comunque, in qualsiasi forma avvenga, una potenzialità traumatica di livello elevatissimo, che si parli di un episodio con coinvolgimento minimo, ad uno massimo.

Le conseguenze psicologiche di un abuso sessuale possono toccare differenti aree: l’autostima, lo sviluppo della sessualità, le capacità relazionali.

Solitamente un bambino reagisce all’abuso innescando meccanismi di difesa basici, quali rimozione e dissociazione – la mente cerca in questo modo di sganciarsi dal ricordo traumatico insostenibile creando una barriera tra ciò che è accaduto e le implicazioni emotive o cancellando letteralmente l’episodio dalla memoria. E’ stato rilevato come il minore affronti una situazione molto simile a quella degli adulti che, dopo aver subito un trauma, sviluppano un disturbo post-traumatico da stress.
Il senso di colpa si riversa su di sé ed è tanto più intenso, quanto l’ambiente circostante ignora o copre l’episodio, e di contro, si sviluppa un profondo senso di sfiducia e paura nei confronti degli altri.

Un adulto che è stato abusato deve scontrarsi con queste credenze sviluppate e consolidate dal bambino che era un tempo. Tenderà a seconda dei casi, ad essere altamente aggressivo, ad incolparsi ferocemente, avrà una bassa autostima, tenderà a deprimersi o ad oscillare molto tra stati emotivi. È prevedibile che abbia difficoltà a regolare gli impulsi e problematiche ad inquadrare e sviluppare una corretta identità sessuale ed una vita sessuale soddisfacente.

Tra le patologie che possibilmente si sviluppano troviamo il disturbo borderline di personalità, la depressione, disturbi alimentari e dipendenze, proprio in conseguenza all’incapacità di regolarsi e al costante bisogno di “tenere il controllo” su una situazione che si percepisce in pericolo costante.

Ad oggi la psicoterapia è uno strumento di elezione per trattare e curare storie e conseguenze degli abusi. Ovviamente, parlando di età adulta, si dovranno affrontare gli effetti di schemi disfunzionali consolidati nel tempo. Si può dire che il trauma dell’abuso innesca una serie di meccanismi di difesa estremi della mente che portano purtroppo, seppure con lo scopo di proteggere la persona da un crollo, alla formazione di sistemi difettosi e patologie che probabilmente non sarebbero comparsi altrimenti.

In quest’ottica, abbiamo personalmente usato l’esperienza nata da un lavoro costante sul campo in questo ambito per sviluppare un metodo mirato, la cui filosofia di base è mantenere al centro la narrazione della persona, integrando tecniche e conoscenze in campo psicotraumatologico sempre più innovative: l’Emdr; la Psicoterapia Sensomotoria; la terapia dell’Esposizione Narrativa, ne sono alcuni esempi.

Tutto ciò all’interno del percorso di psicoterapia, per fornire a chi ne fa richiesta un’esperienza che garantisca una totale e complessa strategia di intervento il più possibile risolutiva, nel rispetto della natura articolata del trauma, la cui cura non può ridursi alla sola rimozione dei sintomi da esso generati (per saperne di più, vedi: Alicanto – Centro Cura del Trauma Psicologico).

Se volete approfondire il tema in modo dettagliato e avere risposte più complete potete acquistare il libro in versione cartacea oppure ebook (gratis con abbonamento KindleUnlimited) cliccando sul titolo: C’era una volta un bambino: L’adulto vittima di abuso sessuale nell’infanzia

NB. Vorrei estendere un ringraziamento particolare a tutti coloro che con coraggio stanno commentando l’articolo, facendo domande o semplicemente condividendo il dolore e il disagio delle loro esperienze di abuso vissute in età infantile.
[E’ possibile che parti dei commenti con contenuti marcatamente espliciti vengano tagliati per il contesto nel quale sono pubblicati.]

Vorrei altresì specificare che purtroppo NON E’ POSSIBILE FARE CONSULENZE VIA EMAIL O TELEFONICHE.

