Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

C'era una volta un bambino: L'adulto vittima di abuso sessuale nell'infanzia
Una lettura facile per meglio comprendere cosa accade all’adulto che è stato vittima di abuso sessuale nell’infanzia.

Quando si parla di “abuso sessuale infantile” ognuno di noi ha in mente una definizione precisa, dettata il più delle volte da esperienze indirette. Purtroppo in alcuni casi l’abuso sessuale entra direttamente nella vita di un individuo, impattando violentemente sul suo normale corso, lasciando dietro di sé delle ferite psicologiche che variano per gravità a seconda del tipo di abuso subito, l’età e la capacità di autocura di cui ogni mente umana dispone.

Partiamo da una definizione generale: intendiamo per abuso sessuale infantile qualsiasi attività che implica il coinvolgimento in attività sessuali di un minore da parte di un adulto.

Da notare bene, quando ci riferiamo ad attività sessuale, non parliamo necessariamente di un rapporto fisico diretto, ma di tutto ciò che ha a che vedere con la sfera della sessualità, se una delle due parti rifiuta o non è nella posizione di comprendere (o comprendere con un senso di maturità piena in caso di adolescenti) ciò che sta accadendo. Ad esempio, oltre alla violenza sessuale che implica una penetrazione, la costrizione al toccare o baciare; la visione non desiderata di nudità o atti sessuali del singolo adulto, di una coppia o più individui; riferimenti sessuali e argomentazioni oscene.

L’abuso sessuale infantile ha solitamente e comprensibilmente un elevato livello di gravità e rischio per la salute mentale di un individuo e la sua crescita. Una persona che è stata abusata in età infantile porta nel decorso evolutivo della sua mente le tracce di un evento traumatico che solitamente ne devia il normale sviluppo.

Possiamo dire in linea generale che il livello di gravità segue tre dimensioni fondamentali:

  • il tipo di abuso subito e la sua durata – ovvero, se si è trattato di veri e propri rapporti fisici, toccamenti o esposizioni visive o racconti e provocazioni e quanto a lungo;
  • l’età e le risorse individuali del bambino – ovvero, in quale fase dello sviluppo il trauma lascerà traccia e di quali risorse dispone;
  • l’identità dell’abusatore – più la parentela è prossima alla vittima, peggiori saranno le conseguenze del trauma subito.

Per intenderci, potremmo dire che un abuso sessuale subito da parte di un genitore ad un bambino in età pre-puberale (8-11 anni circa) che si protrae nel tempo, con un coinvolgimento fisico totale, con ogni probabilità si rivelerà un’esperienza tra le più distruttive per la salute psichica.

Naturalmente essendo queste tre dimensioni molto variabili, fare previsioni nei singoli casi è molto complesso e, proprio per le capacità e risorse individuali, situazioni che potrebbero far pensare a conseguenze peggiori potrebbero rivelarsi meno gravi di altre da cui ci si aspetterebbe al contrario quadri meno compromessi.

A fronte di ciò ricordiamo che trattandosi di abuso sessuale infantile, stiamo facendo distinzioni all’interno di una situazione che presenta comunque, in qualsiasi forma avvenga, una potenzialità traumatica di livello elevatissimo, che si parli di un episodio con coinvolgimento minimo, ad uno massimo.

Le conseguenze psicologiche di un abuso sessuale possono toccare differenti aree: l’autostima, lo sviluppo della sessualità, le capacità relazionali.

Solitamente un bambino reagisce all’abuso innescando meccanismi di difesa basici, quali rimozione e dissociazione – la mente cerca in questo modo di sganciarsi dal ricordo traumatico insostenibile creando una barriera tra ciò che è accaduto e le implicazioni emotive o cancellando letteralmente l’episodio dalla memoria. E’ stato rilevato come il minore affronti una situazione molto simile a quella degli adulti che, dopo aver subito un trauma, sviluppano un disturbo post-traumatico da stress.
Il senso di colpa si riversa su di sé ed è tanto più intenso, quanto l’ambiente circostante ignora o copre l’episodio, e di contro, si sviluppa un profondo senso di sfiducia e paura nei confronti degli altri.

