Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

Abuso sessuale infantile: Conseguenze in età adulta e trattamenti

C'era una volta un bambino: L'adulto vittima di abuso sessuale nell'infanzia
Una lettura facile per meglio comprendere cosa accade all’adulto che è stato vittima di abuso sessuale nell’infanzia.

Quando si parla di “abuso sessuale infantile” ognuno di noi ha in mente una definizione precisa, dettata il più delle volte da esperienze indirette. Purtroppo in alcuni casi l’abuso sessuale entra direttamente nella vita di un individuo, impattando violentemente sul suo normale corso, lasciando dietro di sé delle ferite psicologiche che variano per gravità a seconda del tipo di abuso subito, l’età e la capacità di autocura di cui ogni mente umana dispone.

Partiamo da una definizione generale: intendiamo per abuso sessuale infantile qualsiasi attività che implica il coinvolgimento in attività sessuali di un minore da parte di un adulto.

Da notare bene, quando ci riferiamo ad attività sessuale, non parliamo necessariamente di un rapporto fisico diretto, ma di tutto ciò che ha a che vedere con la sfera della sessualità, se una delle due parti rifiuta o non è nella posizione di comprendere (o comprendere con un senso di maturità piena in caso di adolescenti) ciò che sta accadendo. Ad esempio, oltre alla violenza sessuale che implica una penetrazione, la costrizione al toccare o baciare; la visione non desiderata di nudità o atti sessuali del singolo adulto, di una coppia o più individui; riferimenti sessuali e argomentazioni oscene.

L’abuso sessuale infantile ha solitamente e comprensibilmente un elevato livello di gravità e rischio per la salute mentale di un individuo e la sua crescita. Una persona che è stata abusata in età infantile porta nel decorso evolutivo della sua mente le tracce di un evento traumatico che solitamente ne devia il normale sviluppo.

Possiamo dire in linea generale che il livello di gravità segue tre dimensioni fondamentali:

  • il tipo di abuso subito e la sua durata – ovvero, se si è trattato di veri e propri rapporti fisici, toccamenti o esposizioni visive o racconti e provocazioni e quanto a lungo;
  • l’età e le risorse individuali del bambino – ovvero, in quale fase dello sviluppo il trauma lascerà traccia e di quali risorse dispone;
  • l’identità dell’abusatore – più la parentela è prossima alla vittima, peggiori saranno le conseguenze del trauma subito.

Per intenderci, potremmo dire che un abuso sessuale subito da parte di un genitore ad un bambino in età pre-puberale (8-11 anni circa) che si protrae nel tempo, con un coinvolgimento fisico totale, con ogni probabilità si rivelerà un’esperienza tra le più distruttive per la salute psichica.

Naturalmente essendo queste tre dimensioni molto variabili, fare previsioni nei singoli casi è molto complesso e, proprio per le capacità e risorse individuali, situazioni che potrebbero far pensare a conseguenze peggiori potrebbero rivelarsi meno gravi di altre da cui ci si aspetterebbe al contrario quadri meno compromessi.

A fronte di ciò ricordiamo che trattandosi di abuso sessuale infantile, stiamo facendo distinzioni all’interno di una situazione che presenta comunque, in qualsiasi forma avvenga, una potenzialità traumatica di livello elevatissimo, che si parli di un episodio con coinvolgimento minimo, ad uno massimo.

Le conseguenze psicologiche di un abuso sessuale possono toccare differenti aree: l’autostima, lo sviluppo della sessualità, le capacità relazionali.

Solitamente un bambino reagisce all’abuso innescando meccanismi di difesa basici, quali rimozione e dissociazione – la mente cerca in questo modo di sganciarsi dal ricordo traumatico insostenibile creando una barriera tra ciò che è accaduto e le implicazioni emotive o cancellando letteralmente l’episodio dalla memoria. E’ stato rilevato come il minore affronti una situazione molto simile a quella degli adulti che, dopo aver subito un trauma, sviluppano un disturbo post-traumatico da stress.
Il senso di colpa si riversa su di sé ed è tanto più intenso, quanto l’ambiente circostante ignora o copre l’episodio, e di contro, si sviluppa un profondo senso di sfiducia e paura nei confronti degli altri.

Un adulto che è stato abusato deve scontrarsi con queste credenze sviluppate e consolidate dal bambino che era un tempo. Tenderà a seconda dei casi, ad essere altamente aggressivo, ad incolparsi ferocemente, avrà una bassa autostima, tenderà a deprimersi o ad oscillare molto tra stati emotivi. È prevedibile che abbia difficoltà a regolare gli impulsi e problematiche ad inquadrare e sviluppare una corretta identità sessuale ed una vita sessuale soddisfacente.