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1.081 commenti

  1. Ho ormai 43 anni
    All’età di 12 anni fini ai 14 sono stata abusata da un amico di famiglia
    Passai due anni a non raccontare niente perché mi vergognavo mi sono sempre sentita colpevole perché accettavo le sue monetine in cambio perciò non ho mai ammesso a nessuno ciò che stava accendendo
    A distanza di anni a tratti mi torna prepotentemente nella mente, vorrei cacciarlo non pensarci , non capisco perché oggi, dopo così tanti mi riaffiora sulla pelle certi eventi e malgrado i miei sforzi non riesco a cacciarli via

    1. Author

      Gentilissima,
      è del tutto normale avere queste preoccupazioni avendo vissuto un’esperienza di abuso. Il trauma che non viene elaborato può diventare intrusivo ed affacciarsi alla mente con insistenza, per questo motivo sarebbe opportuno approfondire per aiutare il trauma a risolversi. Potrà così essere possibile rallentare o eliminare questa attività di intesa interferenza nella sua quotidianità.

      1. Ho cinquantatré anni. Per quanto il livello di gravità non sia paragonabile a chi subisce vero e proprio abuso sessuale, anch’io all’ età di cinque anni sono stata vittima di attenzioni morbose da parte di un adulto estraneo che in presenza di un bambino, suo nipote, facendo finta di giocare mi intrappolava sfiorandomi davanti al bambino. Sentimenti contrastanti mi attanagliavano. Ero confusa e provavo vergogna eppure non riuscivo a svincolarmi. Andando a casa non dicevo nulla, mi sentivo umiliata e mi tremavano le gambe. Nel corso della vita , ho avuto a che fare con persone molto brave a manipolare. A quattordici anni inizio a non andare più bene a scuola e dopo tre anni abbandono. Devo faticare tanto per poter ottenere ciò che per altri sembra facile. Tendo sempre a rimandare per paura di fallire. La beffa più grande ,l’ ho subita proprio all’ Università dove attraverso un test un professore si è letteralmente divertito a farmi ritornare alla mente quei ricordi. Per lui è stato un gioco di sottomissione. Eppure non sono così remissiva. Ho alzato muri di difesa, non vedo neanche nei professionisti della salute persone sufficientemente empatiche, anzi a volte il contrario. Il Provo rabbia. Sento tutta la fatica di crescere con il peso di certe esperienze. Non voglio più sentirmi con dieci marce in meno rispetto agli altri. È come se una parte di me legittimasse all’ altro quasi quasi il diritto di bullizzarmi perché in me c’è qualcosa che lo autorizza a farlo. So che non è così. La disistima ha fatto un po’ da padrona, ma non voglio darla vinta alle cose storte. Mi ripeto sempre: Non sono l’ abuso, sono altro, sono altrove, cioè lontano da quei luoghi e da quelle esperienze.

        1. Author

          Gentile Barbara,
          nessuna storia traumatica deve essere sminuita o paragonata ad altre. La sua è, come altre storie, degna di attenzione e certamente portatrice di molte sofferenze e tormenti. Le conseguenze distruttive di quei fatti sono evidenti in ciò che racconta e certamente è comprensibile la diffidenza che la accompagna.
          Il mio consiglio resta sempre quello di provare ad affrontare l’accaduto in sede opportuna, perché c’è molto che si può fare per rimediare a queste problematiche.

    2. Sono stata abusata tra i 13 e i 15 e poi di nuovo dai 19 ai 21 dal mio psicologo, conosciuto tramite la mia scuola superiore. Ho denunciato quest’anno ed ha aiutato con i pensieri intrusivi. Consiglio di parlare con i centri antiviolenza contro le donne.

      1. Author

        Gentilissima,
        mi rincresce sempre leggere queste storie. Purtroppo tra gli abusanti spesso emergono figure professionali di “fiducia” come medici o psicologi, che approfittano delle fragilità di coloro che si rivolgono e chiedono aiuto e supporto.
        Sostengo il suo invito a denunciare sempre e a chiedere senza paura supporto a centri o figure professionali che possono dare accoglienza meritata a queste storie.