Un adulto che è stato abusato deve scontrarsi con queste credenze sviluppate e consolidate dal bambino che era un tempo. Tenderà a seconda dei casi, ad essere altamente aggressivo, ad incolparsi ferocemente, avrà una bassa autostima, tenderà a deprimersi o ad oscillare molto tra stati emotivi. È prevedibile che abbia difficoltà a regolare gli impulsi e problematiche ad inquadrare e sviluppare una corretta identità sessuale ed una vita sessuale soddisfacente.

Tra le patologie che possibilmente si sviluppano troviamo il disturbo borderline di personalità, la depressione, disturbi alimentari e dipendenze, proprio in conseguenza all’incapacità di regolarsi e al costante bisogno di “tenere il controllo” su una situazione che si percepisce in pericolo costante.

Ad oggi la psicoterapia è uno strumento di elezione per trattare e curare storie e conseguenze degli abusi. Ovviamente, parlando di età adulta, si dovranno affrontare gli effetti di schemi disfunzionali consolidati nel tempo. Si può dire che il trauma dell’abuso innesca una serie di meccanismi di difesa estremi della mente che portano purtroppo, seppure con lo scopo di proteggere la persona da un crollo, alla formazione di sistemi difettosi e patologie che probabilmente non sarebbero comparsi altrimenti.

In quest’ottica, abbiamo personalmente usato l’esperienza nata da un lavoro costante sul campo in questo ambito per sviluppare un metodo mirato, la cui filosofia di base è mantenere al centro la narrazione della persona, integrando tecniche e conoscenze in campo psicotraumatologico sempre più innovative: l’Emdr; la Psicoterapia Sensomotoria; la terapia dell’Esposizione Narrativa, ne sono alcuni esempi.

Tutto ciò all’interno del percorso di psicoterapia, per fornire a chi ne fa richiesta un’esperienza che garantisca una totale e complessa strategia di intervento il più possibile risolutiva, nel rispetto della natura articolata del trauma, la cui cura non può ridursi alla sola rimozione dei sintomi da esso generati (per saperne di più, vedi: Alicanto – Centro Cura del Trauma Psicologico).

Se volete approfondire il tema in modo dettagliato e avere risposte più complete potete acquistare il libro in versione cartacea oppure ebook (gratis con abbonamento KindleUnlimited) cliccando sul titolo: C’era una volta un bambino: L’adulto vittima di abuso sessuale nell’infanzia

NB. Vorrei estendere un ringraziamento particolare a tutti coloro che con coraggio stanno commentando l’articolo, facendo domande o semplicemente condividendo il dolore e il disagio delle loro esperienze di abuso vissute in età infantile.
[E’ possibile che parti dei commenti con contenuti marcatamente espliciti vengano tagliati per il contesto nel quale sono pubblicati.]

Vorrei altresì specificare che purtroppo NON E’ POSSIBILE FARE CONSULENZE VIA EMAIL O TELEFONICHE.

Usate questo spazio qualora vogliate un commento da parte mia.

1.081 commenti

  1. Recentemente ho maturato l’idea di aver subito un abuso. In realtà non ricordo, ho una visione/sensazione, un flash e mi chiedo oggi come io abbia potuto scoprire da sola zone intime di piacere già quando ero molto piccola.
    Non capisco se è una mia fantasia o realmente accaduto qualcosa e da parte di chi.
    Come faccio a ricordare?
    Io dimentico molto facilmente e mi sento persa e incompatibile con la vita.
    Di quale figura o metodo avrei bisogno? Grazie

    1. Author

      Gentile Caterina,
      non c’è un modo per imporre i ricordi alla mente. Può provare ad affidarsi a un supporto terapeutico per esplorare queste sensazioni emergenti e riflettere sul loro significato.