Tra le patologie che possibilmente si sviluppano troviamo il disturbo borderline di personalità, la depressione, disturbi alimentari e dipendenze, proprio in conseguenza all’incapacità di regolarsi e al costante bisogno di “tenere il controllo” su una situazione che si percepisce in pericolo costante.

Ad oggi la psicoterapia è uno strumento di elezione per trattare e curare storie e conseguenze degli abusi. Ovviamente, parlando di età adulta, si dovranno affrontare gli effetti di schemi disfunzionali consolidati nel tempo. Si può dire che il trauma dell’abuso innesca una serie di meccanismi di difesa estremi della mente che portano purtroppo, seppure con lo scopo di proteggere la persona da un crollo, alla formazione di sistemi difettosi e patologie che probabilmente non sarebbero comparsi altrimenti.

In quest’ottica, abbiamo personalmente usato l’esperienza nata da un lavoro costante sul campo in questo ambito per sviluppare un metodo mirato, la cui filosofia di base è mantenere al centro la narrazione della persona, integrando tecniche e conoscenze in campo psicotraumatologico sempre più innovative: l’Emdr; la Psicoterapia Sensomotoria; la terapia dell’Esposizione Narrativa, ne sono alcuni esempi.

Tutto ciò all’interno del percorso di psicoterapia, per fornire a chi ne fa richiesta un’esperienza che garantisca una totale e complessa strategia di intervento il più possibile risolutiva, nel rispetto della natura articolata del trauma, la cui cura non può ridursi alla sola rimozione dei sintomi da esso generati (per saperne di più, vedi: Alicanto – Centro Cura del Trauma Psicologico).

Se volete approfondire il tema in modo dettagliato e avere risposte più complete potete acquistare il libro in versione cartacea oppure ebook (gratis con abbonamento KindleUnlimited) cliccando sul titolo: C’era una volta un bambino: L’adulto vittima di abuso sessuale nell’infanzia

NB. Vorrei estendere un ringraziamento particolare a tutti coloro che con coraggio stanno commentando l’articolo, facendo domande o semplicemente condividendo il dolore e il disagio delle loro esperienze di abuso vissute in età infantile.
[E’ possibile che parti dei commenti con contenuti marcatamente espliciti vengano tagliati per il contesto nel quale sono pubblicati.]

Vorrei altresì specificare che purtroppo NON E’ POSSIBILE FARE CONSULENZE VIA EMAIL O TELEFONICHE.

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1.081 commenti

  1. Buongiorno Dottoressa, ho 53 anni, all’età di 8/10 anni ho subito degli abusi sessuali. Questo è il mio racconto. Adescato da due ragazzi di 4/5 anni più grande di me, con la scusa banale di entrare a far parte di una “GANG” di paese hanno abusato di me, a turno. Di allora ricordo un bambino, (io) che si tira su i pantaloni corti e torna a casa…
    L’altra persona che mi ha avvelenato la vita era un adulto….. Oggi sono sposato con due figli, ma la mia vita si è avvelenata con la pornografia, sono anni che ricorro ai siti porno ho distrutto il mio matrimonio, dopo 1 anno circa che non ricorrevo a questi siti ci sono ricascato. Degli abusi subiti ne ho parlato con mia moglie, ma mi è sembrato che la cosa non interessasse, non ho avuto nessun appoggio o consolazione. E’ possibile una relazione del mio trascorso col fatto che vado a vedere questi siti? Vorrei una vita normale come tante persone. Grazie Dottoressa.

    1. Author

      Gentile Max,
      episodi di abusi quali quelli che racconta sono certamente traumi che è necessario affrontare per poter sciogliere ed impedire che intossichino la vita psicologica. Purtroppo la difficoltà o confusione legata allo sviluppo della sessualità può certamente essere correlata a quanto accaduto. Sarebbe importante chiedere un supporto adeguato per poter comprendere meglio ed eventualmente superare questi disagi.