  2. Buongiorno,
    sono stata abusata da mio padre fin da piccola, ho ricordi frammentari. Purtroppo l’abuso è stato esteso coinvolgendo il fratello maggiore e in presenza di persone esterne. Non ricordo quando è finito, e i ricordi sono ritornati quando poi mio fratello ha ripreso lui con rapporti completi all’età di 16 anni. Poi sono scappata di casa a 18 anni dopo aborto. Piano piano piano mi sono ricostruita una vita col mio attuale marito con tanta fatica e ho tre figli. Ora ho deciso (non so perchè) di riavvicinarmi a mio padre con però la sorpresa di una ripresa del suo interesse nei miei confronti. Ho tenuto nascosto questa cosa a mio marito…ma mio padre continua e io non riesco a dire di no…e vuole sempre di più e io non riesco a rifiutarlo…
    Mi sembra di vivere due vite…

    1. Author

      Gentilissima,
      a fronte di questa storia molto complessa e difficile, posso solamente consigliarle di prendere in considerazione un supporto per poter affrontare ed elaborare i traumi subiti.
      Le auguro il meglio.

  3. Salve,
    sono convinto di avere subito un abuso durante la prima infanzia per poi averlo rimosso. La mia sessualità è molto immatura e strana, mentre soffro di doc e depressione. Ho sognato due volte, intorno al 2005 e poi al 2018, che mio zio mi obbligava ad appoggiare la faccia sulle sue parti intime, mantenendo i vestiti addosso. Non so questo sogno cosa voglia dire, ma era intriso di dolore.

    1. Author

      Gentilissimo,
      sarebbe importante approfondire questi dubbi e prendersi cura di questi sintomi in una sede appropriata. Il messaggio della mente deve essere accolto indipendentemente se questi episodi si siano o meno verificati. Indicano una sofferenza che dovrebbe essere indagata.

  4. Buonasera, ho 42 anni e da sempre vivo con la paura di deludere le persone che mi amano e cercando di compiacerle per paura di farle soffrire. Ogni tanto ho dei flash come se mio nonno e mio zio abbiano abusato di me. Non è un ricordo nitido quanto piuttosto una sensazione.. in questo periodo sto vivendo l’ennesima crisi con mio marito, ho sempre pensato che la causa del mio malessere potesse essere lui e la sua personalità per alcuni versi narcisistica.. ma ora mi chiedo se in realtà non sia io la causa di tutto questo malessere e forse un trauma che ho vissuto ma che i miei ricordi hanno offuscato… come posso capirlo? Posso fare dei test? Ipnosi?

    1. Author

      Gentile Ema,
      nel lavoro col trauma e con i ricordi rimossi è consigliabile non sottoporsi ad ipnosi. Questa è un processo che spesso può confondere i piani di coscienza e conferire a delle fantasie originate da paure, le sembianze di ricordi. Non ci sono tecniche per rievocare episodi rimossi, ma questi possono essere facilitati a riemergere con la terapia e il lavoro mirato sul trauma.

      1. Gentile dottoressa,
        ho letto e sentito da alcuni psicoterapeuti, che la tecnica dell’EMDR è, assieme al percorso di analisi, uno dei metodi più efficaci nell’elaborazione del trauma. Lei non è di questo parere?
        Emdr e ipnosi sono due cose diverse giusto?
        Grazie,
        Lucia

        1. Author

          Gentile Lucia,
          assolutamente concorde. L’emdr è una terapia efficace nei percorsi di cura e lavoro sul trauma. Importante è però integrarla in un percorso di psicoterapia completo e non limitarsi ad essa. La terapia emdr si svolge in pieno stato di coscienza della persona, quindi non è una tecnica ipnotica. Per questo motivo è consigliabile, perchè non richiede di essere sottoposti a stati alterati di coscienza che, come ho spiegato, possono rischiare di venire viziati dalle nostre paure o fantasie peggiori e quindi alterare artificiosamente la memoria.

          1. In eta’ infantile ho subito abusi sessuali da parte di mio padre e gli avevo,quasi,rimossi dandomi la colpa di tutto lo schifo subito.Ho cominciato ad avere una vita sregolata ,ai limiti ,a bere ,a fumare crak ,per finire ho creduto,perche’ la mia famiglia nascondeva tutto,di essere pazza,poi,mi sono resa conto che mi stavo autodistruggendo e che tutto lo schifo subito non era colpa mia ,ho affrontato una psicoterapia e ho chiesto e chiedo ,ancora aiuto,ma non basta.Purtroppo i danni che mi sono stati fatti ,hanno influenzato e si ripercuotono, ogni giorno sulla mia vita e io non so più che fare e chi sono

          2. Author

            Gentile Stefania,
            la ringrazio per la sua testimonianza. Spero che continuando a lavorare sulla sua storia, possa trovare la serenità meritata.