  2. Il mio partner fu costretto dal padre ad avere rapporto con la madre perché si era convinto che fosse omosessuale (ma non lo era).adesso è un uomo che ha avuto due matrimoni falliti ed altre due storie fallite.È’ sempre in cerca di donne molto generose sessualmente che conquista e poi puntualmente scarta…non ama essere contraddetto e neanche scoperto e poi umiliato….bugiardo…insicuro.

    1. Author

      Gentile Stefania,
      la storia di vita del suo partner è certamente drammatica. Tuttavia non mi è possibile fare alcun tipo di considerazione o collegamento specifico con queste informazioni riguardo le sue problematiche relazionali.

  3. Mio marito ha subito uno stupro quando aveva 12 anni,
    Me ne ha parlato solo qualche giorno fa dopo quasi 24 anni che siamo sposati.
    Inizialmente mi aveva detto che era un tentato stupro poi invece mi ha detto che è successo davvero.
    L’argomento è uscito perché stavamo guardando un film dove uno stuprato è divenuto uno stupratore.
    Il suo commento è stato che non capisce questa cosa dove uno che ha subito una violenza poi la faccia subire anche ad altri.
    Mi ha detto che è successo anche a lui il ragazzino che l’ha fatto era più grande di qualche anno e l’ha sopraffatto lui se n’è fatto una ragione ed è andato avanti con la sua vita.
    Mio marito è un uomo generoso sensibile con un’ottima carriera, grande lavoratore con un grande senso del dovere.
    Se devo trovare una critica è un uomo che non mostra affetto in maniera fisica lo dimostra un po’ con i fatti. Tiene i suoi sentimenti sempre un po’ abbottonati, ma questo potrebbe essere anche un fattore caratteriale, quando l’ho conoscito non raccontava niente adesso dopo 24 anni l’ho portato a confidarsi ed è molto cambiato in quel senso.
    La nostra vita sessuale è sempre stata perfetta per quanto mi riguarda.
    Però nel corso della sua vita ha tradito tutte le donne con cui è stato le fidanzate la prima moglie e anche me.
    Non ha amici siamo sempre solo io e lui ed eventualmente i miei amici.
    È anche vero che abitiamo da tanti anni
    In un altra nazione, ma i primi anni della nostra relazione eravamo in Italia e anche li non ho mai conosciuto un suo amico.
    Ha una relazione quasi inesistente con i suoi genitori si chiamano ogni tanto ma nulla di più.
    Lei pensa che una persona con un carattere molto forte riesca a mettere da parte un avvenimento così terrificante avvenuto da bambino e ad andare avanti con la propria vita?
    Io vorrei aiutare, ma mio marito
    Non andrebbe mai da psicologi o in terapia quindi non so cosa fare.

    1. Author

      Gentile Alessandra,
      se suo marito non ritiene opportuno un percorso terapeutico, indipendentemente da cosa si pensa possa essere utile o meno, è opportuno seguire e rispettare la sua decisione. Non conoscendolo, non mi è possibile darle utili risposte sul suo percorso di elaborazione del trauma. Posso, in linea generale, dirle che non vi sono regole su come un’esperienza di abuso venga vissuta e quindi elaborata dalla persona e che è anche possibile che il trauma venga superato con le risorse a disposizione e le esperienze vissute in età successive.