    2. Buongiorno dottoressa,
      Ho 31’anni e a 6 anni ho subito degli abusi sessuali da parte di un mio lontano zio anziano, la mia mente le ha sempre cancellate, e finora ho sempre vissuto una vita molto felice. Non l’ho mai rivelato a nessuno, per paura di fare del male alla mia famiglia.
      Un mese fa ho contratto il COVID, e mi sono dovuta isolare da sola, solitamente sono una ragazza solare e molto attiva, ma la reclusione piano piano mi ha riportato a galla brutti ricordi, prima sotto forma di incubi poi di pensieri ad occhi aperti.
      Ho avuto molte relazioni ma facendo fatica a fidarmi opto sempre per quelle a lungo termine. Quando avevo circa 17 anni sono iniziati strani desideri e pensieri sessuali, molto spinti e molto forti, inizialmente li allontanavo, ma così facendo non avevo pace. Poi li sfruttavo per l’autoerotismo, in tal modo si indebolivano, e restavano meri desideri. Ho provato anche a sperimentarli dal vivo ma in realtà li ho odiati, quindi sono tornata al classico rapporto di coppia. Adoro provare di tutto nella coppia, e non ne ho mai abbastanza, anzi fosse per me potrei farlo tutto il giorno.
      Quest’anno mi sono innamorata di un ragazzo fantastico, il migliore che potessi trovare a cui piano piano ho detto tutto di me, compresi tutti i miei desideri e pensieri e non mi ha mai giudicato, anzi. Ha solo un difetto se siamo vicino con i gesti e le azioni mi mostra il suo affetto mentre a parole è più freddo del ghiaccio. Dopo 30 giorni da sola chiusa in casa, sentendolo sempre freddo e non riuscendoli a far capire perché soffrivo e avevo paura a stare sola in casa, sono esplosa e gliel’ho detto. Non ho bisogno che sia il mio salvatore, ci ho convissuto per 26 e non ho problemi a vivere così, ma ho bisogno del suo affetto, è sbagliato che io abbia tanto bisogno del suo affetto?

      1. Author

        Gentile Lana,
        non è certo sbagliato avere bisogno dell’affetto altrui, certamente la necessità e la dipendenza che può sfociare da questo desiderio devono essere attentamente valutate. La sua storia non elaborata di abuso può incidere su questa mancata regolazione affettiva e sessuale del momento. Sarebbe opportuno poter lavorare sugli abusi per poter ristabilire un giusto equilibrio e serenità.

  2. Verissimo! Ringrazio gli psicologi che mettono a disposizione la loro sapienza, empatia per aiutare il prossimo.
    A circa 8 anno ho subito abusi da parte di un parente, sono stati fatti ripetuti nel tempo… fino a 13 anni avevo rimosso il tutto…o meglio soffocato fino a quando in un mezzo pubblico fui molestata per l’ennesima volta da un uomo e scattarono in me reazioni forti.
    In età adulta sono stata da una psicologa che mi ha aiutata ad affrontare il dolore e le sie conseguenze provocate in me e nella mia formazione anche caratteriale.
    Ad oggi mi rendo conto che porto delle scie… odio profondamente le persone invadenti ed aggressive. Provo forte disagio con loro e preferisco evitarle. Soesso rimango inerme ma dentro me cresce la rabbia e la voglia di prenderli a calcio nel sedere… per evitare tt ciò.. li evito.
    Buon proseguimento

  3. Buona sera …ho una figlia di 26 anni che a 4 anni ha subito molestie fisiche e psicologiche da parte di uno zio acquisito. Lui con la scusa di aspettare i cuginetti di mia figlia che erano usciti con la madre …
    Poi gli diceva che se parlava faceva del male alla famiglia. La nostra vita è cambiata…cause davanti il giudice con cui non abbiamo ottenuto nulla…mia figlia sempre depressa. La notte da piccola dormiva poco e piangeva. Nell adolescenza mi confida di essere omosessuale e ora dopo una relazione di 2 anni con una ragazza…ha avuto una breve storia finita pochi giorni fa in cuori ci ha minacciato di suicidarsi. Si è recata su un ponte e io mio marito e suo padre siamo stati avvisati dalle sue amiche e siamo andati disperati a prenderla. Lei spesso volte soffre di attacchi di panico..battito accelerato…
    In casa è aggressiva con me e suo padre….solo con mio marito va un po d accordo…io e suo padre poi ci siamo separati e x tutta la sua adolescenza l ho cresciuta da sola…non si fida di me …di duo padre …mi alza le mani sea rimprovero di riordinare la sua stanza. È molto disordinata anzi esageratamente disordinata. Lascia vestiti a terra scarpe ovunque bagno allagato asciugamani bagnati ovunque. Da un mese va da una psicologa..
    Non so più che fare…cosa ho sbagliato?…cosa posso fare come madre?…la sua omosessualità è legata alla violenza ricevuta?