  5. Buongiorno,

    Grazie per l’ottimo articolo.
    Anche un disturbo OCD di estrema pulizia può essere causa di un abuso sessuale?

    Grazie

    1. Author

      Gentile Elena,
      possiamo definire qualsiasi disturbo come conseguenza di una storia, che però può avere in sè infinite motivazioni per essere stato generato. Se nella sua vita si è verificato un trauma da abuso, questo potrebbe avere una parte nell’origine del DOC, ma non è possibile dare risposte senza conoscere la sua storia nella sua interezza.

  6. Salve , mi chiamo Federica e ho 47 anni. Io ho subito un abuso da parte di un uomo , un vicino dei miei genitori, nonno di die nipoti con i quali giocavo. Io avevo circa sei anni lui , forse sui 50/60, l’approccio era quello del ” io ti do le caramelle in CANBIO io ti tocco il sederino” .
    Io ricordo benissimo che stavo a testa bassa , per non guardare, ricordo benissimo il mio visino prendere fuoco , e subito sono scoppiata a piangere , credi ad urlare, lui ha smesso , ha cercato di farmi calmare e appena liberata sono scappata fuori

    Fuori alcuni bambini , amici , mi chiesero perché urlassi, io dissi loro che Lui mi aveva Toccata ( semplicemente). … Non posso raccontare tutto, troppo lunga, ma Mia Madre non minga mai creduta.
    Mio padre purtroppo non era in grado di Approfondire di più.
    Confermo, ad oggi dopo una vita di terapie utilissime e ringrazio Dio per avermi dato la Maturità o chissà che cosa per Avere avuto la forza di Lavorare su di me. E di aver incontrato PERSONE , Uomini che mi hanno AMATA al punto di credere Che L’amore esiste. Che si può Tornare o Cominciare a Vivere la Nostra vita Sessuale , concedendoci il Proprio piacere.
    Io ho scoperto a 34 anni che vivevo l’approccio di un uomo coetaneo come una bambina…che Lui voleva In CAMBIO , e non che era normale che mi corteggiasse e avere voglia di fare l’amore con me.

  7. Mi chiamo Ketty.
    Mi domanda e che io avuto abuso sessuale di bambina per mio fratello adesso io 39 anni e mio fratello 45, io vorrei sapere si posso denunciarlo, perché vorrei fare giustizia.
    Perchè tutta la vita per mia mamma per paura non è detto niente.

    1. Author

      Gentile Ketty,
      dovrebbe rivolgere la domanda ad un avvocato. Purtroppo per reati accaduti nell’infanzia che si vogliano denunciare in età adulta vi è la possibilità che siano prescritti, ovvero che sia passato troppo tempo per poter rendere valida la denuncia.

  8. Buongiorno.
    Sono stata abusata da mio padre dalla nascita ai diciassette anni circa, età in cui è andato a vivere fuori casa. Non si è trattato di rapporto sessuale ma lui semplicemente toccava alcune parti del corpo, sotto i vestiti (non i genitali), in modo non sano. Lo faceva tutti i giorni, con la scusa del scaldarsi le mani. A volte mi saliva addosso mentre ero distesa a letto. Non faceva niente, stava lì sopra un minuto e se ne andava.
    Era tutto sempre in forma di gioco, lui era un “papà speciale” che giocava con sua figlia.
    Ci ho messo decenni a capire, perché per me non erano abusi, era un suo modo strano di relazionarsi e toccarmi.
    Sono in psicoterapia ed è un aiuto insostituibile.
    Comprerò il suo libro per capire meglio, ancora oggi ho bisogno di elaborare e capire.
    Non ho mai avuto un uomo e ho più di 40 anni.
    Grazie, cordiali saluti.

    Bianca

    1. Author

      Gentile Bianca,
      grazie per la testimonianza. Spero possa trovare presto la serenità che merita.