  4. Buongiorno.
    Grazie per questa pagina e grazie a tutte e tutti coloro che hanno testimoniato.
    Io sono stato stuprato a 9 anni, con violenza e per sorpresa in chiesa, da un prete. Lui aveva almeno 50 anni. Il trauma è stati talmente forte che ho sofferto di una amnesia traumatica per quasi 50 anni. Non avevo dimenticato proprio tutto no, solo le parti più scabrose e violente.
    E mi sono per decenni ritrovato nella situazione orribile di chi prova dei disturbi ma non ne rintraccia la causa. Disturbi non solo sessuali e di identità, ma anche sociali, perché dai 13 anni ho cominciato ad abusare di droghe, e dato sfogo a eccessi di tutti i tipi.
    Sono purtroppo un buon soggetto da “manuale”, come lo sono molti di voi, e mi riconosco enormemente in tutte le vostre testimonianze.
    L’amnesia è cessata dopo il divorzio, quando alla ricerca di una nuova relazione, e confrontato nuovamente alle mie reazioni paradossali, le mura dell’oblio hanno ceduto. Fu come aver ritrovare gli spezzoni di un film censurato, e ne sono precipitato in una depressione indicibile, ho bevuto, mi sono ri-drogato dopo 20 anni di astinenza, ed ho evitato il suicidio solo grazie al mio statuto di padre, ho due figli che amo e rispetto più di ogni altra cosa, non avrei mai potuto farlo.
    Ora sto molto meglio, mi ci sono voluti quasi 10 anni, tra psicoterapia e precipizi, e non scrivo qui per cercare aiuto, ma solo per testimoniare e ringraziare chi testimonia, perché il silenzio uccide, non solo noi vittime ma anche i nostri figli. Parlare, scrivere, leggersi, è fondamentale, e credo che la scrittura mi abbia aiutato più di ogni altra cosa, più della psicoterapia, anche se il desiderio di scrivere viene proprio dalle riflessioni che ho avuto grazie alla terapia.
    Questo nella speranza che chi testimonia e ha testimoniato qui da otto anni, come lo faccio all’istante, possa sentirsi meglio, umano per intero, non più oggetti ma soggetti consapevoli.
    Grazie dottore e grazie a tutti voi.

  5. Mio papà mi umiliava facendomi credere che le altre donne fossero meglio di me. Quando ero ancora più piccola sono entrata per sbaglio in camera e mio papà stava facendo sesso con il corpo di mia mamma mentre lei guardava il soffitto e non si è fermato ma ha urlato a mia sorella di entrare e portarmi fuori così ha visto pure lei. Mia sorella sbatteva la testa contro il letto di legno la sera prima di dormire. Soffre di infezione alle vie urinarie per varie cause scatenanti ma so che ha fatto una malattia che io non sono nata maschio quindi non ha mai protetto la mia femminilità e la mia infanzia. A 12 anni circa mia mamma mi ha costretto a fare una doccia con lei e il suo compagno nudi. Quando ero diventata più carina (non mi hanno mai curato l’anoressia e la voglio curare ora) lui si è messo a farmi delle foto in intimo sempre con il consenso di mia mamma. Purtroppo sono stata una ragazza facile nonostante per molti anni provato dolore o niente e non ho capito che genere sessuale ho perché mio papà mi vorrebbe maschio e mia mamma iperfemminile ma schiava. Soffro molto perché avrei potuto realizzare quei normali bisogni di una donna di matrimonio d’amore e di maternità ma ho avuto una marea di traumi per cui l’importante è che raggiungerò l’indipendenza affettiva economica e serenità.

    1. Author

      Serena grazie per la sua difficile testimonianza. Spero che potrà raggiungere il suo intento e lasciarsi alle spalle questa storia di abusi, elaborando l’accaduto, trovando un giusto supporto che possa finalmente donarle il senso di libertà di scelta che merita.
      Le auguro il meglio.

  6. Buongiorno, io ho subito abusi sessuali da mio padre e mio zio per 20 anni ho provato a parlare a 18 ma non sono stata ascoltata e creduta. 4 anni dopo sono scappata di casa. Ora ne ho 28.
    Io ho un problema con il desiderio sessuale. Sono seguita da un terapeuta cognitiva ma non sono sicura di poterne parlare con lei. Vado da momenti in cui non lo sento affatto a periodi in cui lo sento fin troppo. Come in questo periodo. Non so come fare, mi fa sentire a disagio questo. Grazie buona giornata

    1. Author

      Gentile Patrizia,
      comprendo la difficoltà nel parlare della sua esperienza, ma sarebbe molto importante comunicare questo disagio al suo terapeuta e provare a portare il suo vissuto nello spazio di terapia. Spero riesca a liberarsi di tale peso e potersi creare uno spazio dove coraggiosamente possa condividere il suo trauma ed elaborarlo.