    1. Author

      Gentile Isabella,
      certamente una storia di abuso incide nello sviluppo e può, come ha letto nell’articolo, essere causa dell’insorgenza di sintomi. Ogni storia deve però sempre essere valutata nel suo insieme e nella sua interezza. Solitamente è normale per un genitore chiedersi dove ha sbagliato, di fronte ad una situazione difficile come la sua, ma più utile forse lavorare su se stessi e proprio sulla colpa che genera queste domande. Sua figlia si sta facendo aiutare e questo può essere per lei un buon punto di inizio. Non sottovaluti però il suo stato d’animo e consideri che forse è importante affrontare anche per se stessa un percorso di supporto a queste paure.

  4. Salve dottoressa, sono un ragazzo di quasi 19 anni ed è da circa 7 mesi che sto soffrendo per il senso di colpa che ho.
    Premetto che ho avuto una buona infanzia, con dei genitori sempre presenti è molto affettuosi. Un giorno (avevo 11 anni) subii una molestia sessuale al parco, dove uno sconosciuto mi tocco le parti intime, e la cosa fini dopo 4/5 minuti. Questo abuso mi ha condizionato per poche cose, come il generale pessimismo e alcuni problemi personali, ma niente di che. I problemi arrivano quando avevo appena 15 anni. Ho un fratello più piccolo di 8 anni e mezzo, a cui voglio tutt’ora un mondo di bene, ed in quel periodo, il nostro rapporto inizió a diventare “morboso”.
    La cosa inizió con delle toccatine leggere nelle mie parti intime da parte sua, che accadevano mentre giocavamo. All’inizio io cercai il meno possibile che questo succedesse, cercando di stargli lontano o di non giocare, ma questo fu poco efficace, in quanto lui si arrabbiava quando non giocavo, e anche mio padre diceva “perché non giochi con lui?”. Allora queste cose continuarono, e col tempo si accentuarono (preferisco non specificare, ma non c’è stata assolutamente violenza, obbligo o ricatto).Tutto questo fini quando capii, a 17 anni, la gravità della cosa e lo schifo delle azioni che accadevano, e fui io a dirgli basta, facendogli capire che non si fa. Questa cosa mi fa stare malissimo, ho i sensi di colpa, non riesco più a vivere, non riesco più a studiare, ed ho anche avuto pensieri suicidi. Non riesco a capire il perché io abbia permesso tutto questo, forse perché l’abuso subito mi ha condizionato, o forse perché, vista l’età, non riuscivo a capire la gravità della cosa. Ho paura a dirlo alla mia famiglia, perché ho paura di rovinarla, ho paura che inquadrino il loro “super figlio” come un pedofilo, ma la verità è che non lo sono. Non so cosa fare, ho bisogno di aiuto. Dico inoltre che ora, io e mio fratello abbiamo un bellissimo rapporto.

    1. Author

      Gentile Emanuele,
      lei è molto giovane, posso dirle intanto di non pensare a se stesso in termini svalutanti e spregiativi. Quanto accaduto necessita certamente di essere affrontato da lei, con coraggio e senza essere punitivo, nè pensare di essere deludente o un mostro. Quando si è in età dello sviluppo e si ha anche avuto a che fare con un episodio di abuso, può capitare che la confusione porti ad assumere atteggiamenti altrettanto sbagliati con altri. Provi a chiedere invece il supporto di un adulto di fiducia, non si porti dentro questa colpa perchè non è sana e può davvero arrivare a fare dei danni importanti. Nella vita si può sbagliare, ma questo non fa di noi delle persone sbagliate. Lei ha percezione del suo errore e quindi potrà certamente affrontarlo e rafforzarsi da questa esperienza. Non abbia paura.