  9. Buonasera, volevo fare una domanda personale in base a una situazione in famiglia, ma quand’è che si dà la definizione abuso? Voglio dire se abbiamo una situazione del tipo che un cugino grande di 1 grado tocca nelle parti intime sua cugina di 8 anni, per circa un minuto, anche lì viene definita violenza e va denunciata? Anche se la bambina non ha opposto resistenza? La bambina quando crescerà se lo ricorderà anche se è stato un episodio veloce? E quanto può essere grave una cosa del genere?

    1. Author

      Gentile Diego,
      potrei dirle che una gran parte delle esperienze di abuso è proprio perpetrata da cugini o parenti giovani su bambini. Qualsiasi azione agita su minore non maturo sessualmente è da considerarsi abuso, dunque in linea teorica anche un giovane adolescente commette una azione abusante se opera atti di natura sessuale su un minore. I bambini abusati difficilmente oppongono resistenza, l’abuso sessuale su minore non è un atto che si ottiene con la forza, ma con la manipolazione, sfruttando l’incapacità del bambino di comprendere cosa stia accadendo. Quanto e come un abuso interferirà sulla vita del minore non è possibile purtroppo stabilirlo anticipatamente, ma certamente ogni atto di questo tipo è illecito e dunque grave per sua natura.

    2. Salve, analoga esperienza con noi cugino più grande di 10 anni. Fatti accaduti a 6 e 8 anni, chiamare maturazione. Non ne ho parlato per 10 anni con nessuno e quando ebbi la forza di raccontare a mia madre lei lo andò a dire a tutti i parenti facendomi vergognare ancora di più. Per non dire che poi mi ci ha portato da questa zia e quindi vi era anche costui, in vacanza quando avevo 23 anni ed ero stressata a studiare procedura civile. Ho letto che qualcuno vorrebbe fare causa a distanza di anni, sono avvocato e lo è anche questo cugino. Purtroppo andavano denunciati al compimento della maggiore età ed è anche orrendo il processo in cui da vittima ti trattano quasi come reo. Detto questo esiste il danno da lunga latenza ma ripeto che ormai… Vallo a provare tra l’altro.
      Ciò che resta è una infinita amarezza per non aver saputo difendersi.
      Inoltre per quanto mi riguarda, si sono aggiunti trascuratezza emotiva dei miei e altri eventi in cui sono stata lasciata a me stessa, troppo piccola per affrontarli.
      Nonostante abbia fatto sempre terapia posso dire di essere migliorata di poco ma mao guarita e ripeto non è solo quello ma la violenza, i maltrattamenti, l’abbandono e la trascuratezza; un latente autolesionismo che ogni tanto emerge con tendenze distruttive tipo abusi alcolici o altro nonché assenza di autostima che mi ha portato a non fare medicina che desideravo perché a 17 anni credevo che essere cinquecentesima ai quiz dimostrava che ero una nullità. Dopo un 30 a un primo esame a giurisprudenza ho continuato anche se non mi piaceva e mi trovo a 45 anni che il lavoro non ca più bene, desidero ancora studiare medicina e nonostante altri titoli e tanta fatica in questo periodo mi devono sostenere i miei.
      Credo che sia una situazione dove è impossibile guarire, sono infelice e non sono nemmeno riuscita a costruire una famiglia né riesco ad avere relazioni.
      Un fallimento totale. Scusi lo sfogo

      1. Author

        Gentile Johanna,
        grazie per aver condiviso la sua storia. Sono comprensibili le sue frustrazioni nel constatare che, nonostante gli sforzi, il trauma è sempre pronto a tormentarla incidendo sulla sua autostima e perdita di fiducia negli altri. A volte un percorso terapeutico supporta bene la persona che ha subito il trauma ma non lo va a sciogliere, da qui una situazione di alleggerimento ma non risoluzione/elaborazione dello stesso. Provi a non pensare al fallimento, si è presa cura della situazione da adulta e ha provato ad affrontare la sua storia.
        Il trauma non si può cancellare, ma si può fare in modo che smetta di gestire la nostra vita. Le auguro il meglio.