  7. Salve dottoressa
    Sono un uomo di 44 anni. All’età di 13 anni venni molestato sessualmente. Un giorno presi un passaggio da uno sconosciuto e mi portò in un posto isolato. Mi costrinse a toccarlo e che poi mi avrebbe accompagnato a casa. Avevo paura e non vedevo l’ora che quello schifo finisse presto. Grazie a Dio sono ancora vivo.. credevo che poi mi avesse ucciso. Il fatto è che credo sia stato molestato anche da piccolo ma che in qualche modo ho rimosso.
    Mi sento da sempre distrutto e nonostante i miei sforzi non riesco ad essere felice. Pensavo di farcela ma ho sempre condizionato la mia vita con questo mio passato tenuto segreto.mi sono sposato e ho avuto 3 figli che amo incondizionatamente ma non ho mai amato la madre, in me sapevo che non era quello che volevo. Non avevo accettato la mia omosessualità perché ritenevo che era causa del trauma subito e volevo rimuoverlo.ma alla fine sono riuscito ad accettarlo. Da poco l’uomo che amo mi ha lasciato nonostante il grande sentimento che provava per me. Ha cercato in tutti i modi di rendermi felice e nel primo anno insieme tutto era bellissimo.. poi i miei demoni si sono ripresentati. La mia infelicità, il mio atteggiamento scontroso e il non capire le sue esigenze hanno rovinato tutto.
    Io non sono mai riuscito a raccontargli questo mio disagio a cosa era dovuto.. ho sempre detto le cose a metà, di aver avuto in infanzia difficile. Questo non ha potuto giustificare il mio continuo essere infelice . Mi sento rotto come un cristallo frantumato e non so da dove iniziare a ricostruirmi.. ad accettare tutto e lasciare il passato per sempre. Sono stanco di trascinarmi nel buio e nell’incertezza di una vita che fa paura.. piena di mostri che tentano di portarmi in un abisso senza fine.
    Lotto e fingo che vada bene per amore dei miei figli.. ma dentro sono un massacro.

    1. Author

      Gentile Sebastiano,
      la ringrazio per la testimonianza. Spero che questo percorso difficile di recupero di sé possa evolvere maggiormente in una consapevolizzazione maggiore di quanto accaduto ed un suo superamento. Provi ad affidarsi ad un percorso che possa in questo senso accompagnarla ad elaborare il suo vissuto, a collegarlo alle sue insicurezze odierne e quindi a poterlo gestire.

  8. Tra gli 11 e i 14 anni sono stata abusata da una mia coetanea. Credo che la cosa sia partita da una dinamica del tipo “fai quello che ti dico e ti tratto bene/e sarai ancora mia amica” ed io, essendo in quel momento anche vittima di bullismo volevo chiaramente tenermi stretta un “amica”. Le cose sono degenerate, mi sono ritrovata a ballare mezza nuda o nuda mentre lei mi filmava, foto in generale… Poi ha anche iniziato a toccarmi, anche se fatico a ricordare quei momenti, soprattutto quando le azioni si spostavano eventualmente “sotto all’ombelico”. Lì ho proprio un vuoto. Spesso anzi mi rivedo per terra, come da lontano e lei spesso o non c’è, o comunque non riesco a vederla, ma solo a sentirla. Il mio senso di colpa deriva dal fatto che devo aver provato in quei momenti a volte anche quello che ho poi capito essere piacere… e sono piuttosto sicura di averle chiesto almeno una volta di farmi ancora i “massaggi”, come li chiamavamo (credo perchè lei dopo averlo fatto mi trattasse meglio del solito). E’ questo alla fine no? La consapevolezza che pur non sapendo bene cosa mi stesse capendo (ancora dovevo ricevere un’educazione sessuale) e chiaramente odiandolo e soffrendo, ho comunque provato piacere e desiderato si ripetesse: ergo, sapere di non aver fatto molto per impedire che accadesse. Il fatto poi che l’abusante fosse una mia coscritta non aiuta nemmeno nella definizione dell’abuso i sè…