      1. Salve dottoressa,
        Ho 29 anni e da circa un anno ho immagini/ricordi confusi di abusi sessuali da parte del patrigno di una mia amica, avevo circa 9 anni. Non so se questi ricordi sono reali. Secondo lei c’è la possibilità che io mi stia inventando tutto? E se sì, perché? Aggiungo che quella mia amica è stata ripetutamente abusata da lui e di questo ne sono certa perché me lo disse lei. Nei miei ricordi c’è anche la mia amica presente. È possibile che io mi sia fatta suggestionare dai suoi racconti e che quindi abbia immaginato che anche io sia stata abusata da lui? Aggiungo anche che ho sempre avuto delle sensazioni strane ogni volta che sentivo parlare di abuso sessuali sui bambini, ero ossessionata dall’argomento, come se mi riguardasse. Oltre a quei ricordi, ho iniziato ad averne altri e mi sono resa conta di essere stata vittima di aggressione sessuale a 18 anni da parte di un mio coetaneo. Per anni ho dimenticato quell’episodio, ma le mie amiche mi hanno confermato che è accaduto. Per quanto riguarda la mia vita sessuale: ho sempre avuto paura di fare sesso e all’inizio stroncavo le relazioni prima che si potesse arrivare lì. Poi quando ho iniziato ad avere rapporti sessuali, ho iniziato ad avere paura di dover fare cose che non volevo fare, e di non potermi rifiutare perché altrimenti sarei stata lasciata. Da qualche anno ho iniziato ad avere relazioni sessuali con donne e per la prima volta non mi sono sentita in dovere di fare cose che non mi sentivo di fare. Ora sono confusa sulla mia preferenza sessuale perché mi sento etero ma mi sento più a mio agio sessualmente con le donne, perché sento che le donne non mi costringerebbero mai a fare cose che non voglio fare. È possibile che la mia attrazione per le donne sia una conseguenza dell’essere stata abusata da bambina e quindi della paura degli uomini? Grazie mille in anticipo per la sua risposta.

        1. Author

          Gentile Beatrice,
          non posso rispondere alla sua domanda, se non come al solito suggerendo di approfondire in sede appropriata questi dubbi e comprendere come mai la sua mente stia facendo affiorare ricordi simili o comunque paure relative a possibili accadimenti. C’è sempre una ragione, che si siano verificati o meno gli episodi in questione e che vale la pena quindi approfondire. Anche per quanto riguarda le problematiche legate alla sessualità possono esserci delle correlazioni da valutare.

      2. Grazie della comprensione, davvero…non ho idea di come sia stato possibile che io abbia permesso tutto questo, a ripensarci ora mi viene il vomito, ho solo paura di rovinare una famiglia che è sempre stata unita..lei mi consiglia di parlare direttamente con un mio familiare o magari con uno psicologo? Vorrei sistemare tutto… e tornare quello di un tempo, non voglio più indossare una maschera davanti alla gente… grazie ancora.

        1. Author

          Emanuele, parli con sincerità se se la sente con un adulto di fiducia o un professionista. Vedrà che le cose potranno sistemarsi anche se ci vorrà del tempo e della fatica. Non perda il coraggio e la speranza.

  5. Buongiorno,
    Ho 27 anni.
    Sono stata vittima di abuso quando ero piccola, circa a 10 anni, da parte di un vicino più grande di me che ne aveva 16.
    Giochetti che non capivo e che all’inizio pensavo fossero “normali” e che cercavo, cosa di cui mi sono data la colpa per molto tempo. Con il passare degli anni ho capito che erano violenze e non giochi.
    Oggi mi ritrovo a vivere una meravigliosa relazione con il mio fidanzato, ma ho qualche problema con la sessualità in quanto ho una dipendenza affettiva e voglia di fare l’amore. Può essere conseguenza di quello che ho subito?
    Dovrebbe essere il contrario, invece ho voglia di provare piacere. Con lui sto veramente bene e so che non mi farebbe mai del male.
    Ma come mai questa continua voglia di toccarlo e di essere toccata?
    Non credo che supererò mai questa dipendenza e questa depressione che mi viene quando lui non ha voglia o non abbiamo tempo. Sto proprio male.
    Grazie dottoressa.
    Saluti.

    1. Author

      Gentile Elena,
      non mi è possibile darle una risposta precisa, poichè ogni storia ha la sua complessità e deve essere valutata nello specifico. Posso dirle in linea generale che lo squilibrio nella sviluppo della maturità sessuale, avendo subito abusi, si può esprimere in diversi modi e anche con una iperstimolazione e desiderio amplificato. Quindi è una possibilità che quanto avvenuto possa essere in qualche modo correlato.