  10. Sono una ragazza di 28 anni. Dai 5 ai 9 anni sono stata violentata da mio zio in modo continuativo.
    Solo verso i 15 anni ho iniziato a capire quel che mi era successo. Mi ha sconvolto l’infanzia e l’adolescenza ma 3 anni fa ho finalmente trovato pace fidanzandomi con un ragazzo d’oro che ha cercato in tutti i modi di capirmi e rispettare i miei tempi e tutte le mie paure. Oggi sto bene.
    Da qualche mese però, lui rinfaccia la mia non voglia ad avere intimità, che però è la stessa di sempre. Non amo avere intimità e il mio approccio con la sessualità è difficoltoso a causa degli abusi subiti. Lui dice che non è disposto ad avere rapporti solamente un paio di volte al mese dovendo essere sempre lui a prendere l’iniziativa. Che ha aspettato tre anni ma che pensava che le cose sarebbero cambiate prima o poi grazie all’amore. Io non so cosa fare, purtroppo non posso promettergli che migliorerò, non credo di poterlo fare, ma non vorrei perderlo. È l’unica persona che mi ha capita e mi ha voluta per quella che sono e sapere che si sente non voluto da me mi fa stare male. Secondo lui non lo amo più, ma non è assolutamente così. Secondo lei cosa dovrei fare? Sono in cura psicologica da anni, ma pur essendo migliorata sotto tutti i punti di vista, credo che qualcosa di ciò che è accaduto rimanga per sempre.
    Grazie in anticipo per la risposta e grazie per affrontare questi argomenti così delicati che sembrano sempre così lontani da noi, ma sono molto più vicini di quel che pensiamo.

    1. Author

      Gentile Deborah,
      purtroppo a volte gli episodi di abuso segnano il modo in cui percepiamo e viviamo la sessualità. A volte per il partner non è facile comprendere questo blocco e, per quanto sia genuino l’appoggio fornito, ci si può scoraggiare e distanziare per una assenza o difficoltà a vivere l’intimità della persona amata.
      Certamente non dovrebbe forzare nulla, per evitare il rischio di peggiorare una situazione per lei delicata. Potreste provare a rivolgervi ad un professionista sessuologo che vi aiuti a sistemare i punti di blocco che state vivendo e magari dare a lei degli spunti utili per provare a superare e vivere una intimità sessuale finalmente serena.

    2. Salve.. sono un ragazzo di 28 anni da poco esco con una ragazza che mi ha confidato che suo padre quando era piccola la toccava……. Lei dice di soffrire di dipendenza affettiva e so che è andata in terapia e sta cercando di uscire da questa dipendenza. Quando me lo ha raccontato non sapevo cosa dire ma in primis gli ho detto raccontami qualcosa di brutto che ti è capitato e io farò lo stesso. E gli ho raccontato un mio fatto a mia volta solo che ora a pensarci magari avrei dovuto approfondire oppure ho fatto bene a non parlarne affatto? Lei quando gli ho raccontato la mia esperienza traumatica da bimbo che anche quella è abbastanza pesante. Si è chiusa. Aveva la canotta si e messa la maglietta e si è messa a camminare lontana da me. Insomma poi stavamo con le braccia conserte entrambi e si era creato imbarazzo forse ho sbagliato a raccontare la mia esperienza che mia fatto sembrare debole.. anche se dopo un po’ di imbarazzo e silenzio mi ha detto che si sente capita per la prima volta nella sua vita perché anche io avevo passato una brutta esperienza anche se non come quella. Però da quel momento si è allontanata e io avevo imbarazzo a toccarla o baciarla. Siamo tornati a casa dopo un po’ e oggi mi ha chiesto se potevamo essere amici. Andare in giro ecc ecc dopo che gli ho parlato di una dipendenza da sostanze mia. È possibile che non dovevamo parlarne? E il fatto che ne abbiamo parlato abbia rovinato tutto ? Perché mi pento un po’ di avergli parlato di queste 2 cose. Non so come mi guarda ora. E inoltre e cosa potrei fare per aiutarla ? Parlarne ancora o non toccare più l’argomento? E so che non c’entra ma se è per questo motivo che si e allontanata. Cosa devo fare?

      1. Author

        Gentile Bob,
        certamente non è mio compito dirle cosa debba fare. Naturalmente i nostri vissuti personali incidono sempre nel modo in cui ci relazioniamo con gli altri e se può o meno funzionare un certo tipo di incontro o meno. Non è nascondendo parti di noi che possiamo o meno tenere vicine le persone che amiamo.

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