    1. Author

      Gentile Francesca,
      descrive molto bene le sensazioni che spesso si provano dopo un vissuto di questo tipo. Avere anche provato “piacere” aggrava il senso di colpa e fa pensare di non avere diritto di pensarsi vittime di un abuso, ma quasi complici di esso. Il fatto che una stimolazione del corpo crei una risposta è certamente possibile anche in una situazione di costrizione, non consensuale. Questo non rende la situazione meno grave o l’azione dell’altro meno coercitiva. Anche il fatto che fosse una coetanea, non rende il tutto meno rilevante, visto che non c’era consensualità.

  9. Buongiorno, qualche anno fa parlando con un amico su un argomento simile sono ritornati alla mente dei ricordi;avevo all’incirca 5 anni quando è iniziata era un amico di mio padre con l’intento di farmi giocare, ma il gioco si è trasformato in mantenere “il dito” per farmi fare una specie di scivolo che non potevo guardare e girare la testa. Poi mi metteva a gattoni e lui nella stessa posizione sopra di me per far finta di essere un cavallo ed ogni volta che finivano uno dei giochi io dovevo rimanere di spalle ad aspettare finché un giorno mi sono girata trovando lui che si stava chiudendo i pantaloni e cinta! Il problema che ad oggi che ho sempre questo pensiero che mi gira nella testa ed ogni tanto ho dei flashback, ad esempio anche se non ricordo bene il suo viso guardando il telegiornale una persona mi ha ricordato di lui ed l’ho visto nello schermo per qualche secondo, ma non ho flashback solo di quella vicenda a volte quando capita una situazione simile tipo un litigio col mio compagno e c’è mio figlio nella mia testa ricorda una litigata dei miei genitori con me presente come se il mio cervello stesse sbloccando tutti i miei ricordi brutti dimenticati!

    1. Author

      Gentile Delia,
      sarebbe opportuno valutare di approfondire questi ricordi che le vengono alla mente e le sensazioni negative che li accompagnano in una sede opportuna. La sua esperienza certamente merita di essere elaborata per aiutarla a recuperare la serenità meritata.

    2. Salve dottoressa io ho un problema che nn riesco a capire e capirmi e come risolvere. Le racconto brevemente la mia storia all’ età di 6 anni ho iniziato ad essere abusata sessualmente da mio padre e questo succeda ogni volta che beveva fino all’età di 11 anni poi grazie ad una insegnate che ha capito che c’era un problema serio in famiglia ha iniziato a farmi fare dei temi sulla famiglia e da lì e scoppiato il caos. Ora ho 36 anni ho un compagno da 3 anni ma ho un grosso problema io ho l’impulso di tradirlo ogni volta che mi presenta l’occasione io lo amo alla follia ma nn capisco come risolvere il mio problema lui nn mi fa mancare niente anzi fa di tutto x rendermi felice ma sembra che nn mi basta mai. E un grosso problema per me. Ho paura a dir di no nel momento in cui mi si prenota una situazione di tradimento ma nn fisico anche verbale o visivo sono capace a dire a me stessa no nn lo devo fare nn riesco a capire cosa devo fare per fare continuare la relazione col compagno in maniera sana e di fiducia. Mi aiuti x favore grazie

      1. Author

        Gentile Asia,
        la ringrazio per la sua testimonianza. La difficoltà a regolare impulsi, nel suo caso di natura sessuale, è una possibile conseguenza del trauma di abuso subito. Naturalmente non mi è possibile entrare in un’interpretazione più precisa sul suo caso, non avendo una conoscenza della sua storia.
        Come sempre è mia cura suggerire un lavoro sul trauma per provare a elaborare e gestire questa situazione al meglio.