  6. Salve Dottoressa.
    Mi chiedevo se fosse possibile e se le fosse mai capitato tra i suoi casi che un individuo fosse riuscito ad eliminare totalmente l’episodio/episodi di violenze sessuali avvenuti in infanzia e a nasconderlo alla propria stessa coscienza fino all’età adulta?
    Ci sono persone che magari non se ne rendono conto per una vita intera?
    Io ricordo che fossi un bambino estremamente insicuro e fragile, iper sensibile e con pianto davvero facile. E la mia bassa auto stima purtroppo è perdurata fino all’età adulta.
    Sessualmente ho parecchi blocchi nonostante sia omosessuale ed abbia accettato senza problemi la mia sessualità fin dalla prima adolescenza, ma non riesco mai davvero a lasciarmi andare.
    Ricordo che durante l’infanzia avessi già delle pulsioni sessuali ben definite e spinte verso i bambini maschietti della mia età e facevo sogni a tema già dall’età di 4-5 anni.
    Lei crede che possa essere tutto collegato?
    Ho fatto psicoterapia in 2 periodi diversi della mia vita ma non è mai emerso nulla, almeno non che io sappia.
    Crede possa esserci questa possibilità?
    Ci potrebbero essere dei modi più efficaci per fare nel caso emergere la verità?

    1. Author

      Gentile Vincent,
      può accadere che un episodio di abuso possa venire rimosso dalla coscienza. Per mia esperienza però, dal momento che la memoria viene immagazzinata a più livelli, ci sono sempre dei sintomi o degli indizi per poter valutare se vi sia la possibilità di un ricordo rimosso e in terapia c’è la possibilità che emergano. Più probabile però è che le paure e i timori di non ricordare qualcosa prendano il sopravvento e suggestionino le memorie e i ricordi facendo pensare di aver potuto vivere traumi che in realtà non sono stati vissuti. Questo perchè tendiamo a voler dare spiegazioni razionali a sensazioni e sintomi che non comprendiamo. Non esiste nessun modo che possa recuperare i ricordi o le verità perchè la mente non ricorda in modo asettico ed oggettivo.

    2. Gentile Dottoressa
      Da circa 20 anni soffro di incubi notturni (non frequenti ) in cui urlo chiedendo aiuto disperatamente.
      In più, sento il corpo paralizzato, che vorrebbe muoversi, ma non riesce. Vorrei anche parlare, ma non riesco.
      Da tantissimi anni sono in terapia. I sogni significano qualcosa?
      Tra gli ultimi sogni ho avuto quello di mio padre che mi metteva le mani nelle mutandine.
      Ma il ricordo reale è quella in cui mio padre era sul divano e mi disse letteralmente:” ma perché non posso fare con te quello che faccio con tua madre? Dai, metti la testa qui”. C’era il cuscino tra le sue gambe.
      Facevo la pipì a letto e ricordo che mi picchiò ferocemente in parti intime col battipanni, chiedendomi di togliermi le mutandine prima di uscire dal bagno.
      Negli anni il senso di vergogna era per la laurea in filosofia, per non aver fatto carriera e scelto una strada sbagliata professionalmente, ma ora la vergogna per tali scelte è un’ossessione, oltre che un gran senso di colpa perenne.
      All’asilo mi legavano le mani e mi imbavagliavano la bocca, e ho subito altre umiliazioni da adolescente.
      Al mio terapeuta dicevo di non “sentire niente ” solo che ora questi pensieri negativi di vergogna etc non mi danno tregua.
      Può essere che i sentimenti rimossi di allora stiano venendo a galla?
      La ringrazio per una sua risposta.

      1. Author

        Gentile Camilla,
        non posso dirle cosa significano i sogni non conoscendo lei e la sua storia. Certamente, dagli episodi che riferisce e dalla sua difficoltà a provare emozioni, sarebbe opportuno lavorare attentamente su tutta la sua storia traumatica per riattivare le parti dissociate e provare a darle il sollievo meritato. Quando emozioni così forti emergono all’improvviso con forza è sempre molto importante affrontare cosa li abbia scatenati e da dove provengano per risolverle.

  7. Gentile dott.ssa Bakacs,
    mi scusi se le scrivo. Posso farle una domanda, per favore? Qual è la relazione tra abuso sessuale infantile, avversione sessuale e asessualità? Mi spiego meglio: premesso che mi è chiara la definizione di questi ultimi due concetti considerati separatamente (e a parte l’ovvia implicazione che esiste tra abuso e avversione sessuale), qual è la relazione che sussiste tra avversione sessuale e asessualità? Sono due concetti mutualmente esclusivi, oppure una vittima di abuso può al contempo manifestare avversione sessuale ed essere asessuale? Inoltre, come dovrei inquadrare l’incapacità assoluta di innamorarsi? In che modo l’abuso infantile può impedire lo sviluppo della capacità di essere coinvolti anche emotivamente? Mi scusi per le domande un po’ contorte: vorrei solo capire chi sono. So che non può dare risposte dettagliate in questa sede. Infine, mi lasci ringraziarla per la sua infinita pazienza e gentilezza.

    1. Author

      Gentilissimo/a,
      asessualità e avversione sessuale possono presentarsi separatamente, così come assieme. Si può provare disinteresse nella sessualità senza esserne avversi, oppure essere avversi e non per questo non avere pulsioni erotiche. Allo stesso modo, si può provare assieme sia disinteresse nella sessualità, che avversione per essa. Per quanto riguarda la capacità o meno di innamorarsi con una storia di abuso alle spalle, potrei dirle che a volte il trauma compromette così tanto la capacità di affidarsi all’altro da rendere incapaci di provare empatia e quindi difficoltà a coinvolgersi sentimentalmente.

  8. Salve dottoressa, all’età di 6/7 anni mio cugino più grande di me di 12 anni ha iniziato a toccarmi e a strusciarsi su di me. Ho dei flashback di noi due sul letto, in bagno, sul divano, lui che si mette la maglia e si abbottona i pantaloni ma non riesco a ricordare niente di più. Questa storia è andata avanti per abbastanza tempo, nonostante ciò io non smettevo di andare da lui,perchè non capivo ciò che accadeva. Mia mamma un giorno si è accorta che qualcosa non andava e ha smesso di farmici andare. Ma con me non ha mai parlato di questa cosa e non ha mai detto nulla a nessuno.
    Io iniziai ad avere della paralisi notturne che mi sono portata dietro fino ai miei attuali 26 anni. Non ne ho mai parlato con nessuno perchè me ne vergogno. Mi rendo conto che sono diffidente con le persone, ho paura che mi possano ferire e non faccio altro che scappare sia in amore che in amicizia. Non ho mai avuto problemi “sessuali” ma sono a livello emotivo, ho paura a lasciarmi andare, ad aprirmi, a farmi amare e ad amare. Appena mi lascio un minimo andare, trovo il più piccolo pretesto che non va nell’altra persona per allontanarmi, mi viene l’ansia che con il tempo possa ferirmi o non “curarsi” più di me.
    Lei crede che tutto questo mio stato sia collegato a ciò che mi è successo da bambina? Cosa devo fare?

    1. Author

      Gentile Maria,
      non posso risponderle con certezza in merito alla sua domanda, ma i sintomi e le sensazioni che descrive potrebbero essere ricollegati alle esperienze di abuso che vanno sempre interpretate e inserite nel contesto della sua storia personale. Sarebbe certamente opportuno che lei si affidasse ad un supporto professionale per affrontare il suo vissuto traumatico e curarne le ferite.

    2. Salve dottoressa,
      Vorrei collegarmi alla storia di Maria, perché trovo delle affinità con la mia. Ho subito abusi da parte di mio cugino all’età di 5 anni circa. Ho rimosso tutto dalla memoria fino all’età di 34 anni!!!
      In questi anni ho parlato con lui o quando sentivo alla TV notizie del genere non mi hanno mai fatto emergere quei ricordi. Ho dei flash di memoria di quel che accadeva, me lo spacciava come un gioco ( la stanza, il letto, lui in mutande, lui che girava la chiave della porta) e mi ricompensava con giro in motocicletta ( lui aveva circa 15anni)… Ricordo pure (non so con quali parole) di averlo detto a mia madre, ma non fui creduto. Presumo che questi eventi siano alla base di ‘sensi di colpa’ che per svariati motivi ho provato durante la mia vita. A livello sessuale non credo di avere problemi, ne tipo sentimentale. Solo che bassa autostima e sensi di colpa mi hanno sempre accompagnato…
      La ringrazio della sua disponibilità e del suo impegno.
      Cordialmente la saluto

      1. Author

        Grazie Antonello per la sua testimonianza.
        Bassa autostima e senso di colpa sono due fattori purtroppo legati intensamente alle esperienze di abuso. Le auguro il meglio.

        1. Buongiorno a tutti. Sono fidanzata con un ragazzo da 3 anni. Si tratta di un bravissimo ragazzo, che ha fatto veramente di tutto per anni per conquistarmi ed è semore stato un bravo ragazzo davvero, sapevo di qualche evento infantile triste e difficile per via della separazione dei genitori prima e poi un allontamento per lavoro della mamma lasciandolo solo con un padre purtroppo alcolizzato che gli ha creato non pochi problemi. La cosa sconvolgente però arriva qualche settimana fa quando mi racconta che è stato anche vittima di abusi da parte di suo padre. Si tratta di fatti successi almeno 10 anni fa o anche più. Lui fin ora non aveva mostrato alcun segnale, sempre stato un ragazzo in gamba, rispettoso educato che si fa in 4 per aiutare gli altri. Un anno fa ha iniziato dopo l’ennesima fregatura del padre (un prestito di denaro) ad aprire gli occhi, a ricordare il passato più insistentemente. È cambiato molto, diventato più aggressivo, ha cercato più volte dj farsi del male, depresso. Ora è in terapia da poco e ricordare tutti questi eventi lo distrugge e distrugge anche me. Vi prego datemi qualche consiglio

          1. Author

            Gentile Gloria,
            il suo fidanzato sta affrontando il difficile percorso di elaborazione del suo trauma ed è già tutto ciò che serve per superarlo.
            Come dico sempre a chi è vicino a queste persone, non c’è nulla che si può fare per risolvere i problemi per conto delle persone che amiamo se non sono loro a voler cambiare. Quello che si può fare è stare vicino ai nostri cari e prestarne il supporto.

  9. Buongiorno
    Sono finita qui per puro caso, e vedendo che la dottoressa risponde, vorrei anche io condividere la mia storia per capirci qualcosa.
    Non ricordo esattamente a che età, so soltanto che ero molto piccola e inconsapevole.
    È stato mio nonno, si parla di molestie, ma io non ho mai capito il perché, perché ha dovuto farlo.
    Per tanto tempo ho rimosso completamente il ricordo, e quando ritornava a galla lo eliminavo completamente dalla mia mente volontariamente.
    Ho raccontato tutto ai miei genitori dopo qualche anno, ma nessuno ha denunciato l’accaduto.
    Adesso quando qualche mio parente di sesso maschile vuole abbracciarmi, o sembra interessato alla mia persona, provo una forte repulsione.
    Il rapporto con mio padre é pieno di diffidenza e distanza, anche estremamente negativo, litighiamo molto spesso, mentre prima eravamo molto legati.
    Mi sento in colpa, perché continuo a ricordarmi le sue parole, viscide, che mi dicevano “ti piace?” mentre mi toccava.
    E io non capivo.
    Non capisco la mia identità sessuale, e per tanto tempo non mi sono saputa rapportare con i ragazzi, adesso per fortuna sono riuscita ad autogestirmi perché le mie amiche sono sempre state sincere con me, dicendomi dove sbagliavo e perché.
    So solo che vedere un corpo femminile mi piace, ma non sono attratta da una ragazza come lo sono ad un ragazzo… É tutto molto strano.
    Inoltre credo di essere nella sfera dell’ipersessualità, non ho mai fatto nulla per fortuna ma ormai ho sviluppato una dipendenza dai porno.
    Sono completamente distrutta, ho episodi depressivi, pensieri intrusivi, e cerco di non far trapelare questi sentimenti, i miei genitori non mi lasciano da sola in casa, e con la quarantena tutto questo si è amplificato.
    Oltretutto parlando di questo mi sento estremamente a disagio, ma so che devo.

    1. Author

      Gentile Loretta,
      grazie per la condivisone. La confusione identitaria che prova, le problematiche legate alla sessualità e il senso di vergogna e colpa, sono tutti sintomi frequenti di chi ha purtroppo subito episodi di abuso. Sarebbe molto importante che provi a farsi supportare da un professionista che possa accompagnarla in un percorso di elaborazione della sua storia. Le auguro il meglio.

  10. Buongiorno. Ho conosciuto una donna (ora 62 anni) che da piccola ha subito violenza sessuale (tra i 5 e 6 anni) ed ha rinchiuso il tutto dentro una stanza virtuale. Non vuole aiuti e sono l’unico al mondo a cui l’ha confidato. Non riesce ad avere una relazione stabile. Fugge letteralmente dalle situazioni e sessualmente non ha mai provato orgasmi nonostante le piaccia sedurre gli uomini. Come potrei esserle di aiuto e sblocarla mentalmente ?!

    1. Author

      Gentile Max,
      come sempre ripeto, non è possibile farsi carico, nè guarire certe ferite altrui. Deve essere le persona interessata a voler affrontare e quindi provare a superare le proprie problematiche. Può mostrare pazienza e comprensione ed eventualmente consigliarle di valutare se affrontare l’accaduto in un percorso terapeutico. Se non desidera farsi aiutare, non è possibile intervenire in alcun modo.

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