  10. Frequento da 2 anni 1 uomo sposato, abusato dal vicino. Con me si è confidato di questo dramma nascosto DA SEMPRE. Anafettivo col resto del mondo, mi ha raccontato di sentirsi sempre solo. Non parla, non esterna, sempre accondiscendente fino a quando non esplode e getta fuori tutto l’odio per idiozie. Lo trovavo arrogante e saccente. LUI.. l’essere perfetto senza problemi! Ma poi ne ha tanti: insicuro, si sente inadeguato in ogni situazione e fa continui paragoni! Ha sottostima di sè fisicamente e come uomo! Ma questo lato non lo fa vedere. Agli amici dice che “va sempre tutto bene”, lamentandosi che loro non scavano a fondo. Odia ed invidia. Ogni critica a lui diventa sfogo con pesanti umiliazioni.. con atteggiamenti di superiorità e cattiveria. Si allontana da persone a lui molto care! Vince orgoglio.
    Ho capito che si è creato da sempre 1 muro di titanio… ai genitori (assenti) non ha detto nulla. Da ragazzo ha sofferto di bullismo. Si è sempre vergognato di sè e “sfigato” è l’aggettivo col quale si descrive!
    Si è sposato perchè si sentiva solo. La moglie gli rinfacciava il sesso pessimo (lei anorgamisca che da colpa a lui), con lei e figli non ha dialogo .. La poca esperienza sessuale, ed emotiva, lo ha spinto ad andare a prostitute. I suoi racconti su questi episodi sembrano quelli di 1 bambino. Percepivo ci fosse tanto che non andasse… anche perchè a me diceva che era così… invece era cosà! Gli ho detto che per certi traumi non bastano parole carine mie. Dovrebbe essere seguito da 1 professionista…
    Dice che quello che è successo non è 1 “scusa” e che se la risolve da solo. Solo dopo aver avuto la forza di “lasciarlo” è come se mi urlasse aiuto …Ho letto e dato a lui il libro. Ritrovo il suo stato catatonico e la sua non forza a reagire.Vorrei si riprendesse in mano la sua vita. Perchè tanto cattivo quando scatta quanto buono e succube.
    Vorrei “guarisca” e inizi a volersi bene. ma pensa di non meritare nulla.

    1. Author

      Gentile Barbara,
      purtroppo questo senso di inadeguatezza può far parte della storia di persone abusate, assieme al senso di colpa e vergogna. Come dico sempre a coloro che sono vicini a persone con questo vissuto, la volontà di prendersi cura del trauma deve partire dalla persona interessata. Si può stare accanto, fornire supporto e suggerire di iniziare un percorso, rispettando poi la decisione di chi è portatore del problema.

    2. Buongiorno. All’età di 8/9 anni scoprì il sesso assieme a una mia amichetta dell’epoca.
      Non avevo alcuna educazione sessuale e non avevo chiara l’idea di consenso.
      Intorno ai 12 anni toccai le parti intime a un amichetto 3 anni più giovane di me. Mi sento estremamente in colpa al giorno d’oggi, capendo appena ora in età adulta di aver fatto un errore. Cosa posso fare per rimediare? A quell’età non avevo idea di cisa stessi facendo.

      1. Author

        Gentile Lisa,
        potrebbe certamente giovare riflettere sul suo senso di colpa e sull’accaduto in sede appropriata. Come lei stessa dice, in età preadolescenziale si hanno percezioni e consapevolezze differenti, che ora in età adulta le appaiano sotto una luce diversa. A quell’età non si hanno gli strumenti per comprendere a pieno le conseguenze possibili di certe azioni. Naturalmente il tutto va sempre contestualizzato ed un percorso di riflessione su questo può aiutare molto